Pensieri in libertà

Per un Natale tra magia, mistero e poesia

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Natale è nell’immaginario di tutti un tempo di serenità, un tempo dedicato alla famiglia, alla luce e ai colori.

Il tempo della pace e della favola, ma anche il tempo dei contrasti che si rendono sempre più evidenti e che, se non andassimo oltre sempre così indaffarati a vivere e rendere credibile la nostra favola natalizia, se solo ci soffermassimo un attimo ad osservare e ad ascoltare, allora il mistero del Natale potrebbe davvero farsi cambiamento e vita vera.

La splendida poesia di Laurence Housmann, “Mistero di Natale” sembra condurci virtualmente in uno spazio sospeso per regalarci una visuale più ampia in cui il contrasto prende vita.

Una lirica, appunto, che esalta i contrasti, ma che allo stesso tempo personificandoli, li rende capaci di nuove azioni e di possibilità: possibilità di cambiamento

L’augurio più bello, dunque: un Natale di pace, amore e luce. Per tutti.

Attività in classe

Presentazione di due poesie sul Natale, Housmann e Piumini, diverso il climax, diverso lo scopo, diverso lo spazio di riflessione.

L’attività guidata conduce bambine e bambini non solo ad una prima analisi testuale della poesia, con il riconoscimento di versi, strofe e rime, ma a riflettere sul messaggio che il poeta ha voluto lanciare.

Un messaggio che crea emozioni e riflessioni diverse e, perché no, può fungere anche da input per la creazione di poesia tutte nuove da scrivere e regalare.

Spunti editoriali

Non Smettere mai di Sognare: Storie ispiratrici di ragazzi unici e straordinari sul coraggio, la fiducia in sé stessi e il potenziale che si trova in tutti i nostri sogni 

Il canto di Natale: il vero valore del Natale: Versione ridotta e adattata del celebre romanzo di Charles Dickens per bambini dai 7 anni

Il mio terzo piccolo libro:Il Natale: Leggere con il metodo Montessori 

Per un Natale ricco di…parole, giochi, numeri e colori 

La grammatica? Una favola!: Il paese delle parti del discorso Maria Montessori


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2 giugno, non un’unica ricorrenza: Repubblica, assemblea costituente, voto alle donne

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2 giugno 1946; per la prima volta tutti gli italiani, uomini e donne, furono chiamati alle urne per decidere la forma di stato da dare al Paese: monarchia o repubblica?

Oggi, in quella stessa data, si celebra la Festa della Repubblica italiana.

Una festa che racchiude in sé molte importanti ricorrenze: non solo la la scelta repubblicana e l’elezione dell’assemblea costituente, ma quella delle prime elezioni libere dopo un ventennio di dittatura fascista e delle prime elezioni politiche a suffragio universale, maschile e femminile.

Le donne si recarono in massa alle urne e lo fecero in modo ancora più massiccio rispetto agli uomini.

A loro venne raccomandato di recarsi alle urne senza rossetto per evitare che umettando la scheda con le labbra per chiuderla, rendessero nullo il proprio voto.

E senza rossetto, in quel fatidico 2 giugno del 1946, le donne si recarono alle urne dando alla Repubblica Italiana 556 “padri” e, per la prima volta, ventuno “madri”.

Attività in classe

Far rivivere la storia del grande passaggio tra Monarchia e Repubblica che ha caratterizzato la recente storia del nostro Paese, raccontare e cercare foto e immagini per riflettere e discutere insieme; per parlare di diversità e democrazia.

Perché sì, la democrazia si impara a scuola, vivendola, non sui libri.

La democrazia cresce e si sviluppa mano a mano che si vive e si sperimenta; mano a mano che si impara ad ascoltare, a riflettere e a osservare; cresce e si sviluppa mano a mano che, insieme- scuola, famiglia e società- ci facciamo comunità educante .

Materiale di supporto

Parlare della Repubblica Italiana anche attraverso la storia che ha portato alla nascita dei suoi simboli patri -l’emblema, la bandiera e l’inno- alla scoperta di simbologie e di valori.

