Apprendere con le mani: un approccio concreto per l’educazione matematica

by

La matematica deve essere appresa attraverso l’osservazione e la manipolazione di materiali concreti. Solo così il bambino può comprendere la realtà dei numeri.”

M. Montessori (1976), The Advanced Montessori Method, Volume I

Nell’apprendimento dei numeri, il passaggio dalla concretezza all’astrazione è un passaggio delicato ed essenziale che inizia con l’esplorazione attraverso materiali concreti.

L’esplorazione, per definizione, è un’esperienza multisensoriale in grado di attivare simultaneamente tutti i sensi: i bambini manipolano, toccano, osservano e riflettono, trasformando poco a poco le loro esperienze concrete in concetti astratti.

Operare con i numeri in modo concreto non solo rende l’apprendimento della matematica più accessibile e divertente, ma offre ai bambini una base solida su cui costruire abilità matematiche più avanzate.

La transizione dalla concretezza all’astrazione avviene naturalmente e senza sforzo, poiché i bambini sviluppano una comprensione profonda delle regole matematiche attraverso l’esperienza diretta e il loro fare.

In questo modo, l’apprendimento diventa un processo fluido e coinvolgente, capace di integrare emozioni e cognizione, e di preparare i bambini a sfide future più complesse in ambito matematico.

Il Tappeto del Cento è un’attività pensata per introdurre i bambini alla comprensione dei numeri da 1 a 100 in modo concreto e coinvolgente.

I bambini costruiscono il loro tappeto tessera dopo tessera.

La tavola di controllo funge da elemento accompagnatore.

L’attività consiste nel completare una griglia di 10×10 posizionando in sequenza le tessere numerate dall’1 al 100.

Sia durante la costruzione del tappeto che l’osservazione del tappeto completato, inducono i bambini ad importanti e autonome riflessioni fondamentali per lo sviluppo delle loro competenze matematiche:

  1. Sequenza numerica e conteggio: durante la disposizione delle tessere numerate da 1 a 100, si rinforza la loro capacità di riconoscere e memorizzare la sequenza dei numeri, sviluppando al contempo l’abilità nel conteggio in avanti e all’indietro.
  2. Concetto di quantità e valore posizionale: manipolando e posizionando i numeri, i bambini iniziano a comprendere il valore relativo dei numeri. Capiscono, ad esempio, che 10 è maggiore di 9 e che i numeri aumentano di uno alla volta. L’uso della griglia rafforza il concetto del valore posizionale: ogni riga rappresenta le unità da 1 a 10, e ogni colonna aggiunge progressivamente una decina,10, 20, 30…
  3. Sistemi decimali e pattern numerici: la disposizione sulla griglia di 10×10 aiuta i bambini a visualizzare il sistema decimale e i pattern numerici. Ad esempio, osservano che i numeri nelle colonne condividono le stesse unità, mentre quelli nelle righe condividono la stessa decina (10, 20, 30…). Questo rafforza la loro comprensione del sistema numerico base 10.
  4. Relazioni matematiche e operazioni: il tappeto del cento permette di osservare relazioni matematiche importanti come l’addizione e la sottrazione: spostandosi verso destra si aumenta sempre di 1; spostandosi verso sinistra si diminuisce di uno; spostandosi sulla colonna in alto si diminuisce di una decina e spostandosi in quella in basso si aumenta di una decina. Queste osservazioni li aiutano la visualizzazione delle operazioni matematiche in modo concreto.
  5. Simmetrie e modelli visivi: I bambini possono notare modelli e simmetrie all’interno della griglia, come la disposizione dei numeri pari e dispari, o i numeri multipli di 5 e 10 che formano linee verticali e orizzontali. Queste scoperte visive stimolano la loro capacità di osservazione e di categorizzazione dei numeri.
  6. Confronto tra numeri: Con il tappeto completo, i bambini possono facilmente confrontare numeri tra loro, identificando numeri più grandi o più piccoli, osservando differenze e somiglianze tra i numeri in diverse parti della griglia. Questo favorisce lo sviluppo di competenze di analisi e confronto numerico.
  7. Introduzione a concetti di moltiplicazione e divisione: Attraverso il conteggio per salti (ad esempio, 2, 4, 6… o 5, 10, 15…), il tappeto del cento offre un modo visivo e concreto per introdurre la moltiplicazione e la divisione. I bambini possono vedere chiaramente i risultati del conteggio per multipli, acquisendo così una comprensione iniziale delle operazioni.
  8. Progressione e continuità dei numeri: La costruzione del tappeto aiuta i bambini a comprendere la continuità e l’infinitezza della sequenza numerica. Anche se il tappeto arriva a 100, i bambini possono intuire che il conteggio continua oltre quel limite, espandendo la loro visione della matematica.

Costruire la griglia per il tappeto su un cartoncino suddivisa in quadrati di 10×10.

Stampare le tessere per l’attività di costruzione del tappeto.

Learning Resources Tabelle delle centinaia cancellabili (set da 10)

Strumenti compensativi. Il quaderno di matematica. Numeri, misura, spazio e figure, dati e previsioni, relazioni e funzioni

Matematica in tasca. Le regole di Numeroni per la scuola primaria

✨ Cerchi ispirazione per la tua classe?
Visita Montessorianamente SHOP e Montessorianamente Libri troverai materiali Montessori, risorse didattiche per ogni disciplina, strumenti per l’accoglienza e tante idee pensate per tutte le età.
Un mondo di bellezza e concretezza… a portata di click!

Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani
Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei pochi frammenti nascono infinite possibilità: forme, storie e avventure tutte da costruire e da inventare, con le mani e la mente.
Un libro non solo da leggere, ma da fare, da toccare e da esplorare ( 6-11 anni)

A misura di mondo: Un viaggio tra storia e scoperte, esperimenti e giochi

Un viaggio affascinante attraverso la storia della misura; un libro che segue le tracce di un percorso lungo e straordinario: leggende, curiosità, giochi e attività pratiche trasformano ogni pagina in un’esperienza per leggere, giocare e imparare. Un libro per tutti coloro che vogliono scoprire la misura con i propri occhi… e con le proprie mani!

Educazione emotiva: la girandola delle emozioni per l’accoglienza

by

Se riesci a tradurre in parole ciò che senti, ti appartiene.

DANIEL GOLEMAN

Emozionarsi. È una risposta automatica, un’eco interiore a ciò che accade fuori e dentro di noi. Eppure, il semplice sentirsi “emozionati” non basta a dare un nome a quello stato psico-fisico complesso che ci attraversa. Sin dai tempi di Charles Darwin, che per primo riconobbe il ruolo adattivo e vitale delle emozioni per la sopravvivenza, l’umanità ha cercato di comprenderle e mapparle. Le emozioni sono un sistema di allarme e guida: ci avvisano dei pericoli, ci spingono a difenderci, ci connettono agli altri, e generano risposte fisiologiche e comportamentali di grande complessità.

Dagli anni ’80, l’interesse per la sfera emotiva è cresciuto esponenzialmente. Molti psicologi hanno cercato di creare delle “mappe” per orientarsi in questo mondo interiore, e una delle più celebri è senza dubbio la ruota delle emozioni di Robert Plutchik.

Lo psicologo americano ha identificato otto emozioni primarie: gioia, fiducia, paura, sorpresa, tristezza, disgusto, rabbia e attesa.


La ruota di Plutchik è un vero e proprio strumento visivo che offre una bussola per navigare il nostro mondo emotivo.

  • Opposizione e armonia: Ogni emozione primaria è posta in contrasto con il suo opposto: gioia si oppone alla tristezza, fiducia al disgusto, paura alla rabbia e sorpresa all’attesa. Questo schema ci aiuta a comprendere la polarità dei sentimenti.
  • Combinazioni ed evoluzioni: Le emozioni non vivono isolate, ma si fondono, creando sfumature complesse. Ad esempio, la combinazione di gioia e attesa genera ottimismo, e l’ottimismo si trova graficamente nello spicchio che le unisce. Questo ci mostra come un’emozione possa essere il risultato della combinazione di altre, più semplici.
  • L’intensità del sentimento: La ruota rappresenta anche la gradazione delle emozioni attraverso il colore. Le sfumature si accentuano gradualmente dall’interno verso l’esterno, indicando l’intensità dello stato emotivo. Ad esempio, la fiducia (verde tenue) si intensifica fino a diventare ammirazione (verde scuro), mentre l’accettazione è la sua forma più lieve.

Non dimentichiamo che le emozioni sono i grandi capitani della nostra vita e che obbediamo a loro senza saperlo.

VINCENT VAN GOGH

Nel trambusto della quotidianità, agiamo spesso in risposta a un’emozione senza nemmeno riconoscerla. Questo vale anche per i bambini. Una reazione di rabbia, un momento di sconforto o un’incapacità di relazionarsi possono essere il sintomo di un’emozione non riconosciuta o mal gestita. Aiutare i bambini a sviluppare l’intelligenza emotiva significa porre le basi per il loro benessere psicofisico e sociale. Dare un nome a ciò che si prova è il primo passo per diventarne consapevoli, imparando a viverle senza temerle e, di conseguenza, a gestirle in modo autonomo. Questo processo di alfabetizzazione emotiva non genera solo un benessere individuale, ma favorisce una migliore comprensione degli altri e del contesto sociale.


Per introdurre il concetto della ruota delle emozioni in modo giocoso e immediato, si può realizzare una girandola semplificata. Questo strumento non solo è un divertente progetto artistico, ma si trasforma in un potente alleato per l’analisi delle emozioni nel corso dell’anno.

