Month: Gennaio 2022

Didattica della matematica

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Mani, organo di intelligenza

La mano è l’organo dell’intelligenza.

É il contatto con il mondo e la realtà.

Il contatto con le cose che ci parlano incessantemente con la loro voce e ci invitano a seguirle.

Queste, le osservazioni poste da Maria Montessori al centro del suo approccio e ormai comprovate livello scientifico.

Dare al bambino la possibilità  di esplorare l’ambiente con le proprie mani, non ha solo l’effetto di svilupparne motricità e manualità, ma diventa determinante per la comprensione del mondo e sorgente inesauribile di domande e curiosità.

Domande e curiosità che spingeranno il bambino, in modo autonomo e consapevole, ad esplorare il mondo e a precedere nel proprio percorso di sviluppo.

Utilizzando le mani, il bambino struttura il proprio pensiero.

Il legame tra mano e cervello è così stretto da favorire lo sviluppo e la strutturazione di quest’ultimo.
Esercizio delle mani, dunque, per scolpire il cervello e rafforzare l’apprendimento  facilitando anche l’acquisizione del linguaggio.

La matematica si fa con le mani-attività in classe

La proprietà dissociativa dell’addizione

Niente di più semplice e divertente.

Bastano poche cose: il materiale delle perle e i cartellini con le addizioni.

Predisposizione del materiale

Partendo dalla prima addizione si invitano i bambini a comporla con le perle.

appaiamento dei numeri in cifre e con le perle

Si invitano poi i bambini a dissociare i numeri e a sommare i numeri in colore ( esattamente come si fa con il serpente positivo) .

Scomposizione del numero in decine e unità

La somma delle unità forma una nuova decina verificabile con l’appaiamento del bastoncino delle perle dorate.

Formazione di una nuova decina

Si sostituisce la nuova decina alle perle colorate applicando in modo esperenziale la proprietà dissociativa dell’addizione.

La ripetizione dell’attività diventerà autonoma strategia di calcolo veloce.

Proprietà dissociativa e somma

video per la presentazione dell’attività

Pagine di storia-le leggi razziali

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Educare al rispetto delle differenze

“Appartengo all’unica razza che conosco, quella umana”

frase attribuita ad Albert Einstein

Educare al rispetto delle differenze contro ogni forma di violenza e discriminazione è un dovere collettivo e la scuola un luogo privilegiato di riflessione e confronto.

L’educazione alla lotta ad ogni tipo di discriminazione e la promozione ad ogni livello del rispetto della persona e delle differenze, non ha uno spazio e un tempo definiti e concorre alla crescita culturale, emotiva e relazionale dei bambini e delle bambine, attraverso la partecipazione attiva al proprio processo educativo.

Era il 1933. 

Albert Einstein viveva in Germania, quella Germania che dopo le leggi antisemite era pronta a perseguitarlo.

Si diresse così verso gli Stati Uniti in cerca di libertà.

Ancora prima della promulgazione delle leggi di Norimberga , alcuni esponenti della comunità scientifica, in Italia come altrove, riconoscevano la presenza di razze diverse e attribuivano ad alcune il primato su altre.

All’ingresso negli Stati Uniti, tra le tante domande a cui Einsten si trovò a rispondere, una in particolare lo ferì e lui non rimase in silenzio.

Rispondere era un dovere ed era necessario.

Si racconta infatti che, con la sua risposta lapidaria, Einstein colpì le fondamenta stesse su cui si reggeva il razzismo: la diversità.

Non c’è diversità se la razza cui apparteniamo è unica: la razza umana…

Attività in classe:storia-educazione civica

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Giornata della memoria-Helga Welsova

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«Chi non l'ha visto con i propri occhi non sarà mai in grado di immaginarselo, e forse un giorno neanche noi riusciremo a capire come sia stato possibile vivere in queste condizioni» Helga Welsova

“Disegna ciò che vedi” è l’appello del padre di Helga alla risorsa immaginifica  del talento della propria figlia.

