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C’era una volta… e ancora c’è: il valore pedagogico della fiaba nel quotidiano educativo

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“Tutto ciò che il bambino apprende nella prima infanzia, lo apprende col cuore.”
— Maria Montessori

Illustrazione dal libro di Allen Say, Kamishibai man 2005 Houghton Mifflin Company Boston ed editato per l’Italia nel 2019 da Edizioni Artebambini

La fiaba ha attraversato i secoli, le culture e le generazioni. E continua a farlo, ogni volta che un adulto si prende il tempo di narrare e un bambino si apre all’ascolto. Ma che valore ha oggi, in una scuola sempre più orientata alla realtà, all’efficienza e al risultato? In questo articolo vogliamo riscoprire il significato profondo della fiaba nel percorso educativo, alla luce di una visione pedagogica ispirata al pensiero montessoriano, con proposte operative per dare alla fiaba un posto vivo nella didattica.


Perché raccontare ancora fiabe?

La fiaba è un linguaggio universale. Parla con immagini semplici ma cariche di simboli, che il bambino coglie in modo intuitivo. Non ha bisogno di spiegazioni: mostra il mondo, i suoi conflitti e le sue possibilità attraverso la narrazione.

Le fiabe non raccontano la realtà, ma preparano ad affrontarla, proprio perché la trasfigurano in qualcosa di comprensibile e gestibile per il bambino.

La loro struttura narrativa – con prove, errori, aiuti, trasformazioni – riflette il processo stesso della crescita. E quando l’eroe o l’eroina della fiaba compie il proprio cammino, anche il bambino si sente rafforzato nel suo.


La fiaba nella visione montessoriana

Maria Montessori non ha introdotto l’uso della fiaba nella primissima infanzia, convinta che nei primi anni il bambino dovesse costruire una solida conoscenza della realtà. Tuttavia, nella scuola primaria, dove il bambino attraversa quella che la Montessori chiama “mente ragionante”, il racconto simbolico assume una funzione importantissima.

Le fiabe offrono una via indiretta all’educazione morale. Lontane da prediche o istruzioni, mostrano in modo vivido il valore del bene, della perseveranza, del coraggio, della giustizia. L’identificazione con i personaggi permette al bambino di interiorizzare valori attraverso l’esperienza emotiva e immaginativa.


Cosa insegna una fiaba

Ogni fiaba ben costruita mostra un conflitto, un cammino e una trasformazione. Tre elementi essenziali, tanto nella narrazione quanto nella crescita personale del bambino.
Le fiabe:

  • Parlano in simboli: il lupo, la foresta, la strega, la casa… non sono solo personaggi o luoghi, ma archetipi che rappresentano sfide interiori.
  • Normalizzano la paura: mostrano che la paura esiste, ma che può essere affrontata.
  • Danno speranza: il lieto fine non è ingenuità, ma costruzione di fiducia nel futuro.
  • Offrono modelli: l’eroe fiabesco è imperfetto ma perseverante, cade ma si rialza, sbaglia ma impara.

Fiabe e attività: come integrarle nel quotidiano didattico

Portare la fiaba nella scuola primaria non significa solo leggerla. Vuol dire viverla, trasformarla, rielaborarla con strumenti e linguaggi che parlino al bambino. Ecco alcune proposte operative:

🌿 1. L’angolo delle fiabe

Uno spazio morbido, silenzioso, dedicato alla narrazione e all’ascolto. Può contenere libri illustrati, burattini, piccoli oggetti simbolici da toccare e usare nel racconto.

✍️ 2. Il diario del piccolo eroe

Dopo aver ascoltato una fiaba, ogni bambino può scrivere o dettare una breve riflessione: “Quando mi sono sentito come il protagonista?” – oppure inventare un seguito, un prequel, un finale alternativo.

🎭 3. Drammatizzazione e burattini

Il teatro fiabesco sviluppa espressività, collaborazione, capacità di immedesimazione. Anche con materiali semplici (cucchiai, bastoncini, carta) è possibile creare scene ed emozioni.

🎨 4. Laboratori creativi e simbolici

  • Creare “l’oggetto magico” della fiaba (una chiave, una mappa, un talismano).
  • Costruire la mappa del viaggio dell’eroe, con tappe, ostacoli e trasformazioni.
  • Illustrare la fiaba con collage o tecniche miste, stimolando l’interpretazione personale.

📖 5. Kamishibai: la fiaba illustrata dai bambini

Il kamishibai, antico teatro d’immagini giapponese, è uno strumento prezioso per la narrazione partecipata. I bambini creano una serie di tavole illustrate, ognuna dedicata a una scena della fiaba.

Sul retro, scrivono (o dettano) il testo narrato. Il racconto può poi essere presentato alla classe o ad altri bambini. Questa attività valorizza l’espressione artistica, l’organizzazione logica del racconto e la collaborazione, permettendo a ciascuno di trovare il proprio ruolo nel processo creativo.

(Costruire il kamishibai)


Esempi di fiabe e percorsi didattici

📘 Pinocchio

Non solo fiaba, ma romanzo di formazione: perfetto per un lavoro sul tema delle scelte, del cambiamento e della coscienza morale.
Attività:

  • Diario delle scelte di Pinocchio
  • Giochi di ruolo: “Cosa faresti al suo posto?”
  • Costruzione di burattini con materiali riciclati
  • Kamishibai delle bugie: “Ogni scena, una trasformazione”

🧺 Cappuccetto Rosso

Percorso sul tema della fiducia, del rischio e dell’autonomia.
Attività:

  • Mappa del bosco con pericoli e aiuti
  • Disegno del “mio lupo” (cosa mi fa paura oggi?)
  • Storia al contrario: Cappuccetto salva il lupo?

🎩 Il Gatto con gli Stivali

Stimolo per la creatività e l’immaginazione.
Attività:

  • Inventa un oggetto magico e racconta come ti aiuta
  • Gioco teatrale dei tre fratelli: strategie, idee, alleanze

Conclusione: educare con la fiaba

Educare con le fiabe non significa allontanarsi dalla realtà, ma entrare nella profondità dell’esperienza umana. La fiaba è un ponte tra ciò che il bambino sente e ciò che non sa ancora dire.
Nel rispetto del metodo montessoriano, possiamo proporre fiabe che aiutino a dare forma all’interiorità, sviluppare empatia, affrontare paure, nutrire speranza.
Perché in ogni “C’era una volta” c’è anche un “Ci sono adesso”.
E ogni bambino, proprio come l’eroe della fiaba, ha dentro di sé il coraggio di crescere.

Pinocchio, un burattino che voleva diventare bambino” – Percorso didattico in 6 tappe

Un materiale per accompagnare i Bambini alla scoperta di Pinocchio riflettendo su valori, emozioni e crescita personale.

6 tappe narrative e operative
Ogni tappa riprende un momento chiave del viaggio di Pinocchio, con spunti di riflessione, domande guida, attività manuali e simboliche per lavorare su: la trasformazione personale, le emozioni, le scelte, l’ascolto della coscienza, l’autonomia, il valore della verità

Quante cose sa fare la mamma? Forse troppe.

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Dal “Libro dei perché” all’albo illustrato – Gianni Rodari, ieri e oggi

Era il cuore degli anni Cinquanta quando Gianni Rodari, nella sua celebre rubrica “Il libro dei perché” su L’Unità, ricevette una domanda tanto semplice quanto profonda:
“Perché la mia mamma deve andare a lavorare tutti i giorni, invece di restare a casa come piacerebbe a me e ai miei fratellini?”

La risposta di Rodari, come spesso accadeva, è un piccolo capolavoro. Con poche frasi, ribalta l’immagine tradizionale della madre-casalinga e disegna un nuovo volto della donna: non solo madre, ma donna che lavora, che contribuisce alla società, che ha un ruolo attivo, dignitoso, creativo.
Una donna forte, autonoma, capace.
Una donna importante perché lavora, non nonostante lavori.

“Il perché la mamma deve andare a lavorare” è diventato un albo, genialmente illustrato da una delle migliori illustratrici italiane di rilievo internazionale,  Chiara Carrer.

Per l’epoca fu un pensiero rivoluzionario. Una presa di posizione netta, che rompeva con gli stereotipi della madre tutta dedita alla casa e ai figli. Rodari, come sempre, lo fece con leggerezza, ma non con superficialità. Anzi. In quella risposta c’era tutto: la difesa dei diritti, il rispetto delle scelte, la dignità del lavoro femminile. E anche un suggerimento ai bambini e agli adulti: ammirate le vostre madri, non solo per quanto fanno in casa, ma per tutto ciò che sono, per quello che sanno, per il contributo che danno ogni giorno al mondo.

