Le trasformazioni naturali: osservare, sperimentare e scoprire la scienza con i bambini

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Un percorso di educazione scientifica e meraviglia secondo il metodo Montessori

Ogni giorno, intorno a noi, la natura si trasforma.
L’acqua evapora, la frutta matura, il pane cresce, le foglie cambiano colore.
Sono piccoli miracoli quotidiani, ma anche grandi lezioni di scienza: esperienze concrete che aiutano i bambini a comprendere come la materia viva si muove, cambia e si rinnova.
Ogni cambiamento visibile – il pane che cresce, la frutta che fermenta, la foglia che si secca – diventa un’esperienza di osservazione, di attesa e di comprensione profonda del mondo.

Osservare una trasformazione naturale significa imparare a guardare con attenzione, ad aspettare, a riconoscere che il tempo e la vita sono strettamente intrecciati.


🌱 La scienza che nasce dall’osservazione

Nel metodo Montessori, l’educazione scientifica non comincia dai libri ma dalla realtà.
Ogni trasformazione visibile – una foglia che appassisce, una goccia che svanisce, un frutto che fermenta – diventa una lezione di vita.

Il bambino sperimenta con le mani, osserva con gli occhi e scopre, quasi da sé, che niente in natura si distrugge: tutto si trasforma.
Questa consapevolezza è il primo passo verso una comprensione più profonda della materia e dei cicli naturali.

🌍 Educazione cosmica e senso del cambiamento

Le trasformazioni naturali si collocano pienamente nell’orizzonte dell’educazione cosmica: aiutano il bambino a percepire il legame profondo tra tutti i fenomeni della vita.
La fermentazione, la germinazione, la decomposizione non sono solo esperimenti, ma narrazioni di cooperazione e interdipendenza tra esseri viventi e ambiente.

Capire come l’uva diventa vino o come la farina si trasforma in pane significa comprendere che ogni forma di vita partecipa al grande ciclo della materia.
E da questa consapevolezza nasce il rispetto.



🍇 Cosa sono le trasformazioni naturali

Ci sono momenti in cui la natura sembra fare magia.
Un grappolo d’uva che diventa mosto, un impasto che cresce, un seme che spinge la terra e la apre.
In realtà non è magia, ma trasformazione: un movimento silenzioso che cambia le cose, che racconta la vita.

Osservare una trasformazione naturale significa imparare a riconoscere i segni del tempo e dell’energia che agisce.
È scoprire che niente scompare davvero, ma tutto si rinnova in una forma diversa.

Le trasformazioni che più affascinano i bambini sono spesso le più semplici:
il mosto che inizia a “ribollire”, il pane che si gonfia piano, la frutta che cambia odore e colore, il seme che si apre alla luce.
Ogni fenomeno è una piccola lezione di scienza, ma anche un invito alla meraviglia.


🔬 Il laboratorio naturale

Non servono grandi strumenti per fare scienza: basta guardare con attenzione.
Una bottiglia, un seme, un pezzo di pane diventano materiali di scoperta, se osservati con occhi curiosi.

Quando un bambino schiaccia un acino d’uva, o osserva un barattolo che inizia a riempirsi di bollicine, entra in contatto con un linguaggio profondo: quello della vita che si trasforma.
Ogni esperienza diventa così un piccolo laboratorio montessoriano, dove la scienza si intreccia alla poesia del reale.

Le trasformazioni naturali si prestano perfettamente ad attività scientifiche in classe o all’aperto.
Bastano pochi strumenti quotidiani e uno sguardo attento.

Ecco alcuni esempi di esperienze che uniscono scienza e meraviglia:

  • Dall’uva al vino: osservare la fermentazione, comprendere il ruolo dei lieviti naturali, notare le bollicine di anidride carbonica che “spingono verso l’alto”.
  • Dal latte allo yogurt: scoprire che i batteri possono essere alleati invisibili della trasformazione.
  • Dal pane che lievita: comprendere che l’aria e il calore danno vita alla morbidezza.
  • Dal seme alla pianta: seguire giorno dopo giorno la nascita della vita.

Ogni esperimento può essere accompagnato da un quaderno di osservazione, in cui i bambini possono disegnare, descrivere, confrontare e riflettere.

🧭 Documentare per comprendere

Annotare i cambiamenti, disegnare ciò che si vede, confrontare le fasi: questi gesti aiutano il bambino a costruire un pensiero scientifico ordinato e consapevole.
L’esperienza diventa conoscenza, e la conoscenza diventa rispetto per i processi naturali.

Un piccolo laboratorio di scienze può nascere anche su un davanzale o in un angolo del giardino: ciò che conta è l’osservazione autentica.


🌍 Riflessione finale

Ogni trasformazione naturale racconta una storia: quella del tempo, dell’energia, della vita che scorre.
Quando un bambino osserva il mosto che si riempie di bollicine o il seme che apre la terra, scopre che la natura è un grande laboratorio vivente.

L’obiettivo non è produrre un risultato, ma vivere un processo.
Ed è proprio lì, nel tempo dell’attesa e della meraviglia, che nasce la vera educazione scientifica.

📎 Materiale scaricabile

Per accompagnare l’osservazione delle trasformazioni naturali in classe, puoi scaricare una versione semplificata dell’esperimento “Dall’uva al vino”, bastano poche cose: un kg d’uva e qualche strumento che tutti abbiamo in casa..

Il materiale contiene:

  • una scheda guida dell’esperimento (osservare, schiacciare, attendere, descrivere);
  • una griglia di osservazione giornaliera;
  • una proposta per la riflessione su ciò che è cambiato durante l’esperimento

A misura di mondo: Un viaggio tra storia e scoperte, esperimenti e giochi

Un viaggio affascinante attraverso la storia della misura; un libro che segue le tracce di un percorso lungo e straordinario: leggende, curiosità, giochi e attività pratiche trasformano ogni pagina in un’esperienza per leggere, giocare e imparare. Un libro per tutti coloro che vogliono scoprire la misura con i propri occhi… e con le proprie mani!

Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani
Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei pochi frammenti nascono infinite possibilità: forme, storie e avventure tutte da costruire e da inventare, con le mani e la mente.
Questo libro non è solo da leggere: è da fare, da toccare e da esplorare.
Attraverso leggende, attività creative, sfide geometriche, giochi di luce e ombra, collegamenti con l’arte e persino incursioni nelle fiabe, il Tangram si rivela in tutta lla sua potenza, diventando un ponte straordinario tra gioco e apprendimento.

Oltre Halloween: la visione cosmica di Maria Montessori tra luce e memoria

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Un viaggio tra le feste del mondo per scoprire come ogni cultura celebra la vita, la memoria e la luce che unisce gli esseri umani.

C’era un tempo in cui l’uomo accendeva il fuoco per vincere il buio.
Da allora, in ogni parte del mondo, le persone hanno continuato ad accendere luci: per ricordare, per ringraziare, per sperare.
Ogni fiamma, ogni candela, ogni lanterna racconta una storia: quella di un popolo, di un luogo, di un sentimento universale che ci unisce.


Nel grande disegno dell’universo, ogni popolo ha trovato modi diversi per celebrare i passaggi del tempo, la vita, la morte e la rinascita.
Halloween, con le sue zucche accese e i travestimenti, non è solo una festa moderna: nasce da antiche radici che uniscono l’uomo alla terra e ai suoi cicli.

Nella visione cosmica montessoriana, tutto ciò che esiste — dal più piccolo seme alla più lontana stella — ha un compito e un significato. Anche le tradizioni dell’umanità fanno parte di questo grande intreccio: sono segni della ricerca umana di comprendere il mistero della vita e del tempo.

Halloween ci parla proprio di questo:

  • del passaggio tra la luce e il buio, tra l’estate e l’inverno, tra ciò che finisce e ciò che rinasce;
  • del ricordo degli antenati e del legame con chi ci ha preceduti;
  • del coraggio di affrontare ciò che ci spaventa, trasformando la paura in gioco, in luce, in festa.

In questa prospettiva, Halloween non è “una festa americana”, ma una tradizione che unisce i popoli: in Messico c’è il Día de los Muertos, in Italia le celebrazioni di Ognissanti e dei Defunti, in Asia feste delle lanterne per illuminare il cammino degli spiriti. Tutte raccontano la stessa grande storia: quella dell’uomo che, in ogni epoca, guarda il cielo e si chiede quale sia il suo posto nell’universo.

Per questo, nel contesto educativo, Halloween può diventare un’occasione cosmica:

  • per scoprire come l’umanità celebra la vita,
  • per riconoscere la diversità culturale come ricchezza,
  • per aiutare i bambini a sentirsi parte di un’unica grande storia.

Così, tra una candela accesa e una zucca intagliata, possiamo ricordare che la vera luce di Halloween non è quella delle lanterne, ma quella della conoscenza e della consapevolezza, che illumina la nostra appartenenza al tutto.

Per altri materiali a tema Halloween scaricabili gratuitamente si rimanda alla seguente pagina:

Per idee spunti e attività pronte all’uso visita:

Montessorianamente Libri

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Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani
Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei pochi frammenti nascono infinite possibilità: forme, storie e avventure tutte da costruire e da inventare, con le mani e la mente.
Un libro non solo da leggere, ma da fare, da toccare e da esplorare ( 6-11 anni)

La matematica segreta: quando imparare è meraviglia

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Tra i rami spogli dell’autunno, la natura svela il suo ordine.
Le bacche di rosa canina si presentano in piccoli mucchietti ordinati — due, tre, quattro —
come se un disegno invisibile le avesse disposte secondo un ritmo segreto.

