Alleanza educativa

Per una didattica dell’errore-M.Montessori e G.Rodari

by

Per crescere e imparare senza il peso della perfezione e dell’infallibilità

"... il bambino lavora da sé al proprio perfezionamento. La strada giusta gli é indicata non solamente dagli oggetti che adopera, ma altresì dalla possibilità di riconoscere da solo i propri errori per mezzo di questi oggetti”.M.Montessori

Nella pedagogia montessoriana l’errore, il Signor Errore, riveste un ruolo di eccellenza ed è considerato una preziosa opportunità per imparare.

L’errore non viene caricato di significati che non gli appartengono, non viene nascosto, cancellato o demonizzato, ma semplicemente accolto e sperimentato in modo assolutamente naturale.

Attraverso l’utilizzo dei materiali, sempre autocorrettivi, i bambini sono capaci di riconoscere l’errore e di correggerlo in autonomia.

L’autocorrezione non è mai una mera trascrizione in forma corretta di qualcosa che non lo era, ma implica necessariamente una riflessione sull’errore stesso che ci rimanda ad una percezione cognitiva diversa da quella di partenza.

L’individuazione e la correzione autonoma, così come l’assenza di giudizio da parte dell’adulto, permettono ai bambini di crescere liberi non solo dal giudizio altrui, ma anche dai condizionamenti e dai pregiudizi che ne derivano…

Permette anche la crescita libera dal proprio giudizio interiore, giudizio che si genera attraverso l’immagine di sé che ritorna dall’esterno verso l’interno, esattamente come riflessa in uno specchio, dando vita a sensi di colpa e di inadeguatezza.

Il senso di fiducia in sé e nelle proprie capacità si sviluppa principalmente proprio grazie al rapporto che il bambino crea con l’errore .

Grazie al senso di fiducia nelle proprie capacità e al livello di autostima che ne derivano, il bambino sarà portato a provare e a sperimentare soluzioni e possibilità sempre nuove e creative in modo sereno ed efficace.

“Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli”»G.Rodari

Nella prefazione scritta da G.Rodari per “Il libro degli errori” emerge l’essenza dell’ alta considerazione che G.Rodari ha dell’errore:

“Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo? Se si mettessero insieme le lagrime versate nei cinque continenti per colpa dell’ortografia, si otterrebbe una cascata da sfruttare per la produzione dell’energia elettrica. Ma io trovo che sarebbe un’energia troppo costosa.”

Nel libro degli errori, il Prof. Grammaticus ha il compito di vigilare sul buon uso della grammatica salvandola dagli errori che la travolgono, ma ha cuore, passione e sensibilità. a guidarlo…

Il professore, infatti, è sempre pronto ad ascoltare, a riflettere, a capire e, cosa più importante, ad offrire soluzioni divertenti e creative.

Il pdf. Grammaticus è la voce di Rodari ; una voce che ci dice, pagina dopo pagina, che l’errore è prezioso e che sa offrire prospettive inaspettate.

L’errore non è mai un limite, ma piuttosto un regalo, una piacevole sorpresa e, con il regalo in mano, gioiosi, siamo più propensi a proseguire, qualsiasi sia la strada.

Rodari parla infatti di “ risveglio ideologico dell’errore”.

personalmente trovo bellissima l’idea del risveglio.

Mi rimanda immediatamente a qualcosa che è rimasto sopito a lungo, troppo lungo.

Un po’ come Biancaneve o la Bella Addormentata nel Bosco che, finalmente, dopo l’inaspettato bacio, quello del risveglio, appunto, cambiano completamente strada e vivono felici e contente e, non solo loro, ovviamente…

Dobbiamo all’errore, infatti, e solo a lui, se abbiamo la possibilità di percorrere strade diverse e se, lungo quelle strade, abbiamo l’opportunità di vedere, scoprire e inventare paesaggi sempre nuovi, reali, fantastici o anche solo immaginati…

In Natura niente si spreca e tutto si trasforma

by

The world is a fine place, and worth fighting for.

Il mondo è un bel posto e per lui vale la pena lottare

Ernest Hemingway 




Forse è giusto partire da qui per parlare di spreco e per educare al riciclo e al riuso.

