Alleanza educativa

Maria Montessori e la fiammella della curiosità

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La vera gioia dell’apprendimento risiede nella curiosità che ci spinge ad andare oltre ciò che già sappiamo

Maria Montessori

Parlare di Maria Montessori e del suo metodo educativo senza parlare della curiosità significherebbe perdere il punto di contatto tra apprendimento e realtà, individualità e cosmo.

La curiosità emerge prepotentemente da ogni opera di Maria Montessori in quanto imprescindibile punto di partenza pilastro per un apprendimento autentico e significativo.

La curiosità è infatti quell’energia vitale e naturale che spinge i bambini a esplorare, scoprire e apprendere in modo spontaneo e naturale da tutto ciò che li circonda.
La curiosità va di pari passo con l’automotivazione a fare e per questo Maria Montessori ha considerato l’ambiente come altro punto imprescindibile di ogni percorso di apprendimento significativo.

Un ambiente preparato in grado di stimolare la curiosità e allo stesso tempo capace di offrire opportunità per sperimentare e apprendere in modo libero e autonomo rappresenta una risorsa preziosa per promuovere un apprendimento duraturo.

L’ambiente giusto non è però solo quello preparato, ma anche quello del mondo della natura vista e vissuta nella sua magnificenza.

Già in tempi in cui la scuola era estremamente lontana dal mondo della natura, Maria Montessori ne vedeva le incredibili potenzialità: un enorme laboratorio vivente dove i bambini potevano apprendere in modo interattivo e coinvolgente.

La natura è infatti l’ambiente ideale non solo per affascinare i bambini e coltivarne le curiosità, ma anche per motivarli a ricercare le risposte ai loro perché ; in questo processo virtuoso, il costante contatto con la natura stimola l’immaginazione, la creatività e la connessione con il mondo circostante.

La curiosità, comunque, al di lá del suo punto di origine, ambiente preparato o natura, avvia i bambini lungo un percorso di apprendimento attivo, coinvolgente e ricco di senso proprio perché sempre strettamente legato ai loro reali interessi.

La curiosità promuove la sperimentazione e la ricerca; la curiosità affascina e diverte; la curiosità è concretezza e connessione con il mondo.

La conoscenza che ne deriva si fa ad ogni passo necessariamente sempre più profonda ed elaborata.

La metafora della curiosità e della fiammella sapientemente utilizzata da Maria Montessori rende bene l’idea di quell’impulso interiore che spinge ognuno di noi verso la scoperta e la conoscenza del mondo, e vero motore di apprendimento e di crescita.

É proprio questa fiammella che Maria Montessori invita a proteggere, ad alimentare e a coltivare perché possa crescere e brillare con sempre maggiore intensità.

Curiosità dunque non come emozione passeggera o interesse momentaneo, ma come energia vitale che motivava e spinge a indagare, esplorare e imparare in modo autonomo, libero e spontaneo.

Per incuriosire basta fare…

Anche nel periodo estivo molte sono le attività che si possono fare per stimolare la curiosità e l’interesse non solo dei bambini , ma anche dei più grandi.

  • Sicuramente l’esplorazione della natura offre occasioni imperdibili: organizzare escursioni in parchi, riserve naturali o spiagge permette di osservare piante, animali e fenomeni naturali. Molti sono gli strumenti che possono accompagnarci nel percorso aumentandone il senso di meraviglia e di scoperta: binocolo, bussola, pinzette e busta per la raccolta di materiale, ma anche guide e inventari per incoraggiare il riconoscimento l’osservazione e la scoperta.
  • Il giardinaggio rappresenta un altro campo di scoperta e meraviglia : piantare e coltivare un piccolo orto o delle piante in terra, in caso o sul balcone; prendersene cura, osservarne il processo di crescita e sviluppo dei fiori e dei frutti.
  • Cucinare con i prodotti dell’orto, tagliarli, osservarne i semi, i colori e le particolarità.

Ricercare, leggere e seguire una ricetta.

Pesare, misurare, amalgamare, imbiondire, versare…

Condividere il prodotto del tempo e della cura crea benessere relazionale e ci connette con gli altri e con l’ambiente.

  • Coltivare o giocare con le erbe aromatiche per stimolare e incrementare la memoria olfattiva, imparando a riconoscerle odorandole e osservandole per riconoscerle successivamente ad occhi chiusi, utilizzando solo l’olfatto.
  • Sempre affascinanti gli esperimenti scientifici da fare in casa o all’aperto: esperimenti con l’acqua, con l’aria o con liquidi di diversa densità.
  • Favorire le esplorazioni del mondo degli insetti: cestino, pinzette e libri guida per riconoscerli e identificarli; la loro varietà e la loro diversa presenza a seconda dei luoghi dá il via a scoperte degne di sempre nuova meraviglia .
  • Anche organizzare cacce al tesoro con soluzione di enigmi e indizi nascosti, genera curiosità, stimola la risoluzione di problemi e favorisce lo sviluppo dello spirito investigativo.
  • Laboratori artistici: offrire ai bambini materiali di generi diversi per creazioni artistiche all’aperto favorisce le libere sperimentazioni di forme, elementi e colori.
  • Lettura di libri:i libri sono sempre preziosi compagni di viaggio,ma anche fonte di ispirazione e di nuove scoperte.
  • Architettura creativa con materiali naturali: rami, foglie, sassi, sabbia, legnetti e tutto ciò che è facilmente reperibile in natura per costruire casette, labirinti o opere d’arte all’aperto.
  • Attività astronomiche: organizzare una serata di osservazione delle stelle, utilizzando, se possibile, un telescopio o semplicemente a occhio nudo.
    Libri specifici rendono possibile il riconoscimento a cielo aperto delle costellazioni principali.

… l’obiettivo è sempre e solo uno: incuriosire!!

