Passare da semplici forme geometriche elementari a configurazioni di fantasia stimola l’immaginazione geometrica ed educa alla visione e all’intuizione spaziale.
Tangram , triangoli costruttori, figure di cartone e tutto ciò che dà ai bambini la possibilità di fare concretamente e di sperimentare liberamente, stimola le riflessioni spontanee e sviluppa l’immaginazione geometrica.
Attraverso il gioco e le manipolazioni, le relazioni, le differenze e le particolarità delle singole figure, singole o composte, si fanno via via più evidenti svelandosi in tutta la loro concretezza, senza bisogno di alcuna esplicitazione esterna da parte dell’adulto.
Il coinvolgimento emotivo che si attiva durante l’attività diventa un vero e proprio stimolatore e facilitatore che conduce in modo naturale allo sviluppo di sempre nuove e più specifiche abilità cognitive e che rende l’apprendimento autentico e significativo
Attività in classe
Maschera delle figure piane
La realizzazione della maschera richiede un’attività di riflessione e di calcolo per giungere al risultato finale.
L’attività inizia misurando con un filo la distanza dalla punta del proprio naso all’attaccatura dell’orecchio e continua dando alla lunghezza di quel filo una misura in centimetri.
Se ne calcola poi la metà e si utilizza come raggio per tracciare la circonferenza, paese della maschera geometrica.
Partendo da quella prima misura, secondo le indicazioni date, si ottengono nuove misure per triangoli isosceli, equilateri, rombi, trapezi , semicerchi e parallelogrammi…
Si riflette sulle misure e sulle caratteristiche delle figure da disegnare, si ritaglia, si assembla e…la maschera geometrica è pronta!!
Materiale scaricabile
Scheda con le istruzioni geometriche e matematiche per la realizzazione della maschera
Dalla lettura del testo algebrico al procedimento risolutivo.
Un materiale pensato per sviluppare autonomia.
La carta di presentazione delinea il percorso da seguire per risolvere le espressioni algebriche.
Operazioni e parentesi; un percorso che si snoda secondo una sequenza ordinata.
Dalla scrittura del testo algebrico alla risoluzione seguendo il percorso tracciato dalla prima serie di espressione ragionate fino alle sperimentazioni autonome.
Chiude il percorso una serie di espressioni natalizie da risolvere in completa autonomia.
Un libro per leggere e per fare aspettando Natale. Dalla a alla zeta ogni lettera richiama una parola e ogni parola richiama il Natale con il carico di attesa che sempre lo circonda. Dalle lettere dell’alfabeto prendono forma le parole, le storie, i giochi, i disegni e i colori. Un libro tutto da leggere e giocare. Per un Natale ricco di…parole, giochi, numeri e colori
All’interno della pedagogia montessoriana i bambini acquistano un profilo ed una personalità autonoma e indipendente già dai primissimi anni di vita.
Nella piena consapevolezza dell’alto potenziale che ogni bambino racchiude in sé, si rifuggono infantilismi, compiti e attività poco rispettose della loro intelligenza e della loro capacità a costruire personalmente e consapevolmente saperi e conoscenze.
Una scuola dunque, non che insegna, ma che prepara alla vita, una scuola in cui la mano lavora e l’intelligenza elabora e rielabora muovendo i primi passi dall’immaginazione verso l’astrazione.
Quella di cui parla Maria Montessori non è un’educazione relegata ai soli “apprendimenti scolastici”, ma è un’educazione cosmica in grado di condurre i bambini a sentirsi e a riconoscersi come parte integrante di un Tutto; un Tutto dove ogni parte, anche la più piccola e apparentemente insignificante, ricopre un funzione insostituibile all’interno di un piccolo ecosistema che, a sua volta, è inserito in un ancor più grande ecosistema che tutto comprende, la Natura.
Ogni cosa serve al Tutto e si serve del Tutto.
Niente è fine a se stesso; tutto contribuisce alla costruzione di un disegno ben più grande e passo dopo passo nasce quello che Maria Montessori definisce l’uomo nuovo.
“Il bambino che ha sentito fortemente l’amore verso l’ambiente e gli esseri viventi, che ha trovato gioia ed entusiasmo nel lavoro, ci fa sperare che l’umanità possa svilupparsi in un senso nuovo.
La nostra speranza per la pace futura non risiede negli insegnamenti che l’adulto può dare al bambino, ma nello sviluppo normale dell’uomo nuovo.”
