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Spesa,ricavo, guadagno; un’esperienza concreta

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La gita era alle porte, l’eccitazione alta.

Programmi, idee e desideri affollavano le menti.

E perché all’interno della giornata non ricavarci uno spazio per un gelato tutti insieme?

E che sapore avrebbe avuto quel quel gelato se fosse stato comprato con i soldi guadagnati?

Sicuramente diverso; e gli occhi dei bambini e delle bambine lo testimoniavano.

É nata così l’idea di produrre la marmellata e di venderla nel cortile della scuola.

Abbiamo parlato di imprenditorialità, di spesa, ricavo, guadagno e perdita.

Abbiamo cercato un po’ di ricette e abbiamo scoperto che gli ingredienti necessari erano davvero pochi: frutta e zucchero .

Per la frutta non avevamo problemi: in classe ce n’ è sempre molta a disposizione; ed è quella biologica, buona e profumata, non consumata al momento della mensa.

Avevamo mele e arance.

Abbiamo cercato ricette più specifiche con la frutta che avevamo a disposizione: marmellata di mele, arance e cannella.

Dovevamo solo comprare lo zucchero e la cannella.

Due kg di zucchero e una confezione di cannella.

Spesa:

zucchero 2x 1,20

cannella 2,30

totale € 4,70

Ognuno ha provveduto a a portare a scuola dei barattoli e ci siamo messi all’opera.

Abbiamo diviso le mele prima in quarti e poi a piccoli pezzi e abbiamo spremuto le arance pesando gli ingredienti secondo la ricetta.

Abbiamo disposto tutto in una pentola e coperto con lo zucchero.

La cottura è stata lenta e il profumo e l’attesa hanno creato un’atmosfera decisamente magica.

A fine cottura la marmellata è stata travasata nei vasetti.

I vasetti erano tutti diversi; potevano costare tutti il solito prezzo?

A quanto venderli? In base a cosa decidere?

I bambini hanno fatto molte ipotesi, poi hanno deciso di pesare anche quelli.

Ho fatto notare però che a questo punto non avremmo solo pesato la marmellata, ma anche il vasetto di vetro e il tappo.

Peso lordo, peso netto e tara.

Tanti concetti nuovi e importanti con un’unica attività altamente coinvolgente.

Con pesi e bilancia tutti i bambini si sono messi all’opera e, secondo i pesi, hanno deciso i prezzi.

In concreto hanno stabilito il prezzo per quello grande e dimezzato per quelli grandi più o meno la metà e dimezzato ancora per quelli piccoli piccoli.

Non restava che preparare l’etichetta. ingredienti, luogo di preparazione, peso lordo.

Ogni vasetto è stato prezzato e decorato con un centrino colorato a copertura del tappo.

Il momento della vendita è stato davvero emozionante.

I bambini, turno, vendevano i barattoli e provvedevano a fare il resto se necessario.

A fine vendita abbiamo contato i soldi ricavati, abbiamo tolto i 4,70€ della spesa e diviso il guadagno.

…e il gelato ha avuto davvero un gusto tutto diverso!

Dall’esperienza diretta ai problemi

M.Montessori e l’alfabetizzazione ecologica

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"La via conduce dal tutto, attraverso le parti, al tutto.
I bambini svilupperanno una sorta di filosofia che insegna loro l'unità dell'universo" M.Momtessori, Amsterdam 1950

L’intero impianto pedagogico, metodologico, educativo e formativo di M. Montessori parte dalla natura e dal rapporto tra bambino e natura.

La natura rappresenta il tutto e l’armonia, e dal tutto si deve partire, attraverso le parti, per parlare, discutere, incuriosire, fare, osservare e scoprire; per generare empatia, amore, rispetto e cura verso tutto ciò che ci circonda.

Connettersi con l’ambiente intorno, capirne le interconnessioni e le interdipendenze; questo è l’obiettivo per procedere verso una alfabetizzazione ecologica.

Perché alfabetizzazione?

Perchè anche la natura si “impara” e si scopre, proprio come si imparano e si scoprono la lingua che parliamo e la matematica che usiamo.

La natura si impara esattamente alla stregua di tutto ciò che il bambino impara facendo : non con una conoscenza passiva, ma autocostruita.

