Didattica

matematica divertente-la costruzione del metro

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Dalle misure approssimative alle misure convenzionale; percorso di scoperta e sperimentazione iniziato in didattica a distanza

Tutto è cominciato con il racconto di una favola africana con un cinghiale che gareggia con un camaleonte.

Come misurare la distanza dal punto di arrivo?

Il camaleonte deicide di usare una parte del proprio corpo, quella più lunga, la coda.

La narrazione della favola è stata il punto di partenza per sperimentare misurazioni con il proprio corpo.

Misure corte: quaderno, penna, astuccio…

Misure lunghe: letto, tavolo, computer

O ancora più grandi: la stanza e il giro della stanza.

Pollici, spanne, palmi, cubiti, iarde, piede, passo e doppio passo.

Seppur a distanza, quella sulla misurazione, è stata una lezione estremamente coinvolgente: bambini e bambine giravano per casa ridendo e tornavano davanti allo schermo per condividere l’esito delle misurazioni fatte .

Confrontandosi i bambini osservavano che le loro misurazioni non coincidevano; sia che si trattasse di cose diverse che di cose uguali, come i loro quaderni.

Perché?

La scoperta è stata tanto semplice quanto importante, e non solo per le misurazioni: “siamo tutti uguali, ma tutti diversi, anche nei nostri palmi, nei nostri pollici e nei nostri passi…”

Da qui, a comprendere come nel corso della storia l’uomo abbia sentito la necessità sempre più forte di trovare misure convenzionali, il passo stato breve.

In classe sono stati messi a disposizione metri di diversi tipi

metri a nastro, a stecche , retrattili…

I bambini li hanno osservati e confrontati.

Si sono chiesti perché fossero rigidi o morbidi e perché non tutti uguali.

Era importante provare.

E i bambini lo hanno fatto: hanno provato a misurare la circonferenza della vita con il metro a stecche o l’altezza del tavolo con quello a nastro…

Erano divertiti, emozionati e coinvolti.

Erano veri protagonisti delle loro scoperte e delle loro deduzioni.

Ma come è fatto il metro?

Il confronto tra la catena del 100 e il metro a stecche non ha avuto bisogno di parole.

la catena del 100 con 10 bastoncini del dieci ed ogni bastoncino con dieci perle

il metro con 10 stecche ed ogni stecca 1 centimetro.

La decina e il decimetro.

Era sicuramente arrivato il momento per costruire il metro.

Tutti fremevano dalla voglia di misurare.

Carta forbici e fogli a quadretti da 1/2 centimetro.

10 strisce con 10 numeri, da 0 fino a 100.

Ogni striscia un decimetro.

Ogni decimetro dieci centimetri per un totale di 100 centimetri.

Ognuno ha “scoperto” il suo metro costruendolo.

Attività outdoor

L’uscita in giardino con 19 bambini e 19 metri è stata entusiasmate: foglie, tronchi, panche bambini e maestre tutto è stato misurato e confrontato!

Videotutorial per la costruzione del metro

Storia dei pesi e della misura:

Carnevale- il testo teatrale

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Il teatro non è il paese della realtà: ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sotto terra. Ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco (Victor Hugo)

Comunicare ed esprimere le proprie emozioni è indubbiamente più facile attraverso con l’interpretazione e la drammatizzazione di personaggi teatrali.

Favorire la drammatizzazione a scuola significa dedicare cura alle emozioni del singolo e del gruppo, valorizzare le differenze individuali e l’espressività in tutte le sue forme, verbali e non.

L’esperienza teatrale stimola gli apprendimenti indirizzando e canalizzando le energie creative ed alimenta il senso estetico ed artistico.

Immaginazione, improvvisazione, creatività ed espressività , elementi tipici del lavoro teatrale, sono elementi portanti anche per la scoperta e la gestione delle proprie emozioni, anche di quelle più nascoste; è un modo con cui bambini e bambine si rapportano con la parte più intima di loro stessi senza uscire “allo scoperto” imparando a dialogare con la loro parte più intima, a conoscersi, formarsi e a rapportarsi con gli altri prendendosi essenzialmente cura di sé e del proprio percorso di crescita.

