Alleanza educativa

Chi ben comincia, comincia con un libro-#IoleggoPerchè

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#contestioleggoperché2022

Il percorso di letture itineranti organizzato per il contest di #ioleggoPerché si è concluso piacevolmente con la partecipazione di alunni, insegnanti e genitori.

Il percorso di letture itineranti, iniziato con una sorta di caccia al libro, ha coinvolto circa centotrenta bambini che, per un giorno, hanno gioiosamente popolato le vie della città.

Biblioteca e libreria sono stati rispettivamente punto di partenza e punto di arrivo; la città con le sue vie e i suoi spazi verdi, il percorso.

Un percorso, un viaggio e una valigia.

Una valigia trovata per caso; inaspettata, gradita e stranamente piena di libri.

Libri da leggere insieme seduti sui prati, sulle panchine o sui muretti della città…

Libri da ascoltare, assaporare e vedere; libri da scambiare in un gioco quasi senza fine che, libro dopo libro, ha portato bambini e bambine alla libreria dove i genitori attendevano festosi.

Un percorso iniziato, quello in occasione di #ioleggoperché, ma non certo terminato; un percorso in cui i libri sono stati, e speriamo davvero che lo saranno sempre, insostituibili compagni di viaggio…

Il contest- videoreportage

I 17 obiettivi dell’Agenda 20/30 e #fame Zero

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16 Ottobre-Giornata dell’alimentazione

La Terra ha abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l’avidità di pochi

Mohandas Gandhi

Pace, giustizia, salute, clima, uguaglianza di genere;  i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sono dedicati a queste sfide e scuola e educazione sono necessariamente in prima linea.

I suoi 5 principi – le persone, il pianeta, la prosperità, la pace e la collaborazione – sono temi che prendono vita in classe.

L’educazione allo sviluppo sostenibile (ESS) deve promuovere lo sviluppo di tutte quelle competenze trasversali che portano il singolo a partecipare attivamente ai processi sociali e che, grazie a piccole azioni, diventano rilevanti peri raggiungimento di tutti gli OSS.

Attività in classe

Per la giornata dell’alimentazione abbiamo iniziato un percorso che partendo dagli obiettivi dell’Agenda 20/30 arriva #Fame Zero.

Abbiamo letto, analizzato e discusso i 17 OSS e li abbiamo rielaborati in modo “personale” e successivamente tradotti in azione che quotidianamente ognuno potrebbe seguire.

Finita la nostra rielaborazione abbiamo realizzato una mostra che altro non è che un vero e proprio percorso da seguire per raggiungere #Fame Zero.

E come dare l’idea di un vero e proprio percorso se non con coni e bastoni come quelli che si usano in palestra?

Un inizio, una sfida ( con noi stessi o con gli altri) e un punto di arrivo, desiderato, sudato atteso…

Per un futuro sostenibile

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“Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo”. (Maria Montessori)

In tempi in cui non si parlava ancora di cambiamenti climatici e di catastrofi ambientali, M.Montessori sentiva forte e impellente la necessità di ripensare e ricostruire il rapporto tra uomo e natura e trovava nell’educazione l’unica possibilità per farlo.

Attraverso l’educazione cosmica, Maria Montessori ribalta gli schemi educativi di allora e parla di una educazione nuova, un’educazione ecologica, improntata alla pace e alla mondialità, capace di guidare i bambini e le bambine verso l’amore per la vita in tutte le sue forme.

A centocinquanta anni di distanza, finalmente, siamo arrivati alle stesse conclusioni e percepiamo la scuola come luogo di elezione per attivare progetti educativi sull’ambiente, la sostenibilità, il patrimonio culturale e la cittadinanza globale.

I bambini e le bambine di oggi saranno i veri e unici artefici del cambiamento necessario per salvaguardare la salute del Pianeta.

Educhiamo allora alla responsabilità e alla consapevolezza.

Educhiamo attraverso il fare; rendiamo visibile il cambiamento.

Facciamo passeggiate, a piedi e in bicicletta; immergiamoci nella natura.

Aboliamo le merende preconfezionate e le bottigliette usa e getta.

Non sprechiamo acqua, né cibo.

Spengiamo le luci; eliminiamo il superfluo.

Siamo creativi: ricicliamo e immaginiamo.

Non c’è cambiamento senza immaginazione.