A settant’anni di distanza, quella risposta continua a far riflettere.
Forse perché non abbiamo ancora davvero imparato a guardare le donne – e le madri – con quello sguardo pieno di rispetto e fiducia nel loro valore sociale, culturale, umano. Forse perché, ancora oggi, ci chiediamo (o facciamo chiedere ai bambini) se non sarebbe meglio se la mamma restasse sempre a casa…

Per questo è importante che quella risposta viva ancora.
E lo fa, oggi, anche in una nuova forma: è diventata un albo illustrato, pubblicato con il titolo “Perché la mamma deve andare a lavorare”, arricchito dalle immagini intense e poetiche di Chiara Carrer, una delle più apprezzate illustratrici italiane .

Il testo di Rodari è rimasto quello originario, asciutto e ironico, capace di parlare ai piccoli ma anche agli adulti. Le immagini, invece, lo accompagnano e ampliano, rendendo visibile quel mondo fatto di cura, responsabilità, sogni e fatica. È un albo che racconta la maternità in modo nuovo, che invita i bambini ad ascoltare le madri, a conoscere le loro giornate, ad ammirarle anche per il loro lavoro.

Una piccola, grande lezione di educazione alla parità. Un invito a costruire, insieme, una società in cui il valore delle donne – e delle madri – sia riconosciuto, sostenuto e celebrato ogni giorno.

Perché, forse, quel futuro che Rodari già immaginava, dobbiamo ancora imparare a costruirlo davvero.

Buona festa della mamma a tutte le mamme. Quelle che lavorano fuori casa e quelle che lavorano dentro. Tutte.

Il libro dei perché. Ediz. illustrata 

Un percorso per andare al di là della semplice celebrazione e per arricchire la festa di un significato più profondo.

Un percorso per ritrovare origini e radici.

Il materiale propone un percorso a ritroso per scoprire le origini della festa della mamma, dagli antichi Greci ai Romani, passando per il movimento pacifista degli Stati Uniti del primo Novecento fino ad oggi.

Il materiale completo disponibile nello shop comprende:

-Greci; feste legate alle divinità femminili e miti

-Romani; feste, divinità femminili e festa della mamma più propriamente detta 

-Stati Uniti; dal movimento pacifista alla festa della mamma come giorno di pace

-Ufficializzazione della festa 

-La festa della mamma nel mondo

-la festa della mamma in Italia; dalla prima celebrazione ad oggi

Arricchiscono il materiale numerose attività di rielaborazione 

La storia della festa in Italia, dalla prima celebrazione ad oggi.

Il materiale comprende esercitazioni di vario tipo.


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Geografia cosmica: il mondo tra contrasti e meraviglia

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La mano è lo strumento dell’intelligenza. Il bambino che agisce è un bambino che pensa.
— Maria Montessori

Un approccio montessoriano all’educazione geografica attraverso l’esperienza, la narrazione e la nomenclatura

Nel cuore della pedagogia montessoriana, la geografia non è mai soltanto una lista di nomi da memorizzare o contorni da colorare. È, invece, una forma di stupore. Una scoperta che nasce da una visione ampia — cosmica, appunto — e si avvicina sempre più al particolare, fino a toccare la terra sotto i piedi, la brezza del mare sulla pelle, la roccia tra le dita.

Dalla cosmica alla geografia: l’incanto della relazione

La “cosmica” in Montessori è l’educazione alla totalità. È il racconto dell’universo che si dispiega davanti agli occhi del bambino per offrire un senso di appartenenza e meraviglia. La geografia, in questo contesto, è molto più che studio di luoghi: è osservazione delle relazioni, è coscienza dei contrasti, è gratitudine per l’equilibrio che permette la vita.

Le montagne e i mari, le pianure e i deserti, le coste frastagliate e le spiagge sabbiose: ogni elemento geografico è un personaggio nella grande narrazione della Terra. Ogni forma ha una storia, una funzione, un impatto. E ciascuna può essere conosciuta attraverso l’esperienza diretta e il linguaggio preciso della nomenclatura.

Il valore del contrasto: imparare attraverso le differenze

Nella pedagogia montessoriana, l’osservazione dei contrasti è fondamentale. È attraverso il confronto che il bambino distingue, comprende, interiorizza.

Acqua e terra. Liscio e ruvido. Caldo e freddo. Costa e baia, isola e lago, promontorio e golfo.

Offrire ai bambini esperienze concrete di questi contrasti geografici — anche in scala ridotta, attraverso materiali tattili, mappe in rilievo, modellini, giochi con l’acqua — significa dare forma e sostanza alla conoscenza. Non si tratta solo di riconoscere “dove si trova una baia”, ma di intuire perché nasce lì, come appare, che ruolo ha nell’ecosistema e nella vita umana.

Nomenclatura e linguaggio: chiamare le cose per nome

Nel metodo Montessori, la nomenclatura ha un ruolo centrale. Dare un nome preciso a ciò che si osserva è un atto di cura, un esercizio di attenzione e un ponte tra pensiero e parola.

Le carte di nomenclatura classiche, usate in abbinamento a materiali concreti o immagini realistiche, offrono ai bambini gli strumenti linguistici per parlare del mondo con proprietà e consapevolezza. Il cartellino con la parola “promontorio” non è solo una parola da leggere: è un’etichetta che si collega a una forma, a un’esperienza vissuta, a una riflessione.

Il bambino non “studia geografia”, ma vive la geografia.

Libertà e gioco: l’ambiente che insegna

L’ambiente preparato è il primo maestro. Quando offriamo ai bambini un paesaggio da ricostruire, oggetti da collocare, storie da interpretare, invitiamo all’apprendimento attivo e autonomo. È nel gioco libero che spesso si consolidano le scoperte più profonde: costruire una costa, dare voce a un faro, immaginare il punto di vista del mare…

Ogni gesto è significativo quando nasce da una motivazione autentica e non da un’imposizione esterna.

Il nostro compito, come adulti, è fornire gli strumenti, curare il linguaggio, preparare occasioni di scoperta — e poi osservare, con rispetto e discrezione, come i bambini tessono la propria mappa interiore del mondo.

Educare allo stupore

In un tempo che tende a semplificare e accelerare, la geografia montessoriana ci invita alla lentezza e alla meraviglia. Ogni forma della terra racconta un tempo profondo, ogni elemento del paesaggio suggerisce un’interdipendenza.

Non insegniamo solo nomi e definizioni: coltiviamo uno sguardo ampio, una curiosità sensibile, una mente capace di connessioni.

Dalla cosmica alla geografia, dal racconto dell’universo alla baia costruita con la sabbia: ogni tappa è un invito a conoscere per comprendere, comprendere per rispettare.

Un percorso per trasformare lo studio della geografia in un’esperienza viva, concreta e creativa; scoprire le principali forme costiere attraverso carte illustrate e cartellini da ritagliare, ma anche per giocare a ricostruire gli ambienti con un approccio multisensoriale.



Primo maggio: curare le radici per costruire il futuro

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Correva l’anno 1932.
Undici uomini siedono sospesi nel cielo, su una trave d’acciaio a 250 metri da terra.
Sono operai. Mangiano in silenzio il loro pranzo, senza protezioni, senza reti, con lo sguardo rivolto verso un orizzonte di grattacieli in costruzione.
Quell’immagine — iconica, cruda, simbolica — ci racconta un tempo in cui il lavoro era sudore, rischio, fatica… ma anche speranza.

La festa del Primo Maggio nasce proprio da lì:
dal bisogno di riscatto,
dal desiderio di giustizia,
dalla lotta per i diritti che oggi diamo per scontati.

Nel 1855, in Australia, viene lanciato uno slogan che attraverserà gli oceani e farà il giro del mondo:

Otto ore di lavoro, otto ore di svago, otto ore per dormire.

Un ideale semplice, umano, rivoluzionario per l’epoca.
Un ideale che ha dato voce a milioni di lavoratori stanchi di essere ingranaggi invisibili, costretti a turni massacranti di sedici ore al giorno, senza sicurezza né tutele.

Il cammino verso il cambiamento è stato lungo, fatto di scioperi, marce, ingiustizie e conquiste.
Ha attraversato continenti, lingue, governi.
Ci sono voluti decenni per stabilire per legge i diritti fondamentali: orari, sicurezza, rispetto.

Eppure quel cammino non è finito.
Ogni Primo Maggio ci invita a ricordare, a riflettere, a rinnovare l’impegno verso un mondo del lavoro più giusto, umano, equo.
Una festa che non celebra solo ciò che è stato, ma richiama ciò che ancora deve essere.