Non c’è casualità: la natura segue leggi di equilibrio e proporzione, parla un linguaggio fatto di simmetrie, ripetizioni e relazioni.
È il linguaggio matematico della vita, scritto in silenzio tra foglie e spine.


Il linguaggio dei numeri nella natura

Osservando le bacche, i bambini scoprono che contare può essere un atto di meraviglia.
Non servono schede o tabelle: basta guardare con attenzione.
Contare due bacche, poi tre, poi quattro… significa riconoscere un ordine naturale,
una struttura che la mente umana intuisce e la natura custodisce da sempre.

Ogni piccolo gruppo diventa una prova concreta di come la matematica nasca spontanea,
prima ancora che venga insegnata.


La natura come maestra di armonia

Le bacche invitano i bambini a osservare, confrontare, raggruppare.
L’esperienza sensoriale si trasforma in pensiero logico;
il gesto di raccogliere e disporre diventa riflessione, misura, relazione.

In questo incontro fra natura e mente, la matematica si mostra per ciò che è davvero:
non un insieme di numeri astratti, ma un modo di comprendere il mondo.


La meraviglia come punto di partenza

Nel silenzio del lavoro, i bambini si accorgono che la natura non sbaglia i conti.
Ogni forma, ogni quantità, ogni disposizione è armonia.
È da questa consapevolezza — semplice e profonda — che può nascere
un autentico amore per la conoscenza.

Proposte didattiche con gli elementi naturali dell’autunno

L’autunno è una stagione generosa: offre colori, forme, profumi e materiali che invitano all’osservazione e alla scoperta.
Ogni elemento naturale può diventare strumento di conoscenza, ponte tra esperienza sensoriale e concetto astratto.
Foglie, bacche, semi, ghiande, castagne, pigne, sassolini, cortecce: il bosco e il giardino diventano laboratori viventi di matematica, scienza e linguaggio.


🍁 1. Contare con la natura

Utilizzare materiali raccolti dai bambini — bacche, ghiande, sassolini — per creare insiemi di quantità diverse.
Si possono disporre in gruppi, ordinare, confrontare, sommare o togliere.
L’esperienza aiuta a comprendere i concetti di quantità, uguaglianza, differenza e corrispondenza uno a uno.

👉 Obiettivo: sviluppare la capacità di astrazione partendo dall’osservazione concreta.


🌰 2. Classificare e confrontare

Ogni elemento autunnale può essere osservato e classificato per forma, colore, dimensione, peso o consistenza.
Si possono creare tabelle di confronto o “collezioni ordinate” (foglie grandi/piccole, pigne aperte/chiuse, bacche singole/in gruppo).

👉 Obiettivo: affinare l’osservazione, il linguaggio descrittivo e la logica comparativa.


🍂 3. Comporre e scomporre

Le foglie o i semi possono essere usati per comporre figure e pattern: simmetrie, sequenze, mandala naturali.
Le composizioni permettono di lavorare sui concetti di ordine, ritmo e proporzione, avvicinando i bambini alla geometria in modo intuitivo.

👉 Obiettivo: riconoscere regolarità e ripetizioni, sviluppando sensibilità estetica e senso dell’armonia.


🌿 4. Misurare con ciò che offre il bosco

Con rami, pietre o ghiande si possono creare strumenti di misura naturali:
quanto è lungo un bastoncino rispetto a una foglia? Quante pigne servono per arrivare alla fine del banco?
Attraverso il gioco, i bambini sperimentano la misura non convenzionale e comprendono l’idea di unità.

👉 Obiettivo: introdurre in modo sensoriale il concetto di misura e proporzione.


🍎 5. La natura che racconta

Ogni raccolta può diventare occasione di linguaggio e narrazione:
descrivere un frutto, raccontare dove è stato trovato, creare piccole storie su un seme che viaggia o una foglia che cade.

👉 Obiettivo: arricchire il lessico, favorire la produzione linguistica e intrecciare linguaggio e osservazione scientifica.


🌾 6. Il tavolo delle meraviglie

Allestire in classe un piccolo spazio con i tesori d’autunno raccolti dai bambini.
Ogni giorno si può osservare un elemento, nominarlo, disegnarlo, descriverlo, contarne le parti.
Diventa un luogo di ricerca e contemplazione, dove scienza, arte e matematica si incontrano.

👉 Obiettivo: promuovere curiosità, rispetto per la natura e senso dell’ordine.


🍃 Conclusione

L’autunno ci insegna che la natura è una maestra silenziosa di ordine e bellezza.
Attraverso materiali autentici, i bambini imparano a osservare, ragionare e stupirsi.
Ogni foglia, ogni bacca, ogni seme diventa un piccolo strumento di conoscenza,
una porta aperta sul linguaggio matematico e poetico della realtà. 🌰🌿🍁

Enigma d’autunno: problemi a difficoltà crescente in versione SHORT

Libri per la grammatica e prime letture, libri per scoprire la storia della misura e per esplorare il mondo insieme a Lily, la piccola rana esploratrice; libri per scoprire la geometria con il Tangram e molto altro ancora..

La grammatica? Una favola!Il paese delle parti del discorso Maria Montessori

Il mio primo piccolo libro-Il bosco: Leggere con il metodo Montessori

Il mio secondo piccolo libro: Il mare 

Lily, piccola rana esploratrice: Leggere, fare e scoprire

Misurare il mondo- un percorso nel tempo e nello spazio alla scoperta della misura

A misura di mondo

Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani

Autunno, tempo di spore: le felci

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In autunno la natura rallenta, ma non si ferma.
Nel sottobosco, mentre le foglie cadono e l’aria si fa più fresca, un mondo antico continua a vivere silenziosamente: quello delle felci.
Sono piante senza fiori né semi, testimoni di un tempo lontanissimo, quando la Terra era coperta da foreste umide e popolate da giganteschi dinosauri erbivori.
Oggi continuano a diffondere la vita attraverso le spore, piccolissimi granelli che viaggiano con l’aria e danno origine a nuove piante.

Le felci ci parlano di resilienza, equilibrio e memoria del tempo: vivono dove la luce filtra appena, si arrampicano su muri umidi o crescono accanto ai ruscelli.
Ci insegnano che la vita non ha bisogno di essere appariscente per essere preziosa.


🌱 Un’eredità dal tempo dei dinosauri

Le felci sono piante antichissime, tra le prime comparse sulla Terra.
Esistevano già 360 milioni di anni fa, quando il mondo era popolato da creature gigantesche e le foreste erano fitte e umide.
Non producono fiori né semi, ma minuscole spore, simili a polvere dorata, capaci di generare nuova vita.
In loro vive il ricordo di un tempo primordiale, quando la Terra imparava a respirare.


🍃 Il linguaggio silenzioso delle fronde

Ogni fronda di felce si srotola lentamente, seguendo una spirale perfetta: un piccolo gesto di fiducia verso la luce.
Non ha tronco, ma un rizoma che corre sotto terra, forte e discreto.
Le sue foglie raccontano la bellezza di ciò che cresce piano, di ciò che non ha bisogno di apparire per esistere.


🌀 Un ciclo di vita che parla di continuità

Sotto le fronde mature si nascondono piccoli puntini: i sori, scrigni che custodiscono le spore.
Quando arriva il momento, queste minuscole particelle vengono rilasciate e il ciclo ricomincia.
La vita delle felci ci insegna che non serve essere grandi o appariscenti per lasciare un segno: anche ciò che è invisibile può contenere forza, bellezza e futuro.


🪴 Proposta didattica – Il laboratorio delle felci

Titolo dell’attività: 🌱 La vita nascosta nelle fronde – laboratorio tra scienza e poesia
Età consigliata: 6-10 anni (adattabile per classi prime-seconde o terze-quarte con diversi livelli di approfondimento)
Durata: 1 o 2 incontri da 60 minuti

🎯 Obiettivi

  • Osservare e riconoscere le caratteristiche delle felci.
  • Comprendere il concetto di riproduzione tramite spore.
  • Sviluppare linguaggio scientifico e capacità descrittiva.
  • Promuovere la riflessione sul valore della vita silenziosa e nascosta.
  • Stimolare creatività e connessione tra natura, arte e parola.

🧺 Materiali

  • Fronde di felci vere (o immagini ad alta risoluzione)
  • Lente d’ingrandimento o microscopio digitale
  • Vassoio con sabbia o terriccio umido
  • Fogli neri e pigmenti (gesso, pastelli o sale colorato)
  • Carte del materiale Le felci – Tempo di spore
  • Pennelli morbidi, colla, forbici
  • Quaderno di botanica o schede di osservazione

🔎 Svolgimento

1️⃣ Osservazione e scoperta
Si comincia con una fronda vera di felce, posta su un panno chiaro.
L’insegnante invita a osservare in silenzio:
“Cosa notate? Dove nascono le foglioline? Che forma hanno?”
Con lente o microscopio, si osservano i sori – i piccoli puntini sotto le fronde.

2️⃣ Racconto e collegamento narrativo
Breve introduzione alla leggenda La felce che non fioriva.
Conversazione guidata:
“Quali cose, come le spore, vivono nel silenzio ma fanno nascere bellezza?”
I bambini condividono immagini, esempi o emozioni.

3️⃣ Attività artistica – La polvere dorata della vita
Su un foglio nero, i bambini disegnano con la colla le fronde di una felce.
Poi, con pigmenti o sale colorato, soffiano leggermente per creare l’effetto della “polvere di spore”.
Nascono così composizioni luminose e simboliche.

