perché la grammatica non è un libro
Nella Psicogrammatica, documento rimasto inedito per decenni, M.Montessori presenta in modo compiuto la sua prospettiva glottodidattica.
M.Montessori individua un periodo sensitivo del linguaggio all’interno del quale il bambino piccolo, per semplice esposizione, attraverso la mente assorbente, fa proprio ciò che capta dall’ambiente circostante.
L’apprendimento consiste nel portare a livello di coscienza quanto recepito in modo naturale, mettendo ordine a parole e frasi, sempre in modo riconducibile all’esperienza diretta dei bambini.
Nei primi due anni della scuola primaria l’approccio alla riflessione linguistica avviene principalmente mediante esperienze senso-motorie e giocose: la differenza tra azioni diverse, quali ad esempio bagnare e asciugare, avviene in modo diretto con l’utilizzo di acqua e straccio o attraverso i “comandi”- apri la finestra; chiudi la finestra-; il piano dell’astrazione viene introdotto in un secondo momento attraverso il ricchissimo materiale proposto nelle scatole grammaticali secondo un processo inverso rispetto a quello iniziale e socializzante.
Quello delineato nella Psicogrammatica, è un percorso di riflessione e analisi che porta i bambini all’individuazione dei nove simboli che rappresentano le nove parti del discorso operando, così come diceva M.Montessori un’analisi simbolica.
I simboli sono raggruppati in tre gruppi:
–famiglia del nome (sostantivi, articoli, aggettivi e pronomi)
–famiglia del verbo (verbi e avverbi)
–aiutanti (congiunzioni, preposizioni, interiezioni)
Gli elementi della famiglia del nome hanno forma triangolare, quelli della famiglia del verbo hanno forma circolare, mentre gli aiutanti hanno ciascuno una forma propria irregolare .
La famiglia del nome rappresenta la solidità e la sicurezza, la famiglia del verbo indica la dinamicità e il cambiamento:
Il nome è ben simboleggiato da quel triangolo equilatero nero fermamente piantato e immobile; mentre il verbo è ben rappresentato dal cerchio rosso che, come il sole, non si ferma mai e irradia la sua forza animando la materia.
La scelta delle forme per le parti del discorso non è dunque casuale: i triangoli, equilateri o isosceli (non scaleni) sono stati scelti per dare l’idea di stabilità , il cerchio per dare l’idea del cambiamento costante.
Anche la dimensione attribuita alle forme ha un senso preciso e varia a seconda del ‘carico’ semantico: il triangolo più grande è quello del nome, il cerchio più grande è quello del verbo.
Per la presentazione dei simboli delle parti del discorso può essere utilizzato il materiale in 3d dei solidi che, ad esempio, contribuisce a concretizzare la solidità del nome attraverso la piramide e la dinamicità del verbo attraverso la sfera che rotola
Per le attività in classe oltre alle scatole grammaticali, possono essere utilizzati moltissimi materiali.
Striscia grammaticale :unisce alla simbologia l’analisi delle parole sperimentata con le scatole grammaticali
grammatica per simboli con tavola di controllo: esercitazioni di analisi per simboli con tavola di controllo. I simboli possono essere disegnati, colorati e plastificati per un’uso ripetuto o semplicemente disegnati sulle parole che si vanno analizzando.