Daniela Lucangeli propone una vera e propria rivoluzione per cambiare scuola e didattica: quella del sorriso.
Una rivoluzione che, se apparentemente silenziosa, può davvero cambiare il modo con cui bambini e bambine si approcciano alla conoscenza.
Una didattica che affonda le proprie radici nella parte emotiva del cervello, una didattica che non chiede apprendimenti formali, ma che attiva percorsi e chiede di agire con naturalezza, senza ansia e senza paure: con il sorriso, appunto.
Insegnanti e discenti coinvolti in un unico percorso che non è quello del
io insegno-tu apprendi-io verifico
ma quello di
tracciare strade e fornire strumenti
per il viaggio più bello e entusiasmante: quello della scoperta e della costruzione della coscienza.
Attività in classe: domino matematici
L’attività comprende tre serie con tipologie di calcoli diversi
Si sviluppa con l’utilizzo del materiale per il calcolo e la verifica: perle, quadrati del cento e tavola pitagorica
Il domino si sviluppa a terra, una serie dopo l’altra.
Strategie per il calcolo mentale: “Aggiungere e togliere 10”
“La mano è lo strumento espressivo dell’umana intelligenza: essa è l’organo della mente...
M.Montessori
La mano come organo della mente, questa la grande anticipazione di M. Montessori.
Anticipazione oggi confermata dalle neuroscienze: mano che tocca, occhio che osserva e mente che struttura.
Tutte le attività sviluppabili con il metodo montessoriano, sono strutturate in modo che, attraverso la manipolazione dei materiali, si attivino tutti quei processi i cognitivi che stanno alla base di ogni apprendimento efficace.
La manipolazione del numero permette di vedere concretamente gli elementi aritmetici e di avviare i processi di astrazione e concettualizzazione necessari per progredire nello sviluppo.
Con il materiale matematico i numeri sono qualcosa da toccare, spostare, cambiare e trasformare.
Tutti i sensi sono coinvolti.
Maneggiando le perle, il calcolo diventa qualcosa di visibilmente percepibile con i sensi prima che con la mente.
Il numero viene manipolato e visualizzato attraverso l’associazione colore/quantità diventando immediatamente identificabile senza bisogno di contare.
Ma la strutturazione del pensiero non si limita certo a questa identificazione: la trasformazione operata sul numero permette l’acquisizione della consapevolezza del processo che regola la trasformazione stessa dei numeri.
La ripetizione delle attività e il reiterarsi delle manipolazioni permette la costruzione autonoma di conoscenze e competenze.
Attività in classe
Materiale necessario: perle dorate della decina e perle colorate delle unità.
Si propone la composizione di un numero oltre la decina.
Attraverso l’aggiunta di un altro bastoncino della decina si rende evidente che il numero cambia e si trasforma, ma che le unità rimangono le stesse.
La stessa esperienza si ripete sottraendo le decine.
Il contatto con le cose che ci parlano incessantemente con la loro voce e ci invitano a seguirle.
Queste, le osservazioni poste da Maria Montessori al centro del suo approccio e ormai comprovate livello scientifico.
Dare al bambino la possibilità di esplorare l’ambiente con le proprie mani, non ha solo l’effetto di svilupparne motricità e manualità, ma diventa determinante per la comprensione del mondo e sorgente inesauribile di domande e curiosità.
Domande e curiosità che spingeranno il bambino, in modo autonomo e consapevole, ad esplorare il mondo e a precedere nel proprio percorso di sviluppo.
Utilizzando le mani, il bambino struttura il proprio pensiero.
Il legame tra mano e cervello è così stretto da favorire lo sviluppo e la strutturazione di quest’ultimo. Esercizio delle mani, dunque, per scolpire il cervello e rafforzare l’apprendimento facilitando anche l’acquisizione del linguaggio.
La matematica si fa con le mani-attività in classe
La proprietà dissociativa dell’addizione
Niente di più semplice e divertente.
Bastano poche cose: il materiale delle perle e i cartellini con le addizioni.
Partendo dalla prima addizione si invitano i bambini a comporla con le perle.
Si invitano poi i bambini a dissociare i numeri e a sommare i numeri in colore ( esattamente come si fa con il serpente positivo) .
La somma delle unità forma una nuova decina verificabile con l’appaiamento del bastoncino delle perle dorate.
Si sostituisce la nuova decina alle perle colorate applicando in modo esperenziale la proprietà dissociativa dell’addizione.
La ripetizione dell’attività diventerà autonoma strategia di calcolo veloce.
Educare al rispetto delle differenze contro ogni forma di violenza e discriminazione è un dovere collettivo e la scuola un luogo privilegiato di riflessione e confronto.
L’educazione alla lotta ad ogni tipo di discriminazione e la promozione ad ogni livello del rispetto della persona e delle differenze, non ha uno spazio e un tempo definiti e concorre alla crescita culturale, emotiva e relazionale dei bambini e delle bambine, attraverso la partecipazione attiva al proprio processo educativo.