4️⃣ Attività linguistica o di scrittura

  • Scrittura creativa: “Se fossi una spora, dove vorrei cadere per germogliare?”
  • Descrizione scientifica: “La mia felce cresce in un luogo umido, ha fronde lunghe e morbide, sotto le quali nascondo i miei sori.”

5️⃣ Riflessione finale
Rileggendo i testi, si costruisce un piccolo Erbario poetico delle felci, da raccogliere o esporre in aula.


🔄 Varianti

  • Collegamento con la Storia della Terra: le felci come piante del tempo dei dinosauri.
  • Collegamento con arte e geometria: la spirale delle fronde come forma naturale perfetta.
  • Osservazione in ambiente naturale: uscita nel bosco o nel giardino della scuola per cercare le felci e riconoscerne le diverse forme.

📘 Un materiale per scoprire e meravigliarsi

Da questa ispirazione nasce il materiale Le felci – Tempo di spore, un percorso didattico per avvicinare i bambini al mondo delle piante non fiorite.

Il set include:

  • Carte tematiche in versione completa e semplificata, per conoscere struttura, riproduzione e habitat delle felci.
  • Carte d’arricchimento linguistico, che collegano la botanica alla storia della Terra e all’era dei dinosauri.
  • Una leggenda poeticaLa felce che non fioriva, per riflettere sul valore del silenzio e della vita nascosta.
  • Attività creative e di scrittura per trasformare la conoscenza in esperienza.

🌍 Un percorso tra scienza, tempo e poesia

Questo materiale può essere inserito in un laboratorio di botanica o in un percorso interdisciplinare su natura, tempo e sostenibilità.
È adatto alla scuola primaria e può essere utilizzato sia in attività guidate sia in momenti di libera esplorazione.
Ogni carta invita a osservare, confrontare, raccontare.
Ogni parola apre una possibilità di scoperta.


💚 Perché proporlo in classe

  • Per educare all’osservazione attenta e rispettosa della natura.
  • Per intrecciare scienza e sensibilità poetica.
  • Per stimolare curiosità, linguaggio e immaginazione.
  • Per ricordare che la conoscenza nasce anche dal silenzio e dallo stupore.

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A misura di mondo: Un viaggio tra storia e scoperte, esperimenti e giochi

Un viaggio affascinante attraverso la storia della misura; un libro che segue le tracce di un percorso lungo e straordinario: leggende, curiosità, giochi e attività pratiche trasformano ogni pagina in un’esperienza per leggere, giocare e imparare. Un libro per tutti coloro che vogliono scoprire la misura con i propri occhi… e con le proprie mani!

L’Autunno in classe tra esperienze sensoriali  e laboratori didattici

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Non possiamo creare osservatori dicendo ai bambini: “Osservate!”, ma dando loro il potere e i mezzi per tale osservazione, e questi mezzi vengono acquistati attraverso l’educazione dei sensi

Maria Montessori

L’arrivo dell’autunno offre un’opportunità unica per trasformare l’ambiente educativo in un laboratorio naturale vivo e dinamico. Nella pedagogia Montessori, tutto ciò che la stagione offre — foglie, frutti, semi, colori — non è una semplice cornice, ma un materiale didattico autentico, capace di stimolare i sensi, arricchire il linguaggio e favorire la scoperta autonoma.

Questo approccio diretto stimola l’educazione dei sensi, arricchisce il linguaggio e promuove la scoperta autonoma, pilastri fondamentali del metodo. L’esperienza sensoriale diventa la base concreta da cui il bambino costruisce la propria conoscenza astratta.

I. Dal concreto all’astratto: le carte della nomenclatura

Le Carte di Nomenclatura sono lo strumento essenziale per collegare l’esperienza sensoriale diretta all’acquisizione del linguaggio. Forniscono al bambino i mezzi per classificare e nominare ciò che osserva nella realtà.

  • Materiali: Set di carte a tre parti (immagine, nome, immagine e nome), abbinate agli oggetti reali raccolti (es. diversi tipi di foglie, ghiande, castagne).
  • Progressiva Affinamento: Le carte non si limitano all’identificazione del tutto (es. “la foglia”), ma si evolvono in set più complessi e dettagliati, che permettono di esplorare e nominare tutte le parti di un elemento (es. nervature, margine, apice della foglia, oppure polpa, buccia e semi di un frutto). Questo introduce in modo pratico e visivo i concetti di biologia e botanica.
  • Processo Didattico: La Presentazione in Tre Tempi Il metodo per eccellenza per insegnare il vocabolario con le carte e gli oggetti è la Presentazione in Tre Tempi (o “Gioco dei Tre Tempi”):
    1. Primo Tempo (Associazione): L’adulto nomina l’oggetto (“Questa è una ghianda“).
    2. Secondo Tempo (Riconoscimento): L’adulto chiede al bambino di identificare l’oggetto nominato (“Dov’è la ghianda?”).
    3. Terzo Tempo (Richiamo): L’adulto indica l’oggetto e chiede al bambino di nominarlo (“Cos’è questo?”).
  • Focus: Sviluppo di un linguaggio esatto e potenziamento della capacità di ordinare mentalmente la realtà attraverso l’analisi dei dettagli.

II. L’affianamento dei sensi: esperienze profonde con la natura

L’autunno è la stagione ideale per l’educazione sensoriale, poiché offre un’ampia gamma di stimoli tattili, olfattivi e visivi.

  • Percorsi Tattili: Invitare i bambini a manipolare e camminare su superfici naturali (foglie secche, pigne, muschio). L’obiettivo non è solo il gioco, ma l’affinamento della discriminazione tattile e della consapevolezza corporea.
  • Sacchetti Misteriosi: L’esercizio stereognostico di riconoscere al tatto semi, noci o castagne, sviluppa la capacità di percepire la forma e il peso degli oggetti senza l’uso della vista.
  • Esplorazione Olfattiva e Gustativa: Offrire assaggi e odori tipici della stagione (mele, pere, zucca, cannella). Questa attività, se condotta in modo strutturato, educa alla consapevolezza sensoriale e introduce il concetto di stagionalità.

III. Laboratori per aree: la struttura della conoscenza

I materiali autunnali, una volta esplorati, vengono integrati nei laboratori disciplinari, fungendo da supporto concreto per concetti più astratti in linea con il metodo Montessori.

A. Scienze e Osservazione Botanica

  • Erbario e Classificazione: Raccogliere foglie e osservarle con la lente per studiarne le nervature, la forma e i margini. La classificazione con le carte di nomenclatura prepara alla botanica sistematica.
  • Semi al microscopio: osservare castagne, ghiande e semi vari per scoprire differenze e somiglianze.
  • Esperimento dell’acqua colorata: immergere foglie in bicchieri con acqua e colorante per osservare come assorbono i liquidi.
  • Ciclo della Vita: Esaminare semi e frutti secchi per scoprire le differenze e le somiglianze. Domande guida sul “viaggio” dei semi introducono il concetto di ciclo vitale e dispersione.

B. Matematica e Logica

  • Aritmetica con Materiali Naturali: Castagne, ghiande o noci vengono utilizzate come unità di quantità per esercizi di addizione, sottrazione e calcolo base, offrendo un’alternativa manipolativa al materiale delle perle.
  • Seriazioni e Insiemi: Creare sequenze logiche (dal più grande al più piccolo) o insiemi per categorie. Esercizi essenziali per lo sviluppo del pensiero logico-matematico e della classificazione.
  • Tabelline con le noci: piccoli gruppi di frutti secchi per esercitare moltiplicazione

C. Arte e creatività strutturata

  • Mandala e Composizione: Utilizzare i materiali naturali per comporre figure armoniche (mandala). L’attenzione si focalizza sulla simmetria e sulla concentrazione, non solo sull’estetica finale.
  • Tecniche di Stampa: Le foglie, intinte nella tempera, diventano matrici. Stampando, il bambino non solo crea, ma osserva e rivela la struttura architettonica della foglia.
  • Collage stagionale: costruire scene d’autunno usando materiali raccolti.

D. Linguaggio e documentazione

  • Dalla favola al reale; percorsi di scoperta: Ascoltare brevi storie su animali e frutti autunnali, per poi ricercarne protagonisti ed elementi chiave nelle carte di nomenclatura e nei libri tematici. Si crea  così un ponte tra immaginazione e realtà oggettiva che stimola la curiosità e la ricerca.
  • Diario di Osservazione: Incoraggiare i bambini a documentare le loro scoperte tramite il disegno o la scrittura. Questo favorisce lo sviluppo della scrittura descrittiva e della capacità di documentazione scientifica.

Conclusione

Attraverso le carte di nomenclatura, i percorsi sensoriali e i laboratori per discipline, l’autunno si rivela un vero e proprio manuale didattico

L’approccio Montessori garantisce che questo tempo sia ricco di esperienze attive e significative, guidando il bambino in un percorso logico e completo: dalla percezione sensoriale iniziale alla classificazione strutturata, fino all’analisi scientifica e alla costruzione autonoma della conoscenza. La natura, così trasformata, non è solo materiale di studio, ma una vera e propria aula sempre aperta che alimenta la crescita intellettuale e creativa.

Materiale scaricabile

La scatola 

Nel bosco succede qualcosa di strano. Qualcuno o qualcosa ha lasciato una scatola con due fessure….

Un libro sul potere della gentilezza, dell’amore e dell’amicizia che fa schiudere

In un seme. Manuale per piccoli collezionisti di meraviglie. 

