«Un bambino che impara che il cielo non è sempre e solo blu è un bambino che probabilmente in futuro saprà trovare più soluzioni creative a un problema, che sarà più pronto a discutere e a non subire» – Bruno Munari

Rodari e Munari un sodalizio creativo di una fertilità travolgente.

Un binomio fantastico.

Due grandi artisti, con le parole e con le immagini, ma un unico nuovo grande modo di guardare le cose del mondo.

Un modo di guardare che non si ferma di fronte all’apparenza o al dato descrittivo, ma che va ben oltre innalzandosi fino al fantastico innescando dinamiche narrative sempre nuove.

Libertà fantastica ed evocativa della parola e libertà creativa e immaginifica del segno grafico; entrambe, a testimonianza di come i liberi accostamenti di immagini, segni e parole, anche se puramente casuali, abbiano lo straordinario potere di far alzare i piedi da terra a grandi e piccini per allargarne gli orizzonti, le visuali e le prospettive.

Appare chiaro che questo sforzo immaginifico, libero e creativo, non è mai fine a se stesso, ma riveste un ruolo fondamentale per lo sviluppo del pensiero autonomo.

“Complicare è facile, semplificare é difficile.

Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare. Per semplificare bisogna togliere, e per togliere bisogna sapere che cosa togliere, come fa lo scultore quando a colpi di scalpello toglie dal masso di pietra tutto quel materiale che c’é in più della scultura che vuol fare. Teoricamente ogni masso di pietra può avere al suo interno una scultura bellissima, come si fa a sapere dove ci si deve fermare nel togliere, senza rovinare la scultura? Togliere invece che aggiungere vuol dire riconoscere l’essenza delle cose e comunicarle nella loro essenzialità. Eppure quando la gente si trova di fronte a certe espressioni di semplicità o di essenzialità dice inevitabilmente: “questo lo so fare anche io”,  ntendendo di non dare valore alle cose semplici perché a quel punto diventano quasi ovvie. In realtà quando la gente dice quella frase intende dire che lo può rifare, altrimenti lo avrebbe già fatto prima.
La semplificazione è il segno dell’intelligenza, un antico detto cinese dice: “quello che non si può dire in poche parole non si può dirlo neanche in molte”.

Bruno Munari

tratto da:“Lezioni di creatività”

Lettera ai bambini

Bambini, imparate a fare cose difficili 

È difficile fare le cose difficili:
parlare al sordo,
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate a fare cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi che si credono liberi.

di Gianni Rodari

 tratta da Parole per giocare