Spunti editoriali

Formazione dell’uomo. L’eredità pedagogica di Maria Montessori

Educare alla libertà



I bambini non imparano, costruiscono

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Il bambino è la più grande e confortante meraviglia della natura; non un essere senza forza, ma costruttore della sua intelligenza.
L’essere che, guidato da un maestro interiore, lavora infaticabilmente con gioia e felicità, secondo un preciso programma, alla costruzione di quella meraviglia della natura che è l’uomo. Noi insegnanti possiamo soltanto aiutare l’opera già compiuta.”


In queste parole è racchiusa la grande rivoluzione di M.Montessori.
Riconoscere al bambino una forza innata che lo porta in modo predeterminato e naturale a crescere e a svilupparsi, ha cambiato radicalmente tutto l’impianto educativo.

Proprio come naturale è  il percorso che porta i bambini a parlare e a camminare, naturale é il percorso che li porta verso la conoscenza e la formazione integrale di sé e delle proprie specificità.

Il bambino non impara; il bambino costruisce. 
E lo fa in modo naturale, senza costrizioni o imposizioni .
E per costruire servono luoghi, occasioni, materiali e persone…

E luoghi, occasioni, materiali e persone non sono prerogativa della scuola; si può costruire ovunque, con chiunque e con qualsiasi cosa.

Il periodo estivo, con il maggior tempo a disposizione, gli incontri, i viaggi( piccoli, piccolissimi o grandi che siano), i posti mai visti o le piccole cose mai osservate, offrono occasioni uniche per incuriosire, ricercare e scoprire

Quale occasione migliore per permettere ai bambini di costruire in modo attivo e autonomo le proprie conoscenze?

Scuola, ambiente e insegnanti

Maria Montessori riconoscendo l’ambiente come una variabile fondamentale all’interno del percorso di crescita e di apprendimento, ne fa una delle componenti imprescindibili del suo metodo.
L’ambiente scolastico ne esce così stravolto e modificato in modo determinante rispetto al passato.
Ogni cosa viene scientificamente preparata, non solo per promuovere la curiosità, la libertà di movimento e lo spirito di ricerca, ma per favorire la libera e autonoma sperimentazione dei materiali e delle attività .
In parallelo all’allestimento dell’ambiente, Maria Montessori delinea anche il profilo di quella che definisce la “ nuova” maestra; nuova, perché totalmente nuovo é il modo di rapportarsi con i bambini e nuova la modalità con cui vengono mette in contatto con i materiali e con il cosmo.

La maestra “nuova” non impartisce insegnamenti, ma “risveglia e sviluppa le forze spirituali” che albergano in ogni essere umano fin dalla nascita.

il bambino é al centro, sempre.

Benessere emotivo e felicità

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“Una prova della correttezza del nostro agire educativo è la felicità del bambino.” (Maria Montessori)

Maria Montessori ha contribuito significativamente alla comprensione del concetto di felicità nei bambini considerandola non come un obiettivo esterno da raggiungere, ma come il risultato dell’armonia che si crea tra l’individuo e il suo ambiente.

Secondo Maria Montessori i bambini sono naturalmente orientati verso il progresso e l’autorealizzazione e trovano la felicità quando sono immersi in attività che sono significative e che corrispondono ai loro interessi e alle loro capacità.

La libertà di esplorare e di seguire gli interessi individuali ne è il corollario poiché porta inevitabilmente ad uno stato di gioia e benessere.

L’ambiente preparato consente ai bambini di sviluppare autonomia, indipendenza e senso di responsabilità delle proprie azioni .

Il senso di competenza e padronanza di sé contribuisce alla felicità e al benessere emotivo dei bambini.

Non solo ambiente, libertà e autonomia, ma anche relazioni umane positive all’interno di un contesto in cui il bambino sia veramente al centro e goda di pieno rispetto, ascolto, empatia e sostegno emotivo.

Per Maria Montessori la felicità non è mai un obiettivo da raggiungere, ma il risultato di quell’armonia che sia crea in un ambiente in cui il bambino possa davvero realizzare sé stesso secondo le proprie inclinazioni e potenzialità e in cui l’adulto lo aiuti davvero “a fare da solo” sviluppando autonomia, autostima e senso di autoefficacia.

Una lettura per parlare di felicità

Un racconto di Lev Tolstoy per riflettere sul concetto di felicità.

Il racconto, scaricabile in due formati diversi, corsivo e stampato minuscolo, è corredato di attività per la comprensione e l’analisi del testo, ma si apre anche a sollecitazioni creative e fantastiche.

Allenatori emotivi

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Nell’ultimo decennio, la scienza ha scoperto il ruolo che le emozioni svolgono nelle nostre vite. I ricercatori hanno scoperto che anche più del QI, la consapevolezza emotiva e la capacità di controllare i sentimenti, determinano il nostro successo e la felicità in tutti gli ambiti della vita, compresi i rapporti familiari (John Gottman)

Spesso le emozioni dei bambini spaventano, di fronte ad una crisi di rabbia, ad un pianto ostinato o ad una prorompente tristezza rimaniamo spiazzati.

Comunemente le emozioni vengono categorizzate in due ampie categorie: emozioni positive e emozioni negative. Questa distinzione si basa sulla valenza emotiva, ovvero se un’emozione viene percepita come piacevole o spiacevole. Le emozioni, siano esse positive o negative, sono naturali e svolgono un ruolo significativo nella nostra vita emotiva.

Tutte le emozioni sono ugualmente importanti e forniscono opportunità di apprendimento, crescita emotiva e adattamento. Ciò che conta è come si impara a gestire e regolare le proprie emozioni, prendendone consapevolezza e utilizzando strategie appropriate per gestirle in modo sano e costruttivo.

John Gottman,autore di “ Intelligenza emotiva per un figlio” evidenzia come le emozioni siano ascrivibili all’intelligenza emotiva e come anche questo tipo di intelligenza si sviluppi alla stregua di tutte le altre, matematica, linguistica, musicale o motoria…

Famiglia e scuola rivestono un ruolo centrale all’interno di questo processo di crescita che porta bambini e bambine a sviluppare la capacità di riconoscere, comprendere e gestire non solo le proprie emozioni , ma anche quelle degli altri.

