Month: Marzo 2022

M.Montessori e i piani di sviluppo

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«La mano è quell’organo fine e complicato nella sua struttura, che permette all’intelligenza non solo di manifestarsi, ma di entrare in rapporti speciali con l’ambiente» M. Montessori

 

M. Montessori individua quattro diversi piani di sviluppo che si succedono durante la crescita di ogni individuo:

1-infanzia ( 0-3, 3-6 anni)

2-fanciullezza (6-12 anni)

3-adolescenza (12-18 anni )

4-giovinezza ( 18-24 anni)

Per ognuno di questi periodi, delinea un preciso progetto educativo teso a sviluppare le potenzialità del soggetto in via di sviluppo.

I periodi individuati evidenziano cambiamenti tanto forti ed evidenti che“…taluni psicologi, esagerando nell’intento di chiarire il concetto, hanno asserito che la crescita è una successione di nascite”(M.Montessori, “Educazione per un mondo nuovo”)

Le differenze tra queste fasce di età sono abissali , ma l’approccio montessoriano è sempre unico: quello del fare.

Fare per comprendere e capire, fare per riflettere e creare, fare per cambiare e generare.

I materiali di sviluppo e la matematica-attività in classe

I materiali di sviluppo sono progettati per sviluppare la mente matematica generando strutture cognitive via via più complesse.

I materiali di sviluppo rappresentano infatti, un vero e proprio ponte materiale fra le astrazioni necessarie allo sviluppo intellettuale e le mani.

L’utilizzo delle mani non è fine a se stesso, ma chiama in causa più sensi contemporaneamente.

Attraverso i materiali, i bambini lavorano in modo totalmente coinvolgente con strutture visibili riconoscendo schemi, forme e regolarità.

Una matematica concreta, visibile e intuibile.

Una matematica fatta di perle colorate , di serpenti positivi e negativi, di francobolli e telai.

Una matematica che invita a contare, a trovare in modo sperimentale e concreto strategie di calcolo veloce.

Una matematica che piace e che attrae.

Dopo un percorso sperimentale di questo tipo è possibile guidare i bambini a esplicitare le strategie per il calcolo veloce applicate in modo naturale e intuitivo guidandoli all’estrapolazione delle proprietà matematiche sottese.

Il libro stampabile de “Le proprietà delle quattro operazioni” può diventare una strumento da affiancare ai materiali di sviluppo in uso per dare nomi precisi a schemi e strategie.

La famosa invasione degli orsi in Sicilia-Dino Buzzati

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“A una certa età tutti voi, uomini, cambiate. Non rimane più niente di quello che eravate da piccoli. Diventate irriconoscibili”Dino Buzzati

La famosa invasione degli orsi in Sicilia è un romanzo scritto e illustrato da Dino Buzzati pubblicato a puntate sul Corriere dei Piccoli nel 1945 ; nello stesso anno viene pubblicato anche in volume in un’edizione completamente rivista.

Buzzati amava definirsi un disegnatore e poi uno scrittore; disegno e scrittura erano per lui inscindibili e, in effetti, sarebbe difficile pensare ad una modalità illustrativa diversa rispetto a quella da lui utilizzata nel romanzo.

I disegni, ricchi di particolari, minuti, complessi nella loro “semplicità”raccontano davvero molto, quanto le parole del testo e ancora altro, in modo diverso…

Il romanzo è una fiaba stupenda in cui si racconta della guerra tra il Granduca di Sicilia e Re Leonzio, sovrano degli orsi.

Una guerra in cui sono coinvolti personaggi fantastici come il sanguinario Gatto Mammone, gli spettri di Rocca Demona e i cinghiali volanti di Molfetta; una guerra in cui battaglia dopo battaglia, re Leonzio conquista il trono di una Sicilia un po’ sconosciuta, remotissima e fantastica.

Ma la sua vittoria non rappresenta certo la fine della storia, ma l’inizio di un’altra.

