Month: Maggio 2022

Libri nel tempo; un percorso sensoriale nella sala dei manoscritti della biblioteca statale

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Le nostre biblioteche hanno patrimoni inestimabili che meritano di essere conosciuti e scoperti, specie dai bambini.

Ieri, nella sala dei manoscritti della biblioteca statale di Lucca , c’è stato un incontro davvero speciale tra bambini e storia.

Ma non solo: tra bambini e materiali, tra bambini e profumi, tra bambini e diversità di lingua e cultura.

La sala si è presentata in tutta la sua magnificenza tra libri, mappamondi terrestri e celesti, busti e affreschi.

Un profumo di libri e di storia che non ha uguali; un’immersione totale.

I libri, enormi piccoli o piccolissimi, riempivano la sala fino al soffitto ed erano molto diversi da quelli di oggi…

Nasi, occhi e mani sono stati simultaneamente coinvolti e anche il silenzio, quasi sacrale, che la sala sembrava richiedere, si è materializzato senza alcuna richiesta.

Sono stati mostrati manoscritti antichissimi( da non toccare!) e importanti riproduzioni ( in materiali simili agli originali) da poter toccare.

Libri con copertine in legno e ferro o in pelle, libri non scritti su carta.

Lettere un po’ diverse dalle nostre, disegni e capilettera di stupendi colori e fatture.

Anche le note erano diverse: quadrate, e non su pentagramma…

Libri in latino, ebraico, francese.

Un’esperienza tattile, visiva, olfattiva e conoscitiva davvero indimenticabile.

Apriamo ai bambini le porte delle biblioteche e lasciamo che i libri parlino da soli…

Educazione finanziaria: investimento, rischio e guadagno

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Promuovere l’alfabetizzazione finanziaria fin dai primi anni di istruzione come parte integrante del percorso educativo e formativo nell’ottica dello sviluppo di una cittadinanza attiva, inclusiva, sostenibile e sorretta da legalità economica.

L’alfabetizzazione finanziaria, o financial literacy, fornisce conoscenze e competenze necessarie per gestire il denaro in modo efficace: prendere scelte che incidono sulla propria sfera economica influisce direttamente sulla qualità della vita, presente e futura.

Per compiere le scelte migliori c’è bisogno di sviluppare competenze adeguate.

Il modo migliore per svilupparle in ambito scolastico, ancora una volta, è quello dell’esperienza e del fare.

L’esperienza dell’educazione finanziaria può essere agita didatticamente in tutti gli ordini scolastici al fine di promuovere una matura sensibilità democratica alimentata da processi consapevoli di partecipazione responsabile della scelta.

Attività in classe

Dalla vendita della marmellata, al gelato, all’investimento al calcolo del rischio e dei guadagni possibili.

Un’esperienza ricca e altamente motivante.

Tutto è iniziato con la preparazione di marmellata prodotta con la frutta non consumata al momento del pasto e la ricerca di una ricetta adeguata.

Dalla ricetta i bambini hanno individuato gli ingredienti mancanti, fatto la spesa e venduto i vasetti.

Un’attività a tutto tondo che ha investito

la chimica: trasformazione degli ingredienti

la matematica: peso degli ingredienti; tara, peso netto, peso lordo; calcolo del prezzo, calcolo del resto al momento della vendita

italiano: ricerca della ricetta idonea, trasformazione del testo in “azione”, cartelli pubblicitari per la vendita e presentazione del prodotto e delle fasi di produzione ai “clienti”

arte e immagine: preparazione delle etichette per i barattoli

Dal ricavo, tolte le spese, i bambini e le bambine hanno calcolato il guadagno del loro lavoro.

il guadagno è stato diviso e, nel giorno della gita, ognuno ha potuto comprarsi autonomamente il proprio gelato.

Dopo l’acquisto del gelato sono rimasti un po’ di spiccioli ed insieme abbiamo pensato a cosa poterci realizzare.

Pochi per acquistare un libro o una cosa che potesse essere utile o importante per tutta la classe…

É nata così l’idea dell‘investimento: utilizzare quei soldi per comprare qualcosa che, con le adeguate cure e attenzioni, avrebbe potuto portare un nuovo guadagno.

