Month: Febbraio 2025

Il coraggio delle parole

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Le parole hanno un potere straordinario: possono ferire o guarire, unire o dividere, nascondere o rivelare la verità. 

Usare le parole con coraggio significa esprimere le proprie idee anche quando non è facile, difendere ciò in cui si crede e ascoltare chi la pensa diversamente. 

Oriana Fallaci è stata una delle figure più rappresentative del giornalismo e della letteratura contemporanea. 

La sua determinazione nel cercare la verità, anche quando scomoda, l’ha resa un esempio di coraggio intellettuale

Nelle sue interviste, nei suoi libri e nei suoi articoli. Oriana fallaci ha sempre affrontato con determinazione tematiche complesse ed espresso con fermezza le sue opinioni anche quando erano in forte contrasto con il pensiero dominante consapevole delle critiche o delle discussioni che avrebbero potuto generare.

Ancora oggi ricordiamo Oriana Fallaci per il coraggio delle sue parole, pronte a raccontare e scandagliare la realtà senza timore, spesso a rischio della sua stessa sicurezza, per portare alla luce la verità. 

La sua audacia, come quella di Martha Gellhorn e Anna Politkovskaja, ha aperto la strada a molte altre donne nel mondo del giornalismo e della comunicazione.

La sua eredità ci insegna che essere fedeli alle proprie idee è un valore da difendere, anche quando costa fatica.

Chi era Oriana Fallaci?

Oriana Fallaci era nata Firenze nel 1929 e fin da giovane mostrò una grande curiosità e voglia di capire il mondo. Durante la Seconda guerra mondiale, ancora adolescente, partecipò alla Resistenza italiana, dimostrando coraggio e determinazione. 

Questa esperienza segnò profondamente la sua vita e alimentò la sua sete di verità e giustizia.

Dopo la guerra, intraprese la carriera di giornalista e scrittrice.

Lavorò come inviata speciale per importanti testate, viaggiando in zone di conflitto come il Vietnam, il Medio Oriente e l’America Latina. Intervistò figure politiche e culturali di spicco – tra cui Henry Kissinger, Yasser Arafat e l’Ayatollah Khomeini – e non esitava a porre domande dirette e spesso scomode. Le sue interviste erano famose per la schiettezza e la profondità con cui affrontava anche i temi più delicati.

Fallaci era una donna appassionata e spesso controversa, capace di difendere le proprie idee anche quando queste andavano contro l’opinione pubblica. 

Oltre al giornalismo, scrisse libri che trattavano questioni personali e sociali. 

Tra le sue opere più note c’è Lettera a un bambino mai nato, un’intensa riflessione sul senso della vita, la maternità e la libertà di scelta. 

Per Oriana, usare le parole significava cercare la verità e non temere il confronto, anche a costo di critiche e incomprensioni. La sua eredità ci ricorda quanto sia importante avere il coraggio delle proprie idee e difendere ciò in cui si crede.

Il coraggio di dire la verità: un valore da coltivare a scuola 

Educare i bambini al coraggio delle parole significa aiutarli a esprimersi senza paura, a rispettare le opinioni degli altri e a difendere i propri pensieri con gentilezza. 

Non è sempre facile dire quello che si pensa, soprattutto quando si teme di essere presi in giro o non ascoltati. Ma saper usare le parole con rispetto e sincerità è un’abilità fondamentale per crescere cittadini consapevoli e responsabili.

Spunti didattici e giochi educativi sul coraggio delle idee

Per aiutare bambini e ragazzi a riflettere sul tema, ecco alcune attività semplici e coinvolgenti da proporre in classe o a casa.

🗨️ 1. Il gioco delle opinioni coraggiose

  • L’insegnante legge affermazioni semplici: es. “Mi piace la pioggia”, “È bello aiutare gli altri”. Chi è d’accordo si sposta a destra, chi non è d’accordo a sinistra, chi è indeciso rimane al centro.
  • Dopo ogni affermazione, i bambini dei vari gruppi spiegano le loro scelte. Un gioco per sperimentare la libertà di espressione e il rispetto delle idee.

✍️ 2. La scatola delle parole coraggiose

  • Ogni bambino scrive su un foglietto una frase o una parola che lo ha fatto sentire coraggioso o che vorrebbe dire a qualcuno. I foglietti vengono messi in una scatola.
  • A turno, se ne pesca uno e si prova a immaginare la storia dietro quella parola. Un’attività per stimolare empatia e creatività.

🦸 3. Il mio momento di coraggio

  • Chiedere ai bambini di disegnare o raccontare un episodio in cui hanno detto la verità anche se era difficile o in cui hanno espresso un’opinione diversa dagli altri.
  • Dopo aver condiviso le storie, si riflette su come ci si è sentiti prima e dopo aver parlato con coraggio.

🎭 4. il teatro delle parole

  • Dividere la classe in piccoli gruppi e assegnare loro una situazione in cui un personaggio deve scegliere tra dire ciò che pensa o rimanere in silenzio. Alcuni esempi possono essere:
    • Un bambino vede un amico trattato ingiustamente e deve decidere se intervenire.
    • Un personaggio ha un’idea originale, ma teme che gli altri lo prendano in giro.
    • Una persona assiste a un’ingiustizia e deve decidere se denunciare il fatto.
  • I gruppi scrivono e mettono in scena una breve scenetta che rappresenta il dilemma e la scelta finale del personaggio.
  • Dopo ogni rappresentazione, la classe discute su cosa ha aiutato o ostacolato il personaggio nel parlare.
  • Si riflette sulle emozioni provate dai protagonisti e dagli spettatori, sottolineando l’importanza di sostenere gli altri nel trovare il coraggio di esprimersi.

