Luci, stade affollate, regali, doni e pacchi.
Natale, tempo di attesa o tempo di acquisti?
Forse per i nostri regali dovremmo allontanarci dalle vetrine e regalare proprio quello che non vi si trova.
Regalare tempo, per esempio.
Tempo prezioso da trascorrere insieme.alle persone che amiamo.
Regalare ascolto.
Ascolto per non sentirsi mai soli; per condividere, trovare e dare sostegno.
Regalare cura.
Cura nei gesti, nelle parole e in quello che facciamo.
Regalare gentilezza.
Gentilezza negli occhi, nei sorrisi e negli abbracci.
I regali più belli, forse, sono proprio quelli che non troviamo nelle vetrine, ma quelli che ci fanno stare bene e che fanno stare bene; sono quelli che non si vedono, ma che si sentono; sono quelli che non subiscono usura e che sono capaci di lasciare tracce indelebili…
Diciamolo con una poesia
Gianni Rodari con la sua poetica leggera e profonda affronta proprio questo stesso tema.
La lettura della poesia prepara il terreno ad una riflessione molto attuale che sempre più spesso contrappone l’essere all’avere.
Un abete speciale
di Gianni Rodari
Quest’anno mi voglio fare un albero di Natale
di tipo speciale,
ma bello veramente.
Non lo farò in tinello,lo farò nella mente,
con centomila rami,
e un miliardo di lampadine e tutti i doni
che non stanno nelle vetrine.
Un raggio di sole
per passero che trema, un ciuffo di viole
per il prato gelato,
un aumento di pensione per il vecchio pensionato.
E poi giochi, giocattoli, balocchi quanti ne puoi contare a spalancare gli occhi: un milione, cento milioni di bellissimi doni
per quei bambini che non ebbero mai un regalo di Natale,
e per loro un giorno all’altro è uguale,
e non è mai festa.
Perché se un bimbo resta senza niente, anche un solo, piccolo, che piangere non si sente Natale è tutto sbagliato.
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