Secondo il celebre ricercatore, sviluppare l’intelligenza emotiva è essenziale per il ben-essere di ognuno , in quanto influisce direttamente sulla capacità di stabilire relazioni significative e di affrontare le sfide emotive che inevitabilmente si incontrano nel corso della vita.

Nel libro, dedicato a tutti i genitori, Gottman offre una serie di strategie pratiche utili a coltivare l’intelligenza emotiva dei figli.

In sintesi Gottman incoraggia a:

  1. Essere consapevoli delle emozioni: I genitori sono incoraggiati a riconoscere e accettare le emozioni dei loro figli, sia positive che negative, e ad aiutarli a sviluppare un vocabolario emotivo per esprimere i loro sentimenti.
  2. Insegnare l’empatia: Gli adulti possono insegnare ai bambini a mettersi nei panni degli altri e a comprendere le emozioni altrui. Incoraggiare i bambini a fare domande sulla prospettiva degli altri e ascoltare attentamente le risposte è una ottima strategia per costruire un intimo rapporto empatico.
  3. Promuovere l’autoregolazione: aiutare i bambini a sviluppare la capacità di gestire le proprie emozioni insegnando loro a riconoscere gli impulsi emotivi e a utilizzare strategie di rilassamento, come la respirazione profonda o la meditazione come strategia utile a calmarsi quando necessario
  4. Risolvere i conflitti in modo costruttivo: Gottman enfatizza l’importanza di insegnare ai bambini a risolvere i conflitti in modo sano e rispettoso. Ciò include l’insegnamento delle abilità di comunicazione assertiva e di negoziazione.
  5. Modellare comportamenti emotivamente intelligenti: in particolare Gottman invita genitori ed educatori a farsi modelli di intelligenza emotiva e ciò implica necessariamente la capacità di gestire in modo sano le proprie emozioni, la capacità di condurre una comunicazione efficace e la capacità di entrare in relazione con gli altri con empatia e rispetto.

Proteggere un figlio dalle proprie emozioni può ostacolare lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, la regolazione emotiva, la comunicazione e l’autonomia emotiva. È invece importante incoraggiare i bambini ad esplorare, comprendere e gestire le proprie emozioni in modo sano e costruttivo.

Farsi allenatori emotivi dunque per sviluppare una connessione emotiva profonda con i bambini e per fornire loro le competenze necessarie per navigare liberamente nel complesso mondo emotivo di cui siamo parte.

Perché ogni studente suona il suo strumento; l’importante è trovare l’armonia

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 La paura fu la costante di tutta la mia carriera scolastica: il suo chiavistello.
E quando divenni insegnante la mia priorità fu alleviare la paura dei miei allievi per far saltare quel chiavistello, affinchè il sapere avesse una possibilità di passare

Daniel Pennac


Daniel Pennac – scrittore, insegnante e romanziere francese- fa della sua storia scolastica un manifesto sulla scuola.

In “Diario di scuola“, la sua critica del sistema scolastico tradizionale si fa forte e pungente.

Quella che esce dalla sua penna non è solo la sua storia, ma quella di tantissimi studenti costretti a vivere una difficile quotidianità che, spesso, determina tutto il loro percorso futuro.

Ai ricordi autobiografici mescola riflessioni pedagogiche, sulle universali disfunzioni dell’istituto scolastico e sul ruolo della famiglia.

Scava nei solchi dei giorni e degli anni, rovista incessantemente nel “mal di scuola” fino a che non non spunta un Daniel adolescente, stanco e ormai rassegnato al suo triste destino di “somaro”.

Così si definisce e così si ricorda, somaro.

Bravissimi i fratelli, stupiti i genitori, un figlio così proprio non se lo aspettavano…

Lui, dislessico e disortografico.

Inerme e inerte di fronte alla scuola e alle sue richieste.

Di fronte a quella scuola che non si accorge delle sue difficoltà e lo relega all’angolo.

E in quell’angolo Daniel si adagia. Assume un ruolo, quell’identità scolastica che gli mancava.

Distorta, irreale e crudele, ma sua; l’unica identità possibile per lui e sviluppa anche l’unica passione possibile: quella del fallimento.

“Ogni sera della mia infanzia tornavo a casa perseguitato dalla scuola. I miei voti sul diario dicevano la riprovazione dei miei maestri. Quando non ero l’ultimo della classe, ero il penultimo. (Evviva!) Refrattario dapprima all’aritmetica, poi nella matematica, profondamente disortografico, poco incline alla memorizzazione delle date e alla localizzazione dei luoghi geografici, inadatto all’apprendimento delle lingue straniere, ritenuto pigro (lezioni non studiate, compiti non fatti), portavo a casa risultati pessimi che non erano riscattati nè dalla musica, nè dallo sport nè peraltro da alcuna attività parascolastica.”

Rimane lì nel suo angolo e irebbe giocato il suo ruolo fino alla fine se…

Se non fosse arrivato il giorno dell’incontro, quando un professore non si “accorge” di lui e del suo dolore e gli lancia un’ancora di salvataggio per uscire da quell’angolo.

E a quell’ancora Daniel si aggrappa e la sua storia prende un’altra strada.

Pennac inizia ad amarsi.

Dall’angolo alla cattedra.

Una cattedra da cui lancia ancore e dalla quale è possibile trasformare l’apprendimento in un’esperienza piacevole e stimolante capace di permetta ad ogni alunno di seguire le proprie curiosità e di esprimersi secondo la propria creatività.

E la scuola, finalmente, si fa il luogo dove prevale la gioia dell’apprendimento e non la logica del voto; il luogo dove al posto della paura del giudizio c’è rispetto ed empatia, un luogo in cui ognuno possa realizzare a pieno la propria personalità, nei tempi e nei modi che lo contraddistinguono.

Come?

Con una sola parola che Pennac ci lascia alla fine del suo libro, amore.

