“La produzione creativa dei bambini è paragonabile ad un aquilone, leggero, capace di far sognare e di volare verso la perfezione, ma delicato e facilmente distruttibile.” – Gerardo Leo, Gianni Rodari, maestro di creatività, 2003
La primavera ci invita a rallentare, ad aprire le finestre del tempo e del cuore. È una stagione che parla di risvegli e possibilità. In questo tempo morbido e generoso, possiamo offrire ai bambini non solo compiti, ma esperienze.
Occasioni semplici per toccare il cielo con un filo, come con un aquilone.
Un giorno di vento e meraviglia
Un giorno di sole, un prato, un filo, un po’ di vento. E un messaggio.
Non un compito da svolgere, ma un’esperienza da vivere con tutto il corpo e con tutti i sensi. Un invito lieve a cercare il cielo, ad ascoltare il vento, a sentire la terra sotto i piedi. Un’attività semplice, che diventa scoperta. Un tempo lento, che diventa memoria.
Ho proposto a bambine e bambini di costruire un aquilone e affidargli un messaggio di pace.
Un pensiero personale, nato in silenzio, che potesse librarsi nel vento.
Perché un aquilone?
Perché unisce cielo e terra. Perché ci ricorda che per volare bisogna anche saper restare con i piedi per terra. Perché mentre lo si fa volare, si guarda il cielo con il naso all’insù, ma si respira anche il profumo dell’erba, si ascoltano i suoni della natura, si sta insieme.
E non importa se l’aquilone non vola alto o se cade. L’importante è esserci: ridere, osservare, imparare. Condividere un momento con altri, intrecciando emozioni e scoperte.
Attività: costruiamo un aquilone – guida passo passo
Un’attività semplice, perfetta per le giornate di primavera. Materiali facilmente reperibili, mani in movimento e un pizzico di vento per completare l’opera!
✂️ Materiali:
2 bastoncini di legno leggeri (es. spiedini lunghi, cannucce rigide, stecchi da ghiacciolo)
1 foglio di carta leggera o carta velina (30×30 cm circa)
Spago o filo da aquilone (anche filo da cucina)
Nastro adesivo e colla
Forbici
Pennarelli o colori per decorare
Un nastrino o strisce leggere per la coda dell’aquilone
🛠 Istruzioni:
Prepara la struttura a croce
Sovrapponi i due bastoncini a formare una croce.
Il bastoncino orizzontale deve essere leggermente più in alto rispetto al centro.
Legali insieme con uno spago e fissa con un po’ di colla o nastro adesivo.
Taglia la carta
Appoggia la croce sulla carta e disegna il contorno, unendo le estremità con linee rette (verrà una forma a diamante).
Ritaglia la sagoma.
Fissa la carta alla struttura
Piega i bordi della carta sopra la struttura e fissali con nastro adesivo o colla.
Attenzione a non lasciare spazi: l’aquilone deve essere ben teso!
Decora il tuo aquilone
Colora con disegni, simboli di pace, fiori, arcobaleni, parole gentili.
Puoi anche scrivere il tuo messaggio di pace al centro.
Aggiungi la coda
Ritaglia strisce leggere (stoffa, carta crespa, nastro regalo) e fissale in fondo all’aquilone.
La coda lo aiuterà a volare stabile.
Attacca il filo per farlo volare
Fai un piccolo foro dove i bastoncini si incrociano.
Infilaci un filo lungo e resistente: è il tuo filo da aquilone!
☀️ Ora esci… e cerca il vento
Trova un prato, guarda il cielo e fai volare il tuo aquilone! Non importa quanto in alto andrà… ciò che conta è il tempo vissuto, le emozioni condivise, il legame creato tra cielo e terra.
L’educazione alla vita deve cominciare dalla conoscenza del nostro ambiente, affinché il bambino possa sentirsi parte del mondo e prenderne cura. — Maria Montessori
Le vacanze e il tempo libero rappresentano una straordinaria opportunità per avvicinare i bambini alla natura, stimolando in loro una curiosità genuina e un rispetto profondo per l’ambiente che li circonda. Questi momenti di pausa dalla routine scolastica diventano, infatti, occasioni ideali per favorire una connessione autentica con il mondo naturale, un viaggio di scoperta che si intreccia perfettamente con il metodo Montessori, dove l’osservazione e la cura sono elementi fondamentali.
Nel cuore di ogni bambino c’è una spinta naturale verso l’esplorazione. Offrendo loro la possibilità di immergersi in esperienze dirette con la natura, come passeggiate in un bosco, una visita a un giardino o semplicemente l’osservazione di un angolo verde nel cortile di casa, possiamo aiutarli a sviluppare una profonda comprensione della biodiversità che ci circonda. Ogni pianta, ogni insetto, ogni piccola creatura che popolano il nostro ambiente ha una storia da raccontare, e ogni piccolo gesto di cura che i bambini compiono nei confronti della natura, come piantare un fiore o nutrire un animale, rafforza il legame che li unisce a ciò che li circonda.
Il metodo Montessori, con il suo focus sull’autonomia, l’osservazione attenta e la cura dell’ambiente, offre una guida perfetta per accompagnare i più piccoli in questo percorso di esplorazione. La cura della natura non è solo un gesto pratico, ma diventa un’esperienza educativa che insegna il rispetto per la vita in tutte le sue forme, coltivando il senso di responsabilità e l’importanza di ogni singola azione.
Materiale Didattico: Il taccuino dell’osservatore
Per rendere questa esperienza ancora più significativa, si potrebbe utilizzare un “Taccuino dell’Osservatore”, un piccolo quaderno che i bambini potranno portare con sé durante le passeggiate all’aperto o durante il tempo passato in giardino. Questo taccuino è uno strumento prezioso per raccogliere e documentare le loro scoperte, un diario in cui annotare ciò che si osserva e si sperimenta. Ogni pagina del taccuino potrebbe includere uno spazio per disegnare, scrivere brevi note sulle caratteristiche delle piante o degli animali incontrati e riflettere sui cambiamenti osservati nel corso del tempo.
Il Taccuino dell’Osservatore potrebbe essere strutturato in questo modo:
Pagina 1: “Inizio della Scoperta”
Una sezione per il nome e la data, con una breve descrizione dell’ambiente in cui ci si trova (bosco, giardino, parco, ecc.).
Spazio per scrivere ciò che si spera di osservare (ad esempio, “cercherò delle farfalle” o “voglio scoprire che tipo di alberi ci sono”).
Pagina 2: “Cosa ho visto”
Disegno libero di ciò che il bambino ha osservato (una pianta, un insetto, un animale, ecc.).
Piccole note o descrizioni su come appare, cosa fa o come si muove l’oggetto osservato.
Pagina 3: “Cosa ho imparato”
Una riflessione personale, anche breve, su ciò che è stato appreso durante l’osservazione.
Domande da porsi, come “Cosa mi ha sorpreso di più?” o “Perché questa pianta è importante per l’ambiente?”
Pagina 4: “Prendersi Cura”
Spazio per annotare azioni concrete di cura che il bambino potrebbe intraprendere, come “ho piantato un seme” o “ho annaffiato una pianta” e come questa cura aiuti l’ambiente.
Materiale scaricabile
Ogni essere vivente ha una storia da raccontare…
Se ci fermiamo in silenzio ad ascoltare, anche un piccolo insetto o una pianta nascosta tra l’erba può svelarci qualcosa di straordinario. Ogni creatura – con le sue abitudini, i suoi colori, le sue strategie per vivere – è una pagina preziosa nel grande libro della biodiversità.
Scopriamo insieme una di queste storie speciali, osservando con occhi curiosi e cuore attento e prepariamo il taccuino per l’osservazione:
Insegnare ai bambini a osservare, rispettare e prendersi cura della natura non è solo un atto educativo, ma una vera e propria occasione di crescita, in cui la scoperta e l’apprendimento diventano un’esperienza immersiva e interattiva. Offrire loro il “Taccuino dell’Osservatore” significa dar loro la possibilità di diventare piccoli esploratori, custodi della biodiversità e promotori di una cultura di rispetto verso l’ambiente. Con il metodo Montessori come guida, ogni passo fatto nella natura diventa un’opportunità per imparare, crescere e, soprattutto, connettersi con il mondo che ci circonda.
Sei zampe e poco più sono tutto quello che serve per fare un insetto. Eppure con questi semplici ingredienti in natura si sono evolute milioni di specie diverse, in ogni clima e continente…
Un albero è talmente tante cose che per spiegarlo questo libro ha avuto bisogno di quattro persone: una poetessa, due illustrataci e un biologo. Un albero, infatti, fa molte cose diverse e per questo può essere guardato da tanti occhi diversi.