Abbiamo pensato di comprare delle piantine di insalata e di metterle a dimora nella nostra aiuola.

L’esperienza diretta di cura dell’aiuola, ha mostrato però ai bambini che, nonostante le cure, alcune piantine sono morte…e se fosse successo anche a quelle di insalata?

Il dibattito è stato lungo e non tutti i bambini la pensavano al solito modo.

C’era chi era favorevole all’investimento e chi no.

Si è parlato di rischio e di perdita e, alla fine, bambini e bambine hanno votato.

La maggioranza di loro ha scelto di investire il denaro e ieri le piantine sono state messe a dimora.

Piantine da mettere a dimora

Adesso non resta che avere cura dell’investimento dedicando la dovuta attenzione alle tenere piantine.

Spesa,ricavo, guadagno; un’esperienza concreta

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La gita era alle porte, l’eccitazione alta.

Programmi, idee e desideri affollavano le menti.

E perché all’interno della giornata non ricavarci uno spazio per un gelato tutti insieme?

E che sapore avrebbe avuto quel quel gelato se fosse stato comprato con i soldi guadagnati?

Sicuramente diverso; e gli occhi dei bambini e delle bambine lo testimoniavano.

É nata così l’idea di produrre la marmellata e di venderla nel cortile della scuola.

Abbiamo parlato di imprenditorialità, di spesa, ricavo, guadagno e perdita.

Abbiamo cercato un po’ di ricette e abbiamo scoperto che gli ingredienti necessari erano davvero pochi: frutta e zucchero .

Per la frutta non avevamo problemi: in classe ce n’ è sempre molta a disposizione; ed è quella biologica, buona e profumata, non consumata al momento della mensa.

Avevamo mele e arance.

Abbiamo cercato ricette più specifiche con la frutta che avevamo a disposizione: marmellata di mele, arance e cannella.

Dovevamo solo comprare lo zucchero e la cannella.

Due kg di zucchero e una confezione di cannella.

Spesa:

zucchero 2x 1,20

cannella 2,30

totale € 4,70

Ognuno ha provveduto a a portare a scuola dei barattoli e ci siamo messi all’opera.

Abbiamo diviso le mele prima in quarti e poi a piccoli pezzi e abbiamo spremuto le arance pesando gli ingredienti secondo la ricetta.

Abbiamo disposto tutto in una pentola e coperto con lo zucchero.

La cottura è stata lenta e il profumo e l’attesa hanno creato un’atmosfera decisamente magica.

A fine cottura la marmellata è stata travasata nei vasetti.

I vasetti erano tutti diversi; potevano costare tutti il solito prezzo?

A quanto venderli? In base a cosa decidere?

I bambini hanno fatto molte ipotesi, poi hanno deciso di pesare anche quelli.

Ho fatto notare però che a questo punto non avremmo solo pesato la marmellata, ma anche il vasetto di vetro e il tappo.

Peso lordo, peso netto e tara.

Tanti concetti nuovi e importanti con un’unica attività altamente coinvolgente.

Con pesi e bilancia tutti i bambini si sono messi all’opera e, secondo i pesi, hanno deciso i prezzi.

In concreto hanno stabilito il prezzo per quello grande e dimezzato per quelli grandi più o meno la metà e dimezzato ancora per quelli piccoli piccoli.

Non restava che preparare l’etichetta. ingredienti, luogo di preparazione, peso lordo.

Ogni vasetto è stato prezzato e decorato con un centrino colorato a copertura del tappo.

Il momento della vendita è stato davvero emozionante.

I bambini, turno, vendevano i barattoli e provvedevano a fare il resto se necessario.

A fine vendita abbiamo contato i soldi ricavati, abbiamo tolto i 4,70€ della spesa e diviso il guadagno.

…e il gelato ha avuto davvero un gusto tutto diverso!