Amore per la cultura, amore per il proprio mestiere, amore per gli alunni, tutti, amore per la lettura.

Amore, per vincere le sfide e per godere dei tanti successi e dei tanti trionfi.

Spunti editoriali dello stesso autore

Come un romanzo

Il paradiso degli orchi

La fata carabina 

La prosivendola 

Abbaiare stanca 

Diario di scuola

25 Aprile- Il coraggio del piccolo colibrì

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Io prego i cari bambini, che tutto possono, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo.
M.Montessori

Il 25 aprile è una data altamente significativa dall’importante valore simbolico.

Una data che si intreccia con la didattica della storia ma che, allo stesso tempo, la supera assumendo un alto valore civico.

Parlare degli anni che hanno preceduto la Resistenza, raccontare la Resistenza e riflettere su ciò che ne è nato subito dopo non significa soltanto ricostruire la memoria del nostro Paese, ma farci carico, nel senso più bello e pieno del termine, della cura di tutte quelle istituzioni che garantiscono la convivenza pacifica e libera di tutti i cittadini al di sopra delle singole differenze che li caratterizzano.

Attività in classe

La leggenda del piccolo colibrì è un’antica fiaba africana che ben si presta a parlare metaforicamente della Resistenza ricordandoci che ognuno, nel suo piccolo, può davvero fare la differenza.

La fiaba:

Nella foresta divampa un incendio.

Tutti gli animali scappano, ma non il piccolo colibrì che vola fino al fiume, raccoglie una goccia d’acqua nel becco, e vola dritto a gettarla sull’incendio.

Instancabilmente.

Fiume, goccia, incendio.

I grandi animali lo deridono.

Inutili le sue fatiche, assurdo il suo coraggio.

Il colibrì non ascolta.

Continua a raccogliere gocce.

All’improvviso il piccolo elefante esce dal suo riparo e va in cerca d’acqua per contribuire, con il piccolo colibrì, a spengere l’incendio; lo stesso fa il pellicano e lo stesso fanno, poco a poco, tutti i cuccioli.

Ognuno con le proprie forze; ognuno secondo le proprie possibilità.

Solo allora, vedendo i cuccioli, negli adulti scatta un forte senso di vergogna.

Vergogna per essere rimasti a guardare, per non aver osato, provato, tentato…

Tutti allora iniziano instancabilmente a lavorare insieme per spengere l’incendio.

Ognuno con le proprie forze; ognuno secondo le proprie possibilità.

E l’incendio finalmente viene domato.

Tutti abbiamo da imparare da questa antica fiaba africana.

Oggi, forse, più di ieri

Materiali stampabili

Spunti editoriali ed altro ancora

I doni scambiati – Una fiaba africana: Le Grandi Fiabe 

Una donna ha due figli. A ciascuno regala un uccello dalle piume rosse e oro. Il più piccolo dei due scambia l’uccello: con che cosa?

La diversità ci rende più forti: Libro per l’infanzia sulla diversità, la gentilezza e le emozioni sociali 

Perché ognuno è unico, il che è fantastico!

Piazza 25 aprile. Ediz. a colori

Dal 1934, con la vittoria dei mondiali di calcio, al 1945, il giorno della Liberazione, una piazza italiana vede passare la Storia. È una storia di guerra, di esclusioni, di perdite. E poi finalmente di rinascita. È la storia della nostra Repubblica e della nostra libertà, raccontata attraverso lo sguardo poetico di una bambina.

Alza la testa. La Resistenza narrata ai bambini

Luce è una staffetta modello: ha un’aria innocua, una fantasia ingegnosa e una vecchia bicicletta robusta. Nasconde il materiale in grandi borse della spesa, nelle calze, e lo consegna ai combattenti. I genitori l’hanno chiamata così perché possa risplendere anche nel buio che sta per inghiottire l’Italia, e la crescono ripetendole un solo monito: alza la testa! Non farti spaventare, segui le tue convinzioni. Ed è ciò che farà Luce.

Alla scoperta dell’angolo: Maria Montessori ed Emma Castelnuovo per una matematica inclusiva ed accessibile

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...perché la mente è meno democratica delle mani
Emma Castelnuovo


La geometria è vedere con gli occhi della mente.

É vedere i mutamenti e le trasformazioni, è percezione di movimento, non di staticità.

Ma poiché, come amava dire Emma Castelnuovo, la mente è meno democratica delle mani, per dare la possibilità a tutti di fare scoperte è necessario utilizzare strumenti che permettano di vedere la dinamicità delle forme e le trasformazioni delle figure individuandone in modo intuitivo le regole e le proprietà sottese.

Emma Castelnuovo si è dedicata tutta vita alla didattica della matematica elaborando materiali e strategie per renderla visibile, democratica e accessibile; lo fece con materiali semplici e alla portata di tutti, ma estremamente efficaci per incuriosire, sperimentare e scoprire.

Emma Castelnuovo, esattamente come M. Montessori, parte dalla concretezza, dalla mano che opera, muove e sposta ripetutamente fino a che l’apprendimento non emerge con tutta la sua forza attiva, creativa e costruttiva.

Semplici spaghi, elastici e barrette di ferro, plastica o cartone offrono infatti infinite possibilità per sperimentare anche i concetti più difficili che, solo in un secondo momento, giungono al grado della concettualizzazione e dell’astrazione.

Attività in classe

Per guidare i bambini alla scoperta dell’angolo ho realizzato una tavoletta usando chiodi e spaghi come soleva fare Emma Castelnuovo e utilizzato i materiali montessoriani per le frazioni.

Muovendo i due elastici si rendono evidenti lati, vertici e ampiezze.

