Month: Gennaio 2024

Sperimentare la geometria

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La geometria si fa con gli occhi e con le mani.

Dai triangoli costruttori, al Tangram le sperimentazioni e i giochi sono infiniti e comprendono altrettante infinite osservazioni che si fanno giorno dopo giorno concetti geometrici.

Trasformazioni, rotazioni composizioni e scomposizioni.

Perimetri e aree.

La geometria concreta, fatta con le mani, è qualcosa che affascina e struttura il pensiero.

Spesso, dopo la sperimentazione del calcolo delle aree, vengono messi a disposizione degli alunni formulari con le rispettive figure piane a fianco.

Interessante è invece proporre le singole formule e chiedere l’associazione della rispettiva figura. Una sorta di operazione inversa che porta alla riflessione sulla figura piana da associare alla formula (ha una base o due basi? le diagonali sono uguali o diverse?…) e la successiva memorizzazione.

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L’intelligenza delle mani 

Montessori Educativo Giocattolo Match Bambini Triangoli Costruttivi Puzzle Geometria Matematica Sensoriale

Didattica matematica di Emma Castelnuovo (Wiperes) Formato Kindle

Psicogeometria MontessoriDattiloscritto inedito

Didattica della matematica Copertina flessibile

Calzini spaiati, metafora di diversità e inclusione

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La Giornata dei calzini spaiati è ormai giunta alla decima edizione.

Nata dall’idea di Sabrina Flapp, una maestra di scuola primaria di Terzo di Aquileia, in provincia di Udine, è diventata subito virale grazie alla condivisione sui social, raggiungendo una fama che è andata ben oltre i confini nazionali, dando vita ad una Giornata dedicata a livello mondiale.

L’obiettivo della giornata è quello di promuovere, educare e sensibilizzare i bambini alla diversità, semplicemente passando per qualcosa che indossano ogni giorno e che fa indiscutibilmente parte della loro quotidianità.

L’invito è quello di indossare calzini diversi e mostrare candidamente le proprie diversità, da quelle più evidenti a quelle più nascoste, perchè… diversi è bello!

Un gesto che si indossa e un pensiero che si forma…

Gianni Rodari ha affrontato il tema della diversità in molti dei suoi racconti e poesie.

“Il cielo è di tutti” è sicuramente una poesia che parla di diversità e discriminazione.

Ne “Il cielo è di tutti”, il messaggio di Rodari è estremamente chiaro: abbattere ogni barriere eogni forma di discriminazione per un mondo più inclusivo che finalmente accoglie la diversità come ricchezza.

Una poesia da leggere sempre, anche nella Giornata dei calzini spaiati .

La poesia scaricabile presenta un’attività di riflessione sul messaggio dell’autore e una per l’analisi del testo poetico. in quel modo tutte ingiustizie he siamo tutti uguali, tutti sotto un unico cielo, anche se brilliamo in maniera diversa. In questo senso Giovanni Rodari nella poesia “

Molti i giochi che possono essere fatti in modo concreto con i calzini spaiati.

Chiedere a tutti di indossarli e di portarne uno in classe apre la strada ad una serie innumerevole di attività concrete di matematica e geometria.

un messaggio inclusivo, di accettazione e rispetto degli altri, dando valore alla specialità di ognuno di noi in quanto siamo tutti unici e speciali

