Month: Giugno 2023

Parola d’ordine per i compiti estivi: avventura!

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Avventura, una parola che rappresenta il senso di esplorazione, divertimento e scoperta che spesso caratterizzano le giornate estive.

Avventura può essere l’inizio di numerosi giochi linguistici:

Uno tra tanti potrebbe essere “Avventura a catena“: i giocatori devono creare una catena di parole che abbiano una connessione semantica con la parola “avventura”.

Ad esempio, un giocatore può iniziare con la parola “viaggio”, il successivo può dire “esplorazione” e poi ancora emozione, gioia…

Si possono creare anche anagrammi avventurosi partendo sempre dalla parola avventura cercando di creare il maggior numero possibile di parole utilizzando le lettere della parola “avventura” .

Parole concatenate: ogni giocatore deve dire una parola che inizia con l’ultima sillaba della parola precedente.

Possono essere realizzati anche incroci di parole partendo dalle lettere che compongono la parola avventura.

Ma con la parola avventura possono essere fatti anche numerosi giochi, quiz e problemi matematici.

Potrebbero ad esempio dover calcolare un itinerario per un viaggio avventuroso: immaginando di doverlo pianificare in diverse tappe. I bambini potrebbero utilizzare le competenze di calcolo e mappatura per determinare le distanze, i tempi di percorrenza e il costo complessivo del viaggio.

Il mare in una conchiglia

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L’apprendimento all’aria aperta offre una preziosa opportunità per i bambini di sviluppare una connessione profonda con la natura e di scoprire l’apprendimento in modo significativo.

Maria Montessori ha saputo integrare in modo armonioso l’ambiente esterno nell’esperienza educativa, promuovendo lo sviluppo integrale dei bambini e nutrendo il loro amore per il mondo naturale.

Il periodo estivo offre infinite possibilità per creare connessioni se solo permettiamo ai bambini di esplorare e scoprire il mondo attraverso l’osservazione diretta e l’interazione con gli elementi circostanti.

Esplorazione, osservazione, movimento, curiosità e ricerca; l’apprendimento natura può avvenire nei contesti più svariati:parchi, giardini, foreste o aree verdi all’interno di un’istituzione scolastica; mare, spiagge, laghi e fiumi…

Ovunque avvenga, durante le attività all’aperto, i bambini possono impegnarsi in una vasta serie di attività: osservare piante, animali e conchiglie, coltivare un orto, costruire rifugi, esplorare rocce e minerali e scavare buche; ogni attività un’opportunità unica di apprendimento .

Conoscere il mare attraverso una conchiglia

Conoscere e scoprire il mare attraverso una conchiglia può essere un’attività affascinante e ricca di apprendimento.

Le conchiglie possono fornire preziose informazioni sul mondo marino e sulle creature che lo abitano.

Invitiamo i bambini a:

  1. Osservare attentamente la conchiglia: forma, colore, disegno e qualsiasi dettaglio distintivo possa essere notato. Ogni attributo può fornire indizi sul tipo di ambiente marino in cui la creatura viveva e sulla sua funzione protettiva.
  2. Fare ricerche: una volta identificata la conchiglia, se ne può scoprire la specie di appartenenza, l ‘habitat, la dieta e il ciclo di vita. Le conchiglie possono provenire da una vasta gamma di creature marine, come molluschi, echinodermi e crostacei.
  3. Fare collegamenti ecologici: le conchiglie sono spesso associate ad altri organismi marini. Si può scoprire così che alcune conchiglie fungono da rifugio o habitat per piccole creature marine e scoprire come la conchiglia sia parte di un complesso ecosistema marino.
  4. Studiarne la morfologia: esaminare la forma e la struttura della conchiglia per comprendere come si adatta alla vita marina. Le conchiglie piatte e lisce, ad esempio, adatte a scivolare sul fondale sabbioso, mentre altre possono essere curve e appuntite, adatte a scavare nel fango o ancorarsi alle rocce.
  5. Scambiare conoscenze: studiare il mare da una conchiglia può essere un’ottima opportunità per coinvolgere amici e familiari condividendo la gioia della scoperta e delle esperienze fatte.