In particolare si può ripercorrere brevemente la storia del passaggio istituzionale attraverso la presentazione della nomenclatura dell’emblema della Repubblica Italiana, guidando i bambini verso quella ricostruzione storica che diventa anche ricostruzione concreta dell’emblema e dei suoi simboli.

Spunti editoriali

La Repubblica a piccoli passi

Viva la Costituzione. Educazione in scatola. Gioco

La Costituzione raccontata ai bambini. Nuova ediz. Con Poster


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Educare alla libertà: Don Lorenzo Milani e Maria Montessori

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Maria Montessori e Don Milani, due menti straordinarie; diversi i luoghi, diversi i tempi; una l’idea di fondo: l’educazione come punto di partenza per la costruzione di un’umanità più giusta e responsabile.

Un uomo e una donna che hanno speso la loro vita per l’educazione partendo proprio da quei bambini che la società e la scuola lasciavano da parte.

A volte mi piace pensare a come sarebbe stato il loro incontro, su cosa si sarebbero confrontati e a cosa avrebbe portato una loro possibile collaborazione…

Entrambi decisero di partire proprio da quei bambini lasciati a loro stessi e “scartati” dal mondo dell’educazione e dell’istruzione; decisero che non li avrebbero educati con la coercizione o la spersonalizzazione, ma che li avrebbero educati in un clima di libertà e rispetto, restituendo loro dignità e tempo.

Entrambi non avevano ricette preconfezionate cui dar forza, il loro unico punto fermo era la persona e proprio intorno alla persona girava tutta la loro cura e la loro dedizione.

Loro comune obiettivo era educare e fornire a tutti gli strumenti per costruire e sviluppare una mentalità critica dando spazio alla libera creatività di ognuno, valorizzandola e rinforzandola costruendo passo dopo passo non solo apprendimenti, ma persone.

Valorizzare le individualità dunque per permettere ai bambini di credere nelle loro personali capacità rendendoli non solo idealmente propositivi, ma anche attivi e concreti sperimentatori; valorizzare le individualità per dare possibilità e fiducia; valorizzare le individualità per riconoscere ognuno come persona in grado di costruire il proprio percorso di crescita e sviluppo .

Crescere in un ambiente che valorizza l’individualità di ognuno, significa anche avviare allo spontaneo riconoscimento delle diversità e delle particolarità altrui nella comune valorizzazione di quel potenziale umano che ci caratterizza.

Un obiettivo, quello di M.Montessori e di Don L. Milani che non può stare chiuso tra le mura della scuola; un obiettivo che, grazie ai bambini, trasuda dai muri, scende nelle vie e riempie le piazze, i mari e i fiumi popolando l’umanità di persone capaci governare in modo maturo, giusto e responsabile quello stesso mondo che abiteranno.

Spunti editoriali

Lettera a una professoressa

Pedagogia degli oppressi 

Formazione dell’uomo. L’eredità pedagogica di Maria Montessori

Educare alla libertà


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Musica e scuola; armonia e trascendenza

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Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini…

Daniel Pennac

Daniel Pennac con il suo romanzo “Diario di scuola” trasforma la sua storia scolastica, fatta di insuccessi e delusioni, in un vero trattato pedagogico.

Nel romanzo, passato e presente si fondono dando vita ad una nuova visione di scuola: un passato di pessimo studente ( secondo gli standard), un presente di scrittore di successo e professore di lettere e al centro, non l’alunno come dovrebbe essere, ma la scuola fatta delle sue universali disfunzioni e vittima dei medesimi errori.

Ed ecco che ad ogni pagina, nello svolgersi della storia, si aprono finestre pedagogiche fatte non tanto di risposte, ma di riflessioni e domande, di disilluse analisi sui problemi che da sempre affliggono la scuola e sul ruolo che famiglia, genitori e media rivestono nel percorso scolastico di bambini e bambine.

In tutto questo emerge però una mai sopita voglia di scoprire, conoscere e imparare che guida ognuno di noi nel proprio percorso evolutivo.

