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Compiti di meraviglia: allenare lo stupore anche in vacanza

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Quando arriva il momento dei saluti di fine anno, ogni insegnante sa quanto sia difficile congedarsi dai propri alunni. Non si chiude solo un percorso scolastico, ma si sospende, per un po’, quel quotidiano fatto di sguardi, domande, risate e piccole scoperte condivise. Tuttavia, c’è qualcosa che non va mai in vacanza: lo stupore.

La capacità di meravigliarsi, di cercare, di osservare il mondo con occhi curiosi è una delle più grandi ricchezze che possiamo coltivare nei bambini.

Per questo, invece dei soliti compiti delle vacanze, ho voluto preparare qualcosa di diverso.

Una lettera. Una lettera che non è solo una lettera, ma un compito, un invito a vivere l’estate come un’avventura di bellezza, cura, natura, gioco e scoperta.
Ma è ancora qualcosa di più.

In un tempo in cui tutto corre veloce e le parole si consumano in fretta, scrivere una lettera è un gesto di lentezza e amore.

Una lettera si apre con le mani ma si legge con l’anima.

Una lettera resta.

Profuma di cura, contiene la voce silenziosa di chi l’ha pensata e scritta.

Una lettera custodisce il tempo e lo regala…

Ho scritto questa lettera pensando a ciascun bambino e bambina come a un piccolo esploratore del mondo, capace di meravigliarsi ogni giorno.
Dentro ci sono compiti diversi dal solito: sono compiti di meraviglia, da fare con gli occhi, le mani, il naso, il cuore. Da portare con sé tra i fili d’erba, le onde del mare, le montagne e i cieli estivi.



Lily, piccola rana esploratrice: Leggere, fare e scoprire

Lily è una piccolissima rana, ma il suo spirito è quello della grande esploratrice. Con un salto, inizia il suo primo viaggio; un viaggio entusiasmante che la porterà a esplorare l’inesplorato e a scoprire l’esistenza di alcune delle meravigliose creature che si prendono cura del pianeta che le ospita, ognuno per la sua parte: api, farfalle, chiocciole e formiche. Ma anche lo stagno le riserva delle sorprese: uova e girini popolano l’acqua. Lily scopre così la straordinaria metamorfosi della rana. Un libro, come nella tradizione di Montessorianamente Libri, per leggere e per fare, ricco di attività e spunti didattici per nuove esplorazioni nel mondo delle scienze, della grammatica, della matematica e della lingua inglese.

Non solo api; la biodiversità vola anche sulle ali di farfalla

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Con l’arrivo della primavera, la natura si risveglia e ci invita ad osservare con occhi attenti i suoi delicati equilibri. Orti, giardini, boschi e parchi si popolano di farfalle, creature leggere e silenziose, che danzano tra i fiori in cerca di nettare. Ogni farfalla è diversa: ali dalle forme e dai colori unici, come piccole opere d’arte volanti.

La farfalla ci insegna la trasformazione. Il suo volo ci ricorda la bellezza della leggerezza, ma anche l’importanza di ogni gesto.
Prendiamocene cura.

Insegniamo ai bambini a guardare con occhi nuovi, a rispettare ciò che è piccolo, fragile, eppure fondamentale per la vita.

L’incontro tra farfalle e fiori

Attratte dal nettare zuccherino, le farfalle si posano sui fiori e, involontariamente, compiono un gesto fondamentale: trasportano il polline. Questo “trasloco invisibile” permette la fecondazione delle piante e garantisce la diversità genetica delle specie vegetali.

Questo scambio silenzioso è essenziale per la vita di molti ecosistemi e anche per noi: senza gli insetti impollinatori, molte colture alimentari sarebbero in pericolo. Le farfalle, come le api, sono custodi della biodiversità.

Ma la farfalla non è solo impollinatrice.
Il bruco, prima di trasformarsi, nutre altri animali: uccelli, rettili, piccoli insetti.
Ogni fase della sua vita ha un ruolo.
Ogni creatura è parte di una rete sottile e meravigliosa che chiamiamo “ecosistema”.

Un anello nella catena della vita

Nel ciclo naturale, ogni essere vivente ha un ruolo. Le farfalle adulte impollinano, ma anche le loro larve, i bruchi, sono importanti: costituiscono una risorsa alimentare per uccelli, piccoli rettili e altri insetti. Ogni forma di vita è collegataalle altre: la scomparsa delle farfalle comporterebbe squilibri profondi.

Educare con la natura: osservazione, cura, protezione

Nel Metodo Montessori, il contatto diretto con la natura è fondamentale per formare nei bambini un senso autentico di responsabilità, rispetto e amore per la vita. La primavera offre moltissime opportunità per:

  • Osservare: seguiamo il volo delle farfalle, osserviamo i loro colori, cerchiamo le uova sotto le foglie, individuiamo le piante che preferiscono.
  • Conoscere: presentiamo le fasi della metamorfosi con materiali concreti, immagini, piccole narrazioni scientifiche.
  • Coltivare: creiamo un angolo del giardino (o anche solo un vaso sul balcone) con fiori ricchi di nettare (come lavanda, calendula, borragine) e piante ospiti per i bruchi (come finocchio selvatico, ortica, cavolo).
  • Proteggere: impariamo cosa danneggia le farfalle (diserbanti, pesticidi, inquinamento) e riflettiamo insieme su gesti possibili per prenderci cura del nostro ambiente.

Proposte didattiche montessoriane

  1. Ciclo vitale della farfalla
    Realizzare una sequenza fotografica o con miniature in 3D: uovo, bruco, crisalide, farfalla. I bambini possono toccare, ordinare e raccontare ogni fase.
  2. Cartellini nomenclatura
    Usare immagini reali delle farfalle accompagnate da cartellini con i nomi. I bambini possono abbinare immagine e parola, lavorando sul linguaggio e sulla classificazione.
  3. Diario dell’osservatore
    Fornire piccoli taccuini per registrare le osservazioni: “oggi ho visto…”, “il bruco era lungo…”, “il fiore era di colore…”. Possibile anche in forma pittorica o con simboli.
  4. Laboratorio sensoriale
    Proporre attività di confronto tra texture (ali, foglie, fiori), suoni (ronzio, fruscio), odori (piante aromatiche). Il contatto con la natura parte dai sensi.
  5. Costruzione di un giardino per le farfalle
    Coinvolgere i bambini nella cura di un piccolo spazio piantumato, osservando quali insetti lo visitano e tenendo un “registro delle visite”

Un invito all’educatore

Come adulti, non diamo risposte precoci, ma coltiviamo lo stupore. Osserviamo con i bambini, facciamoci domande insieme, lasciamo che sia la natura a parlare. Le farfalle ci insegnano la leggerezza, la trasformazione, la connessione. E noi possiamo trasmettere loro cura, attenzione, rispetto.

🦋 L’educazione comincia con la vita -Maria Montessori

Un libro per leggere e per fare, perfetto per le attività estive ( classe prima e seconda).

Disponibile su Amazon in due versioni: corsivo e stampato maiuscolo


Lily, piccola rana esploratrice: Leggere, fare e scoprire

Lily è una piccolissima rana, ma il suo spirito è quello della grande esploratrice. Con un salto, inizia il suo primo viaggio; un viaggio entusiasmante che la porterà a esplorare l’inesplorato e a scoprire l’esistenza di alcune delle meravigliose creature che si prendono cura del pianeta che le ospita, ognuno per la sua parte: api, farfalle, chiocciole e formiche. Ma anche lo stagno le riserva delle sorprese: uova e girini popolano l’acqua. Lily scopre così la straordinaria metamorfosi della rana. Un libro, come nella tradizione di Montessorianamente Libri, per leggere e per fare, ricco di attività e spunti didattici per nuove esplorazioni nel mondo delle scienze, della grammatica, della matematica e della lingua inglese.

Montessorianamente Libri

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Nobleza – Casetta per Insetti in Legno, Albergo Insetti Naturale per Api, Coccinelle, Crisopidi, Farfalle,Hotel per Insetti Che Aiuta la Nidificazione, Taglia M – 19,5 * 10 * 27CM

Ecologia. Il mio pianeta. Osserva, sperimenta, crea! 

L’ecologia spiegata ai bambini. Ediz. a colori

Il mondo delle farfalle. Ediz. a colori Copertina rigida – Illustrato, 13 marzo 2018

Piccola guida alle farfalle. Ediz. a colori Copertina rigida – Illustrato, 3 giugno 2021

Piccola guida a insetti e altri piccoli animali

Educazione cosmica e Costituzione: il senso del legame universale

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La vera educazione è quella che forma alla vita.

Maria Montessori

L’educazione cosmica, così come concepita da Maria Montessori, non è soltanto un modo per raccontare la nascita dell’universo o la meraviglia della vita. È una visione profonda, etica e spirituale dell’esistenza, che aiuta il bambino a riconoscersi come parte integrante di un tutto armonioso e interdipendente.

In questo “tutto” rientra anche la società umana, con le sue regole, i suoi diritti, le sue responsabilità. E proprio qui prende forma un altro grande racconto collettivo, che accompagna il cammino di crescita del bambino: la Costituzione.