Ed Helga lo fa.

Helga disegna la dura realtà del ghetto di Terezín; disegna per vincere l’orrore e la paura. 

E scrive, scrive nel suo diario. Parole e immagini.

Graffi indelebili di memoria.

Il primo disegno, quello di un pupazzo di neve segna la fine della sua infanzia, da quel momento ritrae solo ciò che vede e che vive.

L’orrore della deportazione attraverso gli occhi di una bambina non è certo meno orribile, né velato…

Helga disegna da sola e, a differenza dei più noti disegni dei bambini di Terezin, ritrae con grande efficacia la tragica realtà del ghetto. 

I suoi disegni rappresentano ancora oggi una insostituibile testimonianza documentaria.

Helga Weissova nasce a Praga nel 1929, nello stesso anno di Anne Frank. 

Con i genitori, di origine ebraica, viene internata nel ghetto di Terezin poco dopo il suo dodicesimo compleanno. 

Rimane nel ghetto per quasi tre anni, poi viene deportata ad Auschwitz, Freiburg e Mauthausen dove viene liberata con la madre nel 1945. 

Dallo scaffale di classe:

Il diario di Helga Welsowa, Edizioni Einaudi

La stella di Andra e Tati-la Shoah per i ragazzi-film di animazione

La storia vera di Alessandra e Tatiana Bucci, due sorelle di 4 e 6 anni, che nel 1944 vennero deportate nel campo di concentramento di Auschwitz insieme alla madre, la nonna, la zia e il cuginetto. Le bambine si salvarono solo perché vennero erroneamente scambiate per gemelle…

Giornata della memoria-“Il gelataio Tirelli”

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…e decise di fare qualcosa di ancora più buono del suo gelato…”

Il gelataio Tirelli-Giusto tra le Nazioni” edito da Gallucci, è un libro per parlare di discriminazioni.

Ma non solo.

É un libro sul valore del coraggio, dell’amicizia e dell’aiuto reciproco.

É il racconto di una storia vera, quella del gelataio Tirelli che negli anni trenta lasciò l’Emilia Romagna per emigrare a Budapest portandosi dietro l’amore e la passione per il gelato.

Gli anni corrono in fretta e Francesco Tirelli apre una bella gelateria dove bambini e bambine vanno sorridenti a mangiare il gelato.

Nel 1944 a Budapest iniziaronono le persecuzioni e i sorrisi si fecero tristi anche sulle bocche dei bambini.

Tirelli non ci pensò due volte.

Non pensò a sè, né ai rischi o ai pericoli.

Pensò solo agli amici, alla giustizia e alle assurde discriminazioni.

E fece una cosa ancora più buona del suo gelato: nascose più persone che poteva nel retrobottega della sua gelateria.

Il gelataio Tirelli torna così a vivere tra le parole del libro  a testimonianza di quanto il suo coraggio viva ancora oggi nei sorrisi dei nipoti di tutte quelle persone coraggiosamente nascoste nella sua gelateria .

Nel 2008 Francesco Tirelli, è stato insignito del titolo di Giusto tra le nazioni, l’onorificenza che viene assegnata a chi, non ebreo, ha salvato anche un solo ebreo dal genocidio. 

Non chiediamo, lasciamo pensare

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Spesso una lettura, una bella lettura, può trasformarsi  in qualcosa da cui rifuggire: un resoconto o, peggio ancora, un giudizio.

Il bello della lettura è invece quello di lasciarsi trascinare attraverso parole e immagini, in piena libertà senza briglie e senza binari. La strada presa è sempre diversa ed è sempre quella del singolo lettore.

Il solito libro può trascinare in posti completamente diversi e generare emozioni molto diverse.

Ad ognuno le sue; a seconda della risonanza che parole e immagini assumono nella parte più intima di colui che legge.

Quella parte fatta di emozioni, quotidianità e pensiero. 

L’obbligatorietà non ha ali e senza ali non si vola.