Con il materiale delle frazioni si rendono evidenti i rapporti; un angolo giro, un angolo retto e un angolo piatto; un intero, 1/4, 1/2…

Materiale stampabile

Strumenti

Quadrilatero per L’Insegnamento della Scuola Angoli Geometria Kit Dimostratore in Aula Esplora Matematica Giochi di Giunzione Triangolare 

Per un apprendimento concreto e intuitivo alla scoperta di quadrilateri e triancgli e della giunzione triangolare

Goniometro da 360 gradi Toyvian con braccio girevole per studenti della scuola primaria Goniometri rotanti in plastica trasparente a cerchio pieno

Il braccio oscillante fornisce una guida a bordo diritto per disegnare gli angoli.

Fityle Kids Childhood Montessori Sviluppo

Cerchi di frazioni magnetici in schiuma morbida 

Spunti editoriali

Didattica della matematica

Emma Castelnuovo è stata una grande praticante riflessiva della didattica della matematica, molto nota a livello internazionale. Il libro “Didattica della matematica” è articolato in diversi capitoli che consentono di ricostruire la storia dell’educazione matematica e dei programmi di matematica

Psicogeometria. Dattiloscritto inedito

Il libro riporta in modo maturo e sintetico i punti salienti del Metodo Montessori e mostra come l’apprendimento della geometria sia un modo molto efficace di sviluppare le potenzialità della mente matematica; propone numerose attività concrete estremamente interessanti per l’analisi e lo studio geometria.

La biodiversità in una zolla di terra

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Una passeggiata in campagna o in montagna con occhi da attenti osservatori avvicina anche i più piccoli al piacere della scoperta e alla bellezza della natura.

Osservando una sola zolla di terra fiorita ci si può avvicinare in modo spontaneo al concetto di biodiversità.

Ogni fiore ed ogni tipo di erba presenti in una sola zolla è nata da un seme diverso.

E intorno ad ogni fiore e sull’erba che ricopre la zolla vivono numerosi insetti.

Osservare ed ascoltare. In silenzio.

Vivere il momento del silenzio come una conquista capace di farci percepire i più leggeri ronzii, i piccoli movimenti quasi impercettibili, il frusciare del vento, i cinguetti e lo stormire lontano…

E e scavassimo appena sotto la zolla? Sicuramente potremmo trovare lombrichi ed altri organismi più o meno grandi.

E se osservassimo con una lente di ingrandimento?

E se prelevassimo piccoli campioni di terra da osservare al microscopio?

Da ogni scoperta, una nuova curiosità in un percorso che, come il sasso nello stagno, si allarga, include, comprende e assimila fino ad arrivare alla scoperta più grande: quella della necessità della biodiversità per l’equilibrio della vita sulla Terra.

La zolla di terra dunque come il meraviglioso e grande pianeta che la ospita.

Attività in classe

Laboratorio artistico

Pittura su tela di un ramo di mimosa da regalare in occasione della Giornata Internazionale della donna. Ogni pittura un seme, ogni seme un messaggio, perché in ogni seme per quanto piccolo sia sta l’essenza e la forza della vita, anche quella necessaria a far volare i propri sogni.

Spunti editoriali

In un seme. Manuale per piccoli collezionisti di meraviglie

Un libro scritto da Beti Piotto, agronoma esperta di biodiversità, illustrato da Gioia Marchegiani, esperta disegnatrice di natura

Sei zampe e poco più. Una guida pratica per piccoli entomologi

Sei zampe e poco più sono tutto quello che serve per fare un insetto. Eppure con questi semplici ingredienti in natura si sono evolute milioni di specie diverse, in ogni clima e continente…

L’albero. Guida pratica e poetica alla vita arborea

Un albero è talmente tante cose che per spiegarlo questo libro ha avuto bisogno di quattro persone: una poetessa, due illustrataci e un biologo. Un albero, infatti, fa molte cose diverse e per questo può essere guardato da tanti occhi diversi. 

Maria Montessori, un nuovo modello di donna

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8 marzo; parlare di donne, oggi come ieri, proprio come fece lei…

Io non sono famosa grazie alla mia abilità o alla mia intelligenza, ma per il mio coraggio e la mia indifferenza nei confronti di tutto

Maria Montessori

Maria Montessori è stata la terza donna italiana a conseguire una laurea in medicina. 

La sua tesi, discussa il 10 luglio del 1896, era centrata sul suo “Contributo clinico allo studio delle allucinazioni a contenuto antagonistico”.

La scelta stessa dell’argomento denota da subito una personalità diversa, nuova; quella di una persona che vede oltre e che sa lottare per arrivarci.

Nella sua tesi, la giovanissima M. Montessori, cercava di definire in termini clinici le allucinazioni, aprendo una breccia su un mondo allora oscuro e nascosto: quello della malattia mentale.

Anche da uomo la sua impresa sarebbe stata titanica, ma lei era una donna e correva l’anno 1896.

Parlare di malattia mentale, del lato oscuro della medicina e farlo da donna era davvero qualcosa di inaudito o, quantomeno, di estremamente coraggioso in un contesto storico-sociale che vedeva proprio nella donna un’associazione stretta con la follia.

Nel XIX secolo, infatti si riteneva che i comportamenti folli si originassero nell’apparato riproduttivo femminile e precisamente nell’utero.

Il lavoro, l’impegno, le argomentazioni e il coraggio di Maria Montessori non passarono inosservate; Maria Montessori si laureò con un voto di 105/110 e si trovò catapultata inuma mondo dove non era più solo Maria Montessori, ma un nuovo modello di donna.

Il passaggio fu breve e l’impegno, quello che la contraddistingueva, sempre alto e costante.

Poco tempo dopo Maria partecipò su invito al Congresso sui Diritti delle Donne di Berlino in rappresentanza del suo Paese, l’Italia.

I suoi tre interventi furono incisivi e toccanti e affrontarono lucidamente i problemi delle donne:

il lavoro femminile, il diverso trattamento sul posto di lavoro tra uomini e donne e il diverso trattamento economico:

Parlo in nome di sei milioni di donne italiane che lavorano in fabbrica e nei campi per diciotto ore al giorno, ricevendo la metà dello stipendio riservato agli uomini per svolgere lo stesso lavoro, se non inferiore» 

Coraggio e determinazione erano indubbiamente i suoi caratteri distintivi ed è con coraggio e determinazione che M.Montessori denuncia la condizione femminile del tempo e la condizione educativa cui sono costretti i bambini.