Giochi didattici con le conchiglie per un apprendimento divertente

L’ambiente marino offre infinite varietà di esplorazioni e scoperte: osservare e studiare la vita marina, esplorare le spiagge, raccogliere conchiglie, scoprire le maree e persino seguire i cicli di vita degli organismi che vivono nel mare.

E tali esperienze offrono un terreno fertile per lo sviluppo delle abilità scientifiche, come l’osservazione, la classificazione, l’identificazione e l’analisi.

Proposte di giochi dopo la raccolta di conchiglie:

  1. Classificazione delle conchiglie in base a caratteristiche comuni come forma, dimensione, colore o disegno.
  2. Memory delle conchiglie: selezionare diverse coppie di conchiglie simili e capovolgerle. I bambini dovranno girare due conchiglie alla volta cercando di trovare le corrispondenze delle conchiglie.
  3. Conchiglie tattili: mettere diverse conchiglie in una borsa o in una scatola. I bambini dovranno toccare le conchiglie senza guardarle e cercare di indovinare la forma, la dimensione o il disegno della conchiglia solo dal tatto.
  4. Inventare storie di conchiglie:inventare storie che abbiano le conchiglie come protagoniste.
  5. Esperimenti scientifici:utilizzare le conchiglie per eseguire semplici esperimenti scientifici: come galleggiano o affondano in acqua salata o dolce, o come possono cambiare colore o reagire a diversi tipi di acidi o basi.
  6. Arte con conchiglie: utilizzare le conchiglie per creare opere d’arte. Possono incollarle su un foglio di carta per creare immagini o mosaici, o usarle come timbri per fare stampe. Questo incoraggia l’espressione creativa e lo sviluppo delle abilità artistiche

Spunti editoriali

Sopra e sotto. Mari e oceani

Inventario illustrato del mare

Pesci del mondo. Una guida illustrata

Un oceano di operazioni. Pazzi per la matematica. Con adesivi

ConchiglieVarie Dimensioni Colorato Naturale

La vita segreta delle conchiglie


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Matematica sotto l’ombrellone

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Sotto l’ombrellone o in riva al mare molte sono le occasioni per sperimentare la matematica giocando.

Il gioco è un’attività intrinsecamente divertente e i giochi matematici che si possono fare anche in spiaggia offrono ai bambini la preziosa opportunità di imparare attraverso un’esperienza positiva che lega necessariamente il gioco al mondo dei numeri e delle forme.

L’ obiettivo principale è dunque quello di invitare i bambini a scoprire la matematica divertendosi .

Inutile dilungarsi sugli scopi educativi e sui benefici.

In generale, i giochi matematici combinano l’apprendimento con il divertimento, stimolando l’interesse per la matematica e promuovendo lo sviluppo delle competenze matematiche.

Ecco qualche esempio:

Costruire forme geometriche

Si parte alla ricerca/ raccolta di bastoncini o rametti presenti sulla spiaggia.

Più se ne trovano e maggiori saranno le possibilità per costruire un numero più grande di forme geometriche: triangoli, quadrati, trapezi, rettangoli…

Le figure possono poi essere esplorate per andare alla scoperta di proprietà e caratteristiche; possono essere misurate intatte le loro parti, angoli e lati; possono essere osservate e confrontate alla ricerca di somiglianze e differenze.

Associare forme geometriche

Osservare gli oggetti intorno- ombrelloni, asciugamani o secchielli- e confrontare le forme.

A quali figure geometriche possono essere associate ?

Un ombrellone potrebbe essere associato ad un cerchio e un secchiello a un cono.

Raccogliere e classificare conchiglie

Raccogliere conchiglie di diverse forme e dimensioni per poi classificarle in base alle caratteristiche comuni: colore, forma o dimensioni.

Contare e raggruppare le conchiglie in mucchietti sa due, tre, quattro…

Misurare e fare stime

Utilizzare il piede, la mano o altri oggetti come unità di misura e fare stime sulle dimensioni degli oggetti. Si può misurare la lunghezza dell’ombra di un ombrellone o la larghezza di un castello di sabbia…

Le stime fatte possono poi essere verificate con misurazioni di precisione.

