Già all’età di tre anni i bambini sono in grado di percepire le differenze e di farlo con accurata consapevolezza.
In un periodo importante per la formazione dell’identità globale della persona, il colore della pelle e l’identità razziale rappresentano punti di partenza imprescindibili.
Nello specifico, il colore della pelle è un’evidenza inequivocabile e non esiste bambino che non faccia domande al riguardo.
Domande che spesso imbarazzano gli adulti e imbarazzo che è sempre percepito dai bambini.
Percezione mai accompagnata però dalla consapevolezza delle ragioni che l’hanno generato.
Tutto sta nel fatto che pelle colore e razza rientrano in una sfera delicata in cui risiedono idee, giudizi e pregiudizi. Consapevoli e inconsapevoli.
Parlarne rappresenta spesso una paura, proprio come se parlare del colore della pelle, e magari con l’ansia di non riuscire a farlo nel modo “giusto”, potesse in un certo senso gettare i primi semi del razzismo.
Indubbiamente, paura ed imbarazzo a parte, parlare di razza e di differenze somatiche più o meno evidenti che siano, è semplice; parlare di razzismo invece non lo è.
Conversazioni, libri, film, quotidianità e piccoli fatti di cronaca possono aiutarci a delineare un percorso formativo in cui equità sociale ed equità razziale diventino anch’esse evidenze imprescindibili su cui costruire il proprio sé.
Educare alle differenze, dunque, per educare all’uguaglianza e alla sensibilità:
- sensibilità verso il senso di giustizia
- sensibilità nel riconoscimento delle ingiustizie
- sensibilità verso le emozioni altrui
- sensibilità per provare empatia, commozione e ammirazione
Educazione dunque, come forza prorompente e motrice per la costruzione di un mondo diverso e sicuramente migliore.
Spunti di riflessione
Parlare liberamente: partire dalla realtà per parlare della la storia delle relazioni tra razze, nel proprio Paese e altrove; ora e prima.
Evitare i giudizi: lasciare sempre domande aperte e spazi di riflessione personale; non dare conclusioni preconfezionate né tantomeno giudizi, ma lasciare che siano i bambini a trovare, sulla scia tracciata, le loro personali risposte
Arricchire gli scaffali dei libri : cercare libri che raccontino di diversità e differenze, storie di eroi e di eroine che hanno agito diversamente rispetto agli altri, ma anche storie di vita e di realtà quotidiane diverse dalla nostra per offrire orizzonti diversi e spunti di vista differenti.
Creare e cercare occasioni: musei, eventi, allestimenti, istallazioni artistiche, eventi culturali; l’esposizione alla diversità rende realistica l’idea dell’inclusione
1 Comment on Educare alla differenza per educare all’uguaglianza
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Veramente bello e interessante la modalità didattica