Come costruire la ruota delle emozioni

  1. Materiale: Prendi un foglio di carta quadrato (circa 20×20 cm), colori, un righello, delle forbici e una matita.
  2. Disegno: Disegna una croce al centro del quadrato, creando quattro spicchi. Da ogni angolo, disegna una linea fino a circa 2 cm dal centro.
  3. Taglio: Ritaglia le quattro linee che hai disegnato, fermandoti prima di raggiungere il centro. Avrai quattro “linguette”.
  4. Colori e nomi: Invita i bambini a colorare i quattro spicchi con le emozioni primarie che avete individuato insieme in cerchio. Ad esempio, rosso per la rabbia, blu per la tristezza, giallo per la gioia e verde per la paura. Scrivi il nome dell’emozione in ogni spicchio.
  5. Assemblaggio: Prendi ogni angolo tagliato e piegalo verso il centro. Infila una puntina da disegno o uno spillo attraverso tutti e quattro gli angoli piegati e nel centro del foglio per fissare il tutto.
  6. Realizzazione della girandola: Fissa lo spillo a una cannuccia o un bastoncino, in modo che la girandola possa girare liberamente.

Questa girandola non è solo un gioco, ma il simbolo di un dono e uno strumento per la consapevolezza emotiva. Nel momento dell’accoglienza, i bambini possono presentarla e dire come si sentono.

Negli altri giorni, la girandola può diventare uno strumento di riflessione personale e di empatia, aiutandoli a dare un nome a ciò che provano e a riconoscere le emozioni anche negli altri.

Intelligenza emotiva 

Cinque lezioni leggere sull’emozione di apprendere 

Psicologia e biologia delle emozioni

I colori delle emozioni. Ediz. illustrata (pop-up) 

Il buco. Ediz. illustrata

Accoglienza : il dono di ogni nuovo inizio

by

Settembre porta sempre con sé l’aria di un inizio: quaderni nuovi, voci che si ritrovano, spazi che tornano a vivere. L’accoglienza non è soltanto il momento dell’ingresso in classe, ma un vero e proprio tempo educativo, fatto di ascolto, cura e attenzione.

Accogliere significa preparare un ambiente che faccia sentire i bambini al sicuro, pronti a scoprire e a crescere. Significa costruire relazioni che nutrono la fiducia e aprono alla curiosità, accompagnando i primi passi con delicatezza, quasi come quando si apre un libro nuovo: ogni pagina ha bisogno di essere sfogliata con calma, senza fretta.

“Il più grande segno di successo per un insegnante è poter dire: i bambini ora lavorano come se io non esistessi” (Maria Montessori).

L’accoglienza diventa il terreno fertile in cui piantare i semi di questa autonomia: un momento lento, fatto di silenzi, di sguardi e di gesti che fanno sentire ogni bambino parte di una comunità.

Accogliere è dare tempo, spazio e valore a ogni inizio.
Ed è proprio da qui che ripartiamo, con lo stupore e la fiducia che ogni anno scolastico porta con sé.

Per accompagnare questo cammino presentiamo alcuni materiali subito pronti da utilizzare in classe per intrecciare accoglienza, narrazione e scoperta: nella versione SHORT sono disponibili materiali completi stampabili gratuitamente, mentre nella versione integrale sono disponibili percorsi più ricchi e strutturati , capaci di guidare l’intero lavoro educativo con continuità e profondità.

📚 Scopri tutti i materiali pronti per l’accoglienza a scuola e rendi speciale ogni nuovo inizio.

Stem a scuola: un approccio pedagogico con sguardo montessoriano

by

Le discipline STEM – Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica – sono spesso presentate come il futuro dell’educazione, necessarie per preparare i bambini alle sfide del domani. Ma, se osserviamo con attenzione, ci accorgiamo che STEM significa innanzitutto curiosità verso il mondo e desiderio di comprenderne i meccanismi: due caratteristiche che i bambini possiedono già in modo naturale.

L’approccio montessoriano ci aiuta a recuperare questo nucleo originario: le STEM non devono per forza nascere da laboratori complessi o strumenti digitali avanzati. Possono germogliare da esperienze semplici, quotidiane, vicine alle mani e agli occhi dei bambini perché l’intelligenza si sviluppa sempre  attraverso le mani: manipolare, provare, sperimentare, sbagliare e ricominciare sono processi che costruiscono competenze profonde. Ecco perché STEM e Montessori possono dialogare armoniosamente:

  • Scienza come osservazione diretta e rispetto per la natura.

  • Tecnologia come ingegno semplice, alla portata dei bambini.

  • Ingegneria come costruzione creativa, ricerca di equilibrio e stabilità.

  • Matematica come linguaggio che nasce dall’esperienza concreta.

  • In questa visione, il ruolo dell’adulto è quello di preparare l’ambiente, offrire materiali adeguati, osservare senza invadere, guidare senza sostituirsi.

    Ecco alcune proposte già pronte da realizzare a scuola o a casa, con materiali semplici e facilmente reperibili.


    1. Costruire ponti e torri

    • Età: dai 5 anni
    • Materiali: bastoncini di legno, elastici, cartoncini, mattoncini LEGO o Duplo, libri leggeri per testare la resistenza.
    • Obiettivi:
      • Sperimentare stabilità ed equilibrio.
      • Comprendere che le strutture resistono meglio se distribuiscono il peso.
    • Svolgimento:
      1. Invitare i bambini a costruire un ponte con i materiali a disposizione.
      2. Una volta realizzato, testarlo posando sopra piccoli pesi (un libro, un bicchiere d’acqua).
      3. Confrontare le soluzioni: quale regge meglio? Perché?
    • Spunto montessoriano: lasciare spazio alla ricerca autonoma, senza fornire subito “il modello giusto”.

    2. Esperimenti con l’acqua e i travasi scientifici

    • Età: 3-7 anni
    • Materiali: bicchieri trasparenti, contagocce, spugne, coloranti alimentari, acqua.
    • Obiettivi:
      • Osservare fenomeni di assorbimento, mescolanza e travaso.
      • Allenare la motricità fine.
    • Svolgimento:
      1. Preparare bicchieri con acqua colorata.
      2. Invitare i bambini a spostare l’acqua da un bicchiere all’altro con contagocce o spugne.
      3. Osservare cosa accade mescolando i colori (giallo + blu = verde).
    • Spunto montessoriano: collegare la vita pratica (i travasi) alla scoperta scientifica.

    3. La matematica in natura

    • Età: 4-8 anni
    • Materiali: sassolini, foglie, conchiglie, semi.
    • Obiettivi:
      • Introdurre il concetto di quantità e di sequenza numerica.
      • Scoprire i pattern presenti in natura.
    • Svolgimento:
      1. Raccogliere insieme materiali naturali durante una passeggiata.
      2. Usarli per contare, fare insiemi, ordinare dal più piccolo al più grande.
      3. Creare sequenze (sassolino–foglia–sassolino–foglia).
    • Spunto montessoriano: il materiale naturale diventa concreto, vivo, significativo.

    4. Robotica unplugged

    • Età: dai 6 anni
    • Materiali: grande griglia a terra (può essere disegnata con nastro adesivo), cartoncini con frecce direzionali.
    • Obiettivi:
      • Sperimentare il pensiero computazionale.
      • Allenare la capacità di sequenziare azioni.
    • Svolgimento:
      1. Un bambino impersona il “robot”.
      2. I compagni programmano i suoi movimenti posando le frecce a terra (avanti, destra, sinistra).
      3. L’obiettivo può essere raggiungere un “tesoro” (un pupazzetto, un libro, un oggetto).
    • Spunto montessoriano: partire dal corpo per arrivare al concetto astratto di codice.

    5. Il quaderno dell’osservatore

    • Età: 5-10 anni
    • Materiali: lente di ingrandimento, quaderno, matite colorate.
    • Obiettivi:
      • Coltivare l’osservazione lenta e attenta.
      • Avvicinare al metodo scientifico.
    • Svolgimento:
      1. Uscire all’aperto e osservare un piccolo elemento (foglia, formica, fiore).
      2. Disegnarlo nel quaderno e annotare ciò che cambia nel tempo.
      3. Confrontare le osservazioni tra bambini.
    • Spunto montessoriano: favorire concentrazione, rispetto per la natura, pazienza.

    Conclusione

    Proporre STEM con uno sguardo montessoriano significa restituire alla scienza la sua radice umana e naturale. Non si tratta di “insegnare” ma di offrire occasioni di scoperta. Ogni attività diventa un seme: oggi un gioco, domani forse una passione o una vocazione.

    Il bambino che costruisce un ponte con i bastoncini o programma un compagno su una griglia non sta solo imparando “scienza” o “tecnologia”: sta costruendo sé stesso, nel rispetto dei suoi tempi, attraverso l’esperienza diretta.


    Una raccolta di 5 attività complete e strutturate, pronte all’uso per sperimentare e scoprire le STEM in modo spontaneo e naturale.

    Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani
    Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei pochi frammenti nascono infinite possibilità: forme, storie e avventure tutte da costruire e da inventare, con le mani e la mente.
    Questo libro non è solo da leggere: è da fare, da toccare e da esplorare.
    Attraverso leggende, attività creative, sfide geometriche, giochi di luce e ombra, collegamenti con l’arte e persino incursioni nelle fiabe, il Tangram si rivela in tutta lla sua potenza, diventando un ponte straordinario tra gioco e apprendimento.