"Il bambino ha bisogno di vivere naturalmente e non soltanto conoscere la natura"

Facendo e scoprendo in natura, si sviluppano capacità imprescindibili per ogni percorso didattico ed educativo autentico: capacità di osservare, concentrarsi, entrare in sintonia con l’ambiente esterno, interrogarsi, ricercare risposte, elaborare soluzioni

M.Montessori parlava di tutto questo in un periodo in cui ancora nessuno parlava di tutto questo.

Prima ancora che il contatto con gli spazi verdi, l’importanza del gioco all’aperto, la cura delle piante, la vicinanza con il mondo animale fossero considerati come necessari per una crescita sana ed equilibrata in grado di rafforzare mente e corpo e sviluppare abilità sociali ed emotive.

L’alfabettizzazione ecologica consente al bambino tutto questo offrendo possibilità concrete per connettersi con l’ambiente naturale che lo circonda e interagendovi in modo diretto, libero e spontaneo.

Grazie al processo di alfabetizzazione ecologica i bambini si avvicinano alla comprensione dei sistemi ecologici che sono alla base della vita sulla Terra e all’interdipendenza di tutti gli esseri viventi.

"...perché tutte le cose fanno parte dell'universo e sono connesse fra loro per formare un tutto unico" M:Montessori, Come educare il potenziale umano

Anche Horward Gardner, così come M.Montessori, stravolge la tradizionale concezione di intelligenza scolastica, riconoscendo l’esistenza di una pluralità di intelligenze che concorrono alla formazione completa dell’individuo.

Nella teoria delle intelligenze multiple, anche l’intelligenza naturalistica ha il suo posto accanto alle altre intelligenze e nessuna è secondaria rispetto alle altre.

L’intelligenza naturalista ( e non solo) porta gradualmente all’alfabetizzazione ecologica se solo vengono offerte ai bambini adeguate possibilità per sviluppare il proprio potenziale .

Dare opportunità significa favorire occasioni per potenziare le capacità sensoriali e osservative ; per riconoscere differenze e categorizzare, per individuare modelli e ciclicità..

La mente ragionatrice, mano a mano farà il resto: sviluppare interesse verso gli altri e verso il tutto, prendersi cura di sé, degli altri e delle cose che ci circondano, porta necessariamente a ragionare sul tutto, sul senso di giustizia, di equità e di necessità e a sviluppare consapevolezza anche in merito alle tematiche ambientali più o meno pressanti.

Il tutto semplicemente svolgendo attività all’aria aperta, permettendo ai bambini di operare concretamente, registrando mutamenti, collezionando reperti, costruendo erbolari, tenendo diari di campo, seminando, raccogliendo e prendendosi cura per costruire un “sapere” utile e necessario ad affrontare le sfide ecologiche del nostro tempo contribuendo alla costruzione di una società che sia davvero ecosostenibile.

Dividere per 10, 100, 1000

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Dalla tavola dei decimali all’autonomia operativa

Dall’uso della tavola dei decimali montessoriana i bambini si avviano alla comprensione dei numeri decimali e raggiungono in modo estremamente naturale quell’autonomia operativa che li porta gradualmente, ognuno secondo i propri tempi, ad abbandonare il materiale concreto e a procedere in modo sicuro nella divisione dei numeri interi per 10, 100 e 100.

Lo stesso materiale risulta estremamente indicato anche per presentare le equivalenze, operando in modo concreto tra multipli e sottomultipli.

Basta cambiare l’unità di misura da unità, a metro, a grammo a litro.

Esercizi da svolgere in autonomia con tavola di controllo

…e se le armi si trasformassero in torte?

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“La torta in cielo”, G.Rodari, Einaudi ragazzi 1993

Uno dei tanti messaggi pacifisti che G. Rodari elabora attraverso un lavoro a più mani tra lui e i bambini della maestra Maria Luisa Bigiaretti della scuola elementare Collodi della borgata del Trullo a Roma .

Rodari, con la sua torta gigante, mette in ridicolo tutti i problemi derivanti dalla politica del terrore, e la torta in cielo, nata per l’ incredibile errore di uno scienziato, si trasforma in qualcosa di talmente forte e potente da risolvere uno dei più grandi problemi nel mondo: la fame.

Una soluzione fantastica che ancora una volta nasce dalla potenza e dalla forza generatrice dell’ errore.

