🌿 Piccoli botanici in cammino: educare con la natura, tra osservazione, meraviglia e metodo Montessori

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Ci sono stagioni che educano da sole.
L’autunno, con il suo passo lento e silenzioso, è una di queste.
Le foglie che cambiano colore, che si staccano dai rami e che ricoprono i sentieri, invitano i bambini all’osservazione: guardare, toccare, raccogliere, fare domande.
È anche in questo periodo dell’anno che la botanica diventa un’esperienza quotidiana: una passeggiata tra gli alberi, una foglia che volteggia, un “guarda questa!” gridato con entusiasmo.

Natura e scuola si parlano senza confini, e l’educazione, come sempre, si intreccia con la meraviglia.

Nel preciso momento in cui un bambino si china per osservare una foglia, la didattica cambia forma.
Non è solo “scienze”, non è solo una scheda da leggere o una pagina da completare: è  educazione allo sguardo, alla cura, alla lentezza.

È il punto di incontro tra natura, consapevolezza e apprendimento.

La botanica, non è mai un contenuto da elencare: è un linguaggio universale che aiuta a leggere il mondo.

“L’educazione deve essere un aiuto alla vita.” (M. Montessori)

E la vita, prima di tutto, scorre e si rinnova nella natura che ci circonda.


🍃 Perché partire da una foglia?

Una foglia è un microcosmo:
contiene forme, funzioni, bellezza, connessioni.
È un laboratorio naturale che il bambino può toccare, annusare, osservare, confrontare.

In un contesto educativo strutturato, la foglia diventa:

  • un oggetto scientifico da analizzare e nominare;
  • un oggetto estetico da contemplare e disegnare;
  • un oggetto simbolico che insegna cicli, trasformazioni, relazioni.

Lavorare su una foglia significa educare alla precisione, alla cura del dettaglio e alla bellezza della complessità.


🌱 Il contributo del metodo Montessori

Maria Montessori ci invita a partire dal concreto, a offrire materiali chiari, essenziali e autocorrettivi, e a proporre un linguaggio scientifico preciso. La botanica, in questa visione, diventa esperienza sensoriale, osservazione diretta, classificazione autentica, conoscenza linguistica strutturata e cura dell’ambiente. Nominare la lamina, l’apice, il margine… non è un esercizio mnemonico: è riconoscere ordine nel mondo, scoprire che ogni parte ha una funzione, imparare che la natura è organizzata e generosa.

La natura stessa può essere vista come un vero e proprio ambiente preparato montessoriano: offre stimoli reali, variazioni infinite e sfide autentiche. Un percorso botanico all’aperto permette di osservare foglie diverse, confrontare forme e venature, riconoscere piante attraverso i dettagli, sperimentare frottage, disegni dal vero e raccolte guidate, e vivere l’apprendimento come esperienza viva. È in queste esperienze concrete che il bambino costruisce un sapere duraturo, carico di senso.

Osservare le foglie ci permette anche di scoprire come la matematica sia nascosta nella natura. Possiamo contare quante foglie ci sono su un ramo, calcolare quante cadono ogni giorno o dividere mucchi di foglie, riconoscerne le forme e categorizzarle. Ogni calcolo diventa un’occasione per comprendere la vita delle piante e la logica della natura, unendo numeri e scienza in un’esperienza concreta e significativa.


✏️ Proposte didattiche concrete

Ecco alcune attività che uniscono natura, scienza e metodo:

1. Caccia botanica guidata

I bambini cercano foglie con caratteristiche specifiche:

  • margine seghettato
  • apice appuntito
  • venature evidenti

2. Tavolo botanico

Uno spazio dedicato a foglie, semi, cortecce, frutti secchi, con cartellini e materiali di classificazione.

3. Diario del piccolo botanico

Un quaderno delle osservazioni: disegni dal vero, parole nuove, confronti, curiosità.

4. Mappe concettuali naturali

Mappe delle parti della foglia costruite con fili di lana, cartoncini, foglie vere ed etichette.

5. Rielaborazioni creative

Frottage, collage vegetali, impronte, texture, composizioni naturali.

Materiale scaricabile

Il ciclo vitale della mela

ciclo-vitale-della-melaDownload


📘 Un nuovo strumento per insegnanti e bambini

Da questo modo di vivere la botanica nasce il nuovo materiale che presento oggi:

🌿 “Percorso per piccoli botanici: la nomenclatura della foglia + libretto per l’ampliamento e la rielaborazione”

Un materiale didattico completo che unisce:

  • nomenclatura Montessori in tre parti
  • libretto di approfondimento con descrizioni, domande e attività
  • pagina finale da completare per favorire sintesi e autocorrezione
  • spunti outdoor e osservazioni guidate

Uno strumento fedele allo spirito montessoriano — chiaro, essenziale, rispettoso — e allo stesso tempo ricco di natura, esperienza e meraviglia.

Un invito a guardare una foglia… e scoprire un mondo.


Il mio terzo piccolo libro:Il Natale: Leggere con il metodo Montessori
l Natale sta per arrivare; intorno tutto cambia e si riempie di magia. Ci sono cose nuove da vedere e da ascoltare e cose che invece non si riescono proprio a vedere nemmeno se si sta sempre con il naso all’insù. E poi…ci sono molte cose belle da fare a Natale; così belle che non si possono dimenticare. Ma perché allora farle solo a Natale? Non possiamo forse cambiare? Un libro dedicato ai bambini e alle bambine, un libro da leggere, da fare e da regalare aspettando Natale

Teatro, esperienza viva di educazione e meraviglia

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Nel metodo Montessori, l’educazione non è mai separata dalla vita: ogni esperienza, se autentica, diventa occasione di crescita.
Il teatro, in questa prospettiva, non è semplice “spettacolo”, ma un laboratorio di umanità, dove parola, gesto ed emozione si intrecciano per dare forma al pensiero e alla relazione.

🌿 Il valore del “fare insieme”

Quando un gruppo di bambini prepara una scena, accade qualcosa di speciale: imparano a guardarsi, ad ascoltarsi, a darsi il turno.
È la stessa dinamica che Maria Montessori descriveva come “educazione alla vita sociale”: ogni gesto teatrale diventa una prova di empatia.

Nel teatro non ci sono voti né competizioni.
C’è il coraggio di provare, l’emozione dell’attesa, la gioia di riuscire insieme.
Il teatro insegna la lentezza, la fiducia e il rispetto dei tempi dell’altro.

🌱 Il valore educativo del teatro

Attraverso la drammatizzazione, il bambino vive un’esperienza concreta, che lo aiuta a comprendere e interiorizzare concetti complessi — come l’empatia, la cooperazione, la cura reciproca.
Il linguaggio teatrale permette di unire intelletto, emozione e movimento, stimolando la concentrazione e la consapevolezza corporea, elementi centrali anche nel pensiero montessoriano.

Indossare un ruolo significa esplorare punti di vista diversi, comprendere sentimenti e bisogni altrui, imparare ad ascoltare.
Ogni gesto, ogni pausa, ogni battuta diventa un atto di presenza e di rispetto: verso sé stessi, gli altri e la scena condivisa.

🕊️ Teatro e Montessori: una pedagogia del “fare con senso”

Maria Montessori parlava di “educazione come aiuto alla vita”.
Il teatro risponde a questa visione perché offre ai bambini la possibilità di costruire significato attraverso l’azione: provano, sperimentano, correggono, migliorano.
Il copione diventa un pretesto per coltivare il linguaggio, l’autonomia, la cooperazione e la creatività, in un contesto non competitivo ma profondamente collaborativo.

Il lavoro teatrale, inoltre, favorisce il senso del tempo e dell’attesa — quell’educazione alla lentezza che oggi è così necessaria — e aiuta a sviluppare fiducia in sé e negli altri.
Ogni bambino trova il proprio spazio, anche chi non parla o non recita: perché il teatro, in un contesto montessoriano, è sempre esperienza inclusiva e rispettosa dei ritmi individuali.

✨ Dal copione alla vita: la felicità di “essere insieme”

Mettere in scena una storia significa soprattutto mettere in scena una comunità.
Dietro le battute e i costumi ci sono incontri, mani che si aiutano, sorrisi condivisi, piccole conquiste.
Il teatro diventa così una palestra emotiva e relazionale: un luogo dove la gioia non è mai solo quella dell’applauso finale, ma quella silenziosa di aver costruito qualcosa insieme.


📖 Tre copioni per educare con il teatro

Per chi desidera portare in classe il valore educativo del teatro, nascono tre copioni originali, scritti in chiave poetica e didattica, pensati per tutte le classi della scuola primaria e per diverse occasioni dell’anno.

💛 Il Mercante di Sorrisi

Un testo dolce e riflessivo ispirato a Il venditore di felicità (Davide Calì e Marco Somà).
Una storia che parla di gentilezza, tempo e piccoli gesti, perfetta per il Natale ma adatta a ogni stagione del cuore.
Include laboratori creativi e attività di educazione emotiva.

❤️ Il Pacchetto Rosso

Un racconto teatrale sul valore del dono, dell’attesa e della gratitudine.
Ideale per progetti sull’amicizia, l’educazione civica e la solidarietà.
Con spunti per attività artistiche e circle time.

🥣 Una zuppa, un sasso e un villaggio

Ispirato a La zuppa di sasso, questo copione corale promuove la collaborazione e la costruzione del bene comune.
Perfetto per lavori di gruppo e percorsi di cittadinanza attiva.


🎬 In ogni copione il teatro diventa strumento di crescita, di bellezza e di relazione:

Didattica della filosofia: pensare con i bambini per crescere nella meraviglia

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Filosofare nella scuola primaria

La didattica della filosofia nella scuola primaria permette ai bambini di esplorare emozioni, relazioni e valori attraverso storie, giochi e attività creative. Stimola il pensiero critico, l’empatia e la capacità di riflettere sulle proprie azioni e su quelle degli altri.
Quando pensiamo alla filosofia, ci immaginiamo spesso concetti complessi o grandi discussioni, ma in realtà nasce proprio da ciò che i bambini fanno naturalmente ogni giorno: chiedere, osservare, meravigliarsi.