    Ogni goccia conta

    by

    Se c’è una magia su questo pianeta, è contenuta nell’acqua.
    Loren Eiseley

    L’acqua è vita. Ogni goccia che scorre nei fiumi, che cade dal cielo o che riempie i nostri bicchieri porta con sé una storia millenaria e una responsabilità per il futuro. Nella scuola primaria, educare alla consapevolezza dell’acqua come risorsa fondamentale significa coltivare nei bambini un senso di cura e rispetto verso l’ambiente e l’ approccio esperienziale e concreto rappresenta sempre la via maestra.

    Il Metodo Montessori ci offre strumenti preziosi per rendere l’apprendimento significativo e coinvolgente. L’osservazione diretta, la sperimentazione e l’esplorazione attiva permettono ai bambini di comprendere l’importanza dell’acqua nella loro vita quotidiana. Attraverso attività pratiche, essi possono scoprire il ciclo dell’acqua, riflettere sul suo utilizzo e imparare strategie per evitarne lo spreco.

    Proporre materiali didattici mirati significa offrire esperienze che partono dalla realtà e si trasformano in occasioni di scoperta. Carte illustrate, esperimenti scientifici, problemi matematici legati al consumo idrico, racconti e giochi educativi diventano strumenti per approfondire e interiorizzare il valore dell’acqua. Ogni attività è pensata per stimolare la curiosità naturale del bambino, rendendolo protagonista del suo apprendimento.

    Attraverso percorsi strutturati e materiali diversificati, possiamo aiutare i bambini a sviluppare una coscienza ecologica e una sensibilità verso le risorse naturali. Insegnare il valore dell’acqua significa educare cittadini consapevoli e responsabili, capaci di prendersi cura del pianeta con piccoli gesti quotidiani che, sommati, fanno la differenza.

    • Laboratorio sensoriale: esperienze tattili e visive con acqua in diversi stati (ghiaccio, vapore, liquido) per comprendere i cambiamenti di stato.
    • Diario dell’acqua: tenere un quaderno in cui annotare ogni giorno i modi in cui l’acqua è stata utilizzata in casa e a scuola, stimolando riflessioni sui consumi.
    • Esperimento del filtraggio: costruire un semplice filtro con sabbia, ghiaia e cotone per comprendere come si purifica l’acqua.
    • Tavolo di matematica: calcolare quanta acqua viene sprecata lasciando un rubinetto aperto per 1 minuto, trasformando i dati in grafici e tabelle.
    • Storie e narrazioni: leggere fiabe e racconti tradizionali sull’acqua, collegandoli a culture diverse del mondo.
    • Progetto “Custodi dell’acqua”: ogni bambino adotta un piccolo impegno settimanale (chiudere il rubinetto mentre si lava i denti, portare una borraccia invece della bottiglietta) e lo condivide con la classe.

    Attraverso percorsi strutturati e materiali diversificati, possiamo aiutare i bambini a sviluppare una coscienza ecologica e una sensibilità verso le risorse naturali. Insegnare il valore dell’acqua significa educare cittadini consapevoli e responsabili, capaci di prendersi cura del pianeta con piccoli gesti quotidiani che, sommati, fanno la differenza.

    Scopri i materiali didattici pensati per accompagnare i bambini in questo viaggio di conoscenza e rispetto per l’acqua: strumenti pratici, coinvolgenti e in linea con i principi del Metodo Montessori per un apprendimento che nasce dall’esperienza e si traduce in consapevolezza.

    Educare alla pace: la visione cosmica di Maria Montessori

    by

    Il bambino è la speranza del mondo. In lui risiede il futuro.
    Maria Montessori, La mente assorbente

    Educare alla pace, ma come?

    Maria Montessori ha offerto una visione educativa olistica tanto da poter parlare di una vera e propria filosofia educativa.

    La sua visione educativa si basa su un approccio “cosmico“, che riconosce una perfetta interconnessione tra l’uomo e la natura.

    Perché cosmica?

    Perché cosmo deriva dal greco kosmos, che significa ordine o, più precisamente, un tutto governato da ordine.

    In termini pedagogici il Kosmos greco si traduce nella visione cosmica di Maria Montessori, che invita ad un modo diverso di osservare il mondo, non nelle sue singole parti, ma nella sua complessità.

    In una tale visione, tutti gli esseri, organici e inorganici, appaiono immediatamente come strettamente interconnessi l’uno con l’altro in innumerevoli modi, e l’insieme delle interconnessioni dà vita ad un tutto armonioso.

    Uomini, animali, piante e ogni elemento della Terra abita il piano cosmico, quell’incredibile piano dove niente avviene a caso e dove ogni elemento ha un ruolo e un compito da realizzare .

    La vita umana dipende dal lavoro di tutti: la casa che abitiamo, il frutto che mangiamo, il vestito che indossiamo, il carbone che ci riscalda, il letto che ci accoglie, tutto dobbiamo ad altri uomini. […] Allora è chiara la funzione vitale, quando appare che ogni vita è un operaio del bene universale – e non un semplice goditore dell’ambiente, né un adoratore del proprio perfezionamento

    M.Montessori, Che cos’è l’educazione cosmica

    Quando parliamo di educazione cosmica, ci riferiamo ad una preparazione pratica, autentica ed effettiva che porta bambine e bambini alla comprensione del concetto di umanità fatto non dai singoli elementi, ma da un unico organismo.

    Un’educazione improntata a tali principi, permette ai bambini di acquisire consapevolezza dei loro compiti e doveri globali essenziali per il funzionamento dell’intero sistema mondiale.

    Educazione cosmica significa dunque educare e preparare i bambini ad assumersi responsabilità , anche nelle piccole azioni quotidiane per rafforzare i legami di interdipendenza e solidarietà che si costruiscono dapprima in classe e nella società via via più allargata poi.

    Maria Montessori invita ad aprire lo sguardo e a guardare oltre, a scoprire connessioni e interconnessioni e a riconoscersi in una comune responsabilità educativa nel costruire la pace.

    Una missione cosmica, dunque, che non si limita alla sola sfera politica nel prevenire guerre o gestire stati di tensione, ma che trova il suo centro propulsore proprio nell’educazione dei bambini e delle bambine.

    L’educazione cosmica non è dunque una disciplina autonoma, né un insieme limitato di contenuti; piuttosto, è una visione ampia e integrata del sapere, che abbraccia tutti gli aspetti della realtà e permea l’intero approccio educativo, stimolando i bambini a esplorare il mondo come un tutto interconnesso.

    Scienze, biologia, chimica, storia, geografia, arte e letteratura, ogni cosa ha un ruolo specifico nell’universo e contribuisce all’armonia globale.

    Educazione cosmica è coltivare nei bambini una profonda consapevolezza del loro posto nell’universo e delle responsabilità che questo comporta. L’obiettivo è sviluppare in loro un senso di gratitudine, rispetto e responsabilità verso la natura, gli altri esseri viventi e le generazioni future, incoraggiando una mentalità ecologica, pacifica e globale.

    In questo modo, l’educazione cosmica non solo forma menti curiose e riflessive, ma coltiva anche la consapevolezza che ogni persona, con il proprio contributo, partecipa al benessere collettivo e alla costruzione di una società più pacifica e sostenibile.

    La Giornata Internazionale della Pace

    Ogni anno, il 21 settembre, si celebra la Giornata Internazionale della Pace, un’opportunità per riflettere sull’importanza della pace e della tolleranza in un mondo da sempre segnato da conflitti.

    La giornata ci ricorda che la pace non è solo l’assenza di guerra, ma uno stato attivo di armonia e cooperazione.

    Una cura e un’attenzione verso tutto ciò che ci circonda.

    Cinque leggende dal mondo sulla pace

    Le cinque leggende provenienti dai diversi continenti offrono spunti di riflessione sui vari aspetti della pace: collaborazione, rispetto reciproco, armonia,  flessibilità, connessione con la natura.

    Attraverso le storie simboliche e le attività didattiche proposte ( giochi di ruolo, scrittura creativa, scrittura riflessiva, arte ed altro ancora), i bambini possono esplorare il valore della pace, imparare a riflettere sugli eventi della quotidianità e imparare a costruirla.

    1. Africa – La tartaruga e il baobab

    2. Asia – La gru che porta armonia

    3. Europa – Eirene, portatrice di pace

    4. Oceania – Il corallo e la stella marina

    5. America – Il vento e la montagna

    Favole di pace. Ediz. ad alta leggibilità 

    Tante piccole fiabe per ridere, sognare e pensare. Quattordici storie che insegnano a ripudiare la guerra e i conflitti e a privilegiare la pace, l’amicizia e la fantasia, immaginando modalità diverse per la costruzione di un mondo non violento.

    Piccolo come la pace. Ediz. a colori

    La pace inizia con un sorriso: parte dai piccoli gesti quotidiani, dalle mura di casa. La pace inizia in famiglia. Nelle cose semplici di tutti i giorni. Perché soltanto se c’è pace nel nostro cuore, possiamo coltivare la pace nel mondo. Un meraviglioso albo illustrato, che ci conduce per mano all’essenza della vita.