Differenziamo i rifiuti, diamo vita alle compostiere e lasciamo che vermi e insetti trasformino gli scarti in fertilizzante naturale.

Coltiviamo piccoli orti, riempiamo balconi e davanzali di fiori e verdure.

Piantiamo alberi dove possibile.

Stacchiamo la spina.

Educhiamo ad ascoltare il silenzio e a riconoscere la voce sommessa della natura.

Apriamo le porte delle aule e lasciamo che gli spazi esterni siano luoghi privilegiati di esperienze formative, inneschiamo curiosità, processi e connessioni.

Iniziamo oggi.

Iniziamo subito.

Attività: parole crociate, nascoste, crittogrammi e giochi matematici

Alla scoperta degli ortaggi.Quali parti ne mangiamo? frutto, radice, fusto, bulbo, tubero foglia o seme ?

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Per ortaggio intendiamo intendiamo tutte le piante che si coltivano nell’orto, ma la loro classificazione è molto più complessa e particolareggiata e in relazione alla parte della pianta che mangiamo.

Frutto, radice, fusto, bulbo, tubero, foglia o seme ?

Ortaggio o verdura?

Sicuramente un po’ di chiarezza non guasta.

Attraverso l’esperienza i bambini possono avviarsi alla scoperta di un mondo incredibilmente ricco e affascinante, quello della botanica.

E fare esperienza è sempre la via maestra.

Dove? principalmente in natura e negli orti , ma anche in cucina o al momento della spesa.

Osservare un frutto per la forma e il colore, annusarlo, soppesarlo, aprirlo, tagliarlo, vederne i semi.

Uno o tanti. Grandi, piccoli o piccolissimi; spessi o sottili…

Toccare le foglie; lisce, ruvide, pungenti, spesse e sottilissime…

Lavare, scolare, cucinare, seguire una ricetta e, perchè no? inventarne una nuova.

E così, sulla via della botanica e della cucina , si incontrano nuove parole per meglio descrivere e spiegare e raccontare.

Un viaggio nel viaggio verso l’infinito mondo delle parole.

Un viaggio per scoprire, fare e condividere .

Condividere scoperte, esperienze e perché no, un piatto preparato con cura…

Attività

a.Ortaggi da frutto e seme offrono l’immediata possibilità di dare vita ad un nuovo ciclo vitale.

frutti di stagione, come pomodori o fagioli, regalano la possibilità di farne l’esperienza.

La pianta del pomodoro

1.Scegliere un bel pomodoro, tagliarlo in due e separare i semi dalla polpa.

2. Mettere alcuni semi in una tazza con l’acqua.

3.Riempire un vasetto con la terra e versarvi il contenuto della tazza.

4.Mettere il vaso in un posto assolato (davanzale, balcone, aiuola…) e attendere circa 10 giorni prendendosi cura giornalmente dei semi e annaffiando la terra del vasetto a ” pioggia”

5.Dopo circa 10 giorni i semi inizieranno a germogliare. Togliere i germogli in eccesso, lasciandone solo due in modo che abbiano il nutrimento e lo spazio necessario per svilupparsi.

6. I germogli continueranno il loro percorso e daranno vita ad una nuova pianta che, con il tempo e la cura, fruttificherà.

L’esperienza della semina darà ai bambini la possibilità di sentirsi protagonisti dell’inizio di una nuova vita e responsabili della sua tutela sviluppando sentimenti di cura.

b. La nomenclatura degli ortaggi

Stampare e dividere le carte.

Attraverso l’associazione delle carte e la lettura delle informazioni relative ai vari tipi di ortaggi, i bambini si avvieranno alla loro scoperta: li osserveranno con maggiore attenzione, ne coglieranno in modo autonomo differenze e caratteristiche e saranno in grado di suddividerli in gruppi e categorie.

c. problemi con le frazioni

Per ogni fase del ciclo vitale del pomodoro è stato predisposto un problema con le frazioni con relativa tavola di controllo.

Risolvendo in ordine i problemi se ne ripercorrono le fasi.

La buddleja e la danza delle farfalle

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La danza di decine di farfalle di colori e dimensioni diverse può affascinare davvero chiunque.

É una fatta danza di colore, di libertà e di estrema leggerezza…

Da giugno a settembre, durante il periodo di fioritura dell’albero delle farfalle, è sicuramente uno spettacolo da non perdere.