Se l’educazione cosmica insegna al bambino il rispetto per l’ordine naturale e il valore dell’interconnessione, la Costituzione rappresenta l’ordine umano condiviso, la tutela dei diritti e il riconoscimento dei doveri comuni. Non una legge che impone, ma una voce collettiva che ci ricorda ciò che siamo e ciò che vogliamo costruire insieme.

Portare la Costituzione dentro la scuola dell’infanzia e primaria non significa ridurla a un elenco di articoli astratti. Vuol dire seminare nel cuore di ogni bambino un’idea viva di appartenenza e cura: verso sé stessi, verso gli altri, verso l’ambiente e la società.

Significa aiutare ogni bambino a sentirsi un piccolo costruttore del mondo, attraverso gesti simbolici, riflessioni collettive e piccole esperienze di cittadinanza attiva.


🕊 Educare alla Costituzione attraverso l’ armonia

Nella visione montessoriana, ogni cosa ha un ruolo, ogni essere un compito, ogni azione un significato profondo. Così come la stella esplosa ha permesso la vita sulla Terra, e la formica contribuisce silenziosa al benessere del prato, anche ogni cittadino è chiamato a partecipare con consapevolezza e rispetto alla vita collettiva.

La Costituzione diventa così una costellazione di principi da vivere concretamente. Non “facili”, ma autentiche, coerenti con l’esperienza del bambino, capaci di attivare riflessione e senso critico.


Costruire l’urna della comunitàL’urna del voto

  • Materiali: realizzano un’urna elettorale con materiali riciclato e realizzare schede di voto (con disegni semplici o domande a scelta).
  • Procedimento:
    • Spiegare ai bambini che un’urna serve a raccogliere i voti in modo segreto e sicuro.
    • Propone una piccola votazione su un tema semplice (ad esempio: “Quale attività vuoi fare oggi?” con due opzioni).
    • Ogni bambino inserisce la propria scheda nell’urna.
    • Successivamente si contano insieme i voti e si scopre l’opzione più scelta.
  • Obiettivo: far sperimentare concretamente il concetto di voto libero, segreto e partecipativo.

Il Parlamento dei bambini
Organizzare un piccolo parlamento con ruoli assegnati (presidente, segretario, oratore) per discutere regole di classe o progetti comuni. Un modo per imparare la democrazia e il rispetto delle opinioni altrui.

Cartina dell’Italia da colorare

Obiettivo: conoscere le regioni italiane e la loro varietà.

Materiali: cartina dell’Italia stampata in bianco e nero, colori, adesivi per identificare le regioni a statuto speciale.

Svolgimento: si consegna la cartina e si invita ogni bambino a colorare le regioni, scoprendo quali sono quelle a statuto speciale e quali sono le grandi città. Si può aggiungere un’attività di abbinamento tra regioni e caratteristiche culturali o naturali; evidenziare simboli della Costituzione e i luoghi di importanza storica o culturale legati ai diritti e ai doveri dei cittadini.

Materiale scaricabile

    Quanto pesa? Educare alla misura con mente, mani e meraviglia

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    Un percorso esperienziale in stile montessoriano tra confronti, trasformazioni ed equivalenze.

    Misurare non è solo contare. È dare forma all’esperienza, è trovare un linguaggio per ciò che cambia, cresce, pesa, occupa spazio.

    MontessorianaMenteLucca

    Le unità di misura sono strumento di relazione con il mondo. Non formule, non schemi da imparare a memoria, ma esperienze da vivere con il corpo e con l’intelligenza delle mani.

    Quanto pesa?
    Non una semplice domanda sul peso, ma una domanda sul mondo e sulla realtà.

    Ogni apprendimento parte dalla realtà sensoriale e concreta, mai dalla parola. E la misura non fa eccezione: nasce dal corpo, dal confronto, dalla relazione.

    1. La misura come relazione: prima ancora del numero, il confronto

    Più o meno?”
    In un angolo della classe creare una “tavola delle scoperte” con oggetti veri, della vita quotidiana- una mela, un limone, una bottiglia, un sasso, un pacchetto di farina…

    I bambini, senza bilance né numeri, devono mettere in relazione gli oggetti:

    – Quale pesa di più?
    – Quale contiene più liquido?
    – Quale occupa più spazio sul tavolo?

    👉 Ogni bambino costruisce una narrazione: “La bottiglia è più pesante della mela, ma la mela è più pesante del limone.”

    Qui nasce il primo linguaggio della misura: il linguaggio della relazione.

    2. La misura come scoperta culturale

    Dopo l’esperienza, si apre una riflessione:

    – Chi ha deciso che un metro è lungo così?
    – Come facevano a misurare prima degli strumenti?
    – E se vivessimo in un altro paese, useremmo le stesse unità?

    Queste domande diventano ricerca storica e antropologica. I bambini esplorano antiche unità di misura, misurano con il palmo, il piede, il passo, e scoprono che ogni misura nasce da un corpo umano reale.

    Attività: Il museo delle misure dimenticate
    I bambini costruiscono una piccola mostra con strumenti e misure “d’altri tempi”, con didascalie scritte da loro: “Questa era la misura del braccio del faraone. Questa è la spanna del mio papà”.

    3. La misura come trasformazione: l’equivalenza come pensiero flessibile

    L’equivalenza non è un calcolo. È la comprensione che la realtà può cambiare forma senza cambiare sostanza.

    Esperienza: Alchimia delle misure
    Con lenti, tubi, imbuti, contenitori, i bambini devono “trasformare” una misura in un’altra:

    – Come versare 1 litro in 5 contenitori da 200 ml?
    – Come ottenere 1000 g con pesi diversi?

    👉 Non si parte dalla formula. Si parte dalla sorpresa: “Guarda, questo pieno è uguale a quei cinque!”

    Narrazione:
    Ogni equivalenza diventa una storia di trasformazione, da illustrare e raccontare:
    “C’erano dieci amici da 100 ml, e insieme formarono un grande lago da 1 litro.”

    4. La misura come libertà: usare le equivalenze per creare

    Infine, la misura si fa strumento creativo.

    Laboratorio: Progetti in scala
    I bambini ricevono un compito aperto:
    – Costruire una mini-serra in scala
    – Progettare una merenda per 12 persone a partire dalla ricetta per 2
    – Scrivere un problema con le equivalenze da donare a un’altra classe

    Le equivalenze non sono più esercizi, ma mezzi per realizzare qualcosa di reale.
    Diventano linguaggio, responsabilità, competenza al servizio di un progetto.

    📚 Un racconto per aprire la mente: “Pesa di più, pesa di meno” di Gianni Rodari

    Quando parliamo di peso, siamo abituati a pensare a numeri, chili e bilance. Ma cosa significa davvero “pesare”? Cosa pesa di più: un chilo di ferro o un chilo di piume? E cosa pesa di più nella vita: una parola cattiva o un gesto gentile?

    Nel racconto “Pesa di più, pesa di meno”Gianni Rodari ci invita a guardare il mondo con occhi diversi. Con la sua consueta leggerezza e profondità, ci mostra che il concetto di misura può essere anche un modo per riflettere sui valori, sull’empatia, sulla giustizia.

    👉 Inserire questo racconto all’inizio di un percorso sulle equivalenze e le unità di misura aiuta a creare uno spazio di domande autentiche. Ci porta subito nel cuore del tema: non misuriamo solo oggetti, ma anche relazioni, azioni, significati.

    Così, prima ancora di entrare nel mondo dei grammi e dei litri, si apre una riflessione sul senso della misura come forma di attenzione, di ascolto e di responsabilità.


    Conclusione: educare alla misura è educare al mondo

    Misurare significa imparare a pensare il mondo in modo ordinato ma flessibile, concreto ma trasformabile.
    Significa educare all’equilibrio, al senso del “quanto basta”.

    Le equivalenze, vissute nel corpo e nella mente, diventano pensiero trasformativo, non procedura meccanica.
    E in questo, come sempre, Montessori ci ricorda di partire dall’esperienza vera, dalla meraviglia e dal fare con le mani.

    A misura di mondo: Un viaggio tra storia e scoperte, esperimenti e giochi 

    Un viaggio affascinante attraverso la storia della misura; un libro che segue le tracce di un percorso lungo e straordinario: dalla coda di un camaleonte presa come unità di misura a Leonardo Da Vinci, passando per Egizi, Romani e Babilonesi per scoprire come l’uomo abbia da sempre cercato di dare un ordine alle dimensioni, ai pesi e al tempo.

    Leggende, curiosità, giochi e attività pratiche trasformano ogni pagina in un’esperienza per leggere, giocare e imparare. Un libro per tutti coloro che vogliono scoprire la misura con i propri occhi… e con le proprie mani! Per la didattica:Un supporto pratico e versatile, utilizzabile in modo strutturato o flessibile. I simboli nell’indice aiutano a individuare rapidamente le attività.

    L’uomo e le api; da sempre e per sempre

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    Il legame antico tra uomini, divinità e api

    Le api accompagnano la storia dell’umanità da millenni. Non sono solo creature operose e indispensabili per la vita sulla Terra: in passato, erano viste come messaggere divinedonatrici di tesori e simboli sacri.