La Natura è la nostra prima vera grande maestra.

Basta osservare e farlo con attenzione.

Facciamo in modo che bambini e bambine possano fare esperienze in natura; offriamo loro la possibilità di scoprire e di osservare i fatti naturali attraverso esperienze concrete fatte con il proprio corpo.

Il corpo esplora e la mente coglie, scopre e, infine, conosce.

La natura crea, usa, consuma e ripropone senza lasciare rifiuti.

I rifiuti sono opera dell’uomo. 

Accanto all’osservazione della natura e alla graduale scoperta dei suoi segreti deve svilupparsi anche un’educazione al riuso e al riciclo.

Riusare e riciclare cambiando senso e destinazione, diventano anche modi preziosi per sviluppare creatività e pensiero divergente; per uscire dal convenzionale e per creare e ri-creare in modo nuovo e assolutamente personale.

Sperimentare il riuso anche attraverso le attività didattiche quotidiane può offrire esempio e spunto di riflessione.

Così riusando pezzi di un vecchio gioco, ho progettato una nuova attività didattica.

Ai bambini l’idea è piaciuta molto ed è stata da stimolo per altre personali creazioni o riflessioni, o quanto meno per porsi una domanda: Con questo cosa si potrebbe fare?

Ah! sì, con questo si possono fare un sacco di cose…pensiamoci un po’…

Questa la mia risposta .

Sempre

L’attività

Dai pezzi di un vecchio gioco a materiale didattico:

Accanto all’attività didattica concreta, si possono proporre anche due filastrocche di Bruno Tognolini per stimolare l’osservazione e la riflessione.

Filastrocche per riflettere

Margaret Mead: prendersi cura

by

Margaret Mead era un’antropologa americana che ha dedicato analisi, studio e ricerca all’esplorazione della natura umana e dei fattori che da sempre hanno influenzato le azioni dell’uomo. 

Uno degli aneddoti più famosi e davvero illuminanti è quello che racconta della domanda di uno studente interessato a conoscere il punto di vista della ricercatrice in merito ai primi segni di civiltà individuabili all’interno di una cultura.

Sicuramente la risposta sorprese lo studente dell’epoca e fa riflettere ancora noi oggi.

L’antropologa non disse che erano la costruzione di armi, utensili, vasellami o la messa a punto di una qualsivoglia prima rudimentale tecnica, a indicarci i primi segni di civiltà, ma il prendersi cura l’uno dell’altro.

Per Margaret Maead il primo segno di civiltà di una cultura è stato un femore rotto.

Un femore rotto e poi guarito.

E dietro un femore rotto e poi guarito c’è la cura.

Nel regno animale chi è ferito muore: non può fuggire dal pericolo, non può mettersi al riparo, non può procurarsi cibo, non può procurarsi acqua.

Nessun animale può sopravvivere tanto a lungo da veder risarcire il proprio femore rotto.

Il ferito può solo aspettare; aspettare di diventare carne per altri predatori.

Un pezzo della catena.

Niente di più..

Ebbene un femore rotto e poi guarito si distacca da tutto questo, esce dalla catena.

Dietro a quel femore rotto, c’è qualcuno che si è preso cura, che ha dato riparo, cibo, acqua, sostegno e conforto.

E questo fu quello che la ricercatrice disse al suo studente: il primo segno di civiltà, è il sapersi prendere cura l’uno dell’altro dando un senso preciso alla comunità.

Ma noi, oggi, sappiamo ancora prenderci davvero cura l’uno dell’altro?

Attività outdoor: bambino e Natura

Oggi si è piacevolmente conclusa l’operazione Nontiscordardimé che, se come obiettivo tangibile e visibile aveva quello di rigenerare lo spazio esterno della scuola, in realtà ne custodisce uno ancora più profondo: sviluppare il sentimento di cura.

Come?

Imparando a prendersi cura l’uno dell’altro ristabilendo un rapporto diretto tra bambino e Natura; un rapporto fatto di ascolto, attenzione e cura.

Giorno dopo giorno.

E L’attenzione è nata nel momento della progettazione.