Proprio quello stesso maestro interiore di cui parlava Maria Montessotri, quella dotazione innata che ci spinge ad osservare, ad interrogarci e a cercare risposte a meno che…a meno che la scuola non tarpi le ali ai tanti esploratori diversi e originali e non si ostini a proporre viaggi uguali per tutti…

Pennac, studente dell’ultimo banco, non ha mai dimenticato il “mal di scuola” e la fatica giornaliera di percepirsi irrimediabilmente inadeguato, ma non ha dimenticato nemmeno il giorno in cui un suo insegnante gli ha cambiato la vita affidandogli il compito di scrivere un romanzo…

“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia. E se hai ereditato il piccolo triangolo che sa fare solo tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all’insieme. Siccome il piacere dell’armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica. Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini“

L’elogio della lentezza

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La scuola del cambiamento…

Ma cosa e come cambiare?

Forse basterebbe iniziare a riflettere sul tempo, sulla velocità, sulle richieste

La scuola segue l’andamento della società e corre corre a rischio di perdere molti per strada…

Tutto si è fatto concitato e insegnanti e bambini rincorrono quotidianamente traguardi ed obiettivi in un fare che lascia poco spazio alla singola persona, ai suoi ritmi, ai suoi tempi, ai suoi personali importantissimi e fondamentali spazi di riflessione.

Forse il vero cambiamento è quello che mira ad una pedagogia più lenta, una pedagogia che metta davvero al davvero al centro il bambino rispettandone ritmi, emozioni e interessi .

Una pedagogia che sappia lasciare spazi all’ascolto, alla partecipazione, all’autonomia di lavoro; una guida, non un “addestramento”, forse solo così si riuscirebbe finalmente a coniugare il benessere di ogni singolo allievo alla gioia e alla voglia di imparare.

Un elogio bellissimo alla lentezza è quello fatto da Sabrina Giarratana con la sua filastrocca adatta anche ai più picccoli.

Filastrocca della lentezza

Io vado lento, io vado piano

Chi corre sempre non va lontano

Il mondo è pieno di cose lente

Chi corre sempre poi non le sente

Guarda che bello questo universo

Se corri sempre te lo sei perso

Senti che bella questa carezza

Non ci sarebbe senza lentezza

Rallenta un poco, rallenta ancora

Cosa succede se perdi un’ora?

Materiali stampabili

Primo settembre

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Una poesie di Gianni Rodari per riflettere, come sempre, tra il serio e il faceto…

Una poesie per augurarsi che ogni bambino ed ogni bambina abbiano non solo maestri e maestre ad accoglierli, ma che siano proprio quelli giusti per ognuno di loro…

Il maestro giusto

C’era una volta un cane
che non sapeva abbaiare.
Andò da un lupo a farselo spiegare.
Ma il lupo gli rispose
con un tale ululato
che lo fece scappare spaventato.

Andò da un gatto, andò da un cavallo,
e, mi vergogno a dirlo,
perfino da un pappagallo.

Imparò dalle rane a gracidare,
dal bove a muggire,
dall’asino a ragliare,
dal topo a squittire,
dalla pecora a fare “bè bè”,
dalle galline a fare “coccodè”.

Imparò tante cose,
però non era affatto soddisfatto
e sempre si domandava
(magari con un “qua qua”):
“Che cos’è che non va?”.

Qualcuno gli risponda, se lo sa.
Forse era matto?
O forse non sapeva
scegliere il maestro adatto?

Oggi come ieri

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31 agosto 1870-31 agosto 2022

Il 31 agosto del 1870 a Chiaravalle nasceva Maria Montessori e con lei si rivoluzionarono metodi e tecniche educative.

Oggi come ieri, compito della scuola è svegliare l’uomo.

Sviluppare il pensiero critico

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Educhiamo i bambini a riconoscere, a valutare, a discernere.
Educhiamoli a fare da soli, a riflettere e pensare.
Alleniamoli a sviluppare il pensiero critico.
Come?
Partendo dall’esperienza: invitiamoli ad osservare, ad analizzare e a porsi domande.
A ipotizzare e cercare risposte.

Non diamone mai di preconfezionate.

25 Aprile …perché tutti i bambini possano crescere con il coraggio del piccolo colibrì

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Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo. M.Montessori

Nella foresta divampa un incendio.