I semi hanno infinite e sorprendenti forme. Sanno spostarsi e adattarsi all’ambiente. Sono l’emblema perfetto della vita…

L’albero. Guida pratica e poetica alla vita arborea.

Un albero è talmente tante cose che per spiegarlo questo libro ha avuto bisogno di quattro persone: una poetessa, due illustrataci e un biologo. Un albero, infatti, fa molte cose diverse e per questo può essere guardato da tanti occhi diversi

A misura di mondo: Un viaggio tra storia e scoperte, esperimenti e giochi

Un viaggio affascinante attraverso la storia della misura; un libro che segue le tracce di un percorso lungo e straordinario: leggende, curiosità, giochi e attività pratiche trasformano ogni pagina in un’esperienza per leggere, giocare e imparare. Un libro per tutti coloro che vogliono scoprire la misura con i propri occhi… e con le proprie mani!

Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani
Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei pochi frammenti nascono infinite possibilità: forme, storie e avventure tutte da costruire e da inventare, con le mani e la mente.
Un libro non solo da leggere, ma da fare, da toccare e da esplorare ( 6-11 anni)

Festa dei Nonni: un ponte tra passato e futuro

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L’educazione non è preparazione alla vita; è la vita stessa 

Maria Montessori

La Festa dei Nonni è molto più di una semplice ricorrenza: è un’occasione speciale per far incontrare generazioni diverse, scoprire storie di famiglia e imparare attraverso l’esperienza concreta. In chiave montessoriana, rappresenta un ponte tra passato e presente, tra radici solide e rami che crescono verso il futuro.

I nonni custodiscono ricordi, saperi e piccoli segreti della vita quotidiana che i bambini possono osservare, ascoltare e vivere in prima persona. I loro racconti diventano strumenti preziosi per comprendere la propria storia, sviluppare empatia e rafforzare il legame familiare.


L’albero genealogico: creare connessioni e conoscere toccando

Esplorare la propria famiglia attraverso la costruzione dell’albero genealogico non è solo un’attività Esplorare la propria famiglia attraverso l’albero genealogico non è soltanto un’attività creativa, ma un modo per sentirsi parte di una storia più grande, per riconoscere legami, radici e valori che si trasmettono di generazione in generazione.
Questa esperienza aiuta i bambini a collocarsi nella trama della propria storia familiare, a scoprire connessioni che li legano agli altri e a sviluppare un prezioso senso di appartenenza e continuità.

Costruire un albero genealogico diventa così un’occasione di riflessione sui legami e sul tempo, sulla forza delle radici e sulla bellezza dei rami che si allungano verso il futuro.

  • 🌱 Le radici rappresentano gli antenati e i legami profondi, che nutrono e sostengono la famiglia anche quando non li conosciamo direttamente.
  • 🌳 Il tronco è la famiglia attuale, il nucleo solido che accompagna e sostiene i bambini giorno dopo giorno.
  • 🌿 I rami sono le generazioni future, in crescita e in espansione, che si intrecciano con il presente dei bambini, aprendosi a nuove possibilità.

Colorare, scrivere e completare l’albero con nomi, ricordi e fotografie significa trasformare l’astratto in concreto: il bambino non solo osserva, ma tocca, costruisce e vive l’esperienza. In questo modo, l’apprendimento diventa un atto attivo e significativo, in pieno stile Montessori, dove la conoscenza nasce dall’esperienza diretta, dalla manualità e dal riflettere su ciò che si osserva.


Giochi, proverbi e filastrocche: apprendere con leggerezza

Attraverso i racconti dei nonni, i bambini entrano in contatto con saperi concreti e affetti autentici, scoprendo che la conoscenza non nasce solo dai libri, ma anche dall’esperienza vissuta e dalle parole tramandate. Le storie, i ricordi e le tradizioni diventano così un ponte tra generazioni, capace di nutrire la mente e il cuore.

Ogni gioco, proverbio o filastrocca custodisce un piccolo frammento di vita: è un modo per comprendere la quotidianità di ieri e, allo stesso tempo, per sviluppare attenzione, memoria, creatività e spirito di collaborazione nei bambini.

  • 🎲 Giochi di una volta: passatempi semplici e ingegnosi, spesso nati dall’uso di materiali naturali o di recupero. Stimolano movimento, fantasia, socialità e la capacità di inventare con poco.
  • 🪶 Proverbi: frasi brevi e incisive, autentiche perle di saggezza che raccontano il legame con la natura, il lavoro e i valori essenziali della vita.
  • 🎶 Filastrocche e indovinelli: giochi di parole ritmati che allenano la memoria, favoriscono il linguaggio e invitano al sorriso. Piccoli strumenti che intrecciano divertimento e apprendimento.

Attraverso queste esperienze, i bambini imparano che la tradizione non è qualcosa di lontano, ma un tesoro vivo e condiviso, che continua a crescere e trasformarsi insieme a loro.

Il ruolo dei nonni: ponte tra passato e presente

I nonni diventano guide e narratori della storia familiare, custodi di ricordi e saggezze che nessun libro può restituire con la stessa intensità. Ascoltarli significa imparare dall’esperienza diretta, osservare gesti antichi, raccogliere racconti autentici e lasciare che le parole diventino semi di curiosità.

Il dialogo con i nonni non è solo ascolto, ma scambio reciproco: i bambini portano domande, stupore e vitalità, mentre i nonni offrono tempo, memoria e affetto.

Così, la Festa dei Nonni si trasforma in un vero e proprio laboratorio di relazioni, memoria e creatività, in cui ogni bambino può riconoscersi parte di un filo che attraversa il tempo, unendo passato, presente e futuro.


Conclusione

La Festa dei Nonni diventa allora un’occasione speciale per tessere legami, scoprire storie e valorizzare radici che ci accompagnano nel presente. Come scriveva Maria Montessori, “il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità”: custodire le memorie familiari significa offrire ai più piccoli basi solide per crescere e fiorire.

Ogni racconto, ogni gioco e ogni proverbio diventa parte di un filo invisibile che unisce passato, presente e futuro, trasformando l’esperienza con i nonni in un dono educativo e affettivo che rimarrà nel tempo.

Così un albero genealogico ? cosa rappresenta?

Scarica la carta dell’albero genealogico con una breve spiegazione, l’albero da colorare e i cartellini da scrivere per completarlo: un materiale semplice e concreto per iniziare il viaggio nella storia familiare.


Misurare il mondo: Un percorso nel tempo e nello spazio alla scoperta della misura Da una antica fiaba africana al concetto di misura. Un cinghiale e un camaleonte si sfidano ad una gara di corsa. Vietato dire chi vince, ma importante dire che le misure vengono prese proprio con la coda del piccolo camaleonte come unità di misura! Un viaggio nel tempo e nello spazio per scoprire come l’uomo fin dai tempi più antichi abbia cercato di elaborare un soddisfacente sistema di misura.

Lily, piccola rana, grande esploratrice: Leggere per fare e per scoprire

Una piccola rana, un grade viaggio di esplorazione verso tutte quelle piccole creature che si prendono cura del nostro pianeta. Un libro con attività multidisciplinari per la classe I/II- disponibile in corsivo e stampato maiuscolo

Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani
Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei pochi frammenti nascono infinite possibilità: forme, storie e avventure tutte da costruire e da inventare, con le mani e la mente.
Un libro non solo da leggere, ma da fare, da toccare e da esplorare ( 6-11 anni)

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La Giornata della Pace: un seme di speranza

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La pace è un lavoro quotidiano, un processo che deve passare attraverso l’educazione.”

 Maria Montessori, Educazione e pace, 1949

Ogni anno, il 21 settembre, il mondo celebra la Giornata Internazionale della Pace. È un’occasione preziosa per fermarsi, riflettere e coltivare insieme ai bambini valori come l’ascolto, la collaborazione e la non violenza.

La pace non è un concetto astratto: è qualcosa che si costruisce giorno dopo giorno, a partire dai gesti più semplici. Parlare di pace a scuola significa offrire ai bambini strumenti per leggere il mondo con occhi diversi, capaci di cogliere il significato dei simboli universali che da secoli ci accompagnano.

Tra questi, c’è il simbolo di Holtom, creato nel 1958, che rappresenta in modo essenziale la richiesta di disarmo e di armonia. Ma ci sono anche immagini più antiche e immediate: la colomba con il ramo d’ulivo, l’ulivo stesso come albero della pace, e le mani che si intrecciano. Tutti segni che, pur nella loro diversità, parlano un linguaggio universale e condiviso.

Perchè non esplorarli insieme alle bambine e ai bambini?


Attività e giochi per la Giornata della Pace

Per rendere viva questa giornata, ecco alcune proposte semplici e coinvolgenti da sperimentare in classe:

🌱 Il seme di pace

  • Ogni bambino riceve un piccolo seme (fagiolo, lenticchia, girasole).
  • Dopo un momento di silenzio, lo pianta in un vasetto o in un piccolo bicchiere con la terra.
  • Il seme diventa simbolo di pace che cresce con la cura quotidiana.

🎨 Disegnare i simboli universali

  • Mostrare immagini del simbolo di Holtom, della colomba, dell’ulivo.
  • Invitare i bambini a reinterpretarli con colori, collage o materiali naturali.
  • Creare un grande pannello collettivo: “Il nostro alfabeto della pace”.

🕊 Il gioco della colomba messaggera

  • In cerchio, un bambino tiene in mano una colomba di carta.
  • La passa al compagno dicendo un messaggio di pace (“Ti auguro amicizia”, “Ti auguro serenità”).
  • Il gioco continua finché tutti hanno ricevuto e donato un messaggio.