🗣 5. Il dibattito rispettoso

  • Dividete la classe in due squadre con opinioni opposte su un tema leggero (es. “Meglio la pizza o la pasta?”).
  • Ogni squadra deve preparare degli argomenti a favore della propria posizione e ascoltare con attenzione quelli della squadra avversaria.
  • Durante il dibattito, si stabilisce un moderatore (può essere l’insegnante o un alunno) che garantisce il rispetto del turno di parola e l’uso di un linguaggio appropriato.
  • Dopo il dibattito, ogni squadra riflette su ciò che ha imparato ascoltando gli altri e su come ha argomentato le proprie idee.
  • Per concludere, si chiede ai partecipanti se il dibattito ha cambiato il loro punto di vista o rafforzato la loro opinione, promuovendo così una riflessione sul valore dell’ascolto attivo e del confronto costruttivo.

Conclusione: essere coraggiosi ogni giorno

Il coraggio non è solo fare cose straordinarie, ma anche piccoli gesti quotidiani: chiedere scusa, difendere un amico, dire ciò che si pensa con gentilezza. 

Avere il coraggio di esprimere le proprie idee non significa imporsi sugli altri, ma trovare la propria voce nel rispetto reciproco.

Permettere ai bambini di sperimentare il valore del dialogo e dell’ascolto li aiuta a crescere come cittadini consapevoli e capaci di contribuire a un mondo più giusto.

Un viaggio attraverso la storia della misura; un libro che segue le tracce di un percorso lungo e straordinario: dalla coda di un camaleonte presa come unità di misura a Leonardo Da Vinci, passando per Egizi, Romani e Babilonesi per scoprire come l’uomo abbia da sempre cercato di dare un ordine alle dimensioni, ai pesi e al tempo. Leggende, curiosità, giochi e attività pratiche trasformano ogni pagina in un’esperienza per leggere, giocare e imparare. Un libro per tutti coloro che vogliono scoprire la misura con i propri occhi… e con le proprie mani! Per la didattica: Un supporto pratico e versatile, utilizzabile in modo strutturato o flessibile. I simboli nell’indice aiutano a individuare rapidamente le attività.

Storie che ispirano; Sophie Blanchard e il coraggio di andare oltre

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Quando il cielo sembrava irraggiungibile… lei lo abbracciò

Nel cuore della Parigi del 1800, tra le strade affollate e i limiti imposti, Sophie Blanchard scelse di guardare oltre. Non cercava la fama. Voleva volare.

E in un’epoca in cui alle donne era richiesto di restare con i piedi a terra, lei sollevava ostinatamente lo sguardo e, con coraggio, decise di sfidare il cielo; volò e volò ancora sfidando le convenzioni e superando i limiti imposti dal suo tempo.

Chi era Sophie?

Nata nel 1778 in Francia, Sophie sembrava destinata a una vita ordinaria, ma l’incontro con Jean-Pierre Blanchard cambio letteralmente la sua vita.

Immaginiamo…

Un giovane e determinato pioniere del volo, Jean-Pierre Blanchard, stava preparando una delle sue prime ascensioni in mongolfiera.

 La folla si accalcava, curiosa ma scettica. 

Tra di loro c’era Sophie, timida e curiosa.

Quando Blanchard le chiese di unirsi a lui per un volo, lei non esitò. 

In quel momento, Sophie non scelse solo di salire su un pallone aerostatico, ma di iniziare una nuova vita. Ogni volo da quel momento sarebbe stato per lei una danza tra il coraggio e il pericolo, un inno alla libertà.

Lo stesso Napoleone Bonaparte la scelse per animare le celebrazioni imperiali con spettacolari voli e fuochi d’artificio. Le folle si radunavano ovunque per ammirarla: piccola nella cesta della mongolfiera, immensa nel coraggio. 

Dietro l’incanto degli spettacoli, però, c’erano tempeste improvvise, discese pericolose e il costante rischio di non tornare a terra.

Ogni volo di Sophie era una danza tra sogno e pericolo, un dialogo tra coraggio e gravità.

Volare significava sfidare la sorte, ma anche trovare una forma di libertà in un mondo che offriva ben pochi spazi di emancipazione per le donne.

L’importanza di raccontare storie ispiratrici:

Storie come quella di Sophie Blanchard ci ricordano che il coraggio non è l’assenza di paura, ma la capacità di affrontarla e raccontarle aiuta a coltivare anche nei più piccoli il desiderio di esplorare e di sfidare se stessi; di pensare che non esistano limiti  e che tutti abbiamo sempre la possibilità di andare oltre.

La vita di Sophie Blanchard non rappresenta dunque solo la storia di un’impresa straordinaria, ma un invito a riflettere su valori senza tempo: coraggio, perseveranza e la forza di inseguire i propri sogni, anche quando tutto sembra dire il contrario. 

Le storie ispiratrici come la sua aiutano a formare il carattere, a stimolare la curiosità e a dare voce ai sogni di chiunque, giovane o adulto che sia.

Raccontare la sua storia a scuola può:
🔹 Offrire un esempio di determinazione e passione.
🔹 Stimolare la riflessione sui ruoli di genere, ieri e oggi.
🔹 Avvicinare alla scienza e alla storia attraverso un racconto coinvolgente.
🔹 Celebrare le donne che hanno aperto nuove strade con coraggio e visione.

L’ultimo volo

Il 6 luglio 1819, mentre stava eseguendo una delle sue spettacolari acrobazie aeree a Parigi, una scintilla dei suoi spettacolari fuochi d’artificio colpì la mongolfiera.

 Il pallone di Sophie prese fuoco.

Davanti agli occhi increduli della folla, la cesta si inclinò e Sophie precipitò dal cielo.

Morì come aveva vissuto: tra le nuvole, con il vento tra i capelli e il cuore libero.

Fu la prima donna a perdere la vita in un incidente aereo, ma il suo coraggio aprì la strada a tutte le donne che volevano spingersi oltre i limiti imposti dalla società.

Nel contesto della Giornata Internazionale della Donna, Sophie diventa simbolo di una libertà conquistata con audacia e di una voce che, pur sospesa tra le nuvole, parla ancora a chi ha sogni “troppo grandi” per restare a terra.

Perché ricordarla oggi?

Mentre celebriamo l’8 marzo, la figura di Sophie Blanchard emerge tra le storie che ispirano e spingono a non arrendersi. Non cercava di essere un’eroina. Voleva solo vivere il suo sogno. 

La sua storia diventa così un potente strumento per ricordare che l’emancipazione femminile passa anche attraverso i piccoli e grandi atti di chi, come lei, ha osato sognare in grande.

E in quel suo grande sogno, Sophie ha tracciato una strada per chiunque si sia sentito dire almeno una volta “non puoi”.

Una strada che  testimonia la forza di
-inseguire con audacia  ciò che ci appassiona                                                                                       -non fermarsi davanti ai “non puoi”.
-di guardare sempre un po’ più in alto.

perchè il cielo non è il limite. È solo l’inizio.

A misura di mondo; Un viaggio tra storia e scoperte, esperimenti e giochi

Un viaggio attraverso la storia della misura; un libro che segue le tracce di un percorso lungo e straordinario: dalla coda di un camaleonte presa come unità di misura a Leonardo Da Vinci, passando per Egizi, Romani e Babilonesi per scoprire come l’uomo abbia da sempre cercato di dare un ordine alle dimensioni, ai pesi e al tempo. Leggende, curiosità, giochi e attività pratiche trasformano ogni pagina in un’esperienza per leggere, giocare e imparare. Un libro per tutti coloro che vogliono scoprire la misura con i propri occhi… e con le proprie mani! Per la didattica: Un supporto pratico e versatile, utilizzabile in modo strutturato o flessibile. I simboli nell’indice aiutano a individuare rapidamente le attività.

Il ritmo delle stagioni: l’inverno e l’arte dell’attesa

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Noi non possiamo formare osservatori parlando con i bambini,  ma solo dando loro il potere e i mezzi per osservare, e questi mezzi sono forniti dall’educazione dei sensi.

M.Montessori, Il segreto dell’infanzia, 1936

In un mondo che corre veloce, insegnare ai bambini ad aspettare, ad ascoltare e a prendersi il tempo per osservare diventa un’abilità preziosa; irrinunciabile.

L’inverno è una stagione che spesso passa inosservata ai nostri occhi ormai troppo abituati alla frenesia e alla ricerca di stimoli immediati. Eppure è proprio l’inverno ad offrire un’opportunità straordinaria: sperimentare il valore della pazienza, dell’osservazione e della preparazione silenziosa.

I bambini, se solo viene data loro la possibilità di farlo, sviluppano in modo naturale la capacità di connettersi con ciò che li circonda. La natura, con i suoi ritmi e i suoi cambiamenti, li affascina spontaneamente e li spinge, attraverso l’innata curiosità, a scoprire e osservare il mondo con occhi sempre più attenti e meravigliati.

Il ruolo dell’inverno nell’educazione Montessori

Nel metodo Montessori, il concetto di ciclicità naturale è strettamente legato all’apprendimento. Le stagioni scandiscono il tempo e offrono ai bambini un’esperienza concreta della trasformazione. L’inverno è il momento dell’attesa e della preparazione, e proprio per questo può essere utilizzato per sviluppare :

  • La consapevolezza del tempo: le piante non crescono immediatamente, la neve si scioglie lentamente, la luce ritorna poco a poco; il tempo ha un suo ritmo naturale e non e quel ritmo deve essere rispettato.
  • La pazienza e la cura: prendersi cura di un seme che germoglia, aspettare il ritorno degli animali dal letargo o osservare un paesaggio che cambia, insegna ai bambini che il tempo è prezioso e che ogni fase ha il suo significato.
  • L’osservazione e la scoperta: il paesaggio invernale, apparentemente spoglio, nasconde dettagli affascinanti che possono essere esplorati attraverso esperienze sensoriali e attività pratiche.

Attività per accompagnare i bambini alla scoperta dell’inverno, rendendolo un momento di crescita e consapevolezza.


1. Pianta e aspetta: il germoglio d’inverno

Obiettivo:

Sperimentare la pazienza osservando un seme che germoglia nel tempo.

Materiale necessario:

  • Un barattolo di vetro trasparente
  • Cotone idrofilo o carta assorbente
  • Semi di fagiolo, lenticchia o pisello
  • Acqua
  • Diario di osservazione (facoltativo)

Svolgimento:

  1. Invitare i bambini a bagnare leggermente il cotone e a disporlo sul fondo del barattolo.
  2. Posizionare i semi sopra il cotone, in modo che restino visibili attraverso il vetro.
  3. Collocare il barattolo in un luogo luminoso ma non direttamente esposto al sole.
  4. Ogni giorno, osservare e documentare i cambiamenti: il seme che si gonfia, la prima radice, il germoglio che si allunga. Si può disegnare il processo o scattare foto.
  5. Quando la piantina diventa abbastanza robusta, si può trapiantare in un vasetto con la terra, spiegando che dovrà aspettare la primavera per crescere all’aperto.

Messaggio educativo:

Un’attività per insegnare il valore della pazienza e della cura: il seme ha bisogno di tempo per crescere, proprio come loro. È anche un ottimo esercizio di responsabilità, poiché ogni giorno devono prendersi cura del loro piccolo germoglio.

2.Il sonno della natura: alla scoperta del letargo

Obiettivo:

Comprendere il ritmo naturale degli animali in inverno e il valore del riposo.