I leoni, fino ad allora uniti e leali tra di loro e in simbiosi con la natura che li circondava, iniziano piano piano a comportarsi come gli uomini.

Vizi e virtù umane diventano i vizi e le virtù degli orsi che iniziano così a perdere ciò che di più bello avevano: unità, lealtà e rispetto e cura

Per fortuna però, almeno per gli orsi, ci sarà un finale di redenzione e di ritorno all’originario stile di vita sociale fatto di rispetto reciproco e amore per la natura.

Il libro, ovviamente può essere letto in chiavi riflessive più o meno profonde, ma in qualsiasi modo venga letto, emergono la necessità di un cambiamento nel rapporto tra uomo e natura e tra uomo e uomo.

Un libro metaforico e quanto mai attuale, sicuramente da leggere.

La favola di Buzzati affronta infatti temi importanti e quanto mai attuali e cogenti come

-Il confronto tra natura e civiltà 

-la natura dell’uomo con i suoi vizi e le sue virtù

-la necessità di un cambiamento per ristabilire un equilibrio tra uomo e natura

-la guerra: né vinti né vincitori

Del fantastico romanzo è stato fatto anche un film di animazione con la regia di Lorenzo Mattotti; il film, sicuramente da vedere, è fedelissimo al testo originario.


Precedente o successivo? una tavola concreta per la riflessione

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Una tavola per riflettere sui numeri in modo concreto e operativo lungo la linea di successione.

Una tavola semplice da realizzare con poche mosse e con materiale si recupero, ma estremamente efficace.

La tavola permette ai bambini di lavorare con piacere sulla linea dei numeri alla ricerca dei numeri precedenti e successivi rispetto ad un primo numero scelto; l’attività permette di strutturare cognitivamente il concetto di precedente e successivo, numerico e non .

Mano intelligente che cerca, pone e dispone, prova e riprova; mente che si struttura in schemi via via più complessi.

La tavola- costruzione e modalità d’uso

Basta una semplice tavola do cartone con i simboli matematici, a sinistra quello di minore e a destra quello di maggiore; sotto i simboli una sottile asta incollata sulla tavole con tre chiodi fissati sotto i simboli ed uno al centro.

Lungo l’estremità inferiore della tavola, la linea dei numeri di riferimento.

Una serie con i cartellini dei numeri.

I cartellini possono riportare le immagini delle perle montessoriane se in uso oppure no.

L’attività consiste nel prendere casualmente un cartellino e posizionarlo sul chiodo centrale della tavola; aiutandosi con la linea dei numeri di riferimento, a sinistra e a destra, devono essere posizionati i cartellini con il numero precedente e successivo rispetto a quello centrale.

L’attività può essere ripetuta fino all’acquisizione del concetto, può essere registrata sul quaderno oppure no e si presenta particolarmente utile anche per bambini con difficoltà specifiche di apprendimento.

Educare al riuso e al riciclo creativo

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Riusare e riciclare presuppone indubbiamente la capacità di approcciarsi in modo sempre nuovo e diverso nei confronti di ciò che ci circonda e un’educazione che sviluppa questo tipo di approccio stimola necessariamente un nuovo modo di guardare le cose.

Riusare e riciclare non solo per mettere in moto creatività e immaginazione, ma soprattutto per rendere ognuno responsabile in prima persona nei confronti dell’ambiente in cui viviamo.

L’educazione tesa a dare nuova vita a ciò che ormai non ne avrebbe più, non deve limitarsi a proporre momenti dedicati, ma trovare spazio e senso nella quotidianità; solo così assume valore etico e educativo e “recupera” quel prezioso senso di rispetto e di cura necessari per un futuro sostenibile. .