    Il ponte dei bambini. Ediz. a colori 

    Sulla sponda di un fiume abitano due famiglie di contadini, una sulla riva sinistra e l’altra sulla riva destra. Fra le famiglie non scorre buon sangue e spesso litigano fra di loro. Ma un giorno, quando le acque nel fiume si sono abbassate, i bambini non resistono alla tentazione e attraversano il fiume… 

    Quando il quadrato si spezza – Il Tangram tra gioco e apprendimento

    by

    Tangram: un’antica arte che diventa strumento educativo

    Il Tangram nasce in Oriente come un rompicapo affascinante: un quadrato che si divide in sette parti – cinque triangoli, un quadrato e un parallelogramma – capaci di dar vita a un numero infinito di figure.
    Nella sua semplicità custodisce una bellezza profonda: pochi pezzi, apparentemente fragili e indipendenti, che insieme permettono di esplorare forme, proporzioni e creatività.

    Il Tangram in una visione montessoriana

    Il Tangram si inserisce armoniosamente nella pedagogia montessoriana, rispettando il principio di un’educazione che offre strumenti utili a favorire lo sviluppo dell’autonomia e dell’autoeducazione.

    Il Tangram non richiede lunghe spiegazioni, non impone regole, ma invita a sperimentare.
    Il bambino impara con le mani: prova, sbaglia, ricompone allenando mano e mente insieme. Così la concentrazione cresce, la logica si intreccia con l’immaginazione e l’astrazione nasce dall’esperienza concreta. Ogni figura creata è una piccola conquista che unisce percezione visiva, logica e fantasia; cn il Tangram il bambino non costruisce solo figure, ma nuove connessioni.

    Ed è proprio in questo senso, che il Tangram diventa un materiale di scoperta e di crescita, ponte straordinario tra gioco e apprendimento.

    Un materiale che apre a più linguaggi

    Il lavoro con il Tangram dialoga con diversi ambiti:

    • Geometria, attraverso la ricostruzione delle forme e il gioco delle proporzioni.
    • Arte, quando le figure diventano composizioni grafiche e visive.
    • Narrazione, perché ogni sagoma può trasformarsi in un personaggio di una storia.
    • Motricità fine, grazie alla manipolazione attenta dei pezzi.
    • Creatività, che emerge spontanea dal gioco libero e dalla ricerca di soluzioni sempre nuove.

    Il Tangram diventa così un ponte tra discipline diverse, capace di attraversare la matematica e l’arte, la narrazione e la logica. È allo stesso tempo un esercizio di concentrazione e pazienza, un modo per esplorare le relazioni geometriche tra le forme, uno stimolo narrativo che trasforma ogni figura in un personaggio o in una scena da raccontare.

    Proposte di attività semplici e significative da proporre a scuola o a casa:

    Scoperta libera
    Lasciare che il bambino esplori i pezzi senza consegne, per prendere confidenza con il materiale e con le sue possibilità.

    Caccia alle forme
    Invitare a ricomporre il quadrato di partenza: un esercizio che sviluppa logica, senso spaziale e attenzione ai dettagli.

    Immagini dal mondo
    Suggerire sagome come animali, case o barche, da ricostruire non come compito imposto, ma come ispirazione per nuove creazioni personali.

    Tangram narrativo
    Trasformare ogni figura in un racconto: una barca che affronta il mare, un uccello che vola in primavera, un cane che parte per un viaggio… La geometria diventa così linguaggio simbolico e creativo.

    Matematica in gioco
    Scoprire rapporti e proporzioni osservando come i pezzi si combinano: quanti triangoli piccoli servono per formare un triangolo grande? quante volte il quadrato è contenuto nella figura di partenza?

    Laboratorio artistico
    Incollare le figure create su cartoncino, colorarle e raccoglierle in un libro personale del Tangram: dal gioco prende forma un’opera d’arte unica e originale.

    Conclusione

    Il Tangram è un quadrato che, spezzandosi, apre infinite strade. Ogni pezzo è un invito a sperimentare, ogni figura una scoperta che unisce logica e immaginazione.
    Nella didattica montessoriana non resta un semplice passatempo, ma si trasforma in un compagno di viaggio: cresce insieme al bambino, accompagna le sue mani e i suoi pensieri, lo guida nella costruzione paziente di significati sempre nuovi.
    Così, tra gioco e apprendimento, il Tangram insegna a rallentare, osservare, ricomporre. E ci ricorda che, anche quando un quadrato si spezza, da quella rottura può nascere bellezza.


    Quando il quadrato si spezza – Il libro

    Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei frammenti nascono infinite forme, storie e avventure da costruire con le mani e con la mente.
    Tra giochi, leggende e sfide creative, il Tangram diventa ponte tra apprendimento e immaginazione, invitando a esplorare, sperimentare e inventare.
    Ispirato al Metodo Montessori, è pensato per bambini curiosi, educatori creativi e chiunque voglia trasformare il gioco in scoperta.

    La didattica dell’italiano secondo Montessori: dal tatto alla scrittura consapevole

    by

    Immaginate una classe in cui ogni bambino esplora la lingua con le mani, con gli occhi e con vivace curiosità.

    É quello che accade in una classe con un approccio montessoriano dove l’apprendimento diventa un viaggio sensoriale e cognitivo.

    Non esistono percorsi uniformi con differenziazioni “a margine”: tutti i materiali sono pensati per stimolare curiosità diverse, bisogni diversi, lasciando che siano i bambini a sceglierli, grazie alle presentazioni dell’insegnante, a piccoli suggerimenti a inviti a provare insieme…

    Un percorso che sviluppa l’autonomia, la concentrazione e il piacere di avanzare secondo il proprio ritmo, senza forzature e confronti.

    Dal tatto alla parola

    Tutto inizia con le lettere smerigliate. La loro superficie ruvida invita le dita a percorrerle, integrando gesto, vista e suono. Così la forma della lettera si imprime nella mente prima ancora di essere scritta su carta.

    Poi arrivano le lettere mobili. Combinando i suoni, i bambini costruiscono le prime parole. Scrivere diventa un’esperienza viva, che rende tangibile il linguaggio.

    Ogni composizione è una piccola conquista, che rafforza la comprensione fonetica, stimola creatività e autonomia, e genera un senso di soddisfazione e autostima.

    Dalla parola alla frase, dalla frase al testo

    Gradualmente, l’esperienza tattile si evolve: trascrizione di parole, costruzione di frasi, letture, composizione di testi e attività grammaticali. Ogni obiettivo ha


    La didattica dell’italiano secondo Montessori: un viaggio creativo dal tatto alla scrittura

    Immaginate un’aula in cui le parole prendono forma tra le mani dei bambini. In un approccio montessoriano, imparare l’italiano diventa un viaggio sensoriale e creativo: ogni bambino esplora la lingua a modo suo, costruendo un percorso personale. Non esistono percorsi uniformi con differenziazioni “a margine”: tutti i materiali sono pensati per stimolare curiosità diverse, bisogni diversi, lasciando che siano i bambini a sceglierli, con piccoli suggerimenti o presentazioni dell’insegnante. In questo modo sviluppano autonomia, concentrazione e il piacere di avanzare al proprio ritmo.

    Dal tatto alla parola

    Il primo passo in questo viaggio sono le lettere smerigliate. Ruvidità e forma invitano le dita a percorrerle, integrando gesto, vista e suono. Così la lettera diventa esperienza viva, prima ancora di essere scritta su carta.

    Poi arrivano le lettere mobili: combinando simboli e suoni, i bambini costruiscono le prime parole. Manipolare le lettere è un gioco creativo e significativo, che rafforza la comprensione fonetica, stimola l’autonomia e accende la curiosità. Ogni parola composta è una piccola conquista, che genera soddisfazione, autostima e senso di autoefficacia.

    Dalla parola alla frase, dalla frase al testo

    Dalla manipolazione concreta si passa gradualmente a esercizi più raffinati. Ogni attività è raccolta in scatole, sacchetti o buste, con un percorso chiaro e ordinato, pronto a guidare i bambini in esplorazioni autonome e scoperte personali. Non ci sono spiegazioni, ma presentazioni che suggeriscono il cammino, invitando i bambini a osservare, provare e sperimentare liberamente.

    I materiali sono disposti in scaffali tematici, a cui i bambini possono accedere liberamente, scegliendo ciò che desiderano esplorare. Trascrizione di parole, costruzione di frasi, carte di lettura, piccoli libri, giochi concreti, attività di abbinamento e nomenclature: ogni strumento accompagna il bambino nella scoperta graduale dei suoni, delle lettere, della sintassi e della morfologia.

    Tutti i materiali montessoriani sono concreti, manipolabili e autocorrettivi, progettati per rendere l’apprendimento progressivo, motivante e guidato dalla curiosità. Ogni cartellino, scatola o sacchetto diventa un invito a provare, sperimentare e giocare con la lingua, trasformando lo studio in un percorso di scoperta attiva e personale.


    Il ruolo dell’insegnante

    L’insegnante è una guida sapiente: osserva, propone, organizza e rende desiderabili i materiali.

    Pur rispettando la libertà dei bambini, suggerisce e presenta le attività giuste al momento opportuno, creando un ambiente ricco di stimoli, sicuro e motivante.

    Così l’apprendimento diventa coerente, progressivo e profondamente significativo.

    Conclusione

    La didattica montessoriana dell’italiano non segue linee rette né percorsi uguali: ogni bambino segue la propria strada, tocca materiali diversi e scopre la lingua attraverso esperienze concrete.

    Dal tatto alla manipolazione, fino alla scrittura consapevole e allo studio della grammatica, ogni fase è un piccolo passo verso autonomia, competenze solide e gioia di imparare. In questo percorso, la curiosità guida ogni scelta, la sperimentazione diventa apprendimento e ogni scoperta rafforza la fiducia in sé. La lingua non è solo oggetto di studio, ma uno spazio da esplorare, giocare e reinventare, dove il bambino diventa protagonista attivo del proprio sapere.