🤝 La catena della collaborazione

  • Con cartoncini colorati, ogni bambino scrive o disegna un gesto di pace (aiutare, condividere, ascoltare).
  • I cartoncini vengono uniti ad anello, formando una lunga catena che decora l’aula.

Materiale scaricabile

Storia del simbolo della pace di Gerald Holtom e simbolo da colorare

Quando il divertimento nasceva dalla semplicità

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C’era un tempo…

C’era un tempo in cui i giochi dei bambini non avevano bisogno di pile, schermi o rumori elettronici. Bastavano pochi oggetti – spesso recuperati in casa – e una buona dose di fantasia.
Tra i tanti giochi di una volta, ce n’è uno piccolo e curioso che ancora oggi sa divertire: il gioco delle pulci.


Il gioco delle pulci

Nato alla fine dell’Ottocento, era molto diffuso nelle case e nei salotti. Il bicchierino stava al centro e attorno c’erano tante piccole pedine rotonde, all’inizio realizzate in legno, osso o metallo. Con un disco più grande, il “lanciatore”, si faceva pressione sul bordo della pedina per farla saltare dentro al bicchiere. Da qui il nome: i dischetti sembravano minuscole pulci vivaci.

Nel Novecento arrivò anche la versione in plastica colorata, che divenne un classico nelle case.

Semplice? Sì. Ma capace di allenare abilità preziose:

  • coordinazione occhio-mano,
  • concentrazione,
  • pazienza,
  • piacere della sfida amichevole.

Un gioco perfetto ancora oggi, magari costruendolo insieme con tappi di plastica o bottoni: un’attività di riciclo creativo e sostenibile.


Giochi di una volta da riscoprire

Il gioco delle pulci ci invita a ricordare tanti passatempi che hanno segnato l’infanzia di generazioni.

I giochi all’aria aperta

La vita di un tempo si svolgeva soprattutto fuori casa. I bambini correvano nei cortili, nei campi e nelle piazze: l’aria aperta era il loro parco giochi e le regole si tramandavano di voce in voce.

Erano giochi di ritrovo: il divertimento nasceva dallo stare insieme, dal movimento, dalla libertà e dalla scoperta del mondo.

  • Ossi
    Si utilizzavano piccoli ossi levigati (poi sostituiti da sassolini). Si lanciava un oggetto in aria e bisognava raccoglierne altri prima che ricadesse. Richiedeva destrezza e attenzione.
  • Il gioco dell’oca con i sassi
    Un disegno tracciato a terra diventava il tabellone. I bambini usavano sassi o gusci come pedine e tiravano a sorte con ossi o dadi improvvisati.
  • Quattro cantoni
    In uno spazio delimitato si segnavano quattro angoli. Un bambino stava al centro, mentre gli altri occupavano i cantoni, scambiandosi di posto senza farsi prendere.
  • Campana (o settimana)
    Con un gessetto si disegnava a terra il percorso numerato. Si saltava nelle caselle con un piede solo, recuperando un sasso lanciato.
  • Corsa con le biglie
    Le biglie di vetro o terracotta correvano lungo piste scavate nella terra, tra curve e buche.
  • Elastico
    Un lungo elastico teso alle caviglie da due bambini diventava terreno di salti e sequenze sempre più complesse.

Giochi davanti al camino

Quando le giornate erano fredde e corte, le famiglie si raccoglievano attorno al fuoco. Non servivano grandi spazi: bastava un cerchio di mani, una parola sussurrata o un piccolo oggetto. Erano giochi da fare insieme, che univano piccoli e grandi nel calore domestico.

  • Anello, bell’anello
    Un bambino passava le mani tra quelle dei compagni, lasciando o fingendo di lasciare un anello. La formula era sempre la stessa: “Anello, bell’anello, dov’è il mio bell’anello?”
  • Fuoco, fuochino e focherello
    Un oggetto veniva nascosto in un punto della stanza. I bambini lo cercavano guidati da indizi come “acqua”, “fuocherello”, “fuoco!”.
  • Il fazzoletto nascosto
    Un piccolo fazzoletto passava di mano in mano o veniva nascosto dietro la schiena. Bisognava scoprire chi lo tratteneva.
  • Conta e indovina
    Un oggetto minuscolo veniva nascosto tra le mani: vinceva chi indovinava dove fosse rimasto.

Perché proporre oggi i giochi di una volta?

I giochi tradizionali hanno un pregio speciale: non sono già pronti, ma lasciano spazio all’invenzione. Stimolano autonomia, collaborazione e creatività. Non richiedono grandi materiali, ma allenano movimento e pensiero insieme, proprio come suggeriva Maria Montessori quando invitava a partire da esperienze concrete e reali.


Proposte pratiche per la classe e la casa

  • Allestire un angolo dei giochi di una volta, con trottola, biglie, elastico e un set del gioco delle pulci.
  • Coinvolgere i bambini nella costruzione fai-da-te: tappi, bicchieri, gessetti, elastici recuperati.
  • Organizzare una giornata dei giochi antichi a scuola o in famiglia.
  • Creare un libretto illustrato dei giochi, con disegni e regole scritte dai bambini.

Il valore pedagogico dei giochi di una volta

Questi giochi avevano un tratto comune: si facevano insieme. Non erano attività solitarie, ma momenti di comunità.
Il loro valore pedagogico è duplice:

  • sviluppavano abilità motorie e cognitive (coordinazione, memoria, osservazione, prontezza);
  • nutrivano abilità sociali e relazionali, insegnando a rispettare i turni, a cooperare e a ridere insieme.

Riscoprirli oggi significa regalare ai bambini un tempo lento, autentico, fatto di sguardi, di attese e di condivisione.


Una lezione di semplicità

Il gioco delle pulci e i giochi di una volta ci ricordano che la vera ricchezza non sta negli oggetti, ma nel tempo condiviso: nelle risate, nella gioia del movimento e nella scoperta.


Un estratto dal Manuale dei giochi di una volta dedicato al gioco delle pulci e le istruzioni complete in versione regolativa.

Due strumenti pronti da stampare e proporre in classe o a casa.

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Apprendere con le mani: un approccio concreto per l’educazione matematica

by

La matematica deve essere appresa attraverso l’osservazione e la manipolazione di materiali concreti. Solo così il bambino può comprendere la realtà dei numeri.”

M. Montessori (1976), The Advanced Montessori Method, Volume I

Nell’apprendimento dei numeri, il passaggio dalla concretezza all’astrazione è un passaggio delicato ed essenziale che inizia con l’esplorazione attraverso materiali concreti.

L’esplorazione, per definizione, è un’esperienza multisensoriale in grado di attivare simultaneamente tutti i sensi: i bambini manipolano, toccano, osservano e riflettono, trasformando poco a poco le loro esperienze concrete in concetti astratti.

Operare con i numeri in modo concreto non solo rende l’apprendimento della matematica più accessibile e divertente, ma offre ai bambini una base solida su cui costruire abilità matematiche più avanzate.

La transizione dalla concretezza all’astrazione avviene naturalmente e senza sforzo, poiché i bambini sviluppano una comprensione profonda delle regole matematiche attraverso l’esperienza diretta e il loro fare.

In questo modo, l’apprendimento diventa un processo fluido e coinvolgente, capace di integrare emozioni e cognizione, e di preparare i bambini a sfide future più complesse in ambito matematico.

Il Tappeto del Cento è un’attività pensata per introdurre i bambini alla comprensione dei numeri da 1 a 100 in modo concreto e coinvolgente.

I bambini costruiscono il loro tappeto tessera dopo tessera.

La tavola di controllo funge da elemento accompagnatore.

L’attività consiste nel completare una griglia di 10×10 posizionando in sequenza le tessere numerate dall’1 al 100.

Sia durante la costruzione del tappeto che l’osservazione del tappeto completato, inducono i bambini ad importanti e autonome riflessioni fondamentali per lo sviluppo delle loro competenze matematiche:

  1. Sequenza numerica e conteggio: durante la disposizione delle tessere numerate da 1 a 100, si rinforza la loro capacità di riconoscere e memorizzare la sequenza dei numeri, sviluppando al contempo l’abilità nel conteggio in avanti e all’indietro.
  2. Concetto di quantità e valore posizionale: manipolando e posizionando i numeri, i bambini iniziano a comprendere il valore relativo dei numeri. Capiscono, ad esempio, che 10 è maggiore di 9 e che i numeri aumentano di uno alla volta. L’uso della griglia rafforza il concetto del valore posizionale: ogni riga rappresenta le unità da 1 a 10, e ogni colonna aggiunge progressivamente una decina,10, 20, 30…
  3. Sistemi decimali e pattern numerici: la disposizione sulla griglia di 10×10 aiuta i bambini a visualizzare il sistema decimale e i pattern numerici. Ad esempio, osservano che i numeri nelle colonne condividono le stesse unità, mentre quelli nelle righe condividono la stessa decina (10, 20, 30…). Questo rafforza la loro comprensione del sistema numerico base 10.
  4. Relazioni matematiche e operazioni: il tappeto del cento permette di osservare relazioni matematiche importanti come l’addizione e la sottrazione: spostandosi verso destra si aumenta sempre di 1; spostandosi verso sinistra si diminuisce di uno; spostandosi sulla colonna in alto si diminuisce di una decina e spostandosi in quella in basso si aumenta di una decina. Queste osservazioni li aiutano la visualizzazione delle operazioni matematiche in modo concreto.
  5. Simmetrie e modelli visivi: I bambini possono notare modelli e simmetrie all’interno della griglia, come la disposizione dei numeri pari e dispari, o i numeri multipli di 5 e 10 che formano linee verticali e orizzontali. Queste scoperte visive stimolano la loro capacità di osservazione e di categorizzazione dei numeri.
  6. Confronto tra numeri: Con il tappeto completo, i bambini possono facilmente confrontare numeri tra loro, identificando numeri più grandi o più piccoli, osservando differenze e somiglianze tra i numeri in diverse parti della griglia. Questo favorisce lo sviluppo di competenze di analisi e confronto numerico.
  7. Introduzione a concetti di moltiplicazione e divisione: Attraverso il conteggio per salti (ad esempio, 2, 4, 6… o 5, 10, 15…), il tappeto del cento offre un modo visivo e concreto per introdurre la moltiplicazione e la divisione. I bambini possono vedere chiaramente i risultati del conteggio per multipli, acquisendo così una comprensione iniziale delle operazioni.
  8. Progressione e continuità dei numeri: La costruzione del tappeto aiuta i bambini a comprendere la continuità e l’infinitezza della sequenza numerica. Anche se il tappeto arriva a 100, i bambini possono intuire che il conteggio continua oltre quel limite, espandendo la loro visione della matematica.

