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Didattica

Intrecciare, tagliare e cucire: mano e mente all’opera

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La motricità fine  è l’abilità che permette di controllare perfettamente i movimenti del proprio corpo; mani, dita, piedi e viso. 

M.Montessori ha da sempre sostenuto che questa abilità vada stimolata e sviluppata fin dai primissimi mesi di vita per proseguire in età prescolare e scolare.

Le azioni motorie non sono mai fini a se stesse, ma sono determinanti nella formazione della mente, e all’interno del percorso di apprendimento; sono alla base del linguaggio e delle strutturazioni cognitive complesse.

Il susseguirsi di uno schema motorio in modo ripetuto, così come accade ad esempio con l’uso dei materiali montessoriani, accompagna e guida la strutturazione del pensiero dando organicità, sequenzialità e logicità favorendo importanti connessioni e concettualizzazioni.

La mano fa e il pensiero si sviluppa seguendo la mano.

Movimenti, schemi motori e rapporti fisici con la realtà sviluppano, infatti, la logica mentale rendendo evidente il prima e il dopo e i rapporti di causa ed effetto; anello dopo anello, la catena del pensiero si allunga e si rinforza. 

Attività in classe

In occasione della festa del papà proporrò ai bambini e alle bambine la realizzazione di un portachiavi ottenuto intrecciando strisce sottili di cuoio colorato.

Le strisce che ho utilizzato sono scarti di fabbricazione che ho reperito presso Grossomodo, il centro di educazione al riuso nato dalla volontà del Comune di Lucca e di alcune associazioni presenti sul territorio, ma sono comunque facilmente reperibili sul mercato a mazzi di colori diversi e a basso costo.

Materiali:

Strisce di cuoio

Ogni bambino potrà scegliere le strisce dei colori preferiti e annodarle da un lato.

A questo punto potrà intrecciate le strisce con l’aiuto di un compagno che terrà tesa la parte con il nodo.

Finita la treccia, basterà annodare anche dall’altro lato, inserire l’anello portachiavi e fissarlo alla treccia con ago e filo!

La realizzazione autonoma del portachiavi darà sicuramente grande soddisfazione: veder nascere un prodotto dalle proprie umani è qualcosa di veramente magico.

Divisione come distribuzione

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I materiali montessoriani per la sperimentazione della matematica sono davvero affascinanti, e non solo per i bambini…

Rendersi conto di come la matematica possa essere “toccata”, vista e fatta con le mani è davvero una scoperta e anche quando, da adulti, se ne conoscono le modalità e i materiali che ci permettono di farlo, ci si sorprende esattamente come fanno i bambini.

…ma guarda!Incredibile! …Se avessi potuto farlo io!

La concettualizzazione della matematica passa, attraverso l’uso della mano, primo organo di intelligenza, alla strutturazione cognitiva.

Ciò che solitamente viene presentato ai bambini come algoritmo, fatto unicamente di passaggi verbali svuotati del loro senso concreto, viene sviluppato e sperimentato attraverso l’uso delle mani.

Maria Montessori ha sviluppato diversi materiali per lo sviluppo della divisione a seconda del grado di complessità.

Le tavole matematiche per la moltiplicazione e per la divisione, permettono di imparare a fare calcoli e a lavorare con i numeri concettualizzandone i passaggi algoritmici, anche e soprattutto, in caso di difficoltà di apprendimento.

Essenzialmente i materiali sviluppabili per lo sviluppo della divisione sono tre utilizzabili secondo una progressione lineare per difficoltà: entro il dieci ed entro il 100 ad una cifra al divisore e quelle incredibilmente grandi al divisore e al dividendo con la grande tavola della divisione.

Il materiale è bello da vedere e da utilizzare, ma purtroppo abbastanza costoso.

Con un po’ di creatività, può comunque essere costruito anche con materiale di riciclo.

Tavola della divisione fai-da-te:

presentazione per l’utilizzo del materiale per la grande divisione:

In Natura niente si spreca e tutto si trasforma

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The world is a fine place, and worth fighting for.

Il mondo è un bel posto e per lui vale la pena lottare

Ernest Hemingway 

Forse è giusto partire da qui per parlare di spreco e per educare al riciclo e al riuso.