Fare filosofia con i bambini significa creare uno spazio di pensiero condiviso, dove ogni domanda trova ascolto e ogni risposta genera nuove curiosità.
La filosofia diventa così un modo per allenare la mente al pensiero critico, empatico e creativo, sviluppando competenze trasversali che toccano tutti gli ambiti dell’apprendimento.

Un percorso filosofico può partire da una storia, un’immagine, un piccolo evento quotidiano. Da lì nasce la domanda, e la domanda è sempre il punto di inizio del pensiero.

“Perché alcune persone sono gentili solo quando qualcuno le guarda?”
“Si può essere gentili anche con chi non ci piace?”
La gentilezza si impara o si sente?”

Ecco che il pensiero si mette in moto, i bambini iniziano a confrontarsi, a riconoscere le emozioni, a dare forma alle proprie idee.


Filosofia e metodo Montessori

Nel metodo Montessori, il pensiero nasce dall’esperienza concreta: il bambino tocca, osserva, esplora e costruisce connessioni tra ciò che scopre e il mondo che lo circonda. La filosofia si inserisce naturalmente in questo contesto come educazione al pensiero critico, alla curiosità e alla responsabilità.

L’educazione cosmica montessoriana è proprio questo: aiutare il bambino a comprendere il proprio posto nell’universo, riconoscere l’interdipendenza tra tutti gli esseri viventi e tra le cose, e sviluppare un senso di meraviglia e rispetto verso la vita. La filosofia diventa così una via di consapevolezza, in cui la riflessione non è astratta, ma radicata nell’esperienza quotidiana.

Applicare la filosofia secondo Montessori significa:

  • Offrire stimoli concreti (storie, oggetti, eventi) che suscitino domande e curiosità.
  • Creare spazi e tempi dedicati al dialogo, in cerchio o in piccoli gruppi, dove ogni bambino può esprimere le proprie idee.
  • Guidare i bambini a collegare pensiero e azione, trasformando le riflessioni in gesti concreti di cura e gentilezza.
  • Sostenere la capacità di osservare, ascoltare e confrontarsi con gli altri, sviluppando empatia e consapevolezza sociale.

In questo modo, la filosofia non è solo “pensiero” ma diventa esperienza vissuta, capace di nutrire l’intelligenza emotiva, sociale e morale del bambino. Ogni domanda che il bambino pone diventa un ponte tra ciò che sente, ciò che osserva e ciò che può fare nel mondo.

La gentilezza come punto di partenza

Nel progetto Gentilezza e filosofia, ad esempio, la riflessione nasce da tre racconti che rappresentano altrettanti livelli di gentilezza:

  • Visibile, fatta di gesti concreti.
  • Empatica, capace di sentire l’altro.
  • Trasformativa, che cambia chi la compie e chi la riceve.

Le storie diventano il punto di partenza per conversazioni filosofiche, giochi di pensiero e attività creative. Ogni bambino è invitato a esplorare cosa significa per lui “essere gentile” e come questa parola possa trasformare le relazioni.


Perché proporre filosofia ai bambini

Fare filosofia con i bambini non è un lusso, ma un’esigenza educativa.
In un mondo che spesso corre troppo veloce, fermarsi a pensare diventa un atto di cura.
La filosofia insegna a:

  • ascoltare e rispettare le opinioni degli altri;
  • argomentare le proprie idee;
  • riconoscere le emozioni e dar loro un nome;
  • immaginare possibilità diverse;
  • cercare il senso profondo delle cose quotidiane.

Ogni bambino possiede già dentro di sé un piccolo filosofo: basta offrirgli un tempo, uno spazio e un ascolto autentico.


In conclusione

La filosofia a scuola non è una disciplina da aggiungere, ma un modo diverso di guardare ciò che già accade in classe.
È un invito a rallentare, ad abitare le parole, a scoprire la bellezza del pensare insieme.

Come scriveva Maria Montessori:

Il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità.”

E ogni volta che un bambino si ferma a riflettere, a chiedersi “perché?”, quella promessa si rinnova.


🌱 Tre suggerimenti per iniziare a fare filosofia in classe

  1. Parti da una storia
    Le storie sono porte aperte sul pensiero. Leggi insieme un racconto breve e chiedi: “Cosa vi ha fatto pensare questa storia?”. Non cercare risposte giuste, ma pensieri autentici.
  2. Crea il “cerchio del pensiero”
    Dedica un momento della giornata, anche solo dieci minuti, al dialogo filosofico. In cerchio, ogni bambino parla a turno, ascolta, risponde, costruendo insieme un ragionamento collettivo.
  3. Collega il pensiero all’azione
    Dopo la riflessione, proponi un’attività concreta: disegnare un’idea, scrivere una parola gentile, inventare un gesto simbolico. Pensare e agire diventano così un unico movimento.

🕊️ Se desideri un percorso guidato per introdurre la filosofia della gentilezza in classe, puoi scoprire il materiale “Gentilezza e filosofia”: storie, schede e attività per riflettere in modo semplice e profondo sul valore del pensare insieme.


Una versione semplificata stampabile, completa e pronta all’uso del materiale acquistabile

Misurare il mondo- un percorso nel tempo e nello spazio alla scoperta della misura

Un libro che racconta il percorso dell’uomo per arrivare alle misure moderne, partendo da un’antica fiaba africana.
Un cinghiale e un camaleonte si sfidano in una gara: le misure si prendono… con la coda del camaleonte!
Col tempo, le parti del corpo diventano le prime unità di misura (piede, cubito), ma le differenze rendono necessario trovare sistemi più precisi.
Attraverso secoli di storia – dal re d’Inghilterra a Napoleone, da Leonardo da Vinci alla moneta da un euro – il libro guida i bambini a scoprire le misure con letture, giochi e attività.

La forza della gentilezza

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13 novembre – Giornata mondiale della gentilezza

Strano, vero? Abbiamo bisogno di una giornata dedicata alla gentilezza per ricordarci quanto un piccolo gesto possa scaldare il cuore, cambiare un momento, o addirittura una vita.
Un sorriso, uno sguardo, una mano tesa: gesti semplici, eppure oggi sempre più rari.

“Sventurata è la terra che ha bisogno di eroi.”
Bertolt Brecht

Brecht aveva ragione.
Viviamo in un mondo che celebra gli eroi: figure straordinarie, coraggiose, vincenti. Le loro storie riempiono libri, film, racconti… ma raramente ci riconosciamo in loro.
Così finiamo per sentirci piccoli, spettatori di vite “più grandi”, dimenticando che la vera forza è nella normalità.

L’eroe è un’eccezione.
La gentilezza, invece, può essere la regola.

Se impariamo a guardare bene, a rallentare un istante, scopriamo che la gentilezza è ovunque: nei piccoli gesti quotidiani, nelle mani che si aiutano, nei sorrisi che non chiedono nulla in cambio.
E un gesto gentile non si esaurisce: si moltiplica.
Chi riceve gentilezza, ne fa dono a qualcun altro, in un contagio positivo che si allarga e cambia le relazioni, le comunità, il mondo.


Parlare di gentilezza non basta: va sperimentata.
Ogni giorno, non solo il 13 novembre.

Le attività che possiamo proporre ai bambini sono infinite, ma tutte partono dallo stesso punto: imparare a vedere e riconoscere i gesti gentili.

Una proposta educativa è quella di leggere e discutere  storie vere di gentilezza: racconti di persone comuni che, con un semplice gesto, hanno innescato catene di bene capaci di trasformare la realtà intorno a loro.

Nel materiale che segue presentiamo sette storie vere di gentilezza.
Ma se impariamo a guardarci intorno, ne scopriremo molte di più — anche quelle mai raccontate, quelle che vivono nei gesti quotidiani e silenziosi di chi sa donare senza apparire.

C’è il cuoco che ha lasciato il suo ristorante per aprire una cucina sociale.
Il libraio che regala libri ai bambini perché nessuno resti senza storie.
L’anziana signora che ha aperto il suo giardino agli animali abbandonati.

Storie vere, nate da un atto semplice ma potentissimo: la volontà di fare la propria parte.


Riflessione e azione

Dopo la lettura o la riflessione collettiva, i bambini possono raccontare episodi di gentilezza vissuti in prima persona, inventare nuove storie ispirate ai gesti buoni oppure progettare una “catena gentile” da attuare nella loro classe o nella scuola, come esercizio di cittadinanza attiva.

Perché la gentilezza non è solo una parola:
è un seme.
E ogni seme, se curato, può diventare un giardino di relazioni belle, vere e luminose.

Materiali scaricabili

Storie per riflettere e rielaborare e fare, a nostra volta, la differenza.

Per idee spunti e attività pronte all’uso visita:

Montessorianamente Libri

Montessorianamente SHOP

Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani
Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei pochi frammenti nascono infinite possibilità: forme, storie e avventure tutte da costruire e da inventare, con le mani e la mente.
Un libro non solo da leggere, ma da fare, da toccare e da esplorare ( 6-11 anni)

Lily, piccola rana, grande esploratrice
Piccola di statura, grande di spirito! Lily, una minuscola rana curiosa, lascia il suo stagno per scoprire meraviglie: api, farfalle, chiocciole e formiche, e torna a casa con nuove scoperte e la magia della metamorfosi.Un libro da leggere e sperimentare, con attività pratiche per esplorare scienze, grammatica, matematica e inglese, trasformando la storia in un’avventura educativa completa.