Inventare problemi sulla distanza

Misurare la distanza tra due punti più o meno vicini, due ombrelloni o due segnalini posti appositamente sulla spiaggia.

Si possono inventare problemi di confronto tra distanze e organizzare piccole sfide per risolverli: se l’ombrellone A si trova a 10 metri dalla linea dell’acqua e l’ombrellone B si trova a 15 metri, qual è la differenza di distanza tra i due ombrelloni?

Ipotesi e sperimentazioni, ovviamente con metro alla mano!

Giocare al gioco de “Il numero del giorno”

Scegliere il numero della data del giorno o uno a scelta e organizzare sfide per creare tante operazioni matematiche diverse che per risultato diano solo quel numero.

Se il numero del giorno è 6, l’espressione potrebbe essere

2 + 2 + 2 = 6

3 x 2 = 6

(12 ÷ 4) x2 = 6

Fare misurazioni

Misurare gli oggetti sulla spiaggia con metro e righello: un castello di sabbia, un secchiello, un frisbee paletta e formine….

Le misurazioni ottenute possono essere confrontate per ordinare gli oggetti in base alla loro lunghezza o altezza o per creare problemi di confronto.

Creare e risolvere sudoku

Disegnare una griglia sulla sabbia per creare e risolvere Sudoku in modo che ogni riga e ogni colonna contengano tutti i numeri da 1 a 9 senza ripetizioni.

Matematica sotto l’ombrellone perché…

Perché la spiaggia offre un ambiente concreto in cui i bambini possono sperimentare e applicare molti concetti matematici,

Perché permette ai bambini di toccare, misurare, confrontare e manipolare oggetti -conchiglie, secchielli, sabbia, acqua- consentendo loro di utilizzare i concetti matematici con l’esperienza reale,

Perché offre un coinvolgimento multisensoriale che lascia tracce profonde,

Perché i giochi matematici in spiaggia si prestano a essere giocati in gruppo, incoraggiando la collaborazione, la socializzazione e la comunicazione,

Perché permettono ai bambini di connettersi con la natura esplorando anche la connessione tra i concetti matematici e l’ambiente naturale,

Perché fornisce ai bambini un’esperienza di apprendimento significativa in un ambiente stimolante e piacevole.

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Spunti editoriali

Problemi senza problemi. Attività di problem solving matematico nella Scuola primaria

Disfaproblemi

200 Giochi Matematici per Bambini 6-9 Anni: Giochi e Passatempi di Matematica e Logica 

Matematica e gioco

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Per insegnare bisogna emozionare.
Molti però pensano ancora che se ti diverti non impari
Maria Montessori

Il nostro sistema educativo risente ancora molto di una didattica che contrappone il gioco all’apprendimento. 

Il coinvolgimento emotivo gioca un ruolo fondamentale nel percorso di crescita e sviluppo e le attività ludiche sono, per definizione, implicano coinvolgimento.

L’apprendimento avviene secondo un percorso di scoperta che implica una partecipazione attiva e totalizzante. Per questo, il gioco all’interno del processo di apprendimento riveste un ruolo fondamentale e insostituibile: non solo stimola il pensiero cognitivo, ma lascia tracce importanti a livello emozionale, affettivo e relazionale

Il gioco è sempre coinvolgimento attivo, è socialità e collaborazione, è tensione verso il raggiungimento di obiettivi e  ricerca strategica.

Gioco, è riconoscimento delle diversità, è collaborazione attiva nella pluralità dei punti di vista, è costruzione collettiva e, in quanto tale, mai riproduttiva.

Gioco è piacere, non ansia.

E giocando si impara: l’attenzione si concentra allora sulle dinamiche del gioco, non sui contenuti disciplinari e la ricerca di soluzioni stimola continuamente l’inventiva, la fantasia, la creatività e il pensiero divergente. 