Materiale necessario:

  • Immagini o sagome di animali che vanno in letargo (orso, riccio, scoiattolo, pipistrello, rana, ecc.)
  • Fogli e colori per disegnare o ritagliare gli animali
  • Una coperta o un telo marrone/verde
  • Un angolo della stanza da trasformare in “tana”

Svolgimento:

  1. Cosa fanno gli animali in inverno? Quali animali dormono per lunghi periodi?
  2. Mostrare le immagini e raccontare qualche curiosità: sapevi che il cuore della rana può smettere di battere durante il letargo e riprendere in primavera? sapevi che…
  3. Il gioco: dividere la classe in due gruppi-quello degli animali che vanno in letargo e quello della primavera. Creare un angolo-tana e invitare i bambini del primo gruppo a entrare in letargo, immaginando di essere orsi o ricci che dormono silenziosi fino a primavera.
  4. Dopo qualche minuto, il gruppo dei bambini che impersona la primavera, risvegliano gli animali in letargo con i suoni primaverili: i cinguettii, il vento leggero, il ronzio delle api, il ticchettio di una pioggia sottile, il battito d’ali di farfalla…
  5. “Al risveglio”, si chiede ai bambini che sono andati in letargo, cosa hanno provato e se è stato facile stare fermi e “dormire”.
  6. Il disegno di un animale in letargo, la scrittura dei cambiamenti del loro corpo o la scrittura dell’esperienza, completano il gioco.

Messaggio educativo:

Un’attività per insegnare ai bambini che il riposo è essenziale per la crescita e il benessere, proprio come per gli animali in letargo. Quella del letargo è anche una metafora per invitare al rispetto dei tempi e dei ritmi di ognuno.

3.L’albero dell’inverno: arte e pazienza

Obiettivo:

Esprimere la ciclicità della natura attraverso un’attività artistica lenta e stratificata.

Materiale necessario:

  • Cartoncino nero o blu scuro
  • Tempere bianche e marroni
  • Pennelli o spugne
  • Sale fino
  • Colla vinilica
  • Rametti secchi raccolti in natura (facoltativo)

Svolgimento:

  1. Osservazione di un albero spoglio; notare la forma dei rami, il colore della corteccia, l’assenza di foglie.
  2. Dipingere sul cartoncino un tronco d’albero con i rami, usando il colore marrone.
  3. Aggiungere la neve: con una spugna o un pennello, tamponare la tempera bianca lungo i rami e sul terreno.
  4. Prima che la pittura si asciughi, cospargere leggermente con il sale: questo creerà un effetto di neve ghiacciata, dando un tocco magico al disegno.
  5. Una volta asciutto, incollare piccoli rametti veri sul cartoncino per un effetto tridimensionale.

Messaggio educativo:

Questa attività insegna ai bambini a osservare i dettagli della natura e a esprimere la pazienza anche attraverso l’arte.

Conclusione

L’inverno come opportunità di crescita interiore

Attraverso proposte didattiche ed esperienze dirette, i bambini imparano che l’inverno non è solo la stagione fredda che porta alla primavera, ma un periodo ricco di insegnamenti e di scoperte che invitano ad osservare, ad ascoltare e ad aspettare con fiducia, sviluppando al contempo un profondo senso di connessione con il mondo naturale.


Matematica concreta; un percorso per costruire numeri e fatti numerici

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Tutti nasciamo con una particolare sensibilità al numero; fondamentali per lo sviluppo sono le opportunità che l’ambiente offre per il potenziamento delle abilità numeriche.

Esperienze concrete, apprendimento per scoperta ed emozioni positive sono sempre la via maestra.

Mano e mente sono indissolubili; l’una struttura l’altra.

La mano prende, manipola, modifica, toglie, unisce.

La mente rielabora, concettualizza, categorizza.

L’esercizio delle mani scolpisce il cervello. 

Grazie alla manipolazione e al contatto con elementi concreti il pensiero si struttura, prende forma e potenzia le funzioni cerebrali che aiutano ad espandere lo sviluppo cognitivo.

Si rafforzano così gli apprendimenti, si facilita l’acquisizione del linguaggio, la categorizzazione matematica e la conoscenza del mondo.

Dalle aste numeriche alle perle colorate, le esperienze concrete con il numero sono infinite.

Affiancare, unire; togliere, sottrarre.

A fianco delle tante attività con le perle e con i materiali, abbiamo aggiunto la scatola dei binomi affinché attraverso il ripetuto esercizio, le somme diventino fatti numerici e siano immediatamente reperibili senza necessità di conteggio e agile strumento per il calcolo mentale, ma molti altri sono i giochi e le attività possibili: percorsi a terra o in palestra per i binomi del 10, i conosciutissimi amici, e per i binomi fino al 10.

I percorso: i binomi del 10

Creare un percorso (o due percorsi paralleli) con 9 cerchi e nominarli da 1 a 9.

Dividere la classe in piccoli gruppi.

Ogni bambino, saltando su un numero, deve trovare il numero complementare per formare 10, raggiungerlo il prima possibile e dire alta alta voce il binomio trovato ( es. 4+6) ; riprende poi il suo posto in fondo alla fila e lascia il turno al compagno. Terminato il primo giro, si ricomincia entrando nel cerchio che riporta un numero diverso da quello scelto precedentemente.

II Percorso: i binomi 1-10: Costruire un percorso con numeri da 1 a 10, dividere la classe in gruppi e, se possibile, creare due percorsi paralleli. Ogni volta che un bambino salta su un numero, deve registrare su un foglio tutti i binomi che possono formarlo (esempio, se salta sul 7 registrerà 3+4, 5+2, 6+1…).

Il gioco può essere strutturato in modo libero, a tempo o come una sfida.

Conclusione

La matematica vissuta attraverso il gioco e la concretezza aiuta i bambini a costruire una base solida, rendendo più naturale il passaggio alla rappresentazione simbolica e astratta.

Quando i bambini manipolano i materiali, saltano su numeri o utilizzano colori per associare quantità, stanno costruendo una base visiva e motoria che permette loro di interiorizzare i concetti.