Educazione alla pace, libertà e giustizia, temi cari a Rodari, ma anche ai bambini, pacifisti per eccellenza: torte non bombe, giustizia e libertà non potere e ricchezza!

Cosa ancora di più attuale?

Immagine:Cinecittà-un anno di Rodari, La torta in cielo

La torta in cielo

o sono un sognatore,
ma non sogno solo per me:
sogno una torta in cielo
per darne un poco anche a te.
Una torta di cioccolato
grande come una città,
che arrivi dallo spazio
a piccola velocità.
Sembrerà dapprima una nuvola,
che si fermerà su una piazza,
le daremo un’occhiatina
curiosa dalla terrazza…
Ma quando scenderà
come una dolce cometa
ce ne sarà per tutti
da fare festa completa.
Ognuno ne avrà una fetta
più una ciliegia candita,
e chi non dirà” buona!”
certo dirà “squisita!”
Poi si verrà a sapere
(e la cosa sarà più comica)
che qualcuno s’era provato
a buttare una bomba atomica,
ma invece del solito fungo
l’esplosione ha provocato
(e per ora nel mio sogno)
una torta di cioccolato.
“meglio fare torte di cioccolato invece che costruire bombe nucleari…”

9 maggio festa dell’Europa

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«L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto»

Il ministro degli Esteri francese Robert Schuman iniziava così il famoso discorso che sarebbe passato alla storia come fondativo di quella che poi sarebbe diventata l’Unione Europea con il trattato di Maastricht del 1992 (entrato in vigore l’anno dopo).

L’idea di Schuman era di creare una comunità di Stati europei per mettere fine ai conflitti tra Germania e Francia sulla gestione della produzione di carbone e acciaio.

L’obiettivo era di preservare la pace in un momento in cui l’Europa stava ancora cercando rimarginare le ferite causate dalla II guerra mondiale.

“L’Europa è nata da un sogno nei momenti più difficili, quando era terreno di scontro, di violenza, della guerra. In quegli anni è nata l’idea di un’Europa unita. È stata una costruzione faticosa, che a volte viene data per scontata. È una costruzione che si fortifica solo se le nostre ragazze e i nostri ragazzi hanno la capacità di lavorare insieme”

Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.

Attività in classe

Per uno sguardo a 360° sulla comunità europea; attività da stampare o da condividere alla Lim.

Il materiale può essere il punto di partenza per effettuare ricerche autonome su vari punti di interesse.

Gli incastri delle frazioni-M.Montessori

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Gli incastri delle frazioni sono dieci piastrelle quadrate, in legno o in metallo, nelle quali si incastra un identico cerchio rosso.
Il primo cerchio ad incastro rappresenta l’intero, l’ultimo i 10/10.

Il materiale permette ai bambini la libera esplorazione sensoriale, l’acquisizione della nomenclatura, della lettura e della scrittura di frazioni.

Permette anche di operare in modo assolutamente intuitivo e concreto con le frazioni : addizioni e sottrazioni di frazioni con lo stesso denominatore, moltiplicazioni e divisioni di frazioni per un numero intero, equivalenze tra frazioni.

Il materiale è altamente intuitivo e permette infinite prove e manipolazioni utili e necessarie per procedere con la successiva concettualizzazione e astrazione.

Attività ed esercizi

Festa della mamma; essenza e cura

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Quello cui miriamo non è l’uniformità, ma la creatività individuale e realizzare qualcosa con le proprie mani da regalare alla mamma non poteva essere che un’occasione preziosa per farlo.

Per questo non ho predisposto un’attività standard uguale per tutti, ma ho semplicemente messo a disposizione del materiale di recupero perché potesse essere toccato e maneggiato.

Forse è la voce delle cose di cui parlava M.Montessori, ma anche quel materiale ha suggerito qualcosa.

L’idea di farne delle borsette è stata indubbiamente la più gettonata.

Ognuno ha potuto realizzare la borsetta secondo la propria creatività, ma anche pensando ai colori che piacciono alla mamma, a come porta la borsa- a spalla o a tracolla?- e a quante cose ci tiene dentro…

Qualcuno ha pensato di realizzare un porta-cellulare e qualcun altro un porta-borraccia.

Ognuno ha scelto la dimensione e i colori, ha infilato aghi, tagliato e cucito ( sforacchiandosi anche qualche dito !) e poi, decorato la propria borsetta.