✏️ Attività didattica: “La linea del tempo dei diritti”

Obiettivo: comprendere lo sviluppo storico dei diritti del lavoro e riflettere sul loro significato attuale.

Materiale necessario:

  • Cartellone grande o fogli A3
  • Pennarelli, matite, righelli
  • Scheda di lettura sul primo maggio scaricabile nella apposita sezione più sotto.

Fasi dell’attività:

  1. Lettura del testo e osservazione della famosa foto “Lunch atop a skyscraper”.
    Soffermarsi sulle emozioni che quell’immagine suscita: paura, coraggio, fatica, speranza.
  2. Discussione guidata:
    • Quale diritto ci colpisce di più?
    • Cosa significa per noi oggi la parola “dignità”?
    • Quali diritti vorremmo tutelare o conquistare in futuro?

Brainstorming creativo: “I Diritti che vorrei”

  • Ogni bambino riceve un Post-it colorato su cui scrivere o disegnare un diritto che sogna per il futuro (esempi: “lavorare senza paura”, “essere rispettati in ogni lavoro”, “lavorare da qualsiasi parte del mondo”, ecc.).
  • I Post-it vengono attaccati su un cartellone intitolato “La strada verso il futuro“, dando vita ad un grande mosaico di idee.

Laboratorio finale: Il Manifesto del Primo Maggio

  • I bambini creano, a piccoli gruppi, un “Manifesto dei Diritti del Lavoro” usando cartoncini, collage di immagini, slogan inventati da loro.
  • Ogni manifesto può essere esposto in classe o nei corridoi della scuola come parte di una mostra dedicata alla Giornata dei Lavoratori.

🎯 Finalità pedagogica

Una proposta di attività pensata per accompagnare bambine e bambini in un percorso di crescita personale e collettiva, rendendoli protagonisti consapevoli.
Il cammino educativo proposto mira a far scoprire il valore dei diritti, a coltivare il rispetto per sé e per gli altri, e ad allenare lo sguardo verso un futuro più giusto e umano.

Attraverso la narrazione, il confronto e la riflessione, si sviluppano empatia, senso critico, creatività e cittadinanza attiva.
I bambini non solo imparano, ma agiscono e pensano come cittadini del mondo, capaci di riconoscere le ingiustizie e di immaginare nuove possibilità.


25 aprile: il coraggio di una goccia – Educare alla pace, ricordare la libertà

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«Prego i cari bambini, che tutto possono, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo.»
– Maria Montessori

Il 25 aprile non è solo una data nel calendario: è una voce che ci chiama a ricordare, a capire, a scegliere ogni giorno la libertà e la pace.
È la festa della Liberazione, nata per non dimenticare il valore del coraggio e della resistenza, perché nessuno, mai, possa dare per scontata la libertà.

Questa ricorrenza attraversa la storia, ma la supera: diventa educazione civica viva, insegnamento quotidiano.
Raccontare ai bambini ciò che è stato – gli anni bui prima della Resistenza, il coraggio di chi ha lottato, le scelte che hanno costruito il futuro – non è solo trasmettere memoria: è coltivare consapevolezza. È seminare nei cuori la cura per quelle istituzioni che custodiscono la pace, il rispetto, la libertà di tutti, al di là di ogni differenza.

Un racconto per parlare di Resistenza

A scuola, possiamo partire da una fiaba.
Una leggenda africana, semplice e potente, ci guida a riflettere su cosa significhi “fare la propria parte”.

La leggenda del piccolo colibrì

Nella foresta scoppia un grande incendio.
Tutti gli animali scappano impauriti, tranne uno: il piccolo colibrì.
Vola fino al fiume, raccoglie una minuscola goccia d’acqua nel becco e torna a gettarla sulle fiamme. Poi torna al fiume. E ancora. E ancora.
I grandi animali lo osservano, lo prendono in giro:
– “È inutile!” – dicono. – “Non puoi spegnere il fuoco con una sola goccia.”
Ma il colibrì non si ferma. Continua. Instancabile.

Un piccolo elefante, vedendolo, esce dal suo rifugio e lo imita.
Poi un pellicano. Poi altri cuccioli.
Ognuno con le proprie forze, con i propri strumenti.
Gli adulti, colti da vergogna, capiscono.
Capiscono che anche loro possono fare qualcosa.
Tutti allora si uniscono, ognuno a modo suo, e insieme spengono l’incendio.

Educare alla pace, coltivare la libertà

Questa fiaba parla di Resistenza.
Ci ricorda che anche il gesto più piccolo, se fatto con cuore e determinazione, può cambiare le cose.
Ci insegna che il coraggio non è grandezza, ma presenza. Che la speranza si costruisce insieme.

Proposte di attività in classe:

  • Racconto e riflessione: Leggere insieme la fiaba del colibrì, poi dialogare con i bambini:
    – Cosa avresti fatto tu nella foresta?
    – Chi è oggi, per te, un piccolo colibrì?
    – Cosa significa “fare la propria parte”?
  • Gocce di pace: Ogni bambino scrive o disegna su una piccola goccia di carta un gesto di pace che può fare ogni giorno. Le gocce si raccolgono per creare un grande fiume simbolico.
  • La foresta della libertà: Con cartoncini e materiali di recupero, si costruisce una foresta popolata da animali che collaborano. Ogni cucciolo rappresenta un valore: rispetto, gentilezza, coraggio, ascolto, memoria.

Ricordare il 25 aprile è costruire ponti tra passato e presente.
È dire ai bambini: Tu puoi. La tua voce conta. Le tue mani costruiscono il futuro.
Come il piccolo colibrì, possiamo scegliere di non restare a guardare.
Una goccia alla volta. Insieme.

I doni scambiati – Una fiaba africana: Le Grandi Fiabe 

Una donna ha due figli. A ciascuno regala un uccello dalle piume rosse e oro. Il più piccolo dei due scambia l’uccello: con che cosa?

La diversità ci rende più forti: Libro per l’infanzia sulla diversità, la gentilezza e le emozioni sociali 

Perché ognuno è unico, il che è fantastico!

Piazza 25 aprile. Ediz. a colori

Dal 1934, con la vittoria dei mondiali di calcio, al 1945, il giorno della Liberazione, una piazza italiana vede passare la Storia. È una storia di guerra, di esclusioni, di perdite. E poi finalmente di rinascita. È la storia della nostra Repubblica e della nostra libertà, raccontata attraverso lo sguardo poetico di una bambina.

Alza la testa. La Resistenza narrata ai bambini

Luce è una staffetta modello: ha un’aria innocua, una fantasia ingegnosa e una vecchia bicicletta robusta. Nasconde il materiale in grandi borse della spesa, nelle calze, e lo consegna ai combattenti. I genitori l’hanno chiamata così perché possa risplendere anche nel buio che sta per inghiottire l’Italia, e la crescono ripetendole un solo monito: alza la testa! Non farti spaventare, segui le tue convinzioni. Ed è ciò che farà Luce.

Alla ricerca della libertà; il coraggio di fare la propria parte ( disponibile su Amazon)

Luigi è un bambino che vive in un piccolo villaggio tra le colline.
La sua vita tranquilla, viene improvvisamente stravolta dall’arrivo dei soldati. Luigi comincia a sentire che quella paura che tutti portano negli occhi non può essere l’unico modo di vivereDentro di lui nasce una domanda, un bisogno di capire, di vedere oltre. Inizia così un cammino fatto di scoperte, domande e incontri. Passo dopo passo, con coraggio, Luigi impara a guardare il mondo con occhi nuovi e a comprendere cosa significa davvero essere liberi. La sezione finale del libro si arricchisce di spunti storici e simbolici, pensati per continuare il percorso di lettura in modo attivo e coinvolgente:



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Un ponte tra cielo e terra: l’aquilone- un invito alla meraviglia nei giorni di primavera

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“La produzione creativa dei bambini è paragonabile ad un aquilone, leggero, capace di far sognare e di volare verso la perfezione, ma delicato e facilmente distruttibile.”
– Gerardo Leo, Gianni Rodari, maestro di creatività, 2003

La primavera ci invita a rallentare, ad aprire le finestre del tempo e del cuore. È una stagione che parla di risvegli e possibilità. In questo tempo morbido e generoso, possiamo offrire ai bambini non solo compiti, ma esperienze.

Occasioni semplici per toccare il cielo con un filo, come con un aquilone.

Un giorno di vento e meraviglia

Un giorno di sole, un prato, un filo, un po’ di vento. E un messaggio.

