Month: Agosto 2022

Oggi come ieri

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31 agosto 1870-31 agosto 2022

Il 31 agosto del 1870 a Chiaravalle nasceva Maria Montessori e con lei si rivoluzionarono metodi e tecniche educative.

Oggi come ieri, compito della scuola è svegliare l’uomo.

La forza della parola e il sasso nello stagno

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Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. Oggetti che se ne stavano ciascuno per conto proprio, nella sua pace o nel suo sonno, sono come richiamati alla vita, obbligati a reagire, a entrare in rapporto tra di loro. Altri movimenti invisibili si propagano in profondità, in tutte le direzioni, mentre il sasso precipita…[]

Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta, suoni, immagini, analogie, ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza, la memoria, la fantasia, l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente per accettare e respingere, collegare, e censurare, costruire e distruggere []

Grammatica della fantasia, Gianni Rodari 

Parola.

Prorompente, immaginifica, salvifica, nascosta, illuminante, inquietante, indefinita, amichevole, ostile…

Parola che scava, che smuove, che sollecita, che richiama, che calma, che culla, che spinge e che sospinge…

La metafora del sasso e della parola si sposa perfettamente con la tecnica del Caviardage dove la parola non è immaginata e associata in modo casuale con un’altra appartenente ad un altro campo semantico, ma compare già sulla pagina scritta.

É una parola del testo, ma non una qualunque, una che sa chiamare e richiamare; una che sa dettare una strada

Stessa pagina, una parola diversa per ognuno.

Quella giusta; quella che sollecita, smuove, collega e connette, porta alla luce emozioni profonde legandosi in modo unico con altre, sempre scritte, ma che diventano la forma e la forza del pensiero e del sommerso emotivo da raccontare.

Ognuno il suo.

Parole, segni e colori prendono vita e da una pagina qualunque nasce un testo poetico assolutamente personale e creativo.

Video tutorial per la realizzazione di testi poetici con il Caviardage

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E se il primo giorno di scuola cercassimo poesie nascoste?

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Utilizzare il Metodo Caviardage® per dare voce a emozioni profonde che si originano non dalla pagina bianca, ma dalla pagina scritta.

Basta fermarsi, leggere e ascoltarsi; il resto viene da sé…

Dopo le vacanze il rientro a scuola è denso di emozioni; ricordi, esperienze da raccontare…

A volte parole e immagini, insieme alla gioia di ritrovarsi e rivedersi, si affollano a tal punto nella mente dei bambini che spesso non riescono a raccontare e a raccontarsi.

Perché allora non offrire la possibilità di dare parole e forma a questo intrico emozionale?

Con il metodo Caviardage la creatività prende vita e le possibilità di raccontarsi si moltiplicano in un caleidoscopio di cangianti possibilità.

Il metodo del Caviardage ideato da Tina Festa, dà voce alle proprie emozioni lasciando che siano le singole parole estrapolate da una pagina scritta a legarsi insieme e a parlare.

E sono proprio le emozioni quelle che ci indirizzano verso una parola piuttosto che verso un’altra e sono ancora le emozioni quelle che riescono a prendere forma attraverso parole già scritte da altri ma che, arricchite di nuovo senso e nuovo significato, si trasformano in qualcosa di assolutamente individuale e personale.

Una stessa pagina può infatti dare origine a infinite poesie: ogni poesia risponde in modo univoco ad uno stato d’animo, a un’emozione e a un sentire diverso da quello che genera qualsiasi altra poesia realizzata con le parole della stessa pagina.

Allo scopo possono essere utilizzate pagine di vecchi libri da macero, fumetti, articoli di giornali e riviste, ma anche testi in formato digitale.

La poesia nascosta emerge e, attraverso la contaminazione con tecniche diverse, assume forma, colore e potenza.

Le parole non utilizzate del testo possono essere annerite o colorate a formare un disegno dal quale emergono, come illuminate, le parole della poesia nascosta.

Attività in classe: cercare la poesia nascosta-il Caviardage

Mettere a disposizione dei bambini pagine scritte di diverso genere strappate da libri, riviste o fumetti destinati al riciclo.

Chiediamo ai bambini di osservare la pagina con attenzione: alcune parole stanno per chiamarli!