    Già nel mondo antico, civiltà come quella egizia e quella greca riconoscevano il valore di questi insetti. Lo dimostrano i miti, le raffigurazioni, i riti religiosi e l’uso speciale del miele, considerato un dono celeste.


    🕊 Il pianto del dio Ra e la nascita delle api

    Secondo una leggenda dell’antico Egitto, le api nacquero in un modo sorprendente e poetico:

    Il dio del Sole, Ra, pianse. Le sue lacrime caddero a terra e si trasformarono in api.

    Queste api, nate da un dio, si misero subito a volare tra i fiori, a raccogliere il nettare e a produrre miele, “la rugiada del Sole”, destinata solo a pochi eletti: le divinità, i faraoni e i sacerdoti. Il miele era usato nei rituali sacri e nelle offerte agli dèi, e veniva conservato con cura nelle tombe.

    Gli Egizi ammiravano profondamente le api, ne osservavano la vita comunitaria e la perfetta organizzazione: per loro, l’alveare rappresentava un modello di società ideale, dove ogni essere lavora per il bene comune.


    ⚡ Il dono (e il sacrificio) di Zeus alle api

    Anche i Greci erano affascinati dalle api. Un mito narra di come il miele arrivò perfino sull’Olimpo, grazie a Melissa, una ninfa amica delle api. Quando Zeus assaggiò il miele, ne fu così colpito che decise di ricompensare le api con un dono:

    “Chiedetemi ciò che più desiderate”, disse.

    Le api, stanche di vedere il loro miele rubato, chiesero un’arma per difendersi: un pungiglione. Zeus accettò, ma pose una condizione:

    “Chi userà questo dono, perderà la vita.”

    Le api accettarono. Da allora, sanno difendere il loro alveare con coraggio, pur sapendo che il prezzo è la loro stessa vita. Questo mito ci ricorda il senso del sacrificio, della responsabilità e dell’equilibrio tra dono e dovere.


    🏰 Le api nel Medioevo: alleate dei monaci

    Nel Medioevo, le api continuarono a occupare un ruolo centrale nella vita dell’uomo, soprattutto all’interno dei monasteri. I monaci allevavano le api con cura nei loro giardini claustrali, osservandone i comportamenti e sfruttando con rispetto i loro prodotti.

    Il miele era utilizzato:

    • come medicina naturale per curare ferite e malanni,
    • come dolcificante (lo zucchero era raro e costoso),
    • e soprattutto per produrre candele di cera d’api, essenziali per l’illuminazione in chiese, conventi e biblioteche.

    Le api venivano ammirate per la loro operosità, la disciplina e l’ordine, tanto da diventare simbolo di virtù cristiane, come la laboriosità e la devozione.


    🔬 Età moderna: nasce l’apicoltura scientifica

    Tra il XVII e il XIX secolo, il rapporto dell’uomo con le api cambia ancora: è il tempo delle prime osservazioni scientifiche e della nascita dell’apicoltura moderna.

    Grazie a studiosi e naturalisti, si comincia a capire meglio:

    • come funziona l’alveare,
    • il ruolo della regina,
    • e la sorprendente architettura esagonale delle celle.

    Vengono introdotte le arnie mobili, che permettono di prelevare il miele senza distruggere l’alveare, e si diffondono manuali per apicoltori. Le api non sono più solo creature magiche o simboliche, ma diventano oggetto di studio, rispetto e tutela.


    🌍 Riflessioni per oggi: un tempo per le api

    Durante la Giornata mondiale delle api, accendiamo insieme i riflettori su questi piccoli, grandi alleati dell’ambiente. Celebriamo la loro presenza instancabile e ci interroghiamo su come possiamo prendercene cura.

    Il tempo, in questo contesto, diventa una parola dalle molte sfumature:

    • Ieri: un tempo in cui le api erano sacre, rispettate, amate da dèi e uomini.
    • Oggi: un tempo in cui ci si accorge del loro declino, della loro fatica, della nostra responsabilità.
    • Domani: un tempo ancora da costruire, forse migliore, se scegliamo di prenderci cura della natura con più attenzione.

    Il rispetto per le api non è nato oggi. La cura per questi insetti affonda le radici in antiche civiltà. Gli Egizi vedevano nelle api un modello di armonia e ordine sociale; i Greci raccontavano miti profondi sul loro valore, il dono e il sacrificio. Nei secoli successivi, uomini e donne ne hanno custodito i doni con cura.

    👁‍🗨 Allora ci chiediamo:

    • Perché oggi questa attenzione è così urgente?
    • Che cosa possiamo imparare dalle civiltà antiche?
    • Possiamo immaginare una società futura che si ispiri alla saggezza delle api?

    ✏️ Spunti per l’attività in classe

    1. Narrazione e confronto tra miti

    📚 Dopo aver ascoltato il racconto del mito egizio di Ra e quello greco di Zeus, si può proporre una conversazione guidata con domande stimolo:

    • Cosa accade nei due racconti?
    • Qual è l’origine delle api secondo i miti?
    • Come si comportano gli dèi verso di loro?
    • Che cosa ci insegnano queste storie?

    🗣 Suggerimento: La narrazione può avvenire in forma orale, teatrale, animata o semplicemente come racconto ad alta voce.


    2. Costruzione di una linea del tempo delle api nella storia

    🎯 Obiettivo: Collocare nel tempo le fasi principali del rapporto tra uomo e api.
    🧩 La linea del tempo può essere costruita su un cartellone, su strisce di carta o in forma di libro-accordion.

    Spunti per le tappe da inserire:

    • Antico Egitto (ca. 3000 a.C.)
      Le api nascono dalle lacrime del dio Ra. Il miele è sacro, usato nei riti religiosi e nelle sepolture.
    • Antica Grecia (ca. 1000-300 a.C.)
      Il miele è cibo degli dèi. Zeus dona il pungiglione alle api. Le api simboleggiano giustizia e dedizione.
    • Medioevo (ca. 500-1400 d.C.)
      I monaci allevano api nei conventi, producono miele e cera. Le api diventano simbolo cristiano di virtù.
    • Età Moderna (1700-1800)
      Nascono studi scientifici sull’alveare. Viene inventata l’arnia razionale. Si diffonde l’apicoltura moderna.
    • Oggi (dal 2000 in poi)
      Le api sono minacciate da pesticidi e inquinamento. Cresce la consapevolezza ecologica e il desiderio di proteggerle.

    📌 Variante creativa: ogni bambino o gruppo può realizzare una tappa con una mini-illustrazione, una frase chiave o un simbolo.


    3. Un fiore di promesse per le api

    🎯 Obiettivo: Riflettere individualmente sul proprio impegno verso la natura.

    Ogni bambino può scrivere su un “petalo” (vero o simbolico):

    • “Io mi impegno a…”
    • “Per proteggere le api, farò…”

    I petali possono comporre un fiore murale collettivo oppure diventare parte di un “giardino delle intenzioni” in aula.


    Montessorianamente Libri

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    Spunti editoriali e non solo…

    Mitologia Egizia: Divinità, Faraoni, e Mostri dell’Antico Egitto: Storie Affascinanti e Leggendari Racconti dei Miti Egizi 

    Mitologia Egizia per bambini: Storie Leggendarie di Faraoni e Divinità dell’Antico Egitto 

    L’antico Egitto. Viaggia, conosci, esplora. Ediz. a colori. Con puzzle

    Vita dei bambini nell’antico Egitto. Usi, costumi e stranezze nella terra dei faraoni

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    Ecologia. Il mio pianeta. Osserva, sperimenta, crea! 

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    L’ecologia spiegata ai bambini. Ediz. a colori

    Lily, piccola rana, grande esploratrice

    l’entusiasmante viaggio di Lily, la piccola rana esploratrice, la porterà a scoprire l’esistenza di alcune delle meravigliose creature che si prendono cura del pianeta che le ospita, ognuno per la sua parte: api, farfalle, chiocciole e formiche.

    C’era una volta… e ancora c’è: il valore pedagogico della fiaba nel quotidiano educativo

    by

    “Tutto ciò che il bambino apprende nella prima infanzia, lo apprende col cuore.”
    — Maria Montessori

    Illustrazione dal libro di Allen Say, Kamishibai man 2005 Houghton Mifflin Company Boston ed editato per l’Italia nel 2019 da Edizioni Artebambini

    La fiaba ha attraversato i secoli, le culture e le generazioni. E continua a farlo, ogni volta che un adulto si prende il tempo di narrare e un bambino si apre all’ascolto. Ma che valore ha oggi, in una scuola sempre più orientata alla realtà, all’efficienza e al risultato? In questo articolo vogliamo riscoprire il significato profondo della fiaba nel percorso educativo, alla luce di una visione pedagogica ispirata al pensiero montessoriano, con proposte operative per dare alla fiaba un posto vivo nella didattica.


    Perché raccontare ancora fiabe?

    La fiaba è un linguaggio universale. Parla con immagini semplici ma cariche di simboli, che il bambino coglie in modo intuitivo. Non ha bisogno di spiegazioni: mostra il mondo, i suoi conflitti e le sue possibilità attraverso la narrazione.