Questo approccio concreto ed esponenziale li aiuta a passare in modo naturale alla rappresentazione astratta dei numeri e delle operazioni in modo estremamente naturale.

A misura di mondo; Un viaggio affascinante attraverso la storia della misura; un libro che segue le tracce di un percorso lungo e straordinario: dalla coda di un camaleonte presa come unità di misura a Leonardo Da Vinci, passando per Egizi, Romani e Babilonesi per scoprire come l’uomo abbia da sempre cercato di dare un ordine alle dimensioni, ai pesi e al tempo. Leggende, curiosità, giochi e attività pratiche trasformano ogni pagina in un’esperienza per leggere, giocare e imparare. Un libro per tutti coloro che vogliono scoprire la misura con i propri occhi… e con le proprie mani!

L’arte della geometria: l’esagono arlecchino

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Lo studio della geometria non deve limitarsi alla teoria, ma deve condurre l’individuo a una conoscenza che gli permetta di vedere le forme del mondo con occhi nuovi.”
— Maria Montessori

Psicogeometria e Psicoaritmetica rappresentano un approccio rivoluzionario alla matematica e alla geometria, fondato sull’esperienza diretta e sul rigore scientifico. Attraverso incastri geometrici, costruzioni e traslazioni di figure, la mente si apre a nuovi scenari, ponendo le basi per intuizioni e ipotesi da sperimentare e verificare.

Le figure si combinano, si accostano, si sovrappongono e si specchiano, generando forme sempre nuove. È un gioco di esplorazione e scoperta che si trasforma in creazione decorativa. I bambini osservano come un cerchio di 10 cm di diametro possa essere inscritto in un quadrato della stessa misura, come un cerchio più piccolo entri perfettamente in un rettangolo, o come un semplice triangolo equilatero possa dare origine a una stella, che a sua volta cela un esagono più grande.

Le possibilità sono infinite e ogni esperienza concreta con il materiale offre nozioni intuitive, apprese direttamente attraverso l’osservazione e la manipolazione. Qui la definizione non precede la conoscenza, ma ne è il naturale risultato: il bambino scopre prima, definisce poi.

Maria Montessori sottolinea che questo percorso corrisponde a una tendenza naturale della mente: organizzare e affinare le conoscenze, portandole a livelli sempre più elevati. E il lavoro con il materiale non si esaurisce nella pura sperimentazione geometrica, ma si intreccia con la creatività e l’estetica.

Ogni bambino è chiamato a osservare dettagli, a cogliere combinazioni originali, a elaborare motivi geometrici unici. Riga, squadra, lapis e colori diventano strumenti di esplorazione, ma il percorso creativo può arricchirsi con acquerelli, inchiostri e pastelli, dando vita a composizioni decorative sempre più raffinate.

Sperimentazione, scoperta e creazione artistica personale si trasformano così in una memoria geometrica viva e significativa, che accompagna ogni bambino nel suo percorso di conoscenza.

I poligoni con più di cinque lati:

-sperimentazioni con il materiale concreto e scoperta empirica delle definizioni.

I bambini costruiscono poligoni incastrando tra di loro forme geometriche diverse e ne osservano le differenze.

Alcuni sono “regolari”, altri no.

Toccano i contorni delle figure alla scoperta di vertici e lati.

Dalla costruzione concreta con il materiale , passano al disegno e tracciano le diagonali.

Ogni diagonale un colore.

Durante l’attività scoprono in modo naturale che alcune diagonali sono ripetute e dimezzano così il numero totale ottenuto.

Fanno prove con poligoni diversi e dopo numerose sperimentazioni si presenta la formula per il calcolo del numero delle diagonali:

n・(n- 3) /2

Bambini e bambine, entusiasti, si sono messi al lavoro ed hanno scoperto che …applicando la formula il risultato era identico da quello ottenuto con il loro conteggio colorato.

Una vera gioia…

Come non aggiungere poi un tocco di creatività?

L’esagono suddiviso in tutte le sue diagonali nascondeva al suo interno altri numerosi poligoni; ognuno li ha colorati secondo la propria creatività ed è nato… l’esagono Arlecchino!

Fanno prove con poligoni diversi e dopo numerose sperimentazioni si presenta la formula per il calcolo del numero delle diagonali:

n・(n- 3) /2

Bambini e bambine, entusiasti, si sono messi al lavoro ed hanno scoperto che …applicando la formula il risultato era identico da quello ottenuto con il loro conteggio colorato.

Una vera gioia…

Come non aggiungere poi un tocco di creatività?

L’esagono suddiviso in tutte le sue diagonali nascondeva al suo interno altri numerosi poligoni; ognuno li ha colorati secondo la propria creatività ed è nato… l’esagono Arlecchino!

Problemi di un giorno di Carnevale; i problemi sono suddivisi uno ad uno; i bambini o i gruppi di bambini possono scambiarseli dopo la risoluzione, proprio come in un gioco…

A misura di mondo; Un viaggio tra storia e scoperte, esperimenti e giochi

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L’umanità ha bisogno della scienza e la scienza ha bisogno delle donne

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Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nelle Scienze

L’umanità è fatta di uomini e donne e deve essere rappresentata da entrambi i sessi. Le capacità mentali di uomo e donna sono le stesse: uguali possibilità e differente approccio

Rita Levi Montalcini

“L’umanità è fatta di uomini e donne e deve essere rappresentata da entrambi i sessi.” Con queste parole, Rita Levi Montalcini sottolineava una verità fondamentale: il progresso scientifico non può essere appannaggio di un solo genere.

Eppure, per secoli, le donne hanno dovuto lottare per trovare il proprio spazio nel mondo della ricerca e della conoscenza.

Anche oggi, nonostante i progressi compiuti, le barriere culturali e sociali continuano a ostacolare l’accesso delle ragazze ai percorsi STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).

