Questi pareva a me maestro e donno,
cacciando il lupo e’ lupicini al monte
per che i Pisani veder Lucca non ponno.
(Inferno XXXIII, vv 28-30)

È Ugolino di Guelfo della Gherardesca, conte di Donoratico, immerso nell’atmosfera tragica e sofferente del nono cerchio infernale, dove scontano la loro pena i traditori, a pronunciare queste parole. 

Un po’ di storia

Il conte Ugolino nel 1285 aveva ottenuto la signoria del comune di Pisa con il titolo di podestà, e fin da subito, fu odiato dai suoi concittadini perché, per motivi politici, aveva ceduto ai Lucchesi i castelli di Ripafratta, Bientina e Viareggio e ai Fiorentini quelli di Fucecchio,  Santa Maria a Monte, Castelfranco e Montecalvoli, che fino a quel momento erano sotto il dominio pisano. 

L’accusa di tradimento della patria fu il motivo della sua condanna e della sua straziante morte all’interno della torre, oggi chiamata “torre della fame”

Torre della fame, Piazza dei Cavalieri, Pisa

Durante l’incontro nel girone infernale, il Conte Ugolino racconta a Dante un sogno premonitore che aveva fatto quando era ancora in vita. 

Protagonista è l’arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini, colui che lo imprigionò nella torre insieme ai figli. 

Ugolino aveva sognato Ruggieri nelle vesti di un cacciatore che capeggiava una brigata intenta a dare la caccia a un lupo e ai suoi piccoli sul monte San Giuliano che scherma ai Pisani la vista di Lucca.

Nel sogno, Ruggieri si faceva precedere dalle famiglie ghibelline dei Gualandi, dei Sismondi e dei Lanfranchi, che mettevano sulle tracce dei lupi, delle cagne macilente e fameliche: il lupo e i piccoli erano stanchi per la corsa e venivano raggiunti dalle cagne, che li azzannavano.

Ancora oggi il sentiero che si snoda tra quei boschi prende il nome del Sommo Poeta: passo di Dante e proprio lì è stata posta una lapide su cui sono riportati e versi del XXXIII canto dell’Inferno.

Nel 1963 Boccio, uno scultore emigrato in Venezuela e rientrato in paese nel 1921, realizzò il busto di Dante che nel 1963 fu posto proprio al di sopra della lapide.

Il passo si trova  a 215 metri sul livello del mare e su una rupe si può trovare il busto di Dante, recentemente ristrutturato.

É una bella passeggiata sicuramente da consigliare e da gustare ripercorrendo, passo dopo passo, i versi di Dante e godendo della suggestiva vista che la rupe offre: nelle giornate limpide, volgendo lo sguardo verso la costa, spuntano lungo l’orizzonte il profilo della Gorgona e, sullo sfondo, le montagne della Corsica.