A qualcuno è venuta addirittura l’idea di mettere anche un’etichetta con il proprio nome da cucire sulla borsa e a qualcun altro di realizzare dei cuori per decorare i pacchettini…

Un lavoro decisamente artigianale e creativo: 19 bambini 19 borsette e, sicuramente, 19 sorrisi di mamma!

Buona festa a tutte le mamme!

“La gonna Viola di Fede” Irma Borges

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“La gonna viola di Fede” è il libro vincitore della VII edizione del Premio di Letteratura per l’infanzia “Narrating equality”.

L’albo, magistralmente illustrato da Francesco Fagnani, offre occasioni importanti per parlare di stereotipi e libertà, di rispetto, forza e coraggio.

Fede è un bambino che adora giocare e mascherarsi: pirata, supereroe, cavaliere…

E ogni giorno Fede è qualcuno di diverso pronto ad esplorare il mondo con il sorriso sulle labbra.

Tutto bene, finché non decide di indossare una bellissima gonna viola che trova in fondo al suo baule.

A Fede piace davvero tanto e decide di indossarla.

Quando esce con la mamma, però, tutto bene non va più.

Con la sua gonna svolazzante canta e ride e viene immediatamente scambiato per una bambina.

Fede rimane ferito e deluso.

Piange, non capisce.

Perché una bambina? Lui è lo stesso di ieri…

Tra le lacrime di Fede, il papà comincia raccontare.

E racconta di posti lontani, dove, ancora oggi, gli uomini indossano comodissime gonne.

Anche la mamma comincia a raccontare.

E racconta storie di donne che hanno avuto il coraggio di cambiare e di indossare i pantaloni.

E Fede trova il coraggio.

Il coraggio di indossare la gonna viola e poi anche le calze.

Trova il coraggio di essere.

Di essere libero

 " aprì con forza la porta di casa con fare deciso, indossando la gonna viola".

Attività in classe

“La gonna viola di Fede”-scansione del libro per la Lim per una lettura condivisa e partecipata

Figure piane nello spazio

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Geometria è vedere, osservare, riconoscere e scoprire.

É vedere con gli occhi della mente percependo mutamenti e trasformazioni.

Geometria è movimento, non staticità.

Mani e mente sono ugualmente coinvolte in ogni esplorazione geometrica.

Emma Castelnuovo progettò modi concreti per rendere visibile la matematica e lo fece con materiali semplici e alla portata di tutti, ma fondamentali per intuire e scoprire.

Scoprire e autocostruire i propri saperi e le proprie conoscenze; per Emma Castelnuovo, così come per M. Montessori, l’apprendimento autentico emerge con tutta la sua forza attiva, creativa e costruttiva, mai come qualcosa di dato.

Spaghi, elastici e barrette di ferro, plastica o cartone offrono infinite possibilità per toccare con mano e comprendere anche i concetti geometrici più difficili che, solo in un secondo momento, giungono al grado della concettualizzazione e dell’astrazione. 

Insegnare a guardare e a osservare le trasformazioni che avvengono intorno a noi; questa è la vera forma della geometria.

Attività in classe

Passare dal materiale concreto ai triangoli e ai quadrati invisibili che luce e ombra disegnano nello spazio è davvero qualcosa di affascinante.

Dare un nome alle forme delle ombre riconoscendovi figure note, una scoperta.

Non basta sapere cos’è un’ombra per accorgersi della sua forma, è necessario saperla osservare.

E così con un po’ di nastri colorati abbiamo dato il via ad un divertentissimo laboratorio per la costruzione delle figure piane nell’aria.

I bambini e le bambine si sono raggruppati per tre, quattro o cinque a seconda della figura che volevano riprodurre; hanno tagliato i nastri a misura per realizzare specifiche figure ( quadrato, rettangolo, pentagono) o li hanno lasciati così come si presentavano per costruirne e sperimentarne altre.

Hanno realizzato figure nell’aria con solo i nastri o usando nastri e ombre o nastri ombre e parti del proprio corpo.

Hanno provato a muovere e ruotare le figure ed hanno sperimentato che il rettangolo si trasforma in un parallelogramma e che il triangolo non poteva essere trasformato come il quadrato e il rettangolo

Muovendone i lati, il triangolo “si rompe”.

