Il dio Ra pianse, le lacrime scese dai suoi occhi caddero a terra e si trasformarono in api.
Le api rivestono un ruolo importantissimo per l’ambiente e la loro stretta interdipendenza era già palese al tempo degli antichi Egizi.
Gli Egizi svilupparono infatti un forte legame con le api nella piena consapevolezza di quanto fossero fondamentali per il mantenimentodell’equilibrio ambientale e per il benessere della loro società; testimonianze di questo forte e sacro legame si ritrovano in raffigurazioni, simboli di scrittura e miti.
Il mito più famoso è quello che narra di come le api furono create dalle lacrime del dio del sole, Ra.
Forse proprio per questo il miele era chiamato la “rugiada del sole” ed era considerato un alimento sacro, destinato solo a pochi: divinità, re e sacerdoti.
Ma non solo, gli Egizi erano affascinati anche dall’ incredibile vita comunitaria di questi straordinari insetti e vedevano nella loro perfetta organizzazione la rappresentazione di una comunità ideale, in cui ciascuno collabora per il bene comune.
Attività in classe
In occasione delle giornata mondiale delle api, quando tutti ci impegniamo a celebrarle coralmente e accendiamo insieme i nostri fari su questi fantastici insetti scoprendone meraviglie e segreti, promettiamo di prendercene cura nel tempo.
Il tempo diventa un parola dai mille significati: ieri, oggi, domani…
Perché oggi questa cura e questa promessa si rendono particolarmente necessarI?
Il fascino verso le api e l’attenzione e la cura a loro dedicata nascono solo in tempi moderni?
E se facessimo un salto indietro, un salto lungo quasi 4000 anni, fino ai tempi degli antichi Egizi, cosa potremmo scoprire?
Ricerche, attività e curiosità possono offrire importanti spunti di riflessione sull’uomo di oggi e di ieri, sulle rispettive società e sulle diverse condizioni di vita e magari spingerci a immaginare qualcosa di diverso per la società di domani…
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Educare al consenso sin dalla primissima infanzia, addirittura ancor prima dei due anni, prima che l’esplosione del linguaggio permetta un’espressione verbale di ciò che si desidera, prima ancora che un sì o un no possano fare da chiarificatori.
Molti sono i segnali: il pianto, un divincolarsi, una serie di sbadigli o una particolare tensione del corpo,ma anche un allontanamento fisico che può manifestarsi semplicemente con il girare la testa, gattonare e camminare altrove o ancora più banalmente mostrando disinteresse verso ciò che è intorno o ciò che viene mostrato.
Maria Montessori in tempi ancora molto lontani dallo shareting e dal cyberbullismo, prima ancora che il rispetto dell’altro, della sua dignità e della sua diversità andasse così lontano dai normali confini relazionali della vita quotidiana, sottolineava l’importanza del rispetto della volontà del bambino, che sin da piccolissimo mostra piena capacità di esprimere la propria volontà accettando o rifiutando il contatto con l’adulto e con i pari; volontà da rispettare e fortificare in virtù della sacralità della dignità personale che non hai limiti di età, di genere e di tempo.
Un’educazione che si basa sul consenso è un’educazione che mette al centro il bambino con tutte le sue emozioni, i suoi confini e i suoi desideri , i suoi sì e i suoi no.
L’educazione al consenso educa principalmente al rispetto, al riconoscimento e alla valorizzazione delle differenze; è un’educazione che avviene in-contesto, all’interno delle relazioni e della quotidianità.
Educare al consenso comporta necessariamente un’educazione alle emozioni e al sentimento perché tutti possano imparare a conoscersi e ri-conoscersi e allo stesso tempo imparare a riconoscere in un medesimo contesto il medesimo comune sentire.
Educare al consenso dunque per sviluppare attenzione verso sé e verso l’altro; per sviluppare empatia e capacità di analizzare e riflettere sui sentimenti; per rinforzare l’ascolto e l’espressione libera da stereotipi e pregiudizi.; per innescare un percorso virtuoso che, partendo dal riconoscimento delle emozioni, porti allo sviluppo della coscienza di un sentire emotivo che ci accomuna, ma anche la chiara prospettiva dei diversi punti vista.
