perché la mente è meno democratica delle mani

Emma Castelnuovo

Dare voce e forma alla geometria perché possa essere vista come reale intorno a noi in un tripudio di forme, assemblamenti, colori…

Quadrati, triangoli e trapezi non disegnati sul quaderno ma costruiti, realizzati con le mani e poi ricercati, ritrovati e, finalmente, riconosciuti tra gli oggetti che usiamo e vediamo ogni giorno.

Rendere visibile la geometria attraverso l’utilizzo del materiale concreto permette a bambini e bambine di creare un collegamento diretto tra mani e cervello.

Attraverso, prove, movimenti e traslazioni il materiale favorisce in modo naturale e spontaneo l’emergere di domande e poi, alla ricerca di nuove risposte, spinge verso nuove prove, movimenti e traslazioni in un circolo virtuoso che porta a livelli cognitivi via via più ricchi e definiti dei precedenti.

Costruire le figure piane assemblandone i lati secondo le definizioni date per poi smontarle di nuovo ponendone i lati in successione uno dopo l’altro è un’esperienza tutt’altro che banale.

I lati, allineati uno dopo l’altro, svelano in modo spontaneo il concetto di lunghezza e il perimetro diventa qualcosa di visibile, tangibile e sperimentabile.

Attività in classe

Sperimentazioni con il materiale concreto, autorealizzato o acquistato; costruzione individuale delle figure, riflessione su lati e angoli, riconoscimento oggettivo della definizione che delineano in modo inequivocabile le caratteristiche di ogni figura.

Allargare poi la visuale alla ricerca di lunghezze e superfici.

Come misurarle rendendone visibile il processo?

Basta solo utilizzare le mani….