“Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore… Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni…”

G.Rodari apre “La grammatica della fantasia” con la metafora del sasso gettato nello stagno.

Immobilità e movimento.

Movimento che richiama altro movimento.

Se non si getta i sasso, non vediamo i cerchi susseguirsi e ingrandirsi.

Se non si getta il sasso perdiamo opportunità, motivazioni, spinte al fare e al pensare…

Gettiamo sassi.

Grandi e piccoli.

A scuola, a casa, ovunque.

Dobbiamo lanciare sassi perché le cose accadano, anche quelle che sembrano più lontane e inafferrabili.