Ieri i bambini e le bambine sono arrivati a scuola con gli occhi pieni di immagini di guerra e nella mente parole ascoltate per raccontarla.

Parole captate; una di qua…una di là; in famiglia, dai servizi televisivi e radiofonici.

Parole difficilmente spiegabili e quasi mai spiegate.

Parole depositate in classe nel nostro cerchio magico, con l’emozione negli occhi e nel cuore.

Parole accolte e raccolte con cura.

Tutte, senza lasciarne cadere nemmeno una…

Sulla labbra fiorivano domande, tante.

Una più di tutte: perché?

E un sottile filo di paura aleggiava nell’aria.

La guerra è divenuta di colpo qualcosa di estremamente reale e possibile.

E parlare di pace e di guerra, una necessità impellente.

Pace e guerra contrapposte e da contrapporre.

Diritti e libertà da una parte e annientamento di ogni diritto umano dall’altra.

..e poi il Carnevale, una festa attesa e desiderata con le maschere di cartapesta in costruzione in un angolo della classe ancora ad asciugare.

Giusto? Sbagliato?

Forse no. Forse tutto è possibile. Forse un messaggio importante da dare, anche ora.

L’immaginazione dei bambini ancora una volta viene in aiuto ed è, come sempre, la migliore: salvifica.

Come la fantastica rodariana.

Carnevale è pace e armonia. É godere l’uno della presenza dell’altro. Delle parole e dei sorrisi reciproci.

É il mondo del “tutto è possibile”.

Ma Carnevale è anche immaginazione, immaginazione pura, senza limiti e confini.

E perché allora non immaginare un un mondo migliore, un mondo diverso, un mondo finalmente nuovo?

Proprio come le maschere di Carnevale che danno vita ad una poesia di G.Rodari.

“Se comandasse Arlecchino, il mondo sai come lo vuole?

(…)

E perché allora non festeggiare il Carnevale?

Perché non riempirlo di un nuovo senso e di un nuovo signifìcato.

Perché non immaginarsi in grado di poter cambiare il mondo e tutto quello che non va, tutto quello che non è giusto e che non funziona.

E perché non dare ai bambini il potere fantastico di farlo, fosse anche, per ora, solo per gioco?

Immaginare un mondo nuovo, in pace.

Ora, subito.

Ogni bambino ed ogni bambina potrà immaginare il mondo del futuro e scrivere il suo messaggio sulla propria maschera o su una fascia da indossare, proprio come quella dei sindaci.

Non c’è la cosa giusta e la cosa sbagliata da dire o immaginare, ma solo un mondo diverso da costruire insieme; un mondo ancora possibile.

Un mondo futuribile

E allora parlare di pace e di guerra, con la guerra negli occhi e le parole che la raccontano sulla bocca, sarà davvero possibile, con la freschezza e l’immaginario dei bambini.

Solo un promemoria potrà guidarci, e sarà ancora una volta quello serio, ma straordinariamente fresco e leggero, di G.Rodari

Promemoria

Ci sono cose da fare ogni giorno:lavarsi, studiare, giocare,preparare la tavola,a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:chiudere gli occhi, dormire,avere sogni da sognare,orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,né di giorno né di notte,né per mare né per terra:per esempio, la guerra