Costruire la griglia per il tappeto su un cartoncino suddivisa in quadrati di 10×10.

Stampare le tessere per l’attività di costruzione del tappeto.

Learning Resources Tabelle delle centinaia cancellabili (set da 10)

Strumenti compensativi. Il quaderno di matematica. Numeri, misura, spazio e figure, dati e previsioni, relazioni e funzioni

Matematica in tasca. Le regole di Numeroni per la scuola primaria

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Educazione emotiva: la girandola delle emozioni per l’accoglienza

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Se riesci a tradurre in parole ciò che senti, ti appartiene.

DANIEL GOLEMAN

Emozionarsi. È una risposta automatica, un’eco interiore a ciò che accade fuori e dentro di noi. Eppure, il semplice sentirsi “emozionati” non basta a dare un nome a quello stato psico-fisico complesso che ci attraversa. Sin dai tempi di Charles Darwin, che per primo riconobbe il ruolo adattivo e vitale delle emozioni per la sopravvivenza, l’umanità ha cercato di comprenderle e mapparle. Le emozioni sono un sistema di allarme e guida: ci avvisano dei pericoli, ci spingono a difenderci, ci connettono agli altri, e generano risposte fisiologiche e comportamentali di grande complessità.

Dagli anni ’80, l’interesse per la sfera emotiva è cresciuto esponenzialmente. Molti psicologi hanno cercato di creare delle “mappe” per orientarsi in questo mondo interiore, e una delle più celebri è senza dubbio la ruota delle emozioni di Robert Plutchik.

Lo psicologo americano ha identificato otto emozioni primarie: gioia, fiducia, paura, sorpresa, tristezza, disgusto, rabbia e attesa.


La ruota di Plutchik è un vero e proprio strumento visivo che offre una bussola per navigare il nostro mondo emotivo.

  • Opposizione e armonia: Ogni emozione primaria è posta in contrasto con il suo opposto: gioia si oppone alla tristezza, fiducia al disgusto, paura alla rabbia e sorpresa all’attesa. Questo schema ci aiuta a comprendere la polarità dei sentimenti.
  • Combinazioni ed evoluzioni: Le emozioni non vivono isolate, ma si fondono, creando sfumature complesse. Ad esempio, la combinazione di gioia e attesa genera ottimismo, e l’ottimismo si trova graficamente nello spicchio che le unisce. Questo ci mostra come un’emozione possa essere il risultato della combinazione di altre, più semplici.
  • L’intensità del sentimento: La ruota rappresenta anche la gradazione delle emozioni attraverso il colore. Le sfumature si accentuano gradualmente dall’interno verso l’esterno, indicando l’intensità dello stato emotivo. Ad esempio, la fiducia (verde tenue) si intensifica fino a diventare ammirazione (verde scuro), mentre l’accettazione è la sua forma più lieve.

Non dimentichiamo che le emozioni sono i grandi capitani della nostra vita e che obbediamo a loro senza saperlo.

VINCENT VAN GOGH

Nel trambusto della quotidianità, agiamo spesso in risposta a un’emozione senza nemmeno riconoscerla. Questo vale anche per i bambini. Una reazione di rabbia, un momento di sconforto o un’incapacità di relazionarsi possono essere il sintomo di un’emozione non riconosciuta o mal gestita. Aiutare i bambini a sviluppare l’intelligenza emotiva significa porre le basi per il loro benessere psicofisico e sociale. Dare un nome a ciò che si prova è il primo passo per diventarne consapevoli, imparando a viverle senza temerle e, di conseguenza, a gestirle in modo autonomo. Questo processo di alfabetizzazione emotiva non genera solo un benessere individuale, ma favorisce una migliore comprensione degli altri e del contesto sociale.


Per introdurre il concetto della ruota delle emozioni in modo giocoso e immediato, si può realizzare una girandola semplificata. Questo strumento non solo è un divertente progetto artistico, ma si trasforma in un potente alleato per l’analisi delle emozioni nel corso dell’anno.

Come costruire la ruota delle emozioni

  1. Materiale: Prendi un foglio di carta quadrato (circa 20×20 cm), colori, un righello, delle forbici e una matita.
  2. Disegno: Disegna una croce al centro del quadrato, creando quattro spicchi. Da ogni angolo, disegna una linea fino a circa 2 cm dal centro.
  3. Taglio: Ritaglia le quattro linee che hai disegnato, fermandoti prima di raggiungere il centro. Avrai quattro “linguette”.
  4. Colori e nomi: Invita i bambini a colorare i quattro spicchi con le emozioni primarie che avete individuato insieme in cerchio. Ad esempio, rosso per la rabbia, blu per la tristezza, giallo per la gioia e verde per la paura. Scrivi il nome dell’emozione in ogni spicchio.
  5. Assemblaggio: Prendi ogni angolo tagliato e piegalo verso il centro. Infila una puntina da disegno o uno spillo attraverso tutti e quattro gli angoli piegati e nel centro del foglio per fissare il tutto.
  6. Realizzazione della girandola: Fissa lo spillo a una cannuccia o un bastoncino, in modo che la girandola possa girare liberamente.

Questa girandola non è solo un gioco, ma il simbolo di un dono e uno strumento per la consapevolezza emotiva. Nel momento dell’accoglienza, i bambini possono presentarla e dire come si sentono.

Negli altri giorni, la girandola può diventare uno strumento di riflessione personale e di empatia, aiutandoli a dare un nome a ciò che provano e a riconoscere le emozioni anche negli altri.

Intelligenza emotiva 

Cinque lezioni leggere sull’emozione di apprendere 

Psicologia e biologia delle emozioni

I colori delle emozioni. Ediz. illustrata (pop-up) 

Il buco. Ediz. illustrata

Accoglienza : il dono di ogni nuovo inizio

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Settembre porta sempre con sé l’aria di un inizio: quaderni nuovi, voci che si ritrovano, spazi che tornano a vivere. L’accoglienza non è soltanto il momento dell’ingresso in classe, ma un vero e proprio tempo educativo, fatto di ascolto, cura e attenzione.

Accogliere significa preparare un ambiente che faccia sentire i bambini al sicuro, pronti a scoprire e a crescere. Significa costruire relazioni che nutrono la fiducia e aprono alla curiosità, accompagnando i primi passi con delicatezza, quasi come quando si apre un libro nuovo: ogni pagina ha bisogno di essere sfogliata con calma, senza fretta.

“Il più grande segno di successo per un insegnante è poter dire: i bambini ora lavorano come se io non esistessi” (Maria Montessori).

L’accoglienza diventa il terreno fertile in cui piantare i semi di questa autonomia: un momento lento, fatto di silenzi, di sguardi e di gesti che fanno sentire ogni bambino parte di una comunità.

Accogliere è dare tempo, spazio e valore a ogni inizio.
Ed è proprio da qui che ripartiamo, con lo stupore e la fiducia che ogni anno scolastico porta con sé.

Per accompagnare questo cammino presentiamo alcuni materiali subito pronti da utilizzare in classe per intrecciare accoglienza, narrazione e scoperta: nella versione SHORT sono disponibili materiali completi stampabili gratuitamente, mentre nella versione integrale sono disponibili percorsi più ricchi e strutturati , capaci di guidare l’intero lavoro educativo con continuità e profondità.

📚 Scopri tutti i materiali pronti per l’accoglienza a scuola e rendi speciale ogni nuovo inizio.

Stem a scuola: un approccio pedagogico con sguardo montessoriano

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Le discipline STEM – Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica – sono spesso presentate come il futuro dell’educazione, necessarie per preparare i bambini alle sfide del domani. Ma, se osserviamo con attenzione, ci accorgiamo che STEM significa innanzitutto curiosità verso il mondo e desiderio di comprenderne i meccanismi: due caratteristiche che i bambini possiedono già in modo naturale.

L’approccio montessoriano ci aiuta a recuperare questo nucleo originario: le STEM non devono per forza nascere da laboratori complessi o strumenti digitali avanzati. Possono germogliare da esperienze semplici, quotidiane, vicine alle mani e agli occhi dei bambini perché l’intelligenza si sviluppa sempre  attraverso le mani: manipolare, provare, sperimentare, sbagliare e ricominciare sono processi che costruiscono competenze profonde. Ecco perché STEM e Montessori possono dialogare armoniosamente:

  • Scienza come osservazione diretta e rispetto per la natura.