Bisogna fare attenzione, concentrarsi e ascoltare

Le parole che li chiameranno saranno proprio quelle giuste per dare voce ai loro pensieri e alle loro emozioni più profonde.

La scelta delle prime parole potrà essere fatta a matita: i percorsi possibili sono molti e, un po’ come ad un incrocio, non sarà facile scegliere quello migliore, quello che li porterà ad esprimere il proprio sé.

Solo una volta delineato il percorso, in un processo virtuoso che partendo dall’esterno echeggia verso l’interno e ritorna arricchito di nuovo senso verso l’esterno, i bambini potranno con sicurezza espressiva e creativa” illuminare”, passo dopo passo, parola dopo parola, il loro testo poetico.

La poesia realizzata sarà l’espressione più intima del proprio sé emotivo, quello che, da solo, forse, non avrebbe mai trovato la forza e la voce per “uscire” e non necessariamente le prime parole individuate, quelle che hanno indicato la via, saranno quelle che entreranno a far parte della poesia finale.

La pagina e le parole inutilizzate possono diventare disegno e colore e dare ulteriore voce emotiva ed espressiva al testo poetico stesso.

Con la tecnica del Caviardage è possibile anche mettere in luce le differenze che ci caratterizzano, e non solo quelle fisiche o caratteriali, ma anche quelle che fanno capo alla sfera emozionale del sentire, quella sfera più intima, e talvolta nascosta, di ognuno di noi.

Basterà di mettere a disposizione dei bambini e delle bambine una stessa pagina e chiedere loro di cercare la propria poesia nascosta.

Le poesie realizzate saranno tante e necessariamente tutte diverse; almeno una per ognuno di loro.

A fine mattinata può essere allestita una piccola mostra con le poesie realizzate.

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Pensiero e creatività

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Il maestro deve ridurre al minimo il proprio intervento. Non è un insegnante che sale in cattedra e dispensa dall’alto il suo sapere, ma deve essere un angelo custode, deve vigilare affinché il bambino non sia intralciato nella sua libera attività. Deve osservare molto e parlare poco.

Maria Montessori

La creatività è in stretta connessione con una modalità di pensiero che sa andare ben oltre le strade battute e generare innovazione e cambiamento.

Si evidenzia quando un soggetto individua connessioni assolutamente nuove e originali tra pensiero e realtà e in base a quelle elabora idee e progetti non individuabili da altri.

Guilford nel 1987 elaborò la teoria del pensiero divergente contrapponendolo al pensiero convergente, “pensiero produttivo” e pensiero riproduttivo”: non riproduzione meccanica di strategie e forme di ragionamento apprese, ma cambiamento di prospettiva e apertura a nuove e originali possibilità.

Pensiero divergente e convergente sono due diversi modi di pensare che coesistono in ogni soggetto; è la valutazione della situazione che spinge l’individuo a ricorrere alla forma di pensiero che dà la migliore soluzione al problema.

La scuola ha da sempre favorito e rinforzato la sola forma di pensiero convergente penalizzando talvolta soggetti con forme di apprendimento divergente.

Le due forme di pensiero sono invece complementari e compito della scuola dovrebbe essere quello di svilupparli entrambi per promuovere cambi di prospettiva, visioni ricche dei diversi punti di vista, spirito critico, messa punto di strategie operative e di modalità di lavoro per gruppi ricchi dei diversi contributi personali.

Maria Montessori; educare alla libertà e all’indipendenza

Quello che sicuramente si sperimenta nelle classi funzionanti a metodo Montessori è un diverso approccio ai problemi e agli apprendimenti.

Ogni bambino segue liberamente il proprio pensiero ed elabora personalmente le proprie strategie.

L’insegnante osserva, accompagna se necessario, ma non detta la via.

Ogni bambino raggiunge e conquista i propri apprendimenti per scoperte dirette secondo i propri tempi e i propri talenti.

L’indipendenza dell’agire genera sicurezza nelle proprie capacità e favorisce l’attivazione di nuovi percorsi e nuove scoperte in un processo virtuoso di apertura al mondo, alla vita e alla conoscenza lungo tutto il percorso di crescita.

Attività: il lampo di genio di László József Bíró

Una scheda per raccontare la storia di László József Bíró e della sua straordinaria invenzione.