Lily, piccola rana esploratrice: Leggere, fare e scoprire Lily è una piccolissima rana, ma il suo spirito è quello della grande esploratrice. Un giorno decide di uscire dal suo placido stagno e, con un salto, inizia il suo primo viaggio che la porterà a esplorare l’inesplorato e a scoprire l’esistenza di alcune delle meravigliose creature che si prendono cura del pianeta che le ospita, ognuno per la sua parte: api, farfalle, chiocciole e formiche…Un libro, come nella tradizione di Montessorianamente Libri, per leggere e per fare, ricco di attività e spunti didattici per nuove esplorazioni nel mondo delle scienze, della grammatica, della matematica e della lingua inglese. Il libro è disponibile in due versioni: corsivo e stampato maiuscolo
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La Terra è dove sta la casa di tutti. Educare il bambino alla comprensione del mondo significa insegnargli a prendersi cura di questa casa.
M.Montessori
Ogni 22 aprile si celebra la Giornata della Terra, un momento prezioso per portare bambini e bambine a riflettere sull’importanza di prendersi cura del nostro pianeta. La sostenibilità, oggi più che mai, è una priorità globale e l’educazione può offrire strumenti concreti per coltivarla fin dai primi anni di vita.
Nel panorama mondiale, giovani attiviste e attivisti stanno mostrando che il cambiamento è possibile. Con coraggio e determinazione, si battono ogni giorno per la giustizia climatica, la salvaguardia delle risorse naturali e la difesa delle popolazioni più colpite dai mutamenti ambientali.
Le loro storie, provenienti da ogni continente, possono diventare ispiratrici, esempi vivi e motivanti, capaci di far sentire ognuno di noi parte di un grande progetto di cura collettiva.
Educare alla sostenibilità secondo la pedagogia Montessori
Nel metodo montessoriano l’educazione ambientale non è astratta, ma passa attraverso l’esperienza diretta e quotidiana: il contatto con la natura, l’osservazione dei fenomeni, la responsabilità nei piccoli gesti. Il bambino diventa protagonista di un percorso che lo mette in relazione con il mondo vivente, stimolando rispetto, meraviglia e consapevolezza.
L’educazione alla sostenibilità, quindi, non è un tema da affrontare in un solo giorno, ma un filo che può accompagnare tutto l’anno scolastico.
Attivismo giovanile nel mondo: una voce tutta al femminile
La scelta di raccontare il percorso e l’impegno di attiviste femminili nasce dalla volontà di dare voce a una realtà spesso sottovalutata, ma fondamentale.
In tutto il mondo, le donne giocano un ruolo chiave nella tutela dell’ambiente e nella costruzione di un futuro più equo e sostenibile. In molte comunità, sono loro a occuparsi della gestione delle risorse naturali, dell’acqua, della terra, della salute delle famiglie e del benessere collettivo.
Questa centralità nella vita quotidiana le rende anche testimoni dirette dei cambiamenti climatici e delle ingiustizie ambientali, spingendole ad attivarsi con coraggio, determinazione e creatività. Dalla giovane Greta Thunberg, che ha dato voce a una generazione intera, a donne meno note ma profondamente radicate nei loro territori, come le contadine dell’Africa subsahariana o le leader indigene dell’Amazzonia, il loro impegno è un esempio potente di cura, responsabilità e azione.
Dare spazio a queste storie significa riconoscere il valore della leadership femminile in ambito ecologico e sociale, rompere stereotipi, ispirare nuove generazioni e costruire un’idea di sostenibilità che sia realmente inclusiva. Significa, soprattutto, restituire dignità a un modo di abitare il mondo che si basa sul rispetto, sulla relazione e sulla capacità di prendersi cura, non solo della natura, ma anche degli altri esseri umani.
Storie per ispirare–Attività in classe
In Europa si può conoscere Greta Thunberg, simbolo mondiale del movimento Fridays for Future. In Africa, Elizabeth Wathuti porta avanti progetti di riforestazione e tutela dell’acqua. Dall’Asia arriva la voce della piccola Licypriya Kangujam, che ha parlato all’ONU già a otto anni. In America, Xiye Bastida rappresenta le popolazioni indigene e le nuove generazioni nella battaglia climatica. Dalle isole del Pacifico, infine, Brianna Fruean difende la sopravvivenza delle comunità minacciate dall’innalzamento dei mari.
Le biografie possono essere proposte attraverso brevi letture o schede narrative illustrate, in modo da rendere il racconto accessibile e coinvolgente. Ogni figura può essere collegata a una mappa del mondo su cui i bambini posizionano nome, volto e impegno di ciascun giovane attivista.
Per completare la panoramica globale, è possibile integrare una selezione di articoli tratti da giornali e riviste, adattati per la lettura a scuola, che raccontano in modo chiaro e avvincente le sfide ambientali affrontate nei diversi continenti. Ogni lettura può essere seguita da un momento di confronto e da una sintesi guidata da costruire insieme.
Laboratorio attivo: “Un gesto per la Terra”
Parallelamente alla scoperta degli attivisti e dei problemi ambientali, è importante accompagnare i bambini nella sperimentazione diretta di azioni sostenibili. Proporre un laboratorio pratico significa rendere i bambini protagonisti del cambiamento nella loro realtà quotidiana.
Si può iniziare con la creazione di un Diario della sostenibilità.
Ogni bambino riceve un piccolo quaderno o scheda su cui annotare, per una settimana, i gesti ecologici messi in pratica: spegnere le luci, portare la borraccia, evitare lo spreco d’acqua, usare la bicicletta o partecipare a una pulizia del cortile.
Al termine della settimana, si raccolgono le esperienze e si riflette insieme sul valore del contributo di ciascuno.
Questa attività può essere accompagnata dalla realizzazione di un grande cartellone murale di classe, dove scrivere e illustrare le azioni positive emerse. Il cartellone diventa memoria visiva del percorso e invito al proseguimento dell’impegno.
Infine, si può proporre agli alunni di realizzare una mini campagna ecologica, preparando slogan, disegni e messaggi da diffondere nella scuola o nel quartiere. In questo modo, il messaggio educativo si espande oltre l’aula, coinvolgendo anche la comunità.
Educare alla sostenibilità significa coltivare l’empatia, la consapevolezza e il senso di responsabilità. I bambini non sono solo destinatari di un messaggio, ma portatori di futuro.
Conoscere storie vere di giovani che si sono alzati in piedi per difendere la Terra può dare loro coraggio, fiducia e ispirazione.
E quando queste storie si intrecciano con azioni concrete, il messaggio educativo diventa duraturo. Come un seme piantato nella terra: invisibile all’inizio, ma pronto a fiorire.
Nessuno è troppo piccolo per fare la differenza
Greta Thunberg
Una frase semplice, ma potentissima, che può diventare un mantra per chi decide di mettersi in cammino verso un futuro più giusto e sostenibile.
E quando queste parole si intrecciano con azioni concrete, il messaggio educativo diventa duraturo. Come un seme piantato nella terra: invisibile all’inizio, ma pronto a fiorire.
L’educazione comincia dalla meraviglia — Maria Montessori
Apprendere con meraviglia.
Pochi viaggi sono affascinanti come quello che porta un bambino a esplorare un’antica civiltà volando idealmente con un falco sacro tra geroglifici, colori e miti senza tempo…
Quando pensiamo all’Antico Egitto, immaginiamo subito piramidi maestose, faraoni solenni e simboli misteriosi. Ma c’è un altro Egitto, più leggero e silenzioso, che si libra nell’aria e si posa tra le acque del Nilo: è il mondo degli uccelli sacri, creature ricche di colori, significati e bellezza.
Quando pensiamo all’Antico Egitto, ci vengono in mente piramidi, faraoni e geroglifici. Ma c’è un altro mondo, più leggero e silenzioso, che volava sopra il Nilo e si posava tra le paludi: quello degli uccelli sacri, ricchi di colori, significati e bellezza.
Gli uccelli e gli dèi: un legame sacro
Per gli antichi Egizi, gli uccelli non erano solo creature da osservare: erano messaggeri divini.
Il falco rappresentava Horus, il dio del cielo e della regalità; l’ibis era sacro a Thot, dio della saggezza e della scrittura; l’avvoltoio proteggeva i sovrani sotto le ali della dea Nekhbet. Ogni piuma dipinta raccontava una storia, ogni becco ricurvo portava un simbolo.
Un mondo dipinto: l’arte egizia e la natura
Gli artisti egizi osservavano il mondo con occhi attenti.
Nei dipinti funerari, come quelli della tomba di Khnumhotep o le celebri “Oche di Meidum”, le piume sembrano vibrare di vita.
La natura diventava decorazione, ma anche rito, simbolo e desiderio d’eternità.
Nel Papiro di Ani, uno dei testi più celebri del Libro dei Morti, si legge:
“Io sono l’ibis sacro che scrive la parola del cielo…”
Un verso potente, che collega il volo degli uccelli all’atto magico della scrittura.
Un volo tra mito e colori
Nel cuore dell’antico Egitto, tra acque che scorrono lente e sabbie che custodiscono segreti millenari, prende vita una leggenda che parla di arte, simboli e meraviglia. “Il falco d’oro e il pittore del Nilo” è un racconto che intreccia mito e immaginazione: il giovane Menhi, seguendo il volo di un falco dorato, scopre la forza dei colori sacri e il profondo legame tra pittura e spiritualità.