Attività in classe

Esprimersi creativamente e artisticamente attraverso materiale di recupero e di riciclo è possibile e divertente; basta mettere a disposizione dei bambini materiali e oggetti di vario genere stimolandoli a vedere in quegli stessi materiali e in quegli stessi oggetti qualcosa che vada ben oltre la funzione per cui li conosciamo.

L’educazione al riuso e al riciclo in modo sistematico, non solo stimola la creatività e il pensiero divergente, ma genera soddisfazione creativa che, a sua volta, porta alla ripetizione spontanea e naturale dell’atto soddisfacente e quindi ad una vera e propria abitudine al ri-utilizzo creativo.

Non si tratta infatti di mettere semplicemente tra le mani dei bambini i vasetti dello yogurt da riempire di terra per la semina o proporre loro di fare cornici con le matite corte; la proposta di queste o di altre attività simili, senz’altro meritorie e gratificanti, rientrano nella prassi “preconfezionata” del riuso, si tratta in questo caso di andare oltre il consueto, oltre il noto.

Per creare qualcosa, dobbiamo, prima di tutto, imparare ad osservare.

Osservare gli oggetti in modo diverso “staccandoli” dal loro modo proprio di usarli per maneggiarli, sovrapporli, tagliarli, strapparli, cucirli, accartocciarli, manipolandoli in qualsiasi modo possa venirci in mente.

I bambini sono i veri maestri in questo, basta dare loro le occasioni.

Occasioni per inventare e creare, ognuno a modo suo, secondo l’estro del momento

Non ci sonno limiti legati all’uso, al numero o all’assemblaggio degli oggetti a disposizione, l’importante è l’idea creativa sottesa e la realizzazione del prodotto finale che sarà sicuramente un’opera artistica assolutamente personale.

Molte sono state le piccole occasioni nelle nostre giornate scolastiche per ri-creare e dare nuova vita ad oggetti e materiali, ma il Dantedí ce ne ha data una davvero speciale da realizzare tutti insieme.

L’idea era quella di realizzare un’installazione a grandezza quasi naturale della leggenda di “Dante e l’uovo”.

Nessuno aveva mai realizzato qualcosa di tanto grande…

A terra c’erano materiali e oggetti di diverso tipo, con un’unica caratteristica comune: scarti di fabbrica e materiali di recupero.

Niente è stato comprato, se non la colla…

Dal disegno della sagoma siamo passati alla costruzione del sasso e a dare rotondità ai personaggi.

Ci voleva tanta carta.

Dove cercarla?

I cestini salvacarta delle classi e una colletta di vecchi quotidiani sono stati più che sufficienti…

Tutti i bambini e le bambine erano simultaneamente all’opera: chi per cucire, chi per provare un pezzo invece che un altro, chi per decorare, chi per ritagliare incollare…

Tutti all’opera e sicuramente tutti, davvero tutti, molto concentrati e divertiti.

L’esperienza è stata indimenticabile e riproponibile in occasioni diverse.

Video ricostruzione dell’esperienza

Cavalieri di coraggio- Gianni Rodari

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In cuore abbiamo tutti un Cavaliere

pieno di coraggio,

pronto a rimettersi sempre in viaggio

Gianni Rodari

Di fronte alla realtà quotidiana, quale messaggio migliore di quello che Rodari sa darci in questa poesia, per sperare in un domani migliore?

Il Cavaliere errante, Kandinskij

In un mondo pieno di odio e di guerra, dobbiamo ancora trovare il coraggio di sperare; in un mondo pieno di angosci a e di tristezza, dobbiamo ancora trovare il coraggio di sostenere; in un mondo carico di disperazione, dobbiamo ancora trovare il coraggio di consolare; in un mondo pieno di sfiducia, dobbiamo ancora trovare il coraggio di credere in un domani migliore.

E come? Mettendosi in viaggio.

Passo dopo passo…

Don Chisciotte 

O caro Don Chisciotte,
o Cavaliere dalla Triste Figura
girasti il mondo in cerca d’avventura,
con Ronzinante e Sancio il tuo scudiere,
pronto a combattere senza paura
per ogni causa pura.