Un’alfabetizzazione emotiva che rende capaci di comprendere le proprie emozioni e di riconoscere e decodificare quelle altrui; educare al consenso, dunque, per favorire lo sviluppo di una società diversa in cui vivere relazioni sane e rispettose di sé e degli altri e in cui ognuno possa trovare piene e libera realizzazione di sé in sintonia con con una moltitudine di altrettante individualità ugualmente libere.
Materiale scaricabile
Sophie; una storia per educare al consenso e al riconoscimento delle emozioni nel rispetto delle differenze e dei diversi punti di vista
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Le attività montessoriane per l’apprendimento della grammatica e per la riflessione linguistica iniziano molto presto, già dalla casa dei bambini.
In Psicogrammatica (libro rimasto inedito fino al 2017) , Maria Montessori illustra come la grammatica possa essere presentata e indagata attraverso il gioco e come, sempre in maniera divertente, possa essere gradualmente portata alla luce e al pieno stato di consapevolezza quella grammatica implicita che il bambino possiede già in modo naturale.
Dai primi giochi verbali per stimolare la riflessione spontanea, alla narrazione della favola delle parti del discorso, al lavoro puntuale e preciso con ognuna delle otto scatole grammaticali.
Gradualmente la riflessione si fa sempre più precisa e la lingua si presenta in tutta la sua ricchezza di particolarità e sfaccettature.
Attività in classe
Quello proposto oggi è un gioco da fare da soli o in compagnia.
Il gioco si presenta con una tavola suddivisa nelle sei sezioni che contraddistinguono i diversi gruppi di aggettivi definendone le caratteristiche.
Alla tavola si aggiunge una scatola con i cartellini riportanti sette aggettivi per ogni gruppo.
A turno, se si è in coppia, si pesca un cartellino dalla scatola e si posiziona nel gruppo di appartenenza.
Ad attività completata grazie alla tavola di controllo, bambini e bambine possono verificare in autonomia il posizionamento dei cartellini all’interno di ogni gruppo.
L’attività-gioco può essere presentata semplicemente come esercizio per favorire la riflessione e il riconoscimento degli aggettivi o come autoverifica di fine percorso.
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“La conoscenza che viene acquisita con l’obbligo non fa presa nella mente.
Lasciate che la prima educazione sia una sorta di divertimento” PLATONE
Un domino per divertirsi.
Un domino per contare e calcolare.
Un domino per muoversi con disinvoltura nel mondo dei numeri.
Attività in classe
l materiale si presenta come un gruppo di tre serie diverse che prevedono attività di calcolo differenziate.
La serie della mela, del fiore e del cactus.
Per completare il domino è necessario eseguire i calcoli ed ogni alunno può scegliere la modalità che gli è più consona: perle, regoli, tappi o tavola pitagorica.
L’attività può essere fatta individualmente, in coppia o in gruppo.
I bambini possono posizionare una tessera a turno e, sempre a turno, verificare l’esattezza del calcolo effettuato sempre attraverso l’uso del materiale a disposizione.
Il domino può essere sviluppato a terra o su un piano di lavoro, a seconda della modalità preferita.
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“Il bambino è la più grande e confortante meraviglia della natura; non un essere senza forza, ma costruttore della sua intelligenza. L’essere che, guidato da un maestro interiore, lavora infaticabilmente con gioia e felicità, secondo un preciso programma, alla costruzione di quella meraviglia della natura che è l’uomo. Noi insegnanti possiamo soltanto aiutare l’opera già compiuta.”
M.MONTESSORI
Riconoscere al bambino una forza naturale innata che lo porta necessariamente e in modo pre-determinato a crescere e a svilupparsi, ha cambiato radicalmente tutto l’impianto educativo che da sempre ruotava intorno a lui.
Il bambino non impara; il bambino costruisce.
E lo fa in modo naturale, senza costrizioni o imposizioni.
Esattamente come naturale è il percorso che lo porta a parlare e a camminare, naturale sarà il percorso che lo porterà verso la conoscenza e la formazione integrale del proprio essere e delle proprie specificità.