    Materiali per la didattica dell’italiano:

    Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani
    Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei pochi frammenti nascono infinite possibilità: forme, storie e avventure tutte da costruire e da inventare, con le mani e la mente.
    Questo libro non è solo da leggere: è da fare, da toccare e da esplorare.
    Attraverso leggende, attività creative, sfide geometriche, giochi di luce e ombra, collegamenti con l’arte e persino incursioni nelle fiabe, il Tangram si rivela in tutta lla sua potenza, diventando un ponte straordinario tra gioco e apprendimento.

    Contare tutti: accogliere con la matematica e la forza delle differenze

    by

    La differenza non è una sottrazione. È un’aggiunta, è quello che rende possibile la meraviglia.”
    — Rita Levi-Montalcini

    C’è una matematica che si misura in centimetri, in righe e colonne.
    E poi ce n’è un’altra, più sottile e preziosa, che si misura nei passi che si fanno per avvicinarsi.
    Nei gesti che costruiscono relazione.
    Nelle mani che imparano a contare per comprendere, non per dividere.

    🌀 Oltre le regole

    All’inizio dell’anno scolastico si parla spesso di regole: da definire, da condividere, da scrivere, da appendere…
    Ma forse i comportamenti più autentici non nascono dalle regole, quanto dalla costruzione di qualcosa di più profondo.

    Nascono dal sentirsi parte.
    Dal sapere di essere visti, ascoltati, contati.

    Un bambino che si sente riconosciuto non ha bisogno di regole per rispettare, perché riconosce a sua volta.
    Un gruppo che costruisce insieme il senso dello stare insieme non ha bisogno di confini, perché ha già un centro comune.

    Un bambino che si sente visto, nominato, riconosciuto per ciò che è,
    non ha bisogno di regole per rispettare, perché ha sperimentato il rispetto su di sé.
    Non segue per obbligo, ma per naturale risonanza interiore.
    È attraverso l’esperienza vissuta che nasce la responsabilità autentica.

    Un gruppo che costruisce insieme il senso dello stare insieme,
    che si è misurato non in centimetri, ma in ascolto,
    non ha bisogno di confini rigidi, perché ha già un centro condiviso: uno spazio interiore ed esterno in cui ognuno si sente parte, e quindi partecipa.

    🔷 Matematica delle relazioni

    Anche la matematica può abitare questo spazio.
    Non come sistema che ordina dall’esterno,
    ma come linguaggio che connette, svela legami, rivela strutture vive.

    Quando contiamo non per separare ma per comprendere,
    quando misuriamo non per uniformare ma per osservare,
    quando costruiamo figure, insiemi, relazioni…stiamo offrendo strumenti per leggere il mondo in modo profondo, vero, umano.

    È la matematica delle relazioni:
    quella che insegna che ogni elemento ha senso se è in relazione con gli altri.
    Che la bellezza di una figura non sta nella sua perfezione,
    ma nella coerenza armonica tra le sue parti.
    E che, proprio come nella vita, le differenze non disturbano l’insieme, ma lo rendono possibile.

    🌈 Una piccola storia da cui partire

    Per costruire tutto questo serve tempo, ascolto, bellezza.
    Ma basta anche una storia, un gesto, una domanda giusta.

    👉 Da qui nasce “Il Paese dei Puntini”, un racconto semplice ma pieno di possibilità:
    Una storia di differenze, colori, forme. Di chi non trova posto, e di chi prova a costruirne uno nuovo.

    Scopri una piccola anteprima del percorso Il Paese dei Puntini:
    una storia delicata e simbolica per parlare di accoglienza, differenze e appartenenza… con la matematica.

    Nel file troverai:
    🔹 una versione breve della storia
    🔹 domande di comprensione e riflessione
    🔹 una proposta creativa per disegnare il proprio “puntino”

    Perfetto per iniziare l’anno con ascolto, relazione e meraviglia.

    🎒 Da portare in classe

    • Leggete insieme il brano
    • Chiedete: “Ti è mai capitato di non sentirti contato?”
    • Lasciate che la storia apra parole, immagini, legami
    • Scoprirete che da un puntino si può partire per creare mondi condivisi

    Cominciare bene l’anno non significa solo organizzarsi.
    Significa costruire uno spazio dove ciascuno può esistere interamente, sentirsi accolto e necessario.

    E sì, la matematica può accompagnarci anche lì.
    Non per contare separati, ma per costruire insieme.

    🌿 Conclusione

    Accogliere non è solo un gesto iniziale.
    È un atteggiamento continuo, che si coltiva ogni giorno, nei piccoli gesti e nelle grandi scelte educative.

    Insegnare a contare non significa solo insegnare numeri:
    significa mostrare a ogni bambino che lui conta, che ha un posto, e che il suo essere unico contribuisce all’armonia del tutto.

    Quando l’inclusione passa attraverso la matematica,
    quando il racconto diventa spazio per riflettere,
    quando le forme, i colori e i valori si incontrano…
    nasce un’educazione che tocca davvero.

    E allora sì, possiamo partire.
    Non solo con registri e orari,
    ma con un percorso che mette al centro ogni bambino,
    che crea legami,
    e che ci ricorda, ogni giorno, che
    “contare tutti” è il primo gesto per costruire una comunità che educa.

    Il Paese dei Puntini”

    L’inizio dell’anno scolastico è un tempo prezioso: uno spazio di incontro, scoperta e costruzione di legami. In questi primi giorni, non si tratta solo di “iniziare a fare scuola”, ma di creare un gruppostabilire relazionidare valore a ogni voce.

    E se tutto questo potesse accadere anche attraverso la matematica?
    “Il Paese dei Puntini” è molto più di una storia: è un piccolo mondo dove ogni differenza conta,

    ogni forma ha un posto e ogni colore racconta un’emozione.

    Un materiale nato per accompagnare le bambine e i bambini in un viaggio che intreccia accoglienza e inclusionelogica e creativitàcompetenze e narrazione.

    Accoglienza a scuola: un viaggio tra culture per il primo giorno in classe

    by

    Percorso interculturale con storie e attività per scoprire come comincia la scuola nel mondo

    ✨ L’inizio di un nuovo anno

    Il primo giorno di scuola è molto più di una data sul calendario: è una soglia da attraversare, un momento sospeso tra attesa, emozione e possibilità.
    Per un bambino è un nuovo inizio.
    Per un insegnante è un’opportunità educativa unica: quella di seminare fin dal primo giorno i valori su cui costruire la comunità di classe.

    🌍 Il mondo entra in classe

    Accogliere davvero significa creare uno spazio in cui ciascuno si senta riconosciuto, accolto, rispettato.
    La diversità culturale, oggi più che mai, è una risorsa educativa da valorizzare fin dai primi giorni.

    Ma come si comincia la scuola in altri paesi?
    Quali gesti, riti, oggetti simbolici aprono la porta dell’apprendimento in Kenya, Giappone, Germania o India?

    📖 Narrare per accogliere

    Il racconto ha un potere straordinario: crea legami, favorisce l’ascolto, avvicina mondi.
    Con questo percorso proponiamo 10 brevi storie ambientate in diversi paesi, pensate per i primi giorni di scuola.

    Ogni racconto è una finestra su un’altra cultura, ma anche uno specchio in cui ogni bambino può riconoscere emozioni comuni: attesa, timidezza, entusiasmo, curiosità.

    Le storie sono semplici ma dense di significato. E sono tutte costruite attorno a gesti simbolici di accoglienza: togliersi le scarpe, condividere il pane, ricevere un piccolo dono, camminare nel bosco…


    🎒 Suggerimenti pedagogici per utilizzare il percorso

    ✅ 1. Lettura dialogata e condivisa

    Leggi le storie in cerchio. Invita i bambini a raccontare se anche loro hanno vissuto emozioni simili, o se ci sono riti particolari nel loro paese, quartiere o famiglia.
    👉 Favorisce l’ascolto, il confronto e la consapevolezza culturale.

    ✅ 2. Attività simboliche e inclusive

    Ogni storia è seguita da un’attività “pronta all’uso” che aiuta a trasformare l’ascolto in esperienza concreta.
    Dipingere una ciabatta della gentilezza, scrivere una promessa, costruire una mini-valigia…
    👉 Valorizza il fare, il linguaggio visivo, la cura per l’altro.

    ✅ 3. Costruzione della memoria collettiva

    Le due attività finali (l’albero del primo giorno e la valigia delle parole) servono a creare una traccia visibile e condivisadi questo viaggio.
    👉 Aiutano i bambini a sentirsi parte di un gruppo e a dare significato al cammino scolastico che inizia.


    📚 Cosa trovi nel materiale completo (34 pagine)

    • 📖 Una lettura introduttiva per accompagnare l’avvio
    • 🌏 10 storie originali dal mondo (Giappone, India, Germania, Marocco, Kenya, ecc.)
    • 🧩 10 attività simboliche, interculturali, inclusive
    • 🎲 Un quiz finale per rileggere e giocare con le storie
    • 🌳 Due grandi attività collettive con valore educativo e visivo:
      • L’albero del primo giorno
      • La valigia delle parole

    🎁 Scarica l’anteprima gratuita!

    👉 Abbiamo preparato per te una scheda completa gratuita con una delle 10 storie:
    “Yuki e le ciabatte della gentilezza” – dal Giappone
    📎 Comprende: storia + attività pronta da proporre in classe


    🌟 Conclusione

    Educare all’intercultura non significa solo parlare di paesi lontani, ma aiutare i bambini a vedere l’altro come una risorsa.
    Iniziare l’anno con questo percorso significa seminare cura, ascolto, rispetto, fin dal primo giorno.