Spunti didattici e non solo

Il seme della gentilezza. Ediz. a colori

Il venditore di felicità 

Il pacchetto rosso. Ediz. a colori

Dal suono alla regola: il percorso montessoriano verso la correttezza ortografica

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Il linguaggio è la più grande conquista dell’essere umano; è il dono che unisce gli uomini e li fa partecipi di un medesimo pensiero

Maria Montessori, La mente del bambino 

🌿 Un cammino che nasce dall’ascolto

Nel metodo Montessori, l’apprendimento della lingua scritta non comincia dal foglio, ma dall’ascolto attento del mondo dei suoni.
Ogni parola che pronunciamo ha un ritmo, un peso, un’armonia: il bambino, attraverso esperienze sensoriali e fonetiche, impara a percepire le sfumature del linguaggio molto prima di conoscere le regole ortografiche.

Maria Montessori parlava del linguaggio come di “una conquista naturale”, che si sviluppa attraverso l’osservazione, la ripetizione e il piacere del comunicare.
Scrivere correttamente, in questa visione, non è un obiettivo esterno imposto dall’adulto, ma il risultato di un percorso di consapevolezza, che parte dall’orecchio e arriva alla mente.


✨ Dall’esperienza fonetica alla scoperta della parola

Nei primi anni di scuola, i bambini sperimentano il linguaggio attraverso il movimento e la percezione tattile: le lettere smerigliate, l’alfabeto mobile, le tavole fonetiche trasformano i suoni in segni concreti.
In questa fase, il bambino:

  • ascolta e riconosce i suoni simili o ripetuti,
  • abbina i suoni ai simboli grafici,
  • compone parole in autonomia, anche senza saperle ancora scrivere a mano.

L’errore, in questa prospettiva, non è una mancanza, ma un passaggio naturale: è il segnale che il bambino sta osservando, confrontando e riorganizzando le proprie conoscenze.


🔠 Quando la lingua si affina: la nascita della consapevolezza ortografica

Con il consolidarsi della scrittura, il bambino inizia a “vedere” le parole non solo come segni, ma come unità con una struttura precisa.
È qui che nasce la vera correttezza ortografica: non come imposizione, ma come scoperta di regolarità e di eccezioni.

Nel metodo Montessori, la correttezza si costruisce attraverso:

  • l’analisi fonetica, che porta il bambino a distinguere suoni lunghi e brevi (come nelle doppie),
  • l’osservazione visiva, attraverso la lettura di parole simili o contrastive,
  • l’autocorrezione, resa possibile da materiali autocorrettivi che permettono al bambino di controllare da sé il proprio lavoro.

La mente assorbente, che in questa fase è già diventata più riflessiva, elabora la lingua scritta come un codice logico: la parola giusta “suona bene” e “si vede bene”.


🎯 Le doppie: un esercizio di ascolto, percezione e consapevolezza

Nel metodo Montessori, la conquista della correttezza ortografica nasce da un lungo lavoro di educazione dell’orecchio.
Il bambino è guidato a percepire la durata, l’intensità e il ritmo dei suoni che compongono le parole: prima ascolta, poi riconosce, infine riproduce.

Le doppie diventano così un’occasione per affinare la discriminazione fonetica: il bambino impara che una consonante raddoppiata cambia il suono, il tempo e persino il significato della parola.
Questo apprendimento non avviene tramite un insegnamento astratto, ma attraverso esperienze sensoriali e visive:

  • Cartellini con parole che contengono doppie, evidenziate in rosso, per rendere visivamente chiaro il raddoppio;
  • Cartellini immagine, che aiutano a trasformare il suono in parola scritta e a consolidare l’associazione tra fonema e significato;
  • Una tavola di controllo, che permette al bambino di verificare autonomamente la correttezza della propria scelta e di confrontare le coppie di parole.

In questo modo, la correttezza ortografica si costruisce come una forma di consapevolezza sensoriale, dove l’ascolto, la vista e il pensiero logico lavorano insieme.
Il bambino non “impara le doppie” perché qualcuno glielo dice, ma perché le sente, le riconosce e le comprende.


Questo tipo di attività:

  • allena la discriminazione fonetica,
  • sviluppa la memoria visiva della parola,
  • rafforza la capacità di autocontrollo e riflessione linguistica.

Con il tempo, l’orecchio impara a riconoscere automaticamente il raddoppio, e la mente lo fissa come forma corretta.


🌼 Altre proposte didattiche per la correttezza ortografica

La didattica montessoriana offre molte possibilità di approfondimento progressivo:

  • Cassettiere dei suoni difficili: ogni cassetto raccoglie parole con un determinato gruppo (gl, gn, sc, cq, ecc.).
  • Cartellini di autocorrezione: coppie di parole simili (pala/palla, sera/serra) per affinare l’attenzione visiva e uditiva.
  • Tombola delle doppie o caccia alle parole: giochi linguistici per rinforzare le regole in modo ludico.
  • Mini libri delle parole corrette: piccoli quaderni tematici dove i bambini raccolgono parole “difficili” scoperte e verificate.

In ogni proposta, la chiave rimane la stessa: dare strumenti di osservazione, non regole da memorizzare.


🌿 Conclusione: l’errore come segnale di crescita

Nel percorso montessoriano, la correttezza ortografica non si “insegna”: si costruisce.
L’adulto non corregge, ma guida il bambino verso l’autonomia, offrendo materiali, contesti e parole di incoraggiamento.
Ogni errore diventa occasione di scoperta, ogni parola scritta con attenzione diventa segno di un pensiero che si è fatto chiaro.

“L’errore non deve mai essere un motivo di umiliazione, ma la chiave per aprire nuove strade.”
— Maria Montessori


Un cruciverba che unisce numeri e lettere con le doppie.


Le trasformazioni naturali: osservare, sperimentare e scoprire la scienza con i bambini

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Un percorso di educazione scientifica e meraviglia secondo il metodo Montessori

Ogni giorno, intorno a noi, la natura si trasforma.
L’acqua evapora, la frutta matura, il pane cresce, le foglie cambiano colore.
Sono piccoli miracoli quotidiani, ma anche grandi lezioni di scienza: esperienze concrete che aiutano i bambini a comprendere come la materia viva si muove, cambia e si rinnova.
Ogni cambiamento visibile – il pane che cresce, la frutta che fermenta, la foglia che si secca – diventa un’esperienza di osservazione, di attesa e di comprensione profonda del mondo.

Osservare una trasformazione naturale significa imparare a guardare con attenzione, ad aspettare, a riconoscere che il tempo e la vita sono strettamente intrecciati.


🌱 La scienza che nasce dall’osservazione

Nel metodo Montessori, l’educazione scientifica non comincia dai libri ma dalla realtà.
Ogni trasformazione visibile – una foglia che appassisce, una goccia che svanisce, un frutto che fermenta – diventa una lezione di vita.

Il bambino sperimenta con le mani, osserva con gli occhi e scopre, quasi da sé, che niente in natura si distrugge: tutto si trasforma.
Questa consapevolezza è il primo passo verso una comprensione più profonda della materia e dei cicli naturali.

🌍 Educazione cosmica e senso del cambiamento

Le trasformazioni naturali si collocano pienamente nell’orizzonte dell’educazione cosmica: aiutano il bambino a percepire il legame profondo tra tutti i fenomeni della vita.
La fermentazione, la germinazione, la decomposizione non sono solo esperimenti, ma narrazioni di cooperazione e interdipendenza tra esseri viventi e ambiente.

Capire come l’uva diventa vino o come la farina si trasforma in pane significa comprendere che ogni forma di vita partecipa al grande ciclo della materia.
E da questa consapevolezza nasce il rispetto.



🍇 Cosa sono le trasformazioni naturali

Ci sono momenti in cui la natura sembra fare magia.
Un grappolo d’uva che diventa mosto, un impasto che cresce, un seme che spinge la terra e la apre.
In realtà non è magia, ma trasformazione: un movimento silenzioso che cambia le cose, che racconta la vita.

Osservare una trasformazione naturale significa imparare a riconoscere i segni del tempo e dell’energia che agisce.
È scoprire che niente scompare davvero, ma tutto si rinnova in una forma diversa.

Le trasformazioni che più affascinano i bambini sono spesso le più semplici:
il mosto che inizia a “ribollire”, il pane che si gonfia piano, la frutta che cambia odore e colore, il seme che si apre alla luce.
Ogni fenomeno è una piccola lezione di scienza, ma anche un invito alla meraviglia.


🔬 Il laboratorio naturale

Non servono grandi strumenti per fare scienza: basta guardare con attenzione.
Una bottiglia, un seme, un pezzo di pane diventano materiali di scoperta, se osservati con occhi curiosi.

Quando un bambino schiaccia un acino d’uva, o osserva un barattolo che inizia a riempirsi di bollicine, entra in contatto con un linguaggio profondo: quello della vita che si trasforma.
Ogni esperienza diventa così un piccolo laboratorio montessoriano, dove la scienza si intreccia alla poesia del reale.

Le trasformazioni naturali si prestano perfettamente ad attività scientifiche in classe o all’aperto.
Bastano pochi strumenti quotidiani e uno sguardo attento.

Ecco alcuni esempi di esperienze che uniscono scienza e meraviglia:

  • Dall’uva al vino: osservare la fermentazione, comprendere il ruolo dei lieviti naturali, notare le bollicine di anidride carbonica che “spingono verso l’alto”.
  • Dal latte allo yogurt: scoprire che i batteri possono essere alleati invisibili della trasformazione.
  • Dal pane che lievita: comprendere che l’aria e il calore danno vita alla morbidezza.
  • Dal seme alla pianta: seguire giorno dopo giorno la nascita della vita.

Ogni esperimento può essere accompagnato da un quaderno di osservazione, in cui i bambini possono disegnare, descrivere, confrontare e riflettere.

🧭 Documentare per comprendere

Annotare i cambiamenti, disegnare ciò che si vede, confrontare le fasi: questi gesti aiutano il bambino a costruire un pensiero scientifico ordinato e consapevole.
L’esperienza diventa conoscenza, e la conoscenza diventa rispetto per i processi naturali.

Un piccolo laboratorio di scienze può nascere anche su un davanzale o in un angolo del giardino: ciò che conta è l’osservazione autentica.