Indubbiamente, l’ambiente è una variabile fondamentale di questo percorso e M.Montessori lo stravolge e lo modifica in modo determinante; ma in modo ancora più determinate modifica la figura della maestra che lei chiamerà ”nuova”, nuova perché totalmente nuovo sarà il suo modo di rapportarsi con i bambini e nuova la modalità con cui saprà metterli in contatto con i materiali e con il cosmo.
La maestra “nuova”non insegna, ma “risveglia e sviluppa le forze spirituali” che albergano in ogni essere umano fin dalla nascita.
L’ambiente si arricchisce di materiali scientificamente strutturati per permettere lo sviluppo libero e spontaneo di competenze e conoscenze.
L’aula si allarga ed esce dalle mura scolastiche per entrare in quel tutto cosmico che la circonda che è vita vera e pulsante fonte di esperienza, meraviglia e concretezza.
Attività in classe
In questa primavera anticipata cosa c’è di più bello di una passeggiata all’aria aperta?
Le prime margherite, le prime violette, le prime farfalle…
Colori, profumi e movimento; un’esperienza sensoriale a tutto tondo!
Materiale scaricabile
I lepitdotteri: scheda generale con la presentazione, nomenclatura del ciclo vitale e nomenclatura arricchita del ciclo vitale con una carta esplicativa per ogni fase
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La Giornata Internazionale della Lingua Madre, celebrata il 21 febbraio di ogni anno, è un’iniziativa promossa dall’UNESCO per promuovere la diversità linguistica e la conservazione delle lingue madri di tutto il mondo.
La data non è casuale e ricorda un triste evento del 1952: l’uccisione degli studenti uccisi in Bangladeshmentre manifestavano per il riconoscimento della loro lingua madre, il bengalese, come una delle lingue ufficiali del paese.
Le lingue ufficiali del mondo sono 141, ma tra commistioni, dialetti e varianti locali sono circa 6.700 gli idiomi parlati sul nostro pianeta.
Questa varietà rappresenta un tesoro preziosissimo perché le lingue non rappresentano solo un modo di comunicare, ma riflettono tradizioni, culture e forme di pensiero di un popolo
La Giornata Internazionale ricorda l’importanza della sensibilizzazione rispetto all’importanza del mantenimento della diversità linguistica e la promozione del multilinguismo come mezzo non solo per preservare le identità culturali, ma per favorire anche la comprensione interculturale.
La giornata è fatta per ricordare e celebrare, ma ovviamente l’attenzione e la cura devono essere la costante di una scuola e di una società che voglia dirsi davvero inclusiva.
Cosa accade quando una nuova lingua entra a far parte della vita di un bambino, cosa cambia dentro di lui? E quali sono i rapporti che si stabiliscono tra la lingua d’origine e la nuova lingua ?
La lingua madre svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo di ognuno di noi.Si potrebbe dire che è la lingua del cuore perché :
–veicola l’identità culturale di ognuno: riflette la storia, le tradizioni e i valori di un’intera comunità e costituisce un legame indissolubile con le proprie radici.
–rende efficace la comunicazione: con la propria lingua la libertà espressiva è più forte; facilita la chiarezza e la comprensione ed è garanzia una comunicazione maggiormente efficace
–è la bese per l’apprendimento di nuove conoscenze e competenze. Attraverso la lingua madre, si acquisiscono anche quelle abilità linguistiche necessarie per apprendere altre lingue e per accedere a nuove informazioni e conoscenze.
-crescita emotiva e psicologica: la lingua madre è spesso associata a ricordi emotivi ed esperienze significative. Utilizzarla può evocare sentimenti di appartenenza, sicurezza e conforto, contribuendo alla crescita emotiva e psicologica dell’individuo.
Preservazione della cultura: la lingua madre svolge un ruolo chiave nella preservazione e nella trasmissione della cultura di una comunità. Attraverso la lingua, vengono tramandate storie, tradizioni, valori e conoscenze che costituiscono il patrimonio culturale di una società.