Anche Maria Montessori riconosceva alle attività teatrali una grande valenza educativa e formativa proprio in quanto “ambiente protetto”.

Recitare e drammatizzare significa dare espressione viva alla propria individualità in piena libertà.

La valenza delle attività teatrali realizzate anche in contesti scolastici non è infatti tanto il prodotto finale, ma l’insieme dei processi e il percorso che ogni membro del gruppo compie e vive su di sé in prima persona.

Drammatizzare è dunque uno dei tanti modi per sperimentare e mettersi in gioco per esplorare sé e gli altri.

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Attività in classe

Dalla tradizione letteraria e popolare italiana tanti sono gli spunti per mettere in scena piccole drammatizzazioni teatrali.

Dalla lettura teatrale de testo e la messa in scena del testo molti sono i processi attivati.

Eccone solo pochi esempi:

-la rielaborazione deI testo teatrale

-la realizzazione delle immagini sceniche

-la ricerca di musiche suoni e rumori

-l’interazione con il gruppo

-la gestione delle emozioni

“Gli occhiali di Arlecchino”

Arte e Immagine-L’amore che unisce

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Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo. M.Momtessori

Differenze di forma, di colore, di lucentezza e opacità.

“L’amore che unisce”, il messaggio creato dai bambini per ritornare, questa volta attraverso la realizzazione di un prodotto visivo, a riflettere sulle differenze.

Carta, forbici e fantasia; niente è uguale al precedente.

É così che i bambini hanno realizzato i loro mosaici a forma di cuore.

Le tessere sono le differenze, il cuore l’amore.

L’amore che tutto unisce, appunto.

Una rima per ogni occasione-Bruno Tognolini

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LEZIONE POETICA DI BRUNO TOGNOLINI PER GENITORI, INSEGNANTI, STUDENTI, BIBLIOTECARI, LIBRAI, E VARIO POPOLO DEI LETTORI

“Poesia deriva dal verbo greco poièo, che significa “fare”.

 La poesia è “fare”, la poesia FA.

Fa ridere, piangere, capire, intuire, comprare, votare, pregare, innamorare, arrabbiare, sfocare la rabbia…”

In ogni sua forma, testuale, video, audio o musicale, ogni giorno, la poesia ci accompagna , ci sorregge e ci supporta …

Ci fa ridere, ci fa piangere, ci fa cantare o ci consola creando un momento di magica empatia non tra persone, ma tra qualcosa che fisicamente non c’è, ma che si sente forte e presente, ed è portatore di grande energia.

Le rime e le filastrocche per bambini (fantastiche per gli adulti) rappresentano un capitolo stupendo della poesia, che non è certo minore, ma al contrario talmente forte e potente da accompagnare ogni bambino ed ogni bambina nel suo personale percorso di crescita.

Ogni poesia ha il potere di parlare ad un numero infinito di bambini e bambine, ma in un modo davvero singolare: chi la legge e chi la ascolta la trova perfetta per sé, come scritta per appositamente per sé.

Ed è così che le filastrocche e le poesie affondano le loro radici e fanno crescere e germogliare emozioni e riflessioni.

E per dirla come G.Rodari, chi ha detto che per crescere e imparare non ci si possa divertire?

In questo sito si trovano approfondimenti e strumenti di lavoro , testi e immagini sulle scritture di trent’anni di Bruno Tognolini

Bruno Tognolini-poeta per bambini e per vecchi

Dallo scaffale di classe:

Attività in classe

In questi giorni capita, purtroppo, di non essere tutti insieme in classe e di trovarci un po’ qui e un po’ al di là di uno schermo.

Chi con qualche linea di febbre e chi in attesa di terminare la quarantena.

“Filastrocca della buona guarigione” di B.Tognolini accomuna tutti in un sentire comune e lo fa in un modo leggero e singolare.