Una denuncia, quella della Montessori, mai fine a se stessa, ma rigorosa e scientificamente supportata, sempre.

Una sensibilità non comune quella che la porta a sviluppare un più che vivo interesse per l’infanzia; un’infanzia violata, costretta, sminuita della sua spiritualità e ostaggio di un mondo rigorosamente adulto.

Il suo lavoro come assistente presso la clinica psichiatrica dell’Università di Roma la vede impegnata nel recupero dei bambini e bambine con problemi psichici e all’elaborazione sempre maggiormente definita del suo credo pedagogico che vede nell’educazione la chiave di volta per  uno sviluppo sano ed equilibrato.

La condizione di vita dei bambini all’interno dei manicomi è qualcosa che sicuramente smuove la parte più profonda del suo animo; animo di medico e di donna.

Una donna, Maria, dalla straordinaria sensibilità.

Visionaria?

Per molti; sicuramente per tutti coloro che rimanevano chiusi nei tanti castelli del pregiudizio, dello stereotipo, dll’indifferenza e dell’assurdità…

Una donna forte, leale, giusta. Una donna costantemente in cammino verso qualcosa che pochi ancora vedevano e che, forse, ancora oggi, molti non vedono…

Forse è per tutto questo o per ancora molto di più che, in occasione di un viaggio negli Stati Uniti nel 1913, il New York Tribune definì Maria Montessori come «la donna più interessante d’Europa». 

Attività in classe

Lettura dell’albo illustrato “Mimosa in fuga” e conversazione guidata sui temi che riguardano la condizione della donna nel mondo; ieri e oggi.

Spunti editoriali:

Montessori, perché no? di Grazia Honegger Fresco

Il volume offre scritti inediti di Maria Montessori, testimonianze di discepoli, amici, studiosi di fenomeni formativi, personaggi di cultura, resoconti di sue iniziative e realizzazioni nei vari luoghi in cui è trascorsa la sua esistenza, documentazioni di scuole montessoriane sparse nel mondo e frequentate da bimbi piccoli e adolescenti. Filo conduttore del libro sono le idee della pedagogista, scandite secondo l’ordine evolutivo dell’individuo, colte e lette nella loro vitalità, presentate nelle variazioni progettuali e istituzionali che hanno suscitato.

Maria Montessori, una storia attuale

Maria Montessori non fu certo una donna comune. Capace di destare le più entusiastiche adesioni e le critiche più malevole, fu oggetto al suo tempo di illazioni, maldicenze, pettegolezzi e, ancor oggi, il suo senso di libertà e le scomode novità del suo pensiero suscitano reazioni contrastanti. Si ripercorrono qui le tappe della sua vita: dagli anni della formazione, segnati dalla difficoltà di essere una delle prime donne medico in Italia, all’esperienza dolorosa della maternità nascosta; dalle lotte femministe, che fondano in lei un nuovo senso di giustizia sociale e una nuova consapevolezza del ruolo della donna, all’impegno a favore dei bambini svantaggiati fino al suo innovativo progetto pedagogico, basato sulla valorizzazione delle risorse e della libertà del bambino.

Mimosa in fuga

La mattina di un 8 marzo la piccola mimosa Mimì decide di scappare: perché è stanca di essere trattata come un regalo e vorrebbe invece essere un simbolo, il simbolo fondamentale della storia del femminismo e delle conquiste delle donne. E proprio in quella fredda mattina, un incontro inaspettato permetterà a Mimì di realizzare il proprio desiderio e di consegnare il suo messaggio più importante a una bambina.

Libere e sovrane, le donne che hanno fatto la costituzione

Un libro dedicato alle ventuno donne «libere e sovrane» che per prime nella storia d’Italia intervennero nelle decisioni politiche sul futuro del paese. Insieme, contribuirono con slancio ed energia a scrivere la nostra Costituzione e a renderla anche la Costituzione delle donne. A oltre settant’anni dall’anniversario del suffragio femminile, il contributo delle donne alla storia della nostra democrazia è ancora poco conosciuto, l’albo raccoglie le biografie delle ventuno Madri costituenti che, assieme ai più celebri «Padri», hanno scritto la Costituzione.

La natura non produce rifiuti; impariamo da lei !

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“Ci sono ancora troppi pregiudizi, su tale argomento, perché tutti ci siamo fatti volontariamente prigionieri, e abbiamo finito con l’amare la nostra prigione e trasmetterla ai nostri figlioli. La natura si è a poco a poco ristretta, nella nostra concezione, ai fiorellini che vegetano, e agli animali domestici utili per la nostra nutrizione, pei nostri lavori, o per la nostra difesa. Con ciò anche l’anima nostra si è rattrappita…”

Maria Montessori

Molto prima che si parlasse di ambientalismo, di ecosostenibilità, di outdoor education o di scuole nel bosco, Maria Montessori affermava l’assoluta necessità di un’educazione che lasciasse libero il bambino di vivere secondo natura e non che si limitasse soltanto a fargliela conoscere. Vivendo secondo natura non solo si riduce lo stress, si rinforza il sistema immunitario e si favorisce lo sviluppo di una innumerevole serie di competenze pratiche e relazionali, ma si contribuisce al più generale benessere dello stato psicofisico del bambino. E ancor più, gli offriamo la possibilità di imparare dalla natura, scoprendone i segreti e le meraviglie.

Grazie all’osservazione, la natura si svela in modo naturale e in modo altrettanto naturale si fa chiaro che non esistono sistemi di vita isolati e indipendenti ma che, al contrario, la vita si mantiene attraverso plurimi rapporti di interdipendenza e che ogni cosa è straordinariamente intrecciata con tutte le altre.