L’11 febbraio celebriamo la Giornata Mondiale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, istituita dall’ONU per ricordare quanto sia fondamentale promuovere la parità di genere nel mondo scientifico. Non si tratta solo di giustizia sociale, ma di garantire alla scienza la diversità di approcci, di intuizioni e di talenti che nascono dall’inclusione di tutte le menti brillanti, indipendentemente dal genere.

Scoprire la scienza attraverso il metodo Montessori

Maria Montessori, la prima donna italiana laureata in medicina, aveva intuito che la scienza non è solo una disciplina da studiare, ma un metodo di esplorazione del mondo.

L’educazione scientifica, secondo la sua visione, non si basa dunque sulla mera trasmissione di conoscenze o sulla memorizzazione, ma sull’osservazione, la sperimentazione e sulla scoperta attiva.

Proporre alle bambine e ai bambini un percorso scientifico basato sull’esperienza diretta e sulla manipolazione di materiali è la chiave per appassionarli alla conoscenza e abbattere gli stereotipi di genere.

L’inclusione di modelli femminili nella scienza è altrettanto cruciale: conoscere le storie di donne che hanno rivoluzionato il sapere, spesso sfidando convenzioni e pregiudizi, può essere fonte di ispirazione per le nuove generazioni.

Come possiamo, nella pratica, rendere la scienza un’avventura coinvolgente e inclusiva? Ecco alcune proposte:

  • Carte delle scienziate: creare un set di carte con biografie e scoperte di grandi scienziate per giocare e imparare.
  • Mappa concettuale delle scoperte: visualizzare connessioni tra scienziate, discipline e impatti delle loro ricerche.
  • Esperimenti scientifici ispirati alle scoperte di donne scienziate: osservare fenomeni e riprodurre esperimenti storici.
  • Quiz interattivi con autocorrezione: per testare la conoscenza e consolidare quanto appreso in modo giocoso.

Oltre a stimolare la curiosità scientifica, queste attività mirano a dare visibilità al ruolo fondamentale delle donne nella ricerca, affinando lo sguardo critico e la capacità di riconoscere e superare gli stereotipi.

Per una scienza davvero universale

Riconoscere e valorizzare il contributo delle donne nella scienza non è solo un atto di giustizia storica, ma un investimento per il futuro. Quando tutte le menti hanno pari opportunità di esprimersi, la conoscenza si arricchisce e il progresso accelera.

Celebrare la Giornata delle Donne e delle Ragazze nella Scienza significa dare spazio a nuove generazioni di scienziate, educare alla parità e costruire una cultura scientifica più inclusiva.

Perché la scienza ha bisogno di tutte e tutti.

Una versione breve delle donne nella scienza; tre donne, tre storie e tre aneddoti:

A misura di mondo; Un viaggio tra storia e scoperte, esperimenti e giochi

Un viaggio affascinante attraverso la storia della misura; un libro che segue le tracce di un percorso lungo e straordinario: dalla coda di un camaleonte presa come unità di misura a Leonardo Da Vinci, passando per Egizi, Romani e Babilonesi per scoprire come l’uomo abbia da sempre cercato di dare un ordine alle dimensioni, ai pesi e al tempo.

Leggende, curiosità, giochi e attività pratiche trasformano ogni pagina in un’esperienza per leggere, giocare e imparare. Un libro per tutti coloro che vogliono scoprire la misura con i propri occhi… e con le proprie mani!

Per la didattica

Un supporto pratico e versatile, utilizzabile in modo strutturato o flessibile. I simboli nell’indice aiutano a individuare rapidamente le attività.

Oltre la memoria: le tabelline

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Per insegnare bisogna emozionare. Molti però pensano ancora che se ti diverti non impari

Maria Montessori

La memorizzazione delle tabelline non è mai fine a se stessa, l’obiettivo sotteso è quello di far sì che i bambini comprendano il concetto di moltiplicazione in un processo che va dal materiale concreto all’astrazione per arrivare, in ultimo, alla memorizzazione.

I materiali montessoriani per l’apprendimento delle tabelline sono progettati per promuovere questo processo secondo i ritmi e i tempi di ciascuno.

I bambini procedono per esplorazioni successive e scoprendo in modo autonomo numerose relazioni matematiche.

Perle colorate, tavole del 100, tavole forate della moltiplicazione, il decanomio e i più svariati materiali ( sempre autocorrettivi) accompagnano i bambini nei loro personali percorsi di apprendimento rendendo ogni scoperta autentica e duratura.

la memorizzazione prende strada dopo la concettualizzazione, un po’ come la tappa finale di un percorso e allora ben vengano i giochi e le attività per facilitarla e renderla qualcosa di coinvolgente!

Attività in classe: Giocare con le Tabelline

💡 1. La Caccia al Numero
Distribuisci ai bambini delle carte con operazioni di moltiplicazione. Nascondi i risultati in classe sotto banchi, sedie e materiali.

I bambini devono risolvere l’operazione cercando il numero corretto. I cartellini possono essere scambiati per comporre la tabellina.

🎲 2. Domino delle Tabelline
Proporre ai bambini di costruire un super domino delle tabelline da sviluppare a terra.

La classe può essere suddivisa in gruppi: un gruppo scrive i cartellini con le operazioni ed uno quelli con i risultati.

A completamento delle costruzioni, i bambini possono giocare con i loro domino rinforzando e memorizzando le tabelline.

🎨 3. Arte e Matematica: Le Tabelline a Colori
Ogni bambino sceglie una tabellina e la rappresenta graficamente con disegni, schemi ripetuti o mandala numerici, creando un’opera d’arte matematica.

🔢 5. La Scala delle Tabelline
Con perle colorate, regoli ( concreti o di carta) i bambini dispongono fisicamente le sequenze delle tabelline, osservando schemi e relazioni numeriche emergere davanti ai loro occhi.