La buddleja prende il nome di albero delle farfalle proprio per questa particolarità attrattiva nei confronti dei coloratissimi lepidotteri..

Le farfalle, attratte dal profumo del nettare e dagli sgargianti colori dei fiori, ne sono letteralmente attratte e danzano intorno all’albero e sui fiori ininterrottamente nelle ore più calde del giorno fino al calar del sole.

La buddleja è una pianta originaria dell’Asia, importata in Europa a scopo decorativo solo a metà dell’800.

Si presenta come un arbusto verdissimo e rigoglioso che può raggiungere anche i massimo di 4 metri di altezza e i 3 o 4 metri di larghezza .

Le foglie sono caduche e di un verde tendente al colore argento, i rami numerosi ed eretti; I fiori formano una particolare pannocchia conica che può raggiungere i 30-60 cm di lunghezza e gli 8 cm di diametro.

I rami, in piena fioritura si piegano sotto il peso dei fiori, formando profumate cascate dal profumo di miele e vaniglia.

Attività

Dall’osservazione delle farfalle prende il via un percorso di scoperta per conoscere i lepidotteri, le loro caratteristiche e la loro straordinaria metamorfosi.

il materiale a disposizione comprende una scheda informativa sui lepidotteri e una nomenclatura sul loro ciclo vitale.

La nomenclatura presenta l’immagine del ciclo completa e i quattro stadi di passaggio dei lepidotteri.

Ad ogni immagine deve essere associata la relativa carta con la descrizione dello stadio.

Cittadinanza attiva e outdoor education

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L’estate può offrire occasioni imperdibili per permettere ai bambini non solo di percepire la spendibilità delle conoscenze e delle competenze acquisite, ma anche per vivere esperienze significativamente formative ed educative senza che siano state precedentemente organizzate e strutturate per un preciso scopo; sperimentare il dispiegarsi di un evento, vivere la novità di una situazione, incerta o inaspettata, permette al bambino di osservare , riflettere, ipotizzare ed elaborare strategie tutte da vivere e verificare.

Avere la possibilità di apprendere e sperimentare in un ambiente esterno ha indubbie ricadute positive sul benessere psicofisico dei bambini: miglioramento dell’umore e delle capacità relazionali, diminuzione di comportamenti ansiogeni, canalizzazione di energie, sviluppo della creatività e rispetto dell’ambiente; ma anche sviluppo dell’autonomia e della capacità di osservazione e di analisi critica dell’ambiente circostante in tutte le sue manifestazioni.

L’ambiente esterno, dunque, sia esso un piccolo borgo, un bosco, un lago o una grande spiaggia aprono porte che la scuola, intesa come ambiente fisso e statico, non può aprire.

Non tutto può entrare a scuola, ma la scuola può entrare in tutto ed essere ovunque.

L’outdoor education è la risposta a tutto questo nella convinzione però che non basta la semplice “esposizione” all’aria aperta per sviluppare i processi attesi, ma anche un adeguato accompagnamento adulto.

Non possiamo creare osservatori dicendo ai bambini:”Osservate!”, ma dando loro il potere e i mezzi per tale osservazione, e questi mezzi vengono acquistati attraverso l’educazione dei sensi.

La scoperta del bambino, Maria Montessori

Offrire ai bambini la possibilità di vivere esperienze educative al di fuori delle mura scolastiche, significa dare molto di più che una serie di conoscenze; significa dare loro la possibilità di misurarsi con se stessi, con gli altri e con l’esterno, significa aprire un ventaglio di possibilità educative che non avrebbero potuto essere previste e pianificate.

Approfittiamo dell’estate, dunque, per offrire esperienze ; esperienze in natura ed esperienze culturali e facciamolo insieme.

Non deleghiamo tutto alla scuola o altre agenzie formative: promuovere l’autoeducazione del bambino, la sua autonomia e il suo sviluppo è compito di tutti, è un’ alleanza educativa.

Facciamo leva sulla straordinaria capacità del bambino di immaginare e in ogni posto in cui si troverà elaborerà teorie proprie su come sarà stato prima e su come sarà poi; rifletterà sul tempo e sui cambiamenti, su se stesso e sugli altri; farà collegamenti con quanto già scoperto e aggiungerà nodi alla propria rete di conoscenze e competenze rendendola sempre più amplia.