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Sulle tracce della memoria

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Gianni Rodari e la Shoah
Riprendiamo in mano il volume in cui sono raccolti i disegni e le poesie dei bimbi ebrei che hanno vissuto a Terezin.
Sfogliamo quelle pagine in cui colori freschi e violenti, linee ingenue ed estrose disegnano una storia incredibile: la storia di bambini che crebbero in una prigione e che ci videro anche cose che gli adulti ormai non vedevano più, i fiori, le farfalle, i prati o vi sognarono impossibili viaggi, straordinarie avventure con i principi e le principesse delle favole. 
In quei disegni non trovate mai l’orco, la strega, gli esseri in cui il bambino concentra ogni idea di malvagità, di paura, di crudeltà. 
Il male, essi, lo avevano sotto gli occhi: il sudiciume spaventoso dei dormitori e delle infermerie, lo squallore delle fosse comuni, i treni che arrivavano e ripartivano con il loro terribile carico. 
Pare che le loro matite abbiano lavorato febbrilmente, ostinatamente, soltanto per salvare da quell’inferno, qualche segno della bellezza della vita. 
Non possiamo dimenticare quella guerra, quel che ci è costata, la Resistenza da cui siamo rinati. Il mondo cammina, va avanti, è vero: l’uomo arriva nel cosmo, compie imprese miracolose. Ma il tempo non cammina in una sola direzione: Yuri Gagarin è salito molto in alto ma c’è anche chi lavora per trascinarci indietro e in basso. Non dimentichiamo. 
maggio 1961, articolo su Noi Donne,Gianni Rodari

Uscire dall’aula per scoprire la propria città giorno dopo giorno.

Ognuna un libro aperto con mille storie da raccontare.

Tante tracce per ogni storia. Più evidenti o nascoste, ma sempre lì, pronte a richiamare alla memoria anche le cose e i fatti più lontani…

Un percorso all’interno della città, non solo per vivere e conoscere il proprio territorio, ma anche per costruire e conservare memoria.

Lapidi, pietre e soglie di inciampo; porte e finestre che si aprono anche sulle pagine più tristi della nostra storia.

Adattamento dell’articolo di Gianni Rodari sui bambini di Terezin con una poesia di Anne Frank; spunti di riflessione e di attività

Giornata della memoria; ricordare per costruire

Un libro che si presta non solo alla lettura e alla narrazione narrazione, ma anche alla rielaborazione collettiva o individuale

Immaginare un mondo in cui l’amicizia, la tolleranza e l’amore siano messi alla prova.

Immaginare persone reali, grandi o piccole che nonostante le difficoltà, le discriminazioni e le crudeltà subite, abbiano saputo mostrare una forza e un coraggio straordinari, tanto straordinari da non poter essere dimenticati.

Immaginare di viaggiare indietro nel tempo e di incontrare realmente alcune di quelle persone che hanno affrontato sfide impossibili.

Le storie raccolte sono tutte realmente accadute.

Ogni storia è come un pezzo di un puzzle che, una volta completato, saprà parlare di gentilezza e resilienza, di amore efratellanza, di forza e speranza, ma soprattutto saprà dire quanto ognuno di noi, anche con un solo gesto,

possa sempre fare la differenza.

Un mosaico per la memoria

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L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa”
Liliana Segre

Un inciampo emotivo e mentale, per mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista nel luogo simbolo della vita quotidiana: la casa.

Tra i sanpietrini che lastricano le vie di molte città europee si trovano piccoli blocchi quadrati di pietra di 10×10 cm, ricoperti di ottone lucente.

É l’idea dell’artista Gunter Demnig ( Berlino nel 1947),  per ricordare le vittime della Shoah.

L’artista berlinese ha semplicemente spiegato la sua idea con un passo del Talmud: “Una persona viene dimenticata solo quando viene dimenticato il suo nome”.

Le pietre di inciampo vengono poste davanti alle abitazioni delle vittime delle deportazioni avvenute durante la Seconda Guerra Mondiale.  

Arresti che avvenivano di giorno o nel pieno della notte, in una furia che aveva dell’incredibile.

Vite cambiate in un istante: dal caldo della casa e dall’affetto della famiglia e degli amici al freddo dei camion e alle atrocità del campo di concentramento. 

Ma il nazismo la guerra l’ha persa, Hitler è stato sconfitto e nessuno ora  deve dimenticare.

E le pietre di inciampo sono lì, appunto, per ricordare; ricordare a chi passa tutto quello che è stato, ricordare perché non venga dimenticato.

Le prime stolpersteine , furono posate dall’artista nel 1995 a Colonia e da allora con un passa-parola silenzioso ne sono state posate moltissime altre in tutta Europa.

Oggi le pietre di inciampo si trovano in oltre duemila città europee: Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo Norvegia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina e Ungheria.