Maria Montessori
Attività in classe
Dai brani d’autore suggeriti da Maria Montessori per le piccole letture interpretate fino alla costante e ricercata connessione con la natura e con l’umanità , il salto a Marcovaldo è breve.
Marcovaldo, il fantastico personaggio nato dalla penna di Italo Calvino, è sempre alla costante ricerca di un contatto profondo con la natura che la vita frenetica della città sembra ormai aver cancellato.
Un modesto lavoro, una grande famiglia e pochi soldi; così Marcovaldo, creativo e fantasioso, è sempre alla ricerca di un modo nuovo per guadagnare qualcosa in più, ma spesso i suoi tentativi finiscono in modo tragicomico.
Il racconto, liberamente tratto, da ” I figli di Babbo Natale” presenta un Natale consumistico in cui Marcovaldo consegna pacchi a nome della ditta in cui lavora.
Barba, vestito e cappello; Marcovaldo consegna regali su regali vestito da Babbo Natale, ma niente stupisce più e niente affascina più…ma se si trattasse di un Regalo Distruttivo?
Una novella carica di ironia che affascina e fa riflettere anche i più piccoli.
Una novella da leggere o da ascoltare per dare spazio ad una riflessione collettiva.
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Una storia in cui sono i bambini ad andare oltre e ad insegnare ai grandi.
I due bambini che abitano lungo le rive opposte del fiume sono i protagonisti di questa favola che all’insegna dell’amicizia e della gentilezza riescono a oltrepassare quella barriera di incomprensioni e gelosie che da sempre divideva le loro famiglie.
E sarà proprio la scoperta e la conoscenza di quell’amicizia pura e semplice che determinerà il cambiamento e la percezione di una nuova visione; grazie a loro gli adulti rivedono le loro posizioni e le loro diversità aprendo uno scenario completamente nuovo: la diversità non è un ostacolo , ma rappresenta una preziosa opportunità di conoscenza e crescita reciproca. Educare bambini e bambine alla pacifica convivenza e al reciproco rispetto, alla luce dei più recenti tristi fatti di cronaca, è oggi un compito da cui tutta la comunità educante non può esimersi per sviluppare un’apertura mentale che considera l’altro un mondo nuovo da conoscere e apprezzare nel pieno rispetto della sua individualità e della sua libertà.
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L’autunno è ormai arrivato e i profumi e i colori che ci avvolgono si arricchiscono di sfumature e diverse intensità.
Le foglie cadono e scricchiolano sotto i piedi; l’aria si fa più frizzante e le giornate assolate lasciano spazio a giornate un po’ più buie, ma non per questo meno belle.
Gianni Rodari in una poesie dedicata all’autunno dopo aver indugiato con lo sguardo tutto intorno va oltre, indugia tra le pieghe dell’anima alla ricerca di ciò che non svanisce mai…
Vien l’autunno dalla montagna ed ha odor di castagna. Vien l’inverno dai ghiacciai e nel suo sacco non ha che guai. C’è ancora una lucertola sul muro, c’è ancora un geranio sul balcone. C’è ancora, ancora un po’ di primavera: ne resta sempre un poco tutt’inverno e a chi la sa trovare tanta gioia può dare. Gianni Rodari
Attività in classe
Tra le passeggiate, le raccolte e le osservazioni molte sono le attività che possono nascere dalla pluralità di stimoli che ne provengono.
Dalle nomenclature, alle leggende fino alle scherzose attività di Halloween.
Un albero è talmente tante cose che per spiegarlo questo libro ha avuto bisogno di quattro persone: una poetessa, due illustrataci e un biologo. Un albero, infatti, fa molte cose diverse e per questo può essere guardato da tanti occhi diversi.
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Le prime letture affondano le proprie radici nei vissuti dei bambini e nelle situazioni reali e quotidiane.
Rappresentano un ritrovare e un ritrovarsi, un riconoscere e un riconoscersi in un ambiente o in una situazione attraverso qualcosa che sa ben rappresentarli, la parola.
Solo successivamente la lettura si incammina verso strade ben più ampie e articolate dove la curiosità e l’interesse gonfiano le vele…
Dai piccoli libri, alle nomenclature, dagli abbinamenti fatti di immagini e parole alle passeggiate in natura; in un processo virtuoso che dal concreto va alla parola e dalla parola va al concreto, accompagnando i bambini nei loro percorsi di scoperta .