Come suddividere le piante che verranno donate alla scuola?

Attraverso inventari di piante e fiori, i bambini e le bambine hanno individuato i bisogni principali dei diversi tipi di piante- esposizione al sole, acqua, grandezza-e in base ai bisogni hanno pensato di raggrupparli in sezioni, progettando, di fatto, lo spazio a disposizione.

Questo è stato solo il primo passo, quello dell’attenzione e dell’ascolto attento e intimo; a questo primo passo ne seguiranno molti altri e saranno indubbiamente altrettanto ricchi e, sicuramente, ancor più soddisfacenti… e saranno quelli del prendersi cura e del piacere di farlo insieme…

Un fiore a simbolo di armonia e pace

by

“Il sentimento della natura cresce come ogni altra cosa; e non è certo trasfuso da noi con qualche descrizione od esortazione fatta pedantescamente dinanzi ad un bimbo inerte e annoiato chiuso tra mura. Sono le esperienze che lo colpiscono... Noi dobbiamo ai bambini una riparazione più che una lezione”.
M.Montessori 

Operazione Nontiscordardimè-Legambiente Campagna 2022

É la Campagna di volontariato promossa da Legambiente per coinvolgere l’intera comunità nella cura degli ambienti scolastici.
L’edizione di quest’anno , prevista per l’ 11-12 marzo e alla quale tutte le scuole possono liberamente partecipare, è dedicata alla rigenerazione degli spazi esterni, non solo per rispondere al bisogno di socialità dei bambini e delle bambine, ma anche a quello di una scuola sempre più verde e aperta al territorio; una scuola inclusiva , capace di farsi vera comunità in un momento storico tanto difficile, in cui allo stato di incertezza generato dalla pandemia, si è aggiunto quello di paura e sconforto per la guerra tra Russia e Ucraina.
Nel nostro piccolo, abbiamo pensato di dare nuova vita ad uno spiazzo piuttosto ampio destinato a fiori o a orti didattici.
Purtroppo, il suolo durissimo e privo ormai di terra impedisce ai bambini e alle bambine di utilizzarlo, rendendo di fatto nulle le potenzialità didattico-educative che quello spazio potrebbe offrire.
Impensabile un versamento di terra in forma “autonoma” per la rigenerazione di quella parte del cortile scolastico.
Grazie alla campagna di Legambiente, il Comune di Lucca ha dato la sua disponibilità per il versamento di terra, rendendo di nuovo disponibile quello spazio per innumerevoli attività.
La scuola avrà così non solo un’area colorata ed accogliente, ma anche uno spazio da curare per sviluppare nei bambini quel sentimento di cura di cui oggi c’è sempre più bisogno.
Quale modo migliore per farlo se non quello di prendersi cura del proprio territorio e degli spazi comuni?

Incipit di una poesia di G.Rodari

Ieri, i giardinieri del nostro Comune hanno provveduto a a versare nuova; non solo la hanno fresata e concimata rendendola pronta a dare frutti…

Da domani i bambini e le bambine, armati di palette e annaffiatoi, aspetteranno fiori e piantine da mettere a dimora a simbolo di gioia, armonia, pace e cura.

L’allestimento del nuovo spazio, sarà solo l’inizio di tante attività didattiche dedicate a ristabilire un contatto diretto con la natura.

Una poesia per riflettere: “Natura, vattene!” G.Rodari


L’Ucraina e i suoi bambini

by

Il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità

Maria Montessori

Dal 2014 a causa del conflitto nell’Ucraina Orientale, 750 scuole sono state distrutte, danneggiate o costrette a chiudere.

Per migliaia di bambini l’accesso all’istruzione è stato tragicamente interrotto.

Scuole come campi di battaglia dove si scatenano le guerre più atroci e dove gli studenti sono le vittime.

Per ogni scuola danneggiata o distrutta, l’umanità intera fa un passo…anzi dieci, cento, mille passi indietro.

Indietro indietro indietro… indietro fino a quando per i bambini non c’era possibilità di andare a scuola, di sperimentare e di studiare.