Libertà, interesse ed emozioni permettono a bambini e a bambine di creare, immaginare e fare connessioni senza necessità di rispondere a logiche adulte e a risposte “preconfezionate”.

Tutti i libri aprono le loro porte sul mondo e permettono connessioni.

Lasciamo che i bimbi li tocchino, li aprano, li guardino, li leggano e…immaginino!

Libriamoci- giornate di lettura nelle scuole

Dallo scaffale di classe:

…perché le connessioni nascono da sole, senza bisogno di cercarle:

Libro delle terre immaginate (ed. Ippocampo) Un libro da vedere e gustare. Le immagini e i colori trascinano il lettore a immaginare le Terre immaginate nel tempo dagli uomini che ci hanno preceduto..

Da quando è riconosciuta come geoide?

Diario del piccolo viaggiatore nel tempo(ed. Electa kids) É un libro immaginifico che trascina il lettore in un percorso fatto di immagini e parole a tuffarsi con mente e corpo nel passato alla scoperta di personaggi e fatti.

Inventario delle meraviglie del mondo(ed. Ippocampo) alla ricerca dei luoghi per ritrovare, ricercare e raccontare.

Mappe (ed. Electa Kids) per viaggiare all’interno del pianeta alla scoperta di tutte le diversità.

Le parole Magiche (ed Feltrinelli) Che bella parola!( ed.Einaudi) per scoprire le parole di oggi e di ieri e scoprire la loro storia attraverso la ricerca etimologica, ma anche per giocare con le parole, scrivere poesie, inventare tautogrammi, acrostici, calligrafi e lipogrammi.

Kubbe fa un museo ( Ed. Electa Kids) un libro da guardare e godere. Un libro che ci invita a perderci nelle sue immagini e nei suoi colori.

Un libro per fare un museo. Che sia di foglie, sassi o idee su carta, poco importa…

Creare connessioni – le cinque favole cosmiche

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“Insegnare i dettagli significa portare confusione. Stabilire i rapporti tra le cose significa dare conoscenza.” 

M.Montessori

 Ogni disciplina ed ogni conoscenza ad essa riferibile, è legata alla storia dell’umanità e al suo cammino.

Quel lungo cammino che ha visto nascere l’Universo e il pianeta Terra, i primi esseri viventi e poi l’uomo.

La storia delle civiltà, della scrittura e dei numeri.

Comuni le esigenze, diverse le soluzioni.

Diverse a seconda degli uomini, dei luoghi e delle contaminazioni.

Con le cinque favole cosmiche, M.Montessori ripercorre questo lungo cammino in modo estremamente coinvolgente muovendosi sulle sottili corde dell’immaginazione.

Le favole seminano i germi d’interesse, l’amore per la conoscenza e la curiosità; ingredienti indispensabili per spingere i bambini alla ricerca di risposte e che, alle soglie dell’adolescenza, sapranno guidarli ad una rielaborazione e ad una sintesi personale.

La narrazione, estremamente coinvolgente, provoca sempre stupore, meraviglia e curiosità nei piccoli ascoltatori.

L’uso dei materiali, la lettura, le attività concrete e gli esperimenti scientifici rendono poi osservabile e concreto quanto narrato e generano connessioni. 

Niente è dato in astratto; ogni nuovo concetto viene veicolato dalla mano che lo fa proprio attraverso l’uso del materiale di sviluppo.

Ed è così che conoscere diventa un’emozione: l’emozione della scoperta, oggi come allora.

Agganci sensoriali ed emotivi permettono alle nuove idee e ai nuovi concetti di connettersi con quelli appena appresi, generando una vera e propria rete di connessioni. 

E sui fili di questa fitta rete, il bambino abbraccia i diversi aspetti del sapere in un’unica enorme cornice cosmica.

Il cammino del bambino di oggi, sulle tracce dell’uomo di ieri, lo guida alla consapevolezza che il lavoro dell’uomo, in ogni tempo e in ogni luogo, non è fine a se stesso, ma a beneficio dell’intera umanità.

Donare per fare comunità

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Il valore di una persona risiede in ciò che è capace di dare, non in ciò che è capace di prendere”. 

A.Einstein

Giotto-Il dono del mantello

Niente di più vero.

Il 4 ottobre si celebra la Giornata nazionale del Dono, dedicata al valore della gratuità e alla solidarietà. 

La giornata coincide con la festa di S. Francesco d’Assisi, patrono d’Italia e già giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra culture e religioni diverse.

Riflettere e sperimentare il dono è fondamentale  per fare comunità e seminare pace e serenità.

Donare. 

DON-AZIONE, l’atto del donare.

Spesso donare è più gratificante del ricevere, rinforza  legami, crea  reciprocità e riempie di senso ogni semplice gesto.

Si dona in molti modi diversi.

Si dona tempo e si dona ascolto; si donano amore e attenzioni.

Per donare e donar-ci, dovremmo necessariamente riflettere sul tempo non correndogli dietro, ma fermandolo e fissandolo con gesti e don-azioni.

Insegniamo ai bambini a fermare da subito il loro tempo donando loro il nostro; insegniamo loro che il tempo si può suddividere in piccolissimi istanti e che ogni istante può essere riempito in modi unici e indimenticabili.

Cominciamo a fermarlo, a suddividerlo, questo nostro tempo che ci sfugge sempre dalle mani, e riempiamolo di sorrisi, gesti e parole.

Quelli giusti.

Proposta di attività didattica

Ti dono una parola-il binomio fantastico

Il libro: ” Il pacchetto rosso” – Una storia per riflettere sul significato del donare

La lunaria-un fiore da proteggere

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A fine estate-inizio autunno, capita di vedere passeggiando tra boschi e colline strane medaglie penzolare da piccoli cespugli fatti di stecchi.

Non sono colorate, non brillano, non luccicano.

Non ancora.

Durante una delle mie passeggiate, ho raccolto un po’ di quelle strane medaglie e le ho portate in classe.

Una medaglia per ogni bambino e per ogni bambina.

Ogni medaglia racchiusa accuratamente in una busta.

Ogni busta con il nome di ognuno.

Si capiva che era qualcosa di speciale…

E poi l’apertura delle buste.

La curiosità brilla negli occhi e fa vibrare le mani.

Dalle buste escono tante fragilissime medaglie.

Occhi attenti le osservano.

Sono leggere con un soffio…

Una medaglia che non luccica, una medaglia che non brilla.

Non ora, non ancora.

Prenderne una con un gesto solenne, come per le cose più preziose, e dire che sì, anche quelle strane medaglie brilleranno proprio come tutte le medaglie.

E brilleranno quando saranno pronte a dare nuova vita.

Stupore.

La magia della natura sta per compiersi.

Un gesto semplice ma non troppo: stringere la medaglia con la giusta delicatezza, tra il dito pollice, l’indice e il medio.

Ascoltare il rumore delle foglie secche che scricchiolano sotto il movimento delle dita.

Osservare le foglie esterne separarsi dalla parte centrale che ora, finalmente, trasparente e fragilissima luccica tra le dita.

Raccogliere i semi che sono caduti mentre si aspettava il compiersi della magia.

Semi tondi, piatti, leggerissimi.

Semi da proteggere. Uno ad uno.

La lunaria sta scomparendo ormai dai nostri territori.

Ad ognuno un compito speciale: spargere quei semi e aspettare il germoglio di una nuova vita.

Eventi e giorni speciali- le ricorrenze

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Ci sono date particolari che rappresentano occasioni speciali per riflettere e confrontarsi. 

Sono le ricorrenze.

Che siano nazionali, internazionali o mondiali, insieme alle giornate a tema, offrono importanti spunti di riflessione a cui la Scuola non può certo fuggire.