Conclusione

Attraverso attività concrete e interattive, i bambini sviluppano una consapevolezza più profonda della moltiplicazione, riconoscendo schemi, relazioni numeriche e collegamenti tra i concetti matematici.

Integrare materiali manipolativi, giochi e strategie visive aiuta non solo a consolidare le conoscenze, ma anche a rendere la matematica un’esperienza piacevole e motivante. Il vero obiettivo non è solo ricordare i risultati, ma acquisire sicurezza nel ragionamento matematico, competenza fondamentale per affrontare sfide sempre più complesse con curiosità e autonomia.


l domino non procedono mai per successione, ma richiedono uno sforzo riflessivo che lega richiesta e risultato, le due parti che compongono ogni tessera.

Ogni tessera è suddivisa in due parti, richiesta e risultato, cui si abbinano rispettivamente un altro risultato e un’altra richiesta appartenenti a tabelline lontane tra di loro.

I domino possono essere svolti da soli o in compagnia e verificati con la tavola pitagorica o con lo schema delle tabelline.

Presentazione video dell’attività


A misura di mondo; Un viaggio tra storia e scoperte, esperimenti e giochi

Un viaggio affascinante attraverso la storia della misura; un libro che segue le tracce di un percorso lungo e straordinario: dalla coda di un camaleonte presa come unità di misura a Leonardo Da Vinci, passando per Egizi, Romani e Babilonesi per scoprire come l’uomo abbia da sempre cercato di dare un ordine alle dimensioni, ai pesi e al tempo.

Leggende, curiosità, giochi e attività pratiche trasformano ogni pagina in un’esperienza per leggere, giocare e imparare. Un libro per tutti coloro che vogliono scoprire la misura con i propri occhi… e con le proprie mani!

Per la didattica

Un supporto pratico e versatile, utilizzabile in modo strutturato o flessibile. I simboli nell’indice aiutano a individuare rapidamente le attività.

Il filo della memoria e la storia

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La memoria è il ponte che collega il passato al futuro
— Maria Montessori

C’è un filo invisibile che lega passato e futuro. A volte è sottile, quasi impercettibile, ma se lo si spezza, rischiamo di perdere la strada.

La memoria è quel filo: ci tiene uniti alle nostre radici, ci aiuta a comprendere chi siamo e ci permette di costruire un domani migliore.

Ricordare non significa restare fermi nel passato, ma imparare a leggerlo con occhi nuovi, per riconoscere gli errori e non ripeterli. 

Educare i bambini al valore del ricordo non significa solo ripercorrere eventi lontani, ma stimolare una riflessione profonda sulle radici, sui cambiamenti e sull’importanza di non dimenticare.

L’approccio Montessori attraverso la costante educazione al fare e la centralità riconosciuta all’esperienza diretta, permette ai bambini di avvicinarsi al passato in un modo nuovo: non solo “leggendolo” per comprenderne eventi e causalità, ma per trasformarlo in una risorsa autentica e utilizzabile per la costruzione di un futuro diverso.

Il Valore del Ricordo secondo Maria Montessori:

Maria Montessori ha sempre sottolineato l’importanza di legarci a quel tutto cosmico, di creare quei legami che ci fanno sentire parte di un tutto molto più grande di noi stessi; un’educazione dunque che non si limita al presente, ma che affonda le radici nel passato e si proietta verso il futuro:

“L’infanzia è la base su cui costruire il nostro futuro, ma non possiamo dimenticare che ogni passo in avanti si poggia su quanto già conosciamo e abbiamo vissuto.” 

La memoria, in questo senso, non è solo un ricordo, ma un processo attivo di apprendimento, di riflessione e di consapevolezza.

Educare i bambini al valore della memoria significa aiutarli a fare propri questi insegnamenti, a ripensare alle esperienze vissute, e a comprendere l’importanza di preservare le tracce del passato.

L’Importanza di Educare alla Memoria:

La memoria collettiva e storica è una delle chiavi per costruire una società più consapevole e responsabile. Quando i bambini comprendono l’importanza delle radici, della storia e delle esperienze che ci hanno preceduto, sono liberi di costruire una visione più profonda e critica del presente e, di conseguenza, progettare un futuro migliore. Imparare a ricordare significa anche imparare a rispettare e a prendere consapevolezza dei propri errori, delle proprie conquiste e dei propri cambiamenti.

In una società che guarda al futuro, non possiamo permetterci di dimenticare il passato.

Spunti per attività::

  1. “Il Passato che Costruisce il Futuro”:
    • Descrizione: Ogni bambino sceglie un evento storico significativo, lo esplora e ne scrive una breve storia. Poi, con l’aiuto di disegni e racconti, presenta il suo lavoro alla classe, stimolando la riflessione sul legame tra passato e futuro.
    • Obiettivo: Comprendere come ogni evento del passato, anche doloroso, possa insegnare qualcosa per il futuro.
  2. Laboratorio di Memoria Storica:
    • Descrizione: Usare fotografie, lettere, o testimonianze storiche (come quelle legate al Giorno del Ricordo) per far riflettere i bambini sul significato della memoria collettiva.
    • Obiettivo: Approfondire la comprensione della storia attraverso oggetti e testimonianze reali, rendendo il ricordo un’esperienza tangibile.
  3. Il Diario della Memoria:
    • Descrizione: Ogni bambino tiene un diario in cui scrivere riflessioni personali su eventi storici, legandoli alla propria vita quotidiana e ai cambiamenti che ha osservato nel mondo intorno a lui.
    • Obiettivo: Stimolare la riflessione personale e il rispetto per la memoria storica, creando un legame tra il passato, il presente e il futuro.
  4. Giochi di Memoria Storica:
    • Descrizione: Creare giochi interattivi che sfidano i bambini a collegare eventi storici con date, luoghi e persone, come ad esempio il gioco delle carte o il gioco del “passato e futuro”.
    • Obiettivo: Stimolare l’apprendimento attivo e l’interazione tra i bambini, rendendo l’apprendimento della storia divertente e coinvolgente.