Maghi e strgoni ti facevano guerra,
e le pale incantate dei mulini
ti gettavano a terra;
ma tu, con le ossa rotte,
nobile Don Chisciotte,
in sella rimontavi e, lancia in resta,
tornavi a farti rompere la testa.

In cuore abbiamo tutti un Cavaliere
pieno di coraggio,
pronto a rimettersi sempre in viaggio,
e uno scudiero sonnolento,
che ha paura dei mulini a vento…
Ma se la causa è giusta, fammi un segno,
perché – magari con una spada di legno –
andiamo, Don Chisciotte, io son con te!

La Divina Commedia tra miniature e capolettere

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Tra le tante occasioni offerteci dal Dantedì, non ultima è stata quella dell’osservazione dei testi antichi.

Un’uscita all’archivio di Stato e una ricerca svolta su internet, hanno portato i bambini e le bambine della classe a conoscere testi completamente diversi dai nostri dando loro la possibilità, se non di toccare con mano, di osservarne attentamente dimensioni e caratteristiche: lettere, miniature e capolettere.

Il più osservato e ammirato è stato indubbiamente il manoscritto miniato con il testo splendidamente arricchito da illustrazioni e decorazioni.

Ma anche le consonanti e le vocali ad inizio frase hanno destato non poca curiosità per le loro linee finemente elaborate con cornici ornamentali e disegni di ogni tipo, tanto da renderle solo in un secondo momento riconoscibili come lettere e non come disegni veri e propri.

Dall’osservazione è nata la voglia di provare.

Pennarelli e tessere di legno di recupero, e per questo di varie dimensioni, sono bastate per dare il via ad uno splendido laboratorio artistico.

Ogni bambino della classe ha riprodotto una delle le lettere che compongono il nome del sommo poeta.

Fantasia e creatività non sono certo mancate e domani, in occasione della mostra per il Dantedì, anche le miniature troveranno senz’altro il loro spazio.

Matematica: un’educazione al saper vedere

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M. Montessori ed Emma Castelnuovo: mani e mente per una matematica davvero inclusiva

...perché la mente è meno democratica delle mani-Emma Castelnuovo
Laboratorio di geometria intuitiva

La geometria è vedere con gli occhi della mente.

É vedere i mutamenti e le trasformazioni, è percezione di movimento, non di staticità.

Ma poiché, come amava dire la grande matematica, la mente è meno democratica delle mani, per dare la possibilità a tutti di fare scoperte è necessario utilizzare strumenti che permettano di vedere la dinamicità delle forme e le trasformazioni delle figure individuandone in modo intuitivo le regole e le proprietà sottese.

Emma Castelnuovo progettò modi concreti per rendere visibile la matematica e lo fece con materiali semplici e alla portata di tutti, ma fondamentali per intuire e scoprire.

Ancora una volta in Emma Castelnuovo, come in M. Montessori, l’apprendimento emerge con tutta la sua forza attiva, creativa e costruttiva.

Semplici spaghi, elastici e barrette di ferro, plastica o cartone offrono infinite possibilità per comprendere anche i concetti più difficili che, solo in un secondo momento, giungono al grado della concettualizzazione e dell’astrazione.

Emma Castelnuovo insegnava a guardare, a guardare per osservare le trasformazioni che ogni giorno avvengono intorno a noi: il ritmo delle foglie che nascono sui ramoscelli a primavera, le cento diverse forme di ellissi che disegna a terra l’ombra del cerchio di un segnale stradale esposto al sole o di qualsiasi altro oggetto di qualsiasi altra forma che ci circonda…

Osservare con pazienza e cura.

Porsi domande e sperimentare e…scoprire.

Attività in classe:

Sperimentare la geometria e le proprietà delle figure attraverso la manipolazione che ne permette la trasformazione dinamica.

