L’alfabetiere murale è realizzato in legno con lettere intagliate per consentire il percorso tattile che accompagna il bambino verso la correttezza del gesto grafico.
Come accade con le lettere smerigliate, mentre il bambino tocca la lettera abbinata all’immagine, non solo ne collega il grafema al fonema, ma interiorizzando il gesto necessario a “percorrerla” sull’alfabetiere, interiorizza anche il gesto che lo poterà a scrivere quella stessa lettera.
Le lettere sono presentate in corsivo minuscolo e maiuscolo, stampato minuscolo e maiuscolo; rosso per le vocali e blu per le consonanti.
Le immagini abbinate ai rispettivi suoni sono arricchite da una specifica nomenclatura per un primo approccio alla lettura.
Attività mirata alla ricostruzione e alla memorizzazione delle numerazioni da 2 a 13.
In ogni serie di numerazione, il colore dell’unità si abbina al colore delle perle corrispondenti; la numerazione del 2 presenta le unità in verde esattamente come le perle del 2, quella del 3 in rosa come le perle del 3 e così fino ad arrivare al colore oro del bastoncino del 10 con le perle dorate.
La ripetizione dell’esercizio consente la memorizzazione di numerazioni e tabelline.
Tavola pitagorica e perle vengono utilizzate per l’autocontrollo.
Il Progetto intende offrire ulteriori opportunità formative e di apprendimento portando gli alunni alla scoperta del proprio territorio e degli aspetti più caratteristici del patrimonio storico-artistico e musicale che lo contraddistinguono.
Protagonisti saranno:
le storie
Letture animate
Letture interpretate con il kamishibai
Racconti di ieri e di oggi della città e dei suoi personaggi
e i luoghi
della musica
del teatro
della storia
(il conservatorio, il teatro cittadino, i musei e i palazzi storici)
Le attività proposte mirano a condurre gli alunni verso la scoperta graduale della storia locale, delle sue tradizioni, dei suoi monumenti, dei suoi musei e dei suoi palazzi storici; dei suoi principali protagonisti e delle loro tracce.
OBIETTIVI
-Promuovere la conoscenza del patrimonio storico, artistico e culturale del proprio territorio.
-Favorire l’apertura della scuola verso l’esterno, interagendo col territorio
-Comprende ed apprezza forme diverse di espressione artistica e culturale:il teatro, la musica, l’arte
-Conoscere la propria identità culturale attraverso la conoscenza delle tradizioni del passato.
-Saper elaborare creativamente produzioni personali e autentiche
-Saper esprimere e comunicare sensazioni ed emozioni
-Conoscere i principali beni artistico-culturali presenti nel territorio e manifestare sensibilità e rispetto per la loro salvaguardia.
Metodologia
Ricerca/azione-esplorazione, dialogo e confronto, peer tutoring e le attività laboratoriali
L’esperienza, fa parte di un percorso più ampio, fatto di tante altre esperienze vissute e giocate tutte in outdoor education.
Le esperienze si propongono di attivare un percorso di educazione alla legalità attraverso il gioco in intimo contatto con tutto ciò che ci circonda.
Grazie all’interazione con le famiglie, si ricercano giochi appartenenti a culture e ad epoche diverse.Privilegiati sono i giochi da cortile e quelli sviluppabili all’esterno e in gruppo.
Il gioco -narrato, immaginato e realizzato- , diventa il punto di partenza per “vivere” le regole e percependone la necessità sulla propria pelle , ma anche per co-costruire un percorso mirato ad una loro definizione condivisa.
Attraverso il gioco -pensato, progettato e giocato- i concetti di legalità, cittadinanza e democrazia si fanno strada battuta e, lungo il percorso, gioco e creatività sono fine e strumento per esercitare attivamente democrazia e legalità; la rielaborazione creativa dei giochi analizzati, la progettazione di gruppo e la realizzazione dei materiali hanno guidato gli alunni in modo spontaneo e naturale anche al ripensamento creativo di ciò che la Natura mette loro a disposizione e a vivere diversa-mente luoghi conosciuti nel pieno rispetto di tutto ciò che ci circonda con un atteggiamento di cura.