Pensare dunque che la lingua madre sia principalmente uno strumento di comunicazione è enormemente riduttivo; la cura per il suo mantenimento e il suo rispetto sono fondamentali per il benessere e lo sviluppo delle persone e dell’intera società.
Attività in classe
La cura per le differenze linguistiche e per i loro suoni, per la loro musicalità e per la ricchezza culturale che portano con sé, è sicuramente giornaliera, ma in questa settimana che precede la giornata dedicata alla lingua madre, si sono aggiunte altre tre iniziative:
1.la scatola della lingua madre: i bambini e le bambine della classe hanno costruito la scatola e sono poi andati di classe in classe a chiedere a tutti i bambini, grandi e piccoli, di scrivere una bella parola nella loro lingua madre da imbucare nella grande scatola.
La propaganda di scrittura di parole in tutte le lingue è continuata in giardino e si è allargata anche a nonni e genitori.
Prossimamente apriremo la scatola e proveremo a leggere tutte le parole scritte o anche solo a immaginarne la provenienza e a sognarne i significati, consapevoli del fatto che saranno tanti e tutti diversi.
2.I diritti linguistici: il lavoro di riflessione sulle lingue è nato da molto lontano, ma oggi ha trovato uno spazio dedicato mettendo su carta i primi diritti linguistici elaborati da Silvana Ferreri un’esperta di linguistica educativa.
3.Narrazioni multilingue: bambini e bambine con i loro libri in mano sono andati di classe in altre classi a leggere storie nelle loro lingue.
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I numeri primi hanno affascinato l’uomo dati tempi dei tempi ed affascinano tuttora anche gli stessi bambini che, scoprendoli, si rapportano ai numeri in un modo diverso, quasi volessero interrogarli.
I primi studi sui numeri primi risalgono ai tempi dell’Antica Grecia quando Euclide, con una semplice dimostrazione, ne dimostrò l’infinitezza.
La sua dimostrazione può essere proposta anche ai bambini favorendo così la riflessione sul numero, sui suoi multipli e sui suoi divisori. Tutto inizia sempre con una domanda e quella di Euclide fu:
Esiste un numero finito di numeri primi che moltiplicati tra loro possa produrre tutti gli altri numeri?
per dare risposta alla sua domanda Euclide prese in esame il due, il tre e il cinque. Dalla loro moltiplicazione ottenne ovviamente trenta.
Il colpo di genio di Euclide fu quello di sommarvi il numero uno in modo da ottenere il trentuno, numero non divisibile né per due, né per tre né per cinque: il trenta più uno era diventato un numero primo. Euclide poteva ripetere lo stesso trucco dell’aggiunta di uno all’infinito e per quanti numeri ci fossero sulla lista, poteva dimostrare che ce n’erano sempre dei mancanti e questo dimostrava la loro infinità. L’intuizione di Euclide fu importante, ma nonostante i suoi studi e le sue sperimentazioni; Euclide non fu in grado di prevedere con quale frequenza i numeri si presentassero e oggi anche con l’ausilio dei calcolatori più sofisticati, rimane ancora un mistero .
L’infografica realizzata da F. Fantoni sui mille numeri primi contenuti entro il numero 7919 evidenzia che non c’è, neppure visivamente, un modo da farli risaltare ed individuarne una sorta di ritmo in grado di prevederli: impossibile trovare una sequenza ripetuta o un pattern che comprenda tutti i numeri.
A volte i numeri sono separati per poche unità, in altri casi ci sono spazi molto evidenti .
Natura e numeri primi: le Magicicada
Per quanto enigmatici possano essere, in natura ci sono diversi esempi di quanto fantastici possano essere i numeri primi. Il più famoso è il caso di due specie di cicale del Nord America, le Magicicada.
Queste cicale vivono sottoterra in forma di ninfa nutrendosi dei fluidi delle radici.