Un libro per leggere e per fare aspettando Natale. Dalla a alla zeta ogni lettera richiama una parola e ogni parola richiama il Natale con il carico di attesa che sempre lo circonda. Dalle lettere dell’alfabeto prendono forma le parole, dalle parole prendono forma le storie e dalle storie prendono forma i giochi, i disegni e i colori. Un libro tutto da leggere e giocare. Il libro è scritto in stampato maiuscolo, ma presenta l’alfabeto nei quattro caratteri principali e introduce alla scrittura in corsivo.
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Nella sua favola del paese delle parti del discorso Maria Montessori affianca l’immagine del verbo ad un grande sole rosso che irradia energia e fa muovere tutte le cose.
Molte altre sono le attività da lei proposte per concretizzare la funzione del verbo: i giochi verbali da fare sul tappeto, le scatole dei comandi, le storie, le attività pratiche quotidiane.
Il verbo permea e sottende ogni cosa che facciamo, che pensiamo, che programmiamo; l’enfasi che poniamo sulla sua funzione all’interno della frase contribuisce ad incrementarne l’analisi e la riflessione.
Dall’analisi grammaticale con i nove simboli delle parti del discorso, alla stella dell’analisi logica fino allo studio sistematico delle coniugazioni, il verbo, anche a livello percettivo, appare sempre come protagonista: sole rosso e centro propulsore .
Attività in classe
Un’attività per concretizzare lo studio delle coniugazioni è quella delle scatole del verbo.
Le scatole sono tre: due per le coniugazioni proprie ed una comprensiva delle tre coniugazioni.
La scatola presentata nel video è quella relativa alla coniugazione propria del verbo avere.
La scatola è suddivisa in scomparti per i modi finiti e per i modi indefiniti e comprende una serie di cartellini con le voci verbali.
Ogni cartellino, una voce verbale da leggere, analizzare e sistemare nel giusto scomparto.
La tavola di controllo permette l’autoverifica dell’attività.
“Il ragno e l’uva”
Un esercizio importante per riflettere sulla rete di relazioni semantiche e sintattiche che nascono dal verbo è il cloze.
L’attività proposta presenta una favola di Leonardo Da Vinci dalla quale sono state eliminate le forme verbali ed una favola senza verbi non ha storia, non ha colore e non ha tempo…
L’esercizio spinge quindi verso una riflessione del verbo e successivamente mira alla ricostruzione della favola tramite l’inserimento dei verbi presentati a parte.
L’attività può proseguire con l’analisi grammaticale delle voci verbali.
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Un percorso di scoperta e concretizzazione attraverso le favole cosmiche, la fascia del tempo e la striscia dei secoli.
Concretizzare lo scorrere del tempo non è cosa semplice, così come non è semplice avere percezione di misure di tempo lunghissime: eoni, ere, millenni, secoli, epoche…
Tempi lunghissimi che vanno oltre quella che può essere la comprensione legata alla concretezza dei fatti e ai tempi vissuti: ieri, oggi, prima, dopo, l’anno passato o l’anno prossimo…
Maria Montessori racconta l’origine del mondo e la sua evoluzione attraverso le Favole Cosmiche offrendo una rappresentazione completa della storia dell’universo, della Terra e della vita sulla Terra.
Le favole, tra meraviglia e stupore, aprono scenari immaginifici e, allo stesso tempo, avvicinano alla comprensione di concetti astronomici e scientifici.
Ogni favola si presta ad essere accompagnata da esperimenti e attività concrete che rendono la storia dell’universo oggettivamente comprensibile.
Maria Montessori ha ideato e progettato le favole cosmiche in modo da fornire un quadro interdisciplinare che collega la fisica, la chimica, la geologia, la biologia e altre scienze, promuovendo una comprensione profonda e interconnessa del mondo naturale.
Ma non solo; le favole sviluppano quella che potremmo definire curiosità scientifica e il rispetto per l’universo e la Terra in cui vivono.
Solitamente, dopo la seconda favola cosmica, si presenta la fascia nera del tempo.
La presentazione della fascia, nella sua estrema semplicità, rende oggettivatile, seppur in modo scalare, la storia dell’universo dal Big bang ad oggi.
All’interno della fascia trovano posto gli eoni, i millenni e le ere.
Una striscia lunghissima che nel suo srotolarsi ripercorre le fasi evolutive con i grandi cambiamenti che le hanno caratterizzate.
Passo dopo passo si seguono i millenni fino ad arrivare alla fine della striscia: una piccolissima parte rossa. E proprio quella piccolissima parte rappresenta la comparsa degli esseri umani sulla Terra . Un piccolissimo, quasi insignificante lembo rosso rispetto ai metri e metri di striscia nera, eppure, quel piccolissimo lembo rosso rappresenta tutto il tempo che è passato da quando i primi esseri umani sono giunti sulla Terra.