🌍 Riflessione finale

Ogni trasformazione naturale racconta una storia: quella del tempo, dell’energia, della vita che scorre.
Quando un bambino osserva il mosto che si riempie di bollicine o il seme che apre la terra, scopre che la natura è un grande laboratorio vivente.

L’obiettivo non è produrre un risultato, ma vivere un processo.
Ed è proprio lì, nel tempo dell’attesa e della meraviglia, che nasce la vera educazione scientifica.

📎 Materiale scaricabile

Per accompagnare l’osservazione delle trasformazioni naturali in classe, puoi scaricare una versione semplificata dell’esperimento “Dall’uva al vino”, bastano poche cose: un kg d’uva e qualche strumento che tutti abbiamo in casa..

Il materiale contiene:

  • una scheda guida dell’esperimento (osservare, schiacciare, attendere, descrivere);
  • una griglia di osservazione giornaliera;
  • una proposta per la riflessione su ciò che è cambiato durante l’esperimento

A misura di mondo: Un viaggio tra storia e scoperte, esperimenti e giochi

Un viaggio affascinante attraverso la storia della misura; un libro che segue le tracce di un percorso lungo e straordinario: leggende, curiosità, giochi e attività pratiche trasformano ogni pagina in un’esperienza per leggere, giocare e imparare. Un libro per tutti coloro che vogliono scoprire la misura con i propri occhi… e con le proprie mani!

Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani
Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei pochi frammenti nascono infinite possibilità: forme, storie e avventure tutte da costruire e da inventare, con le mani e la mente.
Questo libro non è solo da leggere: è da fare, da toccare e da esplorare.
Attraverso leggende, attività creative, sfide geometriche, giochi di luce e ombra, collegamenti con l’arte e persino incursioni nelle fiabe, il Tangram si rivela in tutta lla sua potenza, diventando un ponte straordinario tra gioco e apprendimento.

Oltre Halloween: la visione cosmica di Maria Montessori tra luce e memoria

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Un viaggio tra le feste del mondo per scoprire come ogni cultura celebra la vita, la memoria e la luce che unisce gli esseri umani.

C’era un tempo in cui l’uomo accendeva il fuoco per vincere il buio.
Da allora, in ogni parte del mondo, le persone hanno continuato ad accendere luci: per ricordare, per ringraziare, per sperare.
Ogni fiamma, ogni candela, ogni lanterna racconta una storia: quella di un popolo, di un luogo, di un sentimento universale che ci unisce.


Nel grande disegno dell’universo, ogni popolo ha trovato modi diversi per celebrare i passaggi del tempo, la vita, la morte e la rinascita.
Halloween, con le sue zucche accese e i travestimenti, non è solo una festa moderna: nasce da antiche radici che uniscono l’uomo alla terra e ai suoi cicli.

Nella visione cosmica montessoriana, tutto ciò che esiste — dal più piccolo seme alla più lontana stella — ha un compito e un significato. Anche le tradizioni dell’umanità fanno parte di questo grande intreccio: sono segni della ricerca umana di comprendere il mistero della vita e del tempo.

Halloween ci parla proprio di questo:

  • del passaggio tra la luce e il buio, tra l’estate e l’inverno, tra ciò che finisce e ciò che rinasce;
  • del ricordo degli antenati e del legame con chi ci ha preceduti;
  • del coraggio di affrontare ciò che ci spaventa, trasformando la paura in gioco, in luce, in festa.

In questa prospettiva, Halloween non è “una festa americana”, ma una tradizione che unisce i popoli: in Messico c’è il Día de los Muertos, in Italia le celebrazioni di Ognissanti e dei Defunti, in Asia feste delle lanterne per illuminare il cammino degli spiriti. Tutte raccontano la stessa grande storia: quella dell’uomo che, in ogni epoca, guarda il cielo e si chiede quale sia il suo posto nell’universo.

Per questo, nel contesto educativo, Halloween può diventare un’occasione cosmica:

  • per scoprire come l’umanità celebra la vita,
  • per riconoscere la diversità culturale come ricchezza,
  • per aiutare i bambini a sentirsi parte di un’unica grande storia.

Così, tra una candela accesa e una zucca intagliata, possiamo ricordare che la vera luce di Halloween non è quella delle lanterne, ma quella della conoscenza e della consapevolezza, che illumina la nostra appartenenza al tutto.

Per altri materiali a tema Halloween scaricabili gratuitamente si rimanda alla seguente pagina:

Per idee spunti e attività pronte all’uso visita:

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Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani
Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei pochi frammenti nascono infinite possibilità: forme, storie e avventure tutte da costruire e da inventare, con le mani e la mente.
Un libro non solo da leggere, ma da fare, da toccare e da esplorare ( 6-11 anni)

La matematica segreta: quando imparare è meraviglia

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Tra i rami spogli dell’autunno, la natura svela il suo ordine.
Le bacche di rosa canina si presentano in piccoli mucchietti ordinati — due, tre, quattro —
come se un disegno invisibile le avesse disposte secondo un ritmo segreto.

Non c’è casualità: la natura segue leggi di equilibrio e proporzione, parla un linguaggio fatto di simmetrie, ripetizioni e relazioni.
È il linguaggio matematico della vita, scritto in silenzio tra foglie e spine.


Il linguaggio dei numeri nella natura

Osservando le bacche, i bambini scoprono che contare può essere un atto di meraviglia.
Non servono schede o tabelle: basta guardare con attenzione.
Contare due bacche, poi tre, poi quattro… significa riconoscere un ordine naturale,
una struttura che la mente umana intuisce e la natura custodisce da sempre.

Ogni piccolo gruppo diventa una prova concreta di come la matematica nasca spontanea,
prima ancora che venga insegnata.


La natura come maestra di armonia

Le bacche invitano i bambini a osservare, confrontare, raggruppare.
L’esperienza sensoriale si trasforma in pensiero logico;
il gesto di raccogliere e disporre diventa riflessione, misura, relazione.

In questo incontro fra natura e mente, la matematica si mostra per ciò che è davvero:
non un insieme di numeri astratti, ma un modo di comprendere il mondo.


La meraviglia come punto di partenza

Nel silenzio del lavoro, i bambini si accorgono che la natura non sbaglia i conti.
Ogni forma, ogni quantità, ogni disposizione è armonia.
È da questa consapevolezza — semplice e profonda — che può nascere
un autentico amore per la conoscenza.

Proposte didattiche con gli elementi naturali dell’autunno

L’autunno è una stagione generosa: offre colori, forme, profumi e materiali che invitano all’osservazione e alla scoperta.
Ogni elemento naturale può diventare strumento di conoscenza, ponte tra esperienza sensoriale e concetto astratto.
Foglie, bacche, semi, ghiande, castagne, pigne, sassolini, cortecce: il bosco e il giardino diventano laboratori viventi di matematica, scienza e linguaggio.


🍁 1. Contare con la natura

Utilizzare materiali raccolti dai bambini — bacche, ghiande, sassolini — per creare insiemi di quantità diverse.
Si possono disporre in gruppi, ordinare, confrontare, sommare o togliere.
L’esperienza aiuta a comprendere i concetti di quantità, uguaglianza, differenza e corrispondenza uno a uno.

👉 Obiettivo: sviluppare la capacità di astrazione partendo dall’osservazione concreta.


🌰 2. Classificare e confrontare

Ogni elemento autunnale può essere osservato e classificato per forma, colore, dimensione, peso o consistenza.
Si possono creare tabelle di confronto o “collezioni ordinate” (foglie grandi/piccole, pigne aperte/chiuse, bacche singole/in gruppo).

👉 Obiettivo: affinare l’osservazione, il linguaggio descrittivo e la logica comparativa.


🍂 3. Comporre e scomporre

Le foglie o i semi possono essere usati per comporre figure e pattern: simmetrie, sequenze, mandala naturali.
Le composizioni permettono di lavorare sui concetti di ordine, ritmo e proporzione, avvicinando i bambini alla geometria in modo intuitivo.

👉 Obiettivo: riconoscere regolarità e ripetizioni, sviluppando sensibilità estetica e senso dell’armonia.


🌿 4. Misurare con ciò che offre il bosco

Con rami, pietre o ghiande si possono creare strumenti di misura naturali:
quanto è lungo un bastoncino rispetto a una foglia? Quante pigne servono per arrivare alla fine del banco?
Attraverso il gioco, i bambini sperimentano la misura non convenzionale e comprendono l’idea di unità.

👉 Obiettivo: introdurre in modo sensoriale il concetto di misura e proporzione.


🍎 5. La natura che racconta

Ogni raccolta può diventare occasione di linguaggio e narrazione:
descrivere un frutto, raccontare dove è stato trovato, creare piccole storie su un seme che viaggia o una foglia che cade.

👉 Obiettivo: arricchire il lessico, favorire la produzione linguistica e intrecciare linguaggio e osservazione scientifica.


🌾 6. Il tavolo delle meraviglie

Allestire in classe un piccolo spazio con i tesori d’autunno raccolti dai bambini.
Ogni giorno si può osservare un elemento, nominarlo, disegnarlo, descriverlo, contarne le parti.
Diventa un luogo di ricerca e contemplazione, dove scienza, arte e matematica si incontrano.

👉 Obiettivo: promuovere curiosità, rispetto per la natura e senso dell’ordine.


🍃 Conclusione

L’autunno ci insegna che la natura è una maestra silenziosa di ordine e bellezza.
Attraverso materiali autentici, i bambini imparano a osservare, ragionare e stupirsi.
Ogni foglia, ogni bacca, ogni seme diventa un piccolo strumento di conoscenza,
una porta aperta sul linguaggio matematico e poetico della realtà. 🌰🌿🍁

Enigma d’autunno: problemi a difficoltà crescente in versione SHORT

Libri per la grammatica e prime letture, libri per scoprire la storia della misura e per esplorare il mondo insieme a Lily, la piccola rana esploratrice; libri per scoprire la geometria con il Tangram e molto altro ancora..