    A misura di mondo: Un viaggio tra storia e scoperte, esperimenti e giochi

    Un viaggio affascinante attraverso la storia della misura; un libro che segue le tracce di un percorso lungo e straordinario: leggende, curiosità, giochi e attività pratiche trasformano ogni pagina in un’esperienza per leggere, giocare e imparare. Un libro per tutti coloro che vogliono scoprire la misura con i propri occhi… e con le proprie mani!

    Montessorianamente Libri

    Montessorianamente SHOP

    Misurare il mondo: Un percorso nel tempo e nello spazio alla scoperta della misura Da una antica fiaba africana al concetto di misura. Un cinghiale e un camaleonte si sfidano ad una gara di corsa. Vietato dire chi vince, ma importante dire che le misure vengono prese proprio con la coda del piccolo camaleonte come unità di misura! Un viaggio nel tempo e nello spazio per scoprire come l’uomo fin dai tempi più antichi abbia cercato di elaborare un soddisfacente sistema di misura.

    Lily, piccola rana, grande esploratrice: Leggere per fare e per scoprire

    Una piccola rana, un grade viaggio di esplorazione verso tutte quelle piccole creature che si prendono cura del nostro pianeta. Un libro con attività multidisciplinari per la classe I/II- disponibile in corsivo e stampato maiuscolo

    Due libri per i piccolissimi con le prime parole da leggere e da scrivere, disponibili in corsivo e stampato maiuscolo

    Vulcani, giganti di fuoco: meraviglia, scienza e creatività

    by

    Dare ai bambini l’opportunità di conoscere i vulcani significa aprire una finestra straordinaria sulla natura. Un vulcano che erutta non è solo spettacolo e potenza: è scienza viva, è la storia della Terra che continua a scriversi davanti ai nostri occhi.

    Portare questo tema in classe vuol dire risvegliare curiosità scientifica, nutrire meraviglia e favorire nei bambini una consapevolezza più profonda del legame tra umanità e pianeta.


    Le favole cosmiche come punto di partenza

    Le favole cosmiche, cuore pulsante del metodo Montessori, sono racconti che aprono i bambini alla grande avventura dell’universo. Con un linguaggio poetico e accessibile, mostrano come ogni elemento – dall’acqua al fuoco, dalle montagne ai pianeti – abbia un ruolo essenziale e unico e come tutto sia straordinariamente interconnesso.

    Collegare le favole cosmiche allo studio dei vulcani è un modo per rendere visibile e concreta quella narrazione: i vulcani diventano la prova tangibile delle forze primordiali che hanno dato forma al nostro mondo.


    Dalla favola cosmica ai vulcani

    Nella prima favola cosmica, Maria Montessori racconta come caos e collaborazione tra elementi abbiano generato la Terra. Il fuoco che si innalza, l’acqua che scava, l’aria che plasma, la terra che accoglie.
    I vulcani sono l’immagine vivente di questa creazione in atto: con la loro lava costruiscono montagne, trasformano paesaggi e aprono nuove strade alla vita.

    Studiare i vulcani attraverso la lente della favola cosmica significa aiutare i bambini a percepire che la Terra è viva, in costante trasformazione, e che noi siamo parte di questa grande storia.


    Perché studiare i vulcani?

    I vulcani non sono solo giganti di fuoco, ma chiavi di lettura del pianeta. Conoscerli aiuta i bambini a comprendere:

    • La dinamica della Terra: i vulcani nascono dal movimento delle placche e dalle energie interne del pianeta.
    • Il cambiamento del paesaggio: un’eruzione crea nuove terre e ridisegna interi territori.
    • Il legame con la storia umana: dal Vesuvio al Krakatoa, i vulcani hanno inciso sulle vite e sulle culture.
    • La responsabilità ambientale: conoscere i vulcani significa anche imparare a rispettare e proteggere la Terra.

    Attività didattiche per vivere i vulcani

    1. Esperimento scientifico – Il vulcano in eruzione
      • Materiali: bottiglia, bicarbonato, aceto, detersivo, colorante.
      • Attività: osservare l’eruzione artificiale e riflettere su pressione e rilascio di gas.
    2. Disegna il tuo vulcano
      • I bambini immaginano e disegnano il proprio vulcano, collocandolo su una mappa e inventando la sua storia.
    3. I vulcani che hanno cambiato la storia
      • Dal Vesuvio al Monte Sant’Elena: i bambini analizzano cosa è accaduto, come è cambiata la vita delle persone e quali lezioni abbiamo imparato.
    4. La mappa dei vulcani attivi
      • Con bandierine e un planisfero, i bambini scoprono dove si trovano i vulcani e riflettono sul perché siano concentrati in certe zone.
    5. Linea del tempo vulcanica
      • Costruire insieme una linea del tempo delle grandi eruzioni, per unire geologia e storia.

    Conclusione

    Parlare di vulcani non significa solo studiare scienza: significa intrecciare narrazione, meraviglia e conoscenza.
    Un percorso che parte dalle favole cosmiche e arriva ai fenomeni naturali accende nei bambini il desiderio di esplorare, li invita a porsi domande e a sentirsi parte del grande equilibrio della Terra.

    Studiare i vulcani diventa così un’occasione preziosa per nutrire rispetto per la natura, stimolare la creatività e coltivare una mente curiosa e scientifica.


    -Un mini percorso didattico sui vulcani: una scheda pratica con obiettivi, attività, tempi e materiali, pronta da usare in classe.
    Scaricala e portala la meraviglia in classe!

    -Nomenclatura del vulcano

    -Vulcani che hanno cambiato la storia

    -Esperimento sull’eruzione vulcanica

    ✨ Cerchi ispirazione per la tua classe?
    Visita Montessorianamente SHOP e Montessorianamente Libri troverai materiali Montessori, risorse didattiche per ogni disciplina, strumenti per l’accoglienza e tante idee pensate per tutte le età.
    Un mondo di bellezza e concretezza… a portata di click!

    Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani
    Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei pochi frammenti nascono infinite possibilità: forme, storie e avventure tutte da costruire e da inventare, con le mani e la mente.
    Questo libro non è solo da leggere: è da fare, da toccare e da esplorare.
    Attraverso leggende, attività creative, sfide geometriche, giochi di luce e ombra, collegamenti con l’arte e persino incursioni nelle fiabe, il Tangram si rivela in tutta lla sua potenza, diventando un ponte straordinario tra gioco e apprendimento.

    Quando la matematica passa dalle mani: il valore della concretezza

    by

    C’è una matematica che non nasce sulla carta, ma tra le mani.
    Una matematica che si costruisce pezzo dopo pezzo, oggetto dopo oggetto, prima di diventare segno scritto.
    È la matematica “viva” di Maria Montessori, una matematica che prende forma dall’esperienza diretta del bambino e cresce con lui, fino a rendere il calcolo semplice, fluido e naturale.

    La mano, primo strumento di conoscenza

    “La mano è l’organo dell’uomo, il mezzo con cui realizza la sua intelligenza.”
    — Maria Montessori

    Un bottone, una perlina, un piccolo sassolino…oggetti semplici che nelle mani del bambino diventano strumenti di pensiero.

    Contando, disponendo e ricomponendo, il bambino non ripete meccanicamente un numero, non costruisce solo la quantità, ma un’intera comprensione della matematica come linguaggio del mondo.

    Il serpente positivo dell’addizione

    Maria Montessori, con metodo scientifico e osservazione attenta, ha trasformato l’innata tendenza del bambino a contare, disporre e ordinare oggetti in un vero linguaggio universale: la matematica.

    I materiali da lei ideati — oggi conosciuti in tutto il mondo — nascono da questa visione: rendere visibile e tangibile ciò che sembra astratto.

    Il serpente positivo dell’addizione

    I materiali Montessori non sono semplici strumenti didattici, ma materiali di sviluppo, perché attraverso l’uso spontaneo e ripetuto permettono ai bambini di accedere a livelli di comprensione sempre più profondi.

    Le addizioni con il serpente positivo nascono dalle sperimentazioni con le perle colorate (unità da 1 a 9) che conducono i bambini in modo naturale al concetto di numero e quantità .

    Componendo un “serpente” di perle – ad esempio con il bastoncino del 6, quello del 4, del 3, del 7, del 2, dell’8… – il bambino esegue concretamente le addizioni: conta le perle una ad una e, quando raggiunge il dieci, interrompe il conteggio e sostituisce le perle colorate con il bastoncino dorato della decina. In questo modo sperimenta con le mani il passaggio dalle unità alla decina.

    Lo scopo del serpente positivo è proprio quello di lavorare sui binomi del dieci, permettendo di vivere con chiarezza il cambio di gerarchia.

    Man mano che l’addizione procede, il serpente colorato “cambia pelle” e diventa dorato: un’immagine concreta e immediata della trasformazione delle unità in decine.

    Così la matematica non si presenta come un insieme di regole astratte, ma come un processo vivo, visibile e comprensibile, che risponde ai bisogni profondi di ordine, di scoperta e di autocontrollo del bambino.

    Concretezza: non solo Montessori

    La forza di questa modalità non appartiene solo alla didattica montessoriana.
    Anche nella didattica tradizionale, portare in classe oggetti reali per rappresentare i numeri rende il calcolo più accessibile.
    Bottoni, mollette, tappi, bastoncini, mattoncini… qualsiasi piccolo oggetto può trasformarsi in un “numero tangibile”.
    La differenza sta nel rendere questo passaggio non una parentesi, ma una fase fondamentale e consapevole dell’apprendimento.