Indietro, fino al punto in cui per i bambini e per le bambine non c’erano prospettive, né progetti, né futuro…

Gerald Holtom e il simbolo della pace

by

«Ero in uno stato di disperazione. Profonda disperazione. Ho disegnato me stesso: la rappresentazione di un individuo disperato, con le palme delle mani allargate all'infuori e verso il basso, alla maniera del contadino di Goya davanti al plotone d'esecuzione. Ho dato al disegno la forma di una linea e ci ho fatto un cerchio intorno».
(Gerald Holtom)

Il simbolo della pace che tutti conosciamo è stato ideato da  Gerald Holtom, un grafico pubblicitario britannico obiettore di coscienza durante la seconda guerra mondiale.

Il simbolo in realtà non nasce come emblema della pace, ma in occasione di una campagna per il disarmo nucleare.

Era il 1958 e in Gran Bretagna  il Direct Action Committee against Nuclear War (Comitato d’Azione Diretta contro la Guerra Nucleare) organizzò la Marcia Aldermaston.

Holtom fu incaricato di idearne un simbolo.

Holtom pensò a qualcosa di estremamente semplice e di effetto.

Pensò al contadino di Goya, ma poi lo rovesciò; il suo non doveva essere un simbolo di rassegnazione…

Poi ebbe un’intuizione: utilizzare l’alfabeto semaforico navale per le lettere N e D per significare Nuclear Disarmament.

Alfabeto semaforico navale:N e D

Trasformò le immagini in linee e le iscrisse in un cerchio per rappresentare l’unione del mondo contro gli armamenti nucleari e contro ogni tipo di violenza e di guerra.

Per scelta, Holtom, non protesse il suo logo con il copyright e ciò ne favorìla diffusione.

La vera esplosione del simbolo della pace si manifestò negli anni ’60 in occasione dei movimenti i contro la guerra del Vietnam che attraversarono tutti gli Stati Uniti.

L’estrema facilità con cui il simbolo poteva essere disegnato, permisero al logo di Holtom di coprire i volti, i muri e le automobili di un’intera generazione.

Il logo cambiò così il suo significato originario e divenne a tutti gli effetti il “simbolo per la pace”.

Attività in classe:

Presentazione del simbolo della pace con attività correlate

Il bambino competente

by

“Per aiutare un bambino, dobbiamo fornirgli un ambiente che gli consenta di svilupparsi liberamente” 

M. Montessori

Già alla nascita il bambino possiede tutte le risorse necessarie per edificare il futuro uomo attraverso il sistematico sviluppo di tutte le sue facoltà grazie ad innate direttive interiori.

Oltre un secolo fa, prima ancora che le neuroscienze potessero essere in grado di darne conferma, M. Montessori considerava la mente infantile come regolata da un diverso funzionamento rispetto a quella adulta.

La mente infantile, secondo M.Montessori, ha infatti la capacità di crescere e svilupparsi assorbendo in maniera estremamente naturale tutto ciò che l’ambiente offre.

Questa convinzione la portò a delineare le linee di una vera e propria rivoluzione educativa che non faceva più del bambino un mero oggetto educativo, ma il centro intorno al quale  doveva strutturarsi il processo educativo stesso.

Fu così che M.Montessori iniziò a creare ambienti strutturati, curati, ordinati e a misura di bambino per garantirne non solo la massima autonomia, ma anche la medesima risposta di cura, ordine e attenzione ai particolari.

L’ordine delle cose e l’ordine della mente.

Mano che riordina, mente che struttura.

Binomi inscindibili, ma non sufficienti a garantire la costruzione autonoma degli apprendimenti e lo sviluppo completo delle potenzialità di tutti.

M.Montessori strutturò infatti materiali scientificamente progettati per favorire lo sviluppo dei sensi e  guidare i bambini e le bambine nella autonoma costruzione dei propri saperi e delle proprie competenze nel rispetto dei loro tempi.

Ambiente, materiale e… maestri .

M.Montessori si preoccupò anche della  formazione di migliaia di maestre perché potessero dare vita al suo metodo a supporto di tutti i bambini e di tutte le bambine nel loro individuale e responsabile percorso di crescita.

E la rivoluzione ebbe inizio.