Dopo aver vissuto nel terreno sotto forma di ninfa per 13 anni per alcune specie e 17 per altre, emergono tutte contemporaneamente dopo aver scavato una galleria che le conduce in superficie dove rimangono per sei settimane con l’obiettivo di dare vita ad nuova generazione, salvaguardandola dagli attacchi periodici dei predatori naturali. Il fascino di questi due cicli vitali è ancora maggiore se si pensa che, essendo il 13 e il 17 due numeri primi, garantiscono alle due specie la sicurezza di dover condividere lo stesso habitat solo una volta ogni 201 anni (13×17 = 201), abbassando drasticamente la possibilità di una competizione eccessiva per il territorio.
Attività in classe
Per un percorso autonomo alla scoperta dei numeri primi si propongono le carte con la presentazione e la storia di Eratostene e del suo crivello.
Altre carte danno istruzioni per l’attività con il crivello ( di cui si forniscono le griglie) e propongono una serie di attività con i numeri primi, tutti con tavola di controllo.
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Maria Montessori nella sua favola delle parti del discorso, utilizza un sole rosso non solo per rappresentare graficamente il verbo, ma anche per dare l’idea dell’energia, del movimento o dello stato che esprime dando vita alla frase.
Il verbo, è la parola d’eccellenza della frase, il centro propulsore intorno a cui si costruisce tutta la stella dei complementi.
Contrariamente al predicato verbale, il predicato nominale risulta più difficile da individuare con sicurezza, copula, ausiliare o senso proprio?
Comporre e scomporre il predicato nominale nelle sue parti fondamentali diventa un modo per riflettere sulla funzione del verbo attraverso il riconoscimento delle parti grammaticali che lo compongono: copula, nome o aggettivo .
Molti i giochi e gli esercizi da fare, ma un’attività concreta può facilitare anche la visualizzazione delle componenti del predicato portando i bambini, attraverso la via sperimentale, ad una maggiore consapevolezza logica e grammaticale.
Attività in classe
Il materiale si compone di tre carte con la presentazione del predicato nominale e una serie di cartellini che rappresentano il soggetto e il predicato nominale suddiviso in parte verbale e nominale.
L’attività presuppone la lettura delle frasi, la ricerca dei cartellini, la riflessione sulla loro funzione e la sistemazione dei cartellini nel rispetto della funzione.
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Le sperimentazioni con il materiale concreto sono la base per ogni apprendimento che voglia dirsi autonomo ed efficace.
La nomenclatura subentra nel momento in cui si vogliano dare parole per definire quanto osservato e sperimentato.
Attraverso le nomenclature si ripercorrono le tappe percorse per scoprire le figure piane e le loro particolarità.
Sul tappeto le nomenclature si affiancano al materiale concreto e prendono forma di mappa concettuale.
Ogni figura viene definita e rappresentata.
La ripetizione dell’esercizio di abbinamento realizzato con la nomenclatura permette la memorizzazione di quanto conosciuto in via sperimentale.
L’apprendimento risulta così autonomo e costruito in modo personale secondo i tempi e i ritmi di ognuno.
Attività in classe
L’attività sul trapezio parte dalla mappa dei quadrilateri nella quale vengono raggruppati in base alle caratteristiche che li definiscono.
La mappa dei quadrilateri offre un quadro generale delle figure piane e dà completezza e immediatezza visiva alle sperimentazioni fatte con il materiale concreto.
La nomenclatura definisce ed esplora nel particolare le caratteristiche di ogni tipo di trapezio.
Letta e analizzata la nomenclatura, una serie di cartellini ne permettono la ricostruzione attraverso l’associazione dei tre tipi di cartellini: nome del trapezio, rappresentazione grafica e caratteristiche.
Gli abbinamenti possono essere verificati in autonomia attraverso le stesse carte della nomenclatura.
Completano il materiale una scheda riassuntiva dei trapezi ed una serie di problemi da risolvere secondo le proprietà dei trapezi appena scoperte.
In molte scuole e città ci riprepara alla chiusura con il Martedì Grasso tra feste, giochi e dolci tipici.
Forse sarebbe carino, come sempre, riflettere sulle origini delle tradizioni facendo un passo indietro.
É indubbio che il Giovedì grasso e Martedì Grasso rappresentino i giorni simbolo del Carnevale in cui le tradizioni, diverse da Nord a Sud, accompagnano per un’intera settimana grandi e piccini con feste e cibi a base di carne e dolci caratteristici.