    Le fiabe non raccontano la realtà, ma preparano ad affrontarla, proprio perché la trasfigurano in qualcosa di comprensibile e gestibile per il bambino.

    La loro struttura narrativa – con prove, errori, aiuti, trasformazioni – riflette il processo stesso della crescita. E quando l’eroe o l’eroina della fiaba compie il proprio cammino, anche il bambino si sente rafforzato nel suo.


    La fiaba nella visione montessoriana

    Maria Montessori non ha introdotto l’uso della fiaba nella primissima infanzia, convinta che nei primi anni il bambino dovesse costruire una solida conoscenza della realtà. Tuttavia, nella scuola primaria, dove il bambino attraversa quella che la Montessori chiama “mente ragionante”, il racconto simbolico assume una funzione importantissima.

    Le fiabe offrono una via indiretta all’educazione morale. Lontane da prediche o istruzioni, mostrano in modo vivido il valore del bene, della perseveranza, del coraggio, della giustizia. L’identificazione con i personaggi permette al bambino di interiorizzare valori attraverso l’esperienza emotiva e immaginativa.


    Cosa insegna una fiaba

    Ogni fiaba ben costruita mostra un conflitto, un cammino e una trasformazione. Tre elementi essenziali, tanto nella narrazione quanto nella crescita personale del bambino.
    Le fiabe:

    • Parlano in simboli: il lupo, la foresta, la strega, la casa… non sono solo personaggi o luoghi, ma archetipi che rappresentano sfide interiori.
    • Normalizzano la paura: mostrano che la paura esiste, ma che può essere affrontata.
    • Danno speranza: il lieto fine non è ingenuità, ma costruzione di fiducia nel futuro.
    • Offrono modelli: l’eroe fiabesco è imperfetto ma perseverante, cade ma si rialza, sbaglia ma impara.

    Fiabe e attività: come integrarle nel quotidiano didattico

    Portare la fiaba nella scuola primaria non significa solo leggerla. Vuol dire viverla, trasformarla, rielaborarla con strumenti e linguaggi che parlino al bambino. Ecco alcune proposte operative:

    🌿 1. L’angolo delle fiabe

    Uno spazio morbido, silenzioso, dedicato alla narrazione e all’ascolto. Può contenere libri illustrati, burattini, piccoli oggetti simbolici da toccare e usare nel racconto.

    ✍️ 2. Il diario del piccolo eroe

    Dopo aver ascoltato una fiaba, ogni bambino può scrivere o dettare una breve riflessione: “Quando mi sono sentito come il protagonista?” – oppure inventare un seguito, un prequel, un finale alternativo.

    🎭 3. Drammatizzazione e burattini

    Il teatro fiabesco sviluppa espressività, collaborazione, capacità di immedesimazione. Anche con materiali semplici (cucchiai, bastoncini, carta) è possibile creare scene ed emozioni.

    🎨 4. Laboratori creativi e simbolici

    • Creare “l’oggetto magico” della fiaba (una chiave, una mappa, un talismano).
    • Costruire la mappa del viaggio dell’eroe, con tappe, ostacoli e trasformazioni.
    • Illustrare la fiaba con collage o tecniche miste, stimolando l’interpretazione personale.

    📖 5. Kamishibai: la fiaba illustrata dai bambini

    Il kamishibai, antico teatro d’immagini giapponese, è uno strumento prezioso per la narrazione partecipata. I bambini creano una serie di tavole illustrate, ognuna dedicata a una scena della fiaba.

    Sul retro, scrivono (o dettano) il testo narrato. Il racconto può poi essere presentato alla classe o ad altri bambini. Questa attività valorizza l’espressione artistica, l’organizzazione logica del racconto e la collaborazione, permettendo a ciascuno di trovare il proprio ruolo nel processo creativo.

    (Costruire il kamishibai)


    Esempi di fiabe e percorsi didattici

    📘 Pinocchio

    Non solo fiaba, ma romanzo di formazione: perfetto per un lavoro sul tema delle scelte, del cambiamento e della coscienza morale.
    Attività:

    • Diario delle scelte di Pinocchio
    • Giochi di ruolo: “Cosa faresti al suo posto?”
    • Costruzione di burattini con materiali riciclati
    • Kamishibai delle bugie: “Ogni scena, una trasformazione”

    🧺 Cappuccetto Rosso

    Percorso sul tema della fiducia, del rischio e dell’autonomia.
    Attività:

    • Mappa del bosco con pericoli e aiuti
    • Disegno del “mio lupo” (cosa mi fa paura oggi?)
    • Storia al contrario: Cappuccetto salva il lupo?

    🎩 Il Gatto con gli Stivali

    Stimolo per la creatività e l’immaginazione.
    Attività:

    • Inventa un oggetto magico e racconta come ti aiuta
    • Gioco teatrale dei tre fratelli: strategie, idee, alleanze

    Conclusione: educare con la fiaba

    Educare con le fiabe non significa allontanarsi dalla realtà, ma entrare nella profondità dell’esperienza umana. La fiaba è un ponte tra ciò che il bambino sente e ciò che non sa ancora dire.
    Nel rispetto del metodo montessoriano, possiamo proporre fiabe che aiutino a dare forma all’interiorità, sviluppare empatia, affrontare paure, nutrire speranza.
    Perché in ogni “C’era una volta” c’è anche un “Ci sono adesso”.
    E ogni bambino, proprio come l’eroe della fiaba, ha dentro di sé il coraggio di crescere.

    Pinocchio, un burattino che voleva diventare bambino” – Percorso didattico in 6 tappe

    Un materiale per accompagnare i Bambini alla scoperta di Pinocchio riflettendo su valori, emozioni e crescita personale.

    6 tappe narrative e operative
    Ogni tappa riprende un momento chiave del viaggio di Pinocchio, con spunti di riflessione, domande guida, attività manuali e simboliche per lavorare su: la trasformazione personale, le emozioni, le scelte, l’ascolto della coscienza, l’autonomia, il valore della verità

    Quante cose sa fare la mamma? Forse troppe.

    by

    Dal “Libro dei perché” all’albo illustrato – Gianni Rodari, ieri e oggi

    Era il cuore degli anni Cinquanta quando Gianni Rodari, nella sua celebre rubrica “Il libro dei perché” su L’Unità, ricevette una domanda tanto semplice quanto profonda:
    “Perché la mia mamma deve andare a lavorare tutti i giorni, invece di restare a casa come piacerebbe a me e ai miei fratellini?”

    La risposta di Rodari, come spesso accadeva, è un piccolo capolavoro. Con poche frasi, ribalta l’immagine tradizionale della madre-casalinga e disegna un nuovo volto della donna: non solo madre, ma donna che lavora, che contribuisce alla società, che ha un ruolo attivo, dignitoso, creativo.
    Una donna forte, autonoma, capace.
    Una donna importante perché lavora, non nonostante lavori.

    “Il perché la mamma deve andare a lavorare” è diventato un albo, genialmente illustrato da una delle migliori illustratrici italiane di rilievo internazionale,  Chiara Carrer.

    Per l’epoca fu un pensiero rivoluzionario. Una presa di posizione netta, che rompeva con gli stereotipi della madre tutta dedita alla casa e ai figli. Rodari, come sempre, lo fece con leggerezza, ma non con superficialità. Anzi. In quella risposta c’era tutto: la difesa dei diritti, il rispetto delle scelte, la dignità del lavoro femminile. E anche un suggerimento ai bambini e agli adulti: ammirate le vostre madri, non solo per quanto fanno in casa, ma per tutto ciò che sono, per quello che sanno, per il contributo che danno ogni giorno al mondo.

    A settant’anni di distanza, quella risposta continua a far riflettere.
    Forse perché non abbiamo ancora davvero imparato a guardare le donne – e le madri – con quello sguardo pieno di rispetto e fiducia nel loro valore sociale, culturale, umano. Forse perché, ancora oggi, ci chiediamo (o facciamo chiedere ai bambini) se non sarebbe meglio se la mamma restasse sempre a casa…

    Per questo è importante che quella risposta viva ancora.
    E lo fa, oggi, anche in una nuova forma: è diventata un albo illustrato, pubblicato con il titolo “Perché la mamma deve andare a lavorare”, arricchito dalle immagini intense e poetiche di Chiara Carrer, una delle più apprezzate illustratrici italiane .

    Il testo di Rodari è rimasto quello originario, asciutto e ironico, capace di parlare ai piccoli ma anche agli adulti. Le immagini, invece, lo accompagnano e ampliano, rendendo visibile quel mondo fatto di cura, responsabilità, sogni e fatica. È un albo che racconta la maternità in modo nuovo, che invita i bambini ad ascoltare le madri, a conoscere le loro giornate, ad ammirarle anche per il loro lavoro.

    Una piccola, grande lezione di educazione alla parità. Un invito a costruire, insieme, una società in cui il valore delle donne – e delle madri – sia riconosciuto, sostenuto e celebrato ogni giorno.

    Perché, forse, quel futuro che Rodari già immaginava, dobbiamo ancora imparare a costruirlo davvero.

    Buona festa della mamma a tutte le mamme. Quelle che lavorano fuori casa e quelle che lavorano dentro. Tutte.