Non un compito da svolgere, ma un’esperienza da vivere con tutto il corpo e con tutti i sensi.
Un invito lieve a cercare il cielo, ad ascoltare il vento, a sentire la terra sotto i piedi.
Un’attività semplice, che diventa scoperta. Un tempo lento, che diventa memoria.

Ho proposto a bambine e bambini di costruire un aquilone e affidargli un messaggio di pace.

Un pensiero personale, nato in silenzio, che potesse librarsi nel vento.

Perché un aquilone?

Perché unisce cielo e terra.
Perché ci ricorda che per volare bisogna anche saper restare con i piedi per terra.
Perché mentre lo si fa volare, si guarda il cielo con il naso all’insù, ma si respira anche il profumo dell’erba, si ascoltano i suoni della natura, si sta insieme.

E non importa se l’aquilone non vola alto o se cade.
L’importante è esserci: ridere, osservare, imparare. Condividere un momento con altri, intrecciando emozioni e scoperte.


Un’attività semplice, perfetta per le giornate di primavera.
Materiali facilmente reperibili, mani in movimento e un pizzico di vento per completare l’opera!

✂️ Materiali:

  • 2 bastoncini di legno leggeri (es. spiedini lunghi, cannucce rigide, stecchi da ghiacciolo)
  • 1 foglio di carta leggera o carta velina (30×30 cm circa)
  • Spago o filo da aquilone (anche filo da cucina)
  • Nastro adesivo e colla
  • Forbici
  • Pennarelli o colori per decorare
  • Un nastrino o strisce leggere per la coda dell’aquilone

🛠 Istruzioni:

  1. Prepara la struttura a croce
    • Sovrapponi i due bastoncini a formare una croce.
    • Il bastoncino orizzontale deve essere leggermente più in alto rispetto al centro.
    • Legali insieme con uno spago e fissa con un po’ di colla o nastro adesivo.
  2. Taglia la carta
    • Appoggia la croce sulla carta e disegna il contorno, unendo le estremità con linee rette (verrà una forma a diamante).
    • Ritaglia la sagoma.
  3. Fissa la carta alla struttura
    • Piega i bordi della carta sopra la struttura e fissali con nastro adesivo o colla.
    • Attenzione a non lasciare spazi: l’aquilone deve essere ben teso!
  4. Decora il tuo aquilone
    • Colora con disegni, simboli di pace, fiori, arcobaleni, parole gentili.
    • Puoi anche scrivere il tuo messaggio di pace al centro.
  5. Aggiungi la coda
    • Ritaglia strisce leggere (stoffa, carta crespa, nastro regalo) e fissale in fondo all’aquilone.
    • La coda lo aiuterà a volare stabile.
  6. Attacca il filo per farlo volare
    • Fai un piccolo foro dove i bastoncini si incrociano.
    • Infilaci un filo lungo e resistente: è il tuo filo da aquilone!

☀️ Ora esci… e cerca il vento

Trova un prato, guarda il cielo e fai volare il tuo aquilone!
Non importa quanto in alto andrà… ciò che conta è il tempo vissuto, le emozioni condivise, il legame creato tra cielo e terra.


La magia della natura: occasioni di connessione

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L’educazione alla vita deve cominciare dalla conoscenza del nostro ambiente, affinché il bambino possa sentirsi parte del mondo e prenderne cura.
— Maria Montessori

Le vacanze e il tempo libero rappresentano una straordinaria opportunità per avvicinare i bambini alla natura, stimolando in loro una curiosità genuina e un rispetto profondo per l’ambiente che li circonda. Questi momenti di pausa dalla routine scolastica diventano, infatti, occasioni ideali per favorire una connessione autentica con il mondo naturale, un viaggio di scoperta che si intreccia perfettamente con il metodo Montessori, dove l’osservazione e la cura sono elementi fondamentali.

Nel cuore di ogni bambino c’è una spinta naturale verso l’esplorazione. Offrendo loro la possibilità di immergersi in esperienze dirette con la natura, come passeggiate in un bosco, una visita a un giardino o semplicemente l’osservazione di un angolo verde nel cortile di casa, possiamo aiutarli a sviluppare una profonda comprensione della biodiversità che ci circonda. Ogni pianta, ogni insetto, ogni piccola creatura che popolano il nostro ambiente ha una storia da raccontare, e ogni piccolo gesto di cura che i bambini compiono nei confronti della natura, come piantare un fiore o nutrire un animale, rafforza il legame che li unisce a ciò che li circonda.

Il metodo Montessori, con il suo focus sull’autonomia, l’osservazione attenta e la cura dell’ambiente, offre una guida perfetta per accompagnare i più piccoli in questo percorso di esplorazione. La cura della natura non è solo un gesto pratico, ma diventa un’esperienza educativa che insegna il rispetto per la vita in tutte le sue forme, coltivando il senso di responsabilità e l’importanza di ogni singola azione.

Materiale Didattico: Il taccuino dell’osservatore

Per rendere questa esperienza ancora più significativa, si potrebbe utilizzare un “Taccuino dell’Osservatore”, un piccolo quaderno che i bambini potranno portare con sé durante le passeggiate all’aperto o durante il tempo passato in giardino. Questo taccuino è uno strumento prezioso per raccogliere e documentare le loro scoperte, un diario in cui annotare ciò che si osserva e si sperimenta. Ogni pagina del taccuino potrebbe includere uno spazio per disegnare, scrivere brevi note sulle caratteristiche delle piante o degli animali incontrati e riflettere sui cambiamenti osservati nel corso del tempo.

Il Taccuino dell’Osservatore potrebbe essere strutturato in questo modo:

  1. Pagina 1: “Inizio della Scoperta”
    • Una sezione per il nome e la data, con una breve descrizione dell’ambiente in cui ci si trova (bosco, giardino, parco, ecc.).
    • Spazio per scrivere ciò che si spera di osservare (ad esempio, “cercherò delle farfalle” o “voglio scoprire che tipo di alberi ci sono”).
  2. Pagina 2: “Cosa ho visto”
    • Disegno libero di ciò che il bambino ha osservato (una pianta, un insetto, un animale, ecc.).
    • Piccole note o descrizioni su come appare, cosa fa o come si muove l’oggetto osservato.
  3. Pagina 3: “Cosa ho imparato”
    • Una riflessione personale, anche breve, su ciò che è stato appreso durante l’osservazione.
    • Domande da porsi, come “Cosa mi ha sorpreso di più?” o “Perché questa pianta è importante per l’ambiente?”
  4. Pagina 4: “Prendersi Cura”
    • Spazio per annotare azioni concrete di cura che il bambino potrebbe intraprendere, come “ho piantato un seme” o “ho annaffiato una pianta” e come questa cura aiuti l’ambiente.

Ogni essere vivente ha una storia da raccontare…

Se ci fermiamo in silenzio ad ascoltare, anche un piccolo insetto o una pianta nascosta tra l’erba può svelarci qualcosa di straordinario. Ogni creatura – con le sue abitudini, i suoi colori, le sue strategie per vivere – è una pagina preziosa nel grande libro della biodiversità.

Scopriamo insieme una di queste storie speciali, osservando con occhi curiosi e cuore attento e prepariamo il taccuino per l’osservazione:

Conclusione

Insegnare ai bambini a osservare, rispettare e prendersi cura della natura non è solo un atto educativo, ma una vera e propria occasione di crescita, in cui la scoperta e l’apprendimento diventano un’esperienza immersiva e interattiva. Offrire loro il “Taccuino dell’Osservatore” significa dar loro la possibilità di diventare piccoli esploratori, custodi della biodiversità e promotori di una cultura di rispetto verso l’ambiente. Con il metodo Montessori come guida, ogni passo fatto nella natura diventa un’opportunità per imparare, crescere e, soprattutto, connettersi con il mondo che ci circonda.

Spunti editoriali

In un seme. Manuale per piccoli collezionisti di meraviglie

Un libro scritto da Beti Piotto, agronoma esperta di biodiversità, illustrato da Gioia Marchegiani, esperta disegnatrice di natura

Sei zampe e poco più. Una guida pratica per piccoli entomologi

Sei zampe e poco più sono tutto quello che serve per fare un insetto. Eppure con questi semplici ingredienti in natura si sono evolute milioni di specie diverse, in ogni clima e continente…

L’albero. Guida pratica e poetica alla vita arborea

Un albero è talmente tante cose che per spiegarlo questo libro ha avuto bisogno di quattro persone: una poetessa, due illustrataci e un biologo. Un albero, infatti, fa molte cose diverse e per questo può essere guardato da tanti occhi diversi. 