Materiali: di recupero e facilmente reperibili all’interno del cortile della scuola (sassi, stecchi, foglie, pigne…)
Ambiti disciplinari e interdisciplinari: collegamento dell’esperienza con le Indicazioni Nazionali
Indicazioni Nazionali
ambiti disciplinari
“L’educazione alla cittadinanza viene promossa attraverso esperienze significative(…) che favoriscano forme di cooperazione e di solidarietà. Questa fase del processo formativo è il terreno favorevole per lo sviluppo di un’adesione consapevole a valori condivisi e di atteggiamenti cooperativi e collaborativi che costituiscono la condizione per praticare la convivenza civile. “
Educazione civica
“La comunicazione orale nella forma dell’ascolto e del parlato è il modo naturale con cui il bambino, ad un tempo, entra in rapporto con gli altri e «dà i nomi alle cose» esplorandone la complessità. “
Italiano
“Nella scuola primaria si potrà utilizzare il gioco, che ha un ruolo cruciale nella comunicazione, nell’educazione al rispetto di regole condivise, nell’elaborazione di strategie adatte a contesti diversi. La costruzione del pensiero matematico è un processo lungo e progressivo nel quale concetti, abilità, competenze e atteggiamenti vengono ritrovati, intrecciati, consolidati e sviluppati a più riprese(…)”
Matematica
“Attraverso la dimensione motoria l’alunno è facilitato nell’espressione di istanze comunicative e disagi di varia natura che non sempre riesce a comunicare con il linguaggio verbale. “
Educazione fisica
“Ricavare da fonti di tipo diverso informazioni e conoscenze su aspetti del passato. “
Storia
Esperienza
Inizio
Brainstorming sui giochi da fare all’aperto e in gruppo
Intervista a nonni e genitori sui giochi che facevano da piccoli
Lettura di brani che presentino la descrizione di giochi di epoche e culture diverse
Svolgimento
Scegliere un gioco tra quelli raccontati o narrati
concordarne le regole
organizzare-scegliere-costruire i materiali necessari al gioco
comunicare efficacemente con tutti i membri del gruppo ascoltando anche i pareri e le idee dell’altro
gestire una pluralità di relazioni con il gruppo dei coetanei
Conclusione
esecuzione del gioco
gestione del gioco e dei conflitti che possono sorgere
arbitraggio dei vari contenziosi nel rispetto delle regole e dell’altro
discussione e riflessione su ciò che si è mosso dentro e fuori di noi
La voce dei bambini:
-In tutti siamo troppi; dividiamoci in gruppi
-Sì e ognuno dice una cosa e poi ce la diciamo
-si può fare anche un progetto del gioco
-E poi quale si sceglie?
-Si può scegliere con il dado
-O quello che piace di più a tutti!
-Così iniziamo a cercare le cose
-e a giocare
Metodologia:
approccio montessoriano legato alla esperenzialità e alla corporeità ,e alla necessità di costruire una relazione eticamente e concretamente sostenibile tra singolo e singolo, singolo e collettività e collettività e cosmo
Ho sempre pensato che la lettura quotidiana in classe sia di fondamentale importanza non solo per le emozioni che suscita o per gli orizzonti che mostra, ma per lo speciale legame che crea tra alunno e insegnante.
Leggere non solo per emozionare e ampliare gli orizzonti, ma per far nascere dubbi e suscitare domande. Ma soprattutto, leggere per condividere; condividere stupore e meraviglia, tristezza e gioia estrema.
E una condivisione emotiva, continua e costante, lascia indubbiamente un segno, una traccia indelebile …
Stamani ho iniziato la lettura de “L’uomo che piantava gli alberi”.
Una lettura fresca, dolce nella narrazione e quasi silenziosa, come il personaggio narrato.
Un libro che è una parabola sul rapporto uomo-Natura; un libro poetico che canta la meraviglia degli alberi.
Elzéard Bouffier pianta ogni giorno 100 ghiande perfette selezionate a mano una ad una, per decine e decine di chilometri, per decine d’anni, e così facendo, con un piano chiaro e pulito degno di Dio, riporta la vita là dove c’era il nulla.
La lettura in classe, sin dalle prime righe si è caricata di attesa e di emozione.
Dopo la lettura, sulla scia dell’emozione, i bambini sono andati alla scoperta della realtà presentata da Giono, ognuno secondo i propri interessi e curiosità e, in modo libero e spontaneo, hanno scelto tra i materiali a disposizione quelli che ritenevano “giusti” per soddisfarli.
C’è stato chi ha scelto lo scaffale dei libri dedicati alla natura per consultare gli inventari dei fiori e raccogliere informazioni sulla lavanda; chi ha preferito andare verso lo scaffale della geografia e ricercare i luoghi raccontati sia nell’incastro dell’Europa che sull’atlante; c’è stato chi invece si è diretto verso il materiale di scienze per riprendere in mano le nomenclature dell’albero, del frutto, del fiore e del seme.
C’è stato anche chi ha preso la catena del 100 per visualizzare i dieci mucchietti di dieci ghiande ciascuno, proprio come il silenzioso pastore del libro e ha cominciato a contare ghiande, giorni e anni…
Qualcun altro ancora, con il libro in mano ha scelto lo scaffale dei linguaggi per descrivere a modo suo quell’incredibile personaggio: dizionario dei sinonimi, vocabolario, materiale per la descrizione e tanta tanta voglia di raccontare…
Avrei forse potuto suggerire io qualcosa di meglio?
M. Montessori nel suo libro “Autoeducazione” definisce se stessa come lettrice a voce alta.
Nelle sue scuole tutti sono invitati a leggere a voce alta, insegnanti e bambini e non solo a leggere, ma a interpretare.
Il metodo prevede infatti le “letture interpretate” , ovvero la lettura di piccole frasi tratte anche da famosi testi di letteratura e non necessariamente di quella dedicata all’infanzia.
Le frasi delle letture interpretate sono scritte su appositi cartellini che i bambini pescano da una scatola contenente l’intera serie.