Visitiamo mostre, musei e partecipiamo ad eventi; invitiamo i bambini a ricercare informazioni sulle epoche passate e sugli artisti che avrà modo di conoscere; aumenterà la loro soddisfazione e il loro interesse nel momento della visita rendendola un vero e proprio svelamento, un dare senso di realtà anche a quello che reale non sembrava…

Leggiamo libri, tanti; immaginiamo il possibile e l’impossibile, senza limiti di sorta.

Guardiamo documentari e film; cerchiamo differenze, differenze di usi, lingue e costumi; ascoltiamo musica ed apriamoci alla sonorità che ci circonda; riscopriamo insieme il mondo con occhi curiosi e mente aperta.

Aiutiamo i bambini e le bambine di oggi ad essere i cittadini consapevoli di domani, rendendoli attivi e partecipi alla vita della comunità e alla cura dell’ambiente: impegniamoci ad educare cittadini attivi, rendendo già da oggi i bambini e le bambine partecipi alla vita democratica della comunità, alla cura dei beni materiali e immateriali e alla custodia dell’ambiente

Scuola, famiglia e società egualmente impegnate verso il raggiungimento di un unico scopo.

Passeggiare in montagna per scoprire e ri-scoprire attraverso i sensi

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Vedendo un bosco ci accorgiamo che non esistono soltanto gli alberi ma tutto un insieme di vita; e questa terra, questo clima, questa potenza comica, sono necessari allo sviluppo di tutti gli esseri viventi.

Questa miriade di vita intorno agli alberi, e la loro maestà, la loro varietà, sono qualcosa che bisogna andare a scoprire e che nessuno può portare all’interno di una scuola.

M.Montessori, Dall’Infanzia all’adolescenza

Quante sensazioni in una sola passeggiata di un giorno o solo di qualche ora!

Uscire dalla quotidianità, dagli affanni e dalle corse per ritrovare antiche radici e altri modi di rapportarsi con il mondo.

Basta poco; solo qualche ora e la precisa volontà di riattivarsi e rigenerarsi lasciandosi permeare dalla bellezza di ciò che abbiamo intorno.

Una sola passeggiata può offrire una miriade di occasioni per nutrire mente e corpo.

Per i bambini, una miniera di esperienze sensoriali e conoscitive ed infinite occasioni di meraviglia; per gli adulti, un percorso per ritrovare se stessi e riattivare sopite energie sensoriali.

Perché non farlo insieme?

Se il bambino non ha potuto agire secondo le direttive del suo periodo sensitivo, è perduta l’occasione di una conquista naturale: ed è perduta per sempre

M.Montessori, Il segreto dell’infanzia

…e allora non resta che vedere, ascoltare, toccare, assaggiare, odorare ed emozionarsi.

il frusciare delle foglie e il cinguettio degli uccelli
lo scrosciare dell’acqua
il volo leggero delle farfalle
la raccolta di qualche ciliegia
il ritrovamento di tracce di altri abitanti degli stessi luoghi

L’estate in una scatola

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Parlare ancora di compiti per parlare di estate, di estate e di bambini.

Parlare di estate come di un periodo di stacco e di meritata vacanza.

Vacanza fatta per riposare e rielaborare in modo concreto e divertente quanto fatto a scuola.

Da qui l’idea di mettere l’estate in una scatola.

Un’estate necessariamente diversa per ogni bambino e per ogni bambina.

Un’estate tutta da vivere, assaporare e da raccontare.

Una scatola e cinque consigli ,tutto qua.

Alla scatola e ai consigli vanno aggiunti fantasia e creatività, voglia di fare, sperimentare e creare e, perché no, anche con mamma e papà, fratelli, nonni, zii o amici…

Creare occasioni e cogliere occasioni, questo lo scopo.

Una scatola di recupero realizzata con le confezioni delle cialde per il caffè, ma dal contenuto prezioso: cinque piccole lettere con sei oggetti-simbolo ognuno dei quali richiama qualcosa da fare.

Non un compito, ma qualcosa tutto da inventare, sperimentare e provare.