Attraverso 4 listelli fermati nel punto medio da una vite e collegati alle estremità con degli elastici si possono intuire un sacco di cose.

Osservare quel quadrato non è come disegnarlo, perché basta allontanare o avvicinare tra di loro le aste che tutto cambia e il quadrato…non c’è più!

Con poche mosse tutti scoprono che si trasforma in un rombo scoprendo che è anche un rombo, ma allora cos’è che fa di un quadrato “un quadrato” e lo distingue dal rombo?

E il rombo a sua volta lo posso considerare un parallelogramma?

Attraverso domande precise, che si possono fare all’interno di una lezione dialogata con gli strumenti tra le mani che permettono di materializzare quanto viene detto o ipotizzato si possono fare mille scoperte.

manipolando il triangolo, ad esempio, i bambini toccano con mano (ed è proprio il caso di dirlo!) che è una figura rigida e fissa che non permette dinamicità e trasformazioni.

Il triangolo non si muove, mentre gli altri poligoni si trasformano tra le mani, il triangolo no. Ed è una scoperta impagabile che non può essere paragonata ad alcuna definizione. la scoperta, altro che definizioni!
Si continua cercando la struttura del triangolo immaginando gli oggetti che abbiamo a casa, dalle assi che reggono la tavola per il ferro da stiro, al cavalletto, all’architettura, e perché no anche nel corpo umano, quando allarghiamo le gambe per essere più stabili…

E perché, avendo a disposizione listelli di misure diverse, alcuni triangoli “non si chiudono”?

Si prova, si cambia e si misura fino a alla scoperta della proprietà: per costruire un triangolo la somma di 2 lati deve essere maggiore del terzo lato…

Non servono definizioni da imparare, bastano le mani per provare…

E il rettangolo? Si trasforma in un parallelogramma.

Ma … trasformando le figure i perimetri cambiano?

E le aree?

Le scoperte sono state tantissime e come tutte le scoperte, entusiasmanti e profonde.

L’Inferno di Dante a fumetti realizzato dai bambini per i bambini

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E quindi uscimmo a riveder le stelle (Inferno XXXIV, 139)

L’idea di realizzare un fumetto è nata nel precedente anno scolastico, quando, iniziate le attività per la celebrazione del Dantedì i bambini e le bambine della classe, hanno manifestato un inaspettato vivacissimo interesse per l’Inferno.

Letture di parti integrali ed altre adattate, disegni del Dorè e illustrazioni recenti hanno alimentato la fantasia dei bambini e delle bambine e fatto nascere la voglia di disegnare e raccontare a loro volta.

In poco tempo il fumetto è stato realizzato e, dopo la mostra, donato in segno di gratitudine alla biblioteca cittadina dove i bambini e le bambine della classe partecipano a numerosi laboratori e letture animate e dove scelgono i libri da prendere in prestito; un luogo davvero importante.

Il fumetto però è rimasto nei cuori di tutti e quest’anno abbiamo pensato di rivisitarlo dandogli voce.

Quello che presento è il prodotto finale.

E nel prodotto finale sono racchiusi attimi, parole, suoni momenti e giornate che, sicuramente, hanno lasciato traccia in ognuno di noi. Una traccia da custodire gelosamente e questa rivisitazione ne è stata una preziosa occasione.

link per visualizzare il fumetto

La rupe di Dante tra Lucca e Pisa

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Questi pareva a me maestro e donno,
cacciando il lupo e’ lupicini al monte
per che i Pisani veder Lucca non ponno.
(Inferno XXXIII, vv 28-30)

È Ugolino di Guelfo della Gherardesca, conte di Donoratico, immerso nell’atmosfera tragica e sofferente del nono cerchio infernale, dove scontano la loro pena i traditori, a pronunciare queste parole. 