Attraverso questa storia, si entra in punta di piedi nella visione egizia del mondo: un universo dove ogni gesto è sacro, ogni colore ha un’anima e ogni pennellata racconta l’eternità.
Il 2 aprile il mondo si tinge di blu per celebrare la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, un’occasione preziosa per riflettere sull’importanza dell’accoglienza e sul valore della diversità. Questa giornata, istituita dalle Nazioni Unite nel 2007, nasce con l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere una società più inclusiva, dove ogni persona possa esprimersi senza barriere.
L’autismo è una condizione del neurosviluppo che si manifesta in modi differenti, influenzando la comunicazione, le interazioni sociali e la percezione sensoriale. Non esiste un unico modo di essere autistici: alcuni bambini possono avere difficoltà con il linguaggio verbale, altri preferire modalità comunicative alternative, come immagini, gesti o suoni. Alcuni possono essere ipersensibili agli stimoli esterni, mentre altri ricercano input sensoriali intensi. Riconoscere questa unicità è il primo passo per creare un ambiente scolastico che valorizzi ogni bambino, permettendogli di apprendere e comunicare nel modo più adatto a lui.
La scuola ha un ruolo cruciale nel promuovere una cultura dell’inclusione. Non si tratta solo di spiegare cos’è l’autismo, ma di favorire esperienze che aiutino tutti i bambini a comprendere il valore della diversità. Strategie educative inclusive, attività pratiche e momenti di confronto possono trasformare la conoscenza in consapevolezza attiva. Giochi di ruolo, letture tematiche, laboratori sensoriali e strumenti di comunicazione aumentativa sono solo alcune delle metodologie che permettono di costruire un ambiente in cui ogni alunno si senta accolto e valorizzato.
Il colore blu, simbolo della giornata, rappresenta fiducia e speranza, due valori fondamentali per un’educazione che sia davvero inclusiva. Sensibilizzare i bambini su questi temi significa prepararli a diventare adulti capaci di accogliere le differenze, non come ostacoli, ma come risorse per arricchirsi reciprocamente.
Celebrare questa giornata non deve essere solo un evento simbolico, ma un impegno quotidiano per costruire una comunità scolastica e sociale più consapevole. L’autismo non è qualcosa da correggere, ma da comprendere. E la scuola è il luogo in cui questa comprensione può trasformarsi in un autentico percorso di inclusione. 💙
La semina di una pianta non è solo un atto agricolo, ma un atto educativo: è seminare conoscenza, pazienza e amore per la natura. Maria Montessori
Con l’arrivo della primavera, la natura si risveglia con tutta la sua energia. A scuola e a casa, ogni momento diventa un’occasione preziosa per osservare i cambiamenti stagionali: fiori che sbocciano, germogli che si fanno strada, prati che si tingono di verde.
🌿 Osservare e Toccare la Vita che Nasce Le passeggiate all’aperto diventano un’esperienza sensoriale completa: gli occhi si riempiono di colori, il corpo percepisce il tepore del sole e l’anima si nutre della bellezza del cambiamento. Approfittiamo di questi momenti per seminare, per immergere le mani nella terra e sentirne la consistenza, la forza e il calore. Stringere un seme tra le dita è un piccolo gesto che racchiude un enorme potenziale: così piccolo e leggero, eppure capace di trasformarsi in una nuova vita.
🍏 Dalla Cucina al Giardino: Scoprire i Semi La ricerca dei semi non si ferma all’aria aperta, ma entra anche in cucina! Tagliando frutta e verdura, i bambini possono scoprire i semi nascosti nei cibi di ogni giorno, raccoglierli e osservarli da vicino. Alcuni di essi possono essere piantati direttamente, senza bisogno di essiccazione, dando il via a un meraviglioso esperimento sulla germinazione.
🌎 Un Percorso tra Biodiversità e Cura Ogni seme racconta una storia di ricchezza e diversità: forme, colori e dimensioni differenti che parlano della biodiversità del nostro pianeta. Alcuni semi diventano cibo, altri danno vita a nuove piante. Seminare non è solo un’attività pratica, ma un gesto di connessione con la natura, un invito a prendersi cura del ciclo della vita.
💚 Esperienze Concrete per un Legame con la Terra
Non lasciamo che i bambini perdano l’opportunità di fare esperienze reali con la natura. Toccare la terra, osservare un seme che germoglia, prendersi cura di una piantina giorno dopo giorno insegna loro il valore dell’attesa, della pazienza e della cura. È un’emozione unica vedere la vita che nasce, cresce e si trasforma.
Diamo ai bambini il dono di sentirsi parte di questo meraviglioso ciclo, perché solo chi conosce e ama la natura potrà imparare a rispettarla.
Lily è una piccola piccolissima rana, ma il suo spirito è quello della grande esploratrice. Un giorno decide di uscire dal suo placido stagno e, con un salto, inizia il suo primo viaggio. Quello di Lily sarà un viaggio entusiasmante che la porterà a esplorare l’inesplorato e a scoprire l’esistenza di alcune delle meravigliose creature che si prendono cura del pianeta che le ospita, ognuno per la sua parte: api, farfalle, chiocciole e formiche.
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Maria Montessori, pioniera dell’educazione moderna, ha sempre considerato l’istruzione non solo come un processo di apprendimento, ma come un potente strumento di trasformazione sociale. La sua visione pedagogica, basata sull’osservazione scientifica dei bambini, ha gettato le basi di un modello educativo che promuove la libertà, la responsabilità e, soprattutto, la pace.
Un percorso tra scienza e pedagogia
Maria Tecla Artemisia Montessori nacque a Chiaravalle, nelle Marche, il 31 agosto 1870.
Fu una delle prime donne italiane a laurearsi in Medicina nel 1896, con una tesi in Psichiatria che dimostrava già il suo interesse per la mente umana. Durante i suoi studi presso il manicomio “Santa Maria della Pietà” di Roma, si accorse di come i bambini con disabilità intellettive fossero considerati irrecuperabili e abbandonati a se stessi.
Convinta che questi bambini avessero diritto a un’educazione adeguata, studiò i metodi di Jean Marc Itard e di Édouard Séguin, adottando un approccio basato sulla stimolazione sensoriale e sulla personalizzazione dell’apprendimento.
Il suo lavoro con bambini con difficoltà cognitive portò a risultati straordinari, tanto che molti di loro riuscirono a superare nei test di apprendimento i coetanei senza disabilità.
Questo risultato la spinse a estendere il suo metodo a tutti i bambini, creando nel 1907 la prima “Casa dei Bambini” nel quartiere di San Lorenzo a Roma, una rivoluzione pedagogica “vivente”: l’ambiente era uno spazio nuovo interamente pensato per il bambino, in cui libertà e disciplina si intrecciavano armoniosamente e dove l’ordine, la bellezza e l’autonomia favorivano lo sviluppo di una mente capace di equilibrio interiore e collaborazione con gli altri.
Educazione e pace: un legame indissolubile
Nel suo libro “Educazione e Pace”, Maria Montessori sottolinea come la scuola debba essere il primo luogo in cui i bambini sperimentano un modello di convivenza pacifica:
“Per costruire una mentalità di pace debbo partire da un’educazione a scuola, come in famiglia, che sia per i bambini un’esperienza di pace.”
Questa affermazione si colloca in un periodo storico particolarmente turbolento: tra il 1932 e il 1939, mentre l’Italia si preparava alla guerra, Montessori promuoveva un’educazione basata sulla cooperazione, il rispetto reciproco e la libertà responsabile. Secondo il suo pensiero, insegnanti e genitori dovrebbero adottare comportamenti di pace, fondati sulla condivisione, sulla generosità e sulla non competitività.
Un Metodo per la libertà e la responsabilità
Uno degli aspetti più innovativi del Metodo Montessori è la centralità del bambino nel processo di apprendimento. L’ambiente scolastico viene progettato per favorire la libertà di scelta, l’autonomia e la responsabilità. I materiali di apprendimento sono auto-correttivi, consentendo al bambino di imparare dai propri errori senza la necessità di un intervento costante dell’adulto.
La libertà di scelta non è sinonimo di anarchia, ma di autodisciplina.
I bambini educati secondo il metodo Montessori, sviluppano un profondo rispetto per l’ambiente e per gli altri, sviluppano disponibilità alla cooperare e alla risoluzione di conflitti in modo costruttivo.
Questo conferma la sua intuizione che esista un istinto naturale alla pace:
La pace è un principio pratico di umanità.
L’ordine, la bellezza e la semplicità dell’ambiente Montessori non sono semplici dettagli estetici, ma strumenti fondamentali per favorire il benessere psicologico del bambino.
Un ambiente armonioso stimola la sicurezza, la stabilità emotiva e la capacità di orientarsi nel mondo circostante.