Come? semplicemente giocando e vivendo la vita di tutti i giorni assaporandone ogni momento con attenzione; a casa, in città, al mare o in campagna, poco importa, intorno c’è sempre tanto…

oggetti simbolo e letterine di accompagnamento

Un piccolo quaderno per scrivere, un pastello per colorare, un metro per misurare, pietre colorate per ricordare la bellezza di quello che c’è e un sacchetto con il kit inventaproblemi.

Con cosa? con quello che abbiamo o che troviamo: conchiglie, sassi foglie e fiori…

Come? Basta fare testa o croce con i tappi che riportano i simboli delle quattro operazioni, lanciare il dado tutte le volte che vogliamo per inventarci i numeri, un po’ di fantasia e…il problema è fatto.

Non resta che risolverlo!

E se i compiti estivi non fossero compiti?

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Spesso i compiti estivi si trasformano in un triste dovere proprio quando bambini e bambine sono poco o per niente motivati a farli ed è così che, per la famiglia tutta, il librino delle vacanze diventa un’agonia.

Diversamente accade se suggeriamo qualcosa di diverso, qualcosa che spinga piccoli e adulti ad osservare le cose con occhi diversi.

Ogni cosa ed ogni evento, si trasformano così in preziose occasioni per ipotizzare e verificare, per mettersi alla prova, inventare nuovi giochi e nuove sfide, per raccogliere reperti e catalogarli; il tutto con estrema cura, perché niente vada perduto.

Sì, perché sì il bello verrà quando a settembre ogni bambino ed ogni bambina porterà in classe il proprio tesoro…

Proposta di attività per le vacanze

Quella che presento è una proposta alternativa al libro delle vacanze.

Ad ogni bambino consegno una scatola con cinque piccoli involti.

Ogni involto, una lettera.

Ogni lettera un consiglio.

  • Consiglio n.1: Costruisci la tua scatola delle vacanze del 2022
  • Consiglio n.2: Vivi a pieno la tua città
  • Consiglio n.3: Problemi in natura
  • Consiglio n.4: Rilassati
  • Consiglio n.5: A caccia di dettagli

E dopo tanti consigli, un appuntamento che arriva dritto al primo giorno di scuola, quando insieme, nel grande cerchio apriremo le nostre scatole e, con l’estate ancora negli occhi, ci racconteremo.

Maestra compresa!

Educazione finanziaria: investimento, rischio e guadagno

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Promuovere l’alfabetizzazione finanziaria fin dai primi anni di istruzione come parte integrante del percorso educativo e formativo nell’ottica dello sviluppo di una cittadinanza attiva, inclusiva, sostenibile e sorretta da legalità economica.

L’alfabetizzazione finanziaria, o financial literacy, fornisce conoscenze e competenze necessarie per gestire il denaro in modo efficace: prendere scelte che incidono sulla propria sfera economica influisce direttamente sulla qualità della vita, presente e futura.

Per compiere le scelte migliori c’è bisogno di sviluppare competenze adeguate.

Il modo migliore per svilupparle in ambito scolastico, ancora una volta, è quello dell’esperienza e del fare.

L’esperienza dell’educazione finanziaria può essere agita didatticamente in tutti gli ordini scolastici al fine di promuovere una matura sensibilità democratica alimentata da processi consapevoli di partecipazione responsabile della scelta.

Attività in classe

Dalla vendita della marmellata, al gelato, all’investimento al calcolo del rischio e dei guadagni possibili.

Un’esperienza ricca e altamente motivante.

Tutto è iniziato con la preparazione di marmellata prodotta con la frutta non consumata al momento del pasto e la ricerca di una ricetta adeguata.

Dalla ricetta i bambini hanno individuato gli ingredienti mancanti, fatto la spesa e venduto i vasetti.

Un’attività a tutto tondo che ha investito

la chimica: trasformazione degli ingredienti

la matematica: peso degli ingredienti; tara, peso netto, peso lordo; calcolo del prezzo, calcolo del resto al momento della vendita

italiano: ricerca della ricetta idonea, trasformazione del testo in “azione”, cartelli pubblicitari per la vendita e presentazione del prodotto e delle fasi di produzione ai “clienti”

arte e immagine: preparazione delle etichette per i barattoli

Dal ricavo, tolte le spese, i bambini e le bambine hanno calcolato il guadagno del loro lavoro.

il guadagno è stato diviso e, nel giorno della gita, ognuno ha potuto comprarsi autonomamente il proprio gelato.