Un po’ di storia

Il conte Ugolino nel 1285 aveva ottenuto la signoria del comune di Pisa con il titolo di podestà, e fin da subito, fu odiato dai suoi concittadini perché, per motivi politici, aveva ceduto ai Lucchesi i castelli di Ripafratta, Bientina e Viareggio e ai Fiorentini quelli di Fucecchio,  Santa Maria a Monte, Castelfranco e Montecalvoli, che fino a quel momento erano sotto il dominio pisano. 

L’accusa di tradimento della patria fu il motivo della sua condanna e della sua straziante morte all’interno della torre, oggi chiamata “torre della fame”

Torre della fame, Piazza dei Cavalieri, Pisa

Durante l’incontro nel girone infernale, il Conte Ugolino racconta a Dante un sogno premonitore che aveva fatto quando era ancora in vita. 

Protagonista è l’arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini, colui che lo imprigionò nella torre insieme ai figli. 

Ugolino aveva sognato Ruggieri nelle vesti di un cacciatore che capeggiava una brigata intenta a dare la caccia a un lupo e ai suoi piccoli sul monte San Giuliano che scherma ai Pisani la vista di Lucca.

Nel sogno, Ruggieri si faceva precedere dalle famiglie ghibelline dei Gualandi, dei Sismondi e dei Lanfranchi, che mettevano sulle tracce dei lupi, delle cagne macilente e fameliche: il lupo e i piccoli erano stanchi per la corsa e venivano raggiunti dalle cagne, che li azzannavano.

Ancora oggi il sentiero che si snoda tra quei boschi prende il nome del Sommo Poeta: passo di Dante e proprio lì è stata posta una lapide su cui sono riportati e versi del XXXIII canto dell’Inferno.

Nel 1963 Boccio, uno scultore emigrato in Venezuela e rientrato in paese nel 1921, realizzò il busto di Dante che nel 1963 fu posto proprio al di sopra della lapide.

Il passo si trova  a 215 metri sul livello del mare e su una rupe si può trovare il busto di Dante, recentemente ristrutturato.

É una bella passeggiata sicuramente da consigliare e da gustare ripercorrendo, passo dopo passo, i versi di Dante e godendo della suggestiva vista che la rupe offre: nelle giornate limpide, volgendo lo sguardo verso la costa, spuntano lungo l’orizzonte il profilo della Gorgona e, sullo sfondo, le montagne della Corsica. 

Primavera…

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Perché il tepore dell’aria primaverile possa rendere i nostri cuori più leggeri e perché i nostri occhi possano vedere orizzonti diversi perdendosi negli azzurri disegni degli uccelli in volo…

BRILLA NELL’ARIA

Primavera d’intorno.
Brilla nell’aria
e per li campi esulta,
si’ ch’a mirarla intenerisce il core
odi greggi belar, muggire armenti
e gli altri augelli contenti
a gara insieme,
per lo libero ciel
fan mille giri,
pur festeggiando il lor tempo migliore.

Giacomo Leopardi

Dantedì

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Dante non lo sapeva

Dante non lo sapeva
che dopo tanto viaggiare sperare che lei l’amatissima alle fine proprio lei, lei, rivelasse che il cuore celeste e la carne che portiamo hanno stessa natura di stella oppure fuoco per scaldare
o rosa protetta da spine.

Dante non lo sapeva
quanto infine freddo
sia al suo culmine l’inferno da scalare a mani nude, quante anime vaganti
il pianto tolgano dagli occhi e pietà da pregare Dio anche chi a Dio non crede.

Dante non lo sapeva
cosa siamo diventati
e dove andremo e cosa dalle sue labbra
ci dirà il futuro,
ma conta davvero in fondo sapere o ciò che salva
e altro ed è tutto
in questo andare
incontro dopo incontro
in cieca e lucente obbedienza d’amore.

Daniele Mencarelli

Anche quest’anno, ci avviciniamo al tanto atteso Dantedì e, in Italia e nel mondo, giovani di ogni età ne celebrano il poeta e la sua opera.