Dopo molte prove e incredulità, hanno dedotto che il triangolo è una figura fissa e immutabile.
Può essere capovolto e ruotato, ma rimane sempre e comunque lo stesso triangolo.

Educare alla gentilezza

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Gentilezza 

Gentilezza è accoglienza,
accettazione di differenza,
apertura del nostro cuore,
condivisione di un po’ d’amore.
Gentilezza è rivoluzione,
è sostenersi tra le persone,
dividere tutto tendendo una mano
ché solo così si arriva lontano.
Gentilezza è una speranza,
non ce n’è mai abbastanza:
Sii gentile e poi vedrai
che non te ne pentirai!  Jolanda Restano
 

Gentilezza per sentirsi bene e far sentire bene.

Gentilezza nei gesti e nelle parole, negli sguardi e nei sorrisi.

Piccolissimi, piccoli, grandi o grandissimi.

Poco importa. La gentilezza resta ed emerge con tutta la sua forza.

Parole e gesti gentili hanno il potere di farci avvicinare, abbattendo muri e differenze, combattendo prepotenze, soprusi e violenze percepibili in tutte le loro infinite forme.

Gentilezza, ancora, per ascoltare, aiutare e collaborare.

Gentilezza per fare: comportamenti onesti, leali, fiduciosi.

Gentilezza per accogliere e per far nascere e crescere il rispetto per tutti e per tutto.

Educare alla gentilezza si può e si deve.

Attività in classe

Scrivere piccole lettere o biglietti da imbucare in una cassetta delle lettere posta in classe può essere un’occasione per riflettere su ciò che ognuno sente.

Molte sono le occasioni che la quotidianità dello stare insieme offre.

Occasioni preziose

La lettura delle lettere e dei biglietti, uno al giorno, diventa parte viva e cogente del percorso.

Una gentilezza fatta o mancata, un’ emozione non ascoltata, un desiderio, una speranza…

Anche il gioco risulta uno strumento prezioso per costruire un solido rapporto di fiducia tra i membri di un gruppo, generando legami positivi e collaborativi .

I giochi cooperativi, in particolare, si rivelano ottimi giochi sulla fiducia.

Filastrocche e poesie, letture di storie e favole, come sempre, offrono ulteriori spunti di riflessione, presentato situazioni nuove e diverse.

Una favola per parlare di gentilezza-La Fontaine

Questa zebra non è un asino

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La storia narrata da Scaramuzzino è la storia di un’ amicizia.

Un’amicizia che nasce ai confini della Palestina in una terra devastata dai bombardamenti, ma che non si lascia travolgere e stravolgere dalla guerra.

Talal è un bambino di soli otto anni e dove vive lui mancano il cibo, l’acqua e le scuole.

Talal ha un’amica, Aidha, una zebra che vive allo zoo ed ogni giorno Talal va a trovarla.

É un’amicizia fatta di sguardi e attenzioni.

É una storia di cura tra Talal, la zebra e il vecchio guardiano dello zoo.

La loro amicizia si snoda tra le pause forzate imposte dalla guerra, ma che è più forte della guerra e va oltre la guerra.

É una storia di rinascita, perché di rinascere abbiamo bisogno tutti.

Anche e soprattutto dalle macerie.

Questa zebra non è un asino, Salani editore

“Questa zebra non è un asino”

La storia è ispirata ad un fatto realmente accaduto Gaza nel 2009 e che ha tanto colpito l’autore da farne un libro.

Dal libro è nato anche un bellissimo spettacolo teatrale di e con Giorgio Scaramuzzino, presentato anche all’ultima
edizione del Festival di Todi.

Una storia che si rivolge ai bambini, ma anche agli adulti per parlare di diritti, di pace e di solidarietà.

25 Aprile …perché tutti i bambini possano crescere con il coraggio del piccolo colibrì

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Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo. M.Montessori

Nella foresta divampa un incendio.

Tutti gli animali scappano, ma non il piccolo colibrì che vola fino al fiume, raccoglie una goccia d’acqua nel becco, e vola dritto a gettarla sull’incendio.

Instancabilmente.

Fiume, goccia, incendio.

I grandi animali lo deridono.

Inutili le sue fatiche, assurdo il suo coraggio.

Il colibrì non ascolta.

Continua a raccogliere gocce.

All’improvviso il piccolo elefante esce dal suo riparo e va in cerca d’acqua per contribuire, con il piccolo colibrì, a spengere l’incendio; lo stesso fa il pellicano e lo stesso fanno, poco a poco, tutti i cuccioli.

Ognuno con le proprie forze; ognuno secondo le proprie possibilità.

Solo allora, vedendo i cuccioli, negli adulti scatta un forte senso di vergogna.

Vergogna per essere rimasti a guardare, per non aver osato, provato, tentato…

Tutti allora iniziano instancabilmente a lavorare insieme per spengere l’incendio.

Ognuno con le proprie forze; ognuno secondo le proprie possibilità.

E l’incendio finalmente viene domato.

Tutti abbiamo da imparare da questa antica fiaba africana …

Oggi, forse, più di ieri

La mente è una sola

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Gianni Rodari e María Montessori: oggi come ieri; con la stessa forza e la stessa necessità

…perché il processo educativo non riguarda solo i test, le interrogazioni , gli esami e le valutazioni , ma è molto molto di più.

É qualcosa che non riguarda solo insegnanti, gli educatori e gli studenti: è del singolo come della collettività.

La scuola è il mondo nella sua interezza, non uno spicchio selezionato (e magari pure male!)

Educare significa offrire esperienze, dare occasioni, creare situazioni stimolanti; significa favorire l’osservazione dei fatti e delle cose attraverso i sensi e si fonda necessariamente sull’esperienza diretta del bambino.

Dai sensi all’esperienza; dall’esperienza al ragionamento alla riflessione e alla scoperta.

Tutto ciò che circonda il bambino e il ragazzo è fonte di esperienza e di conoscenza significativa e autentica, non un mondo a parte.

Non esistono mondi diversi, ne esiste uno solo, come uno solo è l’uomo e la sua mente.

M. Montessori pone al centro del proprio progetto educativo la formazione di un cittadino globale, cosmico, planetario (Santerini 2011) e poggia le sue fondamenta su un nuovo incontro tra l’adulto e il bambino, non un incontro fatto di verbalismi, ma di fatti e di esperienze.

Un incontro importante in grado di attivare un processo di crescita responsabile per la formazione di futuri cittadini del mondo interessati al bene comune e impegnati nella realizzazione di una democrazia cosmica.

 “il bambino  è dotato di poteri sconosciuti, che possono guidare l’adulto a un avvenire luminoso”. M.Montessori

Un solo mondo, un solo uomo, una sola mente.

Anche G.Rodari si muove sulla stessa linea di M. Montessori, quella dell’esperienza, della concretezza e della democrazia; quella della necessità di un cambiamento nella convinzione che solo i bambini abbiano la forza per attuarlo.

La mente è una sola. La sua creatività va coltivata in tutte le direzioni. Le fiabe (ascoltate o inventate) non sono «tutto» quel che serve al bambino. Il libero uso di tutte le possibilità della lingua non rappresenta che una delle direzioni in cui egli può espandersi. Ma «tout se tient», come dicono i francesi.
L’immaginazione del bambino, stimolata a inventare parole, applicherà i suoi strumenti su tutti i tratti dell’esperienza che sfideranno il suo intervento creativo. Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma, all’uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché, in apparenza, non servono a niente: come la poesia e la musica, come il teatro o lo sport (se non diventano un affare). 
La grammatica della fantasia,G.Rodari

Strisce matematiche

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Il gioco è il lavoro del bambino
 Maria Montessori 

Quella delle strisce matematiche è stata una “prova” nata dall‘interesse che i bambini mostravano per i personaggi preferiti; personaggi di film di animazione, di giochi, di supereroi e supereroine, di fumetti o libri.

Ho preparato delle strisce con l’immagine del personaggio in testa e sotto una serie di esercizi matematici di diverso tipo: tabelline, operazioni, problemi, maggiore/minore/uguale, doppio/metà…

La prova ha funzionato ed i bambini, tenendo conto delle strisce fatte, prendono il barattolo, scelgono il personaggio e si mettono autonomamente al lavoro scambiandosele appena terminate.

Quasi come con le figurine…

Oggi le strisce sono tante, come tanti sono gli interessi.

I bambini e le bambine scelgono le strisce una dopo l’altra esercitandosi in autonomia e con piacere.

Ma non solo.