Equivalenze geometriche, frazionarie e numeriche

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“Il bambino è la più grande e confortante meraviglia della natura; non un essere senza forza, ma costruttore della sua intelligenza. L’essere che, guidato da un maestro interiore, lavora infaticabilmente con gioia e felicità, secondo un preciso programma, alla costruzione di quella meraviglia della natura che è l’uomo. Noi insegnanti possiamo soltanto aiutare l’opera già compiuta.” 

M.Montessori

I bambini imparano per scoperte.

Anche la matematica.

In realtà i bambini non imparano; i bambini costruiscono. 

E lo fanno in modo naturale, senza costrizioni o imposizioni. 

Esattamente come naturale è  il percorso che li porta a parlare e a camminare, naturale sarà il percorso che li porterà verso la conoscenza e la formazione integrale del proprio essere e delle proprie specificità.

Anche per la matematica non c’è niente di diverso, nonostante noi adulti spesso non la pensiamo così; l’approccio con cui i bambini iniziano ad esplorarla è identico a quello con cui esplorano tutto quanto li circonda: curiosità e interesse.

il metodo Montessori mette a disposizione un ambiente scientificamente strutturato in cui i bambini sono naturalmente stimolati a fare e a provare.

La mano, instancabile, lavora, con costanza e concentrazione.

La mano è in continuo movimento e il cervello segue, struttura, riflette, si sviluppa e concettualizza.

Mano e cervello sono inscindibili.

Materiali scientificamente progettati, oggetti da usare, prove da fare, errori su cui riflettere e la possibilità di correggersi da soli, portano i bambini ad un instancabile lavoro che nutre e dà fiducia, che non blocca e non reprime.

La mano resa libera di esplorare.

La mente resa libera di seguire interessi e curiosità.

Anche il materiale montessoriano per l’apprendimento della matematica, alla stregua di tutti gli altri, consente ai bambini di sperimentare e scoprire attraverso il fare fino all’acquisizione di concetti e procedure che sottendono i più grandi processi matematici, non si “rivelano” da soli per scoperta.

E quale apprendimento è più duraturo se non quello nato dalla scoperta e dalla soddisfazione?

Ad ogni materiale si aggiungono poi attività strutturate dall’insegnante a completamento e corredo del materiale concreto.

Attività sulle equivalenze

Materiale autocorrettivo per la risoluzione delle equivalenze:

trovare l’equivalente del numero nella colonna colorata muovendosi sulla scala del metro tra multipli e sottomultipli.

Concretizzare la matematica con le tavole Montessori

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Il metodo non si vede: ciò che si vede è il bambino […] si vede l’anima del bambino che, liberata dagli ostacoli, agisce secondo la propria natura

Maria Montessori

I materiali per l’apprendimento della matematica proposti da Maria Montessori offrono ai bambini le chiavi per comprendere concetti e procedure matematiche in modo concreto, sereno e autonomo.

L’utilizzo dei materiali di sviluppo permette ai bambini di fare da soli e di seguire quella spinta interna che li porta ad apprendere in modo naturale.

Il metodo Montessori per la matematica comprende una serie di tavole che, una volta presentate dall’insegnante, vengono utilizzate in modo spontaneo e secondo i tempi e i ritmi di ciascuno.

Attraverso il loro ripetuto utilizzo i bambini procedono nei loro apprendimenti secondo percorsi differenti, accomunati dall’approccio di scoperta e conquista, fattori capaci di rendere indimenticabile ogni apprendimento e fondamentali per lo sviluppo dell’autonomia e dell’autostima.

Tavole di Seguin, tavole del 100, tavole per l’addizione e la sottrazione, tavole per la divisione e la moltiplicazione, tavola per i numeri decimali…

L’utilizzo della “tavola gialla”, così come viene comunemente chiamata la tavola dei decimali, consente a bambini e bambine di operare concretamente e autonomamente con i numeri grandi e piccoli, avviandoli gradualmente alla comprensione dei numeri decimali.

Le tavole continuano ad essere scelte ed utilizzate finché i bambini non si sentono sicuri di poter operare senza.

Così, in modo estremamente graduale, naturale e autonomo, bambini e bambine operano divisioni con numeri interi e decimali per 10, 100 e 100 senza incertezze e indecisioni e se un’indecisione rimane, il materiale è sempre a disposizione per risolverla senza dover chiedere aiuto.