Bambini e bambine possono così avere l’opportunità di confrontarsi su temi di attualità e di interesse collettivo partendo dalle loro esperienze, dalle cose di tutti i giorni, esperienze di tutti i giorni, da già che ascoltano e da ciò che vedono dando sempre maggiore concretezza a quanto accade intorno a loro.

Non si tratta mai di occasioni solitarie, da spendere nell’arco della giornata dedicata; sono un po’ come piccoli semi di cui bisogna avere estrema cura fino al primo germoglio.

E poi ancora, su su fino alla pianta rigogliosa.

Cura, attenzione e gentilezza.

Di gesti e di parole.

Rispetto, ascolto, dedizione.

Di parole e fatti.

Giorno dopo giorno.

Foglia dopo foglia.

Domanda dopo domanda. 

Sempre alla ricerca di risposte.

Grammatica divertente

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Dopo la narrazione de “La favola delle parti del discorso” di M. Montessori, iniziano una serie di attività mirate al riconoscimento della funzione che le parole svolgono all’interno di una frase con all’assegnazione dei relativi simboli:

9 le parti del discorso, 9 i simboli.

I simboli, realizzati su legno, disegnati o plastificati, vengono abbinati alle parole procedendo così ad una prima analisi grammaticale della frase.

Le scatole grammaticali montessoriane, rendono via via sempre più sottile il livello di consapevolezza delle funzioni delle parole aggiungendone sfaccettature e particolarità, invitando in modo naturali i bambini ad una attenta e puntuale riflessione linguistica.

A fianco di questi eccezionali materiali, ho strutturato per i bambine e le bambine della classe, la striscia grammaticale che li guida in modo assolutamente autonomo verso l’analisi grammaticale formalmente completa.

L’attività risulta piacevole e giocosa e i bambini, senza noia, procedono ad analizzare le frasi, una dietro l’altra, pescandole dal loro barattolo!

La striscia grammaticale

Bambini e natura; il sentimento di cura

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“Il bambino, che è il più grande osservatore spontaneo della natura, ha indubbiamente bisogno di avere a sua disposizione un materiale su cui agire”

M.Montessori

M.Montessori ha spesso sottolineato che l’interesse e la curiosità che i bambini mostrano verso qualsiasi animale o verso qualsiasi altra forma vivente del pianeta, sono uno degli istinti più vivi dell’animo infantile. 

Ed è proprio partendo da questo aspetto, che  l’educazione alla cura e al rispetto possono diventare qualcosa di vivo e concreto.

Non solo seminare e piantare, ma prendersi cura.

Prendersi cura di piante, fiori e animali è qualcosa di più: è vivere a livello emozionale quel sentimento di cura, quella gioia e quel senso di pace e di soddisfazione che ne derivano.

Giardini scolastici, piante in classe, tartarughe e pesci possono entrare nelle aule e  riempire con i loro colori i cortili della scuola, dando alla cura quel senso di necessità e di continuità nel tempo che le spettano.

Educazione all’aperto, contatti costanti con il mondo della natura e passeggiate osservative alla ricerca delle piccole cose sogni giorno sa offrirci per meravigliarci, sono occasioni imperdibili e, come tali, da ricercare.

“Vivere”il mondo, dunque, per alimentare in modo concreto quel  grande “sentimento della natura” fatto di attenzione, rispetto e curiosità. 

Solo sosì, gradualmente, la Natura saprà svelarsi agli occhi dei bambini, senza alcun pedissequo insegnamento, e sarà scoperta e conquista.

Sarà comprensione del legame che tutto lega su questo pianeta, esattamente come in “una tela: ogni particolare è un ricamo e l’insieme forma un tessuto magnifico” (Dall’infanzia all’adolescenza)

Cura e rispetto, non parole da insegnare, dunque, ma comportamenti da fortificare giorno dopo giorno per preservare risorse e tutelare le creature che condividono con noi questo Pianeta ormai tanto bisognoso di cure.