Il Martedì Grasso è il giorno che chiude il periodo di Carnevale e che precede, secondo il calendario cristiano, il Mercoledì delle Ceneri, giorno che dà inizio al periodo di Quaresima.
Secondo la tradizione cristiana, con il Mercoledì delle ceneri inizia l’astinenza da carne e cibi grassi; la parola Carnevale significa infatti carnem levare, ovvero eliminare la carne e tutto ciò che rappresenta il prelibato e l’abbondanza.
Nell’ultima settimana di Carnevale, il Giovedì e il Martedì Grasso si consumavano i cibi grassi e la carne che erano a disposizione nelle case anche; si contrapponevano così due periodi opposti: quello dell’abbondanza e quello della Quaresima e della privazione , ma si evitava anche ogni spreco di cibo che era quanto mai prezioso.
Attività in classe
Un’attività divertente da fare con i bambini è il calcolo della data di inizio del Carnevale con calendario pluriennale alla mano per poterla calcolare in anni differenti.
La data di inizio del Carnevale è infatti una data mobile perché si calcola partendo dalla domenica di Pasqua che cade nella prima domenica di plenilunio dopo l’equinozio di primavera.
Dalla domenica di Pasqua si torna indietro di nove settimane; la domenica su cui cade il conteggio indica l’inizio del Carnevale; essendo poi il mercoledì delle Ceneri è la data di inizio della Quaresima, l’ultimo giorno di Carnevale è il precedente, il Martedì Grasso!
Noi siamo quello che ricordiamo, il racconto è ricordo, il ricordo è vivere.”
Mario Luzi
Ricordare è, etimologicamente parlando, riportare al cuore.
Il ricordo riporta nel presente del cuore e del sentimento qualcosa che non è più qui o che non è più ora. O quantomeno non nella sua forma originale.
Qualcosa che, però, ritornando al cuore, ne riaccende tutto il sentimento restituendo al fatto originario tutta la sua concretezza in un percorso intimo che si fa nuova scoperta e conoscenza.
Il ricordo permettedi tornare indietro nel tempo e di ” consultare ” il passato, rivivendolo e interrogandolo.
Un ricordo può essere nostalgico o drammatico, ma dà sempre la possibilità di allargare lo sguardo e ampliare la riflessione.
Il distacco della distanza, di luogo o tempo che sia, permette alla riflessione di farsi maggiormente analitica e, parallelamente, di allargarsi a tutto tondo rendendo ognuno capace di cura e consapevole del proprio presente.
Un presente che non sboccia mai dal nulla, ma che affonda le sue radici profonde nel passato, protendendo le braccia verso il futuro.
Un futuro nuovo fatto di scelte consapevoli discernendo, tra le tante strade possibili, le sole veramente percorribili per una convivenza pacifica.
Ricordare non per scontrarsi e generare estremismi, ma per generare confronto e armonia.
Attività in classe
Parlare delle foibe ai bambini non è certo facile.
Una pagina di storia tanto difficile e tanto orribile, da farsi difficilmente racconto.
Quella che si presenta è una strada tracciata nel solco del ricordo; ma un ricordo che non è guerra e che non è orrore; un ricordo fatto di tradizione e ricchezza; quella ricchezza che solo la diversità può dare.
Italo Calvino nelle sue Fiabe Italiane ci presenta due fiabe tradotte dal dialetto istriano e dalmata:
Bella Fronte e La corona del re.
La fiaba di Calvino si presta ad una lettura piacevole tutta da rielaborare e, volendo, può essere arricchita, da una pagina dedicata ai territori del ricordo presentati nei loro aspetti geologici, geografici e sommariamente storici.
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Il carnevale è pervasivo, richiama al gioco, al travestimento, al mostrarsi diversi da come ci sentiamo, al facciamo finta che…una condizione irresistibile per bambini e bambine.
Perché allora non conoscerne le maschere tradizionali e abbinarle alle regioni di appartenenza proprio come in un gioco?