 Il sentirsi in contatto con la natura ha sicuramente associazioni positive con pratiche e comportamenti legati alla sostenibilità e alla felicità percepita.

É quanto rivela un nuovo studio su Frontiers in Psychology, condotto dalla dott.ssa Laura Berrera-Hernández: più i bambini si percepiscono come connessi alla natura e più tendono ad avere comportamenti sostenibili e mostrano anche maggiori livelli di felicità.

Lo studio suggerisce anche l’esistenza di una stretta relazione tra la connessione con la natura e lo sviluppo di comportamenti cura nei confronti dell’ambiente .

Educare il bambino a vivere secondo natura, vuol dire dunque offrirgli la possibilità di acquisire la comune consapevolezza dell’interrelazione e della dipendenza tra noi stessi e la natura, tra noi stessi e l’intero cosmo, rendendolo in grado di apprezzare e coglierne tutte le sfumature sentendosene pienamente partecipe.

Attività in classe

Impariamo dalla natura: compostiamo i nostri scarti alimentari.

Dalla mensa alla compostiera, dalla cura all’humus; un percorso di conoscenza e scoperta.

Conoscere l’interconnessione tra i nostri scarti e una miriade di forme di vita, tutte interconnesse, in grado di decomporli e restituirli come nuova energia vitale, è sicuramente qualcosa di sorprendente..

Microrganismi e microrganismi, ognuno con il suo compito fondamentale e la natura con il suo piano, quello cosmico.

Spunti editoriali

Il giardinaggio insegnato ai bambini 

Tutte le cose viventi sono collegate tra di loro, e così i fenomeni naturali. Partendo da questa convinzione, già ai primi del Novecento Lucy Latter sostiene che stare a contatto con le piante, la terra e gli animali che la abitano è un’esperienza insostituibile per l’educazione dei bambini, non solo fisica ma anche intellettuale ed emotiva.E che il metodo più efficace per imparare dalla natura, osservando e interiorizzando i suoi cicli vitali, è praticare il giardinaggio fin da piccoli, meglio ancora se a scuola, guidati dai propri maestri. In queste pagine che hanno precorso i tempi, coinvolgenti, dirette e ricche di tante indicazioni pratiche, prende forma il “metodo Latter”, in cui il giardinaggio diventa una vera e propria disciplina totale in cui convergono tutte le altre materie scolastiche, e gli alunni che vi si dedicano crescono con gioia e consapevolezza. 

In giardino e nell’orto con Maria Montessori,

Il libro dedica ad aspetti particolari dell’insegnamento e della pratica montessoriana, con la stessa duplice impostazione: da un lato contestualizzare storicamente ciò che faceva e insegnava la Montessori esattamente un secolo fa, dall’altro lato ricercare chi, a distanza di un secolo, consapevolmente o inconsapevolmente, segue nella pratica i suoi insegnamenti; un libro per parlare dell’approccio dei giovanissimi ad un corretto rapporto con la natura e l’ambiente.

Maria Montessori, l’educazione cosmica e la patata…

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Non sono il padre e la madre a costruire il figlio, ma è l’uomo ad essere costruito dal bambino: il bambino è il padre dell’uomo, l’anello di congiunzione tra passato e presente; collega i due con la sua presenza e allo stesso tempo costruisce il futuro della società.

Maria Montessori

Maria Montessori aveva la straordinaria capacità di considerare la vita e gli eventi come parte in tutto; un tutto che continua a scorrere e a cambiare e tutti prendiamo parte e siamo parte di questo cambiamento.

Compito dell’educazione è prendersi cura, alimentare e stimolare quell’embrione spirituale che vive in ogni bambino.

Per l’illuminata pedagogista, infatti, non esiste un unico periodo embrionale, ovvero quello prenatale, ma ben due ed entrambi sono indispensabili e necessari per il benessere e lo sviluppo dell’intera umanità.

l’umanità ha due periodi embrionali: uno è prenatale, simile a quello degli animali – e uno è postnatale, esclusivo all’uomo.

(La mente del bambino, M.Montessori)

Se il periodo embrionale prenatale è essenziale per lo lo sviluppo biologico del bambino, quello postnatale è indispensabile per il suo sviluppo psichico.

L’embrione spirituale del bambino è energia vitale propulsiva, sede germinativa di sviluppo in grado di rapportarsi con l’ambiente e con il cosmo secondo un piano che va ben oltre il singolo individuo.

Educazione e formazione rappresentano una fase indispensabile per lo sviluppo del secondo periodo embrionale affinché il bambino possa diventare uomo responsabile e consapevole, forte di tutto ciò che lo contraddistingue sia come singolo che come parte di una comunità ben più ampia.

Educazione e formazione sono l’humus in cui far nascere collegamenti, in cui unire il mondo di oggi a quello di ieri alla costante ricerca di una visione globale che abbracci l’intera evoluzione umana stimolando e generando, lungo l’intero processo, domande, curiosità in un caleidoscopio di infinite combinazioni e possibilità.

Maria Montessori aveva una naturale e carismatica capacità di condurre oltre lo sguardo di chi la seguiva e di farlo senza spiegazioni e senza magistralismi, ma semplicemente stimolando fantasia, creatività, curiosità e immaginazione.

Accadeva ad esempio- come ricorda Mario Montessori jr, nipote di Maria Montessori in “L’educazione come aiuto alla vita“, che sbucciando una patata, Maria si chiedesse ad alta voce in che modo all’inizio l’uomo avesse scoperto cosa si nascondeva al di sotto di quella strana erba con quei fiori così poco accattivanti che spuntava dal terreno .

E poi la domanda, l’innesco…

Che cosa lo aveva spinto a guardare oltre? Quale caso, intuizione o sprizzo di genialità aveva aiutato l’uomo a scoprire che l’enorme valore di quella pianta non risiedeva nella parte che si vedeva, ma se ne stava nascosta e protetta sotto la terra?

Cosa gli aveva fatto capire che quella parte era commestibile e non velenosa?