Era il 1933.
Albert Einstein viveva in Germania, quella Germania che dopo le leggi antisemite era pronta a perseguitarlo.
Si diresse così verso gli Stati Uniti in cerca di libertà.
Ancora prima della promulgazione delle leggi di Norimberga , alcuni esponenti della comunità scientifica, in Italia come altrove, riconoscevano la presenza di razze diverse e attribuivano ad alcune il primato su altre.
All’ingresso negli Stati Uniti, tra le tante domande a cui Einsten si trovò a rispondere, una in particolare lo ferì e lui non rimase in silenzio.
Rispondere era un dovere ed era necessario.
Si racconta infatti che, con la sua risposta lapidaria, Einstein colpì le fondamenta stesse su cui si reggeva il razzismo: la diversità.
Non c’è diversità se la razza cui apparteniamo è unica: la razza umana…
Ogni disciplina ed ogni conoscenza ad essa riferibile, è legata alla storia dell’umanità e al suo cammino.
Quel lungo cammino che ha visto nascere l’Universo e il pianeta Terra, i primi esseri viventi e poi l’uomo.
La storia delle civiltà, della scrittura e dei numeri.
Comuni le esigenze, diverse le soluzioni.
Diverse a seconda degli uomini, dei luoghi e delle contaminazioni.
Con le cinque favole cosmiche, M.Montessori ripercorre questo lungo cammino in modo estremamente coinvolgente muovendosi sulle sottili corde dell’immaginazione.
Le favole seminano i germi d’interesse, l’amore per la conoscenza e la curiosità; ingredienti indispensabili per spingere i bambini alla ricerca di risposte e che, alle soglie dell’adolescenza, sapranno guidarli ad una rielaborazione e ad una sintesi personale.
La narrazione, estremamente coinvolgente, provoca sempre stupore, meraviglia e curiosità nei piccoli ascoltatori.
L’uso dei materiali, la lettura, le attività concrete e gli esperimenti scientifici rendono poi osservabile e concreto quanto narrato e generano connessioni.
Niente è dato in astratto; ogni nuovo concetto viene veicolato dalla mano che lo fa proprio attraverso l’uso del materiale di sviluppo.
Ed è così che conoscere diventa un’emozione: l’emozione della scoperta, oggi come allora.
Agganci sensoriali ed emotivi permettono alle nuove idee e ai nuovi concetti di connettersi con quelli appena appresi, generando una vera e propria rete di connessioni.
E sui fili di questa fitta rete, il bambino abbraccia i diversi aspetti del sapere in un’unica enorme cornice cosmica.
Il cammino del bambino di oggi, sulle tracce dell’uomo di ieri, lo guida alla consapevolezza che il lavoro dell’uomo, in ogni tempo e in ogni luogo, non è fine a se stesso, ma a beneficio dell’intera umanità.
Il valore di una persona risiede in ciò che è capace di dare, non in ciò che è capace di prendere”.
A.Einstein
Niente di più vero.
Il 4 ottobre si celebra la Giornata nazionale del Dono, dedicata al valore della gratuità e alla solidarietà.
La giornata coincide con la festa di S. Francesco d’Assisi, patrono d’Italia e già giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra culture e religioni diverse.
Riflettere e sperimentare il dono è fondamentale per fare comunità e seminare pace e serenità.
Donare.
DON-AZIONE, l’atto del donare.
Spesso donare è più gratificante del ricevere, rinforza legami, crea reciprocità e riempie di senso ogni semplice gesto.
Si dona in molti modi diversi.
Si dona tempo e si dona ascolto; si donano amore e attenzioni.
Per donare e donar-ci, dovremmo necessariamente riflettere sul tempo non correndogli dietro, ma fermandolo e fissandolo con gesti e don-azioni.
Insegniamo ai bambini a fermare da subito il loro tempo donando loro il nostro; insegniamo loro che il tempo si può suddividere in piccolissimi istanti e che ogni istante può essere riempito in modi unici e indimenticabili.
Cominciamo a fermarlo, a suddividerlo, questo nostro tempo che ci sfugge sempre dalle mani, e riempiamolo di sorrisi, gesti e parole.
M.Montessori ha spesso sottolineato che l’interesse e la curiosità che i bambini mostrano verso qualsiasi animale o verso qualsiasi altra forma vivente del pianeta, sono uno degli istinti più vivi dell’animo infantile.
Ed è proprio partendo da questo aspetto, che l’educazione alla cura e al rispetto possono diventare qualcosa di vivo e concreto.
Non solo seminare e piantare, ma prendersi cura.
Prendersi cura di piante, fiori e animali è qualcosa di più: è vivere a livello emozionale quel sentimento di cura, quella gioia e quel senso di pace e di soddisfazione che ne derivano.
