La sfida dell’educazione alla pace sta proprio nel creare le condizioni affinché il rapporto possa alimentarsi non solo nella simpatia ma anche nella discordanza e nella diversità

Daniele Novara

La pace non è assenza di conflitto, come erroneamente si pensa, anzi si riconosce come tale se è in grado di mantenere viva, positiva e costruttiva la relazione anche e soprattutto nella divergenza.

Ed è un esercizio costante quello che ci porta fin da piccolissimi a decentrarsi, a “mettersi nei panni di” per capire, provare, sviluppare empatia.

Pace non significa tollerare, ma costruire partendo proprio dalle differenze, dai contrasti e dalle divergenze .

La pace non è una condizione di immobilità, ma il risultato della continua ricerca di strategie e soluzioni che possano ricreare un equilibrio tra le parti.

La scuola è senza dubbio l’ambiente per eccellenza dove stando insieme, giorno dopo giorno, si impara a stare insieme.

All’interno del gruppo classe, bambini e bambine hanno infatti la possibilità di “esercitarsi” nella costruzione continua di uno stato di pace.

Le molteplici relazioni che i bambini instaurano con i coetanei all’interno del gruppo classe nei più diversi contesti e situazioni, offrono loro la possibilità di sperimentare sulla propria pelle e in modo concreto la necessità di ricercare equilibri per costruire una situazione di benessere per tutti.

Studio, ricerca, gioco libero, individuale o di squadra, attività di gruppo o collettive, di coppia o di tutoraggio, creative e ricreative rappresentano una vera palestra emozionale utile e necessaria non solo a sviluppare relazioni, ma per imparare a mantenerle in una ricerca quotidiana e costante di equilibri ed alleanze.

Contesti e relazioni, divergenze ed equilibri, contribuiscono a generare consapevolezza di se stessi e degli altri nel riconoscimento oggettivo delle reciproche differenze e punti di vista.

E in una società dove l’apparenza ha indubbiamente il suo peso, questo percorso di ricerca verso la consapevolezza di sé e degli altri non è mai scontato…

Attività

Gianni Rodari in “Pesi e misure” , con pochi versi e con la sua tipica leggerezza, pone l’accento non solo sugli stereotipi che determinano ruoli predefiniti fortemente sigillati in norme sociali, ma anche sul diritto dei bambini a crescere liberi da stereotipi per costruire una società non discriminatoria.