La filastrocca può offrire al gruppo importanti spunti di riflessione, ma anche essere analizzata dal punto di vista poetico.

La rivoluzione del sorriso-Daniela Lucangeli

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Le nozioni si fissano nel cervello insieme alle emozioni. Se imparo con curiosità e gioia, la lezione si incide nella memoria con curiosità e gioia

Daniela Lucangeli

Daniela Lucangeli propone una vera e propria rivoluzione per cambiare scuola e didattica: quella del sorriso.

Una rivoluzione che, se apparentemente silenziosa, può davvero cambiare il modo con cui bambini e bambine si approcciano alla conoscenza.

Una didattica che affonda le proprie radici nella parte emotiva del cervello, una didattica che non chiede apprendimenti formali, ma che attiva percorsi e chiede di agire con naturalezza, senza ansia e senza paure: con il sorriso, appunto.

Insegnanti e discenti coinvolti in un unico percorso che non è quello del

io insegno-tu apprendi-io verifico

ma quello di

tracciare strade e fornire strumenti

per il viaggio più bello e entusiasmante: quello della scoperta e della costruzione della conoscenza.

Attività in classe: domino matematici

L’attività comprende tre serie con tipologie di calcoli diversi

le tre serie

Si sviluppa con l’utilizzo del materiale per il calcolo e la verifica: perle, quadrati del cento e tavola pitagorica

i materiali

Il domino si sviluppa a terra, una serie dopo l’altra.

Sviluppo della prima serie
Sviluppo della seconda serie

l’Italia che vorrei

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L’Italia come la desiderano i bambini-Punti di Luce, Save the Children

La video lettera dei bambini consegnata al Presidente della repubblica aiuta noi adulti a riflettere.

Dalle parole dei bambini esce un ideale di Italia più accogliente, più gentile e più rispettosa dell’ambiente.

Un’ Italia senza razzismo, un’Italia che sa prendersi cura dell’ambiente e del pianeta che la ospita.

Un’Italia che sa cambiare e che fa sognare.

Ma anche un’Italia che sa parlare del proprio passato e della propria storia, nella consapevolezza che la storia sa indicare strade e direzioni: quelle da non seguire più, quelle ormai conosciute perché percorse migliaia di volte e quelle ancora tutte da percorrere.

Lo spaccato che emerge dal video ci mostra bambini e bambine che, per fortuna, ancora sanno sognare e che sognano un paese libero, libero anche dalla pandemia che tanto ha cambiato, insieme alle nostre, le loro vite.

Video-lettera Punti di Luce Save the children

Attività in classe:

L’Italia e il Presidente della Repubblica-Una pagina di storia

Un’attività per ripercorrere la storia del nostro paese e avviarsi alla conoscenza della Carta Costituzionale

Operare con le decine

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Strategie per il calcolo mentale: “Aggiungere e togliere 10”

“La mano è lo strumento espressivo dell’umana intelligenza: essa è l’organo della mente... 
M.Montessori

La mano come organo della mente, questa la grande anticipazione di M. Montessori.

Anticipazione oggi confermata dalle neuroscienze: mano che tocca, occhio che osserva e mente che struttura.

Tutte le attività sviluppabili con il metodo montessoriano, sono strutturate in modo che, attraverso la manipolazione dei materiali, si attivino tutti quei processi i cognitivi che stanno alla base di ogni apprendimento efficace.

La manipolazione del numero permette di vedere concretamente gli elementi aritmetici e di avviare i processi di astrazione e concettualizzazione necessari per progredire nello sviluppo.

Con il materiale matematico i numeri sono qualcosa da toccare, spostare, cambiare e trasformare.

Tutti i sensi sono coinvolti.

Maneggiando le perle, il calcolo diventa qualcosa di visibilmente percepibile con i sensi prima che con la mente.

Il numero viene manipolato e visualizzato attraverso l’associazione colore/quantità diventando immediatamente identificabile senza bisogno di contare.