Proposte di attività  

Tutte le attività, anche quelle apparentemente più “noiose”, possono essere proposte sotto forma di gioco attraverso materiale concreto che rende evidenti i fatti numerici ( D.Lucangeli) eliminando le ambiguità linguistiche.

Domino matematici per la memorizzazione delle tabelline o per velocizzazione delle strategie di calcolo, giochi di abbinamenti, associazioni o qualsiasi altro tipo di attività giocosa che, come tale,  abbia il potere di coinvolgere il bambino per un tempo prolungato, favorendo il mantenimento della concentrazione e una partecipazione attiva fino al compimento dell’attività, genera necessariamente apprendimento.

Domino matematico e materiale di sviluppo per esecuzione e controllo dell’esercizio

DOMINO-DELLE-TABELLINE-1Download

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Aggiungere e togliere 10-video di presentazione dell’attività


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Perché ogni studente suona il suo strumento; l’importante è trovare l’armonia

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 La paura fu la costante di tutta la mia carriera scolastica: il suo chiavistello.
E quando divenni insegnante la mia priorità fu alleviare la paura dei miei allievi per far saltare quel chiavistello, affinchè il sapere avesse una possibilità di passare

Daniel Pennac


Daniel Pennac – scrittore, insegnante e romanziere francese- fa della sua storia scolastica un manifesto sulla scuola.

In “Diario di scuola“, la sua critica del sistema scolastico tradizionale si fa forte e pungente.

Quella che esce dalla sua penna non è solo la sua storia, ma quella di tantissimi studenti costretti a vivere una difficile quotidianità che, spesso, determina tutto il loro percorso futuro.

Ai ricordi autobiografici mescola riflessioni pedagogiche, sulle universali disfunzioni dell’istituto scolastico e sul ruolo della famiglia.

Scava nei solchi dei giorni e degli anni, rovista incessantemente nel “mal di scuola” fino a che non non spunta un Daniel adolescente, stanco e ormai rassegnato al suo triste destino di “somaro”.

Così si definisce e così si ricorda, somaro.

Bravissimi i fratelli, stupiti i genitori, un figlio così proprio non se lo aspettavano…

Lui, dislessico e disortografico.

Inerme e inerte di fronte alla scuola e alle sue richieste.

Di fronte a quella scuola che non si accorge delle sue difficoltà e lo relega all’angolo.

E in quell’angolo Daniel si adagia. Assume un ruolo, quell’identità scolastica che gli mancava.

Distorta, irreale e crudele, ma sua; l’unica identità possibile per lui e sviluppa anche l’unica passione possibile: quella del fallimento.

“Ogni sera della mia infanzia tornavo a casa perseguitato dalla scuola. I miei voti sul diario dicevano la riprovazione dei miei maestri. Quando non ero l’ultimo della classe, ero il penultimo. (Evviva!) Refrattario dapprima all’aritmetica, poi nella matematica, profondamente disortografico, poco incline alla memorizzazione delle date e alla localizzazione dei luoghi geografici, inadatto all’apprendimento delle lingue straniere, ritenuto pigro (lezioni non studiate, compiti non fatti), portavo a casa risultati pessimi che non erano riscattati nè dalla musica, nè dallo sport nè peraltro da alcuna attività parascolastica.”

Rimane lì nel suo angolo e irebbe giocato il suo ruolo fino alla fine se…

Se non fosse arrivato il giorno dell’incontro, quando un professore non si “accorge” di lui e del suo dolore e gli lancia un’ancora di salvataggio per uscire da quell’angolo.

E a quell’ancora Daniel si aggrappa e la sua storia prende un’altra strada.

Pennac inizia ad amarsi.

Dall’angolo alla cattedra.

Una cattedra da cui lancia ancore e dalla quale è possibile trasformare l’apprendimento in un’esperienza piacevole e stimolante capace di permetta ad ogni alunno di seguire le proprie curiosità e di esprimersi secondo la propria creatività.

E la scuola, finalmente, si fa il luogo dove prevale la gioia dell’apprendimento e non la logica del voto; il luogo dove al posto della paura del giudizio c’è rispetto ed empatia, un luogo in cui ognuno possa realizzare a pieno la propria personalità, nei tempi e nei modi che lo contraddistinguono.