Il bambino non è un essere passivo, ma vero protagonista della propria crescita. L’educazione sensoriale, l’uso di materiali autocorrettivi e la libertà di scelta nell’apprendimento diventano strumenti per forgiare individui responsabili e capaci di cooperare.
La visione montessoriana della pace non è utopistica, ma profondamente concreta: nasce dalla fiducia nella bontà innata dei bambini e nella loro capacità di costruire un mondo più giusto. La sua eredità pedagogica continua ancora oggi a ispirare scuole e insegnanti in tutto il mondo, dimostrando che un’educazione basata sull’amore e sulla libertà è la strada più sicura verso un futuro di pace.
Un’eredità viva
Maria Montessori ha lasciato un’eredità pedagogica che ancora oggi ispira scuole in tutto il mondo. Le sue idee sulla pace, sull’inclusione e sulla libertà educativa continuano a influenzare il dibattito educativo contemporaneo. In un’epoca segnata da conflitti e divisioni, il suo messaggio risuona con forza: l’educazione è la chiave per costruire una società più giusta e pacifica.
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L’educazione non è qualcosa che l’insegnante fa, ma un processo naturale che si sviluppa spontaneamente nell’essere umano. — Maria Montessori, La scoperta del bambino, 1909
La primavera è una stagione di trasformazione, di luce che cresce e di natura che risveglia e si risveglia.
Per i bambini, è un’opportunità straordinaria di esplorazione e apprendimento, un momento dal sapore magico in cui il loro innato desiderio di scoprire il mondo, trova un’eco perfetta nella vita che sboccia intorno a loro.
Il rispetto per i ritmi naturali del bambino, base di tutto l’impianto pedagogico-didattico montessoriano, ben si lega al ciclo della primavera. Questa stagione, tanto attesa, ci insegna la pazienza della crescita, il valore dell’osservazione e la bellezza della trasformazione lenta e armoniosa.
Così come un fiore non sboccia tutto in un istante, ma segue il suo tempo, anche il bambino ha bisogno di un ambiente che rispetti il suo naturale sviluppo. La primavera diventa allora un’alleata preziosa per educatori e insegnanti, offrendo spunti di apprendimento che valorizzano l’attesa, la scoperta e il contatto con la natura.
🌿 Educare attraverso la Primavera
Nel metodo montessoriano, l’ambiente ha un ruolo chiave: accompagna il bambino nel suo percorso di crescita, offrendo stimoli adeguati e supportando la sua autonomia.
La primavera, con i suoi colori, suoni e profumi, apre spazi di apprendimento all’aria aperta, stimola i sensi e permette un’educazione che parte dall’esperienza diretta e dalla curiosità.
Osservare una pianta che cresce, ascoltare il canto degli uccelli al mattino, toccare la terra umida dopo la pioggia: ogni piccolo dettaglio diventa un’opportunità di crescita e di connessione con il mondo naturale.
La primavera offre spazi di apprendimento all’aria aperta, stimola i sensi e permette un’educazione che parte dall’esperienza diretta.
Osservare una pianta che cresce, ascoltare il canto degli uccelli al mattino, toccare la terra umida dopo la pioggia: ogni piccolo dettaglio diventa un’opportunità di crescita e di connessione con il mondo naturale.
Integrare la primavera nel percorso educativo significa offrire ai bambini occasioni di scoperta autentica e strumenti per sviluppare autonomia, responsabilità e meraviglia.
🌼 Proposte didattiche per vivere la Primavera
1️⃣ Il Calendario della Natura: osservare e documentare
Creare un piccolo diario della primavera, dove ogni bambino può registrare i cambiamenti che osserva nella natura: il primo fiore sbocciato, la comparsa di una farfalla, le giornate che si allungano. Si può accompagnare l’osservazione con il disegno, il collage di foglie e fiori secchi o brevi descrizioni. Questo esercizio sviluppa il pensiero scientifico e il senso di meraviglia.
Materiali: quaderno, matite colorate, foglie e fiori raccolti con cura. Competenze sviluppate: osservazione, espressione grafico-verbale, consapevolezza ambientale.
2️⃣ I Semi della Vita: dal seme alla pianta
Un’attività semplice e potente: piantare semi e prendersene cura. Il bambino, con le sue mani, segue la crescita di una vita, comprendendo il valore dell’attesa e dell’impegno. Ogni giorno può annaffiare, annotare i cambiamenti, misurare la crescita.
I fiori primaverili possono diventare strumenti di creatività: si possono sperimentare stampe su carta con petali e foglie, creare acquerelli naturali pestando i fiori, osservare al microscopio le loro strutture. Questo approccio stimola la sensibilità artistica e la scoperta scientifica.
Materiali: fiori, carta, martelletti in legno, microscopio. Competenze sviluppate: creatività, motricità fine, senso estetico.
4️⃣ Piccoli Naturalisti: le tracce della primavera
Una passeggiata in giardino, nel parco o in un bosco può trasformarsi in una caccia alle tracce della primavera: quali fiori sono spuntati? Si sentono più uccelli cantare? Ci sono insetti operosi? I bambini possono raccogliere piccoli elementi naturali (senza danneggiare l’ambiente), confrontarli e scoprire i loro nomi.
Materiali: schede di riconoscimento, lente d’ingrandimento, taccuino. Competenze sviluppate: spirito di osservazione, esplorazione sensoriale, rispetto per l’ambiente.
5️⃣ La Primavera in Poesia
Leggere poesie dedicate alla primavera, magari accompagnate dalla musica, aiuta a sviluppare la sensibilità linguistica e il senso estetico. Successivamente, i bambini possono provare a comporre brevi poesie o acrostici legati ai loro sentimenti sulla stagione.
Materiali: raccolte di poesie, strumenti musicali, fogli e matite. Competenze sviluppate: espressione linguistica, creatività, ascolto attivo.
6️⃣ La Tavolozza della Primavera: esplorazione dei colori
La primavera è un tripudio di colori! Perché non raccogliere diversi materiali naturali (fiori, foglie, frutti) e provare a classificarli per tonalità? Possiamo poi creare una tavolozza naturale e confrontare i colori con quelli dei materiali artistici (tempere, matite, acquerelli).
Nella pedagogia montessoriana, l’educazione alla natura è un percorso che si intreccia con quello della crescita interiore del bambino. La primavera non è solo un tema stagionale, ma un’occasione preziosa per allenare la capacità di osservare, di prendersi cura, di meravigliarsi.
Lasciamo che i bambini tocchino la terra, ascoltino il vento, scoprano la delicatezza di un fiore che sboccia. Nel silenzioso lavoro della natura c’è una lezione profonda di rispetto, pazienza e bellezza—una lezione che, se accolta, rimarrà con loro per sempre.
Materiale scaricabile:
-La festa della Primavera degli antichi Egizi: lettura e attività per la comprensione e la rielaborazione
Se c’è una magia su questo pianeta, è contenuta nell’acqua. Loren Eiseley
L’acqua è vita. Ogni goccia che scorre nei fiumi, che cade dal cielo o che riempie i nostri bicchieri porta con sé una storia millenaria e una responsabilità per il futuro. Nella scuola primaria, educare alla consapevolezza dell’acqua come risorsa fondamentale significa coltivare nei bambini un senso di cura e rispetto verso l’ambiente e l’ approccio esperienziale e concreto rappresenta sempre la via maestra.
Il Metodo Montessori ci offre strumenti preziosi per rendere l’apprendimento significativo e coinvolgente. L’osservazione diretta, la sperimentazione e l’esplorazione attiva permettono ai bambini di comprendere l’importanza dell’acqua nella loro vita quotidiana. Attraverso attività pratiche, essi possono scoprire il ciclo dell’acqua, riflettere sul suo utilizzo e imparare strategie per evitarne lo spreco.
Proporre materiali didattici mirati significa offrire esperienze che partono dalla realtà e si trasformano in occasioni di scoperta. Carte illustrate, esperimenti scientifici, problemi matematici legati al consumo idrico, racconti e giochi educativi diventano strumenti per approfondire e interiorizzare il valore dell’acqua. Ogni attività è pensata per stimolare la curiosità naturale del bambino, rendendolo protagonista del suo apprendimento.
Attraverso percorsi strutturati e materiali diversificati, possiamo aiutare i bambini a sviluppare una coscienza ecologica e una sensibilità verso le risorse naturali. Insegnare il valore dell’acqua significa educare cittadini consapevoli e responsabili, capaci di prendersi cura del pianeta con piccoli gesti quotidiani che, sommati, fanno la differenza.
Scopri i materiali didattici pensati per accompagnare i bambini in questo viaggio di conoscenza e rispetto per l’acqua: strumenti pratici, coinvolgenti e in linea con i principi del Metodo Montessori per un apprendimento che nasce dall’esperienza e si traduce in consapevolezza.