    Il libro dei perché. Ediz. illustrata 

    Un percorso per andare al di là della semplice celebrazione e per arricchire la festa di un significato più profondo.

    Un percorso per ritrovare origini e radici.

    Il materiale propone un percorso a ritroso per scoprire le origini della festa della mamma, dagli antichi Greci ai Romani, passando per il movimento pacifista degli Stati Uniti del primo Novecento fino ad oggi.

    Il materiale completo disponibile nello shop comprende:

    -Greci; feste legate alle divinità femminili e miti

    -Romani; feste, divinità femminili e festa della mamma più propriamente detta 

    -Stati Uniti; dal movimento pacifista alla festa della mamma come giorno di pace

    -Ufficializzazione della festa 

    -La festa della mamma nel mondo

    -la festa della mamma in Italia; dalla prima celebrazione ad oggi

    Arricchiscono il materiale numerose attività di rielaborazione 

    La storia della festa in Italia, dalla prima celebrazione ad oggi.

    Il materiale comprende esercitazioni di vario tipo.

    Geografia cosmica: il mondo tra contrasti e meraviglia

    by

    La mano è lo strumento dell’intelligenza. Il bambino che agisce è un bambino che pensa.
    — Maria Montessori

    Un approccio montessoriano all’educazione geografica attraverso l’esperienza, la narrazione e la nomenclatura

    Nel cuore della pedagogia montessoriana, la geografia non è mai soltanto una lista di nomi da memorizzare o contorni da colorare. È, invece, una forma di stupore. Una scoperta che nasce da una visione ampia — cosmica, appunto — e si avvicina sempre più al particolare, fino a toccare la terra sotto i piedi, la brezza del mare sulla pelle, la roccia tra le dita.

    Dalla cosmica alla geografia: l’incanto della relazione

    La “cosmica” in Montessori è l’educazione alla totalità. È il racconto dell’universo che si dispiega davanti agli occhi del bambino per offrire un senso di appartenenza e meraviglia. La geografia, in questo contesto, è molto più che studio di luoghi: è osservazione delle relazioni, è coscienza dei contrasti, è gratitudine per l’equilibrio che permette la vita.

    Le montagne e i mari, le pianure e i deserti, le coste frastagliate e le spiagge sabbiose: ogni elemento geografico è un personaggio nella grande narrazione della Terra. Ogni forma ha una storia, una funzione, un impatto. E ciascuna può essere conosciuta attraverso l’esperienza diretta e il linguaggio preciso della nomenclatura.

    Il valore del contrasto: imparare attraverso le differenze

    Nella pedagogia montessoriana, l’osservazione dei contrasti è fondamentale. È attraverso il confronto che il bambino distingue, comprende, interiorizza.

    Acqua e terra. Liscio e ruvido. Caldo e freddo. Costa e baia, isola e lago, promontorio e golfo.

    Offrire ai bambini esperienze concrete di questi contrasti geografici — anche in scala ridotta, attraverso materiali tattili, mappe in rilievo, modellini, giochi con l’acqua — significa dare forma e sostanza alla conoscenza. Non si tratta solo di riconoscere “dove si trova una baia”, ma di intuire perché nasce lì, come appare, che ruolo ha nell’ecosistema e nella vita umana.

    Nomenclatura e linguaggio: chiamare le cose per nome

    Nel metodo Montessori, la nomenclatura ha un ruolo centrale. Dare un nome preciso a ciò che si osserva è un atto di cura, un esercizio di attenzione e un ponte tra pensiero e parola.

    Le carte di nomenclatura classiche, usate in abbinamento a materiali concreti o immagini realistiche, offrono ai bambini gli strumenti linguistici per parlare del mondo con proprietà e consapevolezza. Il cartellino con la parola “promontorio” non è solo una parola da leggere: è un’etichetta che si collega a una forma, a un’esperienza vissuta, a una riflessione.

    Il bambino non “studia geografia”, ma vive la geografia.

    Libertà e gioco: l’ambiente che insegna

    L’ambiente preparato è il primo maestro. Quando offriamo ai bambini un paesaggio da ricostruire, oggetti da collocare, storie da interpretare, invitiamo all’apprendimento attivo e autonomo. È nel gioco libero che spesso si consolidano le scoperte più profonde: costruire una costa, dare voce a un faro, immaginare il punto di vista del mare…

    Ogni gesto è significativo quando nasce da una motivazione autentica e non da un’imposizione esterna.

    Il nostro compito, come adulti, è fornire gli strumenti, curare il linguaggio, preparare occasioni di scoperta — e poi osservare, con rispetto e discrezione, come i bambini tessono la propria mappa interiore del mondo.

    Educare allo stupore

    In un tempo che tende a semplificare e accelerare, la geografia montessoriana ci invita alla lentezza e alla meraviglia. Ogni forma della terra racconta un tempo profondo, ogni elemento del paesaggio suggerisce un’interdipendenza.

    Non insegniamo solo nomi e definizioni: coltiviamo uno sguardo ampio, una curiosità sensibile, una mente capace di connessioni.

    Dalla cosmica alla geografia, dal racconto dell’universo alla baia costruita con la sabbia: ogni tappa è un invito a conoscere per comprendere, comprendere per rispettare.

    Un percorso per trasformare lo studio della geografia in un’esperienza viva, concreta e creativa; scoprire le principali forme costiere attraverso carte illustrate e cartellini da ritagliare, ma anche per giocare a ricostruire gli ambienti con un approccio multisensoriale.



    Primo maggio: curare le radici per costruire il futuro

    by

    Correva l’anno 1932.
    Undici uomini siedono sospesi nel cielo, su una trave d’acciaio a 250 metri da terra.
    Sono operai. Mangiano in silenzio il loro pranzo, senza protezioni, senza reti, con lo sguardo rivolto verso un orizzonte di grattacieli in costruzione.
    Quell’immagine — iconica, cruda, simbolica — ci racconta un tempo in cui il lavoro era sudore, rischio, fatica… ma anche speranza.

    La festa del Primo Maggio nasce proprio da lì:
    dal bisogno di riscatto,
    dal desiderio di giustizia,
    dalla lotta per i diritti che oggi diamo per scontati.

    Nel 1855, in Australia, viene lanciato uno slogan che attraverserà gli oceani e farà il giro del mondo:

    Otto ore di lavoro, otto ore di svago, otto ore per dormire.

    Un ideale semplice, umano, rivoluzionario per l’epoca.
    Un ideale che ha dato voce a milioni di lavoratori stanchi di essere ingranaggi invisibili, costretti a turni massacranti di sedici ore al giorno, senza sicurezza né tutele.

    Il cammino verso il cambiamento è stato lungo, fatto di scioperi, marce, ingiustizie e conquiste.
    Ha attraversato continenti, lingue, governi.
    Ci sono voluti decenni per stabilire per legge i diritti fondamentali: orari, sicurezza, rispetto.

    Eppure quel cammino non è finito.
    Ogni Primo Maggio ci invita a ricordare, a riflettere, a rinnovare l’impegno verso un mondo del lavoro più giusto, umano, equo.
    Una festa che non celebra solo ciò che è stato, ma richiama ciò che ancora deve essere.


    ✏️ Attività didattica: “La linea del tempo dei diritti”

    Obiettivo: comprendere lo sviluppo storico dei diritti del lavoro e riflettere sul loro significato attuale.

    Materiale necessario:

    • Cartellone grande o fogli A3
    • Pennarelli, matite, righelli
    • Scheda di lettura sul primo maggio scaricabile nella apposita sezione più sotto.

    Fasi dell’attività:

    1. Lettura del testo e osservazione della famosa foto “Lunch atop a skyscraper”.
      Soffermarsi sulle emozioni che quell’immagine suscita: paura, coraggio, fatica, speranza.
    2. Discussione guidata:
      • Quale diritto ci colpisce di più?
      • Cosa significa per noi oggi la parola “dignità”?
      • Quali diritti vorremmo tutelare o conquistare in futuro?

    Brainstorming creativo: “I Diritti che vorrei”

    • Ogni bambino riceve un Post-it colorato su cui scrivere o disegnare un diritto che sogna per il futuro (esempi: “lavorare senza paura”, “essere rispettati in ogni lavoro”, “lavorare da qualsiasi parte del mondo”, ecc.).
    • I Post-it vengono attaccati su un cartellone intitolato “La strada verso il futuro“, dando vita ad un grande mosaico di idee.

    Laboratorio finale: Il Manifesto del Primo Maggio

    • I bambini creano, a piccoli gruppi, un “Manifesto dei Diritti del Lavoro” usando cartoncini, collage di immagini, slogan inventati da loro.
    • Ogni manifesto può essere esposto in classe o nei corridoi della scuola come parte di una mostra dedicata alla Giornata dei Lavoratori.

    🎯 Finalità pedagogica

    Una proposta di attività pensata per accompagnare bambine e bambini in un percorso di crescita personale e collettiva, rendendoli protagonisti consapevoli.
    Il cammino educativo proposto mira a far scoprire il valore dei diritti, a coltivare il rispetto per sé e per gli altri, e ad allenare lo sguardo verso un futuro più giusto e umano.