La Natura è la nostra prima vera grande maestra.

Basta osservare e farlo con attenzione.

Facciamo in modo che bambini e bambine possano fare esperienze in natura; offriamo loro la possibilità di scoprire e di osservare i fatti naturali attraverso esperienze concrete fatte con il proprio corpo.

Il corpo esplora e la mente coglie, scopre e, infine, conosce.

La natura crea, usa, consuma e ripropone senza lasciare rifiuti.

I rifiuti sono opera dell’uomo. 

Accanto all’osservazione della natura e alla graduale scoperta dei suoi segreti deve svilupparsi anche un’educazione al riuso e al riciclo.

Riusare e riciclare cambiando senso e destinazione, diventano anche modi preziosi per sviluppare creatività e pensiero divergente; per uscire dal convenzionale e per creare e ri-creare in modo nuovo e assolutamente personale.

Sperimentare il riuso anche attraverso le attività didattiche quotidiane può offrire esempio e spunto di riflessione.

Così riusando pezzi di un vecchio gioco, ho progettato una nuova attività didattica.

Ai bambini l’idea è piaciuta molto ed è stata da stimolo per altre personali creazioni o riflessioni, o quanto meno per porsi una domanda: Con questo cosa si potrebbe fare?

Ah! sì, con questo si possono fare un sacco di cose…pensiamoci un po’…

Questa la mia risposta .

Sempre

L’attività

Dai pezzi di un vecchio gioco a materiale didattico:

Accanto all’attività didattica concreta, si possono proporre anche due filastrocche di Bruno Tognolini per stimolare l’osservazione e la riflessione.

Filastrocche per riflettere

Rodari fa rima con Munari: difficile e complicato

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«Un bambino che impara che il cielo non è sempre e solo blu è un bambino che probabilmente in futuro saprà trovare più soluzioni creative a un problema, che sarà più pronto a discutere e a non subire» – Bruno Munari

Rodari e Munari un sodalizio creativo di una fertilità travolgente.

Un binomio fantastico.

Due grandi artisti, con le parole e con le immagini, ma un unico nuovo grande modo di guardare le cose del mondo.

Un modo di guardare che non si ferma di fronte all’apparenza o al dato descrittivo, ma che va ben oltre innalzandosi fino al fantastico innescando dinamiche narrative sempre nuove.

Libertà fantastica ed evocativa della parola e libertà creativa e immaginifica del segno grafico; entrambe, a testimonianza di come i liberi accostamenti di immagini, segni e parole, anche se puramente casuali, abbiano lo straordinario potere di far alzare i piedi da terra a grandi e piccini per allargarne gli orizzonti, le visuali e le prospettive.

Appare chiaro che questo sforzo immaginifico, libero e creativo, non è mai fine a se stesso, ma riveste un ruolo fondamentale per lo sviluppo del pensiero autonomo.

“Complicare è facile, semplificare é difficile.

Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare. Per semplificare bisogna togliere, e per togliere bisogna sapere che cosa togliere, come fa lo scultore quando a colpi di scalpello toglie dal masso di pietra tutto quel materiale che c’é in più della scultura che vuol fare. Teoricamente ogni masso di pietra può avere al suo interno una scultura bellissima, come si fa a sapere dove ci si deve fermare nel togliere, senza rovinare la scultura? Togliere invece che aggiungere vuol dire riconoscere l’essenza delle cose e comunicarle nella loro essenzialità. Eppure quando la gente si trova di fronte a certe espressioni di semplicità o di essenzialità dice inevitabilmente: “questo lo so fare anche io”,  ntendendo di non dare valore alle cose semplici perché a quel punto diventano quasi ovvie. In realtà quando la gente dice quella frase intende dire che lo può rifare, altrimenti lo avrebbe già fatto prima.
La semplificazione è il segno dell’intelligenza, un antico detto cinese dice: “quello che non si può dire in poche parole non si può dirlo neanche in molte”.