Ma la strutturazione del pensiero non si limita certo a questa identificazione: la trasformazione operata sul numero permette l’acquisizione della consapevolezza del processo che regola la trasformazione stessa dei numeri.

La ripetizione delle attività e il reiterarsi delle manipolazioni permette la costruzione autonoma di conoscenze e competenze.

Attività in classe

Materiale necessario: perle dorate della decina e perle colorate delle unità.

Si propone la composizione di un numero oltre la decina.

Attraverso l’aggiunta di un altro bastoncino della decina si rende evidente che il numero cambia e si trasforma, ma che le unità rimangono le stesse.

La stessa esperienza si ripete sottraendo le decine.

Aggiungere e togliere 10- video presentazione dell’attività

Didattica della matematica

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Mani, organo di intelligenza

La mano è l’organo dell’intelligenza.

É il contatto con il mondo e la realtà.

Il contatto con le cose che ci parlano incessantemente con la loro voce e ci invitano a seguirle.

Queste, le osservazioni poste da Maria Montessori al centro del suo approccio e ormai comprovate livello scientifico.

Dare al bambino la possibilità  di esplorare l’ambiente con le proprie mani, non ha solo l’effetto di svilupparne motricità e manualità, ma diventa determinante per la comprensione del mondo e sorgente inesauribile di domande e curiosità.

Domande e curiosità che spingeranno il bambino, in modo autonomo e consapevole, ad esplorare il mondo e a precedere nel proprio percorso di sviluppo.

Utilizzando le mani, il bambino struttura il proprio pensiero.

Il legame tra mano e cervello è così stretto da favorire lo sviluppo e la strutturazione di quest’ultimo.
Esercizio delle mani, dunque, per scolpire il cervello e rafforzare l’apprendimento  facilitando anche l’acquisizione del linguaggio.

La matematica si fa con le mani-attività in classe

La proprietà dissociativa dell’addizione

Niente di più semplice e divertente.

Bastano poche cose: il materiale delle perle e i cartellini con le addizioni.

Predisposizione del materiale

Partendo dalla prima addizione si invitano i bambini a comporla con le perle.

appaiamento dei numeri in cifre e con le perle

Si invitano poi i bambini a dissociare i numeri e a sommare i numeri in colore ( esattamente come si fa con il serpente positivo) .

Scomposizione del numero in decine e unità

La somma delle unità forma una nuova decina verificabile con l’appaiamento del bastoncino delle perle dorate.

Formazione di una nuova decina

Si sostituisce la nuova decina alle perle colorate applicando in modo esperenziale la proprietà dissociativa dell’addizione.

La ripetizione dell’attività diventerà autonoma strategia di calcolo veloce.

Proprietà dissociativa e somma

video per la presentazione dell’attività

Pagine di storia-le leggi razziali

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Educare al rispetto delle differenze

“Appartengo all’unica razza che conosco, quella umana”

frase attribuita ad Albert Einstein

Educare al rispetto delle differenze contro ogni forma di violenza e discriminazione è un dovere collettivo e la scuola un luogo privilegiato di riflessione e confronto.

L’educazione alla lotta ad ogni tipo di discriminazione e la promozione ad ogni livello del rispetto della persona e delle differenze, non ha uno spazio e un tempo definiti e concorre alla crescita culturale, emotiva e relazionale dei bambini e delle bambine, attraverso la partecipazione attiva al proprio processo educativo.

Era il 1933. 

Albert Einstein viveva in Germania, quella Germania che dopo le leggi antisemite era pronta a perseguitarlo.

Si diresse così verso gli Stati Uniti in cerca di libertà.

Ancora prima della promulgazione delle leggi di Norimberga , alcuni esponenti della comunità scientifica, in Italia come altrove, riconoscevano la presenza di razze diverse e attribuivano ad alcune il primato su altre.

All’ingresso negli Stati Uniti, tra le tante domande a cui Einsten si trovò a rispondere, una in particolare lo ferì e lui non rimase in silenzio.

Rispondere era un dovere ed era necessario.