Il 25 marzo è il giorno in cui gli studiosi riconoscono l’inizio del viaggio letterario di Dante nell’aldilà; l’idea di farne una celebrazione ricorrente è nata da un’idea del giornalista del “Corriere della Sera” Paolo Di Stefano e del presidente onorario della Crusca Francesco Sabatini.

L’iniziativa è stata ufficialmente istituita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo nel gennaio 2020 e da allora ha raccolto l’adesione di numerose istituzioni culturali, università e scuole facendone un evento straordinariamente giovane.

Può sembrare strano, ma Dante sa affascinare e appassionare anche i più piccoli che si trovano catapultati in un regno fantasy dove i colpi di scena e la suspence tengono accesa e viva la curiosità.

Personaggi conosciuti e non, animali feroci e fantastici, pene incredibili e anime ovunque…

Ci sono tutti gli ingredienti per emozionare, oggi come ieri.

Riporto in questa pagina alcune attività che possono essere presentate in classe per conoscere non solo Dante e la sua opera principale, ma anche la numeralogia, le metafore e le allegorie, la metrica e il conteggio delle sillabe e la geografia dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, ma anche cruciverba e giochi con le parole nascoste

Un modo nuovo e diverso anche per “imparare” a giocare con le parole e con ciò che hanno il potere di richiamare.

La rivoluzione di Gianni Rodari

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Chiedo scusa alla favola antica se non mi piace l’avara formica,
Io sto dalla parte della cicala che il più bel canto non vende, regala

"Alla formica", Gianni Rodari

Quella di Rodari è una rivoluzione mite e silenziosa, ma non per questo inefficace.

Sicuramente è una rivoluzione che non fa rumore, ma possibile.

É una rivoluzione che nasce dalla forza dell’immaginazione, della parola e dalla fiducia nell’altro.

É una rivoluzione che trova la sua forza nella creatività.

Una creatività generatrice e come tale in grado di generare cambiamento.

Cambiare è sempre possibile, ma solo se possiamo trovare la spinta creativa e la visione immaginativa che ne scaturiscono.

E cosa, e come immaginare se non uscendo dal consueto, dal già noto e dal già fatto?

Uscire, uscire dallo stereotipo, uscire dal solito modo di vedere le cose per ribaltare finalmente la situazione.

Solo così la cicala non sarà più una perditempo nullafacente, ma un’altruista e generosa che dà senza che niente le venga chiesto e solo così, la formica, ancora prudente e saggia ma solo per puro egoismo, emergerà come colei che niente dà all’altro se non un lagnoso vittimismo…

E allora…inventiamo storie.

Inventiamo storie in grado di ribaltare le situazioni e chissà se questo uomo resterà sempre formica o se compirà quella rivoluzione mite e silenziosa fatta finalmente solo di sorrisi, altruismo, solidarietà e pace.

L’albero dei verbi- comprensione vs memorizzazione

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Comprendere la flessione del verbo non è certo semplice e procedere per memorizzazioni successive tra tempi e modi verbali non è mai una procedura consigliabile.

Maria Montessori, partendo dal presupposto che il bambino utilizza in modo corretto le parti del discorso, compreso il verbo nella gran parte delle sue forme e già in tenerissima età, ha strutturato una serie di attività per guidarlo alla riflessione sul verbo e sulla sua funzione all’interno del discorso portando alla luce ciò che possiede in modo implicito.

La sua proposta è giocosa e divertente, ma di stimolo alla riflessione.

Ai giochi e alle attività collettive, segue un’attività più sistematica di riflessione linguistica che parte dalla narrazione della favola delle parti del discorso fino ad attivare allo sviluppo delle scatole grammaticali

Alla famiglia del nome (articolo, nome aggettivo) si aggiunge, poco a poco, la famiglia del verbo (pronome, verbo, avverbio).