10 Febbraio- Giorno del ricordo- Le foibe

Quattro pagine di diario scritte da Luca, un ragazzino immaginario che racconta la storia con i suoi occhi.

Ogni pagina del diario è datata per aiutare la ricostruzione storica.

Conclusione:

Ricordare il passato è un atto di consapevolezza e di crescita. L’educazione al ricordo, che porta con sé l’importanza delle radici e della memoria, è fondamentale per costruire un futuro più rispettoso, riflessivo e attento. Attraverso l’approccio Montessori, i bambini imparano a esplorare il passato in modo concreto, riflessivo e creativo, sviluppando una consapevolezza profonda che li guiderà nella costruzione di un mondo migliore

Giocare alla gentilezza: un percorso per creare benessere

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Le parole gentili sono brevi e facili da dire, ma la loro eco è infinita – Madre Teresa di Calcutta

Come prevenire il bullismo con un approccio educativo positivo

Nel contesto educativo attuale, prevenire il bullismo non significa solo riconoscere e contrastare episodi negativi, ma soprattutto promuovere un clima di rispetto e collaborazione.

La gentilezza, intesa come atteggiamento quotidiano, è una chiave fondamentale per costruire relazioni positive e prevenire la nascita di dinamiche escludenti.

L’approccio Montessori e la visione cosmica dell’educazione ci ricordano che il bambino non è un individuo isolato, ma parte di un ecosistema sociale più ampio.

Offrire esperienze concrete di cooperazione e cura reciproca permette di radicare nei bambini il senso di appartenenza e la consapevolezza che ogni parola e gesto possono costruire o distruggere.

La scuola, in questa prospettiva, diventa una palestra di relazioni: un luogo dove sperimentare il rispetto e la diversità, imparando attraverso l’esperienza diretta che il benessere collettivo nasce dall’attenzione reciproca.

Gentilezza e bullismo: due facce della stessa medaglia

Il bullismo è spesso descritto come un fenomeno di prevaricazione e sofferenza, ma nella sua essenza è l’opposto della gentilezza: mentre il bullismo mina l’autostima e la sicurezza, la gentilezza rafforza i legami e genera un senso di appartenenza.

Per questo, invece di concentrarci solo sulle dinamiche negative, possiamo lavorare sulla creazione di un ambiente in cui il bullismo fatichi a svilupparsi. I bambini imparano meglio attraverso il fare: giochi, narrazioni e attività esperienziali possono trasformare l’educazione alla gentilezza in un percorso coinvolgente e concreto.


Ecco una serie di attività strutturate per aiutare i bambini a interiorizzare il valore della gentilezza, sviluppare empatia e imparare a costruire relazioni positive.


1. Il potere delle parole

📌 Obiettivo: riflettere sull’impatto che le parole hanno sugli altri.

👉 Come si gioca:

  • I bambini pescano a turno una parola da un sacchetto.
  • Leggono la parola ad alta voce e la inseriscono nel contenitore “Parole che fanno stare bene” o in quello “Parole che fanno male”.
  • Discussione: come ci si sente quando si ricevono parole gentili? E quando si sentono parole dure?

💡 Riflessione finale: Le parole sono strumenti potenti. Quali parole vogliamo usare ogni giorno?


2. Il teatro delle emozioni

📌 Obiettivo: sperimentare empatia e imparare a gestire situazioni di esclusione e supporto.

👉 Come si gioca:

  • Divisi in gruppi, i bambini ricevono un cartellino con una situazione. Esempi: Un bambino è rimasto solo in cortile; Un compagno viene preso in giro; Una bambina viene esclusa dal gioco…
  • Ogni gruppo rappresenta la scena così come descritta. Il gruppo riflette sui comportamenti e sulle emozioni emerse e successivamente prova a modificarla inserendo un comportamento gentile.
  • Dopo ogni rappresentazione, si discute su cosa si è provato nei diversi momenti e nei diversi ruoli.

💡 Riflessione finale: Come possiamo trasformare le situazioni difficili con la gentilezza?


3. Il filo della gentilezza

📌 Obiettivo: far emergere il legame tra gli alunni e la forza delle parole positive.

👉 Come si gioca:

  • Tutti seduti in cerchio. Il primo bambino tiene il gomitolo, dice una parola gentile a un compagno e gli passa il filo.
  • Si continua finché tutti non sono collegati da una grande rete.

💡 Riflessione finale: La gentilezza crea connessioni visibili e invisibili tra noi.


4. Il muro della gentilezza

📌 Obiettivo: costruire un impegno collettivo alla gentilezza.

👉 Come si gioca:

  • Ogni bambino scrive un gesto gentile su un cartoncino.
  • Si incollano tutti i cartoncini su un grande cartellone, formando un “Muro della Gentilezza”.

💡 Riflessione finale: La gentilezza è una costruzione collettiva. Come possiamo mantenerla forte?

Due giochi per sperimentare la gentilezza:

-Il potere delle parole

-La rete invisibile

-Problemi contestualizzati

-Compito di realtà per una matematica autentica: il questionario e l’indagine statistica


Conclusione: la gentilezza come antidoto al bullismo

Educare alla gentilezza significa costruire un ambiente in cui il bullismo ha meno spazio per svilupparsi. Attraverso il gioco, i bambini imparano che le parole e le azioni hanno un impatto sugli altri e che ognuno può contribuire al benessere collettivo.

Un’isola felice esiste solo se ci impegniamo ogni giorno a costruirla con gesti concreti: piccoli atti di gentilezza, attenzione e rispetto possono davvero fare la differenza.