Dall’esperienza diretta ai problemi

M.Montessori e l’alfabetizzazione ecologica

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"La via conduce dal tutto, attraverso le parti, al tutto.
I bambini svilupperanno una sorta di filosofia che insegna loro l'unità dell'universo" M.Momtessori, Amsterdam 1950

L’intero impianto pedagogico, metodologico, educativo e formativo di M. Montessori parte dalla natura e dal rapporto tra bambino e natura.

La natura rappresenta il tutto e l’armonia, e dal tutto si deve partire, attraverso le parti, per parlare, discutere, incuriosire, fare, osservare e scoprire; per generare empatia, amore, rispetto e cura verso tutto ciò che ci circonda.

Connettersi con l’ambiente intorno, capirne le interconnessioni e le interdipendenze; questo è l’obiettivo per procedere verso una alfabetizzazione ecologica.

Perché alfabetizzazione?

Perchè anche la natura si “impara” e si scopre, proprio come si imparano e si scoprono la lingua che parliamo e la matematica che usiamo.

La natura si impara esattamente alla stregua di tutto ciò che il bambino impara facendo : non con una conoscenza passiva, ma autocostruita.

"Il bambino ha bisogno di vivere naturalmente e non soltanto conoscere la natura"

Facendo e scoprendo in natura, si sviluppano capacità imprescindibili per ogni percorso didattico ed educativo autentico: capacità di osservare, concentrarsi, entrare in sintonia con l’ambiente esterno, interrogarsi, ricercare risposte, elaborare soluzioni

M.Montessori parlava di tutto questo in un periodo in cui ancora nessuno parlava di tutto questo.

Prima ancora che il contatto con gli spazi verdi, l’importanza del gioco all’aperto, la cura delle piante, la vicinanza con il mondo animale fossero considerati come necessari per una crescita sana ed equilibrata in grado di rafforzare mente e corpo e sviluppare abilità sociali ed emotive.

L’alfabettizzazione ecologica consente al bambino tutto questo offrendo possibilità concrete per connettersi con l’ambiente naturale che lo circonda e interagendovi in modo diretto, libero e spontaneo.

Grazie al processo di alfabetizzazione ecologica i bambini si avvicinano alla comprensione dei sistemi ecologici che sono alla base della vita sulla Terra e all’interdipendenza di tutti gli esseri viventi.

"...perché tutte le cose fanno parte dell'universo e sono connesse fra loro per formare un tutto unico" M:Montessori, Come educare il potenziale umano

Anche Horward Gardner, così come M.Montessori, stravolge la tradizionale concezione di intelligenza scolastica, riconoscendo l’esistenza di una pluralità di intelligenze che concorrono alla formazione completa dell’individuo.

Nella teoria delle intelligenze multiple, anche l’intelligenza naturalistica ha il suo posto accanto alle altre intelligenze e nessuna è secondaria rispetto alle altre.

L’intelligenza naturalista ( e non solo) porta gradualmente all’alfabetizzazione ecologica se solo vengono offerte ai bambini adeguate possibilità per sviluppare il proprio potenziale .

Dare opportunità significa favorire occasioni per potenziare le capacità sensoriali e osservative ; per riconoscere differenze e categorizzare, per individuare modelli e ciclicità..

La mente ragionatrice, mano a mano farà il resto: sviluppare interesse verso gli altri e verso il tutto, prendersi cura di sé, degli altri e delle cose che ci circondano, porta necessariamente a ragionare sul tutto, sul senso di giustizia, di equità e di necessità e a sviluppare consapevolezza anche in merito alle tematiche ambientali più o meno pressanti.

Il tutto semplicemente svolgendo attività all’aria aperta, permettendo ai bambini di operare concretamente, registrando mutamenti, collezionando reperti, costruendo erbolari, tenendo diari di campo, seminando, raccogliendo e prendendosi cura per costruire un “sapere” utile e necessario ad affrontare le sfide ecologiche del nostro tempo contribuendo alla costruzione di una società che sia davvero ecosostenibile.

Dividere per 10, 100, 1000

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Dalla tavola dei decimali all’autonomia operativa

Dall’uso della tavola dei decimali montessoriana i bambini si avviano alla comprensione dei numeri decimali e raggiungono in modo estremamente naturale quell’autonomia operativa che li porta gradualmente, ognuno secondo i propri tempi, ad abbandonare il materiale concreto e a procedere in modo sicuro nella divisione dei numeri interi per 10, 100 e 100.

