Io di storia non mi occupo mai, è noiosa. 
Non leggo mai libri di storia, ci sono solo papi e imperatori. 
Mai donne.
Jane Austen, “L'abbazia di Northangerf"

E in effetti è così. 

Le donne sono rimaste fuori dalla narrazione storica pur avendo fatto la storia.

La storia ufficiale si è da sempre concentrata su figure di rilievo della sfera pubblica identificate sempre e solo con figure maschili.

Eppure le donne hanno lottato, hanno lottato più degli uomini.

Hanno lottato al loro fianco ed oltre.

Hanno lottato per i loro diritti di donne e per quelli dei loro figli.

Forse è giunto il momento di raccontarle quelle storie, a scuola e ovunque.

Domani, racconterò ai bambini e alle bambine la storia di Marie Curie che si aggiungerà alle storie già raccontate di Maria Montessori, Rita Levi Montalcini, MalalaYousafzai, Wangari Maathai, Greta Thunberg e Rosa Parks.

Racconterò del suo amore per lo studio e della lotta per studiare, dei Nobel e della sua difficile vita dentro un mondo fatto di soli uomini.

Racconterò del suo amore per la scienza e della rinuncia a brevettare le sue scoperte per lasciarle al servizio dell’umanità.

Racconterò delle  “Piccole Curie”, le speciali automobili con le apparecchiature radiografiche con cui Marie, insieme alla figlia Irene, si recava sul fronte per fare diagnosi, curare o estrarre pallottole ai feriti. 

Racconterò di come abbia dato la sua vita per la scienza e di come oggi il suo corpo riposi al Pantheon di Parigi, dedicato  “Aux grands hommes”, pur essendo  donna

La storia di Marie Curie: