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M. Montessori- letture interpretate e lettura ad alta voce

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M. Montessori nel suo libro “Autoeducazione” definisce se stessa come lettrice a voce alta.

Nelle sue scuole tutti sono invitati a leggere a voce alta, insegnanti e bambini e non solo a leggere, ma a interpretare.

Il metodo prevede infatti le “letture interpretate” , ovvero la lettura di piccole frasi tratte anche da famosi testi di letteratura e non necessariamente di quella dedicata all’infanzia.

Le frasi delle letture interpretate sono scritte su appositi cartellini che i bambini pescano da una scatola contenente l’intera serie.

” I piccoli bambini, dopo aver letto mentalmente, eseguono le azioni indicate: ma non eseguono con freddezza, bensì mettendo una cura quasi artistica nell’ espressione del sentimento. Essi interpretano l’azione, la studiano talvolta, provando e riprovando, come per una rappresentazione scenica. L’attitudine dei bambini a ciò è veramente meravigliosa.

M.Montessori

Esistono più scatole con serie diverse per grado di complessità interpretativa.

La lettura non si concentra sulla sola decodifica e nemmeno sulla comprensione, ma sull’interpretazione soggettiva che ne segue.

Un po’ come se il brano letto seguisse un percorso circolare: dall’esterno verso l’interno ( decodifica e comprensione) e poi ancora verso l’esterno con la nuova veste dell’interpretazione soggettiva e personale.

Il bambino che ascolta l’insegnante che legge, non solo segue la narrazione, ma si lascia permeare da una sonorità che coinvolge mente e corpo. 

La musicalità delle parole, insieme al ritmo narrativo della storia, ha la capacità di trasportare i bambini nel mondo ascoltato dando loro la possibilità di conoscere il mondi antichi, nuovi o immaginati, vivendoli emozionalmente in prima persona .

“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito.. perché la lettura è un’immortalità all’indietro.” Umberto Eco.

Calcolo veloce: i binomi del 10 e del 100

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L’educazione è un processo naturale realizzato dal bambino e non viene acquisito ascoltando parole, bensì tramite le esperienze del bambino nell’ambiente circostante

Maria Montessori

…e, in tutto questo, la mano assume un ruolo da protagonista.

Secondo il pensiero di M.Montessori, confermato dalle moderne neuroscienze, mano e mente sono indissolubili; l’una struttura l’altra.

La mano prende, manipola, modifica, toglie, unisce.

La mente rielabora, concettualizza, categorizza.

L’esercizio delle mani scolpisce il cervello.

Grazie alla manipolazione e al contatto con elementi concreti il pensiero si struttura, prende forma e potenzia le funzioni cerebrali che aiutano ad espandere lo sviluppo cognitivo.

Si rafforzano così gli apprendimenti, si facilita l’acquisizione del linguaggio, la categorizzazione matematica e la conoscenza del mondo.

Dalle aste numeriche alle perle colorate, le esperienze concrete con il numero sono infinite.

Affiancare, unire; togliere, sottrarre.

Serpenti positivi e negativi, hanno portato i bambini a familiarizzare con i binomi del 10 sia addizionando che sottraendo.

Il salto ai binomi del 100 è stato breve e l’attività proposta stamani attraverso la presentazione del nuovo materiale ne ha facilitato il passaggio e facilitato la concettualizzazione.

Il 100 è stato costruito attraverso i binomi del 10, 1-9, 2-8, 3-7, 4-6, 5-5, a cui sono state aggiunti successivamente i bastoncini dorati del 10.

Per l’ autocontrollo sono state utilizzate le perle colorate.

https://studio.youtube.com/video/5Ig4YDYc0ag/edit

Rientro a scuola

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Rientro…

10 gennaio, giorno di rientro a scuola.
Si rientra  tra incertezze e perplessità.
Si rientra con il sorriso sulle labbra. 
Sempre.
Insegnanti, bambini e bambine.
Insieme.
La paura di doversi di nuovo lasciare. 
Forte.
La gioia di ritrovarsi. 
Moltissima.
Poco importa se i sorrisi  rimangono ancora un po’ nascosti dietro la mascherina…
Sguardi e parole vibrano nell’aria.
Ricominciamo.
E sarà un anno pieno di luce…

A scuola ( e non solo) con il metodo Montessori

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Quando si parla di educazione non si può pensare ad un semplice percorso lineare che procede per livelli successivi, ma a qualcosa di estremamente dinamico e complesso che vede nell’interazione tra le diverse agenzie educative (scuola, famiglia e società) il proprio centro propulsore.

L’incontro tra scuola e famiglia, forma concreta dell’incontro fra Scuola e Società, riveste un ruolo fondamentale all’interno del percorso educativo-formativo di ogni bambino e già nel momento della scelta della scuola se ne gettano le basi.

La scelta, dunque, non può e non deve mai essere casuale; si sceglie una scuola perché se ne condividono i principi e le linee portanti e non per la sola praticità logistica.

A maggior ragione, se si sceglie una scuola a metodo Montessori non si può prescindere da questa consapevolezza.

“Aiutami a fare da solo” non è uno slogan pedagogico, ma è la richiesta inconsapevole posta dalla natura stessa del bambino alla quale devono rispondere scuola e famiglia, e per farlo in modo sinergico devono necessariamente porsi sulla strada del dialogo, del confronto, della cooperazione e della condivisione.

É sulla strada della condivisione delle linee educative che ogni esperienza fatta dal bambino risulta amplificata. 

Un po’ come il sassolino gettato nello stagno, nel movimento concentrico delle onde che vanno via via allargandosi, entrano in rapporto percezioni, esperienze, riflessioni ed emozioni che difficilmente avrebbero potuto avere la solita risonanza e completezza.

Il tutto nella piena chiarezza e nel rispetto dei rispettivi ruoli di insegnante e genitore che devono rimanere sempre ben distinti nello svolgimento della  proprie specifiche funzioni educative, affettive e relazionali.