    Un approccio per tutti

    Non serve un’aula attrezzata per proporre una matematica viva: basta un racconto, un pugno di oggetti e la voglia di far contare prima le mani, poi la matita.
    In questo modo, l’addizione diventa un’esperienza completa: si vede, si tocca, si pensa e solo alla fine si scrive.

    Dalla storia alla somma: il potere della narrazione

    Un modo potente per unire lettura concretezza e motivazione è offrire storie-problema.

    Quella che segue è una delle tante storie del serpente Tobias, che durante le sue passeggiate trova sempre qualcosa da contare e da mettere insieme… Il bambino, leggendo (o ascoltando) la storia ne diventa parte ed entra in un gioco di trasformazioni: “vede” il problema e cerca la soluzione in modo spontaneo: sostituisce le parole con numeri e i numeri con le perle o con oggetti concreti; immagina, manipola, conta.

    Non c’è soluzione possibile senza comprensione: il racconto guida il pensiero, l’esperienza con le mani lo conferma, e la matematica prende vita come un intreccio tra fantasia e realtà.

    Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani
    Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei pochi frammenti nascono infinite possibilità: forme, storie e avventure tutte da costruire e da inventare, con le mani e la mente.
    Questo libro non è solo da leggere: è da fare, da toccare e da esplorare.
    Attraverso leggende, attività creative, sfide geometriche, giochi di luce e ombra, collegamenti con l’arte e persino incursioni nelle fiabe, il Tangram si rivela in tutta lla sua potenza, diventando un ponte straordinario tra gioco e apprendimento.

    ✨ Cerchi ispirazione per la tua classe?
    Visita Montessorianamente SHOP e Montessorianamente Libri troverai materiali Montessori, risorse didattiche per ogni disciplina, strumenti per l’accoglienza e tante idee pensate per tutte le età.
    Un mondo di bellezza e concretezza… a portata di click!

    L’ambiente, maestro silenzioso

    by

    “Il bambino si forma attraverso l’ambiente. Dobbiamo offrire al bambino un ambiente che lo aiuti a svilupparsi liberamente.”
    — Maria Montessori, La mente del bambino. Mente assorbente

    Ogni bambino cresce portando dentro di sé un desiderio naturale di scoprire, esplorare, capire.
    Quando ha la possibilità di vivere esperienze concrete con ciò che lo circonda, costruisce un percorso spontaneo e autentico che lo conduce, passo dopo passo, alla comprensione di concetti sempre più complessi.

    Questo è il cuore del metodo Montessori: il bambino è il protagonista del proprio apprendimento. Procede per esplorazioni e scoperte, senza intermediazioni artificiali, costruendo conoscenze solide e durature.
    L’ambiente diventa così un maestro silenzioso, capace di offrire opportunità infinite, chiamando il bambino attraverso materiali, spazi e situazioni che stimolano curiosità e iniziativa.

    “Gli oggetti hanno il potere di chiamare i bambini” (Maria Montessori): la loro voce è irresistibile e invita i bambini a toccare, provare, ripetere.


    Oltre le mura: la natura come ambiente educativo

    L’esplorazione non si limita alle aule.

    Giardini, parchi, boschi, orti e fattorie diventano luoghi privilegiati in cui connettersi al mondo esterno.
    In questi contesti, l’osservazione diretta diventa esperienza viva: i bambini assistono ai cicli della vita, ai cambiamenti delle stagioni, alle dinamiche della natura.

    Toccare la terra, osservare una foglia che cambia colore, ascoltare il ronzio di un’ape: ogni piccolo dettaglio diventa una porta verso la conoscenza e sviluppa, allo stesso tempo, autonomia e pensiero critico.


    Il linguaggio: dal concreto all’astratto

    L’apprendimento del linguaggio, per Montessori, segue lo stesso principio: partire da esperienze concrete e multisensoriali.
    Prima ancora di scrivere o leggere, i bambini entrano in contatto con i suoni delle lettere in modo sensoriale e pratico.

    Un esempio iconico è quello delle lettere smerigliate: tracciandole con le dita, il bambino costruisce una connessione fisica con la forma e il suono di ogni simbolo. Il tatto, unito all’ascolto del fonema pronunciato, fissa nella memoria una conoscenza profonda e duratura.

    Dalle lettere smerigliate si passa alle lettere mobili, che permettono di comporre e scomporre parole in modo spontaneo e giocoso, dando vita a un apprendimento attivo, vivo e coinvolgente.


    Un invito all’osservazione e alla scoperta

    Permettere ai bambini di fare esperienza diretta significa dare loro strumenti concreti per comprendere il mondo.
    In un ambiente preparato, ogni oggetto è scelto con cura: deve incuriosire, stimolare, accogliere. Tutto è a misura di bambino e invita all’azione: toccare, esplorare, manipolare.

    Attraverso questi gesti semplici ma fondamentali, i bambini non apprendono solo il linguaggio, ma anche concetti di matematica, scienza, botanica e arte. E, soprattutto, imparano a imparare, in un dialogo costante con l’ambiente, la natura e la vita stessa.

    L’approccio montessoriano può essere applicato anche con risorse semplici e di recupero.
    Ecco quattro proposte operative pronte da usare in classe.

    1. Ambiente preparato “fatto in casa”

    • Usare cestini o scatole basse per organizzare i materiali.
    • Mettere a disposizione pochi oggetti per volta, ordinati e accessibili.
    • Creare zone tematiche (angolo natura, angolo lettura, tavolo creativo).

    2. Esperienze di natura a portata di mano

    • Allestire in classe un “tavolo delle scoperte” con foglie, fiori secchi, sassi, conchiglie.
    • Creare un erbario illustrato dai bambini.
    • Fare brevi passeggiate di osservazione con taccuini e matite.

    3. Attività per il linguaggio senza lettere smerigliate

    • Versare farina o sale grosso in un vassoio e tracciare le lettere con le dita.
    • Ritagliare lettere in cartone e rivestirle con stoffa ruvida.
    • Creare schede con parole e abbinarle a oggetti reali presenti in classe.

    4. Apprendimento concreto in tutte le materie

    • Matematica: usare bottoni, mollette o sassolini per contare e raggruppare.
    • Scienze: osservare un seme che germoglia e documentarne le fasi.
    • Geografia: costruire una mappa del quartiere con cartoncino e colori.

    ✨ In sintesi

    L’essenza dell’approccio montessoriano non sta nei materiali, ma nel modo di guardare al bambino: offrirgli libertà di esplorazione, ambienti stimolanti e occasioni concrete per sperimentare.
    Anche senza un’aula perfettamente attrezzata, è possibile coltivare curiosità e amore per l’apprendimento… basta iniziare dall’esperienza reale.

    L’abbraccio pedagogico: il cuore dell’educazione tra Montessori e Lucangeli

    by

    Mai lasciare un bambino solo con la paura.

    Daniela Lucangeli

    Questa frase di Daniela Lucangeli racchiude con semplicità e forza il senso più profondo di una pedagogia che mette al centro la relazione, la cura, la vicinanza. Un’educazione che non si accontenta di trasmettere contenuti, ma che si prende per mano con la vita emotiva del bambino.

    In tempi in cui spesso la scuola viene letta solo come prestazione e valutazione, l’idea dell’abbraccio pedagogico risuona come un ritorno necessario all’essenziale: educare è prima di tutto prendersi cura. Un abbraccio – reale o simbolico – che non è gesto formale, ma alleanza invisibile tra educatore e bambino, capace di sostenere l’apprendimento e la crescita anche nei momenti più difficili.


    🌱 Il cuore neuropsicologico dell’abbraccio

    Secondo Daniela Lucangeli, piccoli gesti come uno sguardo, un sorriso, un tono di voce gentile o un abbraccio attivano nei bambini sistemi cerebrali legati alla sicurezza, alla fiducia e all’apprendimento. Sono “interruttori emozionali”: segnali che accendono il cervello in modo positivo, facilitando la memoria, la motivazione, la cooperazione.

    Questa visione trova un punto di incontro profondo con la pedagogia di Maria Montessori, che ha sempre considerato la dimensione emotiva e relazionale come base imprescindibile per ogni conquista intellettuale. Solo un bambino che si sente accolto, rispettato, visto, è in grado di aprirsi alla conoscenza con autenticità.


    🌸 Montessori e Lucangeli: l’incontro tra due sguardi

    Entrambe le prospettive – quella di Lucangeli e quella di Montessori – condividono l’idea che l’adulto debba essere presenza accogliente, ma mai invadente. Un adulto che osserva, che comprende, che offre uno spazio sicuro in cui il bambino possa esistere pienamente, con le sue emozioni, i suoi tempi e la sua unicità.

    Maria Montessori parlava di ambiente preparato anche in senso affettivo: un luogo in cui il bambino possa sentirsi libero di agire, ma anche di essere accolto senza giudizio. Questo spazio diventa un “abbraccio silenzioso” che accompagna, sorregge e invita.

    Allo stesso modo, Lucangeli propone un’idea di scuola che sia porto sicuro, dove il bambino possa sentirsi “visto con amorevolezza”, e dove l’adulto sia guida affettiva oltre che cognitiva.