Tutti gli animali scappano, ma non il piccolo colibrì che vola fino al fiume, raccoglie una goccia d’acqua nel becco, e vola dritto a gettarla sull’incendio.

Instancabilmente.

Fiume, goccia, incendio.

I grandi animali lo deridono.

Inutili le sue fatiche, assurdo il suo coraggio.

Il colibrì non ascolta.

Continua a raccogliere gocce.

All’improvviso il piccolo elefante esce dal suo riparo e va in cerca d’acqua per contribuire, con il piccolo colibrì, a spengere l’incendio; lo stesso fa il pellicano e lo stesso fanno, poco a poco, tutti i cuccioli.

Ognuno con le proprie forze; ognuno secondo le proprie possibilità.

Solo allora, vedendo i cuccioli, negli adulti scatta un forte senso di vergogna.

Vergogna per essere rimasti a guardare, per non aver osato, provato, tentato…

Tutti allora iniziano instancabilmente a lavorare insieme per spengere l’incendio.

Ognuno con le proprie forze; ognuno secondo le proprie possibilità.

E l’incendio finalmente viene domato.

Tutti abbiamo da imparare da questa antica fiaba africana …

Oggi, forse, più di ieri

La mente è una sola

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Gianni Rodari e María Montessori: oggi come ieri; con la stessa forza e la stessa necessità

…perché il processo educativo non riguarda solo i test, le interrogazioni , gli esami e le valutazioni , ma è molto molto di più.

É qualcosa che non riguarda solo insegnanti, gli educatori e gli studenti: è del singolo come della collettività.

La scuola è il mondo nella sua interezza, non uno spicchio selezionato (e magari pure male!)

Educare significa offrire esperienze, dare occasioni, creare situazioni stimolanti; significa favorire l’osservazione dei fatti e delle cose attraverso i sensi e si fonda necessariamente sull’esperienza diretta del bambino.

Dai sensi all’esperienza; dall’esperienza al ragionamento alla riflessione e alla scoperta.

Tutto ciò che circonda il bambino e il ragazzo è fonte di esperienza e di conoscenza significativa e autentica, non un mondo a parte.

Non esistono mondi diversi, ne esiste uno solo, come uno solo è l’uomo e la sua mente.

M. Montessori pone al centro del proprio progetto educativo la formazione di un cittadino globale, cosmico, planetario (Santerini 2011) e poggia le sue fondamenta su un nuovo incontro tra l’adulto e il bambino, non un incontro fatto di verbalismi, ma di fatti e di esperienze.

Un incontro importante in grado di attivare un processo di crescita responsabile per la formazione di futuri cittadini del mondo interessati al bene comune e impegnati nella realizzazione di una democrazia cosmica.

 “il bambino  è dotato di poteri sconosciuti, che possono guidare l’adulto a un avvenire luminoso”. M.Montessori

Un solo mondo, un solo uomo, una sola mente.

Anche G.Rodari si muove sulla stessa linea di M. Montessori, quella dell’esperienza, della concretezza e della democrazia; quella della necessità di un cambiamento nella convinzione che solo i bambini abbiano la forza per attuarlo.

La mente è una sola. La sua creatività va coltivata in tutte le direzioni. Le fiabe (ascoltate o inventate) non sono «tutto» quel che serve al bambino. Il libero uso di tutte le possibilità della lingua non rappresenta che una delle direzioni in cui egli può espandersi. Ma «tout se tient», come dicono i francesi.
L’immaginazione del bambino, stimolata a inventare parole, applicherà i suoi strumenti su tutti i tratti dell’esperienza che sfideranno il suo intervento creativo. Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma, all’uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché, in apparenza, non servono a niente: come la poesia e la musica, come il teatro o lo sport (se non diventano un affare). 
La grammatica della fantasia,G.Rodari

Cambiamento educativo e sociale; il pensiero di M.Montessori

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"Chiunque di noi sia interessato a questioni universali, come quella della pace, della ricostruzione dell’umanità, non può che aderire al pensiero montessoriano, inteso come un pensiero cosmopolita, attento alle differenze, al dialogo tra i popoli, al progresso e al futuro del mondo. In questo senso non possiamo non dirci montessoriani, al di là della specificità del metodo e delle sue applicazioni nel contesto scolastico o nell’educazione"     Una vita per l'infanzia, Valeria Rossini

Oggi più che mai, con la guerra negli occhi e l’incertezza nel cuore, è necessario rileggere le parole di M.Montessori.