Attività in classe
L’attività comprende le carte con le maschere regionali, l‘incastro dell’Italia, atlante o cartina come tavola di controllo con la suddivisione in regioni.
Ogni maschera viene abbinata alla regione di appartenenza; ogni regione è chiamata in gioco e l’incastro, poco a poco rimane vuoto
L’Italia viene poi ricomposta e, scelta una carta con la maschera, si passa all’ arricchimento dell’attività: dall’individuazione delle caratteristiche della maschera, al disegno, alla ricerca delle informazioni principali della regione.
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Dalla grammatica intuitiva alla grammatica consapevole; un percorso fatto di attività concrete e divertenti
Imparare la grammatica in modo operativo riflettendo sulla lingua , non solo è possibile, ma è divertente!
Articoli determinative e indeterminativi, regole e definizioni.
Tutto si fa più semplice con l’utilizzo di un materiale concreto con cui sperimentare in prima persona gli abbinamenti e avviarsi ad una autonoma riflessione sulla lingua.
La via maestra è sempre quella dei sensi e del pensiero che segue l’attività delle mani.
L’attività proposta può essere realizzata insieme ai bambini, a casa o a scuola.
Materiale occorrente:
riviste, giornali o per bambini
ritagli di cartoncini colorati
forbici , pennarello indelebile e scotch
tappi a corona o di plastica di recupero, sassi o altro ancora
Imparare la grammatica in modo operativo riflettendo sulla lingua , non solo è possibile, ma è divertente!
Articoli determinative e indeterminativi, regole e definizioni.
Tutto si fa più semplice con l’utilizzo di un materiale concreto con cui sperimentare in prima persona gli abbinamenti e avviarsi ad una autonoma riflessione sulla lingua.
La via maestra è sempre quella dei sensi e del pensiero che segue l’attività delle mani.
L’attività proposta può essere realizzata insieme ai bambini.
Materiale occorrente:
riviste, giornali o per bambini
ritagli di cartoncini colorati
forbici , pennarello indelebile e scotch
tappi a corona o di plastica di recupero, sassi o altro ancora
Realizzazione:
Ritagliare dalle riviste immagini di cose, persone e animali e incollarle su ritagli di cartoncino o di cartone di recupero
Rivestire con lo scotch per un effetto plastificato e più duraturo.
Scrivere con il pennarello indelebile gli articoli determinativi maschili e femminili, singolari e plurali in triplice o quadrupla copia sui tappi.
Realizzare la tavola di controllo con gli abbinamenti articolo-immagine.
“mappa concreta” degli articoli determinativi
Svolgimento attività
Creare la mappa concreta degli articoli predisponendo i cartellini sul piano di lavoro suddividendo successivamente i tappi a seconda dell’articolo riportatovi sopra: determinativi e indeterminativi, maschili e femminili, singolari o plurali.
Procedere con gli abbinamenti dei nomi/immagine e degli articoli
Ripetere l’attività variando l’abbinamento dei nomi con gli articoli determinativi e indeterminativi. In modo naturale, in virtù di quella grammatica implicita cui Maria Montessori fa spesso riferimento parlando delle attività grammaticali, i bambini scopriranno che gli articoli indeterminativi non possono essere declinati al plurale.
Un gioco per eseguire l’analisi logica concretamente
Riflettiamo sulla lingua e…giochiamo a posizionare le tessere al posto giusto!!
Oltre all’immancabile Psicogrammatica di M. Montessori, in commercio si possono trovare libri e giochi per esercitarsi con la grammatica
Un libro che parte dalla narrazione de “La favola del paese delle parti del discorso” per condurre, passo dopo passo, attraverso giochi e attività, alla scoperta della grammatica. Un libro per leggere e per fare.
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È facile trovare molte equivalenze, con lo spostamento dei pezzi del materiale: e anche equivalenze di gruppi: ciò porta insieme somme e sottrazioni. Le cornici, le sovrapposizioni dei pezzi ecc. danno prove evidenti di corrispondenze di valore. Noi però vogliamo fare un altro lavoro: cioè un lavoro di ragionamento, anziché di sola constatazione materiale ”nel quale“ si deve descrivere ciò che si vede ed esporre delle ragioni Maria Montessori
Con Psicogeometria e Psicoaritmetica Maria Montessori affronta in un modo totalmente nuovo e rigorosamente scientifico lo studio della matematica e della geometria.