Dopo l’acquisto del gelato sono rimasti un po’ di spiccioli ed insieme abbiamo pensato a cosa poterci realizzare.

Pochi per acquistare un libro o una cosa che potesse essere utile o importante per tutta la classe…

É nata così l’idea dell‘investimento: utilizzare quei soldi per comprare qualcosa che, con le adeguate cure e attenzioni, avrebbe potuto portare un nuovo guadagno.

Abbiamo pensato di comprare delle piantine di insalata e di metterle a dimora nella nostra aiuola.

L’esperienza diretta di cura dell’aiuola, ha mostrato però ai bambini che, nonostante le cure, alcune piantine sono morte…e se fosse successo anche a quelle di insalata?

Il dibattito è stato lungo e non tutti i bambini la pensavano al solito modo.

C’era chi era favorevole all’investimento e chi no.

Si è parlato di rischio e di perdita e, alla fine, bambini e bambine hanno votato.

La maggioranza di loro ha scelto di investire il denaro e ieri le piantine sono state messe a dimora.

Piantine da mettere a dimora

Adesso non resta che avere cura dell’investimento dedicando la dovuta attenzione alle tenere piantine.

…e se le armi si trasformassero in torte?

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“La torta in cielo”, G.Rodari, Einaudi ragazzi 1993

Uno dei tanti messaggi pacifisti che G. Rodari elabora attraverso un lavoro a più mani tra lui e i bambini della maestra Maria Luisa Bigiaretti della scuola elementare Collodi della borgata del Trullo a Roma .

Rodari, con la sua torta gigante, mette in ridicolo tutti i problemi derivanti dalla politica del terrore, e la torta in cielo, nata per l’ incredibile errore di uno scienziato, si trasforma in qualcosa di talmente forte e potente da risolvere uno dei più grandi problemi nel mondo: la fame.

Una soluzione fantastica che ancora una volta nasce dalla potenza e dalla forza generatrice dell’ errore.

Educazione alla pace, libertà e giustizia, temi cari a Rodari, ma anche ai bambini, pacifisti per eccellenza: torte non bombe, giustizia e libertà non potere e ricchezza!

Cosa ancora di più attuale?

Immagine:Cinecittà-un anno di Rodari, La torta in cielo

La torta in cielo

o sono un sognatore,
ma non sogno solo per me:
sogno una torta in cielo
per darne un poco anche a te.
Una torta di cioccolato
grande come una città,
che arrivi dallo spazio
a piccola velocità.
Sembrerà dapprima una nuvola,
che si fermerà su una piazza,
le daremo un’occhiatina
curiosa dalla terrazza…
Ma quando scenderà
come una dolce cometa
ce ne sarà per tutti
da fare festa completa.
Ognuno ne avrà una fetta
più una ciliegia candita,
e chi non dirà” buona!”
certo dirà “squisita!”
Poi si verrà a sapere
(e la cosa sarà più comica)
che qualcuno s’era provato
a buttare una bomba atomica,
ma invece del solito fungo
l’esplosione ha provocato
(e per ora nel mio sogno)
una torta di cioccolato.
“meglio fare torte di cioccolato invece che costruire bombe nucleari…”

9 maggio festa dell’Europa

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«L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto»

Il ministro degli Esteri francese Robert Schuman iniziava così il famoso discorso che sarebbe passato alla storia come fondativo di quella che poi sarebbe diventata l’Unione Europea con il trattato di Maastricht del 1992 (entrato in vigore l’anno dopo).

L’idea di Schuman era di creare una comunità di Stati europei per mettere fine ai conflitti tra Germania e Francia sulla gestione della produzione di carbone e acciaio.

L’obiettivo era di preservare la pace in un momento in cui l’Europa stava ancora cercando rimarginare le ferite causate dalla II guerra mondiale.

“L’Europa è nata da un sogno nei momenti più difficili, quando era terreno di scontro, di violenza, della guerra. In quegli anni è nata l’idea di un’Europa unita. È stata una costruzione faticosa, che a volte viene data per scontata. È una costruzione che si fortifica solo se le nostre ragazze e i nostri ragazzi hanno la capacità di lavorare insieme”

Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.

Attività in classe

Per uno sguardo a 360° sulla comunità europea; attività da stampare o da condividere alla Lim.