L’educazione è un processo naturale compiuto dal bambino e non acquisito con le parole, ma attraverso l’esperienza
maria Montessori
Legumi e cereali: un ponte tra natura e apprendimento
La conoscenza più viva nasce dall’incontro diretto con il mondo, dall’esperienza che coinvolge mente, mani e cuore. È nell’esplorazione e nella scoperta che il bambino costruisce il proprio sapere, lasciandosi guidare dalla curiosità e dalla meraviglia.
La natura, con i suoi ritmi e i suoi doni, offre infinite occasioni per conoscere e scoprire e anche i legumi e i cereali, fondamentali nella nostra alimentazione, possono diventare veri e propri strumenti didattici per stimolare la curiosità, favorire l’autonomia e offrire nuove e divertenti occasioni di esplorazione sensoriale. Attraverso percorsi di sperimentazione, questi alimenti non solo avvicinano i bambini alla natura e ai cicli della vita, ma contribuiscono anche alla riflessione su una sana alimentazione e sull’importanza di scelte consapevoli per il benessere.
Il metodo Montessori, con il suo approccio basato sull’esperienza diretta e sull’esplorazione multisensoriale, permette alla didattica di uscire dalle mura scolastiche e di intrecciarsi con la realtà, trasformando ogni scoperta in un’opportunità di apprendimento concreto e significativo.
Esperienze Concrete e Outdoor Education
L’outdoor education offre un contesto privilegiato per un apprendimento significativo, in cui l’esperienza diretta diventa il ponte tra teoria e realtà. Il contatto con la natura stimola nei bambini la curiosità, il senso di appartenenza all’ambiente e una comprensione più profonda dei fenomeni naturali.
Un’attività particolarmente efficace è la semina di legumi e cereali, che permette ai bambini di osservare da vicino il ciclo vitale delle piante. Piantare un seme, prendersene cura e attendere con pazienza la comparsa dei primi germogli li aiuta a sviluppare un senso di responsabilità e meraviglia verso la natura. Il tempo dell’attesa diventa esso stesso un’esperienza educativa: ogni giorno, i bambini osservano, annotano i cambiamenti e imparano a riconoscere le diverse fasi di crescita.
Accanto all’osservazione, la manipolazione gioca un ruolo chiave. Toccare, confrontare e descrivere semi di forme e consistenze diverse affina la motricità fine e la discriminazione sensoriale, aspetti fondamentali nello sviluppo delle abilità percettive e cognitive. Il confronto tra un seme appena piantato e uno maturo favorisce inoltre la comprensione dei cicli naturali e della trasformazione della materia.
Queste esperienze, apparentemente semplici, rappresentano occasioni preziose per connettere il sapere all’esperienza concreta, rendendo l’apprendimento più autentico e coinvolgente. L’outdoor education, infatti, non è solo un modo per stare all’aria aperta, ma una metodologia che valorizza il fare, l’osservare e il riflettere, trasformando ogni scoperta in conoscenza duratura.
Metodo Montessori e Attività Didattiche
Nel metodo Montessori, l’apprendimento passa attraverso l’esperienza diretta e l’uso di materiali concreti, che permettono al bambino di sviluppare autonomia e consapevolezza. Le attività sensoriali e manipolative giocano un ruolo chiave, favorendo la scoperta attraverso il tatto, la vista e l’azione.
Il cestino dei tesori; un’esperienza sensoriale
Un’esperienza particolarmente efficace è il cestino dei tesori sensoriale, utilizzabile in ogni contesto e con i materiali più diversi, anche con legumi e cereali! I bambini con il solo uso delle mani, li esplorano, ne osservano le differenze di forma e consistenza, li confrontano e iniziano a classificarli in modo spontaneo.
Un approccio per affinare non solo le percezioni tattili, ma anche per stimolare il linguaggio descrittivo e il pensiero logico.
Le carte illustrate: abbinamenti, associazionie riflessioni
L’associazione tra oggetti reali e immagini è un altro passaggio fondamentale nel processo di apprendimento. Con l’uso di carte illustrate, i bambini possono abbinare ogni seme alla sua rappresentazione visiva, affinando così il riconoscimento, la categorizzazione e l’ampliamento del vocabolario.
Questo esercizio, apparentemente semplice, aiuta a costruire connessioni tra l’esperienza concreta e la rappresentazione astratta, facilitando lo sviluppo del pensiero simbolico.
Confronti e travasi; un’esperienza matematica
Anche la matematica può nascere dall’osservazione diretta: attraverso l’uso di bilance, cucchiai dosatori e contenitori trasparenti, i bambini possono pesare e confrontare i legumi, scoprendo in modo intuitivo concetti come peso, volume e quantità.
L’atto di versare, misurare e confrontare diventa un’occasione per interiorizzare le relazioni di grandezza e proporzione, con un apprendimento che parte dal concreto per arrivare all’astratto.
Cucina didattica
Il percorso di esplorazione tra cereali e legumi potrebbe concludersi, a casa o a scuola, con un’attività di cucina didattica, per sperimentare la trasformazione degli alimenti.
Preparare una semplice zuppa di legumi permette di comprendere il passaggio “dal chicco al piatto”, creando un collegamento diretto tra la materia prima e il prodotto finito.
L’esperienza non è solo pratica, ma anche simbolica: cucinare insieme rafforza il senso di collaborazione, stimola la curiosità e insegna il valore della pazienza e della cura.
In ogni fase, il bambino è protagonista del proprio apprendimento, esplorando e scoprendo attraverso il contatto diretto con la realtà.
Il metodo Montessori, con il suo approccio basato sull’esperienza concreta, rende ogni attività un’opportunità di crescita, trasformando il quotidiano in una continua occasione di scoperta.
La matematica è la poesia delle scienze – Albert Einstein
I bambini sono i primi e più sinceri esploratori del mondo.
La loro curiosità è alimentata dalle cose reali che li circondano; i loro tanti ‘perché’ li spingono costantemente verso nuove scoperte e nuove meraviglie.
La natura, con la sua perfezione e il suo ordine misterioso, è il luogo ideale per esplorare e comprendere i legami invisibili che uniscono tutte le cose. In questo straordinario mondo, le spirali, presenti nei fiori, nelle conchiglie, nei frutti e nelle forme più affascinanti, diventano un esempio perfetto di come la matematica si intrecci con la vita e le leggi naturali che ci circondano.
La sequenza di Fibonacci, con la sua apparente semplicità, si ripete costantemente in natura, dalla disposizione dei semi nei fiori all’architettura delle conchiglie.
Questo fenomeno diventa un ponte perfetto per collegare i concetti matematici con l’esperienza concreta del mondo naturale.
Anche per Maria Montessori, l’interconnessione l’elemento base da cui partire e la consapevolezza che tutto è interconnesso e che l’ordine cosmico si realizzi grazie a precise leggi diventa la chiave per comprendere il mondo.
E proprio da questa consapevolezza, nasce il suo approccio pedagogico e metodologico che invita i bambini ad esplorare il mondo, offrendo loro sempre nuove occasioni e opportunità di scoperta che li stimolano a osservare, scoprire e comprendere.
Guardando il mondo attraverso gli occhi dei bambini, ogni forma, ogni crescita e ogni disposizione degli elementi diventano occasioni per esplorare e cogliere le leggi che regolano l’universo; e la matematica, le scienze e la poesia stessa del cosmo, si fanno concrete e visibili dando vita ad un apprendimento autonomo, autentico, efficace e duraturo.
Attraverso il metodo Montessori, i bambini sono invitati a fare e a sperimentare in un circolo virtuoso che nasce dalla curiosità e genera sempre nuove curiosità generando una conoscenza autentica, autocostruita e duratura.
Attività in classe o…fuori classe
Dall’osservazione all’esplorazione, ogni attività proposta è pensata per aiutare i bambini a vivere la matematica in modo pratico e visivo, trasformando ogni scoperta in un viaggio di apprendimento autonomo.
Attività 1: Osservare la Spirale in Natura
Il primo passo per l’esplorazione è un’osservazione attenta .
Le spirali sono dappertutto: nei girasoli, nelle conchiglie, nelle pigne, e in molti altri elementi naturali. L’invito per i bambini è quello di cercare e osservare questi modelli, riconoscendo come la matematica governi l’organizzazione naturale.
Domande guida:
“Guarda il girasole: i semi sono disposti in modo particolare? Riesci a notare una spirale?”
“Come cresce la conchiglia? Vedi come la spirale si sviluppa?”
“Hai notato che la disposizione dei semi segue una forma precisa? Perché pensi che la natura scelga questa disposizione?”
Attività 2: Creare una Spirale con Fibonacci
Dopo aver osservato i modelli naturali, è il momento di riprodurre la spirale di Fibonacci. Con carta quadrettata e colori, i bambini disegnano quadrati sempre più grandi seguendo la sequenza (1, 1, 2, 3, 5, 8…) e uniscono i vertici per tracciare una spirale. Questo esercizio aiuta a visualizzare la crescita della spirale e a comprendere come la matematica possa essere espressa attraverso le forme.
Disegnare la spirale: Sui quadrati, che seguono la sequenza di Fibonacci, unire i vertici per formare una spirale che cresce progressivamente.
