Se riesci a tradurre in parole ciò che senti,
ti appartiene
DANIEL GOLEMAN
Emozionarsi.
Rispondere emotivamente a ciò che accade.
Definirsi emozionati, non dà però indicazioni sullo stato psico-fisico.
Da Darwin a Plutchik il percorso di ricerca e esplorazione sugli stati emotivi è stato lungo e complesso.
Darwin fu il primo a riconoscere il valore adattivo delle emozioni e il loro insostituibile ruolo nel processo evolutivo.
Grazie alle emozioni i pericoli vengono riconosciuti e, grazie al loro riconoscimento, vengono messi in atto comportamenti di protezione e di difesa utili a garantire la sopravvivenza del soggetto coinvolto.
Le emozioni, siano esse determinate da eventi piacevoli o spiacevoli, determinano una risposta fisiologica e comportamenti anche di grande complessità.
Dagli anni ’80 l’interesse e lo studio verso gli stati emotivi ha rivestito un campo di interesse sempre più ampio e molti sono stati gli forzi per crearne una sorta di mappa per lo studio, il riconoscimento e l’analisi.
Una delle mappe più note è indubbiamente la ruota delle emozioni dello psicologo americano, Robert Plutchik.
Plutchik ha individuato otto emozioni primarie- rabbia, paura, tristezza, disgusto, sorpresa, attesa, fiducia e gioia- organizzate in base allo scopo fisiologico che rivestono.
Nella ruota di Plutchik ognuna delle otto emozioni primarie è visivamente contrapposta all’emozione contraria:
Gioia-tristezza
Fiducia-disgusto
Paura-rabbia
Sorpresa- anticipazione
Ognuna delle emozioni primarie genera una risposta fisiologica importante.
Le emozioni inoltre non rimangono isolate tra di loro, ma si combinano in modi diversi a seconda dei soggetti.
All’interno della ruota delle emozioni, le combinazioni emotive sono rappresentate negli spicchi bianchi che le separano; ad esempio la combinazione tra gioia e anticipazione genera ottimismo e l’ottimismo si trova infatti nello spicchio che separa la gioia dall’anticipazione.
Oltre alle emozioni e alle loro combinazioni, la ruota evidenzia anche l’intensità dello stato emotivo: le sfumature si accentuano gradualmente dall’interno verso l’esterno mettendo in evidenza l’intensità dell’emozione; ad esempio la fiducia trova la sua espressione massima in uno stato di ammirazione, rappresentata da un verde intenso, e minima in uno stato di pura accettazione, rappresentato invece da un verde molto tenue.
Attività in classe
Non dimentichiamo che le emozioni sono i grandi capitani della nostra vita
e che obbediamo a loro senza saperlo.
VINCENT VAN GOGH
Nella quotidianità sono infiniti i momenti in cui mettiamo in atto comportamenti automatici in risposta alle emozioni del momento, senza dare spazio alla riflessione e senza nemmeno il riconoscimento dei motivi scatenanti.
Comportamenti di difesa e attacco, di aiuto o protezione…
Anche in classe molti possono essere i momenti di “criticità” causati da una difficoltà di riconoscimento e analisi delle emozioni.
L’ emozione non riconosciuta o il suo grado di intensità genera malessere e incomprensione.
Aiutare bambini e bambine a sviluppare l’intelligenza emotiva, significa dunque porre le basi per costruire il loro ben-essere .
Partendo dalla ruota di Plutchik, l’idea di fondo è quella di portare gradualmente bambini e bambini a dare un nome alle proprie emozioni.
E dare un nome alla proprie emozioni significa anche acquisirne la consapevolezza e quindi la capacità di viverle senza temerle e senza necessità di nasconderle.
Questo processo che conduce all’alfabetizzazione emotiva porta necessariamente ad una gestione e ad un controllo autonomo delle emozioni che conduce necessariamente ad uno stato di sempre maggiore benessere psico-fisico.
La realizzazione della ruota
La realizzazione della ruota può essere proposta come un gioco o come un’attività artistica cui dedicare un po’ di tempo nei giorni dell’accoglienza per poi diventare strumento di analisi nel corso dell’anno nei momenti di forte emotività.
Indurre i bambini a ricercare sulla ruota le proprie emozioni riflettendo al contempo sul proprio stato emotivo li aiuterà non solo a comprendere il motivo sotteso alle loro risposte comportamentali, ma anche a prevedere in anticipo quelle altrui.
Riconoscere le proprie emozioni vuol dire infatti imparare a riconoscere empaticamente anche quelle altrui e quindi ad analizzare una situazione non solo dal proprio personale punto di vista, ma anche della pluralità di quelli altrui.
Se ne deduce che sviluppare una buona intelligenza emotiva non crea solo un personale stato di benessere, ma ne genera uno ben più ampio in grado di abbracciare l’insieme delle relazioni sociali.
Accoglienza: la girandola delle emozioni
Partendo dalla ruota delle emozioni di Plutchik può essere organizzata un’attività per l’accoglienza dei più piccoli da parte dei bambini più grandi.
La costruzione di una semplice girandola a quattro punte può semplificare la ruota ideata dallo psicologo americano.
In classe, durante una conversazione guidata nel cerchio, possono essere raccontate le esperienze estive e individuate le emozioni che le hanno contraddistinte; la descrizione dei diversi stati emotivi condurrà necessariamente a dare a ciascuno di essi un nome che lo definisca precisamente ed anche all’individuazione del suo opposto.
Le emozioni individuate possono essere riportate su un cartellone e successivamente scritte all’interno delle girandole costruite.
Chi sono e come mi sento
In un grande cerchio, i bambini più grandi e gli insegnanti, passandosi di mano in mano la girandola, si presentano e dicono come si sentono- felici, tristi, curiosi, annoiati…- invitando i più piccoli a fare altrettanto.
Finita la presentazione ogni bambino riceve una girandola contrassegnata con il proprio nome.
La girandola ricevuta, oltre ad essere simbolo di attesa e cura, si fa dono per diventare poi strumento di analisi e riflessione sulle emozioni che via via bambini e bambine andranno sperimentando insieme.
Spunti editoriali
Cinque lezioni leggere sull’emozione di apprendere
Psicologia e biologia delle emozioni
I colori delle emozioni. Ediz. illustrata (pop-up)
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