Per farlo non dobbiamo certo essere insegnanti montessoriani, dobbiamo semplicemente credere e volere un cambiamento di rotta verso un mondo diverso.

Ed ogni cambiamento non può che necessariamente partire dal basso, dall’inizio: dal bambino.

Valeria Rossini, professoressa associata di PedagogiaGenerale e Sociale all’Università di Bari, è autrice di un interessante libro sul M.Montessori.

Uno dei tanti, ma che regala uno sguardo un po’ diverso.

L’autrice racconta del suo “incontro” con il pensiero di M.Montessori durante gli studi universitari, come di un vero e proprio rapimento.

Si è sentita rapita e trascinata da quella straordinaria donna che, per tutta la vita, ha seguito con determinazione e coraggio i propri ideali sociali, educativi e professionali; una donna che ha lottato per la propria autorrealizzazione in un mondo ancora interdetto alle donne.

Una donna che ha saputo delineare con forza un cambiamento radicale in campo educativo ribaltando le concezioni del tempo mettendo il bambino al centro.

E il mettere il bambino al centro, non è semplicemente uno slogan, come oggi spesso sembra essere diventato, ma è un riconoscimento enorme di fiducia e rispetto nei suoi confronti.

Fiducia nelle sue potenzialità di sviluppo nel rispetto di particolarità, differenze e unicità; una fiducia che non si nutre di stereotipi o aspettative.

Una fiducia che genera cambiamento e offre una visione nuova del futuro.

Una missione quella di M.Montessori e con lei, di tutti gli insegnanti, i genitori e gli educatori: orientare il bambino «verso la costruzione di un mondo giusto, democratico, inclusivo e pacifico».

I nani di Mantova-Gianni Rodari

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Una storia che parla di solidarietà e di diversità, di unione di intenti, di bene comune e di ottimismo; di quell’ottimismo che la buona volontà porta sempre con sé.

Una storia che parla di cambiamento verso un mondo migliore, dove davvero nessuno è “un nano”

“I nani di Mantova” è uno degli ultimi racconti pubblicati da Rodari, pochi mesi prima della sua scomparsa.

La storia racconta di un gruppo di nani che vivono in un piccolo appartamento costruito a loro misura all’interno del Palazzo Ducale della città: lì tutto è perfetto, o almeno sembra; tutto è in miniatura e alla loro portata.

Ma i nanetti sanno di essere lì solo per divertire e distrarre i duchi: non sono liberi di uscire, devono essere sempre pronti all’uso…

Giorno dopo giorno, cominciano a detestare la loro condizione sia di piccoli che di prigionia.

Sono tristi e infelici, ma non hanno il coraggio di ribellarsi. E continuano a divertire i duchi…

Un giorno però il duca costringe i nanetti ad una ulteriore umiliazione per rendere il suo divertimento ancora maggiore:

 "Oggi per dar nuovissimo 
spettacolo alla corte
si vuole qui vedere
chi di voi sia il più forte.

I nani sono costretti a combattere l’uno contro l’altro ed è allora e solo allora che decidono finalmente di fuggire.

La fuga li porta in giro alla scoperta del mondo e, piano piano, accade il miracolo: i nani scoprono che fuori dal palazzo la gente li rispetta e capiscono che possono fare esattamente come tutti gli altri e insieme a tutti gli altri.

Superano così le loro paure e iniziano a lavorare fra la gente: chi come pescatore, chi come ombrellaio, chi come sarta o panettiere.

Capitan Bombardo però li cerca, offre oro e zecchini a chi li scova, ma ormai tutto è cambiato: i nani hanno capito che a farli rimanere piccoli era la loro stessa incapacità di ribellarsi.

