Una storia che parla di solidarietà e di diversità, di unione di intenti, di bene comune e di ottimismo; di quell’ottimismo che la buona volontà porta sempre con sé.
Una storia che parla di cambiamento verso un mondo migliore, dove davvero nessuno è “un nano”…
“I nani di Mantova” è uno degli ultimi racconti pubblicati da Rodari, pochi mesi prima della sua scomparsa.
La storia racconta di un gruppo di nani che vivono in un piccolo appartamento costruito a loro misura all’interno del Palazzo Ducale della città: lì tutto è perfetto, o almeno sembra; tutto è in miniatura e alla loro portata.
Ma i nanetti sanno di essere lì solo per divertire e distrarre i duchi: non sono liberi di uscire, devono essere sempre pronti all’uso…
Giorno dopo giorno, cominciano a detestare la loro condizione sia di piccoli che di prigionia.
Sono tristi e infelici, ma non hanno il coraggio di ribellarsi. E continuano a divertire i duchi…
Un giorno però il duca costringe i nanetti ad una ulteriore umiliazione per rendere il suo divertimento ancora maggiore:
"Oggi per dar nuovissimo spettacolo alla corte si vuole qui vedere chi di voi sia il più forte.
I nani sono costretti a combattere l’uno contro l’altro ed è allora e solo allora che decidono finalmente di fuggire.
La fuga li porta in giro alla scoperta del mondo e, piano piano, accade il miracolo: i nani scoprono che fuori dal palazzo la gente li rispetta e capiscono che possono fare esattamente come tutti gli altri e insieme a tutti gli altri.
Superano così le loro paure e iniziano a lavorare fra la gente: chi come pescatore, chi come ombrellaio, chi come sarta o panettiere.
Capitan Bombardo però li cerca, offre oro e zecchini a chi li scova, ma ormai tutto è cambiato: i nani hanno capito che a farli rimanere piccoli era la loro stessa incapacità di ribellarsi.
I nani non ebbero paura.In altezza erano rimasti com'erano, ma in cuore erano cresciuti. Tutti avevano un cuore da uomini coraggiosi. E affrontarono senza tremare il capo delle guardie usando come armi gli strumenti di lavoro
I nani, con l’aiuto di molti amici, ebbero la meglio guadagnandosi la libertà e chiesero al temibile Capitan Bombardo di recapitare a tutti un gran messaggio:
Uniti pure i nani diventano giganti