In tempi recenti, il neuropsicologo, pediatra e studioso del metodo Montessori, Steve Hughes, a seguito di ricerche e sperimentazioni, ha riconosciuto ad attività e materiali montessoriani, il potere di contribuire alla formazione di un sistema neurale forte ed efficiente.

Il ripetuto utilizzo dei materiali favorisce infatti lo sviluppo di tutte quelle capacità (di movimento, di attenzione, di concentrazione, di espressione della  volontà e di prontezza sensoriale)  che giocano un ruolo centrale nello sviluppo delle strutture cognitive.

I principi montessoriani che secondo il famoso neuropsicologo contribuiscono al potenziamento di specifiche funzioni cerebrali e che contribuiscono all’espandersi dello sviluppo cognitivo, sono così riassumibili:

  1. Movimento e apprendimento sono strettamente collegati; il movimento può migliorare la capacità di pensare e imparare;
  2. L’apprendimento e il benessere sono facilitati quando ci si sente protagonisti delle proprie scelte; 
  3. S’impara meglio è l’ interesse a spingere;
  4. Dare giudizi, anche positivi, siano premi o voti, ha un impatto negativo sulla motivazione a intraprendere autonomamente un’ attività in assenza di premio o  voto
  5. La collaborazione con i compagni può ulteriormente stimolare l’apprendimento, generando confronto o imitazione;
  6. Contesti significativi e autentici portano ad apprendimenti più efficaci rispetto a quelli raggiunti in contesti astratti;
  7. Specifiche modalità di comportamento degli adulti , insegnanti e non, sono associate a risultati migliori nei bambini e nelle bambine

l’Italia che vorrei

by

L’Italia come la desiderano i bambini-Punti di Luce, Save the Children

La video lettera dei bambini consegnata al Presidente della repubblica aiuta noi adulti a riflettere.

Dalle parole dei bambini esce un ideale di Italia più accogliente, più gentile e più rispettosa dell’ambiente.

Un’ Italia senza razzismo, un’Italia che sa prendersi cura dell’ambiente e del pianeta che la ospita.

Un’Italia che sa cambiare e che fa sognare.

Ma anche un’Italia che sa parlare del proprio passato e della propria storia, nella consapevolezza che la storia sa indicare strade e direzioni: quelle da non seguire più, quelle ormai conosciute perché percorse migliaia di volte e quelle ancora tutte da percorrere.

Lo spaccato che emerge dal video ci mostra bambini e bambine che, per fortuna, ancora sanno sognare e che sognano un paese libero, libero anche dalla pandemia che tanto ha cambiato, insieme alle nostre, le loro vite.

Video-lettera Punti di Luce Save the children

Attività in classe:

L’Italia e il Presidente della Repubblica-Una pagina di storia

Un’attività per ripercorrere la storia del nostro paese e avviarsi alla conoscenza della Carta Costituzionale

Pagine di storia-le leggi razziali

by

Educare al rispetto delle differenze

“Appartengo all’unica razza che conosco, quella umana”

frase attribuita ad Albert Einstein

Educare al rispetto delle differenze contro ogni forma di violenza e discriminazione è un dovere collettivo e la scuola un luogo privilegiato di riflessione e confronto.

L’educazione alla lotta ad ogni tipo di discriminazione e la promozione ad ogni livello del rispetto della persona e delle differenze, non ha uno spazio e un tempo definiti e concorre alla crescita culturale, emotiva e relazionale dei bambini e delle bambine, attraverso la partecipazione attiva al proprio processo educativo.

Era il 1933. 

Albert Einstein viveva in Germania, quella Germania che dopo le leggi antisemite era pronta a perseguitarlo.

Si diresse così verso gli Stati Uniti in cerca di libertà.

Ancora prima della promulgazione delle leggi di Norimberga , alcuni esponenti della comunità scientifica, in Italia come altrove, riconoscevano la presenza di razze diverse e attribuivano ad alcune il primato su altre.

All’ingresso negli Stati Uniti, tra le tante domande a cui Einsten si trovò a rispondere, una in particolare lo ferì e lui non rimase in silenzio.

Rispondere era un dovere ed era necessario.