Attività in classe
Successivamente alla presentazione della fascia del tempo o comunque come attività tesa a concretizzare e rendere visibile lo scorrere del tempo, è la presentazione della striscia dei secoli .
Il materiale si compone di una striscia lunghissima che riporta il numero dei secoli partendo da oltre 10000 anni fa ad oggi.
La parte con le scritte in nero rappresenta il tempo prima di Cristo, quella in rosso i tempi dopo Cristo.
Una lunghissima parte nera per i secoli prima di Cristo ed una piccolissima parte rossa per i secoli dopo Cristo.
A destra e a sinistra della striscia, in una frenetica attività di sistematizzazione, trovano posto i cartellini con i numeri dei secoli secondo la scrittura araba e romana.
Accanto ai cartellini indicanti i secoli, troveranno collocazione immagini, date e fatti che cresceranno in modo proporzionale alle scoperte dei diversi percorsi scolastici.
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Non una parola qualunque, la parola per eccellenza.
La parola che sorregge l’intero impianto del discoro; la parola intorno alla quale si costruisce l’intera rete di relazioni tra tutte le altre parti del discorso.
Verbo e nome; strutture portanti di frasi e pensieri.
Ma il verbo, ancor più del nome, ha la prerogativa di cambiare in continuazione: un vero trasformista.
Le sue varietà di forme danno precise indicazioni su tempi, contesti, atteggiamenti e circostanze.
Nella favola delle parti del discorso di M.Montessori il verbo è il sole rosso che non si ferma mai e “irradia la sua forza animando la materia”.
Il bambino utilizza in modo corretto tutte le parti del discorso, compreso il verbo nella gran parte delle sue forme, già in tenerissima età.
Le attività strutturate da M.Montessori mirano infatti a guidare i bambini alla riflessione sul verbo e la sua funzione all’interno del discorso portando alla luce ciò che già possiedono in modo implicito.
La sua proposta è giocosa e divertente e conduce ad importanti e fonfdamentali riflessioni.
Ai giochi e alle attività collettive, con cui suggerisce di iniziare il processo di riflessione, segue un’attività più sistematica di riflessione linguistica con lo sviluppo delle scatole grammaticali.
Attività in classe
Il modo indicativo.
L’attività proposta si integra con lo sviluppo delle prime cinque scatole grammaticali e con l’albero dei verbi.
Seguendo lo schema della tavola dei verbi i bambini dividono i tempi tra semplici e composti e procedono con il riconoscimento e l’analisi di tutte le voci verbali.
Costruire le piramidi egizie, blocco dopo blocco, operazione dopo operazione.
Un’attività per stimolare le tecniche del calcolo mentale e favorire il calcolo veloce.
Le piramidi additive e sottrattive prevedono la risoluzione di operazioni partendo dal basso verso l’alto; ogni operazione è concatenata sia con quella vicina che con quella posta al livello superiore in un gioco di incastri e possibilità divertente e stimolante.
Una volta presa dimestichezza con la risoluzione delle piramidi, i bambini possono costruirne a piacimento seguendo il principio inverso a quello utilizzato per la risoluzione.
Le piramidi costruite in modo autonomo entrare a pieno titolo, e con grande soddisfazione dei bambini, a far parte delle attività di classe ed essere scambiate all’interno del gruppo classe.
Attività in classe
Presentazione
Piramidi additive
In ogni riga la somma dei due numeri adiacenti è pari al numero sopra di essi.
la correttezza delle soluzioni può essere verificata con il materiale concreto a disposizione.
Piramidi sottrattive
La sottrazione di due numeri adiacenti in una riga deve essere uguale al numero sopra di essi.
Portare la biglia all’uscita del labirinto. Due livelli di difficoltà
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E se per risolvere un problema dovessimo prima ricomporlo?
Ricostruire un problema partendo dall’analisi delle sue parti fondamentali, testo e domanda, presuppone un’attenta riflessione linguistica necessaria e funzionale alla risoluzione.
Nello sviluppo dell’attività proposta, è proprio attraverso questa riflessione che si arriva alla scelta della domanda logicamente possibile e quindi alla ricomposizione del puzzle.