Bruno Munari

tratto da:“Lezioni di creatività”

Lettera ai bambini

Bambini, imparate a fare cose difficili 

È difficile fare le cose difficili:
parlare al sordo,
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate a fare cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi che si credono liberi.

di Gianni Rodari

 tratta da Parole per giocare

14 Marzo-Pi greco day

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Il 14 marzo è il Pi Greco Day.

Perché?

Nella notazione anglosassone il mese di marzo, indicato con 3, precede il giorno, 14: si forma così il numero 3,14 il valore approssimato alla seconda cifra decimale, della famosa costante chiamata Pi greco.

Quella del pi greco è davvero una lunga storia che parte dai Babilonesi, passa per l’Egitto e la Grecia fino ad arrivare ai più moderni calcolatori che riescono a darci miliardi di cifre decimali sfruttando il metodo ideato da Archimede.

Quella che propongo nel video è un’attività concreta per scoprire la costante di Archimede e il rapporto tra diametro e circonferenza.

Ci vorranno davvero poche cose, ma quella della costante sempre e comunque una scoperta in grado di stupire.

Oggetti rotoli di cui tracciare il perimetro, la circonferenza

Oggetti rotondi

poche cose di pi greco.

Forbici per ritagliare i cerchi ottenuti, spago e righello per misurare e confrontare.

Con pochi semplici passi i bambini scopriranno in modo autonomo la costante di Archimede e il rapporto che lega diametro e circonferenza indipendentemente dalla grandezza del cerchio.

Scopriranno che la misura della circonferenza del cerchio piccolo è 3 volte e un pezzettino rispetto al suo diametro e, con sorpresa, che anche quella cel cerchio più grande è sempre tre volte e un pezzettino rispetto al suo diametro!

Big Bang! Un Viaggio nella Matematica – Il Pi Greco e il Numero Aureo – 14 Marzo Pi Greco Day

Margaret Mead: prendersi cura

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Margaret Mead era un’antropologa americana che ha dedicato analisi, studio e ricerca all’esplorazione della natura umana e dei fattori che da sempre hanno influenzato le azioni dell’uomo. 

Uno degli aneddoti più famosi e davvero illuminanti è quello che racconta della domanda di uno studente interessato a conoscere il punto di vista della ricercatrice in merito ai primi segni di civiltà individuabili all’interno di una cultura.

Sicuramente la risposta sorprese lo studente dell’epoca e fa riflettere ancora noi oggi.

L’antropologa non disse che erano la costruzione di armi, utensili, vasellami o la messa a punto di una qualsivoglia prima rudimentale tecnica, a indicarci i primi segni di civiltà, ma il prendersi cura l’uno dell’altro.

Per Margaret Maead il primo segno di civiltà di una cultura è stato un femore rotto.

Un femore rotto e poi guarito.

E dietro un femore rotto e poi guarito c’è la cura.

Nel regno animale chi è ferito muore: non può fuggire dal pericolo, non può mettersi al riparo, non può procurarsi cibo, non può procurarsi acqua.

Nessun animale può sopravvivere tanto a lungo da veder risarcire il proprio femore rotto.

Il ferito può solo aspettare; aspettare di diventare carne per altri predatori.

Un pezzo della catena.

Niente di più..

Ebbene un femore rotto e poi guarito si distacca da tutto questo, esce dalla catena.

Dietro a quel femore rotto, c’è qualcuno che si è preso cura, che ha dato riparo, cibo, acqua, sostegno e conforto.

E questo fu quello che la ricercatrice disse al suo studente: il primo segno di civiltà, è il sapersi prendere cura l’uno dell’altro dando un senso preciso alla comunità.

Ma noi, oggi, sappiamo ancora prenderci davvero cura l’uno dell’altro?

Attività outdoor: bambino e Natura

Oggi si è piacevolmente conclusa l’operazione Nontiscordardimé che, se come obiettivo tangibile e visibile aveva quello di rigenerare lo spazio esterno della scuola, in realtà ne custodisce uno ancora più profondo: sviluppare il sentimento di cura.

Come?

Imparando a prendersi cura l’uno dell’altro ristabilendo un rapporto diretto tra bambino e Natura; un rapporto fatto di ascolto, attenzione e cura.

Giorno dopo giorno.

E L’attenzione è nata nel momento della progettazione.