Lily, piccola rana esploratrice: Leggere, fare e scoprire Lily è una piccolissima rana, ma il suo spirito è quello della grande esploratrice. Un giorno decide di uscire dal suo placido stagno e, con un salto, inizia il suo primo viaggio che la porterà a esplorare l’inesplorato e a scoprire l’esistenza di alcune delle meravigliose creature che si prendono cura del pianeta che le ospita, ognuno per la sua parte: api, farfalle, chiocciole e formiche…Un libro, come nella tradizione di Montessorianamente Libri, per leggere e per fare, ricco di attività e spunti didattici per nuove esplorazioni nel mondo delle scienze, della grammatica, della matematica e della lingua inglese. Il libro è disponibile in due versioni: corsivo e stampato maiuscolo


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Giornata della Terra e sostenibilità: una questione di responsabilità collettiva

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La Terra è dove sta la casa di tutti. Educare il bambino alla comprensione del mondo significa insegnargli a prendersi cura di questa casa.

M.Montessori

Ogni 22 aprile si celebra la Giornata della Terra, un momento prezioso per portare bambini e bambine a riflettere sull’importanza di prendersi cura del nostro pianeta. La sostenibilità, oggi più che mai, è una priorità globale e l’educazione può offrire strumenti concreti per coltivarla fin dai primi anni di vita.

Nel panorama mondiale, giovani attiviste e attivisti stanno mostrando che il cambiamento è possibile. Con coraggio e determinazione, si battono ogni giorno per la giustizia climatica, la salvaguardia delle risorse naturali e la difesa delle popolazioni più colpite dai mutamenti ambientali.

Le loro storie, provenienti da ogni continente, possono diventare ispiratrici, esempi vivi e motivanti, capaci di far sentire ognuno di noi parte di un grande progetto di cura collettiva.

Educare alla sostenibilità secondo la pedagogia Montessori

Nel metodo montessoriano l’educazione ambientale non è astratta, ma passa attraverso l’esperienza diretta e quotidiana: il contatto con la natura, l’osservazione dei fenomeni, la responsabilità nei piccoli gesti. Il bambino diventa protagonista di un percorso che lo mette in relazione con il mondo vivente, stimolando rispetto, meraviglia e consapevolezza.

L’educazione alla sostenibilità, quindi, non è un tema da affrontare in un solo giorno, ma un filo che può accompagnare tutto l’anno scolastico.

Attivismo giovanile nel mondo: una voce tutta al femminile

La scelta di raccontare il percorso e l’impegno di attiviste femminili nasce dalla volontà di dare voce a una realtà spesso sottovalutata, ma fondamentale.

In tutto il mondo, le donne giocano un ruolo chiave nella tutela dell’ambiente e nella costruzione di un futuro più equo e sostenibile. In molte comunità, sono loro a occuparsi della gestione delle risorse naturali, dell’acqua, della terra, della salute delle famiglie e del benessere collettivo.

Questa centralità nella vita quotidiana le rende anche testimoni dirette dei cambiamenti climatici e delle ingiustizie ambientali, spingendole ad attivarsi con coraggio, determinazione e creatività. Dalla giovane Greta Thunberg, che ha dato voce a una generazione intera, a donne meno note ma profondamente radicate nei loro territori, come le contadine dell’Africa subsahariana o le leader indigene dell’Amazzonia, il loro impegno è un esempio potente di cura, responsabilità e azione.

Dare spazio a queste storie significa riconoscere il valore della leadership femminile in ambito ecologico e sociale, rompere stereotipi, ispirare nuove generazioni e costruire un’idea di sostenibilità che sia realmente inclusiva. Significa, soprattutto, restituire dignità a un modo di abitare il mondo che si basa sul rispetto, sulla relazione e sulla capacità di prendersi cura, non solo della natura, ma anche degli altri esseri umani.

In Europa si può conoscere Greta Thunberg, simbolo mondiale del movimento Fridays for Future. In Africa, Elizabeth Wathuti porta avanti progetti di riforestazione e tutela dell’acqua. Dall’Asia arriva la voce della piccola Licypriya Kangujam, che ha parlato all’ONU già a otto anni. In America, Xiye Bastida rappresenta le popolazioni indigene e le nuove generazioni nella battaglia climatica. Dalle isole del Pacifico, infine, Brianna Fruean difende la sopravvivenza delle comunità minacciate dall’innalzamento dei mari.

Le biografie possono essere proposte attraverso brevi letture o schede narrative illustrate, in modo da rendere il racconto accessibile e coinvolgente. Ogni figura può essere collegata a una mappa del mondo su cui i bambini posizionano nome, volto e impegno di ciascun giovane attivista.

Per completare la panoramica globale, è possibile integrare una selezione di articoli tratti da giornali e riviste, adattati per la lettura a scuola, che raccontano in modo chiaro e avvincente le sfide ambientali affrontate nei diversi continenti. Ogni lettura può essere seguita da un momento di confronto e da una sintesi guidata da costruire insieme.

Laboratorio attivo: “Un gesto per la Terra”

Parallelamente alla scoperta degli attivisti e dei problemi ambientali, è importante accompagnare i bambini nella sperimentazione diretta di azioni sostenibili. Proporre un laboratorio pratico significa rendere i bambini protagonisti del cambiamento nella loro realtà quotidiana.

Si può iniziare con la creazione di un Diario della sostenibilità.

Ogni bambino riceve un piccolo quaderno o scheda su cui annotare, per una settimana, i gesti ecologici messi in pratica: spegnere le luci, portare la borraccia, evitare lo spreco d’acqua, usare la bicicletta o partecipare a una pulizia del cortile.

Al termine della settimana, si raccolgono le esperienze e si riflette insieme sul valore del contributo di ciascuno.

Questa attività può essere accompagnata dalla realizzazione di un grande cartellone murale di classe, dove scrivere e illustrare le azioni positive emerse. Il cartellone diventa memoria visiva del percorso e invito al proseguimento dell’impegno.

Infine, si può proporre agli alunni di realizzare una mini campagna ecologica, preparando slogan, disegni e messaggi da diffondere nella scuola o nel quartiere. In questo modo, il messaggio educativo si espande oltre l’aula, coinvolgendo anche la comunità.


Conclusione: piantare semi di cambiamento

Educare alla sostenibilità significa coltivare l’empatia, la consapevolezza e il senso di responsabilità. I bambini non sono solo destinatari di un messaggio, ma portatori di futuro.

Conoscere storie vere di giovani che si sono alzati in piedi per difendere la Terra può dare loro coraggio, fiducia e ispirazione.

E quando queste storie si intrecciano con azioni concrete, il messaggio educativo diventa duraturo. Come un seme piantato nella terra: invisibile all’inizio, ma pronto a fiorire.


Nessuno è troppo piccolo per fare la differenza

Greta Thunberg

Una frase semplice, ma potentissima, che può diventare un mantra per chi decide di mettersi in cammino verso un futuro più giusto e sostenibile.

E quando queste parole si intrecciano con azioni concrete, il messaggio educativo diventa duraturo. Come un seme piantato nella terra: invisibile all’inizio, ma pronto a fiorire.

Colori tra le piume: arte e creature alate nell’antico Egitto

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L’educazione comincia dalla meraviglia
— Maria Montessori

Apprendere con meraviglia. 

Pochi viaggi sono affascinanti come quello che porta un bambino a esplorare un’antica civiltà volando idealmente con un falco sacro tra geroglifici, colori e miti senza tempo…

Quando pensiamo all’Antico Egitto, immaginiamo subito piramidi maestose, faraoni solenni e simboli misteriosi. Ma c’è un altro Egitto, più leggero e silenzioso, che si libra nell’aria e si posa tra le acque del Nilo: è il mondo degli uccelli sacri, creature ricche di colori, significati e bellezza.

Quando pensiamo all’Antico Egitto, ci vengono in mente piramidi, faraoni e geroglifici. Ma c’è un altro mondo, più leggero e silenzioso, che volava sopra il Nilo e si posava tra le paludi: quello degli uccelli sacri, ricchi di colori, significati e bellezza.

Gli uccelli e gli dèi: un legame sacro

Per gli antichi Egizi, gli uccelli non erano solo creature da osservare: erano messaggeri divini.

Il falco rappresentava Horus, il dio del cielo e della regalità; l’ibis era sacro a Thot, dio della saggezza e della scrittura; l’avvoltoio proteggeva i sovrani sotto le ali della dea Nekhbet. Ogni piuma dipinta raccontava una storia, ogni becco ricurvo portava un simbolo.

Un mondo dipinto: l’arte egizia e la natura

Gli artisti egizi osservavano il mondo con occhi attenti.