In Italia le prime stolpersteine sono state posate a Roma nel 2010 ed oggi sono anche a Bolzano, Genova, L’Aquila, Livorno, Milano, Reggio Emilia, Siena, Torino, Venezia e in altri piccoli centri minori; in totale se ne contano circa 2150.

Dal 1995 ad oggi ne sono state posate oltre 75.000 .

Le pietre di inciampo; lettura e attività.

Le pietre di inciampo-attività matematiche

La Shoah spiegata ai bambini. La misteriosa scomparsa di aghi e spille dalla bottega dei fili di Nuvoletta Gentile 

La Shoah e il giorno della memoria. Ediz. a colori

L’albero della memoria. La Shoah raccontata ai bambini. Oscar Junior

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Netter Flash cards di anatomia Copertina flessibile

Un gioco dell’oca per imparare divertendosi

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Il bambino impara giocando da quando nasce […] restituiamo ai bambini il piacere di scoprire -giocando- concetti scientifici e abilità tecniche che li aiutino ad ampliare la loro cultura
Mario Lodi

Un gioco dell’oca da fare da solo o in compagnia; un gioco per divertirsi e per imparare.

Ad ogni tiro di dado, la pedina si sposta sul tabellone dove in ogni casella c’è un quesito matematico da risolvere.

Carta, penna e tavola di controllo.

Verificato il risultato, si può procedere con un altro tiro, altrimenti si retrocede di una casella.

A fine percorso si conquista la casella di arrivo.

Ci sono due versioni di gioco dell’oca; la prima dedicata alla matematica e la seconda alla geometria.

Un gioco dell’oca matematico per imparare divertendosi.

Il gioco dell’oca può essere fatto con il dado o semplicemente percorso, casella dopo casella.

Dopo il tiro del dado, con carta e penna alla mano si  risolvono i quesiti dei coriandoli giganti su cui è arrivata la pedina.

La tavola di controllo permette l’autoverifica dell’errore.

Squadra, riga e compasso

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Dagli enti geometrici alla costruzione.

Punto, linea, piano e spazio. E poi una lunga attività concreta con squadra, riga e compasso.

La realizzazione della Stella di David per la giornata della Memoria si è dimostrata un’attività piacevole e gradita, capace di stimolare attenzione e concentrazione:

-Attenzione procedurale per il rispetto delle frasi

-Concentrazione per l’utilizzo degli strumenti e per le misurazioni

-Attenzione ai movimenti e

-Cura e precisione del gesto grafico

Una volta realizzata la stella, sul retro del foglio, sono state riportate le informazioni principali: simbologia e utilizzo discriminatorio durante la Seconda guerra mondiale.

Scheda tecnica per la realizzazione della Stella e informazioni da riportare sul retro del disegno.

Visita lo SHOP per materiali e attività

Dalla comprensione del testo al problema

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E se per risolvere un problema dovessimo prima ricomporlo?

Ricostruire un problema partendo dall’analisi delle sue parti fondamentali, testo e domanda, presuppone un’attenta riflessione linguistica necessaria e funzionale alla risoluzione.

Nello sviluppo dell’attività proposta, è proprio attraverso questa riflessione che si arriva alla scelta della domanda logicamente possibile e quindi alla ricomposizione del puzzle.

Spesso la difficoltà nella risoluzione dei problemi aritmetici è prettamente linguistica e non matematica e una formulazione linguistica complessa finisce per precludere la strada a bambini con buone potenzialità matematiche: la corretta decodifica linguistica si antepone e si sovrappone al problema matematico stesso.

Ogni asserzione matematica è fatta di aspetti semantici e sintattici, di dati linguistici espliciti e impliciti la cui corretta decodifica risulta determinante nella risoluzione del problema.
Ricomporre un puzzle di problemi riflettendo mano a mano su testi e domande e sulle loro possibili relazioni, porta a sviluppare competenze specifiche di decodificazione linguistica del testo verbale e a padroneggiare indicatori logici e  parole chiave per la corretta interpretazione del testo e la successiva risoluzione del problema. 

l materiale comprende quattro problemi suddivisi in testo e domanda.

L’attività prevede la ricomposizione dei problemi analizzando i testi e le domande possibili.