Come?

Con una sola parola che Pennac ci lascia alla fine del suo libro, amore.

Amore per la cultura, amore per il proprio mestiere, amore per gli alunni, tutti, amore per la lettura.

Amore, per vincere le sfide e per godere dei tanti successi e dei tanti trionfi.

Spunti editoriali dello stesso autore

Come un romanzo

Il paradiso degli orchi

La fata carabina 

La prosivendola 

Abbaiare stanca 

Diario di scuola


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L’oceano e i secchielli

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Non possiamo consegnare l’oceano un secchiello per volta

Gianni Rodari

Gianni Rodari e Maria Montessori partono dal presupposto che non possa esserci apprendimento se non sulla via della scoperta e della ricerca e che tale via non possa essere intrapresa senza interesse e curiosità.

Apprendimento e autocostruzione dei saperi, non trasmissione.

Quando la ricerca è dettata dall’interesse e dalla curiosità c’è tensione e concentrazione verso l’obiettivo; quando è dettata dall’esterno, solo noia e passività. 

Curiosità e interesse, dunque, tracciano le strade da percorrere e chiamano ad agire tutti i sensi contemporaneamente.

Le strade dell’interesse e della curiosità sono sempre le più belle e si percorrono con piacere.

E ciò vale tanto per i bambini quanto per noi adulti.

Sono strade che presentano principalmente percorsi in discesa anche se, sicuramente ci saranno tratti in salita e inciampi che magari faranno anche ridere e divertire e, come sempre accade quando la magia dell’errore si presenta, , apriranno strade parallele mai immaginate prima.

Le strade dell’interesse e della curiosità sono tante.

Ognuno la sua.

Ognuno il suo particolare percorso, la sua scoperta, il suo stupore, la sua meraviglia in un ciclo infinito, di strada in strada.

Lungo il percorso c’è sempre tensione, movimento e voglia di arrivare.

Ognuno è protagonista del suo viaggio, mai spettatore.

Ognuno è chiamato a scegliere, prendere decisioni, immaginare e fare.

La tensione culmina nel momento emozionalmente magico della scoperta che si fa vero apprendimento foriero a sua volta di nuovi viaggi di scoperta e di nuovi apprendimenti.

Rodari, ne “La grammatica della fantasia” parla di oceano e secchielli e accosta sapientemente all’oceano l’immensità dei saperi e delle conoscenze e ai secchielli l’attività di insegnamento.

Possiamo forse pensare di insegnare per secchielli?E se così fosse quanti secchielli deve riempire un insegnante per definirsi un buon insegnante?

10 di geografia, 100 di parole e 1000 di matematica? Di più o di meno?

E in quanto tempo?

Quanti secchielli devono essere riempiti perché un bambino abbia un “buon bagaglio” di conoscenze?

Così, con quel suo inconfondibile fare, con quel suo giocare con le parole, Gianni Rodari ci avvicina al su pensiero pedagogico:

l’Oceano non si può trasferire a secchielli!

Non secchielli dunque, ma strumenti; lasciamo i secchielli e insegniamo a nuotare.

Facciamo percepire  il piacere, il divertimento, il senso di libertà e lo stupore, ma anche la sfida, la necessità di fatica e la costanza… 

Diamo strumenti per attraversare l’oceano facendo in modo che la sua acqua invada e pervada…

Gli strumenti culturali sono ciò che è davvero indispensabile perché ogni bambino “crei e spinga la sua ricerca fin dove può”.

Per un bambino che ricerca e che scopre, c’è sempre un adulto che lo sostiene e lo sospinge.

Il suggerimento è quello di partire sempre dagli interessi dei bambini per creare occasioni scrittura: poco importa il punto di partenza, la tensione è tutta verso il punto di arrivo!

Personaggi preferiti dei fumetti, dei manga e dei libri possono diventare così i soggetti “da inseguire” alla ricerca dei loro luoghi, dei loro “padri”, delle loro caratteristiche e delle loro avventure diventando preziose occasioni di scoperte e attività: descrizioni, disegni, racconti e narrazioni, ma anche indagini sulle date, età e le situazioni problematiche .