Incastri geometrici, costruzioni e traslazioni di figure in movimento pongono agli occhi della mente nuove strade e nuovi scenari dando via a un sempre maggiore numero di ipotesi e intuizioni tutte da sperimentare e verificare.
Le figure si incastrano, si associano, si accoppiano, si pongono in simmetria e, insieme, formano figure sempre nuove in una combinazione di forme che si fa anche creazionedecorativa.
I bambini sperimentano il cerchi di 10 cm di diametro si può inscrivere nel quadrato di 10 cm di lato e che il cerchio minore di 5 cm di diametro entra nel rettangolo stretto con il lato minore di 5 cm; o ancora che con il triangolo equilatero si forma una stella e che le punte di essa riunite da linee danno il disegno di un altro esagono più grande.
Le esplorazioni e le possibilità sono numerosissime e ognuna offre nozioni intuitive ricavate direttamente dal materiale concreto.
Ecco che le definizioni non vengono date a priori, ma sopraggiungono come scoperta, dopo la conoscenza.
La definizione è il passo successivo alla conoscenza e non ad essa propedeutico.
Un percorso così strutturato, basato sull’osservazione e sulla manipolazione, corrisponde, come sottolinea Maria Montessori, a una tendenza naturale della mente: precisare e ordinare le conoscenze verso livelli sempre superiori di conoscenze e competenze.
Il lavoro concreto con il materiale non preclude la sperimentazione artistica: ogni bambino può rilevare dettagli da sottolineare con motivi decorativi all’interno delle figure composte ed osservate.
E per dare vita alla fantasia e creatività ogni bambino è chiamato ad osservare i dettagli in modo minuzioso, a cogliere combinazioni originali, a elaborare motivi geometrici ripetuti.
Riga, squadra, lapis e colori, sono gli strumenti principali, ma possono aggiungersene altre per dare spazio ad altre sperimentazioni creative: acquerelli, inchiostri colorati e pastelli per dare vita ad infinite composizioni decorative, capaci di rivelare mano a mano quel senso di armonia estetica che va sviluppandosi nell’animo infantile.
Sperimentazione, scoperta e creazione artistica personale diventano la memoria geometrica di ogni bambino e di ogni bambina.
-sperimentazioni con il materiale concreto e scoperta empirica delle definizioni.
I bambini costruiscono poligoni incastrando tra di loro forme geometriche diverse e ne osservano le differenze.
Alcuni sono “regolari”, altri no.
Toccano i contorni delle figure alla scoperta di vertici e lati.
Dalla costruzione concreta con il materiale , passano al disegno e tracciano le diagonali.
Ogni diagonale un colore.
Durante l’attività scoprono in modo naturale che alcune diagonali sono ripetute e dimezzano così il numero totale ottenuto.
Fanno prove con poligoni diversi e dopo numerose sperimentazioni si presenta la formula per il calcolo del numero delle diagonali:
n・(n- 3) /2
Bambini e bambine, entusiasti, si sono messi al lavoro ed hanno scoperto che …applicando la formula il risultato era identico da quello ottenuto con il loro conteggio colorato.
Una vera gioia…
Come non aggiungere poi un tocco di creatività?
L’esagono suddiviso in tutte le sue diagonali nascondeva al suo interno altri numerosi poligoni; ognuno li ha colorati secondo la propria creatività ed è nato… l’esagono Arlecchino!
Materiale scaricabile
Problemi di un giorno di Carnevale; i problemi sono suddivisi uno ad uno; i bambini o i gruppi di bambini possono scambiarseli dopo la risoluzione, proprio come in un gioco…
Rivolto agli insegnanti di scuola primaria, consente di operare con la classe intera o divisa gruppi. Presenta in chiave di anticipazione tutto il percorso della geometria che sarà poi svolto e approfondito anno per anno. Si accompagna al volume mini rivolto ai bambini.
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