Come suddividere le piante che verranno donate alla scuola?

Attraverso inventari di piante e fiori, i bambini e le bambine hanno individuato i bisogni principali dei diversi tipi di piante- esposizione al sole, acqua, grandezza-e in base ai bisogni hanno pensato di raggrupparli in sezioni, progettando, di fatto, lo spazio a disposizione.

Questo è stato solo il primo passo, quello dell’attenzione e dell’ascolto attento e intimo; a questo primo passo ne seguiranno molti altri e saranno indubbiamente altrettanto ricchi e, sicuramente, ancor più soddisfacenti… e saranno quelli del prendersi cura e del piacere di farlo insieme…

Un fiore a simbolo di armonia e pace

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“Il sentimento della natura cresce come ogni altra cosa; e non è certo trasfuso da noi con qualche descrizione od esortazione fatta pedantescamente dinanzi ad un bimbo inerte e annoiato chiuso tra mura. Sono le esperienze che lo colpiscono... Noi dobbiamo ai bambini una riparazione più che una lezione”.
M.Montessori 

Operazione Nontiscordardimè-Legambiente Campagna 2022

É la Campagna di volontariato promossa da Legambiente per coinvolgere l’intera comunità nella cura degli ambienti scolastici.
L’edizione di quest’anno , prevista per l’ 11-12 marzo e alla quale tutte le scuole possono liberamente partecipare, è dedicata alla rigenerazione degli spazi esterni, non solo per rispondere al bisogno di socialità dei bambini e delle bambine, ma anche a quello di una scuola sempre più verde e aperta al territorio; una scuola inclusiva , capace di farsi vera comunità in un momento storico tanto difficile, in cui allo stato di incertezza generato dalla pandemia, si è aggiunto quello di paura e sconforto per la guerra tra Russia e Ucraina.
Nel nostro piccolo, abbiamo pensato di dare nuova vita ad uno spiazzo piuttosto ampio destinato a fiori o a orti didattici.
Purtroppo, il suolo durissimo e privo ormai di terra impedisce ai bambini e alle bambine di utilizzarlo, rendendo di fatto nulle le potenzialità didattico-educative che quello spazio potrebbe offrire.
Impensabile un versamento di terra in forma “autonoma” per la rigenerazione di quella parte del cortile scolastico.
Grazie alla campagna di Legambiente, il Comune di Lucca ha dato la sua disponibilità per il versamento di terra, rendendo di nuovo disponibile quello spazio per innumerevoli attività.
La scuola avrà così non solo un’area colorata ed accogliente, ma anche uno spazio da curare per sviluppare nei bambini quel sentimento di cura di cui oggi c’è sempre più bisogno.
Quale modo migliore per farlo se non quello di prendersi cura del proprio territorio e degli spazi comuni?

Incipit di una poesia di G.Rodari

Ieri, i giardinieri del nostro Comune hanno provveduto a a versare nuova; non solo la hanno fresata e concimata rendendola pronta a dare frutti…

Da domani i bambini e le bambine, armati di palette e annaffiatoi, aspetteranno fiori e piantine da mettere a dimora a simbolo di gioia, armonia, pace e cura.

L’allestimento del nuovo spazio, sarà solo l’inizio di tante attività didattiche dedicate a ristabilire un contatto diretto con la natura.

Una poesia per riflettere: “Natura, vattene!” G.Rodari


Paesaggi perduti

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di Aina Bestard,Ippocampo edizioni

La storia della Terra è la storia più lunga e antica che si possa immaginare.

É una storia che ha circa 4,56 miliardi di anni.

L’albo propone un percorso affascinante attraverso la presentazione di paesaggi ormai perduti di ere ed epoche lontanissime.

Immaginare la Terra completamente coperta da vulcani in eruzione e poi completamente ghiacciata e poi ancora come popolata da straordinarie e gigantesche creature come i dinosauri, non è certo facile…

Una terra dove non c’erano gli animali e le piante che conosciamo…

Come immaginarla?