La grammatica? Una favola!Il paese delle parti del discorso Maria Montessori

Il mio primo piccolo libro-Il bosco: Leggere con il metodo Montessori

Il mio secondo piccolo libro: Il mare 

Lily, piccola rana esploratrice: Leggere, fare e scoprire

Misurare il mondo- un percorso nel tempo e nello spazio alla scoperta della misura

A misura di mondo

Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani

Autunno, tempo di spore: le felci

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In autunno la natura rallenta, ma non si ferma.
Nel sottobosco, mentre le foglie cadono e l’aria si fa più fresca, un mondo antico continua a vivere silenziosamente: quello delle felci.
Sono piante senza fiori né semi, testimoni di un tempo lontanissimo, quando la Terra era coperta da foreste umide e popolate da giganteschi dinosauri erbivori.
Oggi continuano a diffondere la vita attraverso le spore, piccolissimi granelli che viaggiano con l’aria e danno origine a nuove piante.

Le felci ci parlano di resilienza, equilibrio e memoria del tempo: vivono dove la luce filtra appena, si arrampicano su muri umidi o crescono accanto ai ruscelli.
Ci insegnano che la vita non ha bisogno di essere appariscente per essere preziosa.


🌱 Un’eredità dal tempo dei dinosauri

Le felci sono piante antichissime, tra le prime comparse sulla Terra.
Esistevano già 360 milioni di anni fa, quando il mondo era popolato da creature gigantesche e le foreste erano fitte e umide.
Non producono fiori né semi, ma minuscole spore, simili a polvere dorata, capaci di generare nuova vita.
In loro vive il ricordo di un tempo primordiale, quando la Terra imparava a respirare.


🍃 Il linguaggio silenzioso delle fronde

Ogni fronda di felce si srotola lentamente, seguendo una spirale perfetta: un piccolo gesto di fiducia verso la luce.
Non ha tronco, ma un rizoma che corre sotto terra, forte e discreto.
Le sue foglie raccontano la bellezza di ciò che cresce piano, di ciò che non ha bisogno di apparire per esistere.


🌀 Un ciclo di vita che parla di continuità

Sotto le fronde mature si nascondono piccoli puntini: i sori, scrigni che custodiscono le spore.
Quando arriva il momento, queste minuscole particelle vengono rilasciate e il ciclo ricomincia.
La vita delle felci ci insegna che non serve essere grandi o appariscenti per lasciare un segno: anche ciò che è invisibile può contenere forza, bellezza e futuro.


🪴 Proposta didattica – Il laboratorio delle felci

Titolo dell’attività: 🌱 La vita nascosta nelle fronde – laboratorio tra scienza e poesia
Età consigliata: 6-10 anni (adattabile per classi prime-seconde o terze-quarte con diversi livelli di approfondimento)
Durata: 1 o 2 incontri da 60 minuti

🎯 Obiettivi

  • Osservare e riconoscere le caratteristiche delle felci.
  • Comprendere il concetto di riproduzione tramite spore.
  • Sviluppare linguaggio scientifico e capacità descrittiva.
  • Promuovere la riflessione sul valore della vita silenziosa e nascosta.
  • Stimolare creatività e connessione tra natura, arte e parola.

🧺 Materiali

  • Fronde di felci vere (o immagini ad alta risoluzione)
  • Lente d’ingrandimento o microscopio digitale
  • Vassoio con sabbia o terriccio umido
  • Fogli neri e pigmenti (gesso, pastelli o sale colorato)
  • Carte del materiale Le felci – Tempo di spore
  • Pennelli morbidi, colla, forbici
  • Quaderno di botanica o schede di osservazione

🔎 Svolgimento

1️⃣ Osservazione e scoperta
Si comincia con una fronda vera di felce, posta su un panno chiaro.
L’insegnante invita a osservare in silenzio:
“Cosa notate? Dove nascono le foglioline? Che forma hanno?”
Con lente o microscopio, si osservano i sori – i piccoli puntini sotto le fronde.

2️⃣ Racconto e collegamento narrativo
Breve introduzione alla leggenda La felce che non fioriva.
Conversazione guidata:
“Quali cose, come le spore, vivono nel silenzio ma fanno nascere bellezza?”
I bambini condividono immagini, esempi o emozioni.

3️⃣ Attività artistica – La polvere dorata della vita
Su un foglio nero, i bambini disegnano con la colla le fronde di una felce.
Poi, con pigmenti o sale colorato, soffiano leggermente per creare l’effetto della “polvere di spore”.
Nascono così composizioni luminose e simboliche.

4️⃣ Attività linguistica o di scrittura

  • Scrittura creativa: “Se fossi una spora, dove vorrei cadere per germogliare?”
  • Descrizione scientifica: “La mia felce cresce in un luogo umido, ha fronde lunghe e morbide, sotto le quali nascondo i miei sori.”

5️⃣ Riflessione finale
Rileggendo i testi, si costruisce un piccolo Erbario poetico delle felci, da raccogliere o esporre in aula.


🔄 Varianti

  • Collegamento con la Storia della Terra: le felci come piante del tempo dei dinosauri.
  • Collegamento con arte e geometria: la spirale delle fronde come forma naturale perfetta.
  • Osservazione in ambiente naturale: uscita nel bosco o nel giardino della scuola per cercare le felci e riconoscerne le diverse forme.

📘 Un materiale per scoprire e meravigliarsi

Da questa ispirazione nasce il materiale Le felci – Tempo di spore, un percorso didattico per avvicinare i bambini al mondo delle piante non fiorite.

Il set include:

  • Carte tematiche in versione completa e semplificata, per conoscere struttura, riproduzione e habitat delle felci.
  • Carte d’arricchimento linguistico, che collegano la botanica alla storia della Terra e all’era dei dinosauri.
  • Una leggenda poeticaLa felce che non fioriva, per riflettere sul valore del silenzio e della vita nascosta.
  • Attività creative e di scrittura per trasformare la conoscenza in esperienza.

🌍 Un percorso tra scienza, tempo e poesia

Questo materiale può essere inserito in un laboratorio di botanica o in un percorso interdisciplinare su natura, tempo e sostenibilità.
È adatto alla scuola primaria e può essere utilizzato sia in attività guidate sia in momenti di libera esplorazione.
Ogni carta invita a osservare, confrontare, raccontare.
Ogni parola apre una possibilità di scoperta.


💚 Perché proporlo in classe

  • Per educare all’osservazione attenta e rispettosa della natura.
  • Per intrecciare scienza e sensibilità poetica.
  • Per stimolare curiosità, linguaggio e immaginazione.
  • Per ricordare che la conoscenza nasce anche dal silenzio e dallo stupore.

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A misura di mondo: Un viaggio tra storia e scoperte, esperimenti e giochi

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L’Autunno in classe tra esperienze sensoriali  e laboratori didattici

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Non possiamo creare osservatori dicendo ai bambini: “Osservate!”, ma dando loro il potere e i mezzi per tale osservazione, e questi mezzi vengono acquistati attraverso l’educazione dei sensi

Maria Montessori

L’arrivo dell’autunno offre un’opportunità unica per trasformare l’ambiente educativo in un laboratorio naturale vivo e dinamico. Nella pedagogia Montessori, tutto ciò che la stagione offre — foglie, frutti, semi, colori — non è una semplice cornice, ma un materiale didattico autentico, capace di stimolare i sensi, arricchire il linguaggio e favorire la scoperta autonoma.

Questo approccio diretto stimola l’educazione dei sensi, arricchisce il linguaggio e promuove la scoperta autonoma, pilastri fondamentali del metodo. L’esperienza sensoriale diventa la base concreta da cui il bambino costruisce la propria conoscenza astratta.

I. Dal concreto all’astratto: le carte della nomenclatura

Le Carte di Nomenclatura sono lo strumento essenziale per collegare l’esperienza sensoriale diretta all’acquisizione del linguaggio. Forniscono al bambino i mezzi per classificare e nominare ciò che osserva nella realtà.

  • Materiali: Set di carte a tre parti (immagine, nome, immagine e nome), abbinate agli oggetti reali raccolti (es. diversi tipi di foglie, ghiande, castagne).
  • Progressiva Affinamento: Le carte non si limitano all’identificazione del tutto (es. “la foglia”), ma si evolvono in set più complessi e dettagliati, che permettono di esplorare e nominare tutte le parti di un elemento (es. nervature, margine, apice della foglia, oppure polpa, buccia e semi di un frutto). Questo introduce in modo pratico e visivo i concetti di biologia e botanica.
  • Processo Didattico: La Presentazione in Tre Tempi Il metodo per eccellenza per insegnare il vocabolario con le carte e gli oggetti è la Presentazione in Tre Tempi (o “Gioco dei Tre Tempi”):
    1. Primo Tempo (Associazione): L’adulto nomina l’oggetto (“Questa è una ghianda“).
    2. Secondo Tempo (Riconoscimento): L’adulto chiede al bambino di identificare l’oggetto nominato (“Dov’è la ghianda?”).
    3. Terzo Tempo (Richiamo): L’adulto indica l’oggetto e chiede al bambino di nominarlo (“Cos’è questo?”).
  • Focus: Sviluppo di un linguaggio esatto e potenziamento della capacità di ordinare mentalmente la realtà attraverso l’analisi dei dettagli.

II. L’affianamento dei sensi: esperienze profonde con la natura

L’autunno è la stagione ideale per l’educazione sensoriale, poiché offre un’ampia gamma di stimoli tattili, olfattivi e visivi.

  • Percorsi Tattili: Invitare i bambini a manipolare e camminare su superfici naturali (foglie secche, pigne, muschio). L’obiettivo non è solo il gioco, ma l’affinamento della discriminazione tattile e della consapevolezza corporea.
  • Sacchetti Misteriosi: L’esercizio stereognostico di riconoscere al tatto semi, noci o castagne, sviluppa la capacità di percepire la forma e il peso degli oggetti senza l’uso della vista.
  • Esplorazione Olfattiva e Gustativa: Offrire assaggi e odori tipici della stagione (mele, pere, zucca, cannella). Questa attività, se condotta in modo strutturato, educa alla consapevolezza sensoriale e introduce il concetto di stagionalità.