Solo dopo la comprensione linguistica, si passa alla fase risolutiva.

Spunti editoriali

Racconti di carnevale per bambini: Avventure delle Maschere Tradizionali del Carnevale Italiano, Letture con Morali positive

Il carnevale degli animali ispirato alla partitura musicale di Camille Saint-Saëns. Ediz. a colori. Con File audio online

Arlecchino e la compagnia del Carnevale: Le migliori favole sul carnevale

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Esopo, il gatto, la gallina e la filosofia

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Il contributo che può dare la filosofia fin dalla scuola primaria è estremamente importante, non solo per sviluppare le capacità logico-argomentative e dialogico-comunicative, ma anche per lo sviluppo di un’affettività equilibrata, fatta di una piena consapevole di sé e capace di relazionarsi all’altro.

Osservare, farsi domande, chiedere e ricercare sono atteggiamenti in grado di permettere il passaggio da una visuale prettamente individuale ad una visuale ricca dei diversi punti di vista; una sorta di ridimensionamento tra il singolo, gli altri e il cosmo.

Fare filosofia a scuola non vuol dire ripercorrere la storia dei pensatori e delle idee, ma stimolare i bambini all’osservazione, alla riflessione e alla meraviglia.

Esattamente l’opposto di quello che spesso facciamo nella fretta giornaliera che spesso ci porta ad andare oltre alla richiesta dei tanti perché.

Fare filosofia, invece, vuol dire partire dai perché, da questa naturale attitudine dei bambini, di tutti i bambini, a chiedere per capire e per esplorare; fare filosofia vuol dire dare spazio e a questi perché in un percorso che procede per esplorazioni via via più profonde e complesse.

In un periodo storico caratterizzato da un incedere vertiginoso di stimoli e informazioni, il dialogo filosofico, con il suo incedere lento fatto di domande e riflessioni, diventa un modo per fermarsi e per osservare ciò che accade intorno offrendo strumenti di analisi e comprensione .

Fare filosofia a scuola sviluppa competenze che abbracciano non solo gli apprendimenti disciplinari, ma influenza positivamente l’intera vita relazionale e cognitiva di ogni bambino .

Una favola per stimolare la riflessione e immaginare nuove possibilità, ma anche per riflettere e farsi domande sul nostro personale modo di affrontare le cose.

Perché? 100 storie di filosofi per ragazzi curiosi 

Ciao Socrate! La filosofia raccontata ai ragazzi

Missione filosofia. 10 indagini per menti curiose 

Le avventure della filosofia. Racconti & domande per menti audaci 

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“La città che sussurrò”: una luce di speranza sulla bontà umana

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La città che sussurrò” di Jennifer Elvgren e Fabio Santomauro, Giuntina editore

vincitore del premio Andersen 2015 come miglior libro fascia d’etа 6/9 anni

Quella rivisitata nel libro “La città che sussurrò” è una storia fatta di coraggio e solidarietà, basata su una vicenda realmente accaduta durante la seconda guerra mondiale, quando in Danimarca un movimento di resistenza collettiva permise di mettere in salvo il 99% dei cittadini ebrei.

Nel piccolo villaggio di pescatori di Gilleleje ben 1700 Ebrei riuscirono a fuggire nella vicina Svezia, paese neutrale, grazie alla solidarietà di un’intera popolazione.
Un episodio che tiene accesa fino ad oggi la luce della speranza nella bontà umana.

Tramandare la Memoria raccontando di gesti nobili, alti e coraggiosi; raccontando dei tanti uomini e delle tante donne che si ribellarono al regime a costo della loro stessa vita per salvare persone esattamente come loro.

Tramandare la Memoria raccontando di tutti quegli eroi, tanti e silenti, che hanno agito in nome della giustizia e per la difesa della vita.

Lettura, riflessione guidata e attività sul racconto liberamente tratto dal libro “La città che sussurrò”.

La scheda con la rielaborazione del libro di J. Elvgren si presta sia ad una lettura collettiva che ad una lettura individuale.

Alla lettura segue un’attività di riflessione sul testo e sulle tematiche relative alla deportazione degli ebrei.