Lo stesso materiale risulta estremamente indicato anche per presentare le equivalenze, operando in modo concreto tra multipli e sottomultipli.

Basta cambiare l’unità di misura da unità, a metro, a grammo a litro.

Esercizi da svolgere in autonomia con tavola di controllo

…e se le armi si trasformassero in torte?

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“La torta in cielo”, G.Rodari, Einaudi ragazzi 1993

Uno dei tanti messaggi pacifisti che G. Rodari elabora attraverso un lavoro a più mani tra lui e i bambini della maestra Maria Luisa Bigiaretti della scuola elementare Collodi della borgata del Trullo a Roma .

Rodari, con la sua torta gigante, mette in ridicolo tutti i problemi derivanti dalla politica del terrore, e la torta in cielo, nata per l’ incredibile errore di uno scienziato, si trasforma in qualcosa di talmente forte e potente da risolvere uno dei più grandi problemi nel mondo: la fame.

Una soluzione fantastica che ancora una volta nasce dalla potenza e dalla forza generatrice dell’ errore.

Educazione alla pace, libertà e giustizia, temi cari a Rodari, ma anche ai bambini, pacifisti per eccellenza: torte non bombe, giustizia e libertà non potere e ricchezza!

Cosa ancora di più attuale?

Immagine:Cinecittà-un anno di Rodari, La torta in cielo

La torta in cielo

o sono un sognatore,
ma non sogno solo per me:
sogno una torta in cielo
per darne un poco anche a te.
Una torta di cioccolato
grande come una città,
che arrivi dallo spazio
a piccola velocità.
Sembrerà dapprima una nuvola,
che si fermerà su una piazza,
le daremo un’occhiatina
curiosa dalla terrazza…
Ma quando scenderà
come una dolce cometa
ce ne sarà per tutti
da fare festa completa.
Ognuno ne avrà una fetta
più una ciliegia candita,
e chi non dirà” buona!”
certo dirà “squisita!”
Poi si verrà a sapere
(e la cosa sarà più comica)
che qualcuno s’era provato
a buttare una bomba atomica,
ma invece del solito fungo
l’esplosione ha provocato
(e per ora nel mio sogno)
una torta di cioccolato.
“meglio fare torte di cioccolato invece che costruire bombe nucleari…”

9 maggio festa dell’Europa

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«L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto»

Il ministro degli Esteri francese Robert Schuman iniziava così il famoso discorso che sarebbe passato alla storia come fondativo di quella che poi sarebbe diventata l’Unione Europea con il trattato di Maastricht del 1992 (entrato in vigore l’anno dopo).

L’idea di Schuman era di creare una comunità di Stati europei per mettere fine ai conflitti tra Germania e Francia sulla gestione della produzione di carbone e acciaio.

L’obiettivo era di preservare la pace in un momento in cui l’Europa stava ancora cercando rimarginare le ferite causate dalla II guerra mondiale.

“L’Europa è nata da un sogno nei momenti più difficili, quando era terreno di scontro, di violenza, della guerra. In quegli anni è nata l’idea di un’Europa unita. È stata una costruzione faticosa, che a volte viene data per scontata. È una costruzione che si fortifica solo se le nostre ragazze e i nostri ragazzi hanno la capacità di lavorare insieme”

Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.

Attività in classe

Per uno sguardo a 360° sulla comunità europea; attività da stampare o da condividere alla Lim.

Il materiale può essere il punto di partenza per effettuare ricerche autonome su vari punti di interesse.

Gli incastri delle frazioni-M.Montessori

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Gli incastri delle frazioni sono dieci piastrelle quadrate, in legno o in metallo, nelle quali si incastra un identico cerchio rosso.
Il primo cerchio ad incastro rappresenta l’intero, l’ultimo i 10/10.

Il materiale permette ai bambini la libera esplorazione sensoriale, l’acquisizione della nomenclatura, della lettura e della scrittura di frazioni.