Nei dipinti funerari, come quelli della tomba di Khnumhotep o le celebri “Oche di Meidum”, le piume sembrano vibrare di vita.

La natura diventava decorazione, ma anche rito, simbolo e desiderio d’eternità.

Nel Papiro di Ani, uno dei testi più celebri del Libro dei Morti, si legge:

“Io sono l’ibis sacro che scrive la parola del cielo…”

Un verso potente, che collega il volo degli uccelli all’atto magico della scrittura.

Un volo tra mito e colori

Nel cuore dell’antico Egitto, tra acque che scorrono lente e sabbie che custodiscono segreti millenari, prende vita una leggenda che parla di arte, simboli e meraviglia.
“Il falco d’oro e il pittore del Nilo” è un racconto che intreccia mito e immaginazione: il giovane Menhi, seguendo il volo di un falco dorato, scopre la forza dei colori sacri e il profondo legame tra pittura e spiritualità.

Attraverso questa storia, si entra in punta di piedi nella visione egizia del mondo: un universo dove ogni gesto è sacro, ogni colore ha un’anima e ogni pennellata racconta l’eternità.

Oltre la gentilezza: il diritto all’inclusione- Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo

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Il 2 aprile il mondo si tinge di blu per celebrare la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, un’occasione preziosa per riflettere sull’importanza dell’accoglienza e sul valore della diversità. Questa giornata, istituita dalle Nazioni Unite nel 2007, nasce con l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere una società più inclusiva, dove ogni persona possa esprimersi senza barriere.

L’autismo è una condizione del neurosviluppo che si manifesta in modi differenti, influenzando la comunicazione, le interazioni sociali e la percezione sensoriale. Non esiste un unico modo di essere autistici: alcuni bambini possono avere difficoltà con il linguaggio verbale, altri preferire modalità comunicative alternative, come immagini, gesti o suoni. Alcuni possono essere ipersensibili agli stimoli esterni, mentre altri ricercano input sensoriali intensi. Riconoscere questa unicità è il primo passo per creare un ambiente scolastico che valorizzi ogni bambino, permettendogli di apprendere e comunicare nel modo più adatto a lui.

La scuola ha un ruolo cruciale nel promuovere una cultura dell’inclusione. Non si tratta solo di spiegare cos’è l’autismo, ma di favorire esperienze che aiutino tutti i bambini a comprendere il valore della diversità. Strategie educative inclusive, attività pratiche e momenti di confronto possono trasformare la conoscenza in consapevolezza attiva. Giochi di ruolo, letture tematiche, laboratori sensoriali e strumenti di comunicazione aumentativa sono solo alcune delle metodologie che permettono di costruire un ambiente in cui ogni alunno si senta accolto e valorizzato.

Il colore blu, simbolo della giornata, rappresenta fiducia e speranza, due valori fondamentali per un’educazione che sia davvero inclusiva. Sensibilizzare i bambini su questi temi significa prepararli a diventare adulti capaci di accogliere le differenze, non come ostacoli, ma come risorse per arricchirsi reciprocamente.

Celebrare questa giornata non deve essere solo un evento simbolico, ma un impegno quotidiano per costruire una comunità scolastica e sociale più consapevole. L’autismo non è qualcosa da correggere, ma da comprendere. E la scuola è il luogo in cui questa comprensione può trasformarsi in un autentico percorso di inclusione. 💙

Scoprire la vita in un seme

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La semina di una pianta non è solo un atto agricolo, ma un atto educativo: è seminare conoscenza, pazienza e amore per la natura.
Maria Montessori

Con l’arrivo della primavera, la natura si risveglia con tutta la sua energia. A scuola e a casa, ogni momento diventa un’occasione preziosa per osservare i cambiamenti stagionali: fiori che sbocciano, germogli che si fanno strada, prati che si tingono di verde.

🌿 Osservare e Toccare la Vita che Nasce
Le passeggiate all’aperto diventano un’esperienza sensoriale completa: gli occhi si riempiono di colori, il corpo percepisce il tepore del sole e l’anima si nutre della bellezza del cambiamento. Approfittiamo di questi momenti per seminare, per immergere le mani nella terra e sentirne la consistenza, la forza e il calore. Stringere un seme tra le dita è un piccolo gesto che racchiude un enorme potenziale: così piccolo e leggero, eppure capace di trasformarsi in una nuova vita.

🍏 Dalla Cucina al Giardino: Scoprire i Semi
La ricerca dei semi non si ferma all’aria aperta, ma entra anche in cucina! Tagliando frutta e verdura, i bambini possono scoprire i semi nascosti nei cibi di ogni giorno, raccoglierli e osservarli da vicino. Alcuni di essi possono essere piantati direttamente, senza bisogno di essiccazione, dando il via a un meraviglioso esperimento sulla germinazione.

🌎 Un Percorso tra Biodiversità e Cura
Ogni seme racconta una storia di ricchezza e diversità: forme, colori e dimensioni differenti che parlano della biodiversità del nostro pianeta. Alcuni semi diventano cibo, altri danno vita a nuove piante. Seminare non è solo un’attività pratica, ma un gesto di connessione con la natura, un invito a prendersi cura del ciclo della vita.

💚 Esperienze Concrete per un Legame con la Terra

Non lasciamo che i bambini perdano l’opportunità di fare esperienze reali con la natura. Toccare la terra, osservare un seme che germoglia, prendersi cura di una piantina giorno dopo giorno insegna loro il valore dell’attesa, della pazienza e della cura. È un’emozione unica vedere la vita che nasce, cresce e si trasforma.

Diamo ai bambini il dono di sentirsi parte di questo meraviglioso ciclo, perché solo chi conosce e ama la natura potrà imparare a rispettarla.

In un seme. Manuale per piccoli collezionisti di meraviglie

Un libro scritto da Beti Piotto, agronoma esperta di biodiversità e illustrato da Gioia Marchegiani, esperta disegnatrice di natura.

Piano piano… Osservare la natura per vivere senza freTutt’intorno a noi la natura compie miracoli. Ogni giorno, ora dopo ora, magiche trasformazioni avvengono davanti ai nostri occhi…

In un seme. Manuale per piccoli collezionisti di meraviglie. Ediz. a colori 

Lily, piccola rana esploratrice: Leggere, fare e scoprire

Lily è una piccola piccolissima rana, ma il suo spirito è quello della grande esploratrice. Un giorno decide di uscire dal suo placido stagno e, con un salto, inizia il suo primo viaggio. Quello di Lily sarà un viaggio entusiasmante che la porterà a esplorare l’inesplorato e a scoprire l’esistenza di alcune delle meravigliose creature che si prendono cura del pianeta che le ospita, ognuno per la sua parte: api, farfalle, chiocciole e formiche.


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Educare alla pace: il pensiero rivoluzionario di Maria Montessori

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Maria Montessori, pioniera dell’educazione moderna, ha sempre considerato l’istruzione non solo come un processo di apprendimento, ma come un potente strumento di trasformazione sociale. La sua visione pedagogica, basata sull’osservazione scientifica dei bambini, ha gettato le basi di un modello educativo che promuove la libertà, la responsabilità e, soprattutto, la pace.

Un percorso tra scienza e pedagogia

Maria Tecla Artemisia Montessori nacque a Chiaravalle, nelle Marche, il 31 agosto 1870.

Fu una delle prime donne italiane a laurearsi in Medicina nel 1896, con una tesi in Psichiatria che dimostrava già il suo interesse per la mente umana. Durante i suoi studi presso il manicomio “Santa Maria della Pietà” di Roma, si accorse di come i bambini con disabilità intellettive fossero considerati irrecuperabili e abbandonati a se stessi.

Convinta che questi bambini avessero diritto a un’educazione adeguata, studiò i metodi di Jean Marc Itard e di Édouard Séguin, adottando un approccio basato sulla stimolazione sensoriale e sulla personalizzazione dell’apprendimento.

Il suo lavoro con bambini con difficoltà cognitive portò a risultati straordinari, tanto che molti di loro riuscirono a superare nei test di apprendimento i coetanei senza disabilità.

Questo risultato la spinse a estendere il suo metodo a tutti i bambini, creando nel 1907 la prima “Casa dei Bambini” nel quartiere di San Lorenzo a Roma, una rivoluzione pedagogica “vivente”: l’ambiente era uno spazio nuovo interamente pensato per il bambino, in cui libertà e disciplina si intrecciavano armoniosamente e dove l’ordine, la bellezza e l’autonomia favorivano lo sviluppo di una mente capace di equilibrio interiore e collaborazione con gli altri.