    💡 Educare con cura: alcuni gesti che parlano

    Un’educazione basata sull’abbraccio pedagogico non richiede parole elaborate o strategie complesse. Richiede consapevolezza e presenza. Alcuni esempi:

    • Uno sguardo empatico mentre il bambino si concentra.
    • Un tono di voce caldo e lento che calma e rassicura.
    • Un sorriso condiviso per celebrare una conquista.
    • Una breve carezza sulla spalla quando nasce una difficoltà.
    • Un silenzio abitato che dice “sono qui con te”.

    Piccoli gesti che, come dice Lucangeli, “insegnano senza spiegare e accompagnano senza invadere”. Gesti che costruiscono un clima interiore in cui l’apprendimento può accadere con gioia.


    🌍 Una scuola che abbraccia: educare al futuro con radici nel cuore

    In un tempo che richiede nuove competenze, innovazione e flessibilità, l’abbraccio pedagogico è quanto di più moderno possiamo offrire. Non si tratta di sentimentalismo, ma di alleanza educativa fondata sulle neuroscienze, sull’osservazione attenta e sulla fiducia nel potenziale di ciascun bambino.

    Montessori e Lucangeli, pur da strade diverse, ci ricordano che senza relazione, non c’è apprendimento duraturo. E che educare significa, ogni giorno, riconoscere la dignità emotiva del bambino e offrirgli un luogo sicuro dove poter crescere.

    L’abbraccio pedagogico. Guida pratica per educare con cura

    Un percorso essenziale in 8 passi, tra pedagogia e neuroscienze,
    ispirato al pensiero di Maria Montessori e Daniela Lucangeli.

    Per costruire ogni giorno una scuola che accoglie, accompagna e trasforma.

    All’interno troverai:
    – i fondamenti teorici dell’abbraccio pedagogico
    – gesti concreti e strategie quotidiane
    – proposte per la classe e strumenti osservativi
    – spunti per la riflessione personale e la formazione condivisa

    📥 Scarica ora la versione short e porta con te uno strumento semplice e potente per educare con cura.

    ✨ Cerchi ispirazione per la tua classe?
    Visita Montessorianamente SHOP e Montessorianamente Libri troverai materiali Montessori, risorse didattiche per ogni disciplina, strumenti per l’accoglienza e tante idee pensate per tutte le età.
    Un mondo di bellezza e concretezza… a portata di click!

    Teatro educativo: quando la scena diventa comunità

    by

    C’è un momento, durante le prove, in cui accade qualcosa di speciale. Non è ancora la rappresentazione finale, non ci sono applausi, eppure l’atmosfera si fa densa, vibrante. 

    I bambini non stanno solo recitando: si stanno ascoltando, si stanno aspettando. 

    Stanno costruendo qualcosa insieme. È lì che il teatro svela la sua natura più profonda: non come spettacolo, ma come esperienza trasformativa.

    Nel contesto educativo, il teatro non è mai solo “recita”: è gioco serio, è allenamento alla convivenza, è forma poetica di relazione. Si diventa personaggi per esplorare emozioni, per guardare il mondo da angolazioni nuove, per costruire narrazioni che fanno riflettere e uniscono.

    Fare teatro a scuola – e ancor più in una scuola ispirata alla pedagogia montessoriana o attenta alla centralità del bambino – non significa solo mettere in scena un copione, ma mettere in gioco sé stessi all’interno di un gruppo. Significa attraversare un processo in cui voce, gesto, parola e ascolto si intrecciano per dare forma a un messaggio collettivo.

    🌱 Teatro e crescita: un binomio pedagogico

    Il teatro è una palestra completa per il bambino:

    • Stimola l’espressività corporea e verbale
    • Rafforza l’empatia e l’ascolto attivo
    • Allena alla gestione delle emozioni e all’autoregolazione
    • Educa alla responsabilità individuale all’interno di un progetto collettivo

    Ogni personaggio ha un posto, ogni gesto ha senso, ogni voce conta. In un tempo in cui i bambini si confrontano con complessità, sovrastimoli e individualismo, il teatro restituisce lentezza, profondità, presenza.

    Il Teatro nella Pedagogia Montessori

    Tra spontaneità e progettazione, un linguaggio per crescere insieme

    Maria Montessori non ha elaborato un metodo teatrale specifico, ma il teatro può inserirsi in modo naturale e profondo nella sua visione educativa. In un ambiente montessoriano, il teatro non è semplice spettacolo, ma occasione per vivere, riflettere e trasformare.

    🌿 Due percorsi possibili, un’unica radice educativa

    Nel contesto della scuola Montessori (o ispirata alla sua pedagogia), l’esperienza teatrale può prendere due forme principali, entrambe ricche di significato pedagogico:

    1. Il teatro che nasce dai bambini

    È il teatro dell’improvvisazione, delle idee che emergono dal gioco simbolico, dalle storie inventate, dalle domande e dagli interessi dei bambini. L’adulto osserva, ascolta, e trasforma le loro intuizioni in piccole scene, in dialoghi, in rappresentazioni.
    In questo caso, il bambino è creatore: della trama, dei personaggi, degli oggetti.
    🟢 Valori educativi: libertà, espressione personale, immaginazione, autorialità.

    2. Il teatro come percorso collettivo strutturato

    In altri casi, il teatro è un progetto guidato dall’adulto, che propone un testo, un tema, una storia da condividere e interpretare insieme. Ma anche in questo caso, il bambino è protagonista: riflette, discute, rielabora, prende posizione, si mette in gioco.
    È il teatro che accompagna il gruppo verso un obiettivo comune: creare un’identità condivisa, esplorare il senso della cooperazione, dell’inclusione, dell’appartenenza.
    🟢 Valori educativi: coesione, cittadinanza attiva, empatia, responsabilità collettiva.

    Entrambi gli approcci sono coerenti con la pedagogia montessoriana, perché mettono al centro la crescita interiore, il rispetto dei tempi di ciascuno, e il valore dell’esperienza concreta.

    🧵 Oggetti, simboli, azioni: il linguaggio teatrale nei contesti Montessori

    Nel teatro per bambini, soprattutto in ambienti ispirati al metodo Montessori, si privilegia un’estetica semplice, evocativa, simbolica.
    Un telo può diventare una montagna, un sasso può diventare un racconto, una pentola può rappresentare un’intera comunità.
    I bambini non recitano per imitare, ma per vivere dall’interno la storia. La scena è un luogo di trasformazione.

    🎯 Una palestra di educazione integrale

    Che sia spontaneo o strutturato, il teatro:

    • sviluppa la voce, il gesto, il movimento;
    • favorisce l’ascolto attivo e la cooperazione;
    • aiuta a elaborare emozioni, paure, desideri;
    • rafforza l’identità del gruppo e il senso di appartenenza;
    • avvicina a contenuti trasversali: educazione civica, empatia, linguaggio, narrazione.

    Un percorso in cui il teatro si trasforma in un viaggio condiviso, una metafora della convivenza, uno spazio per riflettere su chi siamo e su ciò che possiamo diventare, insieme.

    Attraverso una storia semplice ma potente, i bambini vivono un’esperienza che fa della scena un luogo di narrazione, ascolto e trasformazione collettiva.

    Le parole si fanno gesti, i gesti si intrecciano in legami, e i legami danno vita a una piccola comunità in cammino.

    Un’esperienza che non si esaurisce con il calare del sipario, ma che lascia una traccia viva nel cuore di bambini e adulti, aprendo la strada a nuove consapevolezze e relazioni.

    ✨ In fondo, educare è questo: creare uno spazio sicuro dove ciascuno possa esprimersi, ascoltare, trasformarsi insieme agli altri.
    E il teatro – nella sua forma libera o guidata – è uno degli strumenti più potenti per farlo accadere.

    Attività di accoglienza ispirata al testo teatrale “Una zuppa, un sasso e un villaggio”

    Un’attività simbolica, poetica e coinvolgente per l’inizio dell’anno scolastico.

    Cosa contiene il materiale scaricabile:
    📦 Un file PDF pronto all’uso, composto da:

    • ✅ Storia da leggere “Una zuppa, un sasso e un villaggio”
    • ✅ Proposta per un’attività nel cerchio dell’accoglienza:“Il sasso delle parole”
    • ✅ proposta per la rielaborazione grafica: “La pentola delle parole”
    • ✅ Quiz a risposta multipla

    Obiettivi didattici:
    🎯 Favorire la conoscenza reciproca
    🎯 Coltivare l’ascolto e l’espressione individuale
    🎯 Costruire il senso di gruppo e appartenenza
    🎯 Lavorare con simboli e metafore per introdurre l’educazione emotiva

    Ideale per:
    👧👦 Bambini della scuola primaria (soprattutto classi prime e seconde)
    🧑‍🏫 Insegnanti alla ricerca di un’attività dolce e significativa per i primi giorni

    Un piccolo gesto, un sasso, una parola alla volta… per iniziare insieme un nuovo cammino.


    Libri per la grammatica e prime letture, libri per scoprire la storia della misura e per esplorare il mondo insieme a Lily, la piccola rana esploratrice; libri per leggere e per fare ideali anche per piacevoli attività estive.

    La grammatica? Una favola!Il paese delle parti del discorso Maria Montessori

    Il mio primo piccolo libro-Il bosco: Leggere con il metodo Montessori

    Il mio secondo piccolo libro: Il mare 

    Lily, piccola rana esploratrice: Leggere, fare e scoprire

    Misurare il mondo- un percorso nel tempo e nello spazio alla scoperta della misura

    A misura di mondo

    Montessorianamente SHOP per idee e materiali didattici per tutte le discipline e un focus sull’accoglienza