Permette anche di operare in modo assolutamente intuitivo e concreto con le frazioni : addizioni e sottrazioni di frazioni con lo stesso denominatore, moltiplicazioni e divisioni di frazioni per un numero intero, equivalenze tra frazioni.

Il materiale è altamente intuitivo e permette infinite prove e manipolazioni utili e necessarie per procedere con la successiva concettualizzazione e astrazione.

Attività ed esercizi

Quante cose fa la mamma! Forse troppe

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Gianni Rodari

Dal libro dei perché all’albo illustrato.

Erano gli anni cinquanta quando Rodari rispondeva nella sua rubrica su “L’Unità” ad un bambino che gli chiedeva perché la sua mamma dovesse andare sempre a lavorare.

La sua risposta sorprende e cambia, in poche battute, il volto della donna, disegnandone uno completamente nuovo, andando sicuramente controcorrente rispetto al suo tempo.

Ne esce un profilo di donna tutto nuovo; una donna bella forte e dignitosa; una donna, che sia mamma oppure no, che lavora e che lotta per lavorare in una società che non accetta e non approva.

La risposta di Rodari sorprende per la leggerezza del modo e per la grandezza del messaggio.

Con quella stessa leggerezza con cui abbatte stereotipi e combatte pregiudizi, immagina un nuovo futuro tra madri e figli, tra donna famiglia e società.

Forse, ancora oggi, a settant’anni di distanza, abbiamo ancora bisogno di immaginarlo quel futuro…

Buona festa delle mamma a tutte le mamme

“Il perché la mamma deve andare a lavorare” è diventato un albo, genialmente illustrato da una delle migliori illustratrici italiane di rilievo internazionale,  Chiara Carrer.

Perché la mia mamma deve andare a lavorare tutti i giorni, invece di restare a casa come piacerebbe a me e ai miei fratellini?

Ho un po’ idea che ti piacerebbe tanto se la mamma restasse sempre a casa a fare la domestica a te e ai tuoi fratellini, a lucidare le vostre scarpine, a lavare i vostri fazzolettini, e tanti altri eccetera, ecceterini. Non so che lavoro faccia la tua mamma ma sarà certo un lavoro utile: utile a voi (per i soldi che può guadagnare) e utile a tutta la società. E voi dovreste ammirarla ancora di piú, non soltanto perché è la vostra mamma, ma perché è una donna che lavora: una donna importante, e brava. Le scarpe le potete lucidare da soli, i fazzoletti li potete dare alla lavandaia, poi vi potete mettere alla finestra ad aspettare che la mamma torni per domandarle: «Che cos’hai fatto oggi? Parlaci del tuo lavoro e insegnaci a diventare bravi come te».

Festa della mamma; essenza e cura

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Quello cui miriamo non è l’uniformità, ma la creatività individuale e realizzare qualcosa con le proprie mani da regalare alla mamma non poteva essere che un’occasione preziosa per farlo.

Per questo non ho predisposto un’attività standard uguale per tutti, ma ho semplicemente messo a disposizione del materiale di recupero perché potesse essere toccato e maneggiato.

Forse è la voce delle cose di cui parlava M.Montessori, ma anche quel materiale ha suggerito qualcosa.

L’idea di farne delle borsette è stata indubbiamente la più gettonata.

Ognuno ha potuto realizzare la borsetta secondo la propria creatività, ma anche pensando ai colori che piacciono alla mamma, a come porta la borsa- a spalla o a tracolla?- e a quante cose ci tiene dentro…

Qualcuno ha pensato di realizzare un porta-cellulare e qualcun altro un porta-borraccia.

Ognuno ha scelto la dimensione e i colori, ha infilato aghi, tagliato e cucito ( sforacchiandosi anche qualche dito !) e poi, decorato la propria borsetta.

A qualcuno è venuta addirittura l’idea di mettere anche un’etichetta con il proprio nome da cucire sulla borsa e a qualcun altro di realizzare dei cuori per decorare i pacchettini…

Un lavoro decisamente artigianale e creativo: 19 bambini 19 borsette e, sicuramente, 19 sorrisi di mamma!

Buona festa a tutte le mamme!