Si racconta infatti che, con la sua risposta lapidaria, Einstein colpì le fondamenta stesse su cui si reggeva il razzismo: la diversità.

Non c’è diversità se la razza cui apparteniamo è unica: la razza umana…

Attività in classe:storia-educazione civica

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Giornata della memoria-Helga Welsova

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«Chi non l'ha visto con i propri occhi non sarà mai in grado di immaginarselo, e forse un giorno neanche noi riusciremo a capire come sia stato possibile vivere in queste condizioni» Helga Welsova

“Disegna ciò che vedi” è l’appello del padre di Helga alla risorsa immaginifica  del talento della propria figlia.

Ed Helga lo fa.

Helga disegna la dura realtà del ghetto di Terezín; disegna per vincere l’orrore e la paura. 

E scrive, scrive nel suo diario. Parole e immagini.

Graffi indelebili di memoria.

Il primo disegno, quello di un pupazzo di neve segna la fine della sua infanzia, da quel momento ritrae solo ciò che vede e che vive.

L’orrore della deportazione attraverso gli occhi di una bambina non è certo meno orribile, né velato…

Helga disegna da sola e, a differenza dei più noti disegni dei bambini di Terezin, ritrae con grande efficacia la tragica realtà del ghetto. 

I suoi disegni rappresentano ancora oggi una insostituibile testimonianza documentaria.

Helga Weissova nasce a Praga nel 1929, nello stesso anno di Anne Frank. 

Con i genitori, di origine ebraica, viene internata nel ghetto di Terezin poco dopo il suo dodicesimo compleanno. 

Rimane nel ghetto per quasi tre anni, poi viene deportata ad Auschwitz, Freiburg e Mauthausen dove viene liberata con la madre nel 1945. 

Dallo scaffale di classe:

Il diario di Helga Welsowa, Edizioni Einaudi

La stella di Andra e Tati-la Shoah per i ragazzi-film di animazione

La storia vera di Alessandra e Tatiana Bucci, due sorelle di 4 e 6 anni, che nel 1944 vennero deportate nel campo di concentramento di Auschwitz insieme alla madre, la nonna, la zia e il cuginetto. Le bambine si salvarono solo perché vennero erroneamente scambiate per gemelle…

Giornata della memoria-“Il gelataio Tirelli”

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…e decise di fare qualcosa di ancora più buono del suo gelato…”

Il gelataio Tirelli-Giusto tra le Nazioni” edito da Gallucci, è un libro per parlare di discriminazioni.

Ma non solo.

É un libro sul valore del coraggio, dell’amicizia e dell’aiuto reciproco.

É il racconto di una storia vera, quella del gelataio Tirelli che negli anni trenta lasciò l’Emilia Romagna per emigrare a Budapest portandosi dietro l’amore e la passione per il gelato.

Gli anni corrono in fretta e Francesco Tirelli apre una bella gelateria dove bambini e bambine vanno sorridenti a mangiare il gelato.

Nel 1944 a Budapest iniziaronono le persecuzioni e i sorrisi si fecero tristi anche sulle bocche dei bambini.

Tirelli non ci pensò due volte.

Non pensò a sè, né ai rischi o ai pericoli.

Pensò solo agli amici, alla giustizia e alle assurde discriminazioni.

E fece una cosa ancora più buona del suo gelato: nascose più persone che poteva nel retrobottega della sua gelateria.

Il gelataio Tirelli torna così a vivere tra le parole del libro  a testimonianza di quanto il suo coraggio viva ancora oggi nei sorrisi dei nipoti di tutte quelle persone coraggiosamente nascoste nella sua gelateria .

Nel 2008 Francesco Tirelli, è stato insignito del titolo di Giusto tra le nazioni, l’onorificenza che viene assegnata a chi, non ebreo, ha salvato anche un solo ebreo dal genocidio. 

Non chiediamo, lasciamo pensare

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Spesso una lettura, una bella lettura, può trasformarsi  in qualcosa da cui rifuggire: un resoconto o, peggio ancora, un giudizio.