III. Laboratori per aree: la struttura della conoscenza

I materiali autunnali, una volta esplorati, vengono integrati nei laboratori disciplinari, fungendo da supporto concreto per concetti più astratti in linea con il metodo Montessori.

A. Scienze e Osservazione Botanica

  • Erbario e Classificazione: Raccogliere foglie e osservarle con la lente per studiarne le nervature, la forma e i margini. La classificazione con le carte di nomenclatura prepara alla botanica sistematica.
  • Semi al microscopio: osservare castagne, ghiande e semi vari per scoprire differenze e somiglianze.
  • Esperimento dell’acqua colorata: immergere foglie in bicchieri con acqua e colorante per osservare come assorbono i liquidi.
  • Ciclo della Vita: Esaminare semi e frutti secchi per scoprire le differenze e le somiglianze. Domande guida sul “viaggio” dei semi introducono il concetto di ciclo vitale e dispersione.

B. Matematica e Logica

  • Aritmetica con Materiali Naturali: Castagne, ghiande o noci vengono utilizzate come unità di quantità per esercizi di addizione, sottrazione e calcolo base, offrendo un’alternativa manipolativa al materiale delle perle.
  • Seriazioni e Insiemi: Creare sequenze logiche (dal più grande al più piccolo) o insiemi per categorie. Esercizi essenziali per lo sviluppo del pensiero logico-matematico e della classificazione.
  • Tabelline con le noci: piccoli gruppi di frutti secchi per esercitare moltiplicazione

C. Arte e creatività strutturata

  • Mandala e Composizione: Utilizzare i materiali naturali per comporre figure armoniche (mandala). L’attenzione si focalizza sulla simmetria e sulla concentrazione, non solo sull’estetica finale.
  • Tecniche di Stampa: Le foglie, intinte nella tempera, diventano matrici. Stampando, il bambino non solo crea, ma osserva e rivela la struttura architettonica della foglia.
  • Collage stagionale: costruire scene d’autunno usando materiali raccolti.

D. Linguaggio e documentazione

  • Dalla favola al reale; percorsi di scoperta: Ascoltare brevi storie su animali e frutti autunnali, per poi ricercarne protagonisti ed elementi chiave nelle carte di nomenclatura e nei libri tematici. Si crea  così un ponte tra immaginazione e realtà oggettiva che stimola la curiosità e la ricerca.
  • Diario di Osservazione: Incoraggiare i bambini a documentare le loro scoperte tramite il disegno o la scrittura. Questo favorisce lo sviluppo della scrittura descrittiva e della capacità di documentazione scientifica.

Conclusione

Attraverso le carte di nomenclatura, i percorsi sensoriali e i laboratori per discipline, l’autunno si rivela un vero e proprio manuale didattico

L’approccio Montessori garantisce che questo tempo sia ricco di esperienze attive e significative, guidando il bambino in un percorso logico e completo: dalla percezione sensoriale iniziale alla classificazione strutturata, fino all’analisi scientifica e alla costruzione autonoma della conoscenza. La natura, così trasformata, non è solo materiale di studio, ma una vera e propria aula sempre aperta che alimenta la crescita intellettuale e creativa.

Materiale scaricabile

La scatola 

Nel bosco succede qualcosa di strano. Qualcuno o qualcosa ha lasciato una scatola con due fessure….

Un libro sul potere della gentilezza, dell’amore e dell’amicizia che fa schiudere

In un seme. Manuale per piccoli collezionisti di meraviglie. 

I semi hanno infinite e sorprendenti forme. Sanno spostarsi e adattarsi all’ambiente. Sono l’emblema perfetto della vita…

L’albero. Guida pratica e poetica alla vita arborea.

Un albero è talmente tante cose che per spiegarlo questo libro ha avuto bisogno di quattro persone: una poetessa, due illustrataci e un biologo. Un albero, infatti, fa molte cose diverse e per questo può essere guardato da tanti occhi diversi

A misura di mondo: Un viaggio tra storia e scoperte, esperimenti e giochi

Un viaggio affascinante attraverso la storia della misura; un libro che segue le tracce di un percorso lungo e straordinario: leggende, curiosità, giochi e attività pratiche trasformano ogni pagina in un’esperienza per leggere, giocare e imparare. Un libro per tutti coloro che vogliono scoprire la misura con i propri occhi… e con le proprie mani!

Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani
Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei pochi frammenti nascono infinite possibilità: forme, storie e avventure tutte da costruire e da inventare, con le mani e la mente.
Un libro non solo da leggere, ma da fare, da toccare e da esplorare ( 6-11 anni)

Festa dei Nonni: un ponte tra passato e futuro

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L’educazione non è preparazione alla vita; è la vita stessa 

Maria Montessori

La Festa dei Nonni è molto più di una semplice ricorrenza: è un’occasione speciale per far incontrare generazioni diverse, scoprire storie di famiglia e imparare attraverso l’esperienza concreta. In chiave montessoriana, rappresenta un ponte tra passato e presente, tra radici solide e rami che crescono verso il futuro.

I nonni custodiscono ricordi, saperi e piccoli segreti della vita quotidiana che i bambini possono osservare, ascoltare e vivere in prima persona. I loro racconti diventano strumenti preziosi per comprendere la propria storia, sviluppare empatia e rafforzare il legame familiare.


L’albero genealogico: creare connessioni e conoscere toccando

Esplorare la propria famiglia attraverso la costruzione dell’albero genealogico non è solo un’attività Esplorare la propria famiglia attraverso l’albero genealogico non è soltanto un’attività creativa, ma un modo per sentirsi parte di una storia più grande, per riconoscere legami, radici e valori che si trasmettono di generazione in generazione.
Questa esperienza aiuta i bambini a collocarsi nella trama della propria storia familiare, a scoprire connessioni che li legano agli altri e a sviluppare un prezioso senso di appartenenza e continuità.

Costruire un albero genealogico diventa così un’occasione di riflessione sui legami e sul tempo, sulla forza delle radici e sulla bellezza dei rami che si allungano verso il futuro.

  • 🌱 Le radici rappresentano gli antenati e i legami profondi, che nutrono e sostengono la famiglia anche quando non li conosciamo direttamente.
  • 🌳 Il tronco è la famiglia attuale, il nucleo solido che accompagna e sostiene i bambini giorno dopo giorno.
  • 🌿 I rami sono le generazioni future, in crescita e in espansione, che si intrecciano con il presente dei bambini, aprendosi a nuove possibilità.

Colorare, scrivere e completare l’albero con nomi, ricordi e fotografie significa trasformare l’astratto in concreto: il bambino non solo osserva, ma tocca, costruisce e vive l’esperienza. In questo modo, l’apprendimento diventa un atto attivo e significativo, in pieno stile Montessori, dove la conoscenza nasce dall’esperienza diretta, dalla manualità e dal riflettere su ciò che si osserva.


Giochi, proverbi e filastrocche: apprendere con leggerezza

Attraverso i racconti dei nonni, i bambini entrano in contatto con saperi concreti e affetti autentici, scoprendo che la conoscenza non nasce solo dai libri, ma anche dall’esperienza vissuta e dalle parole tramandate. Le storie, i ricordi e le tradizioni diventano così un ponte tra generazioni, capace di nutrire la mente e il cuore.

Ogni gioco, proverbio o filastrocca custodisce un piccolo frammento di vita: è un modo per comprendere la quotidianità di ieri e, allo stesso tempo, per sviluppare attenzione, memoria, creatività e spirito di collaborazione nei bambini.

  • 🎲 Giochi di una volta: passatempi semplici e ingegnosi, spesso nati dall’uso di materiali naturali o di recupero. Stimolano movimento, fantasia, socialità e la capacità di inventare con poco.
  • 🪶 Proverbi: frasi brevi e incisive, autentiche perle di saggezza che raccontano il legame con la natura, il lavoro e i valori essenziali della vita.
  • 🎶 Filastrocche e indovinelli: giochi di parole ritmati che allenano la memoria, favoriscono il linguaggio e invitano al sorriso. Piccoli strumenti che intrecciano divertimento e apprendimento.

Attraverso queste esperienze, i bambini imparano che la tradizione non è qualcosa di lontano, ma un tesoro vivo e condiviso, che continua a crescere e trasformarsi insieme a loro.

Il ruolo dei nonni: ponte tra passato e presente

I nonni diventano guide e narratori della storia familiare, custodi di ricordi e saggezze che nessun libro può restituire con la stessa intensità. Ascoltarli significa imparare dall’esperienza diretta, osservare gesti antichi, raccogliere racconti autentici e lasciare che le parole diventino semi di curiosità.

Il dialogo con i nonni non è solo ascolto, ma scambio reciproco: i bambini portano domande, stupore e vitalità, mentre i nonni offrono tempo, memoria e affetto.

Così, la Festa dei Nonni si trasforma in un vero e proprio laboratorio di relazioni, memoria e creatività, in cui ogni bambino può riconoscersi parte di un filo che attraversa il tempo, unendo passato, presente e futuro.


Conclusione

La Festa dei Nonni diventa allora un’occasione speciale per tessere legami, scoprire storie e valorizzare radici che ci accompagnano nel presente. Come scriveva Maria Montessori, “il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità”: custodire le memorie familiari significa offrire ai più piccoli basi solide per crescere e fiorire.

Ogni racconto, ogni gioco e ogni proverbio diventa parte di un filo invisibile che unisce passato, presente e futuro, trasformando l’esperienza con i nonni in un dono educativo e affettivo che rimarrà nel tempo.

Così un albero genealogico ? cosa rappresenta?