“La gonna Viola di Fede” Irma Borges

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“La gonna viola di Fede” è il libro vincitore della VII edizione del Premio di Letteratura per l’infanzia “Narrating equality”.

L’albo, magistralmente illustrato da Francesco Fagnani, offre occasioni importanti per parlare di stereotipi e libertà, di rispetto, forza e coraggio.

Fede è un bambino che adora giocare e mascherarsi: pirata, supereroe, cavaliere…

E ogni giorno Fede è qualcuno di diverso pronto ad esplorare il mondo con il sorriso sulle labbra.

Tutto bene, finché non decide di indossare una bellissima gonna viola che trova in fondo al suo baule.

A Fede piace davvero tanto e decide di indossarla.

Quando esce con la mamma, però, tutto bene non va più.

Con la sua gonna svolazzante canta e ride e viene immediatamente scambiato per una bambina.

Fede rimane ferito e deluso.

Piange, non capisce.

Perché una bambina? Lui è lo stesso di ieri…

Tra le lacrime di Fede, il papà comincia raccontare.

E racconta di posti lontani, dove, ancora oggi, gli uomini indossano comodissime gonne.

Anche la mamma comincia a raccontare.

E racconta storie di donne che hanno avuto il coraggio di cambiare e di indossare i pantaloni.

E Fede trova il coraggio.

Il coraggio di indossare la gonna viola e poi anche le calze.

Trova il coraggio di essere.

Di essere libero

 " aprì con forza la porta di casa con fare deciso, indossando la gonna viola".

Attività in classe

“La gonna viola di Fede”-scansione del libro per la Lim per una lettura condivisa e partecipata

Figure piane nello spazio

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Geometria è vedere, osservare, riconoscere e scoprire.

É vedere con gli occhi della mente percependo mutamenti e trasformazioni.

Geometria è movimento, non staticità.

Mani e mente sono ugualmente coinvolte in ogni esplorazione geometrica.

Emma Castelnuovo progettò modi concreti per rendere visibile la matematica e lo fece con materiali semplici e alla portata di tutti, ma fondamentali per intuire e scoprire.

Scoprire e autocostruire i propri saperi e le proprie conoscenze; per Emma Castelnuovo, così come per M. Montessori, l’apprendimento autentico emerge con tutta la sua forza attiva, creativa e costruttiva, mai come qualcosa di dato.

Spaghi, elastici e barrette di ferro, plastica o cartone offrono infinite possibilità per toccare con mano e comprendere anche i concetti geometrici più difficili che, solo in un secondo momento, giungono al grado della concettualizzazione e dell’astrazione. 

Insegnare a guardare e a osservare le trasformazioni che avvengono intorno a noi; questa è la vera forma della geometria.

Attività in classe

Passare dal materiale concreto ai triangoli e ai quadrati invisibili che luce e ombra disegnano nello spazio è davvero qualcosa di affascinante.

Dare un nome alle forme delle ombre riconoscendovi figure note, una scoperta.

Non basta sapere cos’è un’ombra per accorgersi della sua forma, è necessario saperla osservare.

E così con un po’ di nastri colorati abbiamo dato il via ad un divertentissimo laboratorio per la costruzione delle figure piane nell’aria.

I bambini e le bambine si sono raggruppati per tre, quattro o cinque a seconda della figura che volevano riprodurre; hanno tagliato i nastri a misura per realizzare specifiche figure ( quadrato, rettangolo, pentagono) o li hanno lasciati così come si presentavano per costruirne e sperimentarne altre.

Hanno realizzato figure nell’aria con solo i nastri o usando nastri e ombre o nastri ombre e parti del proprio corpo.

Hanno provato a muovere e ruotare le figure ed hanno sperimentato che il rettangolo si trasforma in un parallelogramma e che il triangolo non poteva essere trasformato come il quadrato e il rettangolo

Muovendone i lati, il triangolo “si rompe”.

Dopo molte prove e incredulità, hanno dedotto che il triangolo è una figura fissa e immutabile.
Può essere capovolto e ruotato, ma rimane sempre e comunque lo stesso triangolo.