Dallo scaffale di classe

“Codice Rodari” (Ed. Einaudi Ragazzi), un’avventura tra parole e disegni.

Un libro immaginifico che invita allo stupore che nasce ogniqualvolta si reinventa la realtà.

Dalle illustrazioni e dalle parole nascono infinite sollecitazioni per sperimentare e reinventare.

Favole al telefono. Pocket. Ediz. illustrata

Un libro in formato tascabile, agile e moderno, perfetto per essere portato ovunque

lL libro dei perché. Ediz. illustrata

Un libro che è un’officina letterario dove  dove razionalità e fantasia, scienza e poesia convivono

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Perché intorno c’è sempre tanto da scoprire…

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lL bambino, che è il più grande osservatore spontaneo della natura, ha indubbiamente bisogno di avere a sua disposizione un materiale su cui agire. Maria Montessori

In anni in cui ancora non si parlava di riscoperta della natura e di ritorno ad una vita in sintonia con l’ambiente, Maria Montessori, con forza, dichiarava la necessità di un’educazione in natura.

In virtù dello speciale legame che lega bambini e natura, la Montessori ne metteva in luce le infinite potenzialità educative.

la natura diventa così un elemento imprescindibile della pedagogia montessoriana ed entra prepotentemente nelle case dei bambini, nella scuola dedicata ai bambini più grandi e agli adolescenti.

Introdurre la natura nell’educazione non significa semplicemente studiarla, ma viverla.

Vivere la natura significa dunque predisporre le condizioni perché bambini e bambine possano sviluppare quel sentimento che li porterà ad acquisire una comune coscienza cosmica. Coscienza che porterà i futuri uomini e le future donne ad una partecipazione attiva, responsabile e consapevole alla vita sociale, contribuendo così alla crescita dell’intera società umana.

Creare occasioni, dunque, per avvicinare bambini e bambine alla natura; favorire le spontanee osservazioni e sperimentazioni; dare occasioni per sviluppare atteggiamenti di cura e per interrogarsi sulla meraviglia che vive e pulsa intorno a noi.

In spiaggia, in montagna o in una semplice zolla di terra c’è un incredibile mondo tutto da scoprire e da osservare attentamente; un mondo che spesso rimane nascosto agli occhi dei più…

Una storia per parlare di gentilezza

Piccolissimi, piccoli, grandi o grandissimi. 

Poco importa. La gentilezza resta ed emerge con tutta la sua forza.

Parole e gesti gentili hanno il potere di farci avvicinare, abbattendo muri e differenze, combattendo prepotenze, soprusi e violenze percepibili in tutte le loro infinite forme.

Gentilezza, ancora,  per ascoltare, aiutare e collaborare.

Gentilezza per fare: comportamenti onesti, leali, fiduciosi.

Gentilezza per accogliere e per far nascere e crescere il rispetto per tutti e per tutto.

Educare alla gentilezza si può e si deve.

Perché non proporre allora la lettura de “La colomba e la formica”?

Una favola di La Fontaine per parlare proprio di gentilezza

Spunti editoriali

Le favole di La Fontaine. Fiabe pop up

Le favole di La Fontaine. Testo in stampatello maiuscolo e Schede di comprensione. Con tante pagine da colorare 

Le favole di La Fontaine. Ediz. illustrata


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Chi ha detto che memorizzare le tabelline è noioso? Un gioco per memorizzarle divertendosi

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Avere la possibilità di fare una cosa divertendosi vuol dire ripeterla e quindi, nel caso delle tabelline, memorizzarla.

L’attività si compone di una tavola con le “tabelline essenziali” che riproduce la IV tavola della Montessori per la memorizzazione delle tabelline.

La tavola esclude le tabelline inverse e riduce drasticamente le tabelline da memorizzare lasciando la memoria “libera” per altre memorizzazioni necessarie.

Il principio è semplice e l’attività pure.