Ed ecco che il caleidoscopio gira: combinazioni, possibilità, idee, ipotesi…

E poi, aggiungeva, se le patate sono arrivate a noi dal Nuovo Mondo come sono arrivate?

Chi le ha coltivate… poche, tante, dove, come…?

Altro giro di caleidoscopio; altri milioni di possibilità; viaggi, esplorazioni, mari e terre …

Tutto sbucciando una patata…sapientemente sbucciando una patata, sì perché mentre le mani erano intente all’opera, le menti intorno si alzavano ad un livello più alto di pensiero, senza però staccarsi dalla realtà, dalla patata che veniva sbucciata, dalla quotidianità, dal gesto, da quello che era e da quello che è.

Un continuum, appunto.

Attività in classe

La natura rappresenta il tutto e l’armonia, e dal tutto si deve partire, attraverso le parti, per parlare, discutere, incuriosire, fare, osservare e scoprire; per generare empatia, amore, rispetto e cura verso tutto ciò che ci circonda.

Oggi più che mai è necessario fare alfabetizzazione naturale, riconnettersi alla natura perché il bambino, la natura, ha bisogno di osservarla, toccarla e prendersene personalmente cura, giorno dopo giorno e non semplicemente conoscerla…

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Maria Montessori: educazione e pace

by

La politica può, al massimo, evitare le guerre, ma non può costruire la pace.

La pace, come vita creatrice dei popoli collaboranti, può essere costruita solo dall’educazione

M.Montessori

Riflettere sul nostro tempo e sulle persecuzioni di ieri e di oggi.

Riflettere sui diritti fondamentali dell’uomo, di ieri e di oggi

Riconoscere i gesti nobili e coraggiosi.

Educare alle emozioni, all’empatia e alla compassione vista nella sua più pura essenza morale.

Compassione come cum-passione; ovvero con quella capacità di avvertire la sofferenza dell’altro e di esserne ancora più feriti se consci del fatto che a causarla siano altri uomini.

La cum-passione contro l’indifferenza, contro il non vedere e il non voler vedere.

la cum-passione per prendersi tempo, tempo per riflettere non per sfuggire; tempo per vedere e riconoscere chiaramente colpe e conseguenze.

Presentare storie, storie vere, reali, di oggi e di ieri per creare cum-passione, per coinvolgere e per riflettere, per schierarsi dalla parte dei giusti, sempre.

Attività in classe

Nadia Nadim-una storia di coraggio e di trionfo

Nadia Nadim è  una ragazza afghana di 33 anni, oggi campionessa di calcio femminile con una storia molto difficile alla spalle da cui è riemersa vittoriosa grazie al suo coraggio e alla sua determinazione.

Ma la sua vita non è “solo” quella della campionessa; Nadia si è laureata in medicina ed oggi si sta specializzando per diventare chirurga; parla 11 lingue ed è una donna libera, intelligente, colta, e coraggiosa; proprio quello che i talebani non vogliono.

Nadia Nadim è ambasciatrice Onu ed è un simbolo di speranza per tantissime ragazze in difficoltà.

Il materiale stampabile per l’attività in classe prende spunto dalla storia a fumetti che racconta la vita di Nadia Nadim pubblicata su Internationa Kids del mese di febbraio, n41

Materiale stampabile

Parlare della Shoah attraverso i gesti nobili e coraggiosi di un’umanità silenziosa: “Il gelataio Tirelli”

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…e decise di fare qualcosa di ancora più buono del suo gelato…”

Il gelataio Tirelli-Giusto tra le Nazioni” edito da Gallucci, è un libro per parlare di discriminazioni.

Ma non solo.

É un libro sul valore del coraggio, dell’amicizia e dell’aiuto reciproco.

É il racconto di una storia vera, quella del gelataio Tirelli, che negli anni trenta lasciò l’Emilia Romagna per emigrare a Budapest portandosi dietro l’amore e la passione per il gelato.

Gli anni corrono in fretta e Francesco Tirelli apre una bella gelateria dove bambini e bambine vanno sorridenti e festosi a mangiare il gelato.

Nel 1944 però a Budapest iniziaronono le persecuzioni e i sorrisi si fecero tristi anche sulle bocche dei bambini, anche con i gelati in mano…

Tirelli non ci pensò due volte.

Non pensò a sè, né ai rischi o ai pericoli.

Pensò solo agli amici, alla giustizia e alle assurde discriminazioni.

E allora fece una cosa ancora più buona del suo gelato: nascose più persone che poteva nel retrobottega della sua gelateria.

Il gelataio Tirelli torna così a vivere tra le parole del libro  a testimonianza di quanto il suo coraggio viva ancora oggi nei sorrisi dei nipoti di tutte quelle persone coraggiosamente nascoste nella sua gelateria .

Nel 2008 Francesco Tirelli, è stato insignito del titolo di Giusto tra le nazioni, l’onorificenza che viene assegnata a chi, non ebreo, ha salvato anche un solo ebreo dal genocidio. 

Ambasciatori della natura Festa dell’albero

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La festa dell’albero rappresenta un momento di incontro intorno ad una missione condivisa che riguarda un futuro necessariamente diverso e finalmente ecosostenibile.

Gli alberi rappresentano uno dei nodi centrali di questo ripensamento del futuro e prendersene cura è il primo passo da fare.

Non basta celebrare la giornata dell’albero traducendola e riducendola ad una semplice lezione in classe, dobbiamo necessariamente andare oltre e sviluppare un sentimento di cura che abbracci l’intero cosmo .

Ancora una volta Maria Montessori ci accompagna lungo questo percorso: la sua visione cosmica ci porta necessariamente ad un’interpretazione olistica del rapporto uomo-natura secondo il quale niente è troppo grande e tutti siamo chiamati in prima persona: ognuno è in grado di fare la differenza.

L’educazione del bambino così pensata in un ricercato e ritrovato rapporto con la natura conduce esattamente a questo desiderato traguardo.

Poesie di Pietro Soleri

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