Colorare la spirale: Ogni quadrato può essere colorato per evidenziare i passaggi della spirale e far emergere la bellezza geometrica della crescita.
Attività 3: Creare una Spirale Naturale con elementi naturali
Raccogliendo materiali naturali, i bambini possono costruire una spirale tridimensionale. Utilizzando foglie, conchiglie, piccoli rami e pietre, possono ricreare la forma della spirale in un contesto naturale. Questa attività stimola non solo la loro creatività, ma anche il loro legame con l’ambiente, portando la matematica alla vita.
Costruire la spirale: Inizia con un punto centrale e aggiungi elementi naturali (foglie, rami, fiori, sassi) seguendo una forma a spirale. Le spirali costruite possono essere fotografate e raccolte in un piccolo quaderno o cartellone per documentare il processo di scoperta e osservazione. Questo permette ai bambini di riflettere sul loro lavoro, confrontare le diverse spirali create e riconoscere come questa forma sia presente ovunque in natura. Inoltre, il quaderno può diventare uno strumento di esplorazione continua, arricchito da disegni, annotazioni e nuove osservazioni, favorendo un approccio attivo e consapevole alla matematica e alla natura.
Riflessione finale: Chiedere ai bambini come la spirale cresce e si sviluppa. “Perché pensi che la natura segua questa forma?” “Come ti sembra che questa spirale possa aiutare le piante o gli animali?
Video dimostrazione di un’attività concreta da fare in classe:
Conclusione:
Attraverso il metodo Montessori, la matematica diventa un viaggio di esplorazione e scoperta nel mondo naturale. Le spirali di Fibonacci sono una delle chiavi per comprendere come la natura si organizzi con precisione, rivelando la connessione tra matematica, arte e vita. Ogni bambino, esplorando questi modelli, impara non solo a vedere la matematica, ma a vivere in armonia con essa, sperimentando il mondo che lo circonda con curiosità, autonomia e gioia
Dagli antichi Egizi alla costruzione del gioco per la festa del papà
Le ricerche svolte in classe sugli Egizi hanno portato anche alla scoperta dei loro giochi più popolari.
Ne è nata l’idea di un laboratorio di costruzione dei giochi con la realizzazione dei tavolieri, delle pedine, dei libretti delle regole e di tutto quanto è necessario per accompagnare e presentare il gioco.
I GIOCO: Il Senet
Un po’ di storia
Il Senet nasce come gioco per pochi, d’élite: pare infatti che in origine (V-IV millennio a.C.), fosse un passatempo riservato ai soli faraoni.
In molte tombe, anche tra le più famose, come quelle di Tutankamon o Nefertar sono state ritrovate scacchiere e tavolieri, ma anche illustrazioni e indispensabili citazioni all’interno dei geroglifici per ricostruirne le modalità di gioco.
La regina Nefertari gioca a Senet contro un avversario invisibile
Solo più tardi, intorno al 1500 a.C., una variante del gioco iniziò a diffondersi e a divenire popolarissima anche nel resto della popolazione, bambini compresi.
Senet letteralmente significa “passaggio” e non è difficile intuire perché alcuni studiosi abbiano potuto ipotizzare che nel complesso sistema di credenze egizie legate all’aldilà, si potesse ritenere che le sorti del defunto dopo la morte potessero essere legate anche al risultato di una partita di Senet, giocata contro un avversario invisibile.
COSTRUZIONE del gioco
SCOPO DEL GIOCO è portare in salvo nell’aldilà tutte le proprie pedine.
Elementi da costruire: tavoliere con 30 caselle, 10 pedine e 4 bastoncini
REGOLE: le pedine seguono un percorso bustrofedico, “a serpente” che parte dalla prima casella a sinistra e termina nell’ultima casella a destra.
Il gioco inizia con le pedine fuori dal tavoliere, il primo tiro con punteggio più alto stabilisce quale giocatore inizierà per primo il percorso.
Gli Egizi non usavano i dadi, ma dei bastoncini a due facce, una bianca e l’altra nera e, a seconda di come cadevano dopo il lancio, determinavano il punteggio:
1 bastoncino chiaro= 1 avanzamento e si ritira
2 bastoncini chiari = 2 avanzamenti
3 bastoncini chiari=3 avanzamenti
4 bastoncini chiari=4 avanzamenti e si può ritirare
4 bastoncini scuri= 5 avanzamenti e si ritira
Le pedine possono:
1) muoversi in una casella vuota avanzando; 2) muoversi in una casella vuota scavalcando le proprie pedine. Non c’è limite al numero di pedine proprie che si possono scavalcare; 3) si possono scavalcare anche le pedine avversarie, ma non più di due; 4) non si può terminare il movimento in uno spazio già occupato da una propria pedina; 5) si può terminare il movimento nello spazio occupato da una pedina avversaria se questa non è “protetta”, cioè non c’è un’altra pedina davanti a lei. In questo caso viene “attaccata” e “catturata” per mezzo di uno scambio di posto, collocandola nel punto da cui avevamo iniziato il nostro movimento; 6) Se un giocatore non può muovere avanti nessuna delle sue pedine, allora salta il turno.
Il gioco completo: tavola, carta speciali e bastoncini
MOVIMENTI SPECIALI E USCITA DAL TAVOLIERE: alcune caselle, segnate dai geroglifici corrispondenti, permettono di compiere dei movimenti speciali:
Casella 15 : Casa della Rinascita; casella in cui le pedine non possono essere attaccate ed è anche il punto in cui deve tornare chi cade nella casella 27;
Casella 26: Casa della Vita; casella in cui le pedine non possono essere attaccate e per uscire è necessario un tiro preciso da 5.
Casella 27 : Casa delle Acque; le pedine che finiscono qui cadono nelle acque e rinascono nella Casella 15. Se questa è occupata, ritornano alla I casella.
Casella 28: Casa delle 3 Verità; le pedine le pedine non possono essere attaccate, per uscire è necessario un tiro preciso da 3.
Casella 29: Casa di Iside; le pedine non possono essere attaccate, per uscire è necessario un tiro preciso da 2.
Casella 30: Casa di Horus; le pedine non possono essere attaccate, per uscire è necessario un tiro preciso da 1.
Dato che le caselle 26, 28, 29, 30 non possono essere attaccatate l’avversario non può prendere il loro posto e quindi deve passare il turno finché non si liberano.
II GIOCO: Il Mancala
Un po’ di storia:
Il Mancala è uno dei giochi più antichi della storia, nato oltre 3.000 anni fa.
Le prime tracce sono state trovate in Africa, in Medio Oriente e in alcune zone dell’Asia. Le popolazioni antiche scavavano buche nel terreno o usavano tavole di legno con piccoli incavi per giocare, utilizzando semi, pietre o conchiglie come pedine.
I ritrovamenti fatti in tombe e palazzi reali, lasciano ipotizzare che i faraoni egizi fossero soliti giocare a Mancala sia come forma di intrattenimento che come pratica mentale per sviluppare competenze di pianificazione che abilità strategiche, competenze e abilità tanto apprezzate sia dai faraoni che dai sacerdoti o dalle classi alte.
L’abilità nel gioco veniva infatti vista come un riflesso di un’intelligenza acuta, essenziale per il buon governo e per la gestione delle risorse del regno.
I giochi da tavolo come il Mancala, erano dunque anche strumenti educativi utili a sviluppare doti di pianificazione, pazienza e riflessione a lungo termine.
Il Mancala, con la sua semplicità e profondità strategica, potrebbe essere stato un mezzo per allenare la mente a confrontarsi con i cicli naturali e cosmici della vita.
Ogni partita rappresentava una metafora della vita: per ottenere un buon raccolto, bisognava seminare con saggezza e fare scelte ponderate.
SCOPO DEL GIOCO: Il Mancala è un gioco di strategia in cui i giocatori devono raccogliere e distribuire semi o pietre nelle buche del tavoliere per accumulare il maggior numero possibile nel proprio magazzino.
REGOLE BASE:
Il gioco si svolge su un tavoliere con due file di buche e due magazzini; sul tavoliere di carta le buche saranno sostituite da sei cerchi piccoli per le buche e due più grandi per i magazzini.
Ogni giocatore procede prelevando i semi da una delle sue buche a scelta e li distribuisce uno alla volta nelle buche successive.
Se l’ultimo seme cade in un magazzino o in una buca vuota propria, ci sono movimenti speciali che possono avvantaggiare il giocatore.
Il gioco termina quando tutte le buche di un lato sono vuote; vince chi ha più semi nel magazzino.
Questo gioco, proprio come il Senet, offre una combinazione di strategia e fortuna, rendendolo un’attività perfetta per il laboratorio della festa del papà.