Il materiale può essere il punto di partenza per effettuare ricerche autonome su vari punti di interesse.

Educare alla gentilezza

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Gentilezza 

Gentilezza è accoglienza,
accettazione di differenza,
apertura del nostro cuore,
condivisione di un po’ d’amore.
Gentilezza è rivoluzione,
è sostenersi tra le persone,
dividere tutto tendendo una mano
ché solo così si arriva lontano.
Gentilezza è una speranza,
non ce n’è mai abbastanza:
Sii gentile e poi vedrai
che non te ne pentirai!  Jolanda Restano
 

Gentilezza per sentirsi bene e far sentire bene.

Gentilezza nei gesti e nelle parole, negli sguardi e nei sorrisi.

Piccolissimi, piccoli, grandi o grandissimi.

Poco importa. La gentilezza resta ed emerge con tutta la sua forza.

Parole e gesti gentili hanno il potere di farci avvicinare, abbattendo muri e differenze, combattendo prepotenze, soprusi e violenze percepibili in tutte le loro infinite forme.

Gentilezza, ancora, per ascoltare, aiutare e collaborare.

Gentilezza per fare: comportamenti onesti, leali, fiduciosi.

Gentilezza per accogliere e per far nascere e crescere il rispetto per tutti e per tutto.

Educare alla gentilezza si può e si deve.

Attività in classe

Scrivere piccole lettere o biglietti da imbucare in una cassetta delle lettere posta in classe può essere un’occasione per riflettere su ciò che ognuno sente.

Molte sono le occasioni che la quotidianità dello stare insieme offre.

Occasioni preziose

La lettura delle lettere e dei biglietti, uno al giorno, diventa parte viva e cogente del percorso.

Una gentilezza fatta o mancata, un’ emozione non ascoltata, un desiderio, una speranza…

Anche il gioco risulta uno strumento prezioso per costruire un solido rapporto di fiducia tra i membri di un gruppo, generando legami positivi e collaborativi .

I giochi cooperativi, in particolare, si rivelano ottimi giochi sulla fiducia.

Filastrocche e poesie, letture di storie e favole, come sempre, offrono ulteriori spunti di riflessione, presentato situazioni nuove e diverse.

Una favola per parlare di gentilezza-La Fontaine

Pasqua “La pace inizia con un sorriso”

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Si augura sempre quello che non c’è, quello che si spera e quello che si desidera.

E cosa desiderare oggi, se non la pace?

Parlare di pace e di come farsi veri costruttori di pace è compito di tutti.

Anche stamani abbiamo parlato di pace, ma lo abbiamo fatto in un modo diverso.

Abbiamo scelto di parlare di Madre Teresa di Calcutta.

Abbiamo parlato della sua vita, della sua lotta, della sua forza e dei suoi messaggi di pace e amore.

Ne abbiamo letti un po’ e ci siamo soffermati su uno in particolare:

Non ricorriamo a bombe e cannoni per conquistare il mondo.
Ricorriamo all’amo­re e alla compassione.
La pace inizia con un sorri­so.
Sorridete cinque volte al giorno a qualcuno cui in realtà non avreste la minima intenzione di sor­ridere.
Fatelo per la pace.

Abbiamo letto, commentato, scandagliato e assaporato le parole, una ad una, concretizzandole con le singole e collettive esperienze.

Infine, bambini e bambine, hanno concordato che quelle parole sono proprio vere, perché è vero che “per fare pace ci si sorride”…

Abbiamo pensato anche di fare un messaggio più breve, quasi uno slogan perché potesse ben rimanere impresso

La pace inizia con un sorriso.

Sorridi!

“Ed ora bisognerebbe stamparlo!”

“Farne tante copie per tutti!”

Stampare…

La parola “stampare” è stata oggetto di ricerca.

Cosa si stampa e come si stampa?

I bambini sono andati alla ricerca delle differenze fra ieri e oggi, ricordando anche cose già dette, scoperte e sperimentate.

Sono ritornati in gioco i monaci e i manoscritti, gli amanuensi e la loro bravura, le miniature e… Gutemberg.

Tra l’eccitazione generale, abbiamo sperimentato un procedimento di stampa, semplice ma estremamente efficace, come? con l’Adigraf.