    Attraverso la narrazione, il confronto e la riflessione, si sviluppano empatia, senso critico, creatività e cittadinanza attiva.
    I bambini non solo imparano, ma agiscono e pensano come cittadini del mondo, capaci di riconoscere le ingiustizie e di immaginare nuove possibilità.


    25 aprile: il coraggio di una goccia – Educare alla pace, ricordare la libertà

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    «Prego i cari bambini, che tutto possono, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo.»
    – Maria Montessori

    Il 25 aprile non è solo una data nel calendario: è una voce che ci chiama a ricordare, a capire, a scegliere ogni giorno la libertà e la pace.
    È la festa della Liberazione, nata per non dimenticare il valore del coraggio e della resistenza, perché nessuno, mai, possa dare per scontata la libertà.

    Questa ricorrenza attraversa la storia, ma la supera: diventa educazione civica viva, insegnamento quotidiano.
    Raccontare ai bambini ciò che è stato – gli anni bui prima della Resistenza, il coraggio di chi ha lottato, le scelte che hanno costruito il futuro – non è solo trasmettere memoria: è coltivare consapevolezza. È seminare nei cuori la cura per quelle istituzioni che custodiscono la pace, il rispetto, la libertà di tutti, al di là di ogni differenza.

    Un racconto per parlare di Resistenza

    A scuola, possiamo partire da una fiaba.
    Una leggenda africana, semplice e potente, ci guida a riflettere su cosa significhi “fare la propria parte”.

    La leggenda del piccolo colibrì

    Nella foresta scoppia un grande incendio.
    Tutti gli animali scappano impauriti, tranne uno: il piccolo colibrì.
    Vola fino al fiume, raccoglie una minuscola goccia d’acqua nel becco e torna a gettarla sulle fiamme. Poi torna al fiume. E ancora. E ancora.
    I grandi animali lo osservano, lo prendono in giro:
    – “È inutile!” – dicono. – “Non puoi spegnere il fuoco con una sola goccia.”
    Ma il colibrì non si ferma. Continua. Instancabile.

    Un piccolo elefante, vedendolo, esce dal suo rifugio e lo imita.
    Poi un pellicano. Poi altri cuccioli.
    Ognuno con le proprie forze, con i propri strumenti.
    Gli adulti, colti da vergogna, capiscono.
    Capiscono che anche loro possono fare qualcosa.
    Tutti allora si uniscono, ognuno a modo suo, e insieme spengono l’incendio.

    Educare alla pace, coltivare la libertà

    Questa fiaba parla di Resistenza.
    Ci ricorda che anche il gesto più piccolo, se fatto con cuore e determinazione, può cambiare le cose.
    Ci insegna che il coraggio non è grandezza, ma presenza. Che la speranza si costruisce insieme.

    Proposte di attività in classe:

    • Racconto e riflessione: Leggere insieme la fiaba del colibrì, poi dialogare con i bambini:
      – Cosa avresti fatto tu nella foresta?
      – Chi è oggi, per te, un piccolo colibrì?
      – Cosa significa “fare la propria parte”?
    • Gocce di pace: Ogni bambino scrive o disegna su una piccola goccia di carta un gesto di pace che può fare ogni giorno. Le gocce si raccolgono per creare un grande fiume simbolico.
    • La foresta della libertà: Con cartoncini e materiali di recupero, si costruisce una foresta popolata da animali che collaborano. Ogni cucciolo rappresenta un valore: rispetto, gentilezza, coraggio, ascolto, memoria.

    Ricordare il 25 aprile è costruire ponti tra passato e presente.
    È dire ai bambini: Tu puoi. La tua voce conta. Le tue mani costruiscono il futuro.
    Come il piccolo colibrì, possiamo scegliere di non restare a guardare.
    Una goccia alla volta. Insieme.

    I doni scambiati – Una fiaba africana: Le Grandi Fiabe 

    Una donna ha due figli. A ciascuno regala un uccello dalle piume rosse e oro. Il più piccolo dei due scambia l’uccello: con che cosa?

    La diversità ci rende più forti: Libro per l’infanzia sulla diversità, la gentilezza e le emozioni sociali 

    Perché ognuno è unico, il che è fantastico!

    Piazza 25 aprile. Ediz. a colori

    Dal 1934, con la vittoria dei mondiali di calcio, al 1945, il giorno della Liberazione, una piazza italiana vede passare la Storia. È una storia di guerra, di esclusioni, di perdite. E poi finalmente di rinascita. È la storia della nostra Repubblica e della nostra libertà, raccontata attraverso lo sguardo poetico di una bambina.

    Alza la testa. La Resistenza narrata ai bambini

    Luce è una staffetta modello: ha un’aria innocua, una fantasia ingegnosa e una vecchia bicicletta robusta. Nasconde il materiale in grandi borse della spesa, nelle calze, e lo consegna ai combattenti. I genitori l’hanno chiamata così perché possa risplendere anche nel buio che sta per inghiottire l’Italia, e la crescono ripetendole un solo monito: alza la testa! Non farti spaventare, segui le tue convinzioni. Ed è ciò che farà Luce.

    Alla ricerca della libertà; il coraggio di fare la propria parte ( disponibile su Amazon)

    Luigi è un bambino che vive in un piccolo villaggio tra le colline.
    La sua vita tranquilla, viene improvvisamente stravolta dall’arrivo dei soldati. Luigi comincia a sentire che quella paura che tutti portano negli occhi non può essere l’unico modo di vivereDentro di lui nasce una domanda, un bisogno di capire, di vedere oltre. Inizia così un cammino fatto di scoperte, domande e incontri. Passo dopo passo, con coraggio, Luigi impara a guardare il mondo con occhi nuovi e a comprendere cosa significa davvero essere liberi. La sezione finale del libro si arricchisce di spunti storici e simbolici, pensati per continuare il percorso di lettura in modo attivo e coinvolgente:


    Un ponte tra cielo e terra: l’aquilone- un invito alla meraviglia nei giorni di primavera

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    “La produzione creativa dei bambini è paragonabile ad un aquilone, leggero, capace di far sognare e di volare verso la perfezione, ma delicato e facilmente distruttibile.”
    – Gerardo Leo, Gianni Rodari, maestro di creatività, 2003

    La primavera ci invita a rallentare, ad aprire le finestre del tempo e del cuore. È una stagione che parla di risvegli e possibilità. In questo tempo morbido e generoso, possiamo offrire ai bambini non solo compiti, ma esperienze.

    Occasioni semplici per toccare il cielo con un filo, come con un aquilone.

    Un giorno di vento e meraviglia

    Un giorno di sole, un prato, un filo, un po’ di vento. E un messaggio.

    Non un compito da svolgere, ma un’esperienza da vivere con tutto il corpo e con tutti i sensi.
    Un invito lieve a cercare il cielo, ad ascoltare il vento, a sentire la terra sotto i piedi.
    Un’attività semplice, che diventa scoperta. Un tempo lento, che diventa memoria.

    Ho proposto a bambine e bambini di costruire un aquilone e affidargli un messaggio di pace.

    Un pensiero personale, nato in silenzio, che potesse librarsi nel vento.

    Perché un aquilone?

    Perché unisce cielo e terra.
    Perché ci ricorda che per volare bisogna anche saper restare con i piedi per terra.
    Perché mentre lo si fa volare, si guarda il cielo con il naso all’insù, ma si respira anche il profumo dell’erba, si ascoltano i suoni della natura, si sta insieme.

    E non importa se l’aquilone non vola alto o se cade.
    L’importante è esserci: ridere, osservare, imparare. Condividere un momento con altri, intrecciando emozioni e scoperte.


    Un’attività semplice, perfetta per le giornate di primavera.
    Materiali facilmente reperibili, mani in movimento e un pizzico di vento per completare l’opera!

    ✂️ Materiali:

    • 2 bastoncini di legno leggeri (es. spiedini lunghi, cannucce rigide, stecchi da ghiacciolo)
    • 1 foglio di carta leggera o carta velina (30×30 cm circa)
    • Spago o filo da aquilone (anche filo da cucina)
    • Nastro adesivo e colla
    • Forbici
    • Pennarelli o colori per decorare
    • Un nastrino o strisce leggere per la coda dell’aquilone

    🛠 Istruzioni:

    1. Prepara la struttura a croce
      • Sovrapponi i due bastoncini a formare una croce.
      • Il bastoncino orizzontale deve essere leggermente più in alto rispetto al centro.
      • Legali insieme con uno spago e fissa con un po’ di colla o nastro adesivo.
    2. Taglia la carta
      • Appoggia la croce sulla carta e disegna il contorno, unendo le estremità con linee rette (verrà una forma a diamante).
      • Ritaglia la sagoma.
    3. Fissa la carta alla struttura
      • Piega i bordi della carta sopra la struttura e fissali con nastro adesivo o colla.
      • Attenzione a non lasciare spazi: l’aquilone deve essere ben teso!
    4. Decora il tuo aquilone
      • Colora con disegni, simboli di pace, fiori, arcobaleni, parole gentili.
      • Puoi anche scrivere il tuo messaggio di pace al centro.
    5. Aggiungi la coda
      • Ritaglia strisce leggere (stoffa, carta crespa, nastro regalo) e fissale in fondo all’aquilone.
      • La coda lo aiuterà a volare stabile.
    6. Attacca il filo per farlo volare
      • Fai un piccolo foro dove i bastoncini si incrociano.
      • Infilaci un filo lungo e resistente: è il tuo filo da aquilone!