Spesso la difficoltà nella risoluzione dei problemi aritmetici è prettamente linguistica e non matematica e una formulazione linguistica complessa finisce per precludere la strada a bambini con buone potenzialità matematiche: la corretta decodifica linguistica si antepone e si sovrappone al problema matematico stesso.
Ogni asserzione matematica è fatta di aspetti semantici e sintattici, di dati linguistici espliciti e impliciti la cui corretta decodifica risulta determinante nella risoluzione del problema. Ricomporre un puzzle di problemi riflettendo mano a mano su testi e domande e sulle loro possibili relazioni, porta a sviluppare competenze specifiche di decodificazione linguistica del testo verbale e a padroneggiare indicatori logici e parole chiave per la corretta interpretazione del testo e la successiva risoluzione del problema.
Attività in classe
l materiale comprende quattro problemi suddivisi in testo e domanda.
L’attività prevede la ricomposizione dei problemi analizzando i testi e le domande possibili.
Solo dopo la comprensione linguistica, si passa alla fase risolutiva.
«Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite».
Iqbal Masih
Il 20 novembre, insieme all’adozione della convenzione sui diritti dell’infanzia, si celebra la Giornata Mondiale dei diritti dei bambini e delle bambine; l’adozione e la ratifica dei documenti, oltre al riconoscimento dei diritti dei bambini e delle bambine di tutto il mondo, ha aperto la strada a politiche di tutela e protezione nei loro confronti.
Purtroppo ci sono ancora paesi in cui i bambini non vivono da bambini e dove l’infanzia è calpestata e violentata.
E in uno di questi paesi, il Pakistan, nel 1983 nasce Iqbal Masih.
Quando Iqbal aveva solo cinque anni, i genitori contrassero un debito per sostenere le spese del matrimonio della sorella e Iqbal fu venduto a un fabbricante di tappeti per pochi dollari.
Da quel momento Iqbal lasciò la sua casa, il suo letto e la sua vita di bambino e fu costretto a lavorare per oltre dodici ore al giorno e per sette giorni alla settimana.
Il piccolo lavorava incatenato al suo telaio insieme a tanti altri bambini come lui e il suo stipendio di una rupia, pari a pochi centesimi di euro, non poteva mai bastare a pagare il suo debito che cresceva per il costo del misero pasto quotidiano.
Un giorno, Iqbal riuscì a fuggire dalla fabbrica/prigione e si rivolse alla polizia per denunciare i soprusi fatti a lui e agli altri bambini, ma tutto fu inutile: Iqbal venne immediatamente riportato alla manifattura e lì bastonato per punizione.
Ma il piccolo non si diede per vinto…
La storia di Iqbal è la storia di un bambino dall’incredibile coraggio che si snoda lungo un arco di vita di soli dodici anni…
nel 1992 Iqbal riuscì a uscire di nascosto dalla fabbrica/prigione per partecipare insieme ad altri bambini ad una manifestazione del Bonded Labour Liberation Front;
dal 1993 cominciò a viaggiare e a partecipare a conferenze internazionali raccontando la sua storia per sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti negati ai bambini, contribuendo così ad alimentare il dibattito sulla schiavitù mondiale e sui diritti internazionali dell’infanzia.
nel dicembre del 1994 ottenne un premio di 15.000 dollari e, con quei soldi, Iqbal decise di finanziare una scuola nel Pakistan.
nel 1995, nella città di Lahore, partecipò ad una conferenza contro la schiavitù dei bambini. Grazie a Iqbal, l’eroe bambino, circa tremila piccoli schiavi poterono uscire dalla loro condizione grazie all’attenzione che l’attivismo di Iqbal aveva saputo attirare a livello internazionale.
Il 16 aprile 1995,a solamente 12 anni, Iqbal Masih venne assassinato mentre stava andando in chiesa insieme ai suoi cugini .
Si parlò subito di un complotto della mafia dei tappeti, ma con la sua morte Iqbal non ha smesso di essere tra noi e merita di essere ricordato ogniqualvolta si parli dei diritti dei bambini; nel 2000 ha ricevuto il World’s Children’s Prize, il cosiddetto “nobel dei bambini” che viene assegnato a chi ha dato un forte contributo per il riscatto e la tutela dei diritti dei bambini nel mondo .
La storia appassionante e poetica di Iqbal e dei suoi amici, schiavi in una fabbrica di tappeti, che lottano contro l’ingiustizia e la violenza, per la libertà di tutti i bambini sfruttati.
Prima di diventare un’attivista famosa in tutto il mondo, Malala era solamente una ragazza pronta a combattere per tutto ciò in cui credeva.
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