Attività

Dare al bambino “motivi di attività, e insieme conoscenze che lo interessino”

M.Montessori

Accanto alle attività pratiche e ai sentimenti di cura e rispetto che andranno crescendo grazie al rapporto diretto e costante con la natura, l’interesse del bambino si dirige anche verso la ricerca e lo sviluppo delle conoscenze che vanno a comporre quella grande tela ricamata di cui parla M.Montessori.

Ecco allora che possono essere presentate attività di lettura legate al mondo animale con lo scopo di alimentare quello stesso interesse guidandolo però verso livelli di ricerca e conoscenza sempre maggiori.

“Per cominciare diamogli il mondo”

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M.Montessori

Oggi usciamo!

Mente e corpo apprendono all’unisono con ciò che ci circonda.

Crescere è vivere giorno dopo giorno in sintonia con la propria fisicità, in rapporto con gli altri e con le cose. 

Crescere è prendere e toccare, è bruciarsi e bagnarsi, è osservare e… meravigliarsi 

E cosa di meglio del mondo per meravigliarsi?

Le esperienze all’aperto offrono sicuramente un’infinità di occasioni per farlo.

Stupore e meraviglia sono potentissimi motori per l’apprendimento. 

Il bambino stupito e meravigliato è un bambino che mette in moto funzioni cognitive complesse per trovare risposte al nuovo o al mai visto. 

E mentre cerca risposte, formula domande, e formulate le domande, cerca nuove risposte.

In questa ricerca continua si fanno strada ipotesi e idee sempre nuove…

Oggi usciamo!

Le Mura di Lucca rappresentano una realtà impareggiabile. Passeggiate sopraelevate tra tigli profumati, prati verdi su cui correre e rotolare; la città piena di torri e chiese da una parte e la vastità della campagna dall’altra.

Dopo una piccola corsa sui prati ci siamo diretti verso i  sotterranei  per tuffarci in un periodo storico ormai lontano. 

Esterno e interno della città collegati da lunghi e tortuosi passaggi sotterranei!

Varcate le enormi porte in legno: meraviglia!!

Un mondo diverso si è aperto agli occhi dei bambini; un mondo fatto di terra umida, di acqua che scorre in rigagnoli e crea pozzanghere, di rivoli che sgocciolano dalle pareti e gocce d’acqua che scendono qua e là dai soffitti a volta; e poi odori.

E silenzio.

Chissà quante domande oltre a quelle fatte…

A scuola contro gli stereotipi

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La scuola dell’obbligo è sicuramente un luogo privilegiato dove porre  le basi per lo sviluppo della crescita personale e civica dei cittadini e delle cittadine di domani.

E per questo, oggi come ieri, la valorizzazione delle potenzialità e delle particolarità di ognuno, al di sopra di ogni possibile differenza- sia essa fisica che culturale, linguistica o religiosa- diventa la chiave per far riflettere bambini e bambine sulla propria identità.

L’identità è qualcosa di estremamente complesso; sinteticamente si potrebbe dire che rappresenta quella coscienza di sé che rende consapevoli delle individuali specificità in continuità tra il proprio essere nella sua diversità , gli altri e la realtà.

La riflessione sulla propria identità apre necessariamente un immenso orizzonte con cui i progetti di vita si scontrano spesso inevitabilmente: quello degli stereotipi.

“Siamo tutti diversi e per questo tutti uguali” non può e non deve essere solo uno slogan. 

In un periodo in cui i bambini e le bambine strutturano in maniera più definita identità, personalità, caratteristiche e capacità individuali, la spinta educativa e formativa della scuola e dell’intera comunità educante, devono assolutamente mirare ad una riflessione collettiva sulle differenze e sugli stereotipi, non ultimi indubbiamente, quelli di genere.

Metodologie, attive, letture, giochi, attività sportive si pongono come opportunità preziose per “definirsi” e progettare i propri percorsi di vita.

Un clima scolastico fatto di libertà di espressione, interesse e ascolto reciproco, sono le basi necessarie per qualsiasi tipo di attività che voglia mirare allo scopo.