    ☀️ Ora esci… e cerca il vento

    Trova un prato, guarda il cielo e fai volare il tuo aquilone!
    Non importa quanto in alto andrà… ciò che conta è il tempo vissuto, le emozioni condivise, il legame creato tra cielo e terra.


    La magia della natura: occasioni di connessione

    by

    L’educazione alla vita deve cominciare dalla conoscenza del nostro ambiente, affinché il bambino possa sentirsi parte del mondo e prenderne cura.
    — Maria Montessori

    Le vacanze e il tempo libero rappresentano una straordinaria opportunità per avvicinare i bambini alla natura, stimolando in loro una curiosità genuina e un rispetto profondo per l’ambiente che li circonda. Questi momenti di pausa dalla routine scolastica diventano, infatti, occasioni ideali per favorire una connessione autentica con il mondo naturale, un viaggio di scoperta che si intreccia perfettamente con il metodo Montessori, dove l’osservazione e la cura sono elementi fondamentali.

    Nel cuore di ogni bambino c’è una spinta naturale verso l’esplorazione. Offrendo loro la possibilità di immergersi in esperienze dirette con la natura, come passeggiate in un bosco, una visita a un giardino o semplicemente l’osservazione di un angolo verde nel cortile di casa, possiamo aiutarli a sviluppare una profonda comprensione della biodiversità che ci circonda. Ogni pianta, ogni insetto, ogni piccola creatura che popolano il nostro ambiente ha una storia da raccontare, e ogni piccolo gesto di cura che i bambini compiono nei confronti della natura, come piantare un fiore o nutrire un animale, rafforza il legame che li unisce a ciò che li circonda.

    Il metodo Montessori, con il suo focus sull’autonomia, l’osservazione attenta e la cura dell’ambiente, offre una guida perfetta per accompagnare i più piccoli in questo percorso di esplorazione. La cura della natura non è solo un gesto pratico, ma diventa un’esperienza educativa che insegna il rispetto per la vita in tutte le sue forme, coltivando il senso di responsabilità e l’importanza di ogni singola azione.

    Materiale Didattico: Il taccuino dell’osservatore

    Per rendere questa esperienza ancora più significativa, si potrebbe utilizzare un “Taccuino dell’Osservatore”, un piccolo quaderno che i bambini potranno portare con sé durante le passeggiate all’aperto o durante il tempo passato in giardino. Questo taccuino è uno strumento prezioso per raccogliere e documentare le loro scoperte, un diario in cui annotare ciò che si osserva e si sperimenta. Ogni pagina del taccuino potrebbe includere uno spazio per disegnare, scrivere brevi note sulle caratteristiche delle piante o degli animali incontrati e riflettere sui cambiamenti osservati nel corso del tempo.

    Il Taccuino dell’Osservatore potrebbe essere strutturato in questo modo:

    1. Pagina 1: “Inizio della Scoperta”
      • Una sezione per il nome e la data, con una breve descrizione dell’ambiente in cui ci si trova (bosco, giardino, parco, ecc.).
      • Spazio per scrivere ciò che si spera di osservare (ad esempio, “cercherò delle farfalle” o “voglio scoprire che tipo di alberi ci sono”).
    2. Pagina 2: “Cosa ho visto”
      • Disegno libero di ciò che il bambino ha osservato (una pianta, un insetto, un animale, ecc.).
      • Piccole note o descrizioni su come appare, cosa fa o come si muove l’oggetto osservato.
    3. Pagina 3: “Cosa ho imparato”
      • Una riflessione personale, anche breve, su ciò che è stato appreso durante l’osservazione.
      • Domande da porsi, come “Cosa mi ha sorpreso di più?” o “Perché questa pianta è importante per l’ambiente?”
    4. Pagina 4: “Prendersi Cura”
      • Spazio per annotare azioni concrete di cura che il bambino potrebbe intraprendere, come “ho piantato un seme” o “ho annaffiato una pianta” e come questa cura aiuti l’ambiente.

    Ogni essere vivente ha una storia da raccontare…

    Se ci fermiamo in silenzio ad ascoltare, anche un piccolo insetto o una pianta nascosta tra l’erba può svelarci qualcosa di straordinario. Ogni creatura – con le sue abitudini, i suoi colori, le sue strategie per vivere – è una pagina preziosa nel grande libro della biodiversità.

    Scopriamo insieme una di queste storie speciali, osservando con occhi curiosi e cuore attento e prepariamo il taccuino per l’osservazione:

    Conclusione

    Insegnare ai bambini a osservare, rispettare e prendersi cura della natura non è solo un atto educativo, ma una vera e propria occasione di crescita, in cui la scoperta e l’apprendimento diventano un’esperienza immersiva e interattiva. Offrire loro il “Taccuino dell’Osservatore” significa dar loro la possibilità di diventare piccoli esploratori, custodi della biodiversità e promotori di una cultura di rispetto verso l’ambiente. Con il metodo Montessori come guida, ogni passo fatto nella natura diventa un’opportunità per imparare, crescere e, soprattutto, connettersi con il mondo che ci circonda.

    Spunti editoriali

    In un seme. Manuale per piccoli collezionisti di meraviglie

    Un libro scritto da Beti Piotto, agronoma esperta di biodiversità, illustrato da Gioia Marchegiani, esperta disegnatrice di natura

    Sei zampe e poco più. Una guida pratica per piccoli entomologi

    Sei zampe e poco più sono tutto quello che serve per fare un insetto. Eppure con questi semplici ingredienti in natura si sono evolute milioni di specie diverse, in ogni clima e continente…

    L’albero. Guida pratica e poetica alla vita arborea

    Un albero è talmente tante cose che per spiegarlo questo libro ha avuto bisogno di quattro persone: una poetessa, due illustrataci e un biologo. Un albero, infatti, fa molte cose diverse e per questo può essere guardato da tanti occhi diversi. 

    Lily, piccola rana esploratrice: Leggere, fare e scoprire Lily è una piccolissima rana, ma il suo spirito è quello della grande esploratrice. Un giorno decide di uscire dal suo placido stagno e, con un salto, inizia il suo primo viaggio che la porterà a esplorare l’inesplorato e a scoprire l’esistenza di alcune delle meravigliose creature che si prendono cura del pianeta che le ospita, ognuno per la sua parte: api, farfalle, chiocciole e formiche…Un libro, come nella tradizione di Montessorianamente Libri, per leggere e per fare, ricco di attività e spunti didattici per nuove esplorazioni nel mondo delle scienze, della grammatica, della matematica e della lingua inglese. Il libro è disponibile in due versioni: corsivo e stampato maiuscolo

    Giornata della Terra e sostenibilità: una questione di responsabilità collettiva

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    La Terra è dove sta la casa di tutti. Educare il bambino alla comprensione del mondo significa insegnargli a prendersi cura di questa casa.

    M.Montessori

    Ogni 22 aprile si celebra la Giornata della Terra, un momento prezioso per portare bambini e bambine a riflettere sull’importanza di prendersi cura del nostro pianeta. La sostenibilità, oggi più che mai, è una priorità globale e l’educazione può offrire strumenti concreti per coltivarla fin dai primi anni di vita.

    Nel panorama mondiale, giovani attiviste e attivisti stanno mostrando che il cambiamento è possibile. Con coraggio e determinazione, si battono ogni giorno per la giustizia climatica, la salvaguardia delle risorse naturali e la difesa delle popolazioni più colpite dai mutamenti ambientali.

    Le loro storie, provenienti da ogni continente, possono diventare ispiratrici, esempi vivi e motivanti, capaci di far sentire ognuno di noi parte di un grande progetto di cura collettiva.

    Educare alla sostenibilità secondo la pedagogia Montessori

    Nel metodo montessoriano l’educazione ambientale non è astratta, ma passa attraverso l’esperienza diretta e quotidiana: il contatto con la natura, l’osservazione dei fenomeni, la responsabilità nei piccoli gesti. Il bambino diventa protagonista di un percorso che lo mette in relazione con il mondo vivente, stimolando rispetto, meraviglia e consapevolezza.

    L’educazione alla sostenibilità, quindi, non è un tema da affrontare in un solo giorno, ma un filo che può accompagnare tutto l’anno scolastico.

    Attivismo giovanile nel mondo: una voce tutta al femminile

    La scelta di raccontare il percorso e l’impegno di attiviste femminili nasce dalla volontà di dare voce a una realtà spesso sottovalutata, ma fondamentale.

    In tutto il mondo, le donne giocano un ruolo chiave nella tutela dell’ambiente e nella costruzione di un futuro più equo e sostenibile. In molte comunità, sono loro a occuparsi della gestione delle risorse naturali, dell’acqua, della terra, della salute delle famiglie e del benessere collettivo.