Scarica la carta dell’albero genealogico con una breve spiegazione, l’albero da colorare e i cartellini da scrivere per completarlo: un materiale semplice e concreto per iniziare il viaggio nella storia familiare.


Misurare il mondo: Un percorso nel tempo e nello spazio alla scoperta della misura Da una antica fiaba africana al concetto di misura. Un cinghiale e un camaleonte si sfidano ad una gara di corsa. Vietato dire chi vince, ma importante dire che le misure vengono prese proprio con la coda del piccolo camaleonte come unità di misura! Un viaggio nel tempo e nello spazio per scoprire come l’uomo fin dai tempi più antichi abbia cercato di elaborare un soddisfacente sistema di misura.

Lily, piccola rana, grande esploratrice: Leggere per fare e per scoprire

Una piccola rana, un grade viaggio di esplorazione verso tutte quelle piccole creature che si prendono cura del nostro pianeta. Un libro con attività multidisciplinari per la classe I/II- disponibile in corsivo e stampato maiuscolo

Quando il quadrato si spezza: Tangram e Metodo Montessori: apprendere con le mani
Un quadrato si spezza in sette pezzi e da quei pochi frammenti nascono infinite possibilità: forme, storie e avventure tutte da costruire e da inventare, con le mani e la mente.
Un libro non solo da leggere, ma da fare, da toccare e da esplorare ( 6-11 anni)

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La Giornata della Pace: un seme di speranza

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La pace è un lavoro quotidiano, un processo che deve passare attraverso l’educazione.”

 Maria Montessori, Educazione e pace, 1949

Ogni anno, il 21 settembre, il mondo celebra la Giornata Internazionale della Pace. È un’occasione preziosa per fermarsi, riflettere e coltivare insieme ai bambini valori come l’ascolto, la collaborazione e la non violenza.

La pace non è un concetto astratto: è qualcosa che si costruisce giorno dopo giorno, a partire dai gesti più semplici. Parlare di pace a scuola significa offrire ai bambini strumenti per leggere il mondo con occhi diversi, capaci di cogliere il significato dei simboli universali che da secoli ci accompagnano.

Tra questi, c’è il simbolo di Holtom, creato nel 1958, che rappresenta in modo essenziale la richiesta di disarmo e di armonia. Ma ci sono anche immagini più antiche e immediate: la colomba con il ramo d’ulivo, l’ulivo stesso come albero della pace, e le mani che si intrecciano. Tutti segni che, pur nella loro diversità, parlano un linguaggio universale e condiviso.

Perchè non esplorarli insieme alle bambine e ai bambini?


Attività e giochi per la Giornata della Pace

Per rendere viva questa giornata, ecco alcune proposte semplici e coinvolgenti da sperimentare in classe:

🌱 Il seme di pace

  • Ogni bambino riceve un piccolo seme (fagiolo, lenticchia, girasole).
  • Dopo un momento di silenzio, lo pianta in un vasetto o in un piccolo bicchiere con la terra.
  • Il seme diventa simbolo di pace che cresce con la cura quotidiana.

🎨 Disegnare i simboli universali

  • Mostrare immagini del simbolo di Holtom, della colomba, dell’ulivo.
  • Invitare i bambini a reinterpretarli con colori, collage o materiali naturali.
  • Creare un grande pannello collettivo: “Il nostro alfabeto della pace”.

🕊 Il gioco della colomba messaggera

  • In cerchio, un bambino tiene in mano una colomba di carta.
  • La passa al compagno dicendo un messaggio di pace (“Ti auguro amicizia”, “Ti auguro serenità”).
  • Il gioco continua finché tutti hanno ricevuto e donato un messaggio.

🤝 La catena della collaborazione

  • Con cartoncini colorati, ogni bambino scrive o disegna un gesto di pace (aiutare, condividere, ascoltare).
  • I cartoncini vengono uniti ad anello, formando una lunga catena che decora l’aula.

Materiale scaricabile

Storia del simbolo della pace di Gerald Holtom e simbolo da colorare

Quando il divertimento nasceva dalla semplicità

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C’era un tempo…

C’era un tempo in cui i giochi dei bambini non avevano bisogno di pile, schermi o rumori elettronici. Bastavano pochi oggetti – spesso recuperati in casa – e una buona dose di fantasia.
Tra i tanti giochi di una volta, ce n’è uno piccolo e curioso che ancora oggi sa divertire: il gioco delle pulci.


Il gioco delle pulci

Nato alla fine dell’Ottocento, era molto diffuso nelle case e nei salotti. Il bicchierino stava al centro e attorno c’erano tante piccole pedine rotonde, all’inizio realizzate in legno, osso o metallo. Con un disco più grande, il “lanciatore”, si faceva pressione sul bordo della pedina per farla saltare dentro al bicchiere. Da qui il nome: i dischetti sembravano minuscole pulci vivaci.

Nel Novecento arrivò anche la versione in plastica colorata, che divenne un classico nelle case.

Semplice? Sì. Ma capace di allenare abilità preziose:

  • coordinazione occhio-mano,
  • concentrazione,
  • pazienza,
  • piacere della sfida amichevole.

Un gioco perfetto ancora oggi, magari costruendolo insieme con tappi di plastica o bottoni: un’attività di riciclo creativo e sostenibile.


Giochi di una volta da riscoprire

Il gioco delle pulci ci invita a ricordare tanti passatempi che hanno segnato l’infanzia di generazioni.

I giochi all’aria aperta

La vita di un tempo si svolgeva soprattutto fuori casa. I bambini correvano nei cortili, nei campi e nelle piazze: l’aria aperta era il loro parco giochi e le regole si tramandavano di voce in voce.

Erano giochi di ritrovo: il divertimento nasceva dallo stare insieme, dal movimento, dalla libertà e dalla scoperta del mondo.

  • Ossi
    Si utilizzavano piccoli ossi levigati (poi sostituiti da sassolini). Si lanciava un oggetto in aria e bisognava raccoglierne altri prima che ricadesse. Richiedeva destrezza e attenzione.
  • Il gioco dell’oca con i sassi
    Un disegno tracciato a terra diventava il tabellone. I bambini usavano sassi o gusci come pedine e tiravano a sorte con ossi o dadi improvvisati.
  • Quattro cantoni
    In uno spazio delimitato si segnavano quattro angoli. Un bambino stava al centro, mentre gli altri occupavano i cantoni, scambiandosi di posto senza farsi prendere.
  • Campana (o settimana)
    Con un gessetto si disegnava a terra il percorso numerato. Si saltava nelle caselle con un piede solo, recuperando un sasso lanciato.
  • Corsa con le biglie
    Le biglie di vetro o terracotta correvano lungo piste scavate nella terra, tra curve e buche.
  • Elastico
    Un lungo elastico teso alle caviglie da due bambini diventava terreno di salti e sequenze sempre più complesse.

Giochi davanti al camino

Quando le giornate erano fredde e corte, le famiglie si raccoglievano attorno al fuoco. Non servivano grandi spazi: bastava un cerchio di mani, una parola sussurrata o un piccolo oggetto. Erano giochi da fare insieme, che univano piccoli e grandi nel calore domestico.

  • Anello, bell’anello
    Un bambino passava le mani tra quelle dei compagni, lasciando o fingendo di lasciare un anello. La formula era sempre la stessa: “Anello, bell’anello, dov’è il mio bell’anello?”
  • Fuoco, fuochino e focherello
    Un oggetto veniva nascosto in un punto della stanza. I bambini lo cercavano guidati da indizi come “acqua”, “fuocherello”, “fuoco!”.
  • Il fazzoletto nascosto
    Un piccolo fazzoletto passava di mano in mano o veniva nascosto dietro la schiena. Bisognava scoprire chi lo tratteneva.
  • Conta e indovina
    Un oggetto minuscolo veniva nascosto tra le mani: vinceva chi indovinava dove fosse rimasto.

Perché proporre oggi i giochi di una volta?

I giochi tradizionali hanno un pregio speciale: non sono già pronti, ma lasciano spazio all’invenzione. Stimolano autonomia, collaborazione e creatività. Non richiedono grandi materiali, ma allenano movimento e pensiero insieme, proprio come suggeriva Maria Montessori quando invitava a partire da esperienze concrete e reali.


Proposte pratiche per la classe e la casa

  • Allestire un angolo dei giochi di una volta, con trottola, biglie, elastico e un set del gioco delle pulci.
  • Coinvolgere i bambini nella costruzione fai-da-te: tappi, bicchieri, gessetti, elastici recuperati.
  • Organizzare una giornata dei giochi antichi a scuola o in famiglia.
  • Creare un libretto illustrato dei giochi, con disegni e regole scritte dai bambini.

Il valore pedagogico dei giochi di una volta

Questi giochi avevano un tratto comune: si facevano insieme. Non erano attività solitarie, ma momenti di comunità.
Il loro valore pedagogico è duplice:

  • sviluppavano abilità motorie e cognitive (coordinazione, memoria, osservazione, prontezza);
  • nutrivano abilità sociali e relazionali, insegnando a rispettare i turni, a cooperare e a ridere insieme.

Riscoprirli oggi significa regalare ai bambini un tempo lento, autentico, fatto di sguardi, di attese e di condivisione.


Una lezione di semplicità

Il gioco delle pulci e i giochi di una volta ci ricordano che la vera ricchezza non sta negli oggetti, ma nel tempo condiviso: nelle risate, nella gioia del movimento e nella scoperta.


Un estratto dal Manuale dei giochi di una volta dedicato al gioco delle pulci e le istruzioni complete in versione regolativa.

Due strumenti pronti da stampare e proporre in classe o a casa.

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Apprendere con le mani: un approccio concreto per l’educazione matematica

by

La matematica deve essere appresa attraverso l’osservazione e la manipolazione di materiali concreti. Solo così il bambino può comprendere la realtà dei numeri.”

M. Montessori (1976), The Advanced Montessori Method, Volume I

Nell’apprendimento dei numeri, il passaggio dalla concretezza all’astrazione è un passaggio delicato ed essenziale che inizia con l’esplorazione attraverso materiali concreti.