Spunti editoriali e non soloEgizi: 1un viaggio nel tempo alla scoperta degli Egizi: vita quotidiana, religione, arte… Le grandi civiltà del mondo antico Un grande volume illustrato per scoprire ed esplorare l’affascinante mondo delle antiche civiltà: Sumeri e Babilonesi, Egiziani, Greci, Etruschi, Romani, Maya, Aztechi e Inca, Cinesi, Anglosassoni e Vichinghi. Una panoramica sui grandi popoli che abitavano il nostro pianeta e dai quali discendiamo: cibo, indumenti, gioielli, abitazioni, mitologia, comunicazione, armi e guerra, leggi, strutture sociali, scrittura, educazione e molto altro. La grande enciclopedia della storiaViaggiare indietro nel tempo e prendere parte alla caccia al mammut, marciare insieme a un soldato romano e volare con i fratelli Wright sul primo aeroplano a motore. Scoprire come si svolgeva una tipica giornata medievale e il modo in cui l’invenzione della stampa ha cambiato il corso degli eventi. Esplorare i luoghi e gli avvenimenti del passato attraverso sorprendenti immagini ricostruite grazie a una computer grafica di ultima generazione.Vita dei bambini nell’antico Egitto. Usi, costumi e stranezze nella terra dei faraoni Un libro per scoprire le differenze tra la vita dei bambini di oggi e quella dei loro coetanei nell’antichità.L’antico Egitto. Viaggia, conosci, esplora. Ediz. a colori. Con puzzle Un piccolo libro per racconta l’antico Egitto, e un puzzle da 200 pezzi per ricercarne e ricostruirne tutti i dettagli.
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La via conduce dal tutto, attraverso le parti, al tutto.
La natura rappresenta il tutto e l’armonia, e dal tutto, attraverso le parti, inizia un cammino che offre sempre nuovi spunti di riflessione e infinite occasioni di esperienze, scoperte e conoscenze; un cammino che non smette di sorprendere ad ogni passo; un cammino che sa incuriosire e invitare a fare, ma anche, e soprattutto, un cammino in grado di generare empatia, amore, rispetto e cura verso ciò che ci circonda.
Connettersi con l’ambiente permette di capire non solo le interconnessioni e le interdipendenze che legano l’uomo alla natura, ma rappresenta la via maestra per dare vita ad un’alfabetizzazione ecologica.
Con la natura, attraverso azioni concrete, i bambini possono sperimentare una vasta gamma di sentimenti: l’emozione del far nascere, la gioia di nutrire, la tenerezza del curare, la pienezza del raccogliere e l’ebbrezza del trasformare…
I bambini imparano ad amare la natura vivendola giorno per giorno, scoprendone in modo spontaneo e autonomo, segreti e meraviglie.
E solo attraverso un percorso di scoperta, conoscenza e cura, il rapporto tra uomo e natura può venir ridimensionato: non più un rapporto di dominio, ma un rapporto di cura e protezione reciproca.
Attività didattica
Una passeggiata all’aria aperta permette di godere dei profumi e dei colori di ciò che ci circonda stimolando una pluralità di sensazioni e favorendo nuove esperienze e attività.
Una passeggiata all’aria aperta a primavera non è solo riempirsi gli occhi di colori, ma permette anche di dar vita, ad esempio, ad un percorso olfattivo in grado di contribuire a sua volta alla costruzione di una vera e propria memoria olfattiva.
Un’uscita di classe, insieme, in un caldo giorno di primavera non può che creare ben-essere e suscitare infinite curiosità.
Nascono domande, si fanno ipotesi.
Ci si ferma all’improvviso per qualcosa che non si era ancora visto e si corre verso qualcosa che ci sembra di vedere…
Tutto viene osservato, annusato e toccato con cura come si fa con qualcosa di estremamente prezioso…
Si raccolgono fiori, si osservano radici, muschi e germogli.
Il mazzolino di fiori raccolti, diventa l’ospite d’onore della classe e ne scaturisce la voglia di disegnarlo per imprimere anche sulla carta la bellezza della giornata.
Nasce così l’idea di farne una natura morta, ma non prima di averne osservate altre: Van Gogh, Frida Kahlo, Caravaggio, Cezanne, Arcimboldo e Segantini…
La nomenclatura dei fiori presentata successivamente ha rappresentato un momento di riconoscimento e scoperta del mondo dei fiori, conosciuti e non.
Successive ricerche ne hanno evidenziato le caratteristiche, le differenze, gli habitat.
🌿 Erbario Sensoriale
Dopo la passeggiata, ogni bambino può creare un piccolo erbario personale. Si possono raccogliere foglie e fiori caduti (senza danneggiare le piante), incollarli su un quaderno e annotare il nome, il colore, l’odore e le sensazioni provate toccandoli.
🎨 Arte con la Natura
Utilizzando elementi naturali raccolti (foglie, petali, rametti), i bambini possono comporre un mandala naturale o creare stampe su carta con la tecnica del frottage, sfregando pastelli a cera su un foglio sopra le foglie.
📷 Diario Fotografico della Natura
Se possibile, i bambini possono scattare foto di fiori, insetti e paesaggi, per poi realizzare una mostra fotografica in classe o un piccolo libro digitale con didascalie descrittive.
🔎 Giochi di Osservazione
Trova il tuo gemello: Ogni bambino raccoglie un elemento naturale e deve trovare qualcosa di simile tra quelli degli altri.
Caccia ai colori: Individuare quanti più colori possibile nella natura e dargli nomi creativi.
🧪 Esperimenti con i Fiori
Fiori che cambiano colore: Immergere fiori bianchi (come margherite) in acqua colorata e osservare il cambiamento nel tempo.
L’acqua delle foglie: Mettere foglie sotto un bicchiere capovolto al sole e osservare come rilasciano umidità.
Materiale scaricabile
Estate e botanica: ogni fiore una scoperta, ogni fiore un problema
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Le parole hanno un potere straordinario: possono ferire o guarire, unire o dividere, nascondere o rivelare la verità.
Usare le parole con coraggio significa esprimere le proprie idee anche quando non è facile, difendere ciò in cui si crede e ascoltare chi la pensa diversamente.
Oriana Fallaci è stata una delle figure più rappresentative del giornalismo e della letteratura contemporanea.
La sua determinazione nel cercare la verità, anche quando scomoda, l’ha resa un esempio di coraggio intellettuale.
Nelle sue interviste, nei suoi libri e nei suoi articoli. Oriana fallaci ha sempre affrontato con determinazione tematiche complesse ed espresso con fermezza le sue opinioni anche quando erano in forte contrasto con il pensiero dominante consapevole delle critiche o delle discussioni che avrebbero potuto generare.
Ancora oggi ricordiamo Oriana Fallaci per il coraggio delle sue parole, pronte a raccontare e scandagliare la realtà senza timore, spesso a rischio della sua stessa sicurezza, per portare alla luce la verità.
La sua audacia, come quella di Martha Gellhorn e Anna Politkovskaja, ha aperto la strada a molte altre donne nel mondo del giornalismo e della comunicazione.
La sua eredità ci insegna che essere fedeli alle proprie idee è un valore da difendere, anche quando costa fatica.
Chi era Oriana Fallaci?
Oriana Fallaci era nata Firenze nel 1929 e fin da giovane mostrò una grande curiosità e voglia di capire il mondo. Durante la Seconda guerra mondiale, ancora adolescente, partecipò alla Resistenza italiana, dimostrando coraggio e determinazione.
Questa esperienza segnò profondamente la sua vita e alimentò la sua sete di verità e giustizia.
Dopo la guerra, intraprese la carriera di giornalista e scrittrice.
Lavorò come inviata speciale per importanti testate, viaggiando in zone di conflitto come il Vietnam, il Medio Oriente e l’America Latina. Intervistò figure politiche e culturali di spicco – tra cui Henry Kissinger, Yasser Arafat e l’Ayatollah Khomeini – e non esitava a porre domande dirette e spesso scomode. Le sue interviste erano famose per la schiettezza e la profondità con cui affrontava anche i temi più delicati.
Fallaci era una donna appassionata e spesso controversa, capace di difendere le proprie idee anche quando queste andavano contro l’opinione pubblica.
Oltre al giornalismo, scrisse libri che trattavano questioni personali e sociali.
Tra le sue opere più note c’è Lettera a un bambino mai nato, un’intensa riflessione sul senso della vita, la maternità e la libertà di scelta.
Per Oriana, usare le parole significava cercare la verità e non temere il confronto, anche a costo di critiche e incomprensioni. La sua eredità ci ricorda quanto sia importante avere il coraggio delle proprie idee e difendere ciò in cui si crede.
Attività in classe
Il coraggio di dire la verità: un valore da coltivare a scuola
Educare i bambini al coraggio delle parole significa aiutarli a esprimersi senza paura, a rispettare le opinioni degli altri e a difendere i propri pensieri con gentilezza.
Non è sempre facile dire quello che si pensa, soprattutto quando si teme di essere presi in giro o non ascoltati. Ma saper usare le parole con rispetto e sincerità è un’abilità fondamentale per crescere cittadini consapevoli e responsabili.