La tavola gialla risulta estremamente indicata anche per presentare le equivalenze permettendo di visualizzare e concretizzare multipli e sottomultipli.

Attività

La tavola gialla può essere costruita in economia e con materiali che tutti abbiamo a disposizione.

La risorsa video mostra le fasi di costruzione e di utilizzo; sulla pagina dedicata del blog è possibile reperire risorse per la costruzione autonoma di numerosi materiali montessoriani.

Proposte di attività per le divisioni per 10, 100 e 1000

Le carte per le divisioni scaricabili possono essere utilizzate in parallelo alla tavola gialla o dopo; le stesse carte possono però anche essere utilizzate indipendentemente dalla tavola.

Altro materiale è scaricabile dalla pagina dedicata alle divisioni per 10, 100 e 1000

Educazione alla pace: diverso come uguale

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La sfida dell’educazione alla pace sta proprio nel creare le condizioni affinché il rapporto possa alimentarsi non solo nella simpatia ma anche nella discordanza e nella diversità

Daniele Novara

La pace non è assenza di conflitto, come erroneamente si pensa, anzi si riconosce come tale se è in grado di mantenere viva, positiva e costruttiva la relazione anche e soprattutto nella divergenza.

Ed è un esercizio costante quello che ci porta fin da piccolissimi a decentrarsi, a “mettersi nei panni di” per capire, provare, sviluppare empatia.

Pace non significa tollerare, ma costruire partendo proprio dalle differenze, dai contrasti e dalle divergenze .

La pace non è una condizione di immobilità, ma il risultato della continua ricerca di strategie e soluzioni che possano ricreare un equilibrio tra le parti.

La scuola è senza dubbio l’ambiente per eccellenza dove stando insieme, giorno dopo giorno, si impara a stare insieme.

All’interno del gruppo classe, bambini e bambine hanno infatti la possibilità di “esercitarsi” nella costruzione continua di uno stato di pace.

Le molteplici relazioni che i bambini instaurano con i coetanei all’interno del gruppo classe nei più diversi contesti e situazioni, offrono loro la possibilità di sperimentare sulla propria pelle e in modo concreto la necessità di ricercare equilibri per costruire una situazione di benessere per tutti.

Studio, ricerca, gioco libero, individuale o di squadra, attività di gruppo o collettive, di coppia o di tutoraggio, creative e ricreative rappresentano una vera palestra emozionale utile e necessaria non solo a sviluppare relazioni, ma per imparare a mantenerle in una ricerca quotidiana e costante di equilibri ed alleanze.

Contesti e relazioni, divergenze ed equilibri, contribuiscono a generare consapevolezza di se stessi e degli altri nel riconoscimento oggettivo delle reciproche differenze e punti di vista.

E in una società dove l’apparenza ha indubbiamente il suo peso, questo percorso di ricerca verso la consapevolezza di sé e degli altri non è mai scontato…

Attività

Gianni Rodari in “Pesi e misure” , con pochi versi e con la sua tipica leggerezza, pone l’accento non solo sugli stereotipi che determinano ruoli predefiniti fortemente sigillati in norme sociali, ma anche sul diritto dei bambini a crescere liberi da stereotipi per costruire una società non discriminatoria.

Vedere oltre le figure e oltre i numeri

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 Bambini e bambine, ragazzi e ragazze hanno sempre maggiore difficoltà a soffermare lo sguardo su ciò che li circonda.

Lo guardo fugge e sfugge; non si sofferma e difficilmente genera curiosità.

In un’epoca in cui l’immagine domina, sovrasta e corre vertiginosamente togliendo spazio e tempo alla riflessione individuale, è sempre più importante educare ad osservare e a posare lo sguardo con attenzione e cura.

Educare a osservare dunque per operare confronti e porsi domande in grado di attivare processi personali e costruttivi.

Emma Castelnuovo, grande matematica e innovatrice dell’insegnamento della matematica nei vari ordini di scuola, ha sottolineato la crescente perdita di durata del nostro guardare.

Vedere oltre le figure e oltre i numeri

 questo il suo grande insegnamento.