A destra la pagina trasparente sovrapponibile

L’albo propone una lunghissima striscia del tempo e, per ogni sezione della striscia del tempo, pagine trasparenti sovrapponibili permettono di compiere quello straordinario viaggio a ritroso alla ricerca dei paesaggi perduti, rendendo immaginabile una Terra tanto diversa…

L’albo può essere letto, sfogliato e gustato nei modi più diversi, fino alla proposta di attività guidate che permettono di ripercorrere in modo strutturato i passi della vita sulla Terra.

Attività concreto-manuale per la sperimentazione con i numeri romani

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Conoscere  un oggetto un evento, non è semplicemente guardarlo e farsene una copia mentale, o un’immagine. Conoscere un oggetto è agire su lui. Sapere è cambiare, trasformare l’oggetto e capire il processo di questa trasformazione”.

Jean Piaget

La necessità di contare ha accumunato popoli e civiltà antichissime dando vita a modalità e tecniche diverse che via via si sono fatte più articolate e complesse.

Il concetto di bisogno e necessità sta alla base della matematica.

Sumeri, Babilonesi, Egizi, Romani…

Tutti il solito bisogno di contare, registrare, ricordare, capire…

Attraverso la lettura del piccolo libro scaricabile in download su “La storia del numero“, i bambini possono ripercorrere a ritroso questo cammino e sperimentarne le modalità presentate.

Per sperimentare i numeri romani è importantissimo che i bambini abbiano un materiale concreto per scomporre e comporre i numeri.

Tessere stampabili

In alternativa a quelli di legno che si possono trovare in commercio, possono essere utilizzate le tessere (sempre scaricabili) plastificate o incollate su supporti di cartone.

Con il materiale e la tavola di controllo i bambini eseguiranno le trasformazioni del numero acquisendo dimestichezza con le diverse modalità di scrittura e si divertiranno a fare operazioni come… gli antichi romani.

Laboratorio di misura itinerante

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La pedagogia montessoriana non è ricezione passiva di quanto trasmesso dall’adulto, ma pedagogia del fare; lo studio non è il fine del processo educativo, ma il mezzo necessario per fare e sperimentare.

Il movimento, infatti, è parte integrante e fattore costante del programma educativo montessoriano; grazie ad attività finalizzate, non è mai fine a se stesso e nel suo svolgersi tende ad allineare corpo e mente in un costante lavoro costruttivo.

Attività outdoor

Stamani con i metri costruiti qualche giorno fa ed il doppio decametro siamo partiti per un’esplorazione tutta nuova della città.

Volevamo misurarla.

Ma… si può misurare una città?

Sì.

Si possono misurare le sue vie, le lunghezze e le larghezze delle sue piazze e i basamenti delle sue statue.

E dalle misure si possono anche ricostruire le rispettive forme geometriche.

Base quadrata o rettangolare?

É stata una mattinata movimentata ed eccitante.

Le curiosità erano tante e la voglia di misurare ancora di più…

Quanto misura in lunghezza la piazza?

E in larghezza?

E quanto misura ogni lastra di pietra che ricopre la piazza?

E gli scalini della chiesa?

Quanto sono alti? E quanto lunghi?

E se ci sono 21 lastre di marmo lunghe 1,20m, una accanto all’altra a formare un unico grande scalino, quanto misura lo scalino?

I piloncini che circondano la piazza con le catene hanno attirato l’attenzione di qualcuno che ha pensato bene di misurarli, in altezza e…?

In molti hanno convenuto che i piloncini sono rotondi come un abbraccio e, sempre in molti, hanno provato ad abbracciarli e un solo abbraccio non è stato sufficiente ad abbracciarne uno.

Con il metro, insieme, bambini e bambine, hanno scoperto il caldo abbraccio della circonferenza…

Esercizi

Confrontiamo le misure: maggiore, minore o uguale?

Cinque serie di esercizi per cominciare a operare i primi confronti tra le misure di lunghezza.

Ogni serie è contrassegnata da simboli diversi.

Ogni esercizio della serie ha la sua tavola di controllo per verificare la correttezza delle risposte.

8 marzo-Insegnare la storia delle donne-Marie Curie

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Io di storia non mi occupo mai, è noiosa. 
Non leggo mai libri di storia, ci sono solo papi e imperatori. 
Mai donne.
Jane Austen, “L'abbazia di Northangerf"

E in effetti è così. 