L’autrice offre una storia che, pur partendo dalla consapevolezza delle atrocità di cui la guerra è sempre portatrice, mostra una solidarietà e uno spirito di fratellanza tanto forti da andare oltre ogni differenza; una solidarietà ed uno spirito di fratellanza capaci di far sentire ognuno come parte del solito cosmo.

Una narrazione leggera come un sussurro, ma profonda come il mare che ci guiderà fino a vedere i 1700 ebrei che in una notte buia e silenziosa lasciano il piccolo villaggio di Gilleleje per arrivare in Svezia verso la tanto agognata salvezza.

Una storia che commuove per il coraggio mostrato all’unisono da tutti gli abitanti del villaggio, grandi e piccoli, ognuno per quello che può.

Una storia di speranza che racconta la possibilità di una via diversa da seguire, un’alternativa possibile fatta di tanti piccoli gesti gentili e tanto altruismo.

1. testo e domande per la riflessione sulle tematiche emerse

2. testo e domande per la riflessione e ampliamenti pluridisciplinari a tema ( geografici, matematici, di riflessione linguistica

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SHOP: Materiali e attività didattiche Montessorianamente

Gli elementi del cerchio e della circonferenza

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Dal materiale concreto per il riconoscimento delle figure piane alla nomenclatura.

Non solo nomi, ma un processo di associazione di diverse componenti.

Il materiale si compone di tre gruppi di carte diversi:

-carte con il disegno e la nomenclatura

-carte con la sola definizione

-carte con il solo disegno

Ogni carta presenta evidenziato un solo elemento del cerchio o della circonferenza.

L’attività consiste nell’affiancare alla prima carta, completa di disegno e nomenclatura, quella della definizione e quella della sola rappresentazione grafica.

La ripetizione dell’attività favorisce la rappresentazione mentale dei vari elementi, la memorizzazione delle definizioni e la sperimentazione autonoma.

Problemi al centro: una serie di problemi sul calcolo della circonferenza e sull’area del cerchio con tavola di controllo per l’autoverifica.

Visita lo SHOP per scoprire tutti i materiali disponibili

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L’importanza della lentezza e il ritmo umano

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Io difendo il ritmo umano: il tempo preciso, né più né meno, che serve per fare le cose per bene. Per pensare per riflettere, per non dimenticare chi siamo.

Luis Sepulveda

Quella della piccola lumaca di Sepulveda è una storia di coraggio, tenacia e volontà; una storia di scoperte e meraviglie che possono svelarsi solo a chi sa guardare oltre.

E la favola ci spinge proprio a questo: ad osare, ad alzare lo sguardo e a muoverci lentamente, molto lentamente, con tutta quella lentezza che ci permette di osservare e percepire sottili sfumature, riflettere e capire.

“Storia di una piccola lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”

La colonia di lumache si crogiola nella vita che scorre sempre uguale, secondo precise abitudini nella consapevolezza della lentezza e della fragilità che ne deriva.

Una sola lumaca tra le tante, si pone delle domande, troppe, secondo le più anziane del gruppo.

Vuole scoprire il perché della sua lentezza e non si accontenta affatto di chiamarsi semplicemente “lumaca” come tutte le lumache che conosce; lei vuole un nome tutto suo.

Quella piccola lumaca è capace di dire di no.

No alle abitudini della colonia, no ad una vita di rassegnazione, no ad una vita senza risposte.

E se è capace di dire dice di no, è capace anche di rinunciare.

Rinunciare alla sua tranquilla vita di abitante della colonia per andare in cerca di risposte.

Ribelle, questo sarà il nome che avrà tutto per sé, farà un lungo viaggio che cambierà non solo la sua vita, ma quella di altre piccole lumache e che, soprattutto spalancherà le porte verso un mondo diverso e ancora possibile solo se la solidarietà, il rispetto e la gioia di vivere resteranno i saldi baluardi di questa nostra umanità.

Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza; dalla lettura del testo alla comprensione e alla riflessione

Leonardo Da Vinci e la rivoluzione delle favole

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Leonardo da Vinci.