Sulla tavola, che riproduce essenzialmente la tavola pitagorica, sono oscurate/colorate le tabelline che non devono essere memorizzate.

Il gioco

Un po’ come in una tombola, si pesca un numero dal sacchetto e si posiziona sul tabellone dopo aver individuato la tabellina corrispondente incrociando i numeri in orizzontale e verticale.

Dall’incrocio: 3×2 4×2…

Spunti editoriali e non solo

Attività svolta individualmente

L’autocontrollo dell’attività avviene in modo naturale quando un numero si trova al posto di un altro.

In questo caso, in modo autonomo i bambini riflettono sulle posizioni attribuite ai numeri e li riposizionano nuovamente sulla tavola .

La tavola pitagorica viene utilizzata spontaneamente sia come guida dell’attività che come controllo.

L’utilizzo ripetuto del materiale facilita la memorizzazione delle tabelline in modo giocoso e divertendosi, si sa, si impara meglio!

Tabelline al volo. Nuovi strumenti per impararle strada facendo. Con app. Con mazzetta delle divisioni. Con pennarello. Con striscia delle tabelline

Natureich 1×1 Impara a calcolare le Tabelline/Tabellina Alunni delle elementari/Tavola di calcolo in Legno/cubi Colorati con compiti/Gioco di Matematica

Lisciani Giochi I’m a Genius TS Tabelline e Problemini, Multicolore, 100491

I 10 misteri delle tabelline Copertina rigida

Enigmistica per cervelli curiosi. Matematica. Logica. Geometria. Ediz. a colori


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Fare per scoprire; l’atteso e l’inatteso

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Cosa sarebbe la vita oggi senza le scoperte?

Dai primi passi dell’uomo fino ad oggi, la storia dell’umanità si è costellata di scoperte.

La disponibilità a chiedersi, interrogarsi, cercare, sperimentare hanno da sempre rappresentato la via maestra per un percorso di scoperta e di scoprire non si finisce mai…

Tutto l’impianto pedagogico montessoriano si fonda su una modalità esplorativa che spinge ad osare, a provare e a percorrere strade diverse; ognuno la sua.

Le prime esplorazioni saranno quello sensoriali, quelle che permettono all’individuo di connettersi con il mondo esterno e con gli altri attraverso il proprio corpo e con il coinvolgimento di tutti i sensi.

Tutte le esplorazioni portano necessariamente a scoprire qualcosa e ad arricchire il bagaglio di conoscenze individuale e, spesso, in modo inatteso.

Ogni scoperta via via, grazie ad esplorazioni successive e mirate, si fa più precisa e si connette con le altre scoperte fatte, dando autenticità al percorso formativo ed educativo di ognuno.

Tutto il materiale montessoriano, sia per la matematica che per i linguaggi e la cosmica, non è predisposto e pensato per “spiegare” e trasmettere, ma per scoprire seguendo percorsi assolutamente individuali.

Il materiale viene presentato secondo una modalità unica , ma stimola prove e sperimentazioni diverse, tante quanto sono i bambini che si approcciano ad utilizzarlo: uno stesso materiale, può infatti stimolare domande diverse e “parlare” in modo diverso.

Accanto alla scientificità del materiale montessiriano c’è senza dubbio la serendipità.

Quella scoperta inattesa e gioiosa che crea meraviglia, proprio perché non attesa e programmata e che spinge ad andare sempre oltre .

Proposta di attività

Accanto alle attività di scoperta in natura si possono proporre letture di storie e di libri e invitare i bambini a sfide di fantasia inventando storie probabili e improbabili, magari anche prendendo spunto da una delle tante storie di Gianni Rodari.

“La strada che non conduceva in nessun posto” è senza dubbio un ottimo spunto di riflessione e non non solo per la spinta creativa, ma per il messaggio che lancia: avere il coraggio e la determinazione per intraprendere una strada nuova per fare qualcosa che mai nessuno ha fatto prima di noi.

Martino Testadura, il protagonista, si mette in viaggio proprio lungo una strada mai percorsa da nessuno e poco gli interessa di quello che dicono gli altri sulle giuste strade da seguire.