Giardini scolastici, piante in classe, tartarughe e pesci possono entrare nelle aule e riempire con i loro colori i cortili della scuola, dando alla cura quel senso di necessità e di continuità nel tempo che le spettano.
Educazione all’aperto, contatti costanti con il mondo della natura e passeggiate osservative alla ricerca delle piccole cose sogni giorno sa offrirci per meravigliarci, sono occasioni imperdibili e, come tali, da ricercare.
“Vivere”il mondo, dunque, per alimentare in modo concreto quel grande “sentimento della natura” fatto di attenzione, rispetto e curiosità.
Solo sosì, gradualmente, la Natura saprà svelarsi agli occhi dei bambini, senza alcun pedissequo insegnamento, e sarà scoperta e conquista.
Sarà comprensione del legame che tutto lega su questo pianeta, esattamente come in “una tela: ogni particolare è un ricamo e l’insieme forma un tessuto magnifico” (Dall’infanzia all’adolescenza)
Cura e rispetto, non parole da insegnare, dunque, ma comportamenti da fortificare giorno dopo giorno per preservare risorse e tutelare le creature che condividono con noi questo Pianeta ormai tanto bisognoso di cure.
Attività
Accanto alle attività pratiche e ai sentimenti di cura e rispetto che andranno crescendo grazie al rapporto diretto e costante con la natura, l’interesse del bambino si dirige anche verso la ricerca e lo sviluppo delle conoscenze che vanno a comporre quella grande tela ricamata di cui parla M.Montessori.
Ecco allora che possono essere presentate attività di lettura legate al mondo animale con lo scopo di alimentare quello stesso interesse guidandolo però verso livelli di ricerca e conoscenza sempre maggiori.
Mente e corpo apprendono all’unisono con ciò che ci circonda.
Crescere è vivere giorno dopo giorno in sintonia con la propria fisicità, in rapporto con gli altri e con le cose.
Crescere è prendere e toccare, è bruciarsi e bagnarsi, è osservare e… meravigliarsi
E cosa di meglio del mondo per meravigliarsi?
Le esperienze all’aperto offrono sicuramente un’infinità di occasioni per farlo.
Stupore e meraviglia sono potentissimi motori per l’apprendimento.
Il bambino stupito e meravigliato è un bambino che mette in moto funzioni cognitive complesse per trovare risposte al nuovo o al mai visto.
E mentre cerca risposte, formula domande, e formulate le domande, cerca nuove risposte.
In questa ricerca continua si fanno strada ipotesi e idee sempre nuove…
Oggi usciamo!
Le Mura di Lucca rappresentano una realtà impareggiabile. Passeggiate sopraelevate tra tigli profumati, prati verdi su cui correre e rotolare; la città piena di torri e chiese da una parte e la vastità della campagna dall’altra.
Dopo una piccola corsa sui prati ci siamo diretti verso i sotterranei per tuffarci in un periodo storico ormai lontano.
Esterno e interno della città collegati da lunghi e tortuosi passaggi sotterranei!
Varcate le enormi porte in legno: meraviglia!!
Un mondo diverso si è aperto agli occhi dei bambini; un mondo fatto di terra umida, di acqua che scorre in rigagnoli e crea pozzanghere, di rivoli che sgocciolano dalle pareti e gocce d’acqua che scendono qua e là dai soffitti a volta; e poi odori.
M. Montessori nel suo libro “Autoeducazione” definisce se stessa come lettrice a voce alta.
Nelle sue scuole tutti sono invitati a leggere a voce alta, insegnanti e bambini e non solo a leggere, ma a interpretare.
Il metodo prevede infatti le “letture interpretate” , ovvero la lettura di piccole frasi tratte anche da famosi testi di letteratura e non necessariamente di quella dedicata all’infanzia.
Le frasi delle letture interpretate sono scritte su appositi cartellini che i bambini pescano da una scatola contenente l’intera serie.
Esistono più scatole con serie diverse per grado di complessità interpretativa.
La lettura non si concentra sulla sola decodifica e nemmeno sulla comprensione, ma sull’interpretazione soggettiva che ne segue.
Un po’ come se il brano letto seguisse un percorso circolare: dall’esterno verso l’interno ( decodifica e comprensione) e poi ancora verso l’esterno con la nuova veste dell’interpretazione soggettiva e personale.
Il bambino che ascolta l’insegnante che legge, non solo segue la narrazione, ma si lascia permeare da una sonorità che coinvolge mente e corpo.
La musicalità delle parole, insieme al ritmo narrativo della storia, ha la capacità di trasportare i bambini nel mondo ascoltato dando loro la possibilità di conoscere il mondi antichi, nuovi o immaginati, vivendoli emozionalmente in prima persona .
“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito.. perché la lettura è un’immortalità all’indietro.” Umberto Eco.