“La vera saggezza nasce dalla conoscenza della Natura e da una vita in armonia con essa”.

Leonardo Da Vinci è stato uno straordinario scrittore di favole anche se, sicuramente, maggiormente noto per altro.

Attraverso le favole, Leonardo riesce ad affrontare temi universali con un linguaggio sempre ricco e pungente che sa rivolgersi con ugual forza a grandi e piccini.

A differenza della tradizione favolistica classica, i personaggi delle favole leonardesche non sono fissi e stereotipati e il loro profilo muta durante lo svolgersi della narrazione, come per accompagnare il lettore verso nuove scoperte.

Insieme agli animali con vizi e virtù umane, troviamo infatti uomini, piante, pietre, oggetti e divinità: la natura esplode in tutte le sue forme e in tutti i suoi elementi, reali o mitologici che siano.

La natura è la protagonista indiscussa delle favole di Leonardo; attraverso la sua bocca, Leonardo narra, racconta, diverte e si interroga…

Gli animali protagonisti non sono gli stessi animali delle favole classiche, la tartaruga saggia, la volpe astuta, il leone forte, la formica lavoratrice e la cicala pigra… ma gli animali più insoliti e inusuali, quelli che sono quasi rimasti dimenticati dai favolisti greci e latini, come il ragno, la farfalla o l’ostrica.

Ma la modernità di Leonardo non si limita a questo e va ben oltre: non solo i suoi protagonisti sono animali inusuali, ma attribuisce a quelli usuali caratteristiche che non lo sono.

Leonardo infatti pur rimanendo sul modello di ferro ed Esopo, opera una sorta di stravolgimento della favola, portando alla luce un nuovo punto di vista capace di stimolare la curiosità e di contribuire a generare riflessioni.

Attività in classe

Leggere le favole di Leonardi Da Vinci è sicuramente piacevole e stimolante, anche per i più piccoli; le favole si prestano poi ad innumerevoli spunti didattici.

Nello specifico si riportano due favole scaricabili gratuitamente:

Il ragno e l’uva” e “L’ostrica e il topo”

Spunti editoriali

Favole (XV secolo) Copertina flessibile

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Imparo l’italiano con le favole di Leonardo da Vinci: In italiano semplificato con esercizi e audiolibro

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La pedagogia della lumaca; festìna lente

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Forse dovremmo fare nostro un invito della cultura latina chiuso in un ossimoro dai contorni fantastici:

Festìna lente

affrettati lentamente

Non una contraddizione, se non quella forse più superficialmente evidente; piuttosto una sottigliezza.

Festina lente”, affrettati lentamente.

La tartaruga con la vela di Cosimo I de’ Medici

Una questione non solo sociale, ma squisitamente educativa.

E come ogni questione educativa, richiama all’attenzione il mondo della scuola perché possa farsi scuola nuova.

Un scuola i cui tempi sono quelli di ognuno e non quelli di tutti.

Una scuola dove il sapere si costruisce, anche se non sempre per le vie più veloci e conosciute.

Una scuola che non si limita a parlare, ma che sa ascoltare.

La pedagogia di Maria Montessori, pur nascendo in tempi in cui il senso dell’immediatezza e della velocità non erano dominanti e pervasivi come oggi, rappresenta l’emblema di un’educazione nuova e lenta, un’educazione a misura di bambino.

Nelle sue scuole il bambini erano al centro del processo di apprendimento e di educazione; niente e nessuno poteva scandire il tempo della giornata scolastica se non il ritmo e il fare di ciascun bambino.

Una scuola lenta, appunto. Una scuola che ribalta e rivoluziona l’intero impianto scolastico, di allora e di oggi ancora.

Dare occasioni. Forse è questo il punto. Dare occasioni, non compiti o nozioni.

Occasioni per connettersi con la natura e con il mondo esterno;

per prendere parte attiva al ciclo della vita con semplici attività di semina, raccolta e cura;

per conoscere e apprezzare il proprio territorio: passeggiando a piedi, osservando, prendendo nota e cercando risposta ai tanti perché

per utilizzare le mani nel senso più bello e proprio del termine: per sperimentare e provare, esplorare e costruire

per ipotizzare e sperimentare, per sbagliare e modificare;

per permettere apprendimenti autentici, efficaci, autocostruiti

Un’inversione di marcia: non velocizzare, ma rallentare.