I simboli grammaticali

La favola delle parti del discorso ben chiarisce ai bambini la funzione delle diverse parti del discorso, portandoli in modo molto estremamente naturale al loro successivo riconoscimento all’interno delle frasi.

Ad ogni funzione corrisponde un simbolo; nove le parti del discorso, nove i simboli.

Le otto scatole grammaticali per l’apprendimento della grammatica procedono per riflessione e sistematizzazione dei vari cartellini ( suddivisi in base alla loro funzione e in modo da evidenziarne un’unica particolarità per volta) nella ricomposizione di una frase data.

L’albero dei verbi è un’attività aggiuntiva e divertente che permette ai bambini di riflettere sul verbo attraverso domande guida che stimolano anch’esse la riflessione.

Come la linfa, il cartellino dei verbi attraversa il tronco e i rami per arrivare alle foglie, ultima parte riflessiva prima dell’individuazione del tempo del verbo.

La strutturazione dell’albero dei verbi nasce da una ricerca svolta al Dipartimento di Scienze dell’Educazione “G.M.Bertin” all’Università di Bologna “Progettualità e interventi educativi nella dislessia”.

Il prodotto che ne nasce è l’albero dei verbi di cui presento un personale rielaborazione in una grande tavola operativa da sviluppare concretamente che risponde totalmente ai principi montessoriani.

Video di presentazione all’utilizzo

Attività per l’analisi grammaticale con i simboli e tavola di controllo

Il sapore di una lettera

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In un mondo in cui la velocità caratterizza in modo determinante la nostra vita, è sempre più importante riuscire a rallentare, a fermarsi.

Messaggi scritti, vocali, e-mail.

I suoni delle notifiche accompagnano ormai i nostri gesti quotidiani e ci chiamano a leggere e a vedere..

Un occhio di qua e uno di là, una mano impegnata a fare e l’altra a reggere il telefono…

Affidiamo alla messaggistica istantanea anche i sentimenti e i momenti più intimi e profondi.

Quasi senza distinzione.

Efficacia, efficienza, rapidità.

Sembra che niente possa più essere vissuto se non digitalizzato.

I nostri smartphone sono pieni di messaggi e di foto di istanti catturati.

Forse sarebbe necessario fare un passo indietro per ritrovare un modo diverso per essere ascoltati e per ascoltare.

Con calma, dedizione e cura.

Qualcuno ricorda ancora il profumo di una lettera?

E il suo sapore?

profumo di carta e sapore di attesa e di novità.

Cosa può esserci dietro una lettera?

Sicuramente, una persona che ha scelto di disconnettersi da tutto ciò che è ormai veloce consuetudine, per cercare una “connessione” diversa.

Una persona che ha deciso di dedicarsi a te, per raccontare e raccontarsi, per ascoltare ed essere ascoltata…

É qualcosa di estremamente bello, estremamente grande ed estremamente semplice.

Non potevo non tentare.

Così , in accordo con una collega di un’altra scuola, ho proposto ai bambini e alle bambine della classe di conoscere altri bambini ed altre bambine della loro stessa età attraverso uno scambio epistolare.

Può sembrare strano, ma si sono emozionati subito all’idea ed hanno atteso con ansia la loro prima lettera.

Ieri sono arrivate, in massa. C’era una lettera per ognuno.

Impossibile raccontare l’emozione della consegna delle lettere.

Tutti ad aspettare con trepidazione e poi a leggere. Subito.

Erano incredibilmente gioiosi!

E poi tutti a raccontarsi di quei nuovi amici tutti da scoprire…

Non c è stato bisogno di dire né chiedere niente.

Carta e penna.

E tutti si sono messi a scrivere e a raccontare.

E ora?

Ora sono già in trepida attesa delle risposte!!

Che sapore quello della lettera… indubbiamente quello della carta, dell’amicizia, dell’attesa, della novità e della gioia…