  • Tecnologia come ingegno semplice, alla portata dei bambini.

  • Ingegneria come costruzione creativa, ricerca di equilibrio e stabilità.

  • Matematica come linguaggio che nasce dall’esperienza concreta.

  • In questa visione, il ruolo dell’adulto è quello di preparare l’ambiente, offrire materiali adeguati, osservare senza invadere, guidare senza sostituirsi.

    Ecco alcune proposte già pronte da realizzare a scuola o a casa, con materiali semplici e facilmente reperibili.


    1. Costruire ponti e torri

    • Età: dai 5 anni
    • Materiali: bastoncini di legno, elastici, cartoncini, mattoncini LEGO o Duplo, libri leggeri per testare la resistenza.
    • Obiettivi:
      • Sperimentare stabilità ed equilibrio.
      • Comprendere che le strutture resistono meglio se distribuiscono il peso.
    • Svolgimento:
      1. Invitare i bambini a costruire un ponte con i materiali a disposizione.
      2. Una volta realizzato, testarlo posando sopra piccoli pesi (un libro, un bicchiere d’acqua).
      3. Confrontare le soluzioni: quale regge meglio? Perché?
    • Spunto montessoriano: lasciare spazio alla ricerca autonoma, senza fornire subito “il modello giusto”.

    2. Esperimenti con l’acqua e i travasi scientifici

    • Età: 3-7 anni
    • Materiali: bicchieri trasparenti, contagocce, spugne, coloranti alimentari, acqua.
    • Obiettivi:
      • Osservare fenomeni di assorbimento, mescolanza e travaso.
      • Allenare la motricità fine.
    • Svolgimento:
      1. Preparare bicchieri con acqua colorata.
      2. Invitare i bambini a spostare l’acqua da un bicchiere all’altro con contagocce o spugne.
      3. Osservare cosa accade mescolando i colori (giallo + blu = verde).
    • Spunto montessoriano: collegare la vita pratica (i travasi) alla scoperta scientifica.

    3. La matematica in natura

    • Età: 4-8 anni
    • Materiali: sassolini, foglie, conchiglie, semi.
    • Obiettivi:
      • Introdurre il concetto di quantità e di sequenza numerica.
      • Scoprire i pattern presenti in natura.
    • Svolgimento:
      1. Raccogliere insieme materiali naturali durante una passeggiata.
      2. Usarli per contare, fare insiemi, ordinare dal più piccolo al più grande.
      3. Creare sequenze (sassolino–foglia–sassolino–foglia).
    • Spunto montessoriano: il materiale naturale diventa concreto, vivo, significativo.

    4. Robotica unplugged

    • Età: dai 6 anni
    • Materiali: grande griglia a terra (può essere disegnata con nastro adesivo), cartoncini con frecce direzionali.
    • Obiettivi:
      • Sperimentare il pensiero computazionale.
      • Allenare la capacità di sequenziare azioni.
    • Svolgimento:
      1. Un bambino impersona il “robot”.
      2. I compagni programmano i suoi movimenti posando le frecce a terra (avanti, destra, sinistra).
      3. L’obiettivo può essere raggiungere un “tesoro” (un pupazzetto, un libro, un oggetto).
    • Spunto montessoriano: partire dal corpo per arrivare al concetto astratto di codice.

    5. Il quaderno dell’osservatore

    • Età: 5-10 anni
    • Materiali: lente di ingrandimento, quaderno, matite colorate.
    • Obiettivi:
      • Coltivare l’osservazione lenta e attenta.
      • Avvicinare al metodo scientifico.
    • Svolgimento:
      1. Uscire all’aperto e osservare un piccolo elemento (foglia, formica, fiore).
      2. Disegnarlo nel quaderno e annotare ciò che cambia nel tempo.
      3. Confrontare le osservazioni tra bambini.
    • Spunto montessoriano: favorire concentrazione, rispetto per la natura, pazienza.

    Conclusione

    Proporre STEM con uno sguardo montessoriano significa restituire alla scienza la sua radice umana e naturale. Non si tratta di “insegnare” ma di offrire occasioni di scoperta. Ogni attività diventa un seme: oggi un gioco, domani forse una passione o una vocazione.

    Il bambino che costruisce un ponte con i bastoncini o programma un compagno su una griglia non sta solo imparando “scienza” o “tecnologia”: sta costruendo sé stesso, nel rispetto dei suoi tempi, attraverso l’esperienza diretta.


    Una raccolta di 5 attività complete e strutturate, pronte all’uso per sperimentare e scoprire le STEM in modo spontaneo e naturale.

    Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani
    Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei pochi frammenti nascono infinite possibilità: forme, storie e avventure tutte da costruire e da inventare, con le mani e la mente.
    Questo libro non è solo da leggere: è da fare, da toccare e da esplorare.
    Attraverso leggende, attività creative, sfide geometriche, giochi di luce e ombra, collegamenti con l’arte e persino incursioni nelle fiabe, il Tangram si rivela in tutta lla sua potenza, diventando un ponte straordinario tra gioco e apprendimento.

    Ogni goccia conta

    by

    Se c’è una magia su questo pianeta, è contenuta nell’acqua.
    Loren Eiseley

    L’acqua è vita. Ogni goccia che scorre nei fiumi, che cade dal cielo o che riempie i nostri bicchieri porta con sé una storia millenaria e una responsabilità per il futuro. Nella scuola primaria, educare alla consapevolezza dell’acqua come risorsa fondamentale significa coltivare nei bambini un senso di cura e rispetto verso l’ambiente e l’ approccio esperienziale e concreto rappresenta sempre la via maestra.

    Il Metodo Montessori ci offre strumenti preziosi per rendere l’apprendimento significativo e coinvolgente. L’osservazione diretta, la sperimentazione e l’esplorazione attiva permettono ai bambini di comprendere l’importanza dell’acqua nella loro vita quotidiana. Attraverso attività pratiche, essi possono scoprire il ciclo dell’acqua, riflettere sul suo utilizzo e imparare strategie per evitarne lo spreco.

    Proporre materiali didattici mirati significa offrire esperienze che partono dalla realtà e si trasformano in occasioni di scoperta. Carte illustrate, esperimenti scientifici, problemi matematici legati al consumo idrico, racconti e giochi educativi diventano strumenti per approfondire e interiorizzare il valore dell’acqua. Ogni attività è pensata per stimolare la curiosità naturale del bambino, rendendolo protagonista del suo apprendimento.

    Attraverso percorsi strutturati e materiali diversificati, possiamo aiutare i bambini a sviluppare una coscienza ecologica e una sensibilità verso le risorse naturali. Insegnare il valore dell’acqua significa educare cittadini consapevoli e responsabili, capaci di prendersi cura del pianeta con piccoli gesti quotidiani che, sommati, fanno la differenza.

    • Laboratorio sensoriale: esperienze tattili e visive con acqua in diversi stati (ghiaccio, vapore, liquido) per comprendere i cambiamenti di stato.
    • Diario dell’acqua: tenere un quaderno in cui annotare ogni giorno i modi in cui l’acqua è stata utilizzata in casa e a scuola, stimolando riflessioni sui consumi.
    • Esperimento del filtraggio: costruire un semplice filtro con sabbia, ghiaia e cotone per comprendere come si purifica l’acqua.
    • Tavolo di matematica: calcolare quanta acqua viene sprecata lasciando un rubinetto aperto per 1 minuto, trasformando i dati in grafici e tabelle.
    • Storie e narrazioni: leggere fiabe e racconti tradizionali sull’acqua, collegandoli a culture diverse del mondo.
    • Progetto “Custodi dell’acqua”: ogni bambino adotta un piccolo impegno settimanale (chiudere il rubinetto mentre si lava i denti, portare una borraccia invece della bottiglietta) e lo condivide con la classe.

    Attraverso percorsi strutturati e materiali diversificati, possiamo aiutare i bambini a sviluppare una coscienza ecologica e una sensibilità verso le risorse naturali. Insegnare il valore dell’acqua significa educare cittadini consapevoli e responsabili, capaci di prendersi cura del pianeta con piccoli gesti quotidiani che, sommati, fanno la differenza.

    Scopri i materiali didattici pensati per accompagnare i bambini in questo viaggio di conoscenza e rispetto per l’acqua: strumenti pratici, coinvolgenti e in linea con i principi del Metodo Montessori per un apprendimento che nasce dall’esperienza e si traduce in consapevolezza.

    Educare alla pace: la visione cosmica di Maria Montessori

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    Il bambino è la speranza del mondo. In lui risiede il futuro.
    Maria Montessori, La mente assorbente

    Educare alla pace, ma come?

    Maria Montessori ha offerto una visione educativa olistica tanto da poter parlare di una vera e propria filosofia educativa.

    La sua visione educativa si basa su un approccio “cosmico“, che riconosce una perfetta interconnessione tra l’uomo e la natura.

    Perché cosmica?

    Perché cosmo deriva dal greco kosmos, che significa ordine o, più precisamente, un tutto governato da ordine.

    In termini pedagogici il Kosmos greco si traduce nella visione cosmica di Maria Montessori, che invita ad un modo diverso di osservare il mondo, non nelle sue singole parti, ma nella sua complessità.

    In una tale visione, tutti gli esseri, organici e inorganici, appaiono immediatamente come strettamente interconnessi l’uno con l’altro in innumerevoli modi, e l’insieme delle interconnessioni dà vita ad un tutto armonioso.