Si racconta infatti che, con la sua risposta lapidaria, Einstein colpì le fondamenta stesse su cui si reggeva il razzismo: la diversità.

Non c’è diversità se la razza cui apparteniamo è unica: la razza umana…

Attività in classe:storia-educazione civica

Ribimex PRDFC060X40CR Filo Quadrato in Bobina, 4×60 m, Verde

A scuola contro gli stereotipi

by

La scuola dell’obbligo è sicuramente un luogo privilegiato dove porre  le basi per lo sviluppo della crescita personale e civica dei cittadini e delle cittadine di domani.

E per questo, oggi come ieri, la valorizzazione delle potenzialità e delle particolarità di ognuno, al di sopra di ogni possibile differenza- sia essa fisica che culturale, linguistica o religiosa- diventa la chiave per far riflettere bambini e bambine sulla propria identità.

L’identità è qualcosa di estremamente complesso; sinteticamente si potrebbe dire che rappresenta quella coscienza di sé che rende consapevoli delle individuali specificità in continuità tra il proprio essere nella sua diversità , gli altri e la realtà.

La riflessione sulla propria identità apre necessariamente un immenso orizzonte con cui i progetti di vita si scontrano spesso inevitabilmente: quello degli stereotipi.

“Siamo tutti diversi e per questo tutti uguali” non può e non deve essere solo uno slogan. 

In un periodo in cui i bambini e le bambine strutturano in maniera più definita identità, personalità, caratteristiche e capacità individuali, la spinta educativa e formativa della scuola e dell’intera comunità educante, devono assolutamente mirare ad una riflessione collettiva sulle differenze e sugli stereotipi, non ultimi indubbiamente, quelli di genere.

Metodologie, attive, letture, giochi, attività sportive si pongono come opportunità preziose per “definirsi” e progettare i propri percorsi di vita.

Un clima scolastico fatto di libertà di espressione, interesse e ascolto reciproco, sono le basi necessarie per qualsiasi tipo di attività che voglia mirare allo scopo.

Indubbiamente il valore esperienziale del gioco ispira tante attività praticabili a scuola sul tema delle differenze e degli stereotipi di genere.

Fondamentale il coinvolgimento di bambine/i in attività di gruppo emotivamente coinvolgenti per favorire la piena espressione della diverse personalità a partire dai vissuti personali e da situazioni semplici e quotidiane.

A scuola ( e non solo) con il metodo Montessori

by

Quando si parla di educazione non si può pensare ad un semplice percorso lineare che procede per livelli successivi, ma a qualcosa di estremamente dinamico e complesso che vede nell’interazione tra le diverse agenzie educative (scuola, famiglia e società) il proprio centro propulsore.

L’incontro tra scuola e famiglia, forma concreta dell’incontro fra Scuola e Società, riveste un ruolo fondamentale all’interno del percorso educativo-formativo di ogni bambino e già nel momento della scelta della scuola se ne gettano le basi.

La scelta, dunque, non può e non deve mai essere casuale; si sceglie una scuola perché se ne condividono i principi e le linee portanti e non per la sola praticità logistica.

A maggior ragione, se si sceglie una scuola a metodo Montessori non si può prescindere da questa consapevolezza.

“Aiutami a fare da solo” non è uno slogan pedagogico, ma è la richiesta inconsapevole posta dalla natura stessa del bambino alla quale devono rispondere scuola e famiglia, e per farlo in modo sinergico devono necessariamente porsi sulla strada del dialogo, del confronto, della cooperazione e della condivisione.

É sulla strada della condivisione delle linee educative che ogni esperienza fatta dal bambino risulta amplificata. 

Un po’ come il sassolino gettato nello stagno, nel movimento concentrico delle onde che vanno via via allargandosi, entrano in rapporto percezioni, esperienze, riflessioni ed emozioni che difficilmente avrebbero potuto avere la solita risonanza e completezza.

Il tutto nella piena chiarezza e nel rispetto dei rispettivi ruoli di insegnante e genitore che devono rimanere sempre ben distinti nello svolgimento della  proprie specifiche funzioni educative, affettive e relazionali.