Come? Perdendo e dando tempo.

Perdere e dare tempo per favorire un’educazione che non funzioni meccanicamente su ritmi imposti dall’esterno, ma che favorisca la ricerca di percorsi autonomi e personali in grado di sviluppare al meglio le potenzialità di ognuno.

La scuola lenta, quella della pedagogia della lumaca, è quella che sa tornare indietro e rallentare, restituendo ad ognuno tempo e dignità.

Facciamoci lumache, noi insegnanti, genitori ed educatori, assaporiamo e facciamo assaporare il gusto della lentezza.

Non velocizziamo. Diamo tempo.

Diamo tempo per parlare e raccontare; giornate, aneddoti, emozioni: Riassaporiamo il gusto dello stare insieme fatto di parole, gesti e cura;

Diamo tempo per scrivere; la fotocopia, veloce e istantanea, non permette certo di ascoltare il rumore della penna che verga il foglio, né tantomeno al gesto grafico di farsi più sicuro e fluido nella ricerca di una calligrafia che sia bella e personale;

Diamo tempo per disegnare; sicuramente richiede maggior impegno e concentrazione rispetto ad un mero disegno da colorare, ma ognuno avrà la possibilità di sentirsi unico e speciale;

Diamo tempo per prendersi cura di sé e di ciò che è intorno a sé; coltiviamo piante e fiori e prendiamoci cura di piccoli animali…

Diamo tempo per scrivere; non più messaggi, ma lettere per creare attese e aspettative

Diamo tempo per creare manufatti e sviluppare ingegno, creatività e senso estetico

Diamo tempo….

Il tempo e la sua misurazione:

Donare tempo

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Il mito della velocità governa ormai le nostre vite in ogni contesto; in famiglia, a scuola e nel tempo libero.

Nessuno fa eccezione; adulti o bambini. Nessuno, a meno che, non ci sia la ricercata e precisa volontà di uscire dal corso turbinoso degli eventi e creare un nuovo percorso, più autentico e naturale in grado di creare connessione con gli altri e con il mondo.

Forse dovremmo fermarci e chiederci quanto siamo davvero disposti a rallentare e a donare il nostro tempo, nella convinzione che donarlo non significhi perderlo, ma ritrovarlo in un rinnovato senso che abbraccia la vita che ci circonda.

Forse sono passati i tempi delle storie raccontate intorno al fuoco, quando i nonni accoglievano i piccoli di casa tra le braccia e li coccolavano con storie dal sapore magico fatto di meraviglie e magie senza tempo, ma donare tempo e creare nuovi spazi di condivisione è sempre una priorità e, oggi come non mai, una necessità.

Contrapporre al radicale cambiamento comunicativo di quest’ultimo decennio, un nuovo modo di stare insieme per raccontarsi e raccontare, per costruire e condividere, diventa una questione di responsabilità sociale ed educativa in grado di per riportare la riflessione sull’essenzialità e sulla preziosità del tempo .

Ma non per farlo correre, per trattenerlo, assaporarlo e donarlo.

Raccontare una storia, è donare tempo, voce ed emozione.

É generare ricordo, creare aspettativa e reciprocità.

Una storia popolare toscana, scherzosa e divertente dove le vite dei personaggi si intrecciano con gli straordinari fili della magia e della meraviglia che non trovano mai confini di tempo.

Uno strano orco piumato, una fontana prosciugata, un locandiere disperato e un convento dove niente funziona più come si deve.

Una storia dove non vince il più forte, il più ricco o il più bello, ma dove vince colui che sa osare e utilizzare l’ingegno, ma anche chi sa ascoltare, condividere e collaborare.

Materiale scaricabile

L’orco con le penne; scheda di lettura e attività di riflessione

Nello SHOP, le carte dei personaggi per ordinare la storia secondo le sequenze temporali e per l’avvio al riassunto