    Questa centralità nella vita quotidiana le rende anche testimoni dirette dei cambiamenti climatici e delle ingiustizie ambientali, spingendole ad attivarsi con coraggio, determinazione e creatività. Dalla giovane Greta Thunberg, che ha dato voce a una generazione intera, a donne meno note ma profondamente radicate nei loro territori, come le contadine dell’Africa subsahariana o le leader indigene dell’Amazzonia, il loro impegno è un esempio potente di cura, responsabilità e azione.

    Dare spazio a queste storie significa riconoscere il valore della leadership femminile in ambito ecologico e sociale, rompere stereotipi, ispirare nuove generazioni e costruire un’idea di sostenibilità che sia realmente inclusiva. Significa, soprattutto, restituire dignità a un modo di abitare il mondo che si basa sul rispetto, sulla relazione e sulla capacità di prendersi cura, non solo della natura, ma anche degli altri esseri umani.

    In Europa si può conoscere Greta Thunberg, simbolo mondiale del movimento Fridays for Future. In Africa, Elizabeth Wathuti porta avanti progetti di riforestazione e tutela dell’acqua. Dall’Asia arriva la voce della piccola Licypriya Kangujam, che ha parlato all’ONU già a otto anni. In America, Xiye Bastida rappresenta le popolazioni indigene e le nuove generazioni nella battaglia climatica. Dalle isole del Pacifico, infine, Brianna Fruean difende la sopravvivenza delle comunità minacciate dall’innalzamento dei mari.

    Le biografie possono essere proposte attraverso brevi letture o schede narrative illustrate, in modo da rendere il racconto accessibile e coinvolgente. Ogni figura può essere collegata a una mappa del mondo su cui i bambini posizionano nome, volto e impegno di ciascun giovane attivista.

    Per completare la panoramica globale, è possibile integrare una selezione di articoli tratti da giornali e riviste, adattati per la lettura a scuola, che raccontano in modo chiaro e avvincente le sfide ambientali affrontate nei diversi continenti. Ogni lettura può essere seguita da un momento di confronto e da una sintesi guidata da costruire insieme.

    Laboratorio attivo: “Un gesto per la Terra”

    Parallelamente alla scoperta degli attivisti e dei problemi ambientali, è importante accompagnare i bambini nella sperimentazione diretta di azioni sostenibili. Proporre un laboratorio pratico significa rendere i bambini protagonisti del cambiamento nella loro realtà quotidiana.

    Si può iniziare con la creazione di un Diario della sostenibilità.

    Ogni bambino riceve un piccolo quaderno o scheda su cui annotare, per una settimana, i gesti ecologici messi in pratica: spegnere le luci, portare la borraccia, evitare lo spreco d’acqua, usare la bicicletta o partecipare a una pulizia del cortile.

    Al termine della settimana, si raccolgono le esperienze e si riflette insieme sul valore del contributo di ciascuno.

    Questa attività può essere accompagnata dalla realizzazione di un grande cartellone murale di classe, dove scrivere e illustrare le azioni positive emerse. Il cartellone diventa memoria visiva del percorso e invito al proseguimento dell’impegno.

    Infine, si può proporre agli alunni di realizzare una mini campagna ecologica, preparando slogan, disegni e messaggi da diffondere nella scuola o nel quartiere. In questo modo, il messaggio educativo si espande oltre l’aula, coinvolgendo anche la comunità.


    Conclusione: piantare semi di cambiamento

    Educare alla sostenibilità significa coltivare l’empatia, la consapevolezza e il senso di responsabilità. I bambini non sono solo destinatari di un messaggio, ma portatori di futuro.

    Conoscere storie vere di giovani che si sono alzati in piedi per difendere la Terra può dare loro coraggio, fiducia e ispirazione.

    E quando queste storie si intrecciano con azioni concrete, il messaggio educativo diventa duraturo. Come un seme piantato nella terra: invisibile all’inizio, ma pronto a fiorire.


    Nessuno è troppo piccolo per fare la differenza

    Greta Thunberg

    Una frase semplice, ma potentissima, che può diventare un mantra per chi decide di mettersi in cammino verso un futuro più giusto e sostenibile.

    E quando queste parole si intrecciano con azioni concrete, il messaggio educativo diventa duraturo. Come un seme piantato nella terra: invisibile all’inizio, ma pronto a fiorire.

    Colori tra le piume: arte e creature alate nell’antico Egitto

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    L’educazione comincia dalla meraviglia
    — Maria Montessori

    Apprendere con meraviglia. 

    Pochi viaggi sono affascinanti come quello che porta un bambino a esplorare un’antica civiltà volando idealmente con un falco sacro tra geroglifici, colori e miti senza tempo…

    Quando pensiamo all’Antico Egitto, immaginiamo subito piramidi maestose, faraoni solenni e simboli misteriosi. Ma c’è un altro Egitto, più leggero e silenzioso, che si libra nell’aria e si posa tra le acque del Nilo: è il mondo degli uccelli sacri, creature ricche di colori, significati e bellezza.

    Quando pensiamo all’Antico Egitto, ci vengono in mente piramidi, faraoni e geroglifici. Ma c’è un altro mondo, più leggero e silenzioso, che volava sopra il Nilo e si posava tra le paludi: quello degli uccelli sacri, ricchi di colori, significati e bellezza.

    Gli uccelli e gli dèi: un legame sacro

    Per gli antichi Egizi, gli uccelli non erano solo creature da osservare: erano messaggeri divini.

    Il falco rappresentava Horus, il dio del cielo e della regalità; l’ibis era sacro a Thot, dio della saggezza e della scrittura; l’avvoltoio proteggeva i sovrani sotto le ali della dea Nekhbet. Ogni piuma dipinta raccontava una storia, ogni becco ricurvo portava un simbolo.

    Un mondo dipinto: l’arte egizia e la natura

    Gli artisti egizi osservavano il mondo con occhi attenti.

    Nei dipinti funerari, come quelli della tomba di Khnumhotep o le celebri “Oche di Meidum”, le piume sembrano vibrare di vita.

    La natura diventava decorazione, ma anche rito, simbolo e desiderio d’eternità.

    Nel Papiro di Ani, uno dei testi più celebri del Libro dei Morti, si legge:

    “Io sono l’ibis sacro che scrive la parola del cielo…”

    Un verso potente, che collega il volo degli uccelli all’atto magico della scrittura.

    Un volo tra mito e colori

    Nel cuore dell’antico Egitto, tra acque che scorrono lente e sabbie che custodiscono segreti millenari, prende vita una leggenda che parla di arte, simboli e meraviglia.
    “Il falco d’oro e il pittore del Nilo” è un racconto che intreccia mito e immaginazione: il giovane Menhi, seguendo il volo di un falco dorato, scopre la forza dei colori sacri e il profondo legame tra pittura e spiritualità.

    Attraverso questa storia, si entra in punta di piedi nella visione egizia del mondo: un universo dove ogni gesto è sacro, ogni colore ha un’anima e ogni pennellata racconta l’eternità.

    Oltre la gentilezza: il diritto all’inclusione- Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo

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    Il 2 aprile il mondo si tinge di blu per celebrare la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, un’occasione preziosa per riflettere sull’importanza dell’accoglienza e sul valore della diversità. Questa giornata, istituita dalle Nazioni Unite nel 2007, nasce con l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere una società più inclusiva, dove ogni persona possa esprimersi senza barriere.

    L’autismo è una condizione del neurosviluppo che si manifesta in modi differenti, influenzando la comunicazione, le interazioni sociali e la percezione sensoriale. Non esiste un unico modo di essere autistici: alcuni bambini possono avere difficoltà con il linguaggio verbale, altri preferire modalità comunicative alternative, come immagini, gesti o suoni. Alcuni possono essere ipersensibili agli stimoli esterni, mentre altri ricercano input sensoriali intensi. Riconoscere questa unicità è il primo passo per creare un ambiente scolastico che valorizzi ogni bambino, permettendogli di apprendere e comunicare nel modo più adatto a lui.

    La scuola ha un ruolo cruciale nel promuovere una cultura dell’inclusione. Non si tratta solo di spiegare cos’è l’autismo, ma di favorire esperienze che aiutino tutti i bambini a comprendere il valore della diversità. Strategie educative inclusive, attività pratiche e momenti di confronto possono trasformare la conoscenza in consapevolezza attiva. Giochi di ruolo, letture tematiche, laboratori sensoriali e strumenti di comunicazione aumentativa sono solo alcune delle metodologie che permettono di costruire un ambiente in cui ogni alunno si senta accolto e valorizzato.

    Il colore blu, simbolo della giornata, rappresenta fiducia e speranza, due valori fondamentali per un’educazione che sia davvero inclusiva. Sensibilizzare i bambini su questi temi significa prepararli a diventare adulti capaci di accogliere le differenze, non come ostacoli, ma come risorse per arricchirsi reciprocamente.

    Celebrare questa giornata non deve essere solo un evento simbolico, ma un impegno quotidiano per costruire una comunità scolastica e sociale più consapevole. L’autismo non è qualcosa da correggere, ma da comprendere. E la scuola è il luogo in cui questa comprensione può trasformarsi in un autentico percorso di inclusione. 💙