Il bello della lettura è invece quello di lasciarsi trascinare attraverso parole e immagini, in piena libertà senza briglie e senza binari. La strada presa è sempre diversa ed è sempre quella del singolo lettore.

Il solito libro può trascinare in posti completamente diversi e generare emozioni molto diverse.

Ad ognuno le sue; a seconda della risonanza che parole e immagini assumono nella parte più intima di colui che legge.

Quella parte fatta di emozioni, quotidianità e pensiero. 

L’obbligatorietà non ha ali e senza ali non si vola.

Libertà, interesse ed emozioni permettono a bambini e a bambine di creare, immaginare e fare connessioni senza necessità di rispondere a logiche adulte e a risposte “preconfezionate”.

Tutti i libri aprono le loro porte sul mondo e permettono connessioni.

Lasciamo che i bimbi li tocchino, li aprano, li guardino, li leggano e…immaginino!

Libriamoci- giornate di lettura nelle scuole

Dallo scaffale di classe:

…perché le connessioni nascono da sole, senza bisogno di cercarle:

Libro delle terre immaginate (ed. Ippocampo) Un libro da vedere e gustare. Le immagini e i colori trascinano il lettore a immaginare le Terre immaginate nel tempo dagli uomini che ci hanno preceduto..

Da quando è riconosciuta come geoide?

Diario del piccolo viaggiatore nel tempo(ed. Electa kids) É un libro immaginifico che trascina il lettore in un percorso fatto di immagini e parole a tuffarsi con mente e corpo nel passato alla scoperta di personaggi e fatti.

Inventario delle meraviglie del mondo(ed. Ippocampo) alla ricerca dei luoghi per ritrovare, ricercare e raccontare.

Mappe (ed. Electa Kids) per viaggiare all’interno del pianeta alla scoperta di tutte le diversità.

Le parole Magiche (ed Feltrinelli) Che bella parola!( ed.Einaudi) per scoprire le parole di oggi e di ieri e scoprire la loro storia attraverso la ricerca etimologica, ma anche per giocare con le parole, scrivere poesie, inventare tautogrammi, acrostici, calligrafi e lipogrammi.

Kubbe fa un museo ( Ed. Electa Kids) un libro da guardare e godere. Un libro che ci invita a perderci nelle sue immagini e nei suoi colori.

Un libro per fare un museo. Che sia di foglie, sassi o idee su carta, poco importa…

Creare connessioni – le cinque favole cosmiche

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“Insegnare i dettagli significa portare confusione. Stabilire i rapporti tra le cose significa dare conoscenza.” 

M.Montessori

 Ogni disciplina ed ogni conoscenza ad essa riferibile, è legata alla storia dell’umanità e al suo cammino.

Quel lungo cammino che ha visto nascere l’Universo e il pianeta Terra, i primi esseri viventi e poi l’uomo.

La storia delle civiltà, della scrittura e dei numeri.

Comuni le esigenze, diverse le soluzioni.

Diverse a seconda degli uomini, dei luoghi e delle contaminazioni.

Con le cinque favole cosmiche, M.Montessori ripercorre questo lungo cammino in modo estremamente coinvolgente muovendosi sulle sottili corde dell’immaginazione.

Le favole seminano i germi d’interesse, l’amore per la conoscenza e la curiosità; ingredienti indispensabili per spingere i bambini alla ricerca di risposte e che, alle soglie dell’adolescenza, sapranno guidarli ad una rielaborazione e ad una sintesi personale.

La narrazione, estremamente coinvolgente, provoca sempre stupore, meraviglia e curiosità nei piccoli ascoltatori.

L’uso dei materiali, la lettura, le attività concrete e gli esperimenti scientifici rendono poi osservabile e concreto quanto narrato e generano connessioni. 

Niente è dato in astratto; ogni nuovo concetto viene veicolato dalla mano che lo fa proprio attraverso l’uso del materiale di sviluppo.

Ed è così che conoscere diventa un’emozione: l’emozione della scoperta, oggi come allora.