Su una matrice di linoleum abbiamo disegnato una colomba stilizzata e, successivamente, la abbiamo incisa con sgorbie di diverse misure.

Scritti i messaggi, i bambini erano pronti per stampare.

É stato sufficiente preparare il colore nella tonalità desiderata, inchiostrare il rullo e farlo passare sulla matrice, appoggiare il foglio, premere e… scoprire la magia della stampa.

Un vero grido di meraviglia…

Ed ora non resta che sperare che la pace prenda il volo!

Educare al riuso e al riciclo creativo

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Riusare e riciclare presuppone indubbiamente la capacità di approcciarsi in modo sempre nuovo e diverso nei confronti di ciò che ci circonda e un’educazione che sviluppa questo tipo di approccio stimola necessariamente un nuovo modo di guardare le cose.

Riusare e riciclare non solo per mettere in moto creatività e immaginazione, ma soprattutto per rendere ognuno responsabile in prima persona nei confronti dell’ambiente in cui viviamo.

L’educazione tesa a dare nuova vita a ciò che ormai non ne avrebbe più, non deve limitarsi a proporre momenti dedicati, ma trovare spazio e senso nella quotidianità; solo così assume valore etico e educativo e “recupera” quel prezioso senso di rispetto e di cura necessari per un futuro sostenibile. .

Attività in classe

Esprimersi creativamente e artisticamente attraverso materiale di recupero e di riciclo è possibile e divertente; basta mettere a disposizione dei bambini materiali e oggetti di vario genere stimolandoli a vedere in quegli stessi materiali e in quegli stessi oggetti qualcosa che vada ben oltre la funzione per cui li conosciamo.

L’educazione al riuso e al riciclo in modo sistematico, non solo stimola la creatività e il pensiero divergente, ma genera soddisfazione creativa che, a sua volta, porta alla ripetizione spontanea e naturale dell’atto soddisfacente e quindi ad una vera e propria abitudine al ri-utilizzo creativo.

Non si tratta infatti di mettere semplicemente tra le mani dei bambini i vasetti dello yogurt da riempire di terra per la semina o proporre loro di fare cornici con le matite corte; la proposta di queste o di altre attività simili, senz’altro meritorie e gratificanti, rientrano nella prassi “preconfezionata” del riuso, si tratta in questo caso di andare oltre il consueto, oltre il noto.

Per creare qualcosa, dobbiamo, prima di tutto, imparare ad osservare.

Osservare gli oggetti in modo diverso “staccandoli” dal loro modo proprio di usarli per maneggiarli, sovrapporli, tagliarli, strapparli, cucirli, accartocciarli, manipolandoli in qualsiasi modo possa venirci in mente.

I bambini sono i veri maestri in questo, basta dare loro le occasioni.

Occasioni per inventare e creare, ognuno a modo suo, secondo l’estro del momento

Non ci sonno limiti legati all’uso, al numero o all’assemblaggio degli oggetti a disposizione, l’importante è l’idea creativa sottesa e la realizzazione del prodotto finale che sarà sicuramente un’opera artistica assolutamente personale.

Molte sono state le piccole occasioni nelle nostre giornate scolastiche per ri-creare e dare nuova vita ad oggetti e materiali, ma il Dantedí ce ne ha data una davvero speciale da realizzare tutti insieme.

L’idea era quella di realizzare un’installazione a grandezza quasi naturale della leggenda di “Dante e l’uovo”.

Nessuno aveva mai realizzato qualcosa di tanto grande…

A terra c’erano materiali e oggetti di diverso tipo, con un’unica caratteristica comune: scarti di fabbrica e materiali di recupero.

Niente è stato comprato, se non la colla…

Dal disegno della sagoma siamo passati alla costruzione del sasso e a dare rotondità ai personaggi.

Ci voleva tanta carta.

Dove cercarla?

I cestini salvacarta delle classi e una colletta di vecchi quotidiani sono stati più che sufficienti…

Tutti i bambini e le bambine erano simultaneamente all’opera: chi per cucire, chi per provare un pezzo invece che un altro, chi per decorare, chi per ritagliare incollare…

Tutti all’opera e sicuramente tutti, davvero tutti, molto concentrati e divertiti.

L’esperienza è stata indimenticabile e riproponibile in occasioni diverse.

Video ricostruzione dell’esperienza