Indubbiamente il valore esperienziale del gioco ispira tante attività praticabili a scuola sul tema delle differenze e degli stereotipi di genere.

Fondamentale il coinvolgimento di bambine/i in attività di gruppo emotivamente coinvolgenti per favorire la piena espressione della diverse personalità a partire dai vissuti personali e da situazioni semplici e quotidiane.

Curiosità, madre di ogni apprendimento

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Non ho particolari talenti sono soltanto appassionatamente curioso”

É una famosa frase di Albert Einstein che può portarci  a riflettere sulla parola “curiosità”.

Tutti ne conosciamo il significato più comune, ovvero la voglia di accrescere il proprio sapere o la propria esperienza con piacere e volontà.

Dietro la parola c’è però ancora molto di più.

Parola di derivazione latina, rimanda alla cura e alla sollecitudine con cui il soggetto ricerca e persegue le proprie passioni.

la curiosità riempie occhi, cuore e mente di energia e spinge ognuno di noi verso ciò ci riempie di senso.

La curiosità è ricerca, è stimolo, è voglia, sollecitudine e cura.

E M.Montessori non poteva non rimarcarne la necessità.

Compito dell’insegnante e dell’adulto è non spengere quella “fiammella “, ma anzi proteggerla con entrambe le mani, e farla crescere.

"Il bambino non è un vaso da riempire, ma una sorgente da lasciar sgorgare”M.Montessori

Per stimolare i bambini a leggere e a scrivere con piacere è importante seguirne interessi e passioni.

Proposte di attività nate dall’esigenza di rispondere a particolari richieste e curiosità.

Tali proposte non sono mai fini a sé stesse, rappresentano, se mai, un inizio, l’avvio ad una prima esplorazione.

E quello che ne segue è solo merito della curiosità di ogni bambino ogni singolo bambino.

Una matematica possibile

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Chi ha detto che la matematica è noiosa?Materiali belli da vedere, toccare, soppesare, ascoltare;  attività concrete per sperimentare, provare e ipotizzare.

Perle, francobolli, tavole per le quattro operazioni, la banca; e poi serpenti, catene colorate, gettoni e fuselli.

La sola predisposizione di un ambiente ricco di tutti questi materiali, organizzati e sistemati secondo una precisa logica, basta ad affascinare e incuriosire i bambini tanto da spingerli a provare e ad osservare liberamente e autonomamente.

Alla maestra è affidato il compito di presentare in modo chiaro, sicuro e preciso l’utilizzo del materiale.

E tutto, per quel grande maestro che è dentro ogni  bambino, inizia a svolgersi.

Le cose chiamano e non c’è bambino che non ascolti quella voce.

Sì, è “la voce delle cose”, per dirla proprio come M.Montessori, ed è la voce più vicina al fare del bambino.

Ed è proprio quella voce che spinge a toccare, prendere, provare, mettere insieme e separare.

Tutti i materiali Montessori sono accompagnati da una serie di ulteriori attività che ne prevedono comunque l’utilizzo: preventivo, successivo, come controllo.

Le scatole dei binomi per velocizzare il calcolo mentale.

Dopo aver lavorato con il serpente positivo, la tavola dell’addizione e i francobolli, si  possono proporre le due scatole dei binomi:

1-Per i calcoli entro il 10

2- per i calcoli entro il 20

Perle e bastoncini del 10 vengono ancora utilizzati in fase iniziale per calcolare la somma, e in fase finale, per verificare la correttezza dell’abbinamento binomio-somma.

É una voce in grado di risvegliare energie ed invitare ad un lavoro serio, continuo e concentrato.

Tutti i materiali sono direttamente o indirettamente autocorrettivi; non è più la supervisione dell’adulto che denuncia l’errore, ma è il materiale stesso che lo rende evidente, indicando al tempo stesso le modalità autocorrettive necessarie in grado di  attivare processi cognitivi sempre più profondi.

https://www.youtube.com/watch?v=HcmhUYGdDxI