    Uomini, animali, piante e ogni elemento della Terra abita il piano cosmico, quell’incredibile piano dove niente avviene a caso e dove ogni elemento ha un ruolo e un compito da realizzare .

    La vita umana dipende dal lavoro di tutti: la casa che abitiamo, il frutto che mangiamo, il vestito che indossiamo, il carbone che ci riscalda, il letto che ci accoglie, tutto dobbiamo ad altri uomini. […] Allora è chiara la funzione vitale, quando appare che ogni vita è un operaio del bene universale – e non un semplice goditore dell’ambiente, né un adoratore del proprio perfezionamento

    M.Montessori, Che cos’è l’educazione cosmica

    Quando parliamo di educazione cosmica, ci riferiamo ad una preparazione pratica, autentica ed effettiva che porta bambine e bambini alla comprensione del concetto di umanità fatto non dai singoli elementi, ma da un unico organismo.

    Un’educazione improntata a tali principi, permette ai bambini di acquisire consapevolezza dei loro compiti e doveri globali essenziali per il funzionamento dell’intero sistema mondiale.

    Educazione cosmica significa dunque educare e preparare i bambini ad assumersi responsabilità , anche nelle piccole azioni quotidiane per rafforzare i legami di interdipendenza e solidarietà che si costruiscono dapprima in classe e nella società via via più allargata poi.

    Maria Montessori invita ad aprire lo sguardo e a guardare oltre, a scoprire connessioni e interconnessioni e a riconoscersi in una comune responsabilità educativa nel costruire la pace.

    Una missione cosmica, dunque, che non si limita alla sola sfera politica nel prevenire guerre o gestire stati di tensione, ma che trova il suo centro propulsore proprio nell’educazione dei bambini e delle bambine.

    L’educazione cosmica non è dunque una disciplina autonoma, né un insieme limitato di contenuti; piuttosto, è una visione ampia e integrata del sapere, che abbraccia tutti gli aspetti della realtà e permea l’intero approccio educativo, stimolando i bambini a esplorare il mondo come un tutto interconnesso.

    Scienze, biologia, chimica, storia, geografia, arte e letteratura, ogni cosa ha un ruolo specifico nell’universo e contribuisce all’armonia globale.

    Educazione cosmica è coltivare nei bambini una profonda consapevolezza del loro posto nell’universo e delle responsabilità che questo comporta. L’obiettivo è sviluppare in loro un senso di gratitudine, rispetto e responsabilità verso la natura, gli altri esseri viventi e le generazioni future, incoraggiando una mentalità ecologica, pacifica e globale.

    In questo modo, l’educazione cosmica non solo forma menti curiose e riflessive, ma coltiva anche la consapevolezza che ogni persona, con il proprio contributo, partecipa al benessere collettivo e alla costruzione di una società più pacifica e sostenibile.

    La Giornata Internazionale della Pace

    Ogni anno, il 21 settembre, si celebra la Giornata Internazionale della Pace, un’opportunità per riflettere sull’importanza della pace e della tolleranza in un mondo da sempre segnato da conflitti.

    La giornata ci ricorda che la pace non è solo l’assenza di guerra, ma uno stato attivo di armonia e cooperazione.

    Una cura e un’attenzione verso tutto ciò che ci circonda.

    Cinque leggende dal mondo sulla pace

    Le cinque leggende provenienti dai diversi continenti offrono spunti di riflessione sui vari aspetti della pace: collaborazione, rispetto reciproco, armonia,  flessibilità, connessione con la natura.

    Attraverso le storie simboliche e le attività didattiche proposte ( giochi di ruolo, scrittura creativa, scrittura riflessiva, arte ed altro ancora), i bambini possono esplorare il valore della pace, imparare a riflettere sugli eventi della quotidianità e imparare a costruirla.

    1. Africa – La tartaruga e il baobab

    2. Asia – La gru che porta armonia

    3. Europa – Eirene, portatrice di pace

    4. Oceania – Il corallo e la stella marina

    5. America – Il vento e la montagna

    Favole di pace. Ediz. ad alta leggibilità 

    Tante piccole fiabe per ridere, sognare e pensare. Quattordici storie che insegnano a ripudiare la guerra e i conflitti e a privilegiare la pace, l’amicizia e la fantasia, immaginando modalità diverse per la costruzione di un mondo non violento.

    Piccolo come la pace. Ediz. a colori

    La pace inizia con un sorriso: parte dai piccoli gesti quotidiani, dalle mura di casa. La pace inizia in famiglia. Nelle cose semplici di tutti i giorni. Perché soltanto se c’è pace nel nostro cuore, possiamo coltivare la pace nel mondo. Un meraviglioso albo illustrato, che ci conduce per mano all’essenza della vita.

    Il ponte dei bambini. Ediz. a colori 

    Sulla sponda di un fiume abitano due famiglie di contadini, una sulla riva sinistra e l’altra sulla riva destra. Fra le famiglie non scorre buon sangue e spesso litigano fra di loro. Ma un giorno, quando le acque nel fiume si sono abbassate, i bambini non resistono alla tentazione e attraversano il fiume… 

    Quando il quadrato si spezza – Il Tangram tra gioco e apprendimento

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    Tangram: un’antica arte che diventa strumento educativo

    Il Tangram nasce in Oriente come un rompicapo affascinante: un quadrato che si divide in sette parti – cinque triangoli, un quadrato e un parallelogramma – capaci di dar vita a un numero infinito di figure.
    Nella sua semplicità custodisce una bellezza profonda: pochi pezzi, apparentemente fragili e indipendenti, che insieme permettono di esplorare forme, proporzioni e creatività.

    Il Tangram in una visione montessoriana

    Il Tangram si inserisce armoniosamente nella pedagogia montessoriana, rispettando il principio di un’educazione che offre strumenti utili a favorire lo sviluppo dell’autonomia e dell’autoeducazione.

    Il Tangram non richiede lunghe spiegazioni, non impone regole, ma invita a sperimentare.
    Il bambino impara con le mani: prova, sbaglia, ricompone allenando mano e mente insieme. Così la concentrazione cresce, la logica si intreccia con l’immaginazione e l’astrazione nasce dall’esperienza concreta. Ogni figura creata è una piccola conquista che unisce percezione visiva, logica e fantasia; cn il Tangram il bambino non costruisce solo figure, ma nuove connessioni.

    Ed è proprio in questo senso, che il Tangram diventa un materiale di scoperta e di crescita, ponte straordinario tra gioco e apprendimento.

    Un materiale che apre a più linguaggi

    Il lavoro con il Tangram dialoga con diversi ambiti:

    • Geometria, attraverso la ricostruzione delle forme e il gioco delle proporzioni.
    • Arte, quando le figure diventano composizioni grafiche e visive.
    • Narrazione, perché ogni sagoma può trasformarsi in un personaggio di una storia.
    • Motricità fine, grazie alla manipolazione attenta dei pezzi.
    • Creatività, che emerge spontanea dal gioco libero e dalla ricerca di soluzioni sempre nuove.

    Il Tangram diventa così un ponte tra discipline diverse, capace di attraversare la matematica e l’arte, la narrazione e la logica. È allo stesso tempo un esercizio di concentrazione e pazienza, un modo per esplorare le relazioni geometriche tra le forme, uno stimolo narrativo che trasforma ogni figura in un personaggio o in una scena da raccontare.

    Proposte di attività semplici e significative da proporre a scuola o a casa:

    Scoperta libera
    Lasciare che il bambino esplori i pezzi senza consegne, per prendere confidenza con il materiale e con le sue possibilità.

    Caccia alle forme
    Invitare a ricomporre il quadrato di partenza: un esercizio che sviluppa logica, senso spaziale e attenzione ai dettagli.

    Immagini dal mondo
    Suggerire sagome come animali, case o barche, da ricostruire non come compito imposto, ma come ispirazione per nuove creazioni personali.

    Tangram narrativo
    Trasformare ogni figura in un racconto: una barca che affronta il mare, un uccello che vola in primavera, un cane che parte per un viaggio… La geometria diventa così linguaggio simbolico e creativo.

    Matematica in gioco
    Scoprire rapporti e proporzioni osservando come i pezzi si combinano: quanti triangoli piccoli servono per formare un triangolo grande? quante volte il quadrato è contenuto nella figura di partenza?

    Laboratorio artistico
    Incollare le figure create su cartoncino, colorarle e raccoglierle in un libro personale del Tangram: dal gioco prende forma un’opera d’arte unica e originale.

    Conclusione

    Il Tangram è un quadrato che, spezzandosi, apre infinite strade. Ogni pezzo è un invito a sperimentare, ogni figura una scoperta che unisce logica e immaginazione.
    Nella didattica montessoriana non resta un semplice passatempo, ma si trasforma in un compagno di viaggio: cresce insieme al bambino, accompagna le sue mani e i suoi pensieri, lo guida nella costruzione paziente di significati sempre nuovi.
    Così, tra gioco e apprendimento, il Tangram insegna a rallentare, osservare, ricomporre. E ci ricorda che, anche quando un quadrato si spezza, da quella rottura può nascere bellezza.


    Quando il quadrato si spezza – Il libro

    Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei frammenti nascono infinite forme, storie e avventure da costruire con le mani e con la mente.
    Tra giochi, leggende e sfide creative, il Tangram diventa ponte tra apprendimento e immaginazione, invitando a esplorare, sperimentare e inventare.
    Ispirato al Metodo Montessori, è pensato per bambini curiosi, educatori creativi e chiunque voglia trasformare il gioco in scoperta.