Lui vuole provare a seguirne una, la sua.

E si mette in viaggio. Nonostante tutto e nonostante tutti.

Il viaggio è lungo, a volte tortuoso, ma durante il cammino Martino Tesatura trova mille occasioni per stupirsi e meravigliarsi. Il viaggio è bello e ricco di scoperte.

Paesaggi e cose inattese, panorami diversi e inaspettati.

Martino segue la via della scoperta, cambia prospettiva, non si adegua a quello che si dice; percorre con sicurezza e convinzione la sua strada e, alla fine del cammino, si ritrova davanti a un grande castello; lì lo attende una splendida signora che lo riempie di tesori di ogni genere.

Martino torna ricco e felice in paese e allora tutti i suoi compaesani pensano di seguire la sua stessa strada che, ormai sanno arriva in un posto mai immaginato.

Ebbene, sì, ci provano, partono, si incamminano, ma per tutti loro la strada finisce solo nel fitto bosco perché

 “certi tesori esistono soltanto per chi batte per primo una strada nuova”.

Spunti editoriali ed altro ancora

Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie

Lezioni di Fantastica: Storia di Gianni Rodari 

Lezioni di Fantastica ricostruisce la vita di G.Rodari, dalla politica, al giornalismo, alla passione educativa, alla scrittura e alla letteratura sottraendolo allo stereotipo dello scrittore ‘facile’. Un uomo il cui gioco di invenzioni e parole, come ha scritto lui stesso, «pur restando un gioco, può coinvolgere il mondo».

IL CARTASTORIE: Mille storie matte da inventare e disegnare

Un libro per divertirsi usando l’immaginazione e la creatività: un libro che guida alla costruzione autonoma dei giochi…

Dixit Board Game | Storytelling Game for Kids and Adults | Fun Family Board Game | Creative Kids Game


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E se per le vacanze chiedessimo di esplorare l’estate?

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Sì, perché imparare esplorando è sicuramente il modo migliore per farlo.

Perché esplorare vuol dire porsi delle domande e, di conseguenza, cercarne le risposte.

Perché lasciare tempo e spazio alle libere esplorazioni vuol dire anche rispettare i diritti fondamentali di bambini e bambine, diritti che sembrano ormai dimenticati nel proliferare delle proposte e delle attività giornaliere.

Lasciare tempo e spazio alle libere esplorazioni vuol dire infatti riconoscere ai bambini il diritto al riposo e al tempo libero, al gioco e alle attività ricreative proprie della loro età; vuol dire restituire ai bambini loro il tempo; tempo per pensare, inventare, ideare, progettare, immaginare…

Tempo per crescere.

Fare esperienze nuove senza dover sempre e necessariamente renderne conto in qualche modo, lascia mani e menti libere di spaziare seguendo curiosità ed interessi momentanei e assolutamente personali.

Esplorazioni all’aria aperta, cura di orti e giardini, sperimentazioni in cucina…

Una sola esperienza racchiude in sé infinite occasioni per interrogarsi sul mondo e per imparare ad imparare sviluppando autonomia e spirito di iniziativa.

E allora perché non creare occasioni per vivere esperienze nuove? mare, montagna, parchi, musei e città, in un ricco connubio tra natura e cultura.

Perché non invitare i bambini a raccontare? protagonisti dei loro racconti saranno non più i personaggi di storie altrui, ma le emozioni, i pensieri e le impressioni vissute in prima persona.

E poi…i libri, compagni di esperienze e avventure.

Tanti, diversi, di ogni tipo.

Non pensiamo alle solite liste…lasciamo ai bambini la possibilità di sceglierli liberamente in biblioteca, in libreria o sulle bancarelle di un mercatino.

Lasciamo che siano i libri, i loro titoli o le loro immagini a chiamare i bambini suggerendo emozioni o suscitando immediata curiosità.

Leggere, questo è l’importante.

Leggere, in un momento in cui i libri sembrano allontanarsi sempre più dalla quotidianità lasciando un vuoto che, davvero, sembra divenire incolmabile.


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