Ho portato in classe le prime strisce matematiche l’anno scorso e ancora oggi, in base ai nuovi personaggi che via via si aggiungono a quelli precedentemente conosciuti, i bambini e le bambine mi chiedono nuove strisce…

Ovviamente gli esercizi variano in base a ciò che vado presentando o proponendo, ma l’entusiasmo rimane lo stesso.

Avrei potuto predisporre serie analoghe di esercizi, ma sicuramente non avrebbero sortito il solito effetto né generato altrettanto entusiasmo…

Legumi o cereali?

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Un viaggio tutto esperenziale alla scoperta di caratteristiche e differenze.

Un viaggio che parte direttamente dalla terra e dalle mani: terra che accoglie, mano che semina.

E dalla semina al raccolto in un ciclo infinito.

La nostra esperienza si è conclusa in mondo conviviale con la realizzazione di un piatto a base di legumi in un improvvisato laboratorio di cucina allestito all’interno della classe.

Le suggestioni, oltre a quelle offerte dalla natura e dai suoi elementi sono state molte; dalla mitologia all’arte, alla scrittura creativa con acrostici e giochi di parole.

Legumi o cerali? Sono sempre molte le incertezze.

Una e certa la risposta: vedere e toccare.

Baccelli e spighe sui banchi.

Baccelli, legumi; spighe, cereali.

Basta osservare; caratteristiche e differenze si palesano in modo naturale.

Fave e piselli di stagione, spighe essiccate.

Osservando i baccelli le differenze emerse sono state molte.

Grandi, piccoli, lunghi, corti, rigonfi, schiacciati, sottili e spessi….

Differenze e aggettivi, niente di più concreto.

I bambini hanno fatto ricerche e trovato molte altre leguminacee i cui baccelli non erano sui banchi: fagioli (di tantissimi tipi), lenticchie (pure), fave, lupini, piselli, ceci…

Abbiamo sgranato i legumi freschi e assaggiato piselli e fave; abbiamo sbucciato i lupini in salamoia e assaggiato anche quelli.

Abbiamo poi aperto confezioni con mix diversi di legumi e cereali e li abbiamo sussidivisi isolando ogni volta caratteristiche diverse: legumi/ cereali, colore, forma, grandezza.

Abbiamo tenuto da parte un po’ di ceci, lenticchie, fagioli e piselli e li abbiamo seminati.

I germogli sono spuntati in pochissimi giorni e in un paio di settimane poco più avevamo le pianticelle pronte per essere trapiantate.

Abbiamo osservato attentamente le radici e abbiamo provveduto a trapiantare e sostenere le fragile pianticelle legandole a bastoncini di legno.

Con il resto, abbiamo deciso di inventare una ricetta tutta nostra fatta con i legumi e alcuni ortaggi.

Abbiamo riflettuto sul nome da dare alla nostra ricetta e abbiamo pensato che doveva essere una sinfonia.

Forse suggestionati dal percorso musicale, i bambini hanno pensato a strumenti diversi che con le loro voci generano qualcosa di ancora più diverso e completo: una sinfonia.

Sinfonia di legumi:

Prima di cimentarci nel nostro laboratorio di cucina, abbiamo raccolto le erbe aromatiche nell’aiuola della scuola.

Le abbiamo osservate e odorate con attenzione, poi abbiamo provato a discriminarle solo in base al loro profumo.

Abbiamo colto l’occasione per osservare anche le foglie riconoscendone margine e forma.

Abbiamo disposto gli ingredienti sul tavolo e abbiamo iniziato un grande lavoro di squadra:

sgranare, affettare, sfilare, tritare, sbucciare, mescolare, salare, condire, servire e…assaggiare.

Azioni e verbi…niente di più concreto!

Insieme abbiamo realizzato la nostra ricetta e condiviso il nostro piatto; davvero una grande soddisfazione per tutti!

Attività in classe

Oltre alle attività legate alla realizzazione del piatto, tra i materiali a disposizione c’erano anche quelli legati allo studio dei legumi e dei cereali:

  • un materiale per conoscere e scoprire le caratteristiche di quelli più utilizzati
  • il mito di Cerere e Proserpina con attività di approfondimento
  • le immagini del “Ratto di Proserpina” del Bernini con attività legate alla “lettura” del bellissimo gruppo scultoreo