” I piccoli bambini, dopo aver letto mentalmente, eseguono le azioni indicate: ma non eseguono con freddezza, bensì mettendo una cura quasi artistica nell’ espressione del sentimento. Essi interpretano l’azione, la studiano talvolta, provando e riprovando, come per una rappresentazione scenica. L’attitudine dei bambini a ciò è veramente meravigliosa.
M.Montessori
Esistono più scatole con serie diverse per grado di complessità interpretativa.
La lettura non si concentra sulla sola decodifica e nemmeno sulla comprensione, ma sull’interpretazione soggettiva che ne segue.
Un po’ come se il brano letto seguisse un percorso circolare: dall’esterno verso l’interno ( decodifica e comprensione) e poi ancora verso l’esterno con la nuova veste dell’interpretazione soggettiva e personale.
Il bambino che ascolta l’insegnante che legge, non solo segue la narrazione, ma si lascia permeare da una sonorità che coinvolge mente e corpo.
La musicalità delle parole, insieme al ritmo narrativo della storia, ha la capacità di trasportare i bambini nel mondo ascoltato dando loro la possibilità di conoscere il mondi antichi, nuovi o immaginati, vivendoli emozionalmente in prima persona .
“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito.. perché la lettura è un’immortalità all’indietro.” Umberto Eco.
L’educazione è un processo naturale realizzato dal bambino e non viene acquisito ascoltando parole, bensì tramite le esperienze del bambino nell’ambiente circostante
Maria Montessori
…e, in tutto questo, la mano assume un ruolo da protagonista.
Secondo il pensiero di M.Montessori, confermato dalle moderne neuroscienze, mano e mente sono indissolubili; l’una struttura l’altra.
La mano prende, manipola, modifica, toglie, unisce.
La mente rielabora, concettualizza, categorizza.
L’esercizio delle mani scolpisce il cervello.
Grazie alla manipolazione e al contatto con elementi concreti il pensiero si struttura, prende forma e potenzia le funzioni cerebrali che aiutano ad espandere lo sviluppo cognitivo.
Si rafforzano così gli apprendimenti, si facilita l’acquisizione del linguaggio, la categorizzazione matematica e la conoscenza del mondo.
Dalle aste numeriche alle perle colorate, le esperienze concrete con il numero sono infinite.
Affiancare, unire; togliere, sottrarre.
Serpenti positivi e negativi, hanno portato i bambini a familiarizzare con i binomi del 10 sia addizionando che sottraendo.
Il salto ai binomi del 100 è stato breve e l’attività proposta stamani attraverso la presentazione del nuovo materiale ne ha facilitato il passaggio e facilitato la concettualizzazione.
Il 100 è stato costruito attraverso i binomi del 10, 1-9, 2-8, 3-7, 4-6, 5-5, a cui sono state aggiunti successivamente i bastoncini dorati del 10.
Per l’ autocontrollo sono state utilizzate le perle colorate.
10 gennaio, giorno di rientro a scuola.
Si rientra tra incertezze e perplessità.
Si rientra con il sorriso sulle labbra.
Sempre.
Insegnanti, bambini e bambine.
Insieme.
La paura di doversi di nuovo lasciare.
Forte.
La gioia di ritrovarsi.
Moltissima.
Poco importa se i sorrisi rimangono ancora un po’ nascosti dietro la mascherina…
Sguardi e parole vibrano nell’aria.
Ricominciamo.
E sarà un anno pieno di luce…
Quando si parla di educazione non si può pensare ad un semplice percorso lineare che procede per livelli successivi, ma a qualcosa di estremamente dinamico e complesso che vede nell’interazione tra le diverse agenzie educative (scuola, famiglia e società) il proprio centro propulsore.
L’incontro tra scuola e famiglia, forma concreta dell’incontro fra Scuola e Società, riveste un ruolo fondamentale all’interno del percorso educativo-formativo di ogni bambino e già nel momento della scelta della scuola se ne gettano le basi.
La scelta, dunque, non può e non deve mai essere casuale; si sceglie una scuola perché se ne condividono i principi e le linee portanti e non per la sola praticità logistica.
A maggior ragione, se si sceglie una scuola a metodo Montessori non si può prescindere da questa consapevolezza.
“Aiutami a fare da solo” non è uno slogan pedagogico, ma è la richiesta inconsapevole posta dalla natura stessa del bambino alla quale devono rispondere scuola e famiglia, e per farlo in modo sinergico devono necessariamente porsi sulla strada del dialogo, del confronto, della cooperazione e della condivisione.
É sulla strada della condivisione delle linee educative che ogni esperienza fatta dal bambino risulta amplificata.
Un po’ come il sassolino gettato nello stagno, nel movimento concentrico delle onde che vanno via via allargandosi, entrano in rapporto percezioni, esperienze, riflessioni ed emozioni che difficilmente avrebbero potuto avere la solita risonanza e completezza.
Il tutto nella piena chiarezza e nel rispetto dei rispettivi ruoli di insegnante e genitore che devono rimanere sempre ben distinti nello svolgimento dellaproprie specifiche funzioni educative, affettive e relazionali.