Agganci sensoriali ed emotivi permettono alle nuove idee e ai nuovi concetti di connettersi con quelli appena appresi, generando una vera e propria rete di connessioni. 

E sui fili di questa fitta rete, il bambino abbraccia i diversi aspetti del sapere in un’unica enorme cornice cosmica.

Il cammino del bambino di oggi, sulle tracce dell’uomo di ieri, lo guida alla consapevolezza che il lavoro dell’uomo, in ogni tempo e in ogni luogo, non è fine a se stesso, ma a beneficio dell’intera umanità.

Donare per fare comunità

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Il valore di una persona risiede in ciò che è capace di dare, non in ciò che è capace di prendere”. 

A.Einstein

Giotto-Il dono del mantello

Niente di più vero.

Il 4 ottobre si celebra la Giornata nazionale del Dono, dedicata al valore della gratuità e alla solidarietà. 

La giornata coincide con la festa di S. Francesco d’Assisi, patrono d’Italia e già giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra culture e religioni diverse.

Riflettere e sperimentare il dono è fondamentale  per fare comunità e seminare pace e serenità.

Donare. 

DON-AZIONE, l’atto del donare.

Spesso donare è più gratificante del ricevere, rinforza  legami, crea  reciprocità e riempie di senso ogni semplice gesto.

Si dona in molti modi diversi.

Si dona tempo e si dona ascolto; si donano amore e attenzioni.

Per donare e donar-ci, dovremmo necessariamente riflettere sul tempo non correndogli dietro, ma fermandolo e fissandolo con gesti e don-azioni.

Insegniamo ai bambini a fermare da subito il loro tempo donando loro il nostro; insegniamo loro che il tempo si può suddividere in piccolissimi istanti e che ogni istante può essere riempito in modi unici e indimenticabili.

Cominciamo a fermarlo, a suddividerlo, questo nostro tempo che ci sfugge sempre dalle mani, e riempiamolo di sorrisi, gesti e parole.

Quelli giusti.

Proposta di attività didattica

Ti dono una parola-il binomio fantastico

Il libro: ” Il pacchetto rosso” – Una storia per riflettere sul significato del donare

La lunaria-un fiore da proteggere

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A fine estate-inizio autunno, capita di vedere passeggiando tra boschi e colline strane medaglie penzolare da piccoli cespugli fatti di stecchi.

Non sono colorate, non brillano, non luccicano.

Non ancora.

Durante una delle mie passeggiate, ho raccolto un po’ di quelle strane medaglie e le ho portate in classe.

Una medaglia per ogni bambino e per ogni bambina.

Ogni medaglia racchiusa accuratamente in una busta.

Ogni busta con il nome di ognuno.

Si capiva che era qualcosa di speciale…

E poi l’apertura delle buste.

La curiosità brilla negli occhi e fa vibrare le mani.

Dalle buste escono tante fragilissime medaglie.

Occhi attenti le osservano.

Sono leggere con un soffio…

Una medaglia che non luccica, una medaglia che non brilla.

Non ora, non ancora.

Prenderne una con un gesto solenne, come per le cose più preziose, e dire che sì, anche quelle strane medaglie brilleranno proprio come tutte le medaglie.

E brilleranno quando saranno pronte a dare nuova vita.

Stupore.

La magia della natura sta per compiersi.

Un gesto semplice ma non troppo: stringere la medaglia con la giusta delicatezza, tra il dito pollice, l’indice e il medio.

Ascoltare il rumore delle foglie secche che scricchiolano sotto il movimento delle dita.

Osservare le foglie esterne separarsi dalla parte centrale che ora, finalmente, trasparente e fragilissima luccica tra le dita.

Raccogliere i semi che sono caduti mentre si aspettava il compiersi della magia.

Semi tondi, piatti, leggerissimi.

Semi da proteggere. Uno ad uno.

La lunaria sta scomparendo ormai dai nostri territori.

Ad ognuno un compito speciale: spargere quei semi e aspettare il germoglio di una nuova vita.