I nani non ebbero paura.In altezza erano rimasti com'erano, ma in cuore erano cresciuti. Tutti avevano un cuore da uomini coraggiosi.
E affrontarono senza tremare il capo delle guardie usando come armi gli strumenti di lavoro

I nani, con l’aiuto di molti amici, ebbero la meglio guadagnandosi la libertà e chiesero al temibile Capitan Bombardo di recapitare a tutti un gran messaggio:

Uniti pure i nani
diventano giganti

Cavalieri di coraggio- Gianni Rodari

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In cuore abbiamo tutti un Cavaliere

pieno di coraggio,

pronto a rimettersi sempre in viaggio

Gianni Rodari

Di fronte alla realtà quotidiana, quale messaggio migliore di quello che Rodari sa darci in questa poesia, per sperare in un domani migliore?

Il Cavaliere errante, Kandinskij

In un mondo pieno di odio e di guerra, dobbiamo ancora trovare il coraggio di sperare; in un mondo pieno di angosci a e di tristezza, dobbiamo ancora trovare il coraggio di sostenere; in un mondo carico di disperazione, dobbiamo ancora trovare il coraggio di consolare; in un mondo pieno di sfiducia, dobbiamo ancora trovare il coraggio di credere in un domani migliore.

E come? Mettendosi in viaggio.

Passo dopo passo…

Don Chisciotte 

O caro Don Chisciotte,
o Cavaliere dalla Triste Figura
girasti il mondo in cerca d’avventura,
con Ronzinante e Sancio il tuo scudiere,
pronto a combattere senza paura
per ogni causa pura.

Maghi e strgoni ti facevano guerra,
e le pale incantate dei mulini
ti gettavano a terra;
ma tu, con le ossa rotte,
nobile Don Chisciotte,
in sella rimontavi e, lancia in resta,
tornavi a farti rompere la testa.

In cuore abbiamo tutti un Cavaliere
pieno di coraggio,
pronto a rimettersi sempre in viaggio,
e uno scudiero sonnolento,
che ha paura dei mulini a vento…
Ma se la causa è giusta, fammi un segno,
perché – magari con una spada di legno –
andiamo, Don Chisciotte, io son con te!

Primavera…

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Perché il tepore dell’aria primaverile possa rendere i nostri cuori più leggeri e perché i nostri occhi possano vedere orizzonti diversi perdendosi negli azzurri disegni degli uccelli in volo…

BRILLA NELL’ARIA

Primavera d’intorno.
Brilla nell’aria
e per li campi esulta,
si’ ch’a mirarla intenerisce il core
odi greggi belar, muggire armenti
e gli altri augelli contenti
a gara insieme,
per lo libero ciel
fan mille giri,
pur festeggiando il lor tempo migliore.

Giacomo Leopardi

La rivoluzione di Gianni Rodari

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Chiedo scusa alla favola antica se non mi piace l’avara formica,
Io sto dalla parte della cicala che il più bel canto non vende, regala

"Alla formica", Gianni Rodari

Quella di Rodari è una rivoluzione mite e silenziosa, ma non per questo inefficace.

Sicuramente è una rivoluzione che non fa rumore, ma possibile.

É una rivoluzione che nasce dalla forza dell’immaginazione, della parola e dalla fiducia nell’altro.

É una rivoluzione che trova la sua forza nella creatività.

Una creatività generatrice e come tale in grado di generare cambiamento.

Cambiare è sempre possibile, ma solo se possiamo trovare la spinta creativa e la visione immaginativa che ne scaturiscono.

E cosa, e come immaginare se non uscendo dal consueto, dal già noto e dal già fatto?

Uscire, uscire dallo stereotipo, uscire dal solito modo di vedere le cose per ribaltare finalmente la situazione.

Solo così la cicala non sarà più una perditempo nullafacente, ma un’altruista e generosa che dà senza che niente le venga chiesto e solo così, la formica, ancora prudente e saggia ma solo per puro egoismo, emergerà come colei che niente dà all’altro se non un lagnoso vittimismo…

E allora…inventiamo storie.

Inventiamo storie in grado di ribaltare le situazioni e chissà se questo uomo resterà sempre formica o se compirà quella rivoluzione mite e silenziosa fatta finalmente solo di sorrisi, altruismo, solidarietà e pace.