Educazione e pace: un legame indissolubile

Nel suo libro “Educazione e Pace”, Maria Montessori sottolinea come la scuola debba essere il primo luogo in cui i bambini sperimentano un modello di convivenza pacifica:

“Per costruire una mentalità di pace debbo partire da un’educazione a scuola, come in famiglia, che sia per i bambini un’esperienza di pace.”

Questa affermazione si colloca in un periodo storico particolarmente turbolento: tra il 1932 e il 1939, mentre l’Italia si preparava alla guerra, Montessori promuoveva un’educazione basata sulla cooperazione, il rispetto reciproco e la libertà responsabile. Secondo il suo pensiero, insegnanti e genitori dovrebbero adottare comportamenti di pace, fondati sulla condivisione, sulla generosità e sulla non competitività.

Un Metodo per la libertà e la responsabilità

Uno degli aspetti più innovativi del Metodo Montessori è la centralità del bambino nel processo di apprendimento. L’ambiente scolastico viene progettato per favorire la libertà di scelta, l’autonomia e la responsabilità. I materiali di apprendimento sono auto-correttivi, consentendo al bambino di imparare dai propri errori senza la necessità di un intervento costante dell’adulto.

La libertà di scelta non è sinonimo di anarchia, ma di autodisciplina.

I bambini educati secondo il metodo Montessori, sviluppano un profondo rispetto per l’ambiente e per gli altri, sviluppano disponibilità alla cooperare e alla risoluzione di conflitti in modo costruttivo.

Questo conferma la sua intuizione che esista un istinto naturale alla pace:

La pace è un principio pratico di umanità.

L’ordine, la bellezza e la semplicità dell’ambiente Montessori non sono semplici dettagli estetici, ma strumenti fondamentali per favorire il benessere psicologico del bambino.

Un ambiente armonioso stimola la sicurezza, la stabilità emotiva e la capacità di orientarsi nel mondo circostante.

Il bambino non è un essere passivo, ma vero protagonista della propria crescita. L’educazione sensoriale, l’uso di materiali autocorrettivi e la libertà di scelta nell’apprendimento diventano strumenti per forgiare individui responsabili e capaci di cooperare.

La visione montessoriana della pace non è utopistica, ma profondamente concreta: nasce dalla fiducia nella bontà innata dei bambini e nella loro capacità di costruire un mondo più giusto. La sua eredità pedagogica continua ancora oggi a ispirare scuole e insegnanti in tutto il mondo, dimostrando che un’educazione basata sull’amore e sulla libertà è la strada più sicura verso un futuro di pace.

Un’eredità viva

Maria Montessori ha lasciato un’eredità pedagogica che ancora oggi ispira scuole in tutto il mondo. Le sue idee sulla pace, sull’inclusione e sulla libertà educativa continuano a influenzare il dibattito educativo contemporaneo. In un’epoca segnata da conflitti e divisioni, il suo messaggio risuona con forza: l’educazione è la chiave per costruire una società più giusta e pacifica.

Maria Montessori: Educazione e Pace: Atti del convegno internazionale del 3 ottobre 2015

Educazione per un mondo nuovo

Maria Montessori. Teosofica maestra di Pace 

Facciamo la pace? Educare alla cura delle relazioni


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Primavera, tempo di rinascita e meraviglia

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L’educazione non è qualcosa che l’insegnante fa, ma un processo naturale che si sviluppa spontaneamente nell’essere umano.
— Maria Montessori, La scoperta del bambino, 1909


La primavera è una stagione di trasformazione, di luce che cresce e di natura che risveglia e si risveglia.

Per i bambini, è un’opportunità straordinaria di esplorazione e apprendimento, un momento dal sapore magico in cui il loro innato desiderio di scoprire il mondo, trova un’eco perfetta nella vita che sboccia intorno a loro.

Il rispetto per i ritmi naturali del bambino, base di tutto l’impianto pedagogico-didattico montessoriano, ben si lega al ciclo della primavera. Questa stagione, tanto attesa, ci insegna la pazienza della crescita, il valore dell’osservazione e la bellezza della trasformazione lenta e armoniosa.

Così come un fiore non sboccia tutto in un istante, ma segue il suo tempo, anche il bambino ha bisogno di un ambiente che rispetti il suo naturale sviluppo. La primavera diventa allora un’alleata preziosa per educatori e insegnanti, offrendo spunti di apprendimento che valorizzano l’attesa, la scoperta e il contatto con la natura.

🌿 Educare attraverso la Primavera

Nel metodo montessoriano, l’ambiente ha un ruolo chiave: accompagna il bambino nel suo percorso di crescita, offrendo stimoli adeguati e supportando la sua autonomia.

La primavera, con i suoi colori, suoni e profumi, apre spazi di apprendimento all’aria aperta, stimola i sensi e permette un’educazione che parte dall’esperienza diretta e dalla curiosità.

Osservare una pianta che cresce, ascoltare il canto degli uccelli al mattino, toccare la terra umida dopo la pioggia: ogni piccolo dettaglio diventa un’opportunità di crescita e di connessione con il mondo naturale.

La primavera offre spazi di apprendimento all’aria aperta, stimola i sensi e permette un’educazione che parte dall’esperienza diretta.

Osservare una pianta che cresce, ascoltare il canto degli uccelli al mattino, toccare la terra umida dopo la pioggia: ogni piccolo dettaglio diventa un’opportunità di crescita e di connessione con il mondo naturale.

Integrare la primavera nel percorso educativo significa offrire ai bambini occasioni di scoperta autentica e strumenti per sviluppare autonomia, responsabilità e meraviglia.


1️⃣ Il Calendario della Natura: osservare e documentare

Creare un piccolo diario della primavera, dove ogni bambino può registrare i cambiamenti che osserva nella natura: il primo fiore sbocciato, la comparsa di una farfalla, le giornate che si allungano. Si può accompagnare l’osservazione con il disegno, il collage di foglie e fiori secchi o brevi descrizioni. Questo esercizio sviluppa il pensiero scientifico e il senso di meraviglia.

Materiali: quaderno, matite colorate, foglie e fiori raccolti con cura.
Competenze sviluppate: osservazione, espressione grafico-verbale, consapevolezza ambientale.


2️⃣ I Semi della Vita: dal seme alla pianta

Un’attività semplice e potente: piantare semi e prendersene cura. Il bambino, con le sue mani, segue la crescita di una vita, comprendendo il valore dell’attesa e dell’impegno. Ogni giorno può annaffiare, annotare i cambiamenti, misurare la crescita.

Materiali: semi (lenticchie, fagioli, girasoli…), vasetti, terra, acqua.
Competenze sviluppate: responsabilità, pazienza, osservazione scientifica.


3️⃣ Arte e Natura: il colore dei fiori

I fiori primaverili possono diventare strumenti di creatività: si possono sperimentare stampe su carta con petali e foglie, creare acquerelli naturali pestando i fiori, osservare al microscopio le loro strutture. Questo approccio stimola la sensibilità artistica e la scoperta scientifica.

Materiali: fiori, carta, martelletti in legno, microscopio.
Competenze sviluppate: creatività, motricità fine, senso estetico.


4️⃣ Piccoli Naturalisti: le tracce della primavera

Una passeggiata in giardino, nel parco o in un bosco può trasformarsi in una caccia alle tracce della primavera: quali fiori sono spuntati? Si sentono più uccelli cantare? Ci sono insetti operosi? I bambini possono raccogliere piccoli elementi naturali (senza danneggiare l’ambiente), confrontarli e scoprire i loro nomi.

Materiali: schede di riconoscimento, lente d’ingrandimento, taccuino.
Competenze sviluppate: spirito di osservazione, esplorazione sensoriale, rispetto per l’ambiente.


5️⃣ La Primavera in Poesia

Leggere poesie dedicate alla primavera, magari accompagnate dalla musica, aiuta a sviluppare la sensibilità linguistica e il senso estetico. Successivamente, i bambini possono provare a comporre brevi poesie o acrostici legati ai loro sentimenti sulla stagione.

Materiali: raccolte di poesie, strumenti musicali, fogli e matite.
Competenze sviluppate: espressione linguistica, creatività, ascolto attivo.


6️⃣ La Tavolozza della Primavera: esplorazione dei colori

La primavera è un tripudio di colori! Perché non raccogliere diversi materiali naturali (fiori, foglie, frutti) e provare a classificarli per tonalità? Possiamo poi creare una tavolozza naturale e confrontare i colori con quelli dei materiali artistici (tempere, matite, acquerelli).