Matematica dunque non come passaggio dal concreto all’astratto ma, al contrario, per dare dare e restituire spessore, senso e concretezza ad uno sguardo ormai troppo assuefatto che, fermo sulla superficialità delle cose non riesce ad andare oltre.

Una matematica totalmente diversa quella proposta da Emma Castelnuovo; una matematica che si snoda e si definisce gradualmente attraverso una successione di scoperte e riflessioni; una matematica attiva, che scaturisce solo e soltanto dalla realtà e dal fare con le proprie le mani , non dai tecnicismi .

E allora perchè non posare lo sguardo sulla nostra città e andare oltre a quello che abbiamo sempre visto?

Cerchiamo forme nell’aria, figure nello spazio, misure intorno sopra e sotto di noi.

Diamo ai bambini la possibilità di mettersi all’opera e fare matematica con gli occhi e con le mani.

Laboratorio itinerante

Ma…è possibile misurare la propria città?

Certo che sì!

Si possono misurare le sue vie, le lunghezze e le larghezze delle sue piazze, i basamenti delle sue statue, gli scalini di una chiesa e le lastre, piccole e grandi, che ricoprono le vie in un gioco senza fine.

Metro, decametro e doppio decametro.

Carta e penna.

Basterà sommare, fare differenze, moltiplicare e dividere e la città si svelerà sotto altri aspetti.

Misure, forme, figure.

Una curiosità senza fine che porterà bambini e bambine a guardarsi finalmente intorno con occhi diversi alla ricerca di nuove scoperte e curiosità da soddisfare.

Risorsa video dell’esperienza: misuriamo la città

Notte di San Lorenzo

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Stelle.

Cento, mille, milioni.

Stelle splendenti dai nomi importanti.

E quelle che un nome non ce l’hanno?

Splendono forse meno delle altre?

Con questa poesia, dedicata alla notte di San Lorenzo, G.Rodari sembra riflettere sull’immensità dell’universo e sull’alone di magia e di mistero che da sempre lo circondano.

Non sono solo le stelle “altisonanti” ad illuminare la notte; anche la più piccola, quella di cui nessuno si cura, regala alla notte tutta la sua splendida luce…

Per un futuro sostenibile

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“Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo”. (Maria Montessori)

In tempi in cui non si parlava ancora di cambiamenti climatici e di catastrofi ambientali, M.Montessori sentiva forte e impellente la necessità di ripensare e ricostruire il rapporto tra uomo e natura e trovava nell’educazione l’unica possibilità per farlo.

Attraverso l’educazione cosmica, Maria Montessori ribalta gli schemi educativi di allora e parla di una educazione nuova, un’educazione ecologica, improntata alla pace e alla mondialità, capace di guidare i bambini e le bambine verso l’amore per la vita in tutte le sue forme.

A centocinquanta anni di distanza, finalmente, siamo arrivati alle stesse conclusioni e percepiamo la scuola come luogo di elezione per attivare progetti educativi sull’ambiente, la sostenibilità, il patrimonio culturale e la cittadinanza globale.

I bambini e le bambine di oggi saranno i veri e unici artefici del cambiamento necessario per salvaguardare la salute del Pianeta.

Educhiamo allora alla responsabilità e alla consapevolezza.

Educhiamo attraverso il fare; rendiamo visibile il cambiamento.

Facciamo passeggiate, a piedi e in bicicletta; immergiamoci nella natura.

Aboliamo le merende preconfezionate e le bottigliette usa e getta.

Non sprechiamo acqua, né cibo.

Spengiamo le luci; eliminiamo il superfluo.

Siamo creativi: ricicliamo e immaginiamo.

Non c’è cambiamento senza immaginazione.

Differenziamo i rifiuti, diamo vita alle compostiere e lasciamo che vermi e insetti trasformino gli scarti in fertilizzante naturale.

Coltiviamo piccoli orti, riempiamo balconi e davanzali di fiori e verdure.

Piantiamo alberi dove possibile.

Stacchiamo la spina.

Educhiamo ad ascoltare il silenzio e a riconoscere la voce sommessa della natura.

Apriamo le porte delle aule e lasciamo che gli spazi esterni siano luoghi privilegiati di esperienze formative, inneschiamo curiosità, processi e connessioni.

Iniziamo oggi.

Iniziamo subito.

Attività: parole crociate, nascoste, crittogrammi e giochi matematici