Le donne sono rimaste fuori dalla narrazione storica pur avendo fatto la storia.

La storia ufficiale si è da sempre concentrata su figure di rilievo della sfera pubblica identificate sempre e solo con figure maschili.

Eppure le donne hanno lottato, hanno lottato più degli uomini.

Hanno lottato al loro fianco ed oltre.

Hanno lottato per i loro diritti di donne e per quelli dei loro figli.

Forse è giunto il momento di raccontarle quelle storie, a scuola e ovunque.

Domani, racconterò ai bambini e alle bambine la storia di Marie Curie che si aggiungerà alle storie già raccontate di Maria Montessori, Rita Levi Montalcini, MalalaYousafzai, Wangari Maathai, Greta Thunberg e Rosa Parks.

Racconterò del suo amore per lo studio e della lotta per studiare, dei Nobel e della sua difficile vita dentro un mondo fatto di soli uomini.

Racconterò del suo amore per la scienza e della rinuncia a brevettare le sue scoperte per lasciarle al servizio dell’umanità.

Racconterò delle  “Piccole Curie”, le speciali automobili con le apparecchiature radiografiche con cui Marie, insieme alla figlia Irene, si recava sul fronte per fare diagnosi, curare o estrarre pallottole ai feriti. 

Racconterò di come abbia dato la sua vita per la scienza e di come oggi il suo corpo riposi al Pantheon di Parigi, dedicato  “Aux grands hommes”, pur essendo  donna

La storia di Marie Curie:

In cammino verso il Dantedí

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Il bel paese là dove il sì suona

Dante Alighieri(If XXXIII 80)

Il 25 marzo si celebra il Dantedí,  la giornata nazionale dedicata al sommo poeta istituita nel 2020 dal Consiglio dei ministri.

La scelta del giorno non è casuale, dal momento che gli studiosi riconoscono il 25 marzo come inizio del viaggio nell’aldilà narrato nella Divina Commedia. 

Molti sono i viaggi, metaforici e non, che è possibile fare con Dante: quelli verso la scoperta delle città in cui ha vissuto,Firenze, Verona, Ravenna; quelli verso i luoghi-teatro di fatti e vite raccontati nell’Inferno o quelli per costruire la geografia del cosmo dantesco.

Il paesaggio italiano raccontato da Dante diventa, di volta in volta, similitudine per chiarire o immagine per richiamare agli occhi quel mondo ultraterreno ch’egli va via via definendo.

La nostra penisola dunque, non solo come unità linguistica “il bel paese là dove il sì suona (If XXXIII 80)“, ma anche come territorio ben definito dai suoi confini fisici: le Alpi e il Mar Mediterraneo.

Nel suo cammino, Dante disegna tutta l’ossatura della penisola, attraverso efficaci descrizioni e personaggi e tutto ci porta là, dove lui vuole portarci, per vedere coi nostri occhi un altro mondo. che, Perché ogni viaggio ci cambia.

Sempre.

Appennino tosco-emiliano; Cascata d’Acquacheta

Geografia dell’Inferno
Geografia del Purgatorio
Geografia del Paradiso

La Psicogrammatica e la grammatica intuitiva

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I gradi dell’aggettivo

« Il nome è come una mamma, che da un lato tiene in braccio il bimbo piccolo (l’articolo), dall’altro conduce per mano la figlia maggiore (l’aggettivo). Se ci sono molti aggettivi, si dividono un po’ qua e un po’ là, rispetto al nome. Se invece hanno lo stesso significato, si prendono per mano, si congiungono». Maria Montessori, Psicogrammatica,

Psicogrammatica, psicoaritmetica e psicogeometria, racchiudono l’essenza di tutta la pedagogia montessoriana che non risponde alla logica dei saperi disciplinari, ma al nuovo modo di vedere il bambino come protagonista e costruttore del proprio sapere.

Ed è propio attorno al modo di operare dei bambini e attorno al funzionamento della loro psiche, che M.Montessori costruisce tutta la sua filosofia pedagogica.

Una vera rivoluzione per l’epoca ( e, forse, ancora oggi! ); educazione non più come trasmissione di saperi, ma come risposta alla richiesta di soddisfazione di bisogni.