Spunti didattici e giochi educativi sul coraggio delle idee
Per aiutare bambini e ragazzi a riflettere sul tema, ecco alcune attività semplici e coinvolgenti da proporre in classe o a casa.
🗨️ 1. Il gioco delle opinioni coraggiose
L’insegnante legge affermazioni semplici: es. “Mi piace la pioggia”, “È bello aiutare gli altri”. Chi è d’accordo si sposta a destra, chi non è d’accordo a sinistra, chi è indeciso rimane al centro.
Dopo ogni affermazione, i bambini dei vari gruppi spiegano le loro scelte. Un gioco per sperimentare la libertà di espressione e il rispetto delle idee.
✍️ 2. La scatola delle parole coraggiose
Ogni bambino scrive su un foglietto una frase o una parola che lo ha fatto sentire coraggioso o che vorrebbe dire a qualcuno. I foglietti vengono messi in una scatola.
A turno, se ne pesca uno e si prova a immaginare la storia dietro quella parola. Un’attività per stimolare empatia e creatività.
🦸 3. Il mio momento di coraggio
Chiedere ai bambini di disegnare o raccontare un episodio in cui hanno detto la verità anche se era difficile o in cui hanno espresso un’opinione diversa dagli altri.
Dopo aver condiviso le storie, si riflette su come ci si è sentiti prima e dopo aver parlato con coraggio.
🎭 4. il teatro delle parole
Dividere la classe in piccoli gruppi e assegnare loro una situazione in cui un personaggio deve scegliere tra dire ciò che pensa o rimanere in silenzio. Alcuni esempi possono essere:
Un bambino vede un amico trattato ingiustamente e deve decidere se intervenire.
Un personaggio ha un’idea originale, ma teme che gli altri lo prendano in giro.
Una persona assiste a un’ingiustizia e deve decidere se denunciare il fatto.
I gruppi scrivono e mettono in scena una breve scenetta che rappresenta il dilemma e la scelta finale del personaggio.
Dopo ogni rappresentazione, la classe discute su cosa ha aiutato o ostacolato il personaggio nel parlare.
Si riflette sulle emozioni provate dai protagonisti e dagli spettatori, sottolineando l’importanza di sostenere gli altri nel trovare il coraggio di esprimersi.
🗣 5. Il dibattito rispettoso
Dividete la classe in due squadre con opinioni opposte su un tema leggero (es. “Meglio la pizza o la pasta?”).
Ogni squadra deve preparare degli argomenti a favore della propria posizione e ascoltare con attenzione quelli della squadra avversaria.
Durante il dibattito, si stabilisce un moderatore (può essere l’insegnante o un alunno) che garantisce il rispetto del turno di parola e l’uso di un linguaggio appropriato.
Dopo il dibattito, ogni squadra riflette su ciò che ha imparato ascoltando gli altri e su come ha argomentato le proprie idee.
Per concludere, si chiede ai partecipanti se il dibattito ha cambiato il loro punto di vista o rafforzato la loro opinione, promuovendo così una riflessione sul valore dell’ascolto attivo e del confronto costruttivo.
Conclusione: essere coraggiosi ogni giorno
Il coraggio non è solo fare cose straordinarie, ma anche piccoli gesti quotidiani: chiedere scusa, difendere un amico, dire ciò che si pensa con gentilezza.
Avere il coraggio di esprimere le proprie idee non significa imporsi sugli altri, ma trovare la propria voce nel rispetto reciproco.
Permettere ai bambini di sperimentare il valore del dialogo e dell’ascolto li aiuta a crescere come cittadini consapevoli e capaci di contribuire a un mondo più giusto.
Un viaggio attraverso la storia della misura; un libro che segue le tracce di un percorso lungo e straordinario: dalla coda di un camaleonte presa come unità di misura a Leonardo Da Vinci, passando per Egizi, Romani e Babilonesi per scoprire come l’uomo abbia da sempre cercato di dare un ordine alle dimensioni, ai pesi e al tempo. Leggende, curiosità, giochi e attività pratiche trasformano ogni pagina in un’esperienza per leggere, giocare e imparare. Un libro per tutti coloro che vogliono scoprire la misura con i propri occhi… e con le proprie mani! Per la didattica: Un supporto pratico e versatile, utilizzabile in modo strutturato o flessibile. I simboli nell’indice aiutano a individuare rapidamente le attività.
Quando il cielo sembrava irraggiungibile… lei lo abbracciò
Nel cuore della Parigi del 1800, tra le strade affollate e i limiti imposti, Sophie Blanchard scelse di guardare oltre. Non cercava la fama. Voleva volare.
E in un’epoca in cui alle donne era richiesto di restare con i piedi a terra, lei sollevava ostinatamente lo sguardo e, con coraggio, decise di sfidare il cielo; volò e volò ancora sfidando le convenzioni e superando i limiti imposti dal suo tempo.
Chi era Sophie?
Nata nel 1778 in Francia, Sophie sembrava destinata a una vita ordinaria, ma l’incontro con Jean-Pierre Blanchard cambio letteralmente la sua vita.
Immaginiamo…
Un giovane e determinato pioniere del volo, Jean-Pierre Blanchard, stava preparando una delle sue prime ascensioni in mongolfiera.
La folla si accalcava, curiosa ma scettica.
Tra di loro c’era Sophie, timida e curiosa.
Quando Blanchard le chiese di unirsi a lui per un volo, lei non esitò.
In quel momento, Sophie non scelse solo di salire su un pallone aerostatico, ma di iniziare una nuova vita. Ogni volo da quel momento sarebbe stato per lei una danza tra il coraggio e il pericolo, un inno alla libertà.
Lo stesso Napoleone Bonaparte la scelse per animare le celebrazioni imperiali con spettacolari voli e fuochi d’artificio. Le folle si radunavano ovunque per ammirarla: piccola nella cesta della mongolfiera, immensa nel coraggio.
Dietro l’incanto degli spettacoli, però, c’erano tempeste improvvise, discese pericolose e il costante rischio di non tornare a terra.
Ogni volo di Sophie era una danza tra sogno e pericolo, un dialogo tra coraggio e gravità.
Volare significava sfidare la sorte, ma anche trovare una forma di libertà in un mondo che offriva ben pochi spazi di emancipazione per le donne.
Attività in classe
L’importanza di raccontare storie ispiratrici:
Storie come quella di Sophie Blanchard ci ricordano che il coraggio non è l’assenza di paura, ma la capacità di affrontarla e raccontarle aiuta a coltivare anche nei più piccoli il desiderio di esplorare e di sfidare se stessi; di pensare che non esistano limiti e che tutti abbiamo sempre la possibilità di andare oltre.
La vita di Sophie Blanchard non rappresenta dunque solo la storia di un’impresa straordinaria, ma un invito a riflettere su valori senza tempo: coraggio, perseveranza e la forza di inseguire i propri sogni, anche quando tutto sembra dire il contrario.
Le storie ispiratrici come la sua aiutano a formare il carattere, a stimolare la curiosità e a dare voce ai sogni di chiunque, giovane o adulto che sia.
Raccontare la sua storia a scuola può: 🔹 Offrire un esempio di determinazione e passione. 🔹 Stimolare la riflessione sui ruoli di genere, ieri e oggi. 🔹 Avvicinare alla scienza e alla storia attraverso un racconto coinvolgente. 🔹 Celebrare le donne che hanno aperto nuove strade con coraggio e visione.
L’ultimo volo
Il 6 luglio 1819, mentre stava eseguendo una delle sue spettacolari acrobazie aeree a Parigi, una scintilla dei suoi spettacolari fuochi d’artificio colpì la mongolfiera.
Il pallone di Sophie prese fuoco.
Davanti agli occhi increduli della folla, la cesta si inclinò e Sophie precipitò dal cielo.
Morì come aveva vissuto: tra le nuvole, con il vento tra i capelli e il cuore libero.
Fu la prima donna a perdere la vita in un incidente aereo, ma il suo coraggio aprì la strada a tutte le donne che volevano spingersi oltre i limiti imposti dalla società.
Nel contesto della Giornata Internazionale della Donna, Sophie diventa simbolo di una libertà conquistata con audacia e di una voce che, pur sospesa tra le nuvole, parla ancora a chi ha sogni “troppo grandi” per restare a terra.
Perché ricordarla oggi?
Mentre celebriamo l’8 marzo, la figura di Sophie Blanchard emerge tra le storie che ispirano e spingono a non arrendersi. Non cercava di essere un’eroina. Voleva solo vivere il suo sogno.
La sua storia diventa così un potente strumento per ricordare che l’emancipazione femminile passa anche attraverso i piccoli e grandi atti di chi, come lei, ha osato sognare in grande.
E in quel suo grande sogno, Sophie ha tracciato una strada per chiunque si sia sentito dire almeno una volta “non puoi”.
Una strada che testimonia la forza di -inseguire con audacia ciò che ci appassiona -non fermarsi davanti ai “non puoi”. -di guardare sempre un po’ più in alto.
…perchè il cielo non è il limite. È solo l’inizio.
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