Materiali: elementi naturali, cartoncini, colori.
Competenze sviluppate: classificazione, percezione cromatica, sperimentazione.


🌱 Concludendo: la Primavera come educatrice

Nella pedagogia montessoriana, l’educazione alla natura è un percorso che si intreccia con quello della crescita interiore del bambino. La primavera non è solo un tema stagionale, ma un’occasione preziosa per allenare la capacità di osservare, di prendersi cura, di meravigliarsi.

Lasciamo che i bambini tocchino la terra, ascoltino il vento, scoprano la delicatezza di un fiore che sboccia. Nel silenzioso lavoro della natura c’è una lezione profonda di rispetto, pazienza e bellezza—una lezione che, se accolta, rimarrà con loro per sempre.

-La festa della Primavera degli antichi Egizi: lettura e attività per la comprensione e la rielaborazione

-Matematica tra natura e botanica

Ogni goccia conta

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Se c’è una magia su questo pianeta, è contenuta nell’acqua.
Loren Eiseley

L’acqua è vita. Ogni goccia che scorre nei fiumi, che cade dal cielo o che riempie i nostri bicchieri porta con sé una storia millenaria e una responsabilità per il futuro. Nella scuola primaria, educare alla consapevolezza dell’acqua come risorsa fondamentale significa coltivare nei bambini un senso di cura e rispetto verso l’ambiente e l’ approccio esperienziale e concreto rappresenta sempre la via maestra.

Il Metodo Montessori ci offre strumenti preziosi per rendere l’apprendimento significativo e coinvolgente. L’osservazione diretta, la sperimentazione e l’esplorazione attiva permettono ai bambini di comprendere l’importanza dell’acqua nella loro vita quotidiana. Attraverso attività pratiche, essi possono scoprire il ciclo dell’acqua, riflettere sul suo utilizzo e imparare strategie per evitarne lo spreco.

Proporre materiali didattici mirati significa offrire esperienze che partono dalla realtà e si trasformano in occasioni di scoperta. Carte illustrate, esperimenti scientifici, problemi matematici legati al consumo idrico, racconti e giochi educativi diventano strumenti per approfondire e interiorizzare il valore dell’acqua. Ogni attività è pensata per stimolare la curiosità naturale del bambino, rendendolo protagonista del suo apprendimento.

Attraverso percorsi strutturati e materiali diversificati, possiamo aiutare i bambini a sviluppare una coscienza ecologica e una sensibilità verso le risorse naturali. Insegnare il valore dell’acqua significa educare cittadini consapevoli e responsabili, capaci di prendersi cura del pianeta con piccoli gesti quotidiani che, sommati, fanno la differenza.

Scopri i materiali didattici pensati per accompagnare i bambini in questo viaggio di conoscenza e rispetto per l’acqua: strumenti pratici, coinvolgenti e in linea con i principi del Metodo Montessori per un apprendimento che nasce dall’esperienza e si traduce in consapevolezza.

Dalla Terra alla tavola: legumi, cereali e didattica Montessori

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L’educazione è un processo naturale compiuto dal bambino e non acquisito con le parole, ma attraverso l’esperienza

maria Montessori

Legumi e cereali: un ponte tra natura e apprendimento

La conoscenza più viva nasce dall’incontro diretto con il mondo, dall’esperienza che coinvolge mente, mani e cuore. È nell’esplorazione e nella scoperta che il bambino costruisce il proprio sapere, lasciandosi guidare dalla curiosità e dalla meraviglia.

La natura, con i suoi ritmi e i suoi doni, offre infinite occasioni per conoscere e scoprire e anche i legumi e i cereali, fondamentali nella nostra alimentazione, possono diventare veri e propri strumenti didattici per stimolare la curiosità, favorire l’autonomia e offrire nuove e divertenti occasioni di esplorazione sensoriale. Attraverso percorsi di sperimentazione, questi alimenti non solo avvicinano i bambini alla natura e ai cicli della vita, ma contribuiscono anche alla riflessione su una sana alimentazione e sull’importanza di scelte consapevoli per il benessere.

Il metodo Montessori, con il suo approccio basato sull’esperienza diretta e sull’esplorazione multisensoriale, permette alla didattica di uscire dalle mura scolastiche e di intrecciarsi con la realtà, trasformando ogni scoperta in un’opportunità di apprendimento concreto e significativo.

Esperienze Concrete e Outdoor Education

L’outdoor education offre un contesto privilegiato per un apprendimento significativo, in cui l’esperienza diretta diventa il ponte tra teoria e realtà. Il contatto con la natura stimola nei bambini la curiosità, il senso di appartenenza all’ambiente e una comprensione più profonda dei fenomeni naturali.

Un’attività particolarmente efficace è la semina di legumi e cereali, che permette ai bambini di osservare da vicino il ciclo vitale delle piante. Piantare un seme, prendersene cura e attendere con pazienza la comparsa dei primi germogli li aiuta a sviluppare un senso di responsabilità e meraviglia verso la natura. Il tempo dell’attesa diventa esso stesso un’esperienza educativa: ogni giorno, i bambini osservano, annotano i cambiamenti e imparano a riconoscere le diverse fasi di crescita.

Accanto all’osservazione, la manipolazione gioca un ruolo chiave. Toccare, confrontare e descrivere semi di forme e consistenze diverse affina la motricità fine e la discriminazione sensoriale, aspetti fondamentali nello sviluppo delle abilità percettive e cognitive. Il confronto tra un seme appena piantato e uno maturo favorisce inoltre la comprensione dei cicli naturali e della trasformazione della materia.

Queste esperienze, apparentemente semplici, rappresentano occasioni preziose per connettere il sapere all’esperienza concreta, rendendo l’apprendimento più autentico e coinvolgente. L’outdoor education, infatti, non è solo un modo per stare all’aria aperta, ma una metodologia che valorizza il fare, l’osservare e il riflettere, trasformando ogni scoperta in conoscenza duratura.

Metodo Montessori e Attività Didattiche

Nel metodo Montessori, l’apprendimento passa attraverso l’esperienza diretta e l’uso di materiali concreti, che permettono al bambino di sviluppare autonomia e consapevolezza. Le attività sensoriali e manipolative giocano un ruolo chiave, favorendo la scoperta attraverso il tatto, la vista e l’azione.

Il cestino dei tesori; un’esperienza sensoriale

Un’esperienza particolarmente efficace è il cestino dei tesori sensoriale, utilizzabile in ogni contesto e con i materiali più diversi, anche con legumi e cereali! I bambini con il solo uso delle mani, li esplorano, ne osservano le differenze di forma e consistenza, li confrontano e iniziano a classificarli in modo spontaneo.

Un approccio per affinare non solo le percezioni tattili, ma anche per stimolare il linguaggio descrittivo e il pensiero logico.

Le carte illustrate: abbinamenti, associazioni e riflessioni

L’associazione tra oggetti reali e immagini è un altro passaggio fondamentale nel processo di apprendimento. Con l’uso di carte illustrate, i bambini possono abbinare ogni seme alla sua rappresentazione visiva, affinando così il riconoscimento, la categorizzazione e l’ampliamento del vocabolario.

Questo esercizio, apparentemente semplice, aiuta a costruire connessioni tra l’esperienza concreta e la rappresentazione astratta, facilitando lo sviluppo del pensiero simbolico.

Confronti e travasi; un’esperienza matematica

Anche la matematica può nascere dall’osservazione diretta: attraverso l’uso di bilance, cucchiai dosatori e contenitori trasparenti, i bambini possono pesare e confrontare i legumi, scoprendo in modo intuitivo concetti come peso, volume e quantità.

L’atto di versare, misurare e confrontare diventa un’occasione per interiorizzare le relazioni di grandezza e proporzione, con un apprendimento che parte dal concreto per arrivare all’astratto.

Cucina didattica

Il percorso di esplorazione tra cereali e legumi potrebbe concludersi, a casa o a scuola, con un’attività di cucina didattica, per sperimentare la trasformazione degli alimenti.

Preparare una semplice zuppa di legumi permette di comprendere il passaggio “dal chicco al piatto”, creando un collegamento diretto tra la materia prima e il prodotto finito.

L’esperienza non è solo pratica, ma anche simbolica: cucinare insieme rafforza il senso di collaborazione, stimola la curiosità e insegna il valore della pazienza e della cura.

In ogni fase, il bambino è protagonista del proprio apprendimento, esplorando e scoprendo attraverso il contatto diretto con la realtà.

Il metodo Montessori, con il suo approccio basato sull’esperienza concreta, rende ogni attività un’opportunità di crescita, trasformando il quotidiano in una continua occasione di scoperta.