L’esplorazione, per definizione, è un’esperienza multisensoriale in grado di attivare simultaneamente tutti i sensi: i bambini manipolano, toccano, osservano e riflettono, trasformando poco a poco le loro esperienze concrete in concetti astratti.

Operare con i numeri in modo concreto non solo rende l’apprendimento della matematica più accessibile e divertente, ma offre ai bambini una base solida su cui costruire abilità matematiche più avanzate.

La transizione dalla concretezza all’astrazione avviene naturalmente e senza sforzo, poiché i bambini sviluppano una comprensione profonda delle regole matematiche attraverso l’esperienza diretta e il loro fare.

In questo modo, l’apprendimento diventa un processo fluido e coinvolgente, capace di integrare emozioni e cognizione, e di preparare i bambini a sfide future più complesse in ambito matematico.

Il Tappeto del Cento è un’attività pensata per introdurre i bambini alla comprensione dei numeri da 1 a 100 in modo concreto e coinvolgente.

I bambini costruiscono il loro tappeto tessera dopo tessera.

La tavola di controllo funge da elemento accompagnatore.

L’attività consiste nel completare una griglia di 10×10 posizionando in sequenza le tessere numerate dall’1 al 100.

Sia durante la costruzione del tappeto che l’osservazione del tappeto completato, inducono i bambini ad importanti e autonome riflessioni fondamentali per lo sviluppo delle loro competenze matematiche:

  1. Sequenza numerica e conteggio: durante la disposizione delle tessere numerate da 1 a 100, si rinforza la loro capacità di riconoscere e memorizzare la sequenza dei numeri, sviluppando al contempo l’abilità nel conteggio in avanti e all’indietro.
  2. Concetto di quantità e valore posizionale: manipolando e posizionando i numeri, i bambini iniziano a comprendere il valore relativo dei numeri. Capiscono, ad esempio, che 10 è maggiore di 9 e che i numeri aumentano di uno alla volta. L’uso della griglia rafforza il concetto del valore posizionale: ogni riga rappresenta le unità da 1 a 10, e ogni colonna aggiunge progressivamente una decina,10, 20, 30…
  3. Sistemi decimali e pattern numerici: la disposizione sulla griglia di 10×10 aiuta i bambini a visualizzare il sistema decimale e i pattern numerici. Ad esempio, osservano che i numeri nelle colonne condividono le stesse unità, mentre quelli nelle righe condividono la stessa decina (10, 20, 30…). Questo rafforza la loro comprensione del sistema numerico base 10.
  4. Relazioni matematiche e operazioni: il tappeto del cento permette di osservare relazioni matematiche importanti come l’addizione e la sottrazione: spostandosi verso destra si aumenta sempre di 1; spostandosi verso sinistra si diminuisce di uno; spostandosi sulla colonna in alto si diminuisce di una decina e spostandosi in quella in basso si aumenta di una decina. Queste osservazioni li aiutano la visualizzazione delle operazioni matematiche in modo concreto.
  5. Simmetrie e modelli visivi: I bambini possono notare modelli e simmetrie all’interno della griglia, come la disposizione dei numeri pari e dispari, o i numeri multipli di 5 e 10 che formano linee verticali e orizzontali. Queste scoperte visive stimolano la loro capacità di osservazione e di categorizzazione dei numeri.
  6. Confronto tra numeri: Con il tappeto completo, i bambini possono facilmente confrontare numeri tra loro, identificando numeri più grandi o più piccoli, osservando differenze e somiglianze tra i numeri in diverse parti della griglia. Questo favorisce lo sviluppo di competenze di analisi e confronto numerico.
  7. Introduzione a concetti di moltiplicazione e divisione: Attraverso il conteggio per salti (ad esempio, 2, 4, 6… o 5, 10, 15…), il tappeto del cento offre un modo visivo e concreto per introdurre la moltiplicazione e la divisione. I bambini possono vedere chiaramente i risultati del conteggio per multipli, acquisendo così una comprensione iniziale delle operazioni.
  8. Progressione e continuità dei numeri: La costruzione del tappeto aiuta i bambini a comprendere la continuità e l’infinitezza della sequenza numerica. Anche se il tappeto arriva a 100, i bambini possono intuire che il conteggio continua oltre quel limite, espandendo la loro visione della matematica.

Costruire la griglia per il tappeto su un cartoncino suddivisa in quadrati di 10×10.

Stampare le tessere per l’attività di costruzione del tappeto.

Learning Resources Tabelle delle centinaia cancellabili (set da 10)

Strumenti compensativi. Il quaderno di matematica. Numeri, misura, spazio e figure, dati e previsioni, relazioni e funzioni

Matematica in tasca. Le regole di Numeroni per la scuola primaria

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Educazione emotiva: la girandola delle emozioni per l’accoglienza

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Se riesci a tradurre in parole ciò che senti, ti appartiene.

DANIEL GOLEMAN

Emozionarsi. È una risposta automatica, un’eco interiore a ciò che accade fuori e dentro di noi. Eppure, il semplice sentirsi “emozionati” non basta a dare un nome a quello stato psico-fisico complesso che ci attraversa. Sin dai tempi di Charles Darwin, che per primo riconobbe il ruolo adattivo e vitale delle emozioni per la sopravvivenza, l’umanità ha cercato di comprenderle e mapparle. Le emozioni sono un sistema di allarme e guida: ci avvisano dei pericoli, ci spingono a difenderci, ci connettono agli altri, e generano risposte fisiologiche e comportamentali di grande complessità.

Dagli anni ’80, l’interesse per la sfera emotiva è cresciuto esponenzialmente. Molti psicologi hanno cercato di creare delle “mappe” per orientarsi in questo mondo interiore, e una delle più celebri è senza dubbio la ruota delle emozioni di Robert Plutchik.

Lo psicologo americano ha identificato otto emozioni primarie: gioia, fiducia, paura, sorpresa, tristezza, disgusto, rabbia e attesa.


La ruota di Plutchik è un vero e proprio strumento visivo che offre una bussola per navigare il nostro mondo emotivo.

  • Opposizione e armonia: Ogni emozione primaria è posta in contrasto con il suo opposto: gioia si oppone alla tristezza, fiducia al disgusto, paura alla rabbia e sorpresa all’attesa. Questo schema ci aiuta a comprendere la polarità dei sentimenti.
  • Combinazioni ed evoluzioni: Le emozioni non vivono isolate, ma si fondono, creando sfumature complesse. Ad esempio, la combinazione di gioia e attesa genera ottimismo, e l’ottimismo si trova graficamente nello spicchio che le unisce. Questo ci mostra come un’emozione possa essere il risultato della combinazione di altre, più semplici.
  • L’intensità del sentimento: La ruota rappresenta anche la gradazione delle emozioni attraverso il colore. Le sfumature si accentuano gradualmente dall’interno verso l’esterno, indicando l’intensità dello stato emotivo. Ad esempio, la fiducia (verde tenue) si intensifica fino a diventare ammirazione (verde scuro), mentre l’accettazione è la sua forma più lieve.

Non dimentichiamo che le emozioni sono i grandi capitani della nostra vita e che obbediamo a loro senza saperlo.

VINCENT VAN GOGH

Nel trambusto della quotidianità, agiamo spesso in risposta a un’emozione senza nemmeno riconoscerla. Questo vale anche per i bambini. Una reazione di rabbia, un momento di sconforto o un’incapacità di relazionarsi possono essere il sintomo di un’emozione non riconosciuta o mal gestita. Aiutare i bambini a sviluppare l’intelligenza emotiva significa porre le basi per il loro benessere psicofisico e sociale. Dare un nome a ciò che si prova è il primo passo per diventarne consapevoli, imparando a viverle senza temerle e, di conseguenza, a gestirle in modo autonomo. Questo processo di alfabetizzazione emotiva non genera solo un benessere individuale, ma favorisce una migliore comprensione degli altri e del contesto sociale.


Per introdurre il concetto della ruota delle emozioni in modo giocoso e immediato, si può realizzare una girandola semplificata. Questo strumento non solo è un divertente progetto artistico, ma si trasforma in un potente alleato per l’analisi delle emozioni nel corso dell’anno.

Come costruire la ruota delle emozioni

  1. Materiale: Prendi un foglio di carta quadrato (circa 20×20 cm), colori, un righello, delle forbici e una matita.
  2. Disegno: Disegna una croce al centro del quadrato, creando quattro spicchi. Da ogni angolo, disegna una linea fino a circa 2 cm dal centro.
  3. Taglio: Ritaglia le quattro linee che hai disegnato, fermandoti prima di raggiungere il centro. Avrai quattro “linguette”.
  4. Colori e nomi: Invita i bambini a colorare i quattro spicchi con le emozioni primarie che avete individuato insieme in cerchio. Ad esempio, rosso per la rabbia, blu per la tristezza, giallo per la gioia e verde per la paura. Scrivi il nome dell’emozione in ogni spicchio.
  5. Assemblaggio: Prendi ogni angolo tagliato e piegalo verso il centro. Infila una puntina da disegno o uno spillo attraverso tutti e quattro gli angoli piegati e nel centro del foglio per fissare il tutto.
  6. Realizzazione della girandola: Fissa lo spillo a una cannuccia o un bastoncino, in modo che la girandola possa girare liberamente.

Questa girandola non è solo un gioco, ma il simbolo di un dono e uno strumento per la consapevolezza emotiva. Nel momento dell’accoglienza, i bambini possono presentarla e dire come si sentono.

Negli altri giorni, la girandola può diventare uno strumento di riflessione personale e di empatia, aiutandoli a dare un nome a ciò che provano e a riconoscere le emozioni anche negli altri.

Intelligenza emotiva 

Cinque lezioni leggere sull’emozione di apprendere 

Psicologia e biologia delle emozioni

I colori delle emozioni. Ediz. illustrata (pop-up) 

Il buco. Ediz. illustrata