Bisogno di linguaggio, di numeri e di forme .

Non ci sono nozioni, ma processi da attivare in modo che ciò che il bambino possiede in nuce possa venire fuori attraverso attività giocose e movimento.

La soddisfazione personale della scoperta renderà così piacevole conoscere che, come il sasso gettato nello stagno, attiverà processi sempre più complessi, ampi e articolati.

Nello specifico, anche per quanto riguarda l’analisi della lingua, M.Montessori parte dal presupposto che il bambino possieda una grammatica intuitiva.

Compito dell’insegnante è solo quello di sollecitarne la riflessione attraverso l’azione.

A questo scopo, Maria Montessori struttura attività e materiali in modo che il bambino possa agire cognitivamente attraverso l’esperienza.

Accanto ai giochi linguistici e di movimento ( che appassionano molto i bambini rendendoli immediatamente consapevoli), ” apri, chiudi, scrivi, salta, disegna, cerca una matita blu, scrivi con una matita rossa…”, ci sono materiali e attività pensati perché la riflessione linguistica passi dall’occhio, alla mano e alla mente in un circolo virtuoso di esperienze concrete che, accumulandosi , creano consapevolezze, conoscenze e competenze.

É il caso delle scatole e dei simboli grammaticali e di tutte le attività che strutturate che utilizzano il medesimo principio pedagogico- didattico.

III scatola grammaticale

I gradi dell’aggettivo qualificativo

L’attività è strutturata secondo la metodologia montessoriana.

Lo svolgimento dell’attività permette al bambino di sperimentare , attraverso la manipolazione del materiale, la funzione dei diversi gradi dell’aggettivo.

Il materiale è autocorrettivo ed è scaricabile anche in formato accessibile per DSA

Parte di attività relativa allo sviluppo del superlativo relativo

Parte di attività relativa allo sviluppo del superlativo assoluto

2 marzo- una giornata dedicata alla pace

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L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo

art.11della Costituzione italiana

Una giornata dedicata alla pace non poteva che iniziare con l‘ascolto.

Stamani al centro del nostro cerchio c’era il planisfero e sopra il planisfero, l’articolo 11 della nostra Costituzione; ancora più sopra, un fiore di pesco a ricordare la forza e la bellezza della vita, dell’amore e della pace.

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Durante la conversazione i bambini hanno espresso dubbi, paure e perplessità, ma anche tante curiosità.

Così, accanto ai tanti perché della guerra, siamo andati alla scoperta di quei luoghi di cui sentiamo parlare e parliamo giornalmente.

Il planisfero si è andato via via arricchendo di nuove scoperte.

Cultura,  lingua ,  tradizioni

-le parole in Russia e Ucraina non si scrivono come da noi, ma con un alfabeto diverso..
-e la moneta? anche quella non è come la nostra; non c'è l'euro, ma il rublo e la grivna 
-e il clima? "si vede sempre la neve!"
-e ancora: presidenti, bandiere, capitali...?

Dalle domande sono nati gruppi di esplorazione tesi alla ricerca di risposte e non tutte sono ancora state trovate…

Anche la storia della nascita del simbolo della pace ha incuriosito molto.

Da Goya alla segnaletica navale, i bambini hanno apprezzato la genialità e la semplicità del simbolo ideato da Holtom.

Lo hanno disegnato, colorato e ne hanno fatto anche una piccola medaglia da indossare.

Correttezza ortografica- plurale delle parole che terminano in -cia, -gia al singolare

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L’attività comprende una scheda con la regola, una serie di cartellini con gruppi di parole al singolare terminanti in -cia/-gia con l’autocontrollo sul retro.

Svolgimento dell’attività

Presentazione:

L’insegnante legge/presenta la regola e la dispone davanti a sé.

Posiziona tutti i cartellini dalla parte del singolare e invita il/la bambino/a a riflettere, parola dopo parola, sulla regola.

Le parole vengono volte al plurale e trascritte sul quaderno.

A fine attività , in modo autonomo, il/la bambino/a verifica la propria